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“UN FRATE ESORCISTA SPAVENTATO E INSEGUITO DAL DEMONIO … AI FRARI DI VENEZIA FRA 1500 E 1600.”

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“Una curiosità veneziana per volta.” – n° 138.

“UN FRATE ESORCISTA SPAVENTATO E INSEGUITO DAL DEMONIO … AI FRARI DI VENEZIA FRA 1500 E 1600.”

A cavallo fra 1500 e 1600 a Venezia erano tre i rimedi per ogni forma di malattia e per ogni problema sociale: gli Speziali e i Medici, i Frati e i Preti, e gli Strigòni e le Strighe. Per i Veneziani erano tre rimedi intercambiabili, e se non funzionava uno capitava più che spesso che si passasse con disinvoltura dall’uno all’altro e viceversa ... senza particolari priorità.
In ogni caso serviva pagare … e non era detto che nessuno dei tre“risolutori” sapessero giungere per davvero a una soluzione dei problemi in cui s’era incappati, o alla guarigione da ciò da cui si era afflitti. Fra i tre però c’era di solito “una comune preferenza”.

Come sapete bene, in quei secoli la fiducia dei Veneziani nell’efficacia della Religione e sull’utilità di seguirne consigli, precetti e rimedi era altissima per non dire quasi totale. E non era un fatto Veneziano, perché era un “sentire comune” diffuso e consolidato che pervadeva tutta l’Europa Cristiana e anche molto oltre.
Perfino il potente Stato Serenissimo non sapendo più dove andare a battere la testa s’era rivolto in più di un’occasione direttamente alla Beata Madre Madonna e all’Onnipotente Padre Celeste per provare a venirne fuori in qualche modo dalla Peste oltre che dalle Guerre, dalla carestia, e da altro ancora … Basti pensare ai solenni voti del Redentoree della Madonna della Salute che continuiamo a celebrare ancora oggi seppure a modo nostro … In quei tempi funzionava così, si facevano scelte socio-politiche del genere, e pareva che in quella maniera tutto si risolvesse per davvero: era miracolo, ed è stata Storia di Venezia anche questa.

Andando però nello spicciolo quotidiano e popolare delle Contrade di Venezia si può incappare in storie minori davvero curiose. A Venezia vivevano diverse categorie di Frati Esorcisti affiliati ad Ordini Fratereschi o Monastici diversi, e costoro erano considerati dai Veneziani fra i più abili a risolvere certe situazioni patologiche che secondo loro non erano tali del tutto. I Veneziani erano convinti che causa di tutto fosse stato il Demonioin persona !

Un più consistente gruppo di questi Frati Esorcisti era attivo e risiedeva in Contrada di San Tomà nel grande e potentissimo Convento della Ca’ Granda di Santa Maria Graziosa dei Frari che apparteneva ai Frati Francescani Conventuali. A loro si rivolgevano molti Veneziani nei “momenti del bisogno”.

Infatti dopo essere passata inutilmente per una Strega, che le aveva fatto pagare uno scudo d’argento per una boccetta di “olio speciale” ma inefficace, Orsetta con sua madre Valentinas’erano ridotte a rivolgersi ai Frati dei Frari di cui si parlava “un mondo di bene”.

“Orsetta è piena di Spiriti … e urla grandemente … Vedo tanti atti e voli intorno a lei …” aveva spiegato la Strega, “Non sono buona di guarirla, che bisogna di un Sacerdote.” concluse.

Giunto al famoso Convento, al marito di Orsetta venne presentato Fra’ Francesco Cristicchio da un altro Frate che tutti chiamavano Fra’ Barbone ... “uomo grande, di 40 anni all’incirca, con barba un tantino rossa.” Il Frate accettò subito l’incarico, ed andò a casa della donna entrando nella stanza di Orsetta “che aveva un piede gonfio, che steti 12 giorni senza dormire e con tremazzo grande”. Mandati fuori tutti eccetto la madre, e indossata la stola, il Frate aprì un suo libro ripetendo sopra ad Orsetta inferma molte parole e molte invocazioni a Sant’Antonio da Padova… Poi trasse fuori dallo stesso libro un’ostia grande usata dai Preti per la Messa, e dopo averla pigiata nel vino e nell’Acqua Santa la diede da bere a Orsetta ... Infine il Frate “pigliò fuori di scarsella un bussoletto et con oglio che aveva dentro mi ònse il collo del piede, e poi cominciai a pigliare sonno…”

“In verità il male mi era venuto fuori perché avevo disperso una creatura …”spiegò in seguito la donna, “mi erano venuti mali naturali, e facevo li atti da spiritata.”

Comunque: bene o male, l‘intervento del Frate Esorcista ebbe l’effetto positivo di sbrogliare la brutta matassa … e Orsetta guarì.

Meno lineare fu l’intervento di un altro Frate Esorcista sempre dello stesso Convento dei Frari: Fra’ Fabrizio chiamato di nuovo ad intervenire su una “recidiva” della stessa Orsetta nel 1581. Venne subito sospettato d’essersi appropriato di un anello d’oro che indossava “la spiritata” in casa, perciò venne prontamente denunciato al Convento dei Frati e al Patriarca. Il Frate andò in “grande collera”, ma due giorni dopo tornò a rivedere Orsetta e a segnarla, dando disposizioni alla madre di lavarla con Acqua Benedetta, di far suffumigi sulla solita “gamba offesa” con certe erbe e altre cose che lui indicava: ambra, olivo benedetto e incenso ... Ritornò poi un’altra volta durante la quale ricomparve l’anello d’oro, e poi non si fece più vedere ... Si trattava di un uomo e Frate ambiguo al quale ancora nel 1647 si andò a perquisire la cella.

Di nuovo un altro Frate Francesco Esorcista sempre del Convento della Ca’ Granda dei Frari, lo ritroviamo impegnato stavolta con un’altra donna Veneziana: Caterina, “Spiritata” anche lei. Trentatreenne, maritata col Navigante Simone Berandi abitava nella lontana Contrada di San Pietro di Castello, “la Contrada del Vescovo”dall’altra parte di Venezia.

Tutto sembrò aver avuto inizio durante un ballo di Carnevale dove Caterina ebbe a che fare con due “Maschere” forse “due donne di mala vita”, che la guardarono “ingrintate”… Da cosa nacque cosa, si finì con l’ingiuriarsi e minacciarsi … ma fatalità dopo neanche due mesi la donna iniziò ad essere “posseduta”. Una notte la donna udì “gridare e volare” alle due di notte suo figlio di due tre anni … corse a vedere, ma sul letto trovò un gatto grande mai visto. Il figlio per lo spavento s’ammalò pure lui … Caterina provò allora a curarsi con un “Olio Magico Benedetto la Notte di Natale” fornitole da una certa Maria che faceva la sarta nella Contrada … Lo usò per tre volte inutilmente perché la terza sera riapparve il gatto, il figlio urlò di nuovo, e lei scappando via diede un calcio all’animale.

“Dopo data la pedata al gatto principiai a sentirmi male, ebbi come doglie, e dopo due mesi mi ridussi andar col bastone sospirando con una gonfiatura al collo, partorii, e dopo cinquanta giorni dal parto restai immobile con le mani in croce in maniera tale che non mi potevo muovere in modo alcuno. Mi portarono a letto dove stetti cinque giorni dura, stroppiata, e non mi poteva muovere …”

Il Frate Esorcista dei Frari sentenziò: “Pulsatio arteriarum circa collum e rigiditas nervorum sono segni fisici di probabile possessione Diabolica” ... Il malessere poteva essere stato provocato dal gatto creatura diabolica per eccellenza. La donna che un po’ se ne intendeva perché era anche Spiciàra, lasciò perdere il Frate e si risolse ad ascoltare ancora una volta i consigli di una Stròlega del posto che in cambio di mezzo scudo per dell’olio miracoloso e un altro mezzo scudo di compenso rimise apparentemente ogni cosa a posto. Sia Caterina che il suo bimbo vissero un periodo di generale benessere ... anche se alla donna era rimasto solo: “un peso alla coppa che la travagliava e martirizzava grandemente”… Ma Caterina non ci prestò attenzione più di tanto.

Fu dopo altri tre anni mentre Caterina stava a Castello a lavare i panni che: “mi cascò nella testa un dolore tanto terribile che credevo di morire …”

“Altro segno evidente di possessione Diabolica!” commentò l’Esorcista dei Frari. A niente servirono le cure del medico che le applicò sanguisughe senza beneficio. Secondo il Medico la donna era sana come un pesce, ma lei affermava che: “mi sentivo tanti mali addosso che quando andava via el Medego me venia voglia di dare la testa per li muri … Ero uscita fuori di me … che uscivo per strada come una matta.”

Esperimentate inutilmente anche questa volta le Strìghe, Caterina passò per un primo Esorcista di San Giovanni dei Forlani poco distante da casa sua, il quale “la benedì con un libro”, ma ottenne solo che alla donna: “mi venivan tremiti, e mi mancava la terra di sotto se mi poneva sopra al capo la stola, se mi segnava con una santa Reliquia di San Giorgio, o se mi dava l’Acqua Benedetta da bere o il Pane Benedetto ... Se andavo a sentire Messa non potevo star salda, che mi pareva essere in un inferno …”

“Segno bruttissimo ! … L’avversione alle Cose Sacre … E’ un altro grave segno di Possessione Diabolica !” rincarò la dose il Frate Francesco Baldi Esorcista dei Frari subentrato al confratello che si era arreso. Questo Frate dei Frari godeva di una certa fama e abilità: Fra Francesco Baldi era “credo Veneziano, di cinquant’anni, uomo di bell’essere, di buona statura, grassotto …”

Il Frate andò a visitare Caterina a casa sua, e ascoltata tutta la faccenda le fece reggere nella mano sinistra una candela benedetta recitando formule d’Esorcismo. In seguito le diede “un’ostia da Messa bagnata nell’Acqua dell’Epifania”… e così fece anche per la figlia e il marito per nove giorni consecutivi per due volte al giorno. Quando il Frate tornò la donna era peggiorata ulteriormente: “aggravata nei tremori … cominciò a parlar uno Spirito con la lingua fuor di bocca, e diceva molti spropositi al Padre e finì col buttarsi addosso a lui e tirarlo per la barba.”

Il Frate provò ad indagare per la casa cercando segni di “malefizio”:“Si trovarono sotto il solièr della porta di casa diversi legni lunghi una spanna abbrugiati con carboni, li quali carboni parevano teste di statue. Quei cugni di legno erano stati messi lì nelle giunture delle statue affinchè tormentassero le giunture dei corpi …” Il Frate provvide subito ad oliare con l’Olio Benedetto tutto il “soglio della porta”.

Tutti sapevano bene che le porte di casa erano uno dei posti preferiti da Streghe e Folletti per compiere le loro malefiche azioni ... Non per niente si usava mettere dietro alle porte una scopa di Saggina o di Miglio così gli Spiriti “si perdevano a contare di continuo ogni filo e ogni chicco” dimenticando di compiere tutto il resto del loro malefico repertorio.

Un altro consiglio del Frate fu quello di andare a controllare dentro al materasso del letto di casa. Il Frate spiegò: “Lì dentro è facile trovare cilette, vetri, scarti di maranze, pezzi di corda, strisce di pelle tanto acciuffate e strette impossibili da svolgere, e garattoli ed altre cose … sono tutti segni di malefizio ! … Una volta una tale Lucrezia moglie di un fabbro Francesco trovò nel suo letto consigliata dal suo Confessore: miglio, spelta, sorgo, fasoli, alloro, formento, seme di pomi, seme di fiori di ogni mese, bisi, cagoli de sorgi e ossi piccioli che pareano de creatura, carboni, calzina e pietre de diverse sorti, et legne di più sorte, e duoi chiodi, e duoi brocche, una colla testa e l’altra senza, agi da pomolo duoi, da cusire uno, ossi di zizoli e altre cose …”

Si vuotò così il materasso e si bruciò tutto il contenuto … ma non cambiò nulla nella donna … A niente valse il fatto che il Frate di fermasse per qualche notte al suo capezzale dandole Acqua Santa da bere, né la somministrazione della nuova serie ripetuta di ostie che il Frate fece subito e in fretta, né i ripetuti scongiuri, né le applicazioni di erbe, il mettere Acqua Benedetta nel vino … Ogni tanto il Frate riusciva a farla tacere, ma poi la donna riprendeva ad agitarsi sempre più incontrollata … “Lo Spirito gridava enormemente … e diceva che in casa tutti erano “guasti” anche il marito che prendeva nove ostie al giorno…” 

Alla fine dopo l’ennesimo exploit della donna e l’ennesima violenta aggressione il Frate si spaventò grandemente scappando via a gambe levate ... e non lo si rivide mai più.

“Sembrava proprio Indemoniata e Posseduta per davvero … Mai avevo pensato di vedere cosa simile a quella in vita mia !” commentò in seguito senza aver più voluto aver a che fare con casi del genere.

Il quadro a distanza di tempo potrebbe essere benissimo inteso, interpretato e compatibile con un grave deficit neurologico della donna con afasia, confusione e sovrapposti episodi di epilessia ... Ma andarlo a dire ai Frati, ai Chirusici, agli Speziali e alle Strìghe Veneziani di allora  !

Di Caterina non si seppe più niente … si sa solo che sua figlia Ancilla tredicenne continuò la stessa trafila della madre rivolgendosi ai Frati Esorcisti stavolta del Convento di Santo Stefano dopo aver consultato i soliti Medici e le solite Streghe … I sintomi che presentava la ragazza erano più o meno gli stessi della madre: “… gonfiadura della gamba … tremori ora caldi ora freddi … doglie e pesi strani dentro alla testa … Spesse volte mi pareva essermi levata dal letto con sgraffioni … Di notte vegliando avevo inquietanti visioni: vedeva due con due torce in mano e anche un terzo senza torcia senza vedere la faccia, mi fu stretta la gola che non potessi dire nemmeno Gesù …”


Chissà come andò a finire ? … e chissà che s’inventò e combinò quel nuovo Frate Esorcista ?


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