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Un tradimento a Palazzo Ducale nel 1540

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Un tradimento a Palazzo Ducale nel 1540

Come dentro a una fiaba, anche se fu, invece, fu cocente realtà storica Veneziana … C’era una volta Venezia, con lo scenario storico dell’ennesimo scontro fra la Serenissima e il Turco… Nessuno immaginava e sospettava maneggi e tradimenti del genere, anche se Venezia era furba e sempre pronta a tutto. Quella volta l’occulto segreto riuscì a fare la differenza a sfavore della Serenissima.

Per la precisione, erano i tempi del Doge Pietro Lando salito al Dogado nel 1538 dopo Andrea Gritti. Le circostanze storiche avevano portato Venezia a intavolare trattative di pace col Sultano. I Turchi vincitori volevano da Venezia: Malvasia, Napoli di Romania e il vassallaggio di Zante e Cipro, nonché un bel gruzzolo di soldi e pensioni … Venezia poi aveva anche la rogna “in casa” dall'avventuriero Strozzi, che minacciava di cedere Marano al Turco, per cui alla Serenissima toccò d'acquistarla in fretta e furia per denaro contante.

Ma veniamo al tradimento. La Serenissima in quell’occasione aveva di nuovo convocato a Palazzo Ducale il Nobilissimo AlviseBadoer, che era “il nome in auge”, cioè: quello che andava per la maggiore in quel momento.

Chi era ?

Un Veneziano Nobile, che piano piano era asceso e aveva fatto Pubblica Carrierainiziando dalla “gavetta più bassa”, cioè esercitando come Avvocato dei Prigionieri e Fiscale delle Corti di Palazzo. Poi s’era impratichito conoscendo le Leggi, e affinato in eloquenza e abilità tanto da venire considerato: "Prencipe degli Oratori Veneziani"… Niente male come biglietto da visita.

Infatti nel 1531 venne scelto come Avogadore da Comun Straordinario col compito di sindacare l'operato dei Capi dell'Esercito Veneziano.

Bruttissima gatta da pelare ! …  Invece: fu un successone per Badoer, che fece saltare diverse teste importanti, facendo condannare per malversazione e peculato alcuni Nobilhomeni autorevoli: Francesco Gritti Pagatore in Campo, Giovanni Vitturi Provveditore in Puglia, e primariamente: Polo Nani Provveditore Generale in Campo, che era soprattutto genero del Doge Agostino Barbarigo. Per lui Badoer propose addirittura la pena capitale.

Figurarsi a Venezia, e nel complicatissimo mondo dei Nobili Veneziani un gesto del genere !

Si ruppe di certo l’equilibrio della considerazione verso il Badoer, che nell’occasione non mancò di farsi tanti amici, ma anche tanti nemici. A Venezia, si sapeva: c’era l’abitudine di tacere e soprassedere su tante cose, rispettando certi Nomi importanti, e proteggendoli con una solida e ampia coperta di tacita omertà ... Poteva tornare utile in qualche successivo momento … e il gioco degli schieramenti, delle contrapposizioni, e delle connivenze e alleanze fra Clan continuava … Un po’ come oggi: no ?

Badoerinsomma si curò poco di quella “tradizione tutta Veneziana”, e provò a far carriera ed avanzare nella Pubblica Considerazione costasse quel che costasse ... Infatti la carriera non la fece per niente … Se ne rimase nell’ombra per diversi anni divenendo solo Correttore alle Leggi: un incarico di Palazzo secondario e di poco conto ...  Molti Veneziani non avevano gradito e tantomeno perdonato quel suo azzardo.

Rispuntò nel 1537, quando divenuto Senatore Ordinario, si mise in luce come fautore della Lega con Papa e Imperatore contro i Turchiche avevano attaccato e preso Corfù. L’urgenza del momento aveva forse e di nuovo spinto i Veneziani ad ammirare quell’uomo intraprendente, discorsiero e interventista.

La Nobiltà Venezianain quel frangente storico era divisa in due parti: quelli pro o contro “la distruzione dei Turchi”. Alcuni volevano la Pace col Turcoper non far manipolare e svenare le casse dello Stato, e per non assecondare gli appetiti dei Reali Europei. Era meglio se Venezia si fosse allargata a cercare fortuna e risorse in Terraferma. Altri, invece (la maggioranza del Collegio della Serenissima), timorosi di perdere una volta per tutte l’opportunità commerciale delle Vie Marittime e del Dominio da Mardella Serenissima, pensavano che fosse giunto il momento di dare un colpo di grazia alla tradizionale questione del “Turco” mai risolta… Ancora come oggi: secondo quel gruppo di Nobili bisognava fare la guerra ai Turchi … e una guerra grossa, che fosse decisiva.

Sempre guerrafondaia e truculenta questa Umanità che non impara mai dai suoi errori !

A farla breve … Il 13 settembre 1537 si decise in Senato con soli due voti di maggioranza, di aderire alla Lega contro il Turco.

Per Badoers’era presentata forse un’altra buona occasione per primeggiare … Infatti pochi giorni dopo venne eletto prima Savio di Terraferma, poi fu prescelto come Inviato Straordinario all’Imperatore Carlo V. Venezia sperava che l’Imperatore facesse la pace e s’intendesse col Re di Francia, in modo da procedere tutti insieme col Papa contro i Turchi.

La Francia, invece, faceva l’occhiolino alla Sublime Porta dei Turchitrovandosi in dissapori con l’Imperatore ... Quindi, come ben sapete: l’anno seguente si giunse a fondare la Lega contro il Turco senza di lei, cioè coinvolgendo Papato, Venezia, Impero e qualche altro.

Nel frattempo, diverse importanti fortezze della Dalmazia erano cadute in mano degli stessi Turchi ... Fu allora deliberato di nominare un Provveditore Generale in Dalmazia che andasse là a collaborare col Governatore Generale Camillo Orsini, soprattutto a difendere Zara: la più minacciata dai Turchi.

Chi venne scelto secondo voi ? … Alvise Badoer ovviamente, che si recò subito sul posto ad affiancare Orsini, col quale prese il Castello di Obrovazzo, e organizzò la difesa di Sebenico seguendo le indicazioni del Senato Veneziano.

Tornato poi a Venezia a inizio 1539, Badoer si presentò baldanzoso in Senato sostenendo che era necessario inviare subito l'Armata Veneziana fuori del Golfo(Mare Adriatico) per attaccare il Turco.  Venezia, invece, con le casse vuote e i commerci con l’Oriente interrotti, decise prima di temporeggiare inviando Badoer“a ispezionare genti, arme e fortezze di difesa della Terraferma”. Poi, cresciuta ulteriormente la sfiducia verso la Lega, Papa e Imperatore, decise “di pensar per se” cercando una più opportuna via di pace con i Turchi.

Badoer“obbediente” condivise quella scelta, e venne scelto allora come Ambasciatore da inviare a Costantinopoli per trattare con i Turchiin sostituzione dell'Ambasciatore Tommaso Contarini, che non era riuscito ad avviare i primi negoziati.

E fin qua la Storia è accaduta e corsa via come tutti sapete … Il Senato diede a Badoer precise indicazioni, cioè: “una Commissione”da interpretare e concretizzare contrattando con i Turchi. Lo autorizzò ad offrire loro una pensione annuale da 4.000-8.000 zecchini in cambio di Nauplia e Malvasia, da questi, invece reclamate. Se fosse stato il caso, Badoer avrebbe potuto anche concedere un’indennità di 300.000 ducati da pagare nel più lungo tempo possibile ... Poteva cedere al Turco anche le isole di Tine e Nasso; ma doveva insistere per la restituzione delle isole di Paro, Nanfio, Stampalia e Amorgo che erano già infeudate a Patrizi Veneti, nonché per l'isola di Scarpanto, che si era ribellata contro i Turchi sostenuta dal Governatore di Rodi. Badoerancora, avrebbe potuto far dei regali personali ai vari capi dei Turchi: da 30.000 e 50.000 ducati ciascuno, o cose del genere ... Il Senato gli chiedeva inoltre di ottenere la libertà di esportare frumento dai Porti dell'Impero Turco, perchè in quell’anno Venezia soffriva di carestia, ed aveva assoluto bisogno di rifornirsi.

Tutto chiaro … e Badoer partì immediatamente conin tasca quella specie di “lista della spesa” della Serenissima, cioè l’elenco dei possedimenti e delle Isole del Dominio e dell’Arcipelago Veneziano considerate sacrificabili in cambio della Pace, e i bonus in denaro da concedere allo storico “Nemico della Mezza Luna” Strada facendo poi, Badoer ricevette anche una nuova Commissione Segreta Integratoria, deliberata in fretta e furia il 15 genn. 1540 dal Consiglio dei Dieci e dalla Zonta Veneziana. Era autorizzato in caso estremo a cedere anche le città di Nauplia e Malvasia.

A metà aprile Badoergiunse a Costantinopoli dove iniziò subito i colloqui con i Turchi, andando però a sbattere contro il muro insormontabile della loro intransigenza. I Turchi a sorpresa: volevano tutto e di più da Venezia in cambio della Pace … Prendere o lasciare … Anche l’impossibile.

Sembrava stranamente che fossero preparati, pronti a rifiutare qualsiasi proposta.

Badoernon lo sapeva, ma i Turchi erano stati perfettamente informati fin nel dettaglio sulle intenzioni di Venezia. Quindi sapevano benissimo quanto avrebbero potuto pretendere da lei, fin dove tendere la mano, e dove invece: spremerla e umiliarla approfittando della sua arrendevolezza.

Badoer ignaro, iniziò con l’offrire ai Turchi 100.000 zecchini, che aumentò progressivamente fino a 350.000 ... I Turchi allora si consultarono fra loro, e tornarono chiedendogli una somma superiore, e soprattutto la cessione di Nauplia e Malvasia.

Badoer fu preso in contropiede … Non se l’aspettava: era la sua carta ultima da giocare, quella che avrebbe dovuto fare la differenza a favore di Venezia: l’offerta irresistibile … Invece quella carta s’era bruciata prima ancora di utilizzarla.

Come mai ? … Provò allora ad offrire, assecondato dall'Ambasciatore Francese: 300.000 ducati, più ulteriori 3.000 di pensione annuale al posto dell’Isola di Nauplia. I Turchi non accettarono … Doveva cedere subito Nauplia e Malvasia, oppure si sarebbero rotte le trattative. Badoer ci pensò due giorni, poi tornò ad offrire un’aumentata pensione in cambio delle città.

Niente da fare: Turchi irremovibili ! … Dovette quindi accettare le condizioni imposte: Venezia avrebbe ceduto Nauplia e Malvasia, le Isole dell'Egeoperse durante il conflitto, e pagato un’indennità di 300.000 ducati. Una condizione di Pace davvero pesante per Venezia: come da sconfitta.

Il Senato di Venezia a distanza di un mese: approvò … e si arrivò a firmare ufficialmente la Pace all’inizio di ottobre 1540, nonostante i Turchi avessero più volte provato a incrementare gli accordi a loro favore ... Del Dominio Veneto si salvò solo Parga e l'Isola di Tine, e solo e proprio per l'insistenza dello stesso Badoer durante i colloqui.

Tutti i Veneziani consideraronoquella Pace col Turco: “vergognosa e disonorevole”… Era come se Venezia avesse perso del tutto la Guerra.

Altro che sistemare il Turco una volta per tutte ! … Era stata, invece, Venezia ad essere sistemata e conciata male a sua volta.

L’Ambasciatore Badoer venne considerato capro espiatorio: ci rimise incarico e carriera divenendo impopolare, e andando in disgrazia a tutta la Nobiltà e a buona partedei Veneziani. L'opinione pubblica ignara del tradimento accaduto, lo considerò un inetto rimproverandogli d’aver ceduto con troppa facilità alle pretese del Turco.

Badoer non venne più rieletto in Senato … E quando tornò a Venezia a metà dell’anno seguente, dopo essere rimasto prudentemente a Costantinopoli, venne arrestato subito dopo aver fatto relazione al Senato, tirando fuori una vecchia accusa di malversazione fatta dai Sindaci in Dalmazia Francesco Pisani e Andrea Loredan, inerente al periodo in cui Badoer era stato Provveditore in Dalmazia… Venne poi assolto ovviamente.

Fu solo allora che Badoer, rompendo la tradizionale omertà di Palazzoe dei Nobili Veneziani, dichiarò apertamente che i Turchi erano già a conoscenza delle sue Commissioni Dogali prima ancora di presentarle ... I Turchi erano stati informati di sicuro da Agenti Francesi, che in qualche modo avevano avuto copia delle indicazioni che gli aveva dato lo Stato Veneziano. Venezia quindi aveva trattato col Turcoda una posizione di svantaggio, perché era stata tradita dai suoi stessi uomini: da qualcuno al suo interno.

La dichiarazione infuocata del Badoer provocò subito un immane polverone, e s’avviò un'inchiesta degli Inquisitori di Stato e del Consiglio dei Dieci decisi ad andare fino in fondo a quella faccenda. Si mise immediatamente a disposizione una taglia di 3.000 ducati per venirne a sapere di più: una bella sommetta che avrebbe potuto far gola a molti ... Che parlasse chi sapeva qualcosa!

Il tradimento quindi c’erastato …  passò poi alla Storia come il‘Tradimento dei Segretari’.

Infatti, la verità venne a galla in tutti i suoi dettagli … anche se ci vollero ben due anni prima che fosse ben chiaro tutto l’accaduto.

C’era stato di sicuro un tradimento a Palazzo Ducale di cui c’erano prove inconfutabili.

Che era accaduto ? … e soprattutto: chi erano i traditori ?

Come spesso capita nelle “storie”, ci sono quasi sempre Donne di mezzo … La moglie di Agostino Abondio era l’amante di Girolamo Martolosso, e fu proprio lui a denunciarlo e consegnarlo al Consiglio dei Dieci intascando i famosi 3.000 ducati della taglia messa sui nomi dei traditori.

Agostin Abbondio fu il principale accusato di quello storico caso di spionaggio Veneziano, nel quale vennero coinvolti più o meno direttamente diversi Patrizi Veneziani che contavano. Si trattava di buona parte del Partito FiloFrancese e AntiPapale e AntImperiale di Venezia: Ermolao Dolfin, Francesco Giustinian, Bernardo Cappello, Giorgio Querini, Marco Foscari, Francesco Valier, Federigo Grimaldi, Mafeo Lion, un Francesco Beltrame e uno dei più alti Magistrati della Repubblica: il Procuratore di San Marco Vincenzo Grimani, che però se ne uscì prosciolto.

In concreto: Agostin Abbondio era intermediario abituale dell’Ambasciatore Francese Guillaume Pellicier residente a Venezia, ed era stato corrotto a lungo con denaro insieme a Costantino e Nicolò Cavazza Segretari del Consiglio dei Dieci e del Senato. Tutti erano stati indotti a rivelare le deliberazioni segrete della Repubblica ... e l’avevano fatto più e più volte. Era Sjer Maffeo Liona ricevere per tutti dal Re di Francia Francesco I° una grossa somma mensile per informare l’Ambasciatore delle segrete decisioni della Repubblica.

Il compito dell’Ambasciatore Pellieier presente a Venezia fin dal 1539 era chiarissimo. Doveva ostacolare in ogni modo la politica di Carlo V in Italia, e indurre Venezia ad abbandonare la Lega col Papa e Imperatore riconciliandosi con la Porta Ottomana alleata della Francia, e magari anche allearsi con la Francia stessa.

Per ottenere i suoi propositi, Pellicier si serviva abitualmente di una diplomazia segreta, i cui agenti li reclutava dentro alla Nobiltà Veneziana, e perfino fra gli stessi alti funzionari delle Magistrature Venete. Era un gran furbastro quell’Ambasciatore Francese: una brutta gatta da pelare.

Ma la Serenissima non era affatto stupida, aveva orecchi lunghi e occhi ovunque, e non era affatto nuova ad organizzare apposite feste mettendo Segretari e Agentidietro a paraventi per ascoltare e trascrivere le conversazioni di Diplomatici, Ambasciatori, Nunzi Papali, Duchi o personaggi di passaggio a Venezia. Venezia sapeva bene chi era l’Ambasciatore Pellicier, e ne temeva giustamente l’abilità … Tanto è vero che fu proprio nel 1539, quando il Diplomatico Francese mise piede a Venezia, che s’istituì il Tribunale dei Tre Inquisitori di Statoproprio per combattere certe reti di spionaggio.

Pellicier comunque era riuscito lo stesso ad intessere abilmente le sue oscure quanto deleterie trame, e insieme all’Abbondio aveva coinvolto nell’attività di spionaggio soprattutto i due Segretari Cavazza: fonte diretta dal cuore governativo della Repubblica. Le informazioni che i due offrirono furono in grado di determinare e indirizzare le trattative fra la Porta e Venezia. L'Ambasciatore Francese, infatti, le trasmise direttamente a Costantinopoli nella disponibilità del Sultano Turco.

Chi erano i due Cavazza?  … Di sicuro due Veneziani all’apice di una splendida carriera … Eppure si vendettero ai Francesi tradendo la Patria.

Costantino e Nicolò Cavazza, Segretari del Consiglio dei Dieci e del Senato, appartenevano a una famiglia di Cittadini e Pubblici Notai Veneti, di Segretari di Stato, e Cancellieri Dogali fin dal 1300 … Solo tardivamente, ben dopo i fatti di cui parliamo: nel 1652, vennero aggregati insieme ai Lion fra i Nobili Venezianipagando il doppio di ducati. Racconta Pietro Gradenigo nel 1773 nei suoi Notatori: “Il Serenissimo Maggior Consiglio a 31. gennaro l’anno 1652., aggregò alla veneta nobiltà Girolamo Cavazza e li due suoi nipoti Giacomo e Antonio Leoni, Conti di Sanguinetto di Verona, con l’esborso di 200mille ducati, cioè 60mille in libero dono e 140mille nei depositi della Cecca.” … Fu così che i Cavazza poterono sposarsi con altri Nobili, si costruirono tramite Baldassarre Longhena il loro Nobile Palazzo “tutto marmi e di vaga architettura” affacciato sul Canal Grande vicino a Santa Lucia, e con Girolamo Cavazza diedero inizio alla costruzione della facciata degli Scalzi(1672-80).

Palazzo Cavazza Foscari Mocenigo dalle Zogie, cioè “delle Perle”a Rialto, ha la “Porta d’Acqua” sul Rio del Piombo che va poi nel Rio della Fava, sulla fondamenta al Ponte delle Paste di San Lio verso Campo Santa Marina.E’ un indice indiretto di chi sono stati i Cavazza, e di quanto contavanoa Venezia ... I Cavazza in ogni caso sono sempre stati un po’ “secondi” lungo la Storia Veneziana, non furono per secoli Nobili, ma non mancarono di certo di ambizioni e di arrivismo “da grandi”. Furono Piovani a Venezia, anche se di chiesette di Contrade piccole: quelle che contavano un po’ meno come San Boldo nel Sestiere di San Polo Un Leonardo e un FrancescoCavazza furono Parroci di San Zulian(1326-29) e San Cassian(c1365), oppure furono VicePiovani … Un Pre Giovanni Cavazzafondò però l’Ospizio dell’isola di San Cristoforo della Pace non lontana da Murano, ottenuta in concessione da Venezia nel 1367 … Un Bartolomeo Cavazza fu nel 1614 Guardian Grando della Scuola Granda della Misericordia.

Se guardiamo poi Villa Cavazza-Querini a Pasiano di Pordenone, distante una sola ora di viaggio da Venezia, avremo di certo un’idea precisa di chi sono stati, e di quanto possedevano i Cavazza… Quale sarà stato il motivo di fondo di quel gesto eclatante quanto vigliacco che fecero verso la Serenissima ?

I soldi di sicuro, ma non solo … Potrebbe anche essere stata la rivalsa del loro clan familiare verso la Serenissima, un rancore atavico per l’essere stati sempre “secondi”, esonerati e castrati dalla partecipazione ai massimi livelli del Paradiso del Poteree della Ricchezzadella Repubblica ? … Il tradimento fu un modo di rifarsi, una vendetta politica contro lo Stato Veneziano …  Oppure erano solo uomini piccoli, disposti a vendersi senza scrupoli, ieri come oggi, per qualche soldo in più ? … Furono forse ricattati per qualche storia ? Chissà ?  … Disposti a tutto per sanare qualche debito ?

Domande, domande … quasi tutte senza risposta probabilmente ... In ogni caso, non fu la stessa cosa che il Turco sapesse o no … Di certo ne rimise la Politica della Serenissima, e i Turchi con quelle informazioni trattarono con i Veneziani da una posizione di vantaggio.

Come si concluse tutto ? … Clamorosamente.

Dopo laboriose e prolungate valutazioni a Palazzo Ducale, i Procuratori Alessandro Contarini e Vincenzo Grimani col Capitan Grande e ben seicento Archibugieriandarono in giro per Venezia ad accalappiare ed arrestare i traditori ... Alcuni dei colpevoli erano già fuggiti da Venezia … E quando alcuni provarono ad andare ad asserragliarsi dentro alla casa dell’Ambasciatore Francese a San Moisè per approfittare dell’extraterritorialità e dell’immunità diplomatica, i Procuratori fecero venire gli Arsenalotti con i cannoni pronti a buttar giù l’intero palazzo. Tutti si arresero ovviamente, mentre l’Ambasciatore Pellicier venne richiamato subito a Parigi, e sostituito con Jean de Montluc. Dopo quei fatti, le relazioni tra Francesco I e Venezia rimasero per un bel po’ in conserva e a distanza.

Il 22 settembre 1542, infine, Giovan Francesco Valier, Agostin Abondio e Niccolò Cavazzasalirono sul patibolo allestito “tra le colonne” a San Marco, davanti all’Ambasciatore dei Gonzaga Benedetto Agnello. Vennero “impiccati come ribelli per ordine del Consiglio dei Dieci”, mentre Costantino Cavazza venne condannato all’esilio perpetuo, e di Giovan Francesco Valier venne cancellata ogni traccia per la “damnatio memorie” imposta a chi si macchiava di tradimento a Venezia. All’ex Savio di Terraferma Maffio Leonide Sier Lodovico Avogador di Comun fu tolta a lui e alla sua famiglia la possibilità di diventare Nobilifino alla quarta generazione, e gli si demolì la sua parte di Palazzo Lion in Contrada di San Giovanni Grisostomo. Degli altri processati e condannati: alcuni subirono la condanna al carcere, altri vennero banditi in esilio da Venezia, dalle sue Lagune e da tutto il suo Dogado … Con i Nobili … si fece quasi finta di niente … Erano Nobili no ?

E Bàdoer?

Alla luce del tradimento svelato, il suo operato venne considerato in maniera diversa … Non si ricredette però molto l’Opinione Pubblica Veneziana nei suoi riguardi: carriera stroncata ! ... Venne eletto Censore nel 1545: una carica più che altro onorifica, priva d'importanza ... Poi tra i Regolatori delle Leggi di Palazzo nel 1553 … Badoer preferì ritirarsi a vita privata, e morì il 7 gennaio dell’anno seguente.

 


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