“Una curiosità veneziana per volta.” – n° 85.
“SO ANDA’ A BURAN E …”
(Giacomo Guardi - "Sant'Alvise verso la Laguna")
“Giorni fa, tornado dalla Contrada di Sant'Alvise, andavo in giro per Venezia per gli affari miei come altre volte, e ho incontrato verso Campo Sant’Aponal Giacometto Guardi.”
(Giacomo Guardi - Campo Sant'Aponal")
“Giacomo chi ?”
“Giacometto … il figlio di Francesco … il pittore che ha dipinto tutta Venezia dritta e rovescia girandola come un calzetto ! … Non lo conosci ? … Niente … Va bene non importa.”
“E allora ?”
“Insomma mi ha preso per un braccio, e mi ha detto: “Vieni ! Andiamo dentro a questa bèttola a mangiare un folpetto e bere un’ombra che ti racconto …” … e siamo entrati dentro a un bel bàccaro andando a Rialto.”
“E dopo ?”
“Mi ha detto: “L’altro giorno ero stufo di stare immerso dentro al caldo afoso di Venezia, e ho deciso di uscirne fuori andando in laguna aperta … e allora so andà a Buran ! … Ecco qua le fotografie !”
“Ma Giacometto ?” gli ho risposto subito, “la macchina fotografica la deve ancora essere inventata … Siamo ancora nel 1700, abbi pazienza …”
“E va beh ! … Fa lo stesso … Comunque: ecco qua !” e così dicendo mi ha buttato davanti al “Gòtto” sopra al tavolo sgangherato e unto un pacco di fogli, schizzi, disegni che parevano per davvero future fotografie.”
“Che meraviglia Giacometto ! … Che gran vedute ! … E come è andata ?”
(Giacomo Guardi - "Campo San Cancian.")
“Non essendo ancora stata inventata l’ACTV … So andà nel Statio delle gondole per le Isole di San Canziàn … quello aderente alla chiesa e sotto al portico, e ho chiesto: “Quanto per portarme a Buran ?” … Il gondoliere-barcarolo mi ha risposto: “Sono trenta bezzi … ma se mi offri un cartoccio de pezze fritto a Buran e un’ombra de bianco a mezzogiorno, ti faccio fare tutto il giro della laguna fino a stassera.”
“Ostrega ! … Che occasion !”
(Giacomo Guardi - "Isola di San Cristoforo di Murano.")
“Infatti ... “Affare fatto !” gli ho detto … e siamo partiti immediatamente … Passati accanto alle due isolette di San Michele e di San Cristoforo, abbiamo superato anche San Mattio de Murano senza fermarse.”
(Giacomo Guardi - "San Mattio di Murano.")
“Siete andati di premura !”
“Proprio così … Spingendo sui remi con muscoli grossi così, abbiamo raggiunto presto la cavana di San Giacomo in Paludo … E lì: giù ! … Un primo sorso de vinello fresco per darsi forza … lui di vogare … e io di disegnare … E poi avanti.”
(Giacomo Guardi - "Isola di San Giacomo in Paludo.")
“E dopo: Madonna del Monte, Mazzorbo, Torcello vero ?”
“Sì … Sì … Siamo passati davanti a Santa Caterina de Mazzorbo, perché il Canale Novo devono ancora pensarlo e tagliarlo, e siamo finiti in secca proprio davanti a San Mattio de Mazzorbo: un’ora con le gambe in acqua per venirne fuori.”
(Giacomo Guardi - "San Maffio di Mazzorbo.")
“Già pieni di vino ?”
(Giacomo Guardi - "San Tommaso dei Borgognoni di Torcello.")
“Macchè … solo distrazione, ma ne siamo usciti presto tutto compreso … In giro neanche “Un’anima viva” ! … Allora abbiamo lasciato in lontananza a sinistra San Tommaso di Torcello, e siamo passati proprio davanti al Monastero delle Monache di San Mauro o Moro di Burano, e senza fermarsi siamo andati oltre seguendo il Rio di San Martin fino ad arrivare quasi in centro al paesello.”
(Giacomo Guardi - "San Mauro o San Moro di Burano.")
“Lì, poco distante da San Martin, è accaduto di tutto … Dei pescatori ubriachi sono usciti fuori cantando da un’osteria, e fatalità si sono trovati di fronte a due barche Ciosotte e Muranesi che ostruivano il canale … Fumo negli occhi e subito parole e botte da orbi … man sul muso, e remi che andava e veniva alzati in aria …”
(Giacomo Guardi - "San Martino di Burano.")
“Mi vago a magnàr ! … Dopo tu paghi !” mi ha detto il barcarolo che ha legato la barca alla riva ed è subito scomparso … e mi sono trovato solo, anzi, in mezzo a tantissima gente speciale, e fra le case colorate che mi pareva una festa … Mentre mi guardavo intorno, mi sono sentito tirare la giacca da una parte, e mi si è presentato accanto un bimbetto rosso e rissetto ... “Questo vuole soldi !” ho subito pensato. E invece no … Voleva solo mostrarmi entusiasta tutte le bellezze della sua isoletta.
(Giacomo Guardi - "San Vito e Modesto di Burano.")
Tirandome “come un becco” e senza lasciarmi prendere fiato, mi ha trascinato a vedere a sinistra di San Martin già col campanile storto, la chiesetta ancora delle Muneghe Benedettine di San Cornelio e Cipriano, verso la Vigna (dove verrà costruito in futuro il Cinema dei Preti) … E non stanco ancora, mi ha tirato dalla parte opposta costeggiando i rii e la piazzetta portandomi prima a visitare la chiesa sempre delle Monache Benedettine di San Vito e Modesto poi dopo il ponte, quella di Santa Maria delle Grazie delle Suore Cappuccine … Voleva portarme anche a vedere la chieserella de San Rocco … ma non c’era tempo.
(Giacomo Guardi - "Santa Maria delle Grazie delle Cappuccine di Burano.")
Fra ciacole e baruffe di donne ispiritate, e una vecchia che a tutti i costi voleva vendermi a peso d’oro i suoi merletti … fra quelli, invece, che volevano offrirmi da mangiare pesce fresco e regarlarme i “bussolai” … son quasi dovuto scappare via perché dalla Montagna stava calando e rotolando giù per il cielo una nuvolaglia nerissima che chiamava tempesta.
Ho raggiunto di nuovo e di corsa la barca dove c’era il barcarolo che dormiva disteso a prua … e mollato in fretta la corda, dopo aver infilato la testa in acqua per svegliarse dalla sbronza, ha ripreso col mal di testa a remare con una certa lena.
(Giacomo Guardi - "Isola di San Francesco del Deserto.")
Spingendo sui remi, mi ha fatto scendere solo per un attimo a salutare i Frati eremiti di San Francesco del Deserto … e con una premura boja perché il temporale ci stava “alle calcagna”, siamo passati davanti a Sant’Erasmo mentre dal cielo pareva che venisse giù “il finimondo”… e invece, niente: “tanto fumo e poco arrosto” … ha fatto solo due gocce.
(Giacomo Guardi - "Isola di Sant'Erasmo.")
Siccome però si andava a sera, il barcarolo diventato stanco e quasi muto, mi ha portato quasi volando a Venezia passando davanti a Sant’Andrea della Certosa e fino in Piazza San Marco dove el me gha molà in terra sul Molo come una carogna. “Son quaranta bezzi !” mi ha detto.”
(Giacomo Guardi - "Isola di Sant'Andrea della Certosa.")
“Ma non avevamo pattuito trenta ?”
(Giacomo Guardi - "La Riva degli Schiavoni verso Piazza San Marco.")
“Si … ma con questo caldo, e tutta la corsa che mi hai fatto fare per scappare dalla bufera … Sono diventati quaranta … Anche perché ti sei dimenticato di passare a pagare il Frittolìn di Burano … che è rimasto “sul gòmio” a me.” … Cosa te pàr ?”
“Un gran bel giro Giacometto !”
“Una meraviglia ! … Come andare in Terrasanta … Peccato che come un sogno mi sono risvegliato presto … e mi ritrovo di nuovo a calcare le pietre della nostra Venezia.”
“Mi hai fatto venir voglia di andarci … Stavolta tocca a me …” gli ho risposto uscendo a Rialto nel sole del mezzogiorno mentre i gabbiani urlavano in alto sembrando entusiasti di quella mia nuova proposta ... tanto che hanno esternato commossi imbrattandomi tutta la veste nuova … Maledetti cocài ! … Un giorno o l’altro …”
(Giacomo Guardi - "Campo San Cassian.")
E me ne sono andato per San Cassian, per San Boldo e Santa Maria Materdomini ... e più tardi fino a Santa Maria Maggior..."
(Giacomo Guardi - "Fondamenta Santa Maria Maggiore".)