“Una curiosità veneziana per volta.” – n° 61.
“IN CONTRADA DI SAN APONAL … A VENEZIA.”
Sapete com’è … da cosa nasce cosa. Giorni fa alcuni amici Veneziani di Facebook fra i tanti post inseriti ogni giorno ne hanno messi alcuni sulla chiesa di San Aponàl nell’omonima Contrada di Venezia.
Dopo un po’, mi son detto:
“Che potremmo condividere in più di curioso su questa zona di Venezia ? … La chiesa è un’altro dei tanti gioiellini chiusi accanto alla quale spesso transitiamo per gli affari nostri rimanendo ogni volta col naso all’insù ? … Come sempre questi monumenti di Venezia sono uno scrigno più o meno ridotto male, che contengono però quasi sempre una Storia vissuta … spesso curiosa …”
Allora ho frugato fra le mie cartacce virtuali ed ecco qua qualche piccola nota … per saperne tutti un pochino di più.
San Aponàl ovviamente è Sant’Apollinare detto alla veneziana, ed è stata una delle chiese antiche di Venezia.
Come il solito, a cavallo fra Storia e Leggenda, si racconta che sia stata fondata nel 1034 dalle nobili famiglie Sievolo e Rampan provenienti da Ravenna. Quel che però è interessante notare è che Sant’Aponàl si trova a due passi dall’Emporio di Rialto, anzi ne è il naturale prolungamento. Di conseguenza è sempre stata una zona vivissima dove fervevano tutte le caratteristiche della Venezia Mercantile e Mediterranea.
Per la vicinanza poi, di un solo centinaio di metri con la chiesa di San Silvestro, sede secolare del Patriarca di Grado, ne ha spesso subito l’influsso e la giurisdizione come da chiesa Matrice, sebbene in altro tempo sia dipesa invece dal Vescovo Veneziano di San Pietro di Castello.
Nel gennaio 1106 e nel 1149, Sant’Aponal per una “botta di c … o di fortuna”, oppure quasi miracolosamente, si salvò per ben due volte dagli immensi roghi e incendi che bruciarono gran parte di Rialto e una notevole fetta di Venezia. In quelle occasioni andarono distrutte o subirono ingenti danni le Contrade e le chiese di Sant’Agostin, San Cassian, Santa Maria Materdomini, San Zan Degolà, San Stàe, San Giacomo dell’Orio, Santa Croce, San Simeòn Grande e San Simeòn Piccolo, Sant’Agata (ossia San Boldo), San Stìn, perfino Santi Apostoli al di là del Canal Grande ... ma furono anche raggiunte dal vento le lontane Contrade di San Basègio, Anzolo Raffael e San Nicolo’ dei Mendicoli. Autentici disastri per l’intera Venezia dell’epoca, Sant'Aponàl, invece, niente ...venne risparmiata dalla sorte pirica.
Nel luglio 1177 quando proprio a Venezia si stipulò la pace fra il Barbarossa ed il Papa Alessandro III, si racconta che il Papa fuggiasco, sporco e malandato abbia trovato rifugio a Venezia mettendosi a dormire sotto al Portico detto della Madonna proprio accanto a Sant’Aponàl, prima di andare a chiedere ospitalità e conforto in incognito ai Canonici di Santa Maria della Carità ossia l’attuale Accademia. La leggenda racconta perfino che il Papa sia rimasto lì nascosto per almeno sei mesi svolgendo le umili mansioni di Cappellano o perfino quelle di uomo di fatica e lavapiatti. Solo dopo gli venne riconosciuta identità e titolo e fu perciò accolto a Palazzo Ducale e ospitato nel palazzo del Patriarca di Grado a San Silvestro a due passi da Sant’Aponal finchè alla fine del conflitto andò a firmare la pace sotto gli archi della Basilica di San Marco.
A memoria di questi fatti, i Veneziani, per secoli, hanno tenuto sempre acceso un lumino nel Portico della Madonna a Sant’Aponal dove si rappresentò una statuetta con un “prelato dormiente”. Il Papa riconoscente da parte sua definì il luogo “… degno e adatto” per lucrare Indulgenza Plenaria recitando un Pater Noster e un’Ave Maria ... e magari aggiungendo un buon obolo d’elemosina per i poveri di Venezia e della Contrada ... Andate a guardare sul posto in Calle e Corte del Perdòn a Sant’Aponàl ! C’è quasi tutto ancora nel Capitello del “Dormi, Papa Dormi …” sotto al Portico della Madonna ... E' una curiosità veneziana visibile, non solo scritta ...
Nel 1186 accadde una furibonda lotta per questioni di Decime da percepire fra i Canonici di San Pietro di Castello e i Piovani di San Pantalon, San Giovanni Crisostomo, San Silvestro e appunto Sant’Aponàl … Dovette addirittura intervenire il Papa Urbano III per sedare la lotta e ripristinare diritti e doveri dei “buoni e devoti” Preti.
Nel settembre di quattro anni dopo, i coniugi Domenico e Garsa Vidal abitanti nel Confinio di Sant’Aponal donarono una loro proprietà presso il Rio Piccolo ad Amabile Badessa di San Giovanni Evangelista di Torcello.
Le cronache veneziane continuano raccontando che nel marzo 1224 Johannes Storlato del Confinio di San Thomà presentò fidejussione per Jacobo Galvano del Confinio di Sant’Apollinaris per acquistare 10 miliaria di fichi da spedire a Brescia ... Oppure ricordano che nel settembre 1252 davanti a Marino Notaio e Prete di Sant’Apollinaris, Nicola Sirano del Confinio di San Martino di Gemini ricevette a prestito lire 200 da Martino Gisi del Confinio di San Geremia per commerciare ovunque dietro corresponsione di ¾ dell’utile.
Dieci anni dopo, Papa Urbano IV residente a Orvieto, designò con lettera proprio Pietro Correr Piovano di Sant’Aponàl in Venezia per difendere i beni del Monastero di San Maffio nell’isola di Costanziaco da alcuni Chierici e Laici che se n’erano impadroniti impunemente … Doveva essere abile e sveglio il Piovan Correr, perché in seguito divenne Canonico di Verona, Rettore di San Maurizio e infine addirittura Primicerio della chiesa Dogale di San Marco.
Dal secolo 1300 si viene a sapere di un brutto periodo economico che attraversò la chiesa e Parrocchia di Sant’Aponal finita come Commenda in mano del Vescovo Giovanni di Caorle ... che ne percepiva le rendite disinteressandosi completamente del resto.
Fin dall’inizio del secolo nella chiesa di Sant’Aponal si iniziò ad ospitare la Scuola dei Santi Quattro Martiri Coronati dell’Arte e Fraglia dei Tagiapiera (guardate a sinistra nella calletta accanto alla facciata della chiesa) e la Scuola di Santa Maria dei Mercanti … mentre solo a fine secolo si aggiunse la Scuola di San Gottardo che in seguito divenne Patrono Protettore dell’Arte dei Mandoleri di Venezia.
Nel settembre 1342, il Maggior Consiglio graziò di metà della pena l’Oste Nicoletto Moro di Sant’Aponal condannato a pagare due multe di 3 e 10 lire perché teneva in osteria “…pane foresto e un recipiente di vino non bollato dal Comune ...”
Al tempo del Doge Andrea Contarini e della guerra di Venezia contro i Genovesi che invasero e presero Chioggia, gli abitanti della Contrada di Sant’Aponàl contribuirono alle spese di guerra della Serenissima offrendo nell’insieme lire 185.500.In quell’epoca in Contrada risiedevano 14 Nobili Homeni, fra cuiSjer Zuanne Corner che offrì allo Stato 20.000 lire, Sier Federigo Corner quondam Andrea che contribui’ con 40.000 lire, e Sier Lunardo Falier e fratelli che versarono 24.000 lire.
E’ interessante notare che anche altre 26 persone della Contrada furono considerate abbienti e degne di nota per l’eventuale contribuzione“volontaria”. Fra questi c’erano:Maffio Giuda, Albertin Dente, il Varrotter Agostino de Pellegrini, lo Spicjer Alberto da Vola, il Coltrer Bonaventura, Francesco Spader, Lorenzo Roso Pelizzer, Maffio di Lazzaro Cimador, Nicolo’ de Rizardo dalla farina, Nicolo’ Bochesin Frutarol, Piero dalle Stagliere, Zuanne Corteler, Julio Miedego, e i fratelli Laneri di Zuanne di Bello ... Bel quadretto dell’epoca !
D’altra parte in Contrada abitavano diverse famiglie Nobili di Venezia con i loro palazzi: Cà Bernardi, Cà Bollani fin dal 1296, Cà Bonomo Albrizzi CasatoNobile di 2° classe come i Barzizza. Dal 1365 c’era anche Cà Coccina Tiepolo poi Papadopoli, nobili di prima classe, … e i vari Diedo dal 1345 che furono spesso Guardian Grandi della Scuola dei Mercanti, i Donà della Madoneta, iMolin Cappello nella cui casa nacque nel 1548 la famosa Bianca Cappello che sposò Francesco De Medici morendo avvelenata con lui, i Salviato Banchieri Fiorentini del 1500, e i Valier, i Pepoli poi andati in Contrada di San Vidal oltre il Canal Grande ... e i Tamossi, i Sansoni, i Todeschini.
La Contrada di Sant'Aponal era una "zona bene" di Venezia.
Quando a Sant’Aponal venne conferito il titolo di “Collegiata”con tre Preti titolati, un Diacono e Suddiacono, fra 1407 e 1430 i Piovani Francesco Pavoni e Marco De Piacentini restaurarono la chiesa ponendovi sei nuovi altari e fecero erigere il campanile attuale ... In Contrada, intanto, la rivendita del pane era gestita da Antonio de Zane, e sempre in Sant’Aponàl s’inaugurò una stranissima Scuola di devozione quasi unica nel suo genere dedicata a San Giona, quello della Biblica Balena… (andatevi a vedere la storia curiosa).
Sappiamo poi, che nel 1509 in Contrada di Sant’Aponal vivevano 1.858 persone, e l’anno dopo il solito famoso diarista Marin Sanudo racconta che in dicembre:
“… Adi 19 fo portato in Collegio uno mostro nato qui in Venexia in Campiello di Santo Aponàl da uno povero erbaruol … Erano uno puto et una puta che si tienevano insieme davanti, con do teste, quattro braxe et quattro gambe … el qual nacque et vixe una hora, et furono batezati la femena col nome de Maria, el puto Zuane … Furono portati poi dal Patriarca et in Collegio Serenissimo, et cussì molti andono a caxa a vederli, et pagavano uno soldo, et furono imbalsamati. Et, cossa mostruosa, hanno un corpo solo…”
Nel 1529 il Piovano di Sant’Aponal Giacomo Grassolario Notaio nella Cancelleria Dogale venne citato dal Patriarca Quirini per non aver ottemperato alla sua proibizione di utilizzare nelle chiese durante le feste dei titolari e dei Patroni delle Scuole: “… suonadori con trombe et corni, con canti inonesti ...”
Erano trombe, pifferi, tamburi e tromboni degli uomini e Confratelli della Scuola della Natività di Santa Maria dell’Arte dei Farinanti o Fontegheri Venditori da Farinaospitati in Sant’Aponal fin dal 1529 quando fecero dipingere da Palma per il loro altare la “Nascita di Maria”.
Nel 1536 il Piovano di Sant’Aponàl spese 15 ducati per far sistemare l’organo, al cui organista si pagavano di solito fra 8 e 12 ducati annui, mentre di dava 1 ducato al putto che "menava i folli per l’aria", e altre spese si facevano per stipendiare cantori e strumentisti per la festa patronale.
Nel giugno 1581 alla Visita Apostolica eseguita in Contrada di Sant’Aponàl, si rilevò che gli abitanti erano 1.889 con 2 inviamenti da forno con casa e bottega ... In chiesa c’erano il Piovano, altri 3 Preti, 1 Diacono e 1 Suddiacono che percepivano annualmente 285 ducati ed altri “incerti di stola” non quantificabili, e l’utilizzo di una casa propria.
Nella stessa chiesa di Sant’Aponal, dove si conservavano e veneravano con i Pellegrini diretti in Terrasanta alcune preziose Reliquie della Passione con soprattutto una Spina della Santa Corona del Christo, molte ossa dei Santi Innocenti Martiri Bambini, la testa del Profeta Giona, il dito di Santa Caterina e il braccio di San Sigismondo Re, e parte dei Precordi di San Filippo Neri … presenziavano e officiavano anche altri 7 Chierici, e si celebravano 8 Mansionerie per 78 ducati e ½ annui ... Si ospitavano i devoti e i Confratelli e Consorelle aggregati nella Scuola del Santissimo, in quella della Santissima Croce, dell’Annunziata, e in quella del Redentore dell’Arte dei Mercanti da Cordoani.
Giunto il 5 maggio 1606, quando in Contrada vivevano 2.016 persone, il Senato Terra autorizzò il pagamento di ducati 24, 19 grossi, e 10 piccoli a Mastro Alvise Stramasser a Sant’Aponàl per confezionare “… 24 stramazzetti di cordami damaschini e 4 di raso cremesin pontadi, fiochadi e distesi compreso spago, cordon da inserire nel Nuovo Bucintoro del Doge…”
Tre anni dopo, nella stessa Contrada morì da febbre in giorni otto il pittore Alvise Benfatto detto Dal Friso nipote di Paolo Veronese … Arrivato il gennaio 1616, il Magistrato alle Acque ordinò:
“ … Si levi la scoazzera a Sant’Aponàl … ed allargata quella di San Silvestro … servirà per l'una e per l'altra contrada ...”
Era accaduto che in quel luogo quadro e aperto di Contrada dove si era soliti raccogliere a cielo aperto la spazzatura pubblica poi evasa fuori città dai “Burchieri”,posto squallido più di qualche volta fonte di timore per i popolani, ci fossero stati alcuni giovanotti capricciosi che s’inventarono la presenza di un orco, o per divertirsi si fingessero fantasmi spaventando la gente della Contrada.
Nel luglio 1630 dopo la famosa peste che strapazzò Venezia, si riconsacrò la chiesa da parte del Patriarca Giovanni Tiepolo … in Contrada esistevano 76 botteghe … e si consumarono 4.489 stara di farina nella Pistoria di Sant’Aponàl ... mentre in chiesa esisteva una Madonna del Carmine di legno vestita con abiti preziosi e molti oggetti d’oro ... Nell’attuale Corte Petriana proprio accanto a Campo Sant’Aponàl, nel 1651 – 1660 si eseguivano opere in musica nel Teatro di Contrada Sant’Apollinare o Sant’Aponàl ... sempre affollato.
E siamo già al 1712, quando Angelo Tassi Piovan di Sant’Aponàl era Conservatore dell’Officio della Bolla Clementina e imponeva controlli sull’elezione dei Capitoli e la gestione dei benefici e delle Commende in Venezia … in Contrada esistevano sempre 76 botteghe ... e la “Gallinera” ossia Angela Trevisan esercitava in zona "l’antica professione del mondo" in maniera così spudorata da ricevere insieme in casa sua: Cristiani, Ebrei e perfino le Figlie del Pio Ospedale della Pietà ... Il Proto Giovanni Scalfarotto rilasciò una scrittura di spesa di 3.250 ducati per la rifabbrica di alcune case a Sant’Aponal in Calle del Campanile, e il Murer Poppo Giovanni Battista ne rilasciò un’altra per la spesa di 2.500 ducati per la stessa rifabbrica.
Nel 1725 presso il Ponte dei Meloni a Sant’Aponàl aveva bottega il barbiere Bartolammeo Baggietta che venne accusato da un suo garzone d'aver tagliato col rasoio la testa a un forestiere e d'averla poi seppellita nella bottega gettando il cadavere in Canal Grande. Il barbiere fu messo subito in prigione, ma scopertolo innocente, si procedette ad arrestare il garzone calunniatore.
Nel dicembre 1758, invece, Giovanni Millerti da Capodistria di anni 45 Sartor da donna a Sant’Aponal in Calle del Volto, fu preso in “contraffazion di bando” per aver privato di vita Antonia Bardi sua benefattrice rubandole tutto ... Per questo fu decapitato e squartato per ordine del Consiglio dei Quarante ... Quattro anni prima, nel giugno 1754, Pietro Gradenigo nei sui “Notatori” e P. Cecchetti annotavano:
“… Si lavora la cantoria per il nuovo organo di Sant’Aponal dopo terminate varie cavillose differenze tra Clero di quella chiesa e Scuola del Santissimo … il disegno è di Angelo Soavi, e l’istrumento dei fratelli Bazzani. Costo nel complesso lire 7.000 … le portelle furono dipinte da Alvise Del Friso con fuori: “Madonna nel deserto” e dentro: “Sant’Apollinare e San Lorenzo …”
Tutto verràdisperso e perduto nel 1810 ...
Alla fine del 1700, in Contrada vivevano 1.816 persone compresi i Nobili, di cui 719 fra 14 e 60 anni erano abili al lavoro, esclusi i nobili ovviamente ... Si restaurò ancora la chiesa di Sant’Aponàl che ospitava i devoti delSuffragio della Beata Vergine del Carmine, quelli dellaConfraternita dei Sacerdoti di San Filippo Neri, e quelli dellaCompagnia di Sant'Adriano, detta di Sant’Eufemia di Mazzorbo … In Contradac’erano sempre 70 padroni in 73 botteghe … in Campo Sant’Aponàl era attiva la Spezieria da Medicine“Li tre Monti”… Per aiutare Venezia a difendersi dall’arrivo dei Francesi, Gian Domenico Tiepolo di Sant’Aponàl offrì alla Serenissima 18.000 ducati … mentre in chiesa il Piovan Don Inchiostri il giorno di Pentecoste interpretò i principi democratici portati dai Francesi alla luce del Vangelo invitando i Veneziani ad osservarli in quanto Società e Religione potevano benissimo convivere insieme.
Pochi giorni dopo, fu costretto a far recitare un’omelia di ringraziamento da un suo Alunno di chiesa perché invece ci fu il ritorno degli Imperiali Austriaci a Venezia, e dal pulpito sottolineò: “…le ragioni dei mali e le cure necessarie per liberarsi dagli errori perniciosissimi e tanto dannosi …” proposti dai Francesi.
E’ del settembre 1803 l’ultima immagine viva della Parrocchia di Sant’Aponàl. Il Patriarca Flangini visitandola la descriveva così:
“Contrada di 2.000 abitanti, con 2 levatrici … I Giuspatroni della Fabbriceria di Sant’Aponal sono i proprietari degli stabili ... La Fabbriceria della chiesa possiede annualmente in entrate per 56 ducati e spende 38,08 ducati in uscite … i Preti possiedono rendite per 458,06 ducati … la Sacrestia di Sant’Aponal ha rendite per 620 lire, e spende 316 lire per il vino, ostie, particole, incenso e carbone … Il Piovano Bartolomeo Dr.Fulici possiede entrate di 994,12 ducati da affitto di 13 case e 6 botteghe e da “incerti di stola”, con uscite di 437,08 ducati di cui 40 spesi per restauri, 121 in tasse, 30 per cere della Festa della Purificazione… i Chierici percepiscono 132,03 ducati, 12 ducati si danno al Maestro di Canto e 50 ducati ai chierichetti per frequentarne la scuola. 21 Preti fra cui alcuni Mansionari frequentano la chiesa. Alcuni provengono da San Giacomo di Rialto, dai Frari e da fuori diocesi: 2 sono piemontesi e 1 è Modenese ... In Sant’Aponal si celebrano 5.172 messe perpetue, e restano 19.758 lire per messe ancora da celebrare; 42 sono le Esequie e gli Anniversari di Morte, e 2.677 le Messe Avventizie …”
Su alcuni Chierici di Sant’Aponàl il Patriarca precisava:
“… il Diacono del Capitolo Don Marcoliano Gabriele di anni 52 celebra la messa troppo in fretta: 8 minuti con scandalo dei presenti … il Piovano ne sollecita il richiamo …”
Tutto questo accadde fino a quando i Francesi giunsero a bussare alla porta di Sant’Aponal con l’intento di scassarla del tutto. Fino a quel giorno in Sant'Aponàl si gestivano ancora i proventi e le rendite provenienti da diverse Commissarie come quelle di don Carlo Gavazzi, don Bernardino Gavazzi e don Ottavio Ziliolo legate all’obbligo soprattutto di celebrare tutta una serie di Messe ... mentre ancora nel 1770 i Padri di Santo Spirito in Isola si portavano fino a Sant’Aponal per “officiare”una certa Mansionaria lasciata e pagata da un certo Serafini ... "Pace all'anima sua sia data !"
Nel 1807, infatti, accadde il “Napoleonic Storm”,e Sant’Aponàl cessò d’essere Collegiata, e venne incorporata inizialmente alla ex Parrocchia di San Giovanni Elemosinario di Rialto.
Nel 1810 in una seconda concentrazione di chiese, Contrade e Parrocchie, Sant’Aponàl venne definitivamente soppressa come Parrocchia, il territorio inglobato a quello di San Silvestro, e la chiesa chiusa al culto e spogliata di ogni suo opera. Fu convertita e utilizzata prima come ricovero notturno per poveri, poi divenne officina, magazzino di mobili, sede di mulini a mano durante la carestia del 1813-1814, falegnameria, carcere per detenuti politici, deposito e spaccio di carbone, infine bottega di rigattiere di David Zacuti.
Dopo il 1840, quando in Contrada di Sant’Aponàl venne interrato il “Rio della Scoazzera”, il Demanio Austriaco pose all’incanto come bene rovinoso quel che restava dell’antica chiesa di Sant’Aponàl. Fu comprata per 8400 lire da Angelo Vianello di fu Carlo detto Chiodo, che la rivendette ad una Pia Società sorta con l’intento di recuperare il monumento e riaprirlo al culto. E così accadde che nel giugno 1846 Sant’Aponàl fu riconsacrata da Giovanni Antonio Farina Vescovo di Treviso, e riaperta al culto e riofferta ai Veneziani della Contrada.
Giacomo Bazzani costruì un nuovo organo e lo collocò sulla porta d’ingresso … Il Cardinale Jacopo Monico Patriarca di Venezia benedì nuove campane ricollocate sul campanile … Nella stessa occasione si collocò sulla porta centrale un arco lombardesco tolto dalla chiesa di Sant’Elena, parte di un monumento del 1480 dedicato al Generale da Mar Vittore Cappello. Il Comando della Marina tramite l’Ingegner Casoni portò a Sant’Aponàl lo splendido altar maggiore in marmo della ex chiesa di Santa Giustina di Castello ... Alla provvisoria e illusoria riapertura, più di qualcuno si adoperò per riabbellire e riaddobbare e arredare i muri vuoti della chiesa ... La contessa Loredana Morosini Gattemburg fece dipingereda Lattanzio Querena e offrì alla chiesa il“Martirio di Sant'Apollinare”. Pietro del Turco offrì un altro quadro per una cappella di sinistra … Un’atra Contessa, Clementina Spaur Mocenigo dipinse e regalò una “Natività di Maria”, mentre la Contessa Teresa di Thurm dipinse e offrì “San Ferdinando di Castiglia”. Jacopo Treves de Bonfili donò una statua di “Mosè”di Gaetano Ferrari, e su commissione di Giuseppe Antonelli, Azzola eseguì una copia di un “San Lorenzo Giustiniani”del Pordenone. Lattanzio Querena aggiunse un suo “San Pietro Orseolo”, e un omonimo moderno di Giovanni Bellini realizzò un’ “Assunta”. Infine, si collocarono e aggiunsero un pulpito di Angelo Soavi, una “Madonna” in marmo di Gaetano Ferrari, e una “Vergine del Carmelo” di Giambattista Carrer.
Sembrava tutto a posto, tutto passato ... Ancora nel 1853 in Sant’Aponàl ogni mercoledì’ pomeriggio si recitava il Rosario con le “Allegrezze della Beata Vergine Maria” e durante la Quaresima si predicava quotidianamente con gran afflusso di gente “il Quaresimale”come in altre 37 chiese di Venezia… Nel luglio1860 Sant’Aponàl venne ridotta e declassata a solo Oratorio Sacramentale con esclusione e trasporto del Santissimo nella vicina San Silvestro.
Il resto delle vicende di Sant’Aponàl … Accadde lachiusura definitiva al culto, la chiesa divenne magazzino e archivio comunale sgomberato in questi ultimi anni per motivi di sicurezza statica ... Sono notizie che sapete già.
Finisco ... ricordando quel che fra 1861 e 1865, W.Dean Howells console americano presente nella Venezia austriaca diceva:
“… Ogni campo a Venezia è una piccola città, chiuso in se ed indipendente. Ognuno ha una sua chiesa, della quale, nei tempi più remoti, esso era anche cimitero; e ciascuno entro i suoi confini, comprende uno speziale, un merciaio, un negozio di tessuti, un fabbro ed un calzolaio, un caffè più o meno elegante, un erbivendolo e un fruttivendolo, una drogheria … No, c’è anche un negozio di oggetti usati dove si compra e si vende ogni sorta di cose vecchie al minimo prezzo. Ci sono di sicuro un ramaio ed un orologiaio, e quasi certamente un falegname intagliatore e doratore, mentre nessun campo potrebbe preservare la sua integrità o tenersi informato delle novità del giorno, sociali e politiche, senza un barbiere ...”
Così era anche della Contrada di Sant’Aponàl di un tempo … come oggi rimane, ma solo nella nostra fantasia e memoria …