Cronache da San Geremia … ancora.
Ci sarebbe di che perdersi a dire e scrivere dell’ex curiosa Contrada Venezia di San Geremia, così come delle altre in verità. Si trova di tutto sbirciando seppure superficialmente fra le note, i regesti, le Cronache Antiche Veneziane, nonchè nell’“Archivio di San Geremia”, e leggendo le sue "Constitutiones Sancti Hieremiae", gli "Inventari", lo"Status Animarum di San Hieremia”, i “Libri Canonici”e i tanti atti e vicende delle ben dodiciSchole ospitate in chiesa, e circa i Veneziani vissuti in Contrada lungo i secoli.
I confini della Contrada di San Geremia arrivavano in fondo fino a San Giobbe, dove c’erano le Chiovere e Chioverete di San Job o Joppo, e le Beccarie... Nel 1713 circa quel “luogo in fondo” in Calle delle Chioverette sulla Fondamenta di Cannaregio, si diceva: “Loco di Chiovere, Tentoria, campagna, horto, tezze, casa da statio, ed altre casette e botteghette, fondo dell'Illustrissimo Missier Contin Carara ove si fabbricano panni ad usanza di Olanda … Li sudeti stabili sono stati fabricati dal Consortio Carara, Cotoni, Pietro Comans, e Gabriel Berlendis, e l'horto suddetto delle Chiovere è posseduto dal suddetto Carara, et al presente il tutto è in lite senza affittanza”.
Chi non ricorda poi il Magazzino al Cavallo in Campo sull’angolo, o la Festa de Santa Lùssia con i banchetti in Campo ? … ma anche i Mobili Rogliani in Fondamenta verso San Giobbe, o il “Fitabatèlle”in Canal, e i tanti locali, botteghe e palazzi affacciati sulla magia del Canal Regio di fronte al Ghetto: “Casa su casa” sempre vivissimo e pieno delle tracce della fascinosa e trista epopea degli Ebreianche a Venezia … Ognuno di noi Veneziani ha dentro vivissime mille memorie … Questa è Venezia: un piacere starci dentro.
Stavolta non voglio annoiarvi più del solito … Provo a farla breve, anche se non ci riesco quasi mai ... San Geremia con la sua Contrada è stata storia intensa d’affari, traffici e commerci tipicamente Veneziani … Giugno 1207 a Rialto: Giuliano di Erardo da Bologna ricevette a cambio marittimo su Durazzo da Tommaso Viaro del Confinio di San Maurizio100 perperi d’oro vecchi e pesanti, cioè di buonissima qualità …. Erano testimoni dell’atto: Dominicus Georgi che faceva il Prete-Notaio a San Geremia, e il Giudice Jacobus de Molino …
Vent’anni dopo circa, Attone da Troia Mercadante del Confinio di San Geremia dovette presentarsi a deporre e rendere conto circa un furto di 24 pezze di drappo feltrino, una pezza di fustagno, e una pezza di “fiorentino”consegnatagli da Marin Grassello dei Frari e poi scomparsi … Come andò a finire ? … e chi lo sa ? … Vent’anni dopo ancora in aprile, e sempre a Rialto: Pietro Pino Vescovo di Castellofece quietanza a Donata Badessa dell’Isola di San Giacomo in Paludo“del decimo” che le spettava dell’eredità di Diamante fratello di Marco Venier del Confinio di San Geremia diventata “Conversa”nel Monastero Lagunare … Rese giuridico l’atto: Marcus Nichola, pure lui Prete-Notaio della Contrada Sanctae Yeremie ...
Vado avanti ? … E siamo a metà secolo, a fine estate, e sempre a Venezia nell’Emporio Realtino diventato ormai internazionale e vispissimo. Davanti ai testimoni, Examinator, Judex e Notai: Jacobus Basilio, Iohannes Baduario e Marinus Prete dalla Contrada di Sant’Aponàl: Nicola Sirano del Confinio di San Martino in Gemini del Sestiere di Castello ricevette a prestito da Martino Gisidel Confinio di San Geremia Lire 200 “per commerciare ovunque dietro corresponsione di ¾ dell’utile” ... Quasi in contemporanea lo stesso Martino Gisi rilasciò anche quietanza di 100 Lire restituite da Marino Businago del Confinio di San Severo, prestategli da Geremia suo fratello “per commerciare ovunque sino a Pasqua dietro corresponsione di ¾ dell’utile” ... Era presente all’atto il Notaio Leonardus che faceva anche il Prete in Contrada di Sant’Angelo nel Sestiere di San Marco.
Potremmo andare avanti tantissimo … Sentite questa: nell’aprile 1268 a Rialto: Pietro Viarodel Confinio di San Maurizio vendette tre mansi con decima divisi in 10 terre e due altre terre site a Casièr di Trevisoad Agnese vedova di Ansuino di Caristo del Confinio di San Geremiadi cui aveva sposato Ziburga sua figlia. In cambio ricevette 1.000 Lire di Denari Veneti di fronte al Notaio Antonius Prete che viveva facendo anche il Piovano di Santa Sofia nel cuore di Cannaregio ... Poco dopo di fronte a un Notaio diverso: Johannes Flabanico che fungeva anche da Chierico nella chiesa di Santa Margherita a Dorsoduro, la stessa Agnese regalò di ritorno le stesse terre allo stesso Pietro Viaro ... Però: che fortuna !
Quasi cento anni dopo, Marco Bianco Alunno della Collegiata dei Preti San Geremiae, tanto per cambiare, anche Notaio presso l’Avogaria da Comun della Serenissima, divenne Vescovo di Jesolo, e rimase tale fino alla morte, ma continuando ad esercitare la stessa professione di Notaio a Venezia … la fame di soldi e di prestigio era tanta ... inesauribile, incontenibile … e Venezia si prestava benissimo per tutto questo.
Circa verso la metà del 1300 la Repubblica Veneziana dei Mercanti fece ampliare per comodità pubblica e beneficio di mercato la strada fra la Contrada di San Bartolomeo di Rialto col Fondaco dei Tedeschi e le botteghe-magazzini della limitrofa Contrada di San Giovanni Crisostomo e la lontana Contrada di San Geremia di Cannaregio, facendo abbattere alcune case e un campanile. Si stabilirono dei Commissari per ripartire costi e spese fra tutti coloro che avrebbero avuto un utile da quella operazione. Tutti gli abitanti residenti in Cannaregio si tassarono dalle Parrocchia di Santa Lucia fino a San Giovanni Crisostomo: chi beneficiava maggiormente pagava di più. Quelli delle Contrade di San Giovanni Crisostomo e Santa Sofia avrebbero pagato: 2 soldi, e 6 denari per ogni valore di 1000 Lire di loro proprietà … Quelli da San Marcuola a San Feliceavrebbero pagato una quota di 1 soldo e 6 denari, mentre quelli della zona più lontana di Santa Lucia-San Leonardo avrebbero dato 1 soldo ... L’unica Contrada esentasse era quella di San Bartolomio di Rialto ... Così stabilì la Serenissima col suo Doge e le sue Magistrature.
Cambiamo argomento … La Contrada di San Geremia fu anche storia di botte da orbi, uccisioni, delitti e delinquenze ... come altrove d’altronde … Nell’estate 1592: Giovanni Angelo Veronese dalla Contrada di San Geremia e il Lucchese Giovanni Battista Barlari aspettarono in Calle delle Due Cortiil Samiter Marc'Antonio Visentin e lo uccisero … e già che c’erano, ferirono gravemente anche Bernardina, e alla testa Orsetta moglie di Zanetto che erano state testimoni del feroce omicidio … Nel settembre 1600, invece: venne arrestata Cate da Cattaro, moglie di un certo Fiorina trovato morto e sepolto sotto il pavimento della cucina di casa sua in Contrada di San Geremia ... La donna venne torturate per bene perché rivelasse i nomi dei suoi complici ... E infatti li svelò: Daniel Danna e Santo Barbier, che però vennero rilasciati lo stesso giorno perché non c’entravano niente con l’uccisione ... Caterina da Cataro venne decapitata lo stesso mese … Nel maggio 1636, ancora, in anni tristi e difficili di Pestilenza: quella della Madonna della Salute per capirci, tre Frati-Padri Domenicani: due da Napoli e uno da Roma, andarono a supplicare e chiedere protezione e sostegno alla Serenissima per via delle molestie che subivano di continuo nelle chiese dove si presentavano a predicare: Santa Maria Formosa nel Sestiere di Castello, e a San Geremia e San Marcuola a Cannaregio … Ma che andavano dicendo tanto da far inviperire i Veneziani che li aspettavano fuori della chiesa per minacciarli e picchiarli ?
Boh ! … Non si sa …
Per terminare aggiungo ancora due parole circa le curiose vicende della “Traslatio” delle Reliquie della Santa Lucia, che è sempre stata un po’ il fiore all’occhiello della Contrada di San Geremia: una Santa davvero catalizzatrice di tanti Veneziani non solo di Cannaregio ... una Festa Veneziana sentita da tanti per secoli.
Si sa bene che il Corpo di Santa Lucia venne rubato dai Veneziani a Siracusa in Sicilia dov’era rimasto per diversi secoli dentro a una pomposa Basilica con tanto di Monastero sorto accanto e d’intorno … Ci sono vari racconti dell’accaduto: qualche cronaca dice che all’inizio, nel 1039, fu Maniace Generale degli Imperatori Basilio e Costantino di Bisanzio, che si portò via le Reliquie a Costantinopoli come preda-bottino di guerra ... Secondo altri, invece, fu: Feroaldo Duca di Spoleto a prendersi Siracusa col “Corpo Santo della Santa”portandoselo a Corfinio nelle Terre dei Peligni, e dandolo poi al Vescovo di Metz che se lo sarebbe portato via in Francia (?).
La tradizione racconta ancora che nel 1204 fu il Doge Veneziano Enrico Dandolo a saccheggiare Costantinopoli inviando di tutto a Venezia in Laguna, e aggiungendovi anche i “Corpi Santi di Santa e Agata” finito quest’ultimo nella Contrada di San Boldo o Ubaldo nel Sestiere di San Polo ... Altri documenti parlano, invece, delDoge Pietro Centranico, ma fu probabilmente un errore di copiatura dell’amanuense distratto, che lesse 1026 al posto di 1206 armonizzando il fatto col Doge dell’epoca … Poco importa.
La cosa più interessante è che i Veneziani “rubarono” i Santi Corpi-Reliquie per salvarli dagli Arabi… Per secoli spiegarono a quelli di Siracusa, che alla fine avrebbero dovuto essere contenti se i Veneziani s’erano portata via la Santa salvandola … Perché recriminarne tanto il Corpo ? … Gli Arabi avrebbero buttato nelle fiamme le Reliquie … quindi ?
Cosa più curiosa ancora … A Venezia esisteva già fin dal 1167 e 1182 una chiesa dedicata a Santa Lucia… I Veneziani s’erano presi avanti in anticipo … In attesa forse di recuperare in giro per il mondo la Reliquia giusta, s’erano già costruiti la chiesa ... Succedeva spesso questa cosa a Venezia … Venezia era Venezia.
Il Corpo Santissimo della Luminosissima Santa Lucia giunse insomma a Venezia, e venne collocato a San Giorgio Maggiore di fronte a San Marco. Quello era uno dei luoghi celeberrimi di Venezia: il top dei topo della cultualità e della devozione Veneziana Religioso-Civica dell’epoca ... Ci fu subito un enorme flusso di Veneziani e Pellegrini che accorsero là dalle Lagune Veneziane e da tutta Europa, e l’annuale giorno della festa della Santa: il 13 dicembre, c’era un concorso di popolo di proporzioni impressionanti con un andirivieni d’imbarcazioni indicibile ... Fu il 13 dicembre 1279 che avvenne la disgrazia: alcuni Pellegrini non Veneziani, quindi poco abili a destreggiarsi con barche e acqua, morirono annegati in seguito al capovolgimento delle loro imbarcazioni per colpa di un turbine improvviso accaduto sul Bacino di San Marco in Laguna ... Ci fu un enorme sconcerto a Venezia, perciò il Senato Serenissimo perchè non si ripetessero più tali incidenti, decise che il Corpo della Santa Luciafosse portato in una chiesa di città raggiungibile facilmente senza incorrere in tanti pericoli ... Si scelse Santa Maria Annunziata ossia “la Nunciata di Cannaregio” dove si traslocarono le preziose Reliquie il 18 gennaio 1280 con una ultrasolennissima processione acquea pomposissima e memorabile.
Nel 1313 si consacrò la nuova chiesa dedicata a Santa Luciasulla punta estrema di Cannaregio dalla Parte del Canalàsso, e le Reliquie della Santa finirono deposte definitivamente lì ... Una Santa sempre in viaggio, sempre in trasferta insomma ... in mezzo alle liti di Preti, Laici, Frati, Monache, Nobili e Contradaioli Veneziani per detenerla e ospitarla ... Vi risparmio i dettagli …
La “Santa degli òci” strada facendo perse un po’ i pezzi: nel 1579 l’Imperatrice Maria d’Austria devotissima a Santa Lucia passò per Venezia … Il Senato Veneto per omaggiarla le regalò un pezzetto-Reliquia della Santa: fu il Patriarca Trevisan in persona a tagliarne una piccola porzione del lato sinistro del CorpoSanto, e a inviarlo all’Imperatrice … Altre Reliquie si trovano a Siracusaportate là nel 1556 da Eleonora Vega, che le ottenne a Roma dall’Ambasciatore Veneziano… altri“frammenti di braccio sinistro” vennero portati ancora a Siracusa da Venezia nel 1656. Fu il Frate Cappuccino Innocenzo da Caltagirone, pure lui straDevoto della Santa, a portarle là ... Altre Reliquie finirono a Napoli, Roma, Milano, Verona, Padova, Montegalda di Vicenza… e anche in altre chiese della stessa Venezia: a San Giorgio Maggiore, ai Santi Apostoli, ai Gesuiti di Cannaregio alle Fondamente Nove, e ai Carmini di Dorsoduro... Anche all’estero ci sono Reliquie di Santa Lucia: a Lisbona, ad esempio, provenienti da Venezia nel 1587; in Belgio dal 1676; a Nantes in Francia dal 1667 ...
Ultimo “prelievo” della Santa ? … Nel 1728, quando i Veneziani decisero di omaggiare anche Papa Benedetto XIII, cioè Pietro Francesco Orsini da Gravina di Puglia, ennesimo devoto di Santa Lucia, diventato “da Monaco” Vincenzo Maria e poi Sommo Pontefice.
Mi fermo qua per stavolta …