# unacuriositàvenezianapervolta 351
Venezia è stanca ... ma dorme con un
occhio aperto ... enon
solo lei
Bellissima Donna Venezia … Le rughe da tempo ormai le hanno
segnato il volto, si tinge ogni tanto i capelli, che sempre di più rimangono
nella spazzola … Ogni tanto passa anche dall’estetista, si controlla gli
impianti in bocca, le unghie dei piedi … Già che c’è va anche a farsi il
pap-test, e tutta la serie dei controlli periodici … In Farmacia ogni giorno si
fa misurare la pressione, e quel fastidio al torace valutato dal Cardiologo è
sempre pungente, così come il respiro, che si fa affannoso ogni volta che sale
le scale con le sporte della spesa … e quando c’è umido, nebbia o troppo caldo.
Va proprio in affanno quando c’è troppa gente in giro, cioè sempre … Ed è
sempre affaticata, sente le gambe pesanti, le gira la testa qualche volta. E’
stanca di tutto e di tutti: di quanto succede, di come vanno le cose, di quelli
che partono e arrivano … Ed è anche mesta qualche volta, perché non ci sono più
quelli di ieri: quelli a bottega da basso ogni giorno, quando passava in
rassegna le bottegucce sotto casa per far la spesa di tutti i giorni … Lattaio,
Fornèr, Biavaròl, Fruttivendolo e Pescheria … e c’era il Fiorista due volte la
settimana in Campo, il Barbiere sempre pronto a far due chiacchiere sulla porta
della bottega, e il Merciaio dei bottoni e delle stringhe perché le cerniere
ancora non c’erano … E c’erano tutti gli altri seduti fuori in Corte, e quelli che
andavano e venivano dall’Osteria sotto al portico … Un Foresto era una novità:
lo individuavi subito se passava in Contrada varcando gli invisibili confini
del ponte o della calle ... E poi c’era la campana che scandiva le ore del
giorno, e la Vita di chi nasceva, moriva o si sposava … Quante feste … e quanti
Funerali … Quante volte avanti e indietro con una scusa o con un’altra in
quella benedetta “chiesa delle Sette Madonne” … Quando i bimbi erano piccoli:
perché erano da “batizzo, da comunion e da cresema”, e dopo perché erano grandi
“da nòzze o da batizzo a loro volta” … e poi i Nonni, gli zii e gli amici
portati via uno dopo l’altro come a snoccioloare i grani di un vecchio Rosario,
o a strappare uno dopo l’altro i fogli di un altrettanto vecchio calendario
lungo una vita intera ... Insomma: quella campana era come il battito del
cuore, che scandisce in ogni momento tutta l’esistenza … ben o mal …
Guardo di qua e di là stando sulla porta di casa … Non c’è
quasi nessuno in giro a certe ore. Un tempo questi angoli di Venezia
trasudavano di vita e di persone … C’era il Mondo dappertutto … Adesso sul
bordo della riva le Pantegane continuano a scappare sordide e irsute, oppure
corrono lungo i bordi delle case. Non sanno che non ci sono più i Gatti “paròni
de Venessia”, con le loro "mamme" gattare che vivevano con loro e per
loro … Non c’è più nessuno che insidia i topi: eppure continuano a scappare, ce
l’hanno dentro la necessità di fuggire … come noi a volte.
Anche sulle rive di quelle che sono state le Contrade
Veneziane bagnate da millenni dall’acqua che: “sie ore a crèsse, e sia ora a
càla” non attracca quasi più nessuno ... Gli anelli sono rimasti là
rugginosi e mangiati dalla salsedine e dall'acqua ... Le scalinate, i
gradini sono immersi, affogati nell'acqua, e ricoperti da lunghe barbe verdi
scivolose e grondanti … Non sono saliti e discesi più da nessuno ... Non ci
sono più i Fornai che si rifornivano di farina, nè scendono e salgono più
i barcaroli, i facchini e i manovali stanchi pieni di ceste, casse, remi, reti, pesce e tutto il resto ... Oggi
ci sono solo i posti barca delle “barche della domenica”, o di chi le tiene là
solo per averle ... come hai il cane e la televisione in casa, e tutto il resto
... Ste rive xè vode come ste case morte.
Perfino la Luna in alto sembra più sbiadita e stanca, e più
lontana ed alta del solito sopra la Laguna: “Questo condominio sta quasi
diventando un cimitero: una disperaziòn ... Qui c’erano quattro famiglie su
ognuno dei quattro pianerottoli ... Ora siamo tre in tutto. C'erano tutti una
volta: vecchi pensionati, vedove con i figli scapoli non maritati in
casa, e famiglie piene di bimbi piccoli: uno, due tre quattro
per ciascuna … e c’erano anche altre famiglie senza figli … e senza età, e
ognuno era pieno di storie da condividere e raccontare … e da vivere … Qui
stava anche quello che entrava e usciva di prigione ... Anzi: qui ne ha abitato
più di uno, compreso quello che tutti ritenevano un piccolo bos di questo
quartiere … Quanta vita che c’era qua ... e quante discussioni, chiacchiere e
pettegolezzi: un alveare umano sempre in moto ad ogni ora del giorno e della
notte.
Adesso sulle scale di casa c’è quasi sempre silenzio …
Incontro ogni tanto lo studentello che neanche mi saluta se ha le balle giràte,
o che mi fa mille moine se ha bisogno di qualcosa … Ogni tanto fa bàgolo fino a
notte fonda con altri come lui: sembra un Carneval vanesio e fuori stagiòn che
dura solo poche ore … Non gliene frega niente se sono stanca, se non sto bene,
e se vorrei starmene quieta a pisolare.
L’altro giorno ho aperto la porta per andare in strada con
l’ombrella in mano a far quele do spese ... Mi sono trovata di fronte due mai
visti col telefonino in mano e la valigia con le ruote: “Siamo qua.” mi hanno
detto in Inglese … Non gho capìo un’ostia ovviamente … Gho dovuo ciamàr in
fretta e furia me nèssa (nipote) al telefono: ghe a gho passàda par capir che
cosa che i voleva.
Alla fine se semo capii … Gho dovùo spiegàrghe “a motti e
atti”, che non gèra casa mia quella che doveva ospitarli, ma la casa di fronte:
dove hanno appena aperto un altro “Bed” nuovo di zecca … Un “Bed” ? … Beh:
insomma … Xè restà tutto come prima: co i mobili e le stràsse della Giovannina
che xè morta l’anno scorso … Solo che non abita più la Giovanna: ma xè tutto
uguale a prima ... Anca el gabinetto. So nevòdi che sta a Noàl, gha deciso che
a casa de a Giovannina xè: un “Bed” … e va ben … o anca no.
Sti turisti viene dall’altra parte del Mondo, ma no i capisse
un’ostrega de Venessia, de come che a funziona … I se perde … Come se i gavèsse
anca lori più de ottant’anni.
Xè davvero cambià el Mondo … Lo so: sèmo vèci, e a volte in
tòcchi … Sopeghèmo su e zò par i ponti … E no gavèmo quasi più pazienza co
nissun … Semo rassegnài a sta Venessia sofisticàda e savariàda: in man de quei
pochi, che se sgiònfa el portafoglio, ma senza voler ben a questa Città che i
considera come un sogàttolo (giocattolo) de lusso … Quei che comanda ? E dove
sèlli ? … I ghe tien solo al caregòn, e a farse sempre più grossi e grassi … No
ghe interèssa niente de i Venessiani, anche se i se impenisse a bocca de
Venessia e de i so problemi … Venessia sembra che sia sempre tutto: un Mondo de
ròbe: el Cinema, e Mostre, a Biennale, el Carneval, e Regàte, a Sensa, a
Vogalonga, a Su e zò par i Ponti e tutto el resto … A sembra una trottola a
volte, o insemenia: persa come i turisti, o come quei che va correndo de notte
in cerca del tesoro co a carta in man e a luce in fronte … Venessia xè un
ziògo: un zogàttolo … una barchetta de oro par qualchedun, da far dondolàr su e
zò col ziògo del Mòse.
Vènessia xè deventàda “come una fiòla da Comunion” co tanti
sàntoli, ma senza bussolài ... Troppa zènte gha un bràsso longo e uno curto … I
gha i grànsi in scarsèlla … I vol portàrse tutto in tomba.
Basta … so stanca de discutèr e pensàr: gho sonno … Vago a
fàrme un pisolo: cusì no penso e no vedo, e no stàgo mal … No me rattristo par
sta Venessia in zavàtte co i pie gonfi … Nà vècia: come so mi … Non rincojonia
del tutto par fortuna … ma quasi.
Discorsi da vècia imbalsamàda ? … Si … forse … Bisogna però
aver rispetto dei vèci: capirli e no strapassarli … Parchè forse nissun de oggi
sarà capace de far una Venessia bella quanto a xè stàda ieri … Bonanotte allora
… o Bongiorno: parchè a volte sembra che sia scomparse anche e ore, e no ghe
sia più neanche giorno e notte, né anni, né feste, né scadenze … né niente …
Bon prò ve fassa allora … Fassè bon viàzzo … No ste andar a remèngo del tutto …
Ve strùco e ve bàso … anche se no ve conòsso … Con un fià de timidessa e
riguardo, ma lo fasso lo stesso: parchè so fatta cusì … Notte notte Venessia ...
Continua però a dormire co un òccio (occhio) solo: come ti gha sempre fatto …
Ti sarà sempre un Leòn cara Venèssia … anche se vècio e sbarossà … ma pur
sempre un Leòn: che rugisse e sa sbranàr.