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Buran 1620

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#unacuriositàvenezianapervolta 303

Buran 1620

Parole, insulti e non solo … fra un Avvocato e un Prete in isola. 

“Ròba da mattti !”(con 3 “t” alla Buranella)esclamò una in isola: “Quasi da no crèddighe.”

Erano più o meno gli anni della Peste: quella della Madonna della Salute a Venezia per intenderci … All’inizio autunno 1620. In verità in Isola preferivano rivolgersi ai Santi Patroni con Sant’Alban, anche se non trascuravano di certo la Madonna: la donnaditutteledonne per implorare intercezione e protezione da ogni male dell’Anima e del corpo.

Ma che storia era accaduta ?

Bah  ? … Una di quelle che nessuno vorrebbe mai sentire, perché era coinvolto quel genere di persone che dovrebbero essere sempre d’esempio un po’ per tutti. Un Avvocatoe un Prete, cioè quei personaggi tutti dediti alla Giustizia, all’Equità e all’Onestà … Quelli che dai Pulpiti e nei Tribunali sapevano sempre riempirsi la bocca di Diritto, Legge e Dottrina tanto da lasciarti là mezzo inebetito e senza parole ... Invece: si sa come sono sempre andata le storie del Mondo: non era proprio così, ieri come oggi ... Cioè quei personaggi spesso non corrispondevano con ciò che, invece pretendevano dal vivere di tutto … Ma si sa: la facciata umana alla fine di ogni bandolo di matassa Umana e Sociale è spesso mutevole e incongrua, oltre che incoerente e illusoria, e qualche volta anche ingannadora … Qualcuno da qualche parte ha detto e scritto: “L’Uomo è sempre un Lupo.”… ed effettivamente più che spesso capitava di vedere proprio così. Certi figuri quindi, erano figli del loro tempo nell’atteggiarsi e nel modo d’intendere la Vita, e se a Venezia non si scherzava in quanto a fatti, accadimenti, personaggi e modi, nelle Isole le cose non andavano molto diversamente: in Laguna spesso si scimmiottava in piccolo, quanto accadeva in grande nella Venezia Capitale Serenissima.

Veniamo però alla “storia”, che ritengo ancora una volta curiosa ... Dopo che un bel giorno Buranelli e Buranelle erano accorsi davanti alla Locanda a vedere una sera sia l’Avvocato che il Prete affrontarsi faccia a faccia aspramente come due Galli arruffati e arrabbiati, il secondo era del tutto scomparso dalla circolazione. Oh ! Quella sera se n’erano dette davvero di tutti i colori, e in tanti credevano che da lì a un attimo potesse spuntare fuori qualche coltello, e che uno dei due finisse in un mare di sangue a terra con la pancia infilzata, o con la gola aperta da parte a parte. Tutti i corpulenti Pescatori erano già pronti a saltare addosso ai due per dividerli, ma non ce ne fu affatto bisogno. Era stato come un immane temporalone estivo con lampi, tuoni e saette, che si era però risolto in sole due gocce di pioggia ... Poi sopra l’Isola era tornata a prevalere la solita calma notturna.

Qualche giorno dopo però, con gran stupore e accorrere di tutti, era giunta a Burano da Venezia una barca con i Zaffi dell’Inquisizione Veneziana: brutta faccenda per chiunque avessero cercato. Era sempre uno spettacolo per i Buranelli quando succedevano certe cose. Nessuno voleva perderselo, e tutti mollavano quanto stavano facendo, e accorrevano ad assieparsi in massa per vedere possibilmente in prima fila ciò che stava accadendo.

Che accadde allora ? … Che i Fanti del Santo Offizioandarono a prendersi proprio Don Zuanin, che caricarono in barca con i suoi stracci così com’era, e se lo portarono via sotto gli occhi stralunati e esterrefatti di tutti. Non si seppe più niente di lui: niente di niente … Scomparso ... L’intero palcoscenico dell’Isola rimase quindi nella disponibilità dell’altro: l’Avvocato.

Dopo una settimana, perfino il Barbiere Nicolò Minio, e la superpettegola Ada Boggiordinache normalmente sapevano sempre tutto di tutti, non avevano alcuna spiegazione e nuova da fornire … Perché ? Per come ? Dove ? Chissà ? … Boh !

Tutta Burano era come sospesa in aria in attesa, senza sapere il proseguo di quella che in realtà era una lunga storia che aveva coinvolto diversi, ed era saltata da molto fra le bocche di tutti in isola.

Devo dirvi allora un paio di paroline sui due “galletti”contendenti.

Il Prete era il Cappellano Don Zuanne, che tutti in isola ben conoscevano ...ed erano a conoscenza anche dei difficili rapporti che intercorrevano fra lui e l’Avvocato, che ultimamente li avevano portati più che spesso a liti furibonde fra loro. Strana la cosa, perché inizialmente i due andavano d’amore e d’accordo: l’Avvocato aveva lavorato parecchio con i Preti e per i Preti di Burano. C’era stata una lunga stagione “felice” in cui i due erano “compari di merende” insomma, tanto che oltre a mangiare e bere insieme, per divertirsi condividevano i segreti che i Buranelli e le Buranelle svelavano nell’atto segreto del Confessionale in chiesa.

Poi qualcosa s’era rotto e guastato, ed era nata invidia, astio e rivalità fra loro per questioni di donne soprattutto ... Sempre loro di mezzo !

Bastian De Carli, invece, era un uomo di Legge e Diritto: non un Avvocato, ma “l’Avvocato” dell’Isola. Si trattava di una persona rancorosa e irascibile, con un passato a dir poco delittuoso. Anni prima s’era preso a coltellate col padre in famiglia, e per difendersi gli aveva sparato lasciandolo morto sul pavimento … Bella famiglia … Scattati quindi i diritti e le diatribe per spartirsi l’eredità paterna, lo stesso uomo ubriaco fradicio finì nella cantina di casa dove uccise a bastonate il fratello minore Bortolo… e fanno due. Giusto l’anno prima dell’aspro contrasto con Prè Zanin poi, l’Avvocato Bastian s’era trovato a far bisboccia con gli amici al termine della vendemmia nella vicina isola di Sant’Erasmo. Altra grande mangiata e bevuta quella sera, ma al ritorno, mentre camminava ubriaco a fianco del compare Ruggero, l’aveva spinto inavvertitamente in un fosso pieno d’acqua. Fatalità … Nessuno dei due sapeva nuotare, nessuno sentì niente, e nessuno accorse in aiuto. Il compare-socio-amico morì annegato.

In tanti rimase qualche dubbio circa tutte quelle strane coincidenze … ma comunque i Morti da contare alla fine furono tre.

Può bastare ? … Anche no … Sempre in quello stesso anno l’Avvocato s’era recato nella bottega del Sarto Buranello Lorenzo con l’intenzione di farsi fare una bella camicia di lino color indaco. Aveva le idee ben chiare: voleva una camicia con le maniche larghe alla moda dei Nobili, e che fosse pronta per la Festa della Natività della Madonna di fine settembre ... e fin qua … Nella bottega del Sarto c’era però anche Don Vettore: vecchio Canonicomalandato di Torcello, che l’Avvocato iniziò a trattare “a mal parole”, criticando in particolare il modo pomposo, ricco e barocco dei Preti. Una parola tirò l’altra, e fra i due nacque un’accesa discussione, durante la quale Bastian, tanto per cambiare, perse la calma, prese una forbice dal tavolo, e infilzò il vecchio Monsignore a un braccio.

Per fortuna che intervenne prontamente il Sarto a separarli, così che il Canonico se la cavò con la semplice cucitura del braccio. Chissà che cosa sarebbe accaduto se i due fossero rimasti da soli ? Tutti in Isola avevano la stessa pronta risposta al riguardo.

Non male come biglietto da visita … mi pare. L’Avvocato insomma: era un tipastro armato ed elegante, un ricco prepotente maligno e violento, che si permetteva in Isola qualsiasi cosa forte anche delle sue conoscenze legali. Nessuno osava contrastarlo, memore anche della facilità del Bastian a lasciare Morti sulla sua scia.

Ecco quindi qual’era l’indole dei due “pollàstri” contendenti in Isola.

E veniamo ora al motivo del contendere fra Prete e Avvocato … A Burano viveva: Tomaèlla, una bella donna … una delle tante dell’isola, che fin da giovane era finita a “fare il mestiere” continuando a concedersi di qua e di là nonostante avesse sposato Battista Tagliapietra Pescaòr, che però se ne stava spesso “fòra casa de giorno e de notte” per via del mestiere ... A volte rimanevano anche un mese intero senza vedersi ... Una donna sola quindi, e con qualche “spìssa e grìngola par la testa”.

Tomaèllapoi non era nuova a frequentare l’ambiente dei Preti. Tutti sapevano che aveva frequentato e avuto una storia con Don Gottardo da Ceneda, e che poi da quello era passata a Don Zuanìn Capellàn de Buran: Prete chiacchierone, simpatico,“cassafàtti e fàsso tutto mi” (intrigante e tuttofare) che ben presto finì con l’ammaliarla più che mai corrisposto ... andava bene così. I guai iniziarono quando anche l’Avvocato adocchiò la donna iniziando a frequentarla … Don Zuanin da amico divenne avversario e rivale … Quindi nacquero dissapori, dispetti e gesti di un antagonismo senza fine fra Avvocato e Prete. La donna se ne stava in mezzo cavalcando furbescamente entrambe le opportunità: con la scusa di aver spesso il bisogno di confessarsi, andava più che spesso a prendere l’acqua al pozzo del Curato, e a cogliere le verdure nell’orto del Piovan. Facendo questo s’infilava poi in casa del Prete, e il gioco era fatto: se ne usciva spesso a notte tarda … Tutti in isola sapevano o immaginavano, come voi, che cosa accadeva lì dentro.

Con l’Avvocato era uguale: solo che lui era il sopravvenuto, “la nuova fiamma”, e quello più dotato e conveniente sotto ogni aspetto.

Insomma a un certo punto della “storia”, l’Avvocato decise di liberarsi del Prete per avere la donna tutta per se, e lo fece nel modo che gli era più congeniale: stilando una bella Denuncia al Tribunale dell’Inquisizione di Venezia guidato all’epoca da un Inquisitore risaputo: “integerrimo etremendo … Ecclesiastico equilibrato e di buon senso, avvezzo ad andarci piano con i Nobili, ma non senza tanti scrupoli nel grimpare e incastrare Frati, Preti, Monache e Confratelli inosservanti e trasgressori.”

Come avete inteso, sia Avvocato che Prete non scherzavano affatto: incuranti di ogni Regola si davano impuniti alla così detta“bella vita”… L’epoca era quella, e quindi Avvocatura e Clero in Isola si permettevano di tutto e di più in barba a ciò che assiduamente pretendevano dagli altri sia dal Pulpito, che nelle aule dei Tribunali. Le donne poi facevano la loro parte … Non tutte ovviamente … Nel cesto variopinto e variegato di ogni stagione e occasione storica, c’era sempre un po’ di tutto: “… e c’erano quelle e quelli a modo, e quelle e quelli che s’azzardavano e proponevano o per necessità, per vizio, o per smania corporale”… e quindi nell’isoletta in fondo alla Laguna nasceva quel che nasceva.

Tornando ai fatti … L’Avvocato Bastian non seppe trattenersi: accusò Prete Zuanin di tutto e di più, anche delle peggiori cose che potevano essere imputabili a un Prete. Lo definì come ubriacone che andava n giro per le Osterie dell’Isola screditando Religione, Chiesa e Fede dicendo: “Fiòi: magnèmo, bevèmo e cjavèmo in Grazia de Dio” ... C’era il Fabbro dell’Isola che era disposto a testimoniare d’averlo sentito dire così … Un atteggiamento a dir poco scandaloso per un Prete. E quindi Prè Zuanin era anche un Eretico, abituato per di più anche a Peccato Carnale e Adulterio con certe Buranelle, e soprattutto a prolungata “Sollecitatio a cose turpi e disoneste in Confessionale” dove sollecitava le poverette che gli capitavano a tiro in cerca di Penitenza. Non erano state poche le donne perseguitate da quel Prete: Angiolella, Pasqualina, Santina detta Samaritana figlia di Alessia, Comella, e ovviamente “la sua”Tomaèlla.

Figuratevi la reazione del Santo Offizio di Venezia: quello era pane giusto per i denti aguzzi dell’Inquisitore … Perciò vennero subito mandati a Burano gli Zaffi, che prelevarono il Prete portandolo in carcere a Venezia per poi mandarlo a processo.

L’Avvocato Bastian gongolava: poteva considerarsi soddisfatto. Aveva colto nel segno con la sua trovata, e adesso Tomaèlla sarebbe stata tutta sua e di nessun altro ... Farabutto fino in fondo.

All’inizio di ottobre iniziarono a sfilare a Venezia i testimoni indicati dall’Avvocato, e convocati davanti al Giudice dell’Inquisizione. Si presentarono Francesco il Fràvo (Fabbro) dell’Isola, che ne sapeva sempre una più del Diavolo, e la Buranella Anzolèlla: donna non più giovanissima, “mugièr de un Pescaòr”, abituata ad andarsi a confessare un paio di volte l’anno proprio da Prè Zuanin. La donnetta raccontò disinvolta d’aver ricevuto esplicite proposte sessuali dal Prete insieme alla promessa di offrile anche 40 ducati contanti. Le aveva detto anche, che se lei avesse accettato le sue profferte, per lei avrebbe smesso di frequentare Donna Paolina:“conosciutissima donna di facili costumi dell’Isola” ... Anzolella continuò a dire d’essere fuggita via inorridita per l’atteggiamento così provocatorio, lascivo e volgare di Prete Zuanìn(Giovannino), ma che era risentita soprattutto perché aveva scoperto che lo stesso Prete aveva raccontato in giro al Piovan,all’Avvocato, e ad altri della Contrada quanto lei gli aveva rivelato nel Confessionale ... Perfino le donne al pozzo, a bottega, in pescharia, al forno o alla fontana sapevano i fatti suoi: quelli più privati e intimi … Quel Prete era una vera e propria disgrazia !

Tomaèlla poi, ormai amante stabile e in esclusiva dell’Avvocato Bastian, non si trattenne dal raccontare all’Inquisitore di come Prete Zuanin l’aveva sedotta con insistenza durante le confessioni dell’Anno Giubilare 1617. Le aveva offerto anche denaro, bussolài, confetti, carne, e soprattutto: assoluzione e possibilità di presentarsi in chiesa a ricevere i Sacramenti riabilitandola agli occhi di tutti quelli dell’Isola ... Non era poco per una come lei … Poi era vero: si … Avevano peccato e “avuto commercio carnale” insieme, e lei s’era rivolta a un altro Confessore … Maledetto Don Zuanìn: aveva squacquerato in giro per l’Isola i nomi di tutti i suoi amanti procurandole non pochi grattacapi e problemi.

Donna Comella infine confermò davanti all’Inquisitore di come il Prete l’aveva insidiata invitandola nel suo orto, dove l’aveva toccata e corteggiata “oltre misura”, e non contento: aveva messo in giro gli affari suoi, e i suoi segreti amoreggiamenti in Isola.

Prete Zuanin non aveva scampo: era incastrato, inchiodato al muro da tutte quelle dichiarazioni ... L’Avvocatoaveva tessuto e calato la sua rete in maniera efficacissima, e il Prete c’era caduto dentro alla perfezione: proprio come intendeva e voleva lui.

L’InquisitoreVinuccio non era però uno sprovveduto: capì benissimo le macchinazioni allestite dall’Avvocato, così come andò a sindacare fino in fondo le presunte “verità”raccontate dai testimoni. Voleva sapere se quelle cose erano state davvero pubblicamente proferite dal Prete, o se qualcuno per qualche motivo gliele aveva messe in bocca … Alcuni testimoni s’erano palesemente contraddetti davanti a lui durante l’udienza processuale … Quel Prete comunque era colpevole perché aveva violato il Segreto Confessionale, e perché aveva insidiato impunemente le Buranelle nella loro chiesa oltre che a casa sua.

All’inizio di novembre venne fatto comparire in giudizio lo stesso Prete Zuanechiuso ormai da 40 giorni nelle spartane celle dell’Inquisizione di Palazzo Ducale. S’era schiarito a sufficienza le idee per deporre sui fatti ? … O sarebbe stato necessario “dargli un bel tratto di corda”(torturarlo) per rinfrescargli la memoria ?”

L’Avvocato intanto, pago del successo ottenuto, se la godeva, contento d’essersi liberato del fastidioso concorrente: “Adesso che Tomasina era tutta sua, che osasse qualcuno in Isola a dire qualcosa contro di lei e lui ! … Avrebbero dovuto vedersela con lui ... E ben si sapeva di che cosa era capace se fosse stato bisogno.”

Prete Zuanin, invece, chiuso “in gabbiotto”,provò da parte sua a difendersi negando ogni addebito, e affermando che ciò che si diceva di lui erano solo infamanti calunnie. Riferì all’Inquisitore che l’Avvocatocon diversi altri “avevano congiurato cose falsecontro di lui”, e che lui non era uno che svelava i segreti del Confessionale, ma cercava solo di dare alle donne una “figliolanza e un conforto spirituale”... Aggiunse ancora che era stata Donna Tomasina a presentarsi suadente a casa sua offrendogli il pesce pescato dal marito: cosa che lui aveva rifiutato. Quella donna era una serpe pericolosa, che già in precedenza prima di lui, aveva inguaiato Prete Gottardo, che poi era finito male.

Prete Zuanin si chiamò un Avvocato a difesa: Pietro Abbetino, e con lui racimolò diversi Buranelli e Buranelle pronti a testimoniare a suo favore. Questi andarono a trovarlo in carcere, e soprattutto si presentarono nel Tribunale dell’Inquisizionea Venezia “a parlar bene di Prè Zuanin” ... anche giurando il falso se fosse stato il caso. Fra i testimoni a favore di Prè Zuaninc’erano: la Perpetua di Don Zuane con Donna Maddalena, Donna Pierina(risaputa ex amante del Prete), Donna Marina la Massèra(serva di casa) e Cuoca di Don Zuanin, e Donna Paulina. C’erano ancora: uno degli Speziali dell’Isola, il Sacrestano, diversi Pescatori, un mercante da vino, e gli stessi Barbieree Fabbro dell’Isola, che avevano cambiato versione e idea circa Prè Zuanin ... Una bella truppa insomma, che incominciò col dire che tutte quelle donne corse a testimoniare contro Prè Zuanin: non erano affatto attendibili, soprattutto per la loro scadente reputazione ... Anzolella, ad esempio: “pur essendo sposata, era una puttana che aveva intrallazzato non poco con Prè Francesco dal quale aveva avuto alcuni figli, che lui stesso manteneva”… Per quel fatto il Prete era stato anche sospeso “a Divinis” per un anno. Che credibilità poteva avere una donna del genere ? … e anche Comellaera una donna uguale: aveva figli e figlie, che non si sapeva neanche di chi fossero, e poi era una Incofessa, che non andava mai in chiesa. Che ne sapeva lei dei Preti ? Forse conosceva solo il colore dei soldi dell’Avvocato Bastian.

Tomaèlla poi ? … era l’amante dell’Avvocato Bastian, e il marito tradito l’aveva presa più volte a bastonate … Era forse attendibile una donna del genere nelle sue dichiarazioni contro Prè Zuanin ? … Erano tutte una squadra di donnacce.

Accadde poi un fatto a sorpresa … A fine febbraio-inizio marzo 1621: arrivò al Santo Uffizio di Venezia un’altra lettera contro Prè Zuanin che chiedeva di punirlo in maniera esemplare. Insieme alla lettera, era arrivato anche il fascicolo dei documenti della Curia Vescovile di Trevisoche raccontavano un’altra “storia” che riguardava Prè Zuanin. Quand’era stato in precedenza Curato a Negrisia di Ponte di Piave, il Prete aveva avuto atteggiamenti e gesti, comportamentali e parole davvero riprovevoli. In paese aveva trescato con diverse donne: conArmellina e Domenica soprattutto, dalla quale aveva avuto anche un figlio che lui stesso aveva battezzato: uno scandalo immane ... Per quei fatti Prè Zuanin era stato condannato dal Vescovo di Treviso nel 1607, prima di recarsi a fare il Prete nel nascondimento di Burano … Altro che Santuomo di Prete ! … Prè Zuanin era un recidivo: “un uomo in preda al Male”.

Come andò a finire la “storia” ?

Il primo aprile 1621, il Santo Uffitio dell’Inquisizione Veneziana si riunì ufficialmente e solennemente nell’austera chiesetta di San Teodorodietro al chiesone di Piazza San Marco. Presiedeva la temibilissima assembly: l’InquisitoreGiovanni Domenico Vinuccio da Ravenna, e c’erano assisi accanto il Patriarca Giovanni Tiepolo, il Nunzio Apostolico Sigismondo Donato, e i Tre Savi Sopra l’Eresia della Serenissima: iNobilissimi Agostino Nani, Michele Priuli e Vitale Lando. Venne quindi emessa la Sentenza sul caso di Prè Zuanne da Burano ritenuto: colpevole … Don Zuanìn, che si trovava nelle buie, tristi e umide Prigioni di Palazzo Ducale ormai da sette mesi, venne condannato ad ulteriori quattro mesi di carcere duro, alla privazione perpetua del ruolo di Confessore, alla Pubblica Abiura del suo “status ereticale”, e alla recita quotidiana dell’Officio dei Morti… Tutto compreso: gli era andata più che bene.

E l’Avvocato De Carli di Burano ? Che fine avrà fatto  ?

Chi lo sa ? … Probabilmente rimase in Isola a vivere e spadroneggiare come il solito incontrastato nel suo personale “pollaio”… godendosi probabilmente “le sue” creature in santa pace, mentre la Storia di tutto e tutti continuò normalmente a scorrere e girare.


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