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“Noterella simplex su le Mùneghe de San Zaccaria a Venessia.”

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“Una curiosità veneziana per volta.” – n° 150.

“Noterella simplex sulle Mùneghe de San Zaccaria a Venessia.”

Vi potrà sembrare alla fine quasi impossibile, ma le Monache prima Cistercensi e poi Benedettine del Monasterio di 1° Classe di San Zaccaria Profeta e di Sant’Atanasio e San Pancrazio di Venezia

___Che era il principale, il numero “uno” in assoluto in Venezia e in tutta la Laguna …


___Che era potentissimo tanto da ospitare le figlie, la moglie del Doge (anche l’amante ?), quelle dei principali Nobili Mercanti, dei Senatori della Serenissima più ricchi e potenti come i Foscarini, i Querini, i Gradenigo, i Morosini… Il Doge stesso in un certo senso ne era il Primo Titolare, quasi il Primicerio, il Padre-Patriarca del Cenobio … Tanto che si recava spesso lì a ritirarsi e rilassarsi, talvolta a trascorrere la vecchiaia …

___Oltre a costoro nello stesso Monastero c’era un continuo andirivieni di Cavalieri, Principi, Nobili, Imperatori, Re, Ambasciatori, Abati, Vescovi, Cardinali, Badesse … e Nobildonne e Nobiluomini di ogni grado e sorta.

___Più che un Monastero, il loro Convento era in realtà una cittadella. Nei suoi tempi migliori San Zaccaria possedeva, gestiva,  e allestiva e abbelliva ben tre chiostri … Le Monache più che in Celle e Dormitori, vivevano quasi in appartamenti lussuosi … L’intero complesso era grande quasi quanto un’intera Contrada Veneziana … Aveva un suo Campo privato, e perfino un grande Cimitero senza contare tutto il resto …

___Intorno al Monastero ruotava inoltre tutto un intenso e fervido movimento commerciale e mercantile simile (nel suo piccolo) a quello di Rialto, perché al Monastero pervenivano prodotti e materiale di ogni sorta da ogni parte della Laguna e dalle Campagne, oppure ne ripartiva altrettanto per essere rivenduto, o investito e impegnato in spedizioni commerciali (gestite dalle Monache), anche salpando dal vicinissimo Molo di San Marco distante pochi passi …

___Lo stesso Monastero conteneva talmente tante opere d’Arte e di prestigio che solo con quelle potremmo mettere in piedi oggi almeno due di quelli che sono i nostri moderni Musei … se non di più.


___Sempre fra quelle robuste e vaste mura, s’intrattenevano uomini e donne di cultura, artisti e “il meglio del meglio” di quanto poteva offrire il mercato ... I migliori artisti venivano commissionati e impegnati, talvolta anche per anni, in lavori imponenti: affreschi, copertura con dipinti e teleri d’intere pareti della chiesa e del Monastero, Pale d’Altare, intarsi lignei, e lavori da Tagliapietra, scultore e scalpellino … e ritratti, e scene bibliche, e santi e Vergini di ogni sorta e di tutte le forme … e senza badare a spese: ricoperti d’oro, di colori e materiali preziosissimi … E insieme a costoro non mancavano Musici, Suonatori, Cantanti, Poeti, Letterati, Ballerini, e Saltimbanchi e Commedianti …

___E oreficerie, gioielli, e tappezzerie, e tessuti, ed arredi di ogni forma, colore e quantità e qualità …

___E se ancora non bastasse: le Monache di San Zaccaria avevano il perfetto controllo di tutto il circondario: erano di loro Diritto e Giurisdizione le due Contrade vicine e confinanti di San Provolo e San Severo di cui nominavano e stipendiavano direttamente il Piovano ...


___Le stesse Monache ricchissime e potentissime, che vivevano nel Claustro e in Clausura, ma che avevano la Nobiltà nel sangue con tutti i crismi che ne derivavano, davano da vivere e da lavorare a un intero esercito di barcaroli, domestiche, servitori e artieri di ogni sorta che giornalmente provvedevano alla manutenzione e al buon funzionamento di quella specie di paesello Monacale …

___Sempre loro … le Monache di San Zaccaria, che erano donne … ma che donne ! … Spesso “la crème” fra le Veneziane, anche se veniva loro precluso il matrimonio con loro pari, Non per questo erano donne mancate e asfittiche, ma rimanevano sempre donne “di gran classe” per nulla disposte a rinunciare al loro ruolo e ai loro costumi e abitudini aristocratici. Lì dentro, e per secoli, le Nobildonne Veneziane Monache ne hanno combinate di tutti i colori permettendosi di tutto, contrapponendosi a chiunque, comportandosi spesso in maniera spudorata e libertina, e senza paura di affrontare nessuno: Patriarca, Nunzio Apostolico, o Magistri o chi che sia … Quindi Monache da fuga, da amanti, da serenate, da Feste in Maschera e carnevale, da Marionette e spettacoli in Parlatorio, da pranzi e cene senza fine, da lussuosa villeggiatura … Da “grandeur”, insomma …


___Donne-Monache-Nobilissime ed economicamente superiori: forse fra i patrimoni più importanti e considerevoli dell’intera Serenissima: proprietarie per via di lasciti e concessioni e regalie che sono continuate per secoli, di grandi parti del Territorio Veneto e Perilagunare … Tutta Monselice, Vigne, chiese, colline e Rocca comprese appartenevano alle Monache di San Zaccaria … e questo è solo un esempio, perché poi possedevano una massa enorme di ulteriori terreni, e campi, e prati, e boschi, e case, ville, palazzi … e borghi interi, e acque piscatorie e in cui cacciare, e saline e anche qualsiasi cosa vi possa venire in mente … anche oltremare, seppure dentro al Bacino Mediterraneo.

Per gestire quella “montagna” di Patrimonio, le Monache si servivano di un’altra folla di Avvocati, Fattori, Notai, Procuratori e aiutanti che spesso le rappresentavano e curavano “in loco” i loro interessi in maniera arguta e fedelissima. Non si scherzava con “le cose” delle Monache. Chiunque aveva a che fare con loro le temeva, e sapeva che doveva osservare ogni cosa che avrebbero proposto e voluto. Più di qualche vita ruotava attorno al microcosmo delle Monache, e più di qualcuno/a utilizzava e trascorreva l’intera esistenza all’ombra e al servizio delle Monache ... alle quali poi era devotissimo.

In altre occasioni, invece, le Monache sapevano far valere i loro diritti e i loro interessi trascinando chi non li ottemperava o chi impunemente li attentava, in denunce, cause e processi che durarono: secoli !
Solo a vederlo il loro Sigillo, “el bòeo de le Muneghe de San Zaccaria de Venessia”… incuteva timore, e a volte: paura.


___Come Monache erano tenute a trascorrere parte delle ore quotidiane a pregare e cantare nel Coro, e a celebrare Messe di ogni sorta, e funzioni e ricorrenze seguendo il Calendario Monacale … E quella volta non è che certe cerimonie durassero dieci minuti: a volte “si buttava via la chiave”, nel senso che si andava avanti ad oltranza per ore … e prima c’era il digiuno di preparazione, e dopo iniziava il periodo del Ringraziamento … Ebbene: non era mai finita fra una Processione e l’altra, una Memoria per i Benefattori Defunti, e tutte le infinite scadenze anche delle numerose Schole che ospitavano dentro alle loro mura, o quelle volute dai Nobili che in certe epoche abitavano letteralmente le chiese, come fossero un salotto di casa. E in quelle circostanze si dava libera espressione a tutto lo splendore e lo sfarzo possibile mettendo in bella mostra: Miniature e Immagini, e Libri, e Abiti, Paramenti, e Oreficerie di ogni tipo.


___Le Monache di San Zaccaria, ossia quelle donne di spessore e di grosso calibro come potete immaginare, erano circa una cinquantina (decina più decina meno) in ogni secolo, e intorno a loro ruotava un altro piccolo esercito fatto di Converse, conoscenti, amiche, educande, Novizie … e chi più ne ha più ne metta.


Dove voglio arrivare ?

Volevo solo riferivi una “breve osservazione noterella” che riguardava quelle “Benedette Monache”… una delle tante che si potrebbero rinvenire circa tutto ciò che le riguardava. In certe epoche e in certi documenti importantissimi, è capitato più di qualche volta che le 48 Monache residenti nel San Zaccaria, non sapessero neanche leggere né scrivere, e che firmassero tutte, Badessa compresa, apponendo sulle carte una bella e semplice crocetta da analfabeta.

Incredibile ! … ma vero. Vivevano senza saper né leggere né scrivere.


Ma come facevano ? … … e non solo in qualche rara occasione, ma talvolta sempre, come loro modo abituale di comportarsi … anche per secoli. In quei tempi non c’erano Internet, la Televisione, né i Social, né le Biblioteche Virtuali, né il Telefono, né la Pubblicità …

Ma Venezia “girava alla grande” lo stesso, e le Monache … insieme a lei.





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