Quantcast
Channel: #unacuriositàvenezianapervolta
Viewing all articles
Browse latest Browse all 357

“L’uragano del 25 settembre 1867 a Burano … e altro.”

$
0
0


“Una Curiosità Veneziana per volta.” – n° 168
tratta da: “Lampi da Burano nel 1800” cioè il Capitolo 11: di “Buranèo … e Prete per giunta”-autobiografia di Stefano Dei Rossi.

“L’uragano del 25 settembre 1867 a Burano … e altro.”

Circa verso metà 1800, Don Jacopo Modenato Piovan de San Martin de Buran, si prodigò per rinnovare la pericolante navata centrale della chiesa conservandone però l'antica architettura. Sempre lui fu fra i firmatari di una Petizione al Governo Austriaco per far abolire la Commissione per la gestione degli ex beni Capitolari ed Ecclesiastici ridotti ormai ad un terzo dell’originale ... In quegli stessi tempi, il Reverendo Don Celestino Pittoniera Ispettore Scolastico della Forania Lagunare che annoverava: le Parrochie di Santa Maria Assunta di Torcello, San Michele del Quarto,San Martino di Burano, San Giovanni Battista di Cavazuccherina(Jesolo), Santa Maria Concetta di Grisolera(Eraclea), San Magno delle Tre Palade(Portegrandi), San Pietro e Caterina di Mazzorbo, Santa Trinità di Treporti, Santa Maria Elisabetta del Cavallino, Santo Stefano di Caorle, Santa Resurrezione di Ca’ Cottoni e Santa Maria e Donato e San Pietro Martire di Murano.

A Burano s’erano fondate e tenute attive e aperte solo la I° e la II° classe delle Scuole Elementari Maschili e Femminili: c’erano due scuole distinte per bambini e bambine con due appositi Insegnanti: uno era “Supplente”con un assegno annuale di lire 460, e Antonio D’Este, invece, era “Titolare”percependo un assegno annuale di lire 600 ... A volte gli Insegnanti Supplenti provenivano da città lontanissime come: Verona, Brescia, Pavia, Udine e Catania ... La Scuola funzionava 172 giorni l’anno: da ottobre a luglio, quattro ore e mezza al giorno: due ore e mezza al mattino dalle 10 alle 12 e 30, e due ore il pomeriggio dalle 14 alle 16 con orari leggermente diversi durante il periodo invernale … 
Quel che è interessante notare è chela Scuola era frequentata quasi da nessuno: i ragazzi lavoravano in barca “da pescatori” fin dalla più tenera età, e le ragazze si davano da fare per casa. Con grande fatica nel 1872 si arrivò alla frequenza saltuaria di una ventina in tutto fra bambini e bambine provenienti da ogni parte della Laguna. Erano solo il 15% del totale dei nati in età scolare che nel Comune di Burano era di almeno 160 unità … Solo all’inizio del 1900 i bimbi frequentanti divennero: 70 ossia il 30% sui 220 in età scolare. Qualche anno dopo ancora, i Buranelli e Buranelle che frequentavano la Scuola erano: 107 alunni maschi divisi in 2 classi, e 92 femmine riunite in un’unica classe …

Pensate: una classe di 92 bambini ! … Quale metodo avrà utilizzato il Maestro ? … e come avrà fatto a catturare la loro attenzione mantenendo un minimo di disciplina e organizzazione ?

Erano altri tempi però … Esisteva un altro modo di percepire l’Autorità, e di certo un’altra maniera d’interessarsi e approssimarsi alla Cultura e all’Educazione.
Francesco Zanotto nel 1858, nella “Nuovissima guida di Venezia e delle isole”scriveva fra le altre cose circaBurano: “… Quantunque non molto estesa, è però popolatissima noverando da oltre 8.000 abitanti; parte Marinai, parte Pescatori e parte Ortolani usi alle fatiche e all'industria ... Alcune delle sue donne girano per Venezia acquistando e rivendendo cenci e vecchie vestimenta ... Molte però intendono al lavoro de' Merletti detti “a punto in aria” celebratissimi; dalla quale industria, un tempo, ne veniva molto utile all'isola. Il dialetto, o meglio l'accento particolare di Burano, distinguesi su tutti gli altri delle isole e di Venezia, dacché son pronunziate le vocali allungandole e addoppiandole ... Le fabbriche son qui gremite e più gentili che nelle altre isole, ne ha che una sola chiesa Parrocchiale dopo che si soppressero tre Monasteri … Dista da Venezia intorno a cinque miglia; un miglio da Torcello …”


Fra un’alta marea e un’altra degli anni ‘60 venne soppresso il Porto Franco di Burano, e comunque Venezia continuò a versare all’isola per 10 anni un sussidio annuale di 17.000 lire ... Poi un improvvido tornado si rubò per sempre l’Angelo del campanile di San Martino di Burano, devastando l’intera Laguna e parte del Litorale. Nella “Gazzetta di Venezia si poteva leggere al riguardo: “Riassumiamo le notizie che abbiamo circa gli infortuni avvenuti in seguito all’uragano di ieri sera. Tre potenti trombe marine hanno in brevi istanti, circa alle 6 pomeridiane. Compiuto la loro opera devastatrice alla Rana presso Mestre, e successivamente nei paesi di Chirignago, Carpenedo, Campalto, Mazzorbo e Burano. Crollarono varie case, furono abbattuti i pali del telegrafo, schiantati molti alberi e fatalmente rimasero morte cinque persone e varie ferite. La gragnuola potè misurarsi in grani di una grandezza, che a memoria d’uomini non si ricorda ...
A Campalto, l’osteria restava danneggiata, oltrechè parecchi capanne di paglia sarebbero state completamente distrutte. Nel circondario di quel paese una barca di contrabbandieri andava sommersa ... A Mazzorbo la sentinella di Finanza che se ne stava sugli spalti entro la garretta fu trasportata nel paludo sottoposto ... Il più terribile dell’uragano si è scatenato sopra Burano: moltissime case dalla parte verso la Fondamenta Nuova furono ridotte ad un mucchio di sassi, e le rimanenti in quel punto rimasero senza tetto.
Quello che è più doloroso sono le molte vittime che si hanno a lamentare. Furono estratti dalle macerie sette cadaveri, tre individui mortalmente feriti, e dodici circa leggermente ... La truppa, la Guardia Nazionale e tutti i cittadini si prestarono con uno zelo esemplare sotto l’imperversare del temporale: molti dei feriti furono portati al nostro ospitale … La Laguna tempestosa non permise che si avessero le nuove sino a questa mattina … Anche ora le barche possono venire a Burano, ma pel vento contrario è assai pericoloso l’andarvi … Il Regio Prefetto appena ricevuta la notizia del disastro fece allestire un apposito vapore delle Marina Militare e si recò nell’isola per prestarvi i primi soccorsi, e dare gli opportuni provvedimenti ad attenuare una così grave sciagura … In città abbiamo soltanto alcune piante rovesciate in Campo Rotto, e un camino danneggiato in Calle Larga San Marco ...”

Il giorno dopo sul turbine del 24 settembre 1867, scriveva sempre la stessa “Gazzetta di Venezia”:“… raccogliamo i seguenti ragguagli da notizie ufficiali pervenute da Burano. Abbiamo ricevuto il numero preciso delle case rovinate dall’uragano di martedì sera: sono completamente cadute 42 case, sono da atterrarsi altre 28, hanno il tetto sconnesso e sofferto parziali guasti altre 140 case … Le barche fracassate furono in tutto: 50 … L’uragano ha colpito anche Treporti Frazione del Comune di Burano. Ivi pure sono a lamentarsi tre vittime, cioè: Alessandro Zanella d’anni 54, Antonio Zanella d’anni 25 e Luigia Mavaracchio d’anni 19 i quali riparatisi sotto un casono che investito dal tifone rimasero morti oltre a parecchi altri feriti. Siccome nei tre cadaveri non si riscontrarono lesioni corporali assolutamente mortali è a supporsi che la stessa colonna d’aria del turbine possa aver agito o mediante soffocazione o ammaccando profondamente i visceri nobili da farne conseguire la morte ... Le tre vittime del Comune di Mestre sono Giovanni Andreatta d’anni 67, Pasquale Busso detto Guòn di anni 60, e Giovanni Brusson d’anni 14. Essi morirono schiacciati sotto le macerie di case abbattute dall’uragano ... Il Regio Prefetto ieri visitò tutti i luoghi del Distretto di Mestre che furono colpiti dall’uragano, recando da per tutto parole di conforto e lasciando lire 200 per i più immediati bisogni ...”

In definitiva quello fu uno storico quanto tragico sconquasso, che turbò non poco tutte le genti della Laguna e della Terraferma, oltre e soprattutto quelle di Burano.



In quello stesso 1867, il Piovano di Burano fece la conta di 5.897 Buranelli di cui almeno 300 considerò: “Reprobi e Inconfessi” … Per fortuna che c’erano anche altre 3.600: “Anime da Comunione” … Nello stesso resoconto si segnalò anche che in isola esercitavano: tre Barbieri, diciassette Barcaroli proprietari di barca, nove Calzolai, tre Fabbri, otto Falegnami, due Finestreri, un Imprenditore, un Materassaio, un Murèr, e un “Paste da minestra” che corrispondeva alla Ditta D’Este Eugeniodetto: “Manèsse” figlio del defunto Antonio, che produceva con un unico operaio: 3,9974 kg di pasta. Non riusciva tuttavia a tener testa e reggere alla concorrenza degli altri produttori lagunari dotati di maggiore forza motrice e capaci di migliore produzione … Sempre in Burano c’era attiva una “macina da pino”, lavoravano tre Prestinai, un Lavoratore in vimini, sei Bettolierio Bettolini, un Biade-Granaglie Coloniale, sei Caffettieri, sei “legna-carbone”, due Fornitori de Commestibili, un unico Farmacista, quattro Fruttaroli-Verdurai, due Vendiotori di liquori, due Macellai e Becchèri, tredici fra: Osti, Tavernieri e Rivenditori di vino sfuso, e dodici Pizzicagnoli e Salsamentariper servire ad ogni necessità dei Buranelli.

E per oggi … basta così su Burano e dintorni.




Viewing all articles
Browse latest Browse all 357

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>