#una Curiosità Veneziana per volta – n° 193.
ARSENALE, ARSENALOTTI E FESTA DELLA SENSA RACCONTATI DA UN ARSENALOTTO DI FINE 1700.
Quasi commovente oltre che curioso, soprattutto nella seconda parte, questo scritto singolare e interessante realizzato da Antonio Gelfi antico Mastro dei Calafai o Calafati dell’Arsenal negli ultimi anni del secolo XVIII e dell’Arsenale nostro di Venezia.
Secondo me è proprio un pezzo da goderselo da buoni amanti delle “cose Veneziane”… Antonio Gelfi diceva così: “Scrissi con tutta esattezza questa notoria funzione perché io mi trovai testimonio oculare, qual Ministro dell’Arsenale ed in conseguenza avendo diritto di trovarmi in tutti i luoghi descritti, così ho potuto con piena esattezza rendere soddisfatto il mio benevolo leggitore al quale auguro perfetta salute di vero cuore ...”
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“Parmi convenevole dar una descrizione della funzione che succedeva il giorno della Sensa (Ascensione del Signore) che a tale oggetto era d’uopo anche del Bucintoro per apportarsi al Lido … Il Bucintoro stava già pronto alle Rive della Piazza condottovi la Vigilia dell’Ascensione dalli Arsenalotti con li tre Ammiragli, cioè quello dell’Arsenale, quello del Lido e Malamocco, il primo dei quale andava a situarsi nella località del giardino laterale a puppa, il secondo a prora ed il terzo finalmente si collocava a puppa vicino al timon, nella situazione dell’ultimo ci stavano tutti li Proti, sotto Proti e Capi dell’Opera dell’Arsenale …
Posto che il Bucintoro si staccava dalle Rive della Piazza, cioè nel giorno dell’Ascensione di mattina alle ore nove antimeridiane, tutte le navi, galee, galiasce e bastimenti mercantili che si trovavano facevano ala e col tiro della loro artiglieria rendevano più maestosa l’andata al Lido del suddetto … Quando attrovavasi dirimpetto all’ex Cappella dell’Arsenale ove eravi venerata una immagine (ancora conservata sulla Torre dell’Arsenale a sinistra dell’antico ingresso marittimo in un piccolo capitello o altarino) i remiganti la salutavano al modo che si praticava nelle galee …
Frattanto Monsignor Patriarca se ne stava nell’isola di Sant’Elena nella quale era il Monastero di Monaci Olivetani ad attender il passaggio del Bucintoro … Veniva trattato egli da quei Padri con una veramente religiosa collazione di castagne ed acqua, antico inalterabile costume che sempre si è operato … Dopo la soppressione di quei Padri subentrò alli suddetti la Professione dei Pedoti d’Istria (Piloti).
Quando accostavasi il Bucintoro il Patriarca col seguito dei Canoninci e Clero della Cattedrale di San Pietro apparato pontificalmente entrava in un piatton dorato, come egualmente gli altri e si trasferiva ad incontrarlo: pervenuto al fianco del Bucintoro benediva un mastello d’acqua la quale di poi veniva versata nel mare …
Uscito che era il Bucintoro dal Porto del Lido si appriva lo schenale della ducal sedia dove il Doge gettava nell’acqua un anello d’oro (questo doveva esser tale, ma di fatto per lo più era metallo) esprimendo queste parole: “Desponsamus te mare in signum perpetui dominij” …
Eseguita la funzione con li descritti metodi tornava al Lido, dove il Principe con tutto il seguito scendeva alla chiesa di San Nicolò uffiziata dai Monaci Cassinensi (Benedettini) e alla loro soppression supplì un Arciprete delle Nove Congregazioni: era destinato per turno … Ivi v’assisteva alla Messa solennemente cantata in Pontificale, e terminata che era ascendeva con tutto l’accompagnamento nel Bucintoro il quale ritornava a San Marco d’onde partì … Tutti dippoi restavano trattenuti ad un real convitto.
Questa la memoria di quanto era consueto di somministrare Sua Serenità al numero di 100 graduati Ministri dell’Arsenale con li 3 Ammiragli nel Banchetto il giorno suddetto ancorchè non fosse fatta la funzione in quel giorno a cagione degli antichi istituiti, cioè che fosse calma e ciel sereno, caso diverso non aveva effetto la gita al Lido.
In primo luogo si noti che delli numero 100 preposti convitati erano apposti in 10 tavole, che tali appunto erano ancor questi di tal numero, compresa ancor quella degli Ammiragli e Proti, tutti generalmente avevano le stesse posade, con la sola differenza che nella tavola degli Ammiragli e Proti erano serviti in posade d’argento, e le altre tavole con posade cioè cucchiaio d’ottone, cortello e pirone di ferro e queste poi restavano in proprietà dei 90 Ministri e quelle d’argento venivano restituite …
Qualità, quantità e porzione del convitto offerto agli Arsenalotti:
PER ANTIPASTO:
1 piatto di fette di Pan di Spagna: una fetta cadauno
1 piatto di Savoiardi
1 piatto di Raffioli
1 piatto de Sfogiade
1 cao di latte: la decima parte
1 piatto di narance garbe: una per cadauno
1 piatto di osso collo: uno per cadauno
1 piatto di cedro: la decima parte
1 piatto di celeni: uno per cadauno
1 piatto di lingua salata: la decima parte
PER PASTO:
1 piatto grande di trippe di vitello per minestra: la decima parte per cadauno
1 piatto di fette di figà (fegato): una fetta per cadauno
1 piatto con due polpettoni: la decima parte per cadauno
¼ di Vitello allesso: la decima parte per cadauno
1 piatto con tre pollastre allesse: ¼ per cadauno
1 piatto con 10 colombini rosti: uno per cadauno
¼ di Vitello arrosto: la decima parte per cadauno
1 capretto intiero: la decima parte per cadauno
1 piatto di dindiotti rosti: ½ per cadauno
DOPO PASTO:
1 piatto di rosada: la decima parte per cadauno
1 piatto di puina: la decima parte per cadauno
1 piatto di pomi: la decima parte per cadauno
1 piatto de sparesi: la decima parte per cadauno
1 piatto di fenocchi: la decima parte per cadauno
1 piatto di Artichiocchi: la decima parte per cadauno
1 piatto di straccaganaccie: la decima parte per cadauno
1 piatto di susini: la decima parte per cadauno
1 piatto con un tortion: la decima parte per cadauno
1 piatto con torta sfogiàda: la decima parte per cadauno
1 piatto con due formagelle: la decima parte per cadaun
1 piatto con 10 scatole di confetti: una per cadaun
1 piatto con 10 stelle di marzapan: una per cadaun
1 piatto con fiaschetti di Moscato: la decima parte.
2 pani bianchi per cadaun
Uno bianco e nero a disposizione di tutti li convitati che componevano le 10 tavole e quelli che componevano le 90 persone erano padroni d’appropriarsi della sua posada, ed anco una bossa da tavola di vetro e il suo sotto e li piatti di terra per cadauno.
Terminato il pranzo gli Ammiragli si mettevano in vesta e venivano levati dal Scalco e condotti al Serenissimo che era al Banchetto, ancor essi in pubblica figura.
Sua Serenità facevagli delle ricerche relativamente al pranzo, cioè se erano stati ben serviti e se vi fosse stata trascurata qualche cosa giusto l’antico istituto: questi rispondevano di no, poi li premuniva per l’anno venturo e li licenziava. Questi si portavano di nuovo nella sala ove erano partiti a far nota alli Ministri quanto aveva lor detto sua Serenità e davano il congedo a tutti.
N.B: che nella giornata surrifferita la mattina prima di partire dall’Arsenale si andava in gran numero a prendere il caffè dalli due Padroni dell’Arsenale, dalli quali eravamo trattati con bussolai, acqua di limone e naranza, con caffè precedentemente si era andati già dall’Ammiraglio che v’era soltanto caffè e bussoladi … Partiti da questi unitamente ambidue li Padroni, s’andava in chiesa di San Martin alla Messa, poi con lo stesso seguito andavamo per la parte interna, cioè per Sant’Antonin, li Greci, San Provolo etc a San Marco a fare il complimento a Sua Serenità che ci stava attendendo alla sua camera in Palazzo Ducale, ordinando che si desse la merenda ai remiganti che consisteva in pane, formaggio e vino …”
Interessante scritto vero ?
Aggiungo per concludere, e quasi in tristo contrasto con quanto ricordato amabilmente da Mastro Antonio Gelfi, altre due noterelle di stampo completamente opposto circa lo stesso Arsenale e gli Arsenalotti Veneziani ... La Memoria Storica ha sempre una doppia faccia: gioiosa o trista … ma arricchisce sempre.
22 dicembre 1797: i Francesi col Generale Berthier presero possesso dell'Arsenale dei Veneziani: “E' nostra intenzione di trasferire l'artiglieria e tutti i depositi di munizioni e viveri a Corfù, Ancona e Ferrara, cosi che quando consegneremo Venezia agli Austriaci non vi sia più un solo cannone.”… L'opera di smantellamento dell’Arsenale venne effettuata in fretta e furia: le navi sugli scali vennero demolite; quelle dei bacini vennero affondate aprendo larghe falle nelle stive; materiali e ogni tipo di bocca da fuoco, anche le più antiquate, vennero portate via su grosse barche ... Poi di fronte ai Veneziani impotenti venne appiccato il fuoco a tutto ... Alcuni Arsenalotti riuscirono a far affondare in quel che rimaneva dell’Arsenale quattro enormi peate cariche di materiale bellico ...
Baraguay d’Hilliers aveva scritto il 16 maggio precedente a napoleone: “Ho visitato l’Arsenale dei Veneziani, e l’ho esaminato minutamente: è uno de’ più belli del Mediterraneo, e c’è dentro ogni cosa a proposito per armare in due mesi e colla spesa di due milioni un’armata da sette ad otto vascelli da settantaquattro, sei fregate da trenta e quaranta, e cinque cutter … C’è un’immensa artiglieria si di ferro che di bronzo, fonderie, legnami, una corderia superba, cantieri supremamente belli … I fondachi sono zeppi di legnami, seimila pistole d’arcione, e pezzi per montarne altri assai, e tutti i lavorieri sono nel massimo buon ordine.”
Maledetti napoleonici !