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“Una cruda lettera su quelli di San Marcuola nel 1820.” - (terza parte: la "macchina subliminale")

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“Una curiosità Veneziana per volta.” -  n° 176.

“Una cruda lettera su quelli di San Marcuola nel 1820.”

(parte terza: “La “macchina” subliminale dell'Archivio e delle Consuetudini della Contrada”.)

“Strutta strucca l’Archivio gèra piccolo e stretto: un pèr de armeròni strapieni de carte fin all’orlo ... Ma el gèra vivo !” mi diceva un Prete ormai tanto tempo fa.

Dopo aver provato a rendervi vagamente l’idea su com’erano alcuni “tipi” di quelli che sono stati i Preti dei Capitoli Veneziani, provo ora ad accennare ad alcuni strumenti che sono stati utilizzati per secoli dai Preti di Contrada… in modo particolare da quelli del Capitolo della “maxiContrada” unificata di San Marcuola nel Sestiere di Cannaregio. Credo che ora abbiate intuito come poteva essere, presentarsi e vivere quel Don Rado che ha scritto quella lettera al Patriarca Pirker nel 1820. Preti e personaggi come lui furono come la “dinamo, il cuore, l’ingranaggio di base e fondamentale” intorno al quale ruotò la vita e le storie delle Contrade Veneziane di un tempo.

Curiosamente nel mare dei documenti dell’Archivio di San Marcuola si trova accennato ed elencato anche un Legato del Piovano Don Giovanni Rado (il “caliente” autore della lettera al Patriarca Pirker), cioè un lascito e bel gruzzoletto economico perpetuo a favore del Capitolo dei Preti e della sua Parrocchia Contradariale di San Marcuola perché gli celebrassero un po’ di Messe di Suffragio al fine di agevolargli “la Pace Eterna in Cielo” ... Al di là di tutte le severe critiche mosse nella lettera alla Contrada di San Marcuola, Don Rado non doveva poi volere così male a quella sua “creatura”.

Una volta una di quelle “donnine tutte casa-cièsa”, ossia una di quelle vecchierelle “esemplari”della Contrada, quelle che parlano di continuo senza alcun filtro o remora nella testa dicendo e rivelando tutto di tutti, o più semplicemente raccontando tutto quello che passa loro per la testa, mi spiegò: “El Prete xe pèso de un Dottor … El sa tutto quèo che ti gha in pànsa: se ti xe gonfio, e quante volte che ti va in gabinetto … e se ti magni e se ti bevi, se ti gha debiti, preoccupaziòn e problemi … e se ti va in letto co to mugièr o con qualcun altro o altra, e come e che còssa che ti fa … El sa tutto de ti insomma ! Ogni sbaglio, desiderio, paura e speranza … El se come se ti te vardàssi in spècio: el te commenta, el te spiega, el te dise e sa, el te indica cosa far e come comportarte .. El fa: si e no, e decide el giusto col sbaglià …”

La donnina ha riassunto sinteticamente e bene quelle che erano le doti precipue dei Preti e soprattutto dei Piovani di Contrada, e mi ha fatto capire come costoro per davvero abbiano “governato le sorti” direttamente e in profondità, e “abbiano tenuto strette le redini” del destino di quasi tutti quelli che la abitavano e popolavano quella zona di Venezia.
Ancora in un documento dell’Archivio della “maxiContrada-Parrocchia allargata” di San Marcuola si può leggere alla data 10 maggio 1498: “… caso di Peste manifesta in Contrà della Maddalena appresso al Ponte dell’Aseo, la qual dove sia processa non se puol intendere, et havendovi a far in questa città la Fiera nei zorni prossimi della Assention, alla qual non solamente tutto el popolo della città concorre, verum etiam de molti altri luoghi si circonvicini, come lontani, gran parte de qual sono infecti da morbo, si come all’Offitio nostro è manifesto; et perché per el gran concorso de popoli veniriano ad essa Fiera, per la conversation, et pratica, facilmente potria metter in questa città grand’incendio, qual poi saria irrimediabile; siano necessario, et expediente per la universal salute, mediante lo auxilio Divino dar ogni opera in provveder a così manifestissimo et evidentissimo pericuolo, et far ogni debita e celere provisione:
L’anderà parte, che per l’autorità de questo Conseglio, la Fiera predetta solita farsi nelli giorni della Assentione, per li soprascitti rexpecti per questo prsente anno far non se debbi, et cussì proclamar se debbia su le scale de San Marco et Rialto, à notitia si de quelli della città, come de altri luoghi de fuora che fusseno per per vegnir cum sue robbe, et marcandantie, acciò untesa tal deliberation, niuno se metti a vegnir de qui cum damno, et incomodo loro.
Nella pubblication veramente che se haverà a fa, su le scale de Rialto del decretto predetto, se dichiari solamente questo farse per preservar questa città dalla contagion del morbo, che par sii nella Marcha, in alcun luoghi dell’Istria, et altri vicini a questa città nostra.
Et fu presa.
Ser Leonardus Grimani Sapiens terre firme. Vuol che acciò la presente materia sia più maturamente consulta, sia afferida ad un altro Conseglio. E non fu presa … Ser Phedericus Cornaro Procurator, Ser Antonius Grimani Procurator, Sapientes Consilii, Ser Petrus Duodo et Ser Hieronimus Leone EquesùSapientes terre fine, Ser Leonardus Marcello, Ser Angelus Trivisno et Ser Hieronimus Bono Provisore salutis …”

Come avete potuto leggere, è bastato “un colpo di Peste” per mandare all’aria per diverso tempo tutto il “marchingegno funzionale”dell’attività del Capitolo di San Marcuola & Contrade… Anzi: eventi come la Peste in quegli anni erano capaci d’“inceppare severamente” tutta Venezia insieme alle Isole dell’intera Laguna ... La Peste era la Peste: ogni svolta resettava tutto e tutti, sapeva cambiare fisionomie e contatti, nomi, volti, modi ed equilibri spingendo molti “grandi e piccoli” dentro alla fossa. Poi però, quasi per miracolo e incanto, come l’arcobaleno e il sereno si mostrano dopo la bufera o la tempesta, anche in Contrada ogni cosa tornava a girare e funzionare “purgata, risanata e riveduta” come meglio non si poteva: in fretta si sostituivano “i pezzi mancanti”, e tutto tornava a vivere e muoversi più o meno alla stessa maniera in cui s’era fatto sempre … e Venezia tornava ad essere Venezia, e ogni Contrada nel suo piccolo faceva la stessa cosa.

Quella Veneziana e delle Contradeè stata più volte una fiaba e Storia a lieto fine (ricordate l’immagine televisiva pubblicitaria di qualche decennio fa ? … Quella del: “Gigante … pensaci tu !”, che sapeva restituire la pace all’intera vallata?)… Ecco: la Storia di Venezia e della Laguna è stata più volte così: ogni volta ci si rialzava, e tutto continuava ad accadere e scorrere nella Laguna ... e i Preti del Capitolo di San Marcuola, come tutti gli altri delle Contrade, tornavano a riprendere “il controllo” indirizzando un po’ tutto e tutti.

Ecco il concetto di base e più significativo: “indirizzando e controllando tutto e tutti”, perché consenzienti tacitamente i Veneziani, iPreti del Capitolo di San Marcuola erano non solo “una potenza autorevole” all’interno del particolare tessuto urbano e sociale della “maxiContrada”, ma anche coloro che dettavano “le regole del vivere”, e vigilavano attentamente (quasi implacabilmente talvolta) perché fossero applicate e rispettate.

Al pari dei Capi Contradase non molto di più, i Preti del Capitolo di San Marcuola(al pari di tutti quelli degli altri 72 Capitoli delle Contrade Veneziane[****numero fluttuante: a volte le Contrade furono accorpate e sminuite, altre volte allargate e aumentate]) erano punto di riferimento obbligato per tutti: cioè tutti quelli della Contrada dovevano confrontarsi e rapportarsi di continuo con loro tramite un mare di: certificazioni, Atti pubblici, Fedi varie, istruzione scolastica, riconoscimenti di mendicità e bisogno, e raccomandazioni e presentazioni di ogni tipo e sorta … Non c’era scampo: il quotidiano di tutti doveva passare attraverso le mani, il “setaccio di verifica” e l’influenza dei Preti del Capitolo dal cui controllo non si poteva in alcun modo prescindere ed esimersi. Come avete potuto desumere e leggere fra le righe della lettera su San Marcuola scritta da Don Rado, il Capitolo dei Preti teneva strettamente in pugno la vita dell’intera Contrada.

E questa capillare e intensa “gestione” i Preti la realizzavano servendosi di alcuni strumenti specifici: l’Archivio, le Consuetudinie lo Schedario delle Anime di quelli di San Marcuola.

L’Archivio era collocato e distribuito in diverse sedi vicine e afferenti in maniera strettissima con la chiesa dei Preti del Capitolo di San Marcuola: Canonica, Sacrestia, Oratori e Schole limitrofi. L’Archivio era una specie di “porto di mare quasi sempre aperto e disponibile” dove ogni attività della Parrocchie e Contrada si riassumeva e rapportava venendo schedata, indicizzata e annotata con estrema puntualità e precisione. Niente della vita dell’intera Contrada sfuggiva alle valutazioni e all’attenta capacità di “registrare” del Capitolo dei Preti che si serviva di un notevole numero di apporti e “corrispondenti sui generis”: persone perfettamente inserite e integrate nella vita della Contrada, che fungevano da “satelliti, e occhi e orecchi dei Preti e dell’Archivio”Il Capitolo dei Preti di San Marcuola sapeva, era informato, e aveva profonda conoscenza di tutto e tutti, al pari di una moderna organizzazione d’Agenti Segreti 007 antelitteram, e forse anche di più: affittanze; patrimoni e rendite; istruzione; il lavoro gestito dalle Schole delle Arti e Mestieri cittadini; le varie forme di Devozione; le elemosine con le iniziative di Carità, Beneficienza e Previdenza; i Lasciti, i Legati, i Testamenti, le Mansionerie di Messe, i Suffragi e le Memorie per i Morti; e soprattutto le scadenze obbligatorie dei Sacramenti che segnavano l’inizio dell’esistenza col Battesimo, ne scandivano il calendario della crescita e maturazione tramite la Messa e la Comunione, la Confessione, la Cresima e il Matrimonio, ne decretavano il declino della vecchiaia e malattia con l’Estrema Unzione, e la conclusione col rito dei Funerali e il prolungamento mesto del Cimitero … Tutto filtrava, convergeva, confluiva e veniva passato per forza nella realtà Parrocchiale dei Preti, e perciò tutto veniva contabilizzato, soppesato e segnato e descritto attentamente fin nel dettaglio, come si faceva in ogni affidabile ed efficiente Azienda di famiglia che segnava con precisione le “entrate e uscite” del suo bilancio … In questo a Venezia si era da secoli Maestri: la Mercandia Venezia ce l’aveva nel sangue, nel DNA … e la Contrada veniva trattata dal Capitolo dei Preti al pari di una sorta di specialissima quanto preziosissima “Mercanzia umana” composta “d’Anime”... ma sempre una forma di Mercandia era ... sebbene di natura spirituale … mica tanto però.

Nelle obsolete, cupe e asfittiche sedi, e nei “bùsi scuri” dell’Archivio della Parrocchia e Contrada di San Marcuola passavano di continuo tutti quelli che abitavano la Contrada … e non solo loro. L’Archivio del Capitolo dei Preti di San Marcuola era come un insolito sportello sempre aperto e disponibile, una specie di balcone informatissimo perennemente affacciato e spalancato sulle sorti spicciole e grandi della Contrada. Il Capitolo dei Preti gestiva e controllava in nome di Dio e della Serenissima, ma “con discrezione”(ma neanche tanto, anche con una certa forza e veemenza diretta) il “bene pubblico e privato di tutti”.

Come avete potuto intendere dal tono e dal modo esplicito della lettera del Piovano Rado, i Preti del Capitolo di San Marcuola non si facevano scrupoli, né avevano reticenze e remore nell’intervenire direttamente sulla vita e sugli affari di tutti quelli della “loro” Contrada … Perché era proprio così: in un certo senso e modo, i Preti del Capitolo di San Marcuola sentivano che la Contrada “apparteneva” a loro, o perlomeno era fortemente soggetta alla loro autorità e guida onnipresente ... ed efficiente. La Contrada nel suo insieme era come “una figliolanza” dei Preti del Capitolo, che avvertivano nei riguardi dei Veneziani della zona una specie di sentimento protettivo e materno-paterno ... anche se qualche volta aveva un retrogusto un po’ da “matrigno”.

Nel realizzare questo “provvido controllo sociale” i Preti del Capitolo di San Marcuola (al pari degli altri Capitoli dei Preti Veneziani) non furono sempre equidistanti, avveduti e saggi, provvidi, superpartes e disinteressati, ma più che spesso procurarono il loro interesse economico (in primis) oltre che spirituale governando e amministrando “quelli della Contrada” con estrema costanza e determinazione.


Chi non era con loro era contro di loro … Chi non ci stava oppure dissideva: erano dolori e vita difficile, anche se tutto si realizzava quasi sempre all’insegna della gentilezza e del buon garbo, con eleganza e diplomatica dolcezza. Si veniva “tagliati fuori dal vivere sociale e della Chiesa” se non si era consenzienti, allineati e adempienti ... ed era un attimo: si finiva isolati, additati ed esclusi, relegati dall’altra parte della barricata, ossia quella dei non ben accetti, dei reprobi, degli inconfessi, dei “nemici dello Stato, della Chiesa e della Fede, e del benessere quotidiano della Contrada”… un po’ come si faceva con i Giudei, con i reprobi, gli inconfessi e gli infedeli… Diciamo che i Preti col loro efficiente entourage possedevano un potere neanche tanto occulto di “esorcizzare, demonizzare, isolare e ghetizzare” tutto quanto e chi non era coerente col loro filone logico-dottrinale-morale, e non familiarizzava a sufficienza con le sofisticatissime regole e consuetudini di comportamento a cui tutti dovevano rifarsi … come era stato indicato, ed era assodata Tradizione ormai da secoli.

Esisteva come un “malloppo storico”, una serie di dettami e tacite norme acquisite e assimilate da tutti a cui ciascuno doveva riferirsi senza esenzioni alcuna dalla nascita alla morte, e di cui tutto il quotidiano era necessariamente pervaso. Non era facoltativo aderire a quel modo d’essere: la vita a Venezia era stata organizzata in quella maniera per secoli, e quello era il “giusto equilibrio” politico-esistenziale-interiore e sociale in cui doversi riconoscere … Anche la Serenissima da parte sua si riconosceva legata a quei “validissimi e basilari principi: le colonne del Vivere” che riconosceva come fondanti e irrinunciabili anche per se stessa. In un certo qual modo: Parrocchia & Contrada si compenetravano e coincidevano formando un “unicum” inscindibile buono sia per la Serenissima che per la Chiesa. Potremmo dire che la Serenissima con le Leggi che sapeva sfornare, andava perfettamente a bracetto e d’intesa con quello che era “l’Opus”e il “Diritto Giuridico dell’Ecclesia”… Stato e Chiesa, Sacro e Profano erano facce diverse di una stessa medaglia Marciana, scopi complementari di un unico progetto di autoaffermazione Civico-Religiosa sostenuto da uno stesso scopo e fine che mirava al controllo del potere e dell’economia ... Tutto: “Cielo e Terra, e Vita e Morte” derivava e ruotava intorno a quella irrinunciabile finalità e dicotomia.

Di conseguenza lo Stato Veneziano (ieri come oggi, la storia non è cambiata più di tanto)è stato per secoli la: “longa manus e braccio secolare” del Clero e della Religione ... e viceversa.

Esisteva poco margine “d’inventarsi e di libera azione”per chi viveva a Venezia, in quanto tutto l’esistente era stretto e controllato e gestito in tutto e per tutto e fin nei minimi dettagli dalle Magistrature e Autorità della Signoria della Repubblica da una parte, e dai Capitoli dei Preti e dalle Autorità Patriarcali dall’altra. Ogni Veneziano veniva preso in consegna dalle une e dalle altre alla nascita, e condotto “passo passo”, giorno dopo giorno e anno dopo anno per tutta l’esistenza e fino al Cimitero, e anche oltre dalla “mano amorevolissima e solerte di Pastore” sia della Repubblica che dell’Ecclesia. Non c’era alternativa … era così: punto e basta ... prendere o lasciare … e lasciare, proporsi come diversi o in alternativa significava più che spesso: “finir male”.

Soprattutto con l’esercizio continuativo e incalzante dei Sacramenti, con la Confessione frequente tramite uno stuolo di Confessori quasi sempre disponibili, il Capitolo dei Preti fungeva da “padre-padrone”della Contrada esercitando uno stretto controllo sui sentimenti, le emozioni, le coscienze e i pensieri delle menti di tutti e ciascuno. Erano i dettami del Capitolo dei Preti di San Marcuola a saggiare e governare e vagliare e correggere gli atteggiamenti intimi delle persone ... I Preti di San Marcuola sapendo sempre “morte e miracoli” di tutti, dettavano dal pulpito della chiesa le loro condizioni e indicazioni durante le numerosissime Messe e Funzioni dalle quali era impensabile astenersi o essere assenti dal partecipare. Lì si dava di continuo indicazioni specifiche sul“come vivere e comportarsi” andando a toccare direttamente e in profondità “le corde più intime di ogni Animo”,e andando a influenzare e determinare le scelte spicciole di ogni persona: “Il Santo Gregge del Popolo di Dio a noi affidato va pascolato, protetto, difeso e indirizzato ...in quanto sono stati dati mandato e grazia a noi di guidarlo.”

Ai fedeli, cioè agli abitanti della Contrada, non rimaneva che seguire fedelmente e docilmente dalla nascita alla Morte senza sottrarsi quelle indicazioni e lasciarsi quindi portare da tutto quel “Sano e Storico e Santo fluire”(sarebbe stato possibile comportarsi diversamente ?).



Osservando, infatti, i Registri dell’Archivio della Parrocchia-Contrada si potrà scoprire, ad esempio, che all’inizio del vivere quando si registrava la nascita delle persone apponendovi il nome col Battesimo, erano più che spesso i Preti a dare indicazioni su quale nome scegliere e imporre al neonato/a. Era il gesto del Battesimo: “l’Atto e la certificazione del nascere”:tanti nomi non erano ammessi ed erano banditi, era consigliatissimo se non raccomandabile scegliere e utilizzare nomi dei Santi o della Madonna, e già che c’erano tanti Piovani e Preti aggiungevano per conto proprio un bel “Giuseppe” come secondo nome per i maschietti, o “Maria” per le femminucce … Ancora spesso veniva aggiunto: “Carmine o Carmela” nelle chiese della Madonna del Carmine, o “Ludovico e Ludovica”, o Antonio e Antonia… o perfino il nome personale del Piovano, e altro ancora secondo le circostanze, i luoghi, e il contesto e le Devozioni entro cui ci si trovava ad operare. Andate a sindacare e scoprire se ne avrete voglia perché qualcuno fin oltre la Seconda Guerra Mondiale si portava appresso anche nomi come Leopoldo o Ermenegildo, o Domitilla, o Eusebio/a… Non faticherete a trovare Piovani che portavano lo stesso nome, o erano particolarmente devoti proprio a quel Santo/a.

A qualcuno/a è stato a volte imposto dieci-quindici nomi diversi fra quelli imposti e quelli suggeriti con tanta modestia dalla famiglia; non sempre si trattava di richiamare un aulico blasone nobiliare e di casato. Già fin dall’inizio quindi, col Battesimo e l’imposizione del nome, accadeva come “un marchio”, l’applicazione di un’impronta di fabbrica, e l’imposizione di una “qualifica e indirizzo” ben precisi che avrebbero identificato e diretto quella nuova esistenza.

Credo di non esagerare nell’affermare che lungo i secoli è avvenuto un vero e proprio controllo subliminale da parte dei Preti del Capitolo su quelli della Contrada, anche se bisogna aggiungere che quasi tutti i Veneziani si sono ritrovati ad essere consenzienti e spontaneamente soggetti e partecipi a quella“logica di sudditanza indotta”in cui si ritrovavano inseriti fin da subito, fin dalla nascita, tacitamente.

Il Capitolo dei Preti di ogni Parrocchia-Contrada era in se un’unità locale funzionale ben precisa, ben formata, organizzata ed efficiente che seguiva precisi “principi e consuetudini”, al cui vertice erano posti tre-quattro Preti Titolati che possedevano autorità diverse “a scalare”… d’impegno, di responsabilità, e soprattutto di rendite, provvidenze e benefici … I Preti del Capitolo provvedevano ad esercitare il “governo spirituale”,e non solo quello, sulla Contrada. Serve precisare che non sempre quei Preti sono stati persone dotte, preparate, qualificate, disinteressate e totalmente dedite sinceramente alla causa … Anzi ! … La Storia Veneziana è tutta punteggiava di vicende e circostanze che dimostrano proprio il contrario (Ci sarebbe da perdersi nel soffermarsi a citare tanti esempi ... In fondo i Preti erano uomini con tutti i limiti e le debolezze dell’umanità, e quindi soggetti a ogni forma di comportamento espresso dalla comune esistenza).

Tutte “le regole e contenuti utili” che servivano a far funzionare e gestire quella “efficace macchina sociale”venivano precisate, desunte e richiamate dalle consolidate e tradizionali varie “Consuetudini della Contrada di San Marcuola … Santa Fosca, Santa Maria Maddalena e San Lunardo” puntualmente espresse, messe per iscritto ed elencate e registrate nei Libri e i Registri dell’Archivio della Contrada ... Non c’era nulla da inventare d’alternativo e nuovo o diverso nell’esercizio della vita e della Storia della Contrada. Le regole e lo scorrere della “cose e della vita di Chiesa”erano codificate: tutto era stabilito, detto, precisato e già fatto e ripetuto per secoli ... Si trattava solo di obbedire, prolungare, conservare e continuare … anzi: perpetuare e mettere in pratica l’esistente … cioè “le giuste cose” di sempre.

Il mandato gestionale, cioè l’investitura dell’autorità dei Preti del Capitolo della Contrada era scontato: da una parte c’era la nomina diretta del Vescovo poi Patriarca(emanazione quasi diretta dell’Autorità Divina-Celeste), spesso alla fine di veri e propri consueti “concorsi fra Preti” che valutavano: competenze, Dottrina, attitudini, Nobiltà e preparazione; dall’altra ci potevano essere l’indicazione e la proposta d’elezione del Piovano del Capitolo da parte dei Capifamiglia della Contrada che determinavano così il titolare della loro Contrada-Parrocchia (la scelta in ogni caso era sempre soggetta all’approvazione sia del Patriarca che della Serenissima).

Da parte dei Veneziani delle Contrade poi, esisteva sempre una docile disponibilità fattiva, una specie di tacita sudditanza, nei confronti del Capitolo dei Preti della propria Contrada che era quasi assoluta. Era come l’espressione di un DNA quello presente nella mente di quasi tutti i Veneziani, dal cui effetto ed esplicitazione quasi nessuno sapeva né voleva, né quasi mai avrebbe osato esimersi. Ne derivava, insomma, un formidabile apparato funzionale che lungo i secoli ha determinato una specifica mentalità e un modo di vivere e intendere che ha caratterizzato il modo d’essere dei Veneziani di tutto il Sestiere di Cannaregio, della Contrada (e … di tutta Venezia).

L’attività del Capitolo dei Preti poi si estrinsecava e esplicitava allargandosi ulteriormente venendo “corroborata” e aiutata da tutta una consistente schiera d’altri Preti e Religiosi che stazionavano direttamente nella Contrada abitando le varie Corti e Calli dei Preti, o pervenendo di frequente in Contrada dalla vicina ampia area Monasteriale di Cannaregio(strapiena di presenze Religiose di ogni sorta). Accanto a tutti costoro inoltre, esisteva anche un vero e proprio “esercito di personaggi di chiesa” affigliatissimi e ammanigliatissimi e completamente dediti alla causa, che fungevano da costante e preziosissimo tramite e tredunion fra i Preti del Capitolo e tutto il resto della pubblica realtà sociale della Contrada. Questa gente viveva radicata e infiltrata in ogni situazione del territorio, che era l’habitat esistenziale da dove facevano continua spola col Capitolo dei Preti che supervisionavano la Contrada ... Accadeva, insomma, un continuo andirivieni  e un intenso scambio di notizie e segnalazioni. C’era come un “ritorno costante” dalle spicciole circostanze esistenziali quotidiane della Contrada all’Istituzione Ecclesiastica del Capitolo dei Preti ... e viceversa. Era come se i Preti del Capitolo fossero stati presenti e attenti ovunque: in famiglia, nelle bettole, taverne, locande e osterie, al mercato, sulle Rive, nei Campielli e Corti, nei Palazzi dei Nobili, e in ogni angolo e situazione lavorativa e d’interscambio della Contrada ... Il Capitolo dei Preti aveva grandi occhi e grandi orecchi, e presso e intorno a loro si coagulava e unificava tutta la Contrada divenendo un tutto omogeneo e amalgamato da pascere, soppesare e governare di continuo.
Non voglio parlare di plagio dei Veneziani delle Contrade, ma di certo i Preti dei Capitoli hanno esercitato un continuativo e profondo controllo esistenziale ed emozionale di tutti quelli che vivevano in Contrada ... Per questo ho parlato di subliminale.

Un esempio fra i tanti possibili: nell’Archivio della Contrada e Parrocchia di San Marcuola esisteva perfino un Libro degli Annegati in Contrada. Quanti potranno mai essere stati gli annegati in Contrada ? … Migliaia ? … Non credo proprio … Eppure venivano tutti puntualmente annotati, catalogati ed elencati nell’apposito registro dell’Archivio precisandone dinamiche, nomi e situazioni fin nei più minimi dettagli. Questo a dire che “tutto, ma proprio tutto”veniva recepito e considerato, segnato e tenuto sotto attento controllo dai Preti del Capitolo ... Niente sfuggiva all’attenta, assidua osservazione dei Preti … Tutto interessava a loro … e ogni cosa o notizia dopo essere stata attentamente valutata, considerata e archiviata, provocava e riceveva una sorta di “risposta di rimando” da parte dei Preti, un “dovuto ritorno” fatto d’indicazioni, richiami, precetti e di un continuo rimando all’applicazione delle “buone regole etico-morali” imprescindibili per il “buon vivere” di tutta la Contrada ... Ogni occasione era utile per ribadire e confermare quei concetti e precetti di fondo con prediche, commenti e insegnamenti dall’altare o dal pulpito, o direttamente incontrando le persone a tu per tu durante le celebrazioni dei Sacramenti, i Funerali, i Matrimoni e tutto il resto.

I Preti poi compivano delle vere e proprie “ronde quotidiane” nel territorio della Contrada: entravano con autorevolezza nelle case e nelle singole famiglie, negli esercizi pubblici, e in tutti i posti dove accadeva l’esistenza della Contrada. Perciò andavano a controllare e verificare direttamente quanto veniva già loro segnalato puntualmente in precedenza: avevano si può dire proprio “le mani in pasta” nella vita della gente.

Per questo il Capitolo dei Preti sapeva fornire indicazioni sullo stile del lavoro, gli affari, la dipendenza lavorativa, sulle modalità della socializzazione, sulla convivenza familiare, sui divertimenti e la gestione del tempo libero, sulla moda, sull’educazione e la cultura, sulla gestione degli affetti coniugandoli descrivendoli in dettaglio fin dentro al letto matrimoniale, e perfino sulle diete alimentari da seguire … Decretavano, insomma, il “giusto modo” per intraprendere anche la malattia, l’infermità, l’anzianità, la miseria e la gestione finale della Morte e dell’Aldilà: l’intera vita della Contrada derivava dall’azione, dall’ispirazione e dal controllo ubiquitario e immancabile dei Preti del Capitolo che sapevano tutto di tutti. C’era però anche una reciprocità: cioè i Veneziani della Contrada si aspettavano dal Capitolo le indicazioni utili per il “corretto ed efficace vivere”, mentre la Serenissima del Leòn in parallelo annuiva, vigilava e confermava, faceva proprio e gestiva tutti quei frutti di quell’ingegnoso e attento sistema e apparato perseguendone (più o meno)gli stessi fini. Anche i Nobili col loro ricco, potente e influente apporto erano parte integrante della Contrada.

La gestione e il controllo del Capitolo dei Preti era un “meccanismo, un marchingegno” proprio solido, bel oliato, esperimentato, certo e collaudato, soprattutto: efficiente e funzionale ... del cui “ottimo funzionamento” il Piovano rendeva conto sia al Doge con le sue Magistrature di controllo, che al Patriarca con i suoi Vicari e rappresentanti.
L’Archiviodi conseguenza ha tratteggiato e sintetizzato per secoli (1400-1950) questo “modus operandi” del Capitolo dei Preti su tutte le esperienze della vita di “quelli della Contrada allargata di San Marcuola”. Il risultato è stato un consistente mare, una miniera, una montagna immensa di documenti, carte, schede compilate a mano (migliaia, con milioni di dati e informazioni dettagliatissime)… un database formidabile e copiosissimo: “L’Archivio della Contrada è un mostro sacro, una macchina stupenda ed efficiente, l’Animo, il riassunto e sintesi di tutto quanto accade dentro alla vita e alla storia della nostra Contrada ...”

Entrare e metter mano nell’Archivio di San Marcuola(come in quelli degli altri Capitoli dei Preti Veneziani) significava entrare in possesso di una plastica visione, un video antelitteram impresso nella carta degli accadimenti contradariali, e addentrarsi nelle vicende di vita spicciole e personali dei Veneziani di quella zona. Si trovava uno strumento ordinatissimo, pensato, “digitalizzato”, cioè perfettamente inventariato, alfabetizzato, rubricato e indicizzato che metteva in fila e ordinava chiaramente ogni accadimento e personalità. Qualsiasi  Prete del Capitolo di San Marcuola avrebbe potuto “metter mano” col consenso e l’aiuto del Piovano, e ritrovare senza gran fatica, orientandosi e muovendosi in quell’immenso datario, il famoso “ago nel pagliaio” inerente alla storia di tutti e ciascuno.

La data approssimativa della nascita di quel potente strumento dell’Archivio è collocabile circa verso il 1550-1555, anche se si provvide fin da subito a raccogliere, catalogare e integrare le notizie dei secoli precendenti spesso già alfabetizzate e rubricate in primitive raccolte. Come bagaglio, integrazione e fondo prezioso si aggiunsero tutte le pergamene e i documenti antichi (1100-1200) depositati in Parrocchia, così da ottenere maggiore spessore e profondità storica, e un’ulteriore ricostruzione del volto della Contrada: “L’Archivio delle storiche scritture di nostra chiesa è uno strumento principe ... è la concentrazione visibile dell’intero lavorio del Capitolo dei Preti della Contrada.”

L’Archivio suddiviso e collocato fisicamente spesso in locali distinti ma limitrofi come: la Sacrestia, la Chiesa, la Canonica e l’Ufficio Parrocchiale era perciò un resoconto storico meticoloso, una vera e propria serie di “radiografie particolareggiate e in successione” dell’accadere storico della Contrada Veneziana … A metà del 1600 si può leggere nel “Libro de´ Atti del Reverendo Capitolo di San Marcuola” che il Piovano Zuanne D´Angeli ottenne dal Capitolo dei Preti l´autorizzazione a: “far fare un armaro in Sagrestia nostra per registrare e collocare le scritture della nostra chiesa giacché l´armaro delle scritture fatto farre dalli antecessori era molto angusto essendo moltiplicate le scritture per l´occasion de liti, confuso et incomodo il loco per studiarle e difficile per trovarle et per questo alcune smarite …”

L’Archivio di San Marcuola comprendeva: "Ellenco delli fogli che rassegnano il Reverendissimo Pievano e molto Reverendo Procurator di Capitolo ... in obbedienza al venerato precetto di sua Eccellenza Reverendissima intitolato Motu proprio"… e conservava stese per scritto le “regole del gioco” di quell’azione efficace, e degli intenti del Capitolo dei Preti di San Marcuola: "Costitutiones di San Marcuola" ... "Exemplum consuetudinem ecclesie Sancotorum Ermagorae et Fortunati Venetuarum."(1513) ... "Consuetudini di San Leonardo." ..."Libro de Atti del Reverendo Capitolo di San Marcuola" (1694).

Si provvedeva a registrare l’immagine vera e propria della realtà dell’intera Contrada: "Libro delle Anime della Contrà della Maddalene fatto adì 14 aprile 1592." ... "San Leonardo: Libro di tutti quelli che sono nella Contrà." ... "Elenco delle famiglie catalogate dalla Fraterna dei Poveri dei Santi Emagora e Fortunato”(1855)“Libro dei Nobili della Contrada” dal 1506 al 1637: “Che da mo avanti alcuno nostro gentile non possi ne debi simbaptizari come ne cresimare tuor alcuno zentilhomo per compar soto pena de esser privati de tutti officii et beneficii regimenti et consegli per anni cinque et oltra ... et la medexima pena cazino quelli zentilhomeni nostri che fusseno chiamati et andesse ai baptizari prediti et siano tenuti li Piovani et altri Preti de questa nostra città che batizasse alcuno fiol over fiola de alcuno zentilhomo nostro sotto pena de perpetuo exillio de questa cità et desctreto venir subito a manifestarlo ali capi de questo Conselgio... et la presente parte sia publicata nel primo gran Conseio et li piovani et li rectori delle giexie sia obligati a tacarla nele loro sagrestie anuntiando a tuti et cetera …”

E ancora: “Siano tenuti et obligati li Plebani over Preti Curati de le Parochie che harano baptizati fioli in termene de zorni tre da poi el baptizar facto, vegnir a dar per nota alo offitio de li Avogadori nostri di Comun li fioli che harano baptizado [...] Tuti Plebani et Preti Curati ali quali sia expresse commesso et comandato che debino siaschaduno de loro tegnir uno Libro sopra del quale habino et debino notar quanto ut supra per la presente parte […] Piovani et Preti siano tenuti ... tegnir ne li Libri loro conto et notificar tuti queli, si queli che li havesseno dati in nota che nascesse, como tuti queli nostri zentilhomeni che morissseno ne le Contrade loro.”

Infine: “Notarò tuti Nobeli che morirà in la nostra Contrà de San Hermacora e Fortunato io Pre Alvixe Zio Piovan per observation de la parte prexa ut supra.” “Anagrafi e variazioni di abitazione Anime Parrocchia.”(1857-66)

La gestione, invece, del consistente patrimonio economico, delle Rendite e Capitali del Capitolo dei Preti di San Marcuola veniva attuata servendosi di un organo specifico denominato Fabbriceria. Tramite quell’organo di controllo, ma anche direttamente, il Capitolo dei Preti gestiva gli introiti provenienti dagli strumenti delle Commissariee delle Mansionerie di Messe: altri considerevoli Patrimoni “dinamici e fruttuosi” composti da numerosi apporti pecuniari suddivisi e annotati e distinti nell’Archivio sotto diverse “voci attive”: "Partite de Capitali in Zecca”"Capitali all'Officio del Proveditor agli Ori e Argenti""Capitali, entrade si di fuori come di Venetia, investiture, obligationi, livelli, eredità testamentarie, giri, censi stabili, legati privati, Mansionarie, Esequi, acquisti, Schole, memorie, rendite, polizze, fatture, carte contabili, atti, filze de riceveri et altro spettante alla chiesa di San Marcuola.”“Minute di elenchi di offerte”(1860-67) ... Tutto veniva rubricato e catalogato come “da mano” d’avveduto ragioniere contabile, un commercialista esperto dell’epoca: “Libro di Cassa del Capitolo di San Marcuola segnato e fatto da me Pre Francesco Mander, Terzo Prete Titolato et da altri Libri e carte in Archivio nel 1735”"Cassa della Fabrica della chiesa di San Marcola tenuta da me Pre Bortolomio Trevisan Pievano e Presidente della stessa chiesa"(1727-32)“Cassa della Fabrica della Capella del Santissimo tenuta da me Pre Bortolomio Trivisan Piovano in San Marcuola per ordine de Ser Bonavetura Temanza Cassier”.

Nell’Archivio si raccoglievano“Cronache”,Cronistorie” e “Memorie Storiche” scandendo e misurando il trascorrere del Tempo e della Storia della Contrada:“Memoriali, inventari degli oggetti di chiesa (compresi elenchi dei libri liturgici), punti di testamento, elenchi di Mansionarie, Corrispondenze, note delle Celebrazioni Liturgiche svolte, e liste di ricevute dell'Esercizio del Piovano nelle sue diverse funzioni”(fino al 1900)"Carte esaminate e trovate oziose"(1412-1621)… "Documenti antichi, memorie e scritti che possono servire alla storia della chiesa e Contrada" (1501-30)“Visite patriarcali”(con documenti dal 1581). A tal proposito le Visite Pastorali dei Vescovi di Olivolo-Castello prima, e dei Patriarchi di Venezia sono state degli eventi importantissimi in quanto hanno scandito e puntualizzato la Storia della Contrada, e soprattutto hanno rilevato e analizzato fin nel dettaglio: situazioni, persone e bisogni delle Contrade di Venezia. Erano un pratico, quanto analitico e completo strumento di controllo (la cui attuazione a volte richiedeva anche una settimana), un’attenta valutazione e supervisione del “meccanismo e del sistema”. Gli Atti riassuntivi di quelle verifiche sono ancora oggi delle vere e proprie “fotografie” di epoche, persone e situazioni.

L’ingente Patrimonio e Capitale del Capitolo è stato poi gestito e difeso con assiduità per secoli tramite un oculato uso di Processi, servendosi all’occorrenza come confronto, stimolo e risorsa delle esperienze e appelli occorsi agli altri Capitoli Veneziani. In diverse occasioni il Capitolo dei Preti di San Marcuola non ha temuto di raffrontarsi, confrontarsi e contrapporsi con chiunque altro per ribadire, proteggere e far valere i propri diritti e interessi: "Controversia del Reverendo Capitolo di San Leone (San Lio) contra il Reverendo Capitolo di Santa Maria Formosa per Battesimo somministrato dal Reverendissimo Pievano di Santa Maria Formosa ad un figlio del Signor Antonio Muttoni nato nella stanza di una casa.” (1751-53) ... "Ragioni della chiesa Parocchiale di San Giovanni Grisostomo sopra il Funerale della quondam Francesca Crescenzi in confronto delle pretese della Parochia di Santa Giustina."

Non solo mancate ovviamente le tentazioni, i vizi, e i casi d’avarizia ed esosità personale dei Preti, ma lo scopo di fondo di quelle azioni durate a volte secoli è stato sempre lo stesso: il Capitolo di San Marcuolasi è contrapposto, imposto e confrontato senza timore con tutti: pro e contro gli organi di Governo e le Magistrature della Serenissima, contro le Schole-Fraglie-Confraternite di Arti e Mestiere cittadine, e contro chiunque altro osasse rallentarne o ostacolare il cammino del Capitolo dei Preti con le proprie regole e convinzioni: “Processo relativo all´Officio della "Sagomarie Olei." (1539-49)“Processo tra il Pievano e Capitolo di San Marcuola e i Tessitori.” (1700-1816) … "Processi contro Eremite di San Marcuola."(1487-1685)"Processi per la Schola del Cristo" (1593-1764)“Instrumento tra il Reverendo Capitolo di San Marcuola e la Veneranda Scola del Christo per la fabrica del sottoportico"(1694-1764)“Processo tra Pievano e Capitolo di San Geremia ed eredi Broilo e Pievano e Capitolo di Santi Ermagora e Fortunato” (1467-68): “Nota che Messer Marcho Ruzini volesse far terrar el rivo che se vien da San Hieremia ale chase da Brolio et non poter per la contradition de i proprietarii parochiani de San Marchora et specialmente che le aque son di la giesia predita Sanctorum Hermacorae et Fortunati et la paludi como apar per sententia”...“Hieremie emolumentum"(1667-68): “Processo tra San Marcuola e San Geremia per la restituzione di emolumenti ricavati dal funerale del fu Giovanni Maria Lombardi”"Capitolo di San Marcuola contro Capitolo di San Zuanne Elemosinario di Rialto per ius parrocchiale di sepoltura con attestati de casi seguiti." (1711-20)"Reverendo Capitolo di San Marcuola contra Padri Serviti in merito a consuetudini delle liturgie funebri." (1671-87)"Processo e carte in una causa del Piovan di San Marcuola contro li Confratelli e Schola del Santissimo Sacramento per candelle."(1607 con documenti dal 1528 e seguiti fino al 1839)"Allegazione del Capitolo di San Marcuola contro i Signori Fratelli Donati ed Elena Dal Cortivo Motti." (1700) ..."Processo e sentenza dell´Eccellentissimo Magistrato de Cattaveri a favor del Reverendo Capitolo di San Marcuola contro gl´Hebrei." (1433-1699): contiene una causa intentata dal Pievano di San Marcuola contro gli Ebrei abitanti in Contrada con inserti, fascicoli e carte relative a una precedente causa tra San Marcuola e San Geremia circa la giurisdizione del terreno del Ghetto (1458), e un altro fascicolo: “Summario delle ragioni tiene la chiesa di San Marcuola nell'acque et paludi etc.” (1500)“Causa tra San Marcuola e San Geremia circa alcune case fabbricate da Costantino e Bartolomeo de Bruollo cittadini veneziani.”(1433-1633)“Dolfini Nobilhomeni controversia col Capitolo di San Marcuola per proprietà di due caxette poste in Contrà de San Marcuola." (1499-1595): sono allegate altre controversie con i Nobili Priuli(1615-66) ... "Documenti e concordati seguiti tra il Reverendo Capitolo di San Marcuola contro la Confraternita e Veneranda Schola di Santa Maria del Capitello detta dell'Anconetta." (1504-1783)“Per il Reverendissimo Piovan di San Marcuola e Antonio Fortunato Sebastiani” (1729-32)“Memoria defensionale nell'interesse degli attori consorti Martinengo Cavalli.”(1883-1901)“Processo tra il Monastero della Santa Croce e la Congregazione di San Marcuola per livello dovuto al Monastero secondo la Commissaria del quondam Andrea Laude” ...“Longato contro fratelli Giuseppe e Antonio Stringari detti Girardi."(1708-30)... “Processo relativo a pendenze debitorie degli Stringari a favore di Iseppo di Girolamo Longato in qualità di Cessionario del Reverendo Zuane Zanini Piovano di San Basso.” ...“Processo novissimo interesse Laude contro Chinoto.” (1705) ... “Processo tra Stella moglie di Vido di Cà del Berardi ed Ettore ed Adriano Nievi per l’eredità del quondam Giovan Battista Mozzo.” (1627-92).

Secondo la forma prescritta dai Sinodi Diocesani, nell’Archivio di San Marcuola “luogo di Venezia e frazione del Comune”, si tenevano registrati tutti gli Atti Sacramentalicioè i gesti d’“lnizio e fine Vita” di ogni persona residente nella Contrada: “Registro manuale del Batizàr o de Baptismi, e Squarzi e Scartafazi de Nati e Libro degli Atti Canonici di Nascita e Registri dei Battesimi segreti.” (registri tenuti ininterrottamente “incomincia dal 1566 more veneto” al dicembre 1965)“Dichiarazioni di nati illegittimi” (1860-71) .

Si curava di annotare la crescita e la progressione sentimentale e interiore “pubblica e privata” di ciascuno: il Prete-Piovano di San Marcuolaè stato a lungo anche Ufficiale del Comune di Veneziain quanto non esistevano le Anagrafi Civiche: “Liber Confirmatorum Paroeciae Sanctorum Ermagorae et Fortunati, ovverossia: Libro delli Cresimati o della Cresima della chiesa di San Marcuola o Santi Ermagora e Fortunato."(adì 11 novembre 1638 al dicembre 1921)"Libro delle Publicazioni degli Ordinandi (futuri Preti)"“Stride d’annunzio dirimenti di chiesa o delle Canoniche Pubblicazioni di Matrimonio.”“Indici, Registri, Repertori, Filze e Atti civili e Documenti delle Promesse di Matrimonio o Sposalici, o de Contrati, Contraddizioni e Processi Matrimoniali.” (dal 1577 more veneto … con seguiti ininterrotti al 1997)“Matrimoni dei Militari.”(1854-69)“Prescrizioni sul diritto di Matrimonio del Governo Austro-Ungarico.”

Il Capitolo dei Preti di San Marcuola si curava di considerare e attestare lo stato di Salute ed economico di “quelli di San Marcuola certificandone fosse caso la miserabilità, la malattia, l’impotenza e la Morte”: “Libro per nottar li feritti della chiesa di San Marcuola"(fin dal 1500)“Registri degli Infermi di San Marcuola” (dal 1631) ...“Libro dei Malati di Peste”(1630) “Istruzioni ... per provvedimenti sanitari nel caso dello sviluppo nella regia città di Venezia del cholera asiatico.”(1835) ...“Suma Morti o Liber Mortuorum ex forma praescripta a Rituale Romano e dai Sinodi Diocesani” ... “Libro o Registro Alfabetico dei Morti.” (suddiviso per mesi, si è iniziato a stenderlo fin dal 1565 e fino al 1944, realizzando appositi specchietti riassuntivi, e inserendo e chiosando puntuali registrazioni contabili di entrate a favore del Capitolo derivanti dai singoli Funerali) ... “Necrologi Sanitari della Parrocchia”: il Piovano di San Marcuola rilasciava e certificava gli Atti Civili di Morte in cui specificava: “Data e ora della morte, Cognome e Nome, età, Domicilio, nome del Padre e della Madre, Condizione del morto, nome dell'Assistente alla Morte, Conforti Religiosi ricevuti e data della relativa Tumulazione”.

Provate solo per qualche istante a immaginare “all’opera” quella cerchia dei Preti del Capitolo di San Marcuola dediti giorno e notte, per anni come grilli talpa sepolti nell’Archivio. Li “vedo” tutti intenti a inventariare, descrivere e segnare … Quasi per una vita intera chini ad aggiornare i dati su Vita e Morte, gli avvenimenti contabili, i meriti e demeriti di ogni Anima della Parrocchia-Contrada … Quei Libri e quei resoconti erano come un’anticipazione della Bilancia del Giudizio Finale di San Michele oltre la Morte.

L’organizzazione dell’Archivio della Fabbriceria dei Santi Ermagora e Fortunato, cioè San Marcuola era sofisticatissima: “Protocollo per l'Archivio Generale, Indici, Disposizioni superiori, repertori degli Atti Fabbricieriali""Inventari delle carte, degli Atti e Registri Fabbriceriali e consegne dei Fabbriceri cessanti."(1737-1830)“Disposizioni Autorità Civili ed Ecclesiastiche.” (1808-1900 con documenti risalenti al 1610)“Parrochi, Economi, Vicari, Fabbriceri, Sagristi, Organisti, Nunzi, Inservienti, Zaghi, Esattori, Collaboratori, Stipendiati e loro amministrazione.”(1807-87)“Articoli disciplinari per la direzione delle Cariche e delle funzioni da sostenersi ed eseguirsi dalli Devoti contribuenti a Suffragio delle Anime de' tumulati nel Cimitero di San Cristoforo.” (1821-1903)“Bilanci e consuntivi.”(1817-1930) "Giornale Fabbriceria San Marcuola." (1821-28)...“Repertorio degli Atti soggetti a Registro.”(1901-07)“Prospetti generali e parziali della sostanza fabbricieriale.” (1810-71)"Giornale di entrata e uscita per l'azienda della chiesa parrocchiale dei Santi Ermagora e Fortunato relativo alli esercizi camerali.”(1846-47)"Minute giornali di Cassa." (1861-66):  “Minute tenute da Luigi Morandini che in esso giorno assunse l'amministrazione della Fabbriceria della chiesa parrocchiale di Santi Ermagora e Fortunato di Venezia”"Affittuali della fabbriceria dei Santi Ermagora e Fortunato.” (1859-63)“Cassa Fabbrica San Marcuola da … usque … pegli anni"“Registro Cassa.”“Squarzo attività.”“Reso Conto Fabbriceria.” ... "Cassa contanti amministrazione Fabbriceria.”“Passività Fabbriceriali da Livelli affrancabili passivi.” "Cose risguardanti i preesistiti Capitoli delle chiese amministrate dalla Fabbriceria." (1564-1876) … "Carteggio per aver notizia del domicilio d'alcuni debitori verso la Fabbriceria."(1843-47)"Istituzione delle scuole infantili ed ingerenza relativa per parte della Fabbriceria."(1836-37) “Opere pie. Disposizioni comuni alle varie opere amministrate dalla Fabbriceria.” (1882-91)“Cassa della Schola del Santissimo Sacramento fino a ottobre 1826: conti uniti alla contabilità del Giornale della Fabbriceria”"Disposizioni sulle monete." (1823-24)“Spese per oggetti di cancelleria ad uso fabbriceriale comprese le stampe.” "Cassa San Gaetano."(1817-1848: introiti provenienti da Cassella Morti e delle somme trattenute dalla Fabbriceria)"Registro della Fabbriceria delle somme che vengono passate alla Sagrestia per la celebrazione di Messe."(1823-29)"Protocollo d'Atti della Fabbriceria.”(1822-1937).

La Fabbriceria di San Marcuola gestiva il “patrimonio allargato” dei beni delle quattro Parrocchie fra cui quelli delle tre “succursali” di Santa Fosca, Santa Maria Maddalene e San Lunardo producendo un continuo fiume di Atti patrimoniali e amministrativi fin dal 1523. Si rubricavano e catalogavano gli Atti e gli effetti di: Testamenti, Prospetti contabili di Mansionarie, Anniversari, Esequie e Legati , Certificati di Rendita, corrispondenze e carte contabili di vario tipo, estratti e resoconti … C’era, ad esempio, raccolto e archiviato il fenomenale mare spettacolare delle carte inerenti ai “Legati, Eredità e Testamenti spettanti alla Parrocchia”: uno strumento giuridico ricchissimo utilizzato dal Capitolo, registrato dall’Archivio e rimasto attivo, valido e soprattutto fruttuoso per i Preti fino alle porte del 1900.

Tutto era quantificabile, aveva un prezzo, e costituiva un valore registrabile … anche “le cose dell’Eternità, dell’Anima e dello Spirito”… perfino le emozioni:"Riscossioni e spese della eredità Correr."(1736-82)“Testamento e codicillo di Francesco Biondi.”(1746-47)"Libro Cassa della Commissaria del quondam Reverendo Signor Don Paulo Salvadori." (1739-65)“Commissaria Spongaro.” (1874-1901)"Carte attinenti alla Commissaria del quondam Don Andrea Laude." (1737-82) ...“Registro Amministrazione di Mansionarie e Legati.”(fino al 1951 con notizie di documenti dal 1400: contiene gli importi raccolti per la celebrazione dei Legati di Messe e le sottoscrizioni d’avvenuta celebrazione da parte del Sacerdote celebrante)“Catastico di Legati, Mansionarie ed altre partite da rivendicarsi a beneficio della chiesa di San Marcuola, Santa Fosca, Santa Maria Maddalena e San Leonardo”“Registro improntato dal già Fabbricere Antonio Tagliaferri delle Mansionarie, Ufficiature ed altro riattivate nella chiesa parrocchiale dei Santi Ermagora e Fortunato colle inerenti attività e passività.” ... "Indice dei Legati e Mansionarie della Parrocchia."(1861 – 1863)“Elenco dei Legati appartenenti alla chiesa parrocchiale dei Santi Ermagora e Fortunato in Venezia.(1890) con inserite: “Minute delle tabelle dei Legati da esporsi nelle sagrestie delle tre chiese.”)“Eredità Giovanni Bellatin.”"Libro dei Legati: Lavoro del Fabbriciere Luigi Morandini.""Registro Mastro Legati Fabbriceria."“Legati della fabbriceria: data della ricevuta, destinazione, esecuzione dei medesimi”: importi ricavati da celebrazione dei Legati di Messe … "Esecuzione dei Legati di Fabbriceria della Parrocchia dei Santi Ermagora e Fortunato” (1932-51)… "Foglio pagatoriale Legato Fiordiben Nardelli, Zanchi Giovanni"(1861-79) … “Ricevute, Memorie. carte contabili e diffide di pagamento, Mandati di pagamento per Legati” (1852-1934)"Foglio pagatoriale Occioni Andrea" (1861-79)

Le carte e i Registri dell’Archivio distinguevano fra:Legati attivi”, “Legati in perdita” e “Legati inesigibili”…“Livelli perpetui attivi.” (1408-1845)"Legati delle Mansionarie del Reverendo Capitolo di San Marcola" (1738-55)“Prospetti dei Legati Perpetui e riduzione di essi concessi dalle Autorità Ecclesiastiche”"Fabbriceria: Nozioni intorno ai Pii Legati della chiesa parte dei Santi Ermagora e Fortunato e chiese aggregate. Deo adjuvante Tagliaferri opus 1828" … "Testamento di Costanza vedova di Giovanni da Ca' da Honor con cui, fra vari Legati, ne lascia uno di ducati 100 d'imprestiti alla Dogaressa Marina Foscari ed istituisce eredi residuari della metà della sua sostanza i poveri della Contrada”(1441)“Legati Perpetui Inesigibili lasciati alla chiesa di San Marcuola dalla soppressa chiesa di San Leonardo”: Giovanni Battista Moro, Giovanni Viaro, consorti Viaro, Orazio Marucelli, Marco Stenta, Francesco Parabin, e Elena Favra Olivo, Marina Grava, Domenico Griffon il vecchio, Don Leonardo Redicanal, Stefano Bianco, Pietro Bracchi, Maria Bracchi Nassini, Giorgio Bracchi, Elena Ca de Piero fu Sebastiano, Marco Calbo, Antonio Calegari fu Giovanni, Sante Carnelli … e avanti così.

Esistevano Legati offerti dai Nobili (che venivano privilegiati nell’esecuzione e applicazione in quanto di maggiore consistenza e valore economico): Taddea moglie di Ludovico Vendramin e MarcAntonio Vendramin, Giacomo Vendramin fu Michele, Sebastiano Contarini fu Nicolò, Agnese Vallaresso Gritti, Paolo Gradenico fu Pietro, Marina Callergi Grimani fu Vettore, Bonvicini, Querini del Procurator, Querini Pappozze di San Leonardo, Perina Bragadin del fu Angelo Querini, Lucrezia Tiepolo vedova Marcantonio Querini, Francesco Zustinian fu Angelo, Canala Dolfin, Lorenzo Pisani, Maria Berlendis vedova Pietro Schietti, Leonardo Emo fu Benedetto, Perina Colonna consorte di Bortolo Zen, Andrianna Correr …

C’erano Legati istituiti e offerti da Preti: Don Ferdinando Diana, Don Francesco Surbi, Don Giovanni Segati, Don Antonio Basilisco, Don Gaspare Altieri, Don Giovanni Olmo, Don Giovanni Bernetti fu Lorenzo, Don Giacomo Carioni, Don Orazio Licini, Don Giovanni D'angeli, Gualtier Parroco di Santa Fosca, Don Alvise Giraldon …

Legati lasciati da Artigiani e uomini dei Mestieri:Leonardo de Giorgi detto Varoter, Vincenzo fu Damiano Dentòr …

Legati “spettanti alla Parrocchia” voluti dai Parrocchiani qualsiasi residenti in Contrada: Tommasina Botulo, Bomadella vedova di Giacomo Martello, Dominica Danastasio, Margarita Garpiza Parasino, Angela Gastaldo, , Alessandro Girardini fu Bortolo, Maddalena Bonifaccio, Giovanni Girolamo Bonifaccio, Paolo Santini fu Andrea, Giacomo Colussi detto Manetta fu Pietro, Michele Pellatin, Alvise Geraldon fu Bortolo, Elena Rossi vedova Geraldon detto Bosio, Giovanni Bellatin fu Matteo, Anna Gerardini, Sante Colussi detto Manetta fu Giovanni, Teresa Bonaiuti, Agostino Ceresa, Giovanna Sirena ...

“Legati per una volta tanto lasciati alle tre chiese” nel loro insieme: Cristoforo Brombilla, Matteo Consolato fu Giovanni, Elena Loredan fu Giovanni Francesco, Caterina Zanchi Tasca, Giacomo Guerra, Giovanni Agugiano, Gaetana Luigia Maria Corner, Caterina Zampieretti, Maria Antonia Geraldon Raspoli, Elisabetta Battagia Goldini, Anna Maratti Coletti, Francesco Gritti, Bartolomeo Plebani, Giulia Rossi Vitlich, Giovanni Battista Cucchetti, Domenica Masolbello Pasqualotto, Maria Meratti Tasca, Antonio Miani fu Antonio, Maria Breda Scalabrin ...

“Un mare” quindi di richieste d’intercessione, di memorie, di suffragi e ricordi, e supplice, e passepartout “per un posto in Paradiso”. Solo chi ha avuto occasione di vivere in una Sacrestia e nei pressi di un Altare potrà intuire appieno il significato e il valore di quel continuo e quotidiano “lavorio celebrativo e propiziatorio” ininterrotto per secoli ... e accaduto in ogni Contrada e chiesa Veneziana: una vera e propria “messe” di chiamate e grida rivolte al cielo ... a pagamento s’intende, sebbene il più delle volte condite da parecchia Devozione.

E questa che ho appena tentato di descrivere è un’altra delle tante “voci e azioni” raccolte, segnalate e contenute negli atti della formidabile “macchina dell’Archivio”.

C’erano poi rappresentate e specificate fin nel dettaglio le maniere con cui quel formidabile patrimonio mobile e immobile raccolto dai Preti di San Marcuola veniva “portato a frutto”, investito, conservato e ulteriormente allargato a beneficio della Chiesa e a dividendo del Capitolo dei Preti della Contrada: “Patrimonio mobiliare e immobiliare, Sostanze attive e passive, Affittanze, Iscrizioni Ipotecarie, Prediali e altre Imposte.”“Stabili e fondi di proprietà della Fabbriceria dei Santi Ermagora e Fortunato in Venezia.”“Capitali e crediti di qualsiasi natura.”(1750-1879)“Sovvenzioni dal Comune e dallo Stato.”(1817-44)“Patrimoni Ecclesiastici.”“Certificati di rendita.”“Servitù Attive ossia danti annuo canone.”“Note d'iscrizioni ipotecarie e rinnovazioni ipotecarie.”“Case e beni fondi del Capitolo dei Preti di San Marcuola.”: stabili siti all'Angelo Raffaele, San Girolamo, Calle e Campiello del Magazzino e in Mestre … “Documenti e carte risguardanti la proprietà di campi 7 con casino in Mestre.”: proprietà sita in Carpenedo di Mestre fin dal  1491 … “Documenti e carte riguardanti la proprietà delle tre caxette in Campiel Lombardo.” (1824-36)“Case e beni fondi.”: relativi ai beni siti in Campolongo, San Donà e Villa Tora fino al 1847 con documenti dal 1510 … “Affittanze e tutto ciò che ad essi è relativo.”: beni in Mestre località Spalti, Lughetto distretto di Dolo, Zero Branco, Calle del Magazzino in Venezia … "Libro affittanze del Capitolo di San Marcuola.”

Si provvedeva alla manutenzione degli immobili: “Lavori e ristauri agli stabili all'Angelo Raffaele.” (1862-68)“a San Simeone.”(1810-33)“al casino e casa colonica in Mestre.”(1545-1842)“alle case a San Marcuola in Campiel Lombardo.” (1815-64)“alle case a San Marcuola nella Calle e nel Campiello del Magazzino.”(1803-65)"Progetto di vendita delle case ai Barri Parrochia di San Simeone Profeta." (1842-44) … “Carte relative a restauri di case in San Leonardo.” (1847) …

Così come si stilavano Catastici ed Inventari, e si realizzava la manutenzione e l’acquisto continuo “del fabbisogno della chiesa”: "Inventario di tutti li paramenti sacri ed altre cose mobili della chiesa di San Marcola."(1737-1804) ... "Inventari San Lunardo."(1630-1739) ... "Copia di tutto l'inventario della chiesa di San Lunardo, cioè Catastico delli beni di detta chiesa."(1592 con documenti in copia fin dal 1340) ..."Catasticum Ecclesiae Sanctorum Hermacore et Fortunati." (1584-1806 con notizie e pergamene risalenti fino al 1102 e documenti del 1250. Si precisava nell’“Incipit”: “Cartado il presente Catastico del 1584 agiontoni carte vintisei et in tuto carte n. 74 per mi Zuanmaria Nascimben Piovan de San Marcuola”Un altro Catastico del 1633 raccoglieva e riordinava di nuovo tutto il materiale antico: “a cura e spese del Guardiano e della Banca della Schola del Santissimo Sacramento di detta chiesa, e nell'occasione il Catastico suddetto fu presentato all'Officio della Sanità.”“Disposizioni perché sia rilevato se sussistono bisogni di riparazione sia nelle chiese che negli stabili amministrati dalla fabbriceria in causa di accidenti straordinari e perché ci sia provveduto o a mezzo della fabbriceria o del Regio Erario qualora si trattasse di chiese di Juspatrono Erariale.”“Acquisto degli ottoni per la chiesa di San Marcuola.”(1864-65)“Spese per cere, olio ed altre cose ordinariamente necessarie alle tre chiese.” (1822-37)"Concessioni di arche e lapidi."(1702-86)"Funzioni Sacre."(1738-1867) "Parafulmini." (1824-47)"Regolazione delle grondaie e coppi sporgenti." (1838)"Apertura della chiesa di San Girolamo come Sussidiaria della Parrocchiale di San Marcuola." (1810)“Soppressione della Processione del Corpus Domini.” (1810-21)“Inventari degli oggetti varii di chiesa e di Sagristia.”“Effetti preziosi.” (1715-1868)“Lampade, candelabri, bronzi ed altri effetti di metallo.”“Ornamenti e forniture di chiesa.”“Biancheria.”“Apparamenti.”“Messali ed altri Libri.”“Panche, scranne ed attrezzi varii di Chiesa e di Sagristia.”“Infissi in Chiesa e Sagrestia, dipinti, statue, monumenti e lapidi.”"Assicurazione contro gli incendi." (1910) … “Materiali in deposito per disfacimento altari, balaustre, monumenti ed altro.” “Foglio contabile delle Cere offerte per Natale.” (1871) ..."Stampe pei salari e compensi sul prodotto delle casselle."(1870)… 

Non potevano mancare nelle quattro Chiesa la cura e l’interesse per le Sacre Reliquie, che tanto lustro davano al Culto, ed erano a loro volta fonte d’attenzione, Pellegrinaggio e attività Indulgenziale per i Fedeli nonché per i “Forèsti”: “Sacre Reliquie.” (1817-65)"Indulgenze concesse alla Parrocchiale di Santi Ermagora e Fortunato e a Santa Fosca." (1500-1903)

La molteplice ricostruzione e abbellimento delle aule monumentali della chiesa: “Lavori e riparazioni nella chiesa di San Marcuola e nella aderente Cappella di Maria Vergine Addolorata detta anche del Cristo.”(1822-81)“Rifabbrica della chiesa di San Marcuola anno 1728-79.”“Rodolo per rinovare la chiesa.”(1677-1707)“Chiesa di San Marcola”: carte diverse relative al legato Garzoni a favore della Fabbrica con documenti in copia dal 1448 … “Disegni di altari.” (1845) ..."Documenti della consacrazione della chiesa dei Santi Ermagora e Fortunato eseguita da Monsignor Patriarca Giovanelli. Polizza di spese per la detta Consacrazione." (1779)"Legato Tornielli per facciata monumentale della Chiesa Parrocchiale." (1914-31)"Legato di lire 100.000 per facciata della Chiesa Parrocchiale disposto dalla Signora Emma Piccoli del fu Bortolo vedova Tiretta."(1928-36)“Polizze varie restauri chiesa Santi Ermagora e Fortunato.” (1860-62)


Il campanile: “Carte relative alla cessione dell'area occupata dal vecchio campanile di San Marcuola.” (1885-86)“Demolizione di una gran parte dell'antico campanile di San Marcuola e disegno fabbisogno per la sua ricostruzione.” “Nuovo campanile “alla romana” nella Chiesa Parrocchiale.” ...“Campane ed orologio.” (1834-41) “Campane, organi, orologi, restauri.”“Cassa campanile.” (1813-82) …

L’attività delle Schole-Sovvegni-Suffragi-Confraternite e Fraglie delle Contrade: “Capitoli e costituzioni del Venerando Sovvegno de soli Sacerdoti. Sovvegno di San Pietro apostolo.”(1756-95)“Prospetto degli oneri delle antiche Fraterne dei Poveri.”“Registro Cassa Sovvegno San Pietro Apostolo.” (1817-22)“Messe per la Compagnia delle 40 ore.”(1744-1818)“Registro iscritte alla Congregazione delle figlie di Maria.” (1850)“Regolamento Normale per la Confraternita del Santissimo Sacramento.”(1833-70) …

Le case di residenza dei Preti: “Lavori e ristauri alla Canonica del Parroco.” (1809-26) ...

Le tasse da pagare al Vescovo e allo Stato: "Incartamento tassa manomorta." (1866-1909)"Imposta di ricchezza mobile." (1898-1933)"Iscrizioni ipotecarie in vigore." (1862-1939)… “Prediali.” (1840-76)“Tassa d'equivalente d'imposta.” (1874)“Imposta ricchezza mobile.” (1862-89)"Repertorio degli atti soggetti a Tassa Registro."(1812-30)“Ricevute di quanto segue cioè dell'eseguimento dei Legati in genere, del pagamento dei Livelli, del pagamento delle rate dei patrimoni ecclesiastici.” (1823-59) ... “Rendiconti dell'amministrazione.” (1809-1903)“Prospetti dimostranti le rendite e spese annuali.” (1830-67)

Si registravano le attività delle Opere Pie, e l’elargizione di Grazie Dotali alle nubende della Contrade: “Opera Pia Leonardo Nobile Grimani: Patrimonio Sacro di L. 562.962”“Opera Pia: grazia dotale offerta da Viganò Giacomo con rendita Lire 123.”“Opera Pia: grazia dotale offerta da Palazzo Don Giovanni con rendita di Lire 260.”“Opera Pia Sebastiano Contarini ed altri: Patrimonio Sacro e rendita di Lire 148,46.”“Opere Pie.” (1884-1926)"Affranco canone per patrimonio ecclesiastico a carico Pia fondazione Elena Vendramin Calergi vedova Valmarana di Noventa Padovana."(1936-37)… “Congregazione di Carità e Opere Pie.”(1869-75)

Si teneva puntuale“Giornale e Registro delle Messe e delle Sagre Funzioni”:le Messe come si sa erano una delle voci più cospicue delle Entrate e delle attività dei Preti e delle Chiese:Registri Giornale delle Sante Messe manuali e dei Celebranti.” “San Marcuola: Messe Feriali”“Santa Fosca e Santa Maria Maddalena: Messe Festive.”“Avanzi di Messe.”“Anniversari ed Esequie in San Marcuola, Santa Fosca, Santa Maria Maddalena.” ...“Giornale delle Messe.”"Firme dei Celebranti"(fino al 1925)“Indice delle Mansionarie che si officiano in chiesa di San Marcola” (con notizie di documenti, attività, elargizioni e contratti di locazione dal 1482) ...

Tutto questo immane carteggio fornito di un gran numero di circolari e stampe era inoltre“condito” da una fittissima attività di Corrispondenza fra il Capitolo dei Preti, il Piovano, la Fabbriceria e le competenti Autorità Locali Religiose e Civili, nonché con i donatori e i Parrocchiani (fino al 1937). Pressappoco a quella data tutto sembrò come rompersi e paralizzarsi: è successo “qualcosa d’invisibile e tacito” che è stato capace d’interrompere e “guastare irreparabilmente” quella macchina mirabile ed efficiente dell’Archivio della Parrocchia: “Corrispondenza del Piovano.” (1872) … “Corrispondenza suddivisa per mittente: Polizia, Intendenza di Finanza, Tribunale Provinciale Penale, Pretura Urbana.”(1858-71) Corrispondenza con Istituti di Carità.” (1855-65)“Corrispondenza col Municipio.”(1868-70) ...

Ovviamente una delle attività precipue dei Preti di San Marcuola e Contrada era la Scuola e l’Istruzione della Dottrina Cristiana. Con insistenza e puntualità, quasi con ossessione (non poteva essere diversamente), la Dottrinafiniva col sovrapporsi, integrarsi, identificarsi e talvolta perfino sostituirsi alla Cultura. Anche dopo l’epoca napoleonica la gestione della “Scuola o Educazione Scolastica”venne affidata al Capitolo dei Preti di San Marcuola che fungevano un po’ da chiave utile-necessaria per affacciarsi ed essere introdotti al vivere sociale della Contrada … o per esserne esclusi. Il “non saper leggere e scrivere”precludeva dalla partecipazione economica e induceva a quella sudditanza che diventava quasi passivo affidamento “a chi conosceva Principi e Regole, e sapeva gestire e guidare il “Bene Comune.”“Documentazione del Regio Ispettorato in capo alle Scuole Elementari inviata al Parroco nel ruolo di Direttore delle Scuole Minori”“Prospetti degli iscritti.” (1834)“Direzione Scolastica di San Ermagora e Fortunato di Venezia.” (1821-37).  Secondo le disposizioni del “Regolamento per le Scuole Elementari.” del 1818 e 1821, il Piovano aveva il ruolo di Direttore delle Scuole Minori della Parrochia di cui deteneva gestione, controllo e organizzazione rapportandosi con gli Ispettori Capo, Provinciali e Distrettuali dello Stato. A tale riguardo l’Archivio del Capitolo di San Marcuola conservava regolarmente tutta una serie di circolari, fascicoli e stampe, e corrispondenze con le autorità civili: Municipalità Provvisoria, Congregazione Municipale, Commissione Generale di Pubblica Beneficenza e Regio Ispettorato Scolastico … “Libro Cassa della Dottrina Cristiana in Santi Ermagora e Fortunato.”(1843-45)“Dottrina Cristiana. Ordinazioni Patriarcali, carteggio etc …”(1852-59)… Il Capitolo dei Preti, insomma, gestiva il “fatto culturale” della Contrada.

Nell'Archivio della "maxiContrada allargata di San Marcuola" pervenivano e si concentravano notizie e contenuti di tutto quanto accadeva e veniva redatto negli "Archivi distaccati" di San Lunardo, Santa Fosca e Santa Maria Maddalena. Anzi, c'è stato un momento preciso in cui fisicamente ogni cosa dei singoli Archivi è stata trasportata e assommata nell'unico Archivio centrale e unificato depositato nella Fabbriceria di San Marcuola(al tempo del Canonico Giovanni Gueranna nel marzo 1825) ... L’Archivio della Maddalena, ad esempio, aveva raccolto e recepito annotazioni proprie fin dal 1416 quando i vari Piovani: Prè Leonardo Della Valle (divenuto poi Arcidiacono del Capitolo di San Pietro di Castello); Prè Giulio Domenico de Faventia; Prè Pietro de Rubeis; Prè Tomaso e Prè Francesco Venier avevano iniziato a compilare sistematicamente i Registri delle Anime  e della vita della loro specifica Contrada: "Status e identità della Contrada." ... "Description della Contrà." ... "Libro delle Anime della Contrà della Maddalena." ... "Decritione del stato delle Anime della Contrà di Santa Fosca." ... 

Battesimi: "Libro dei Battezzati della chiesa di San Leonardo.” (dall'anno 1565)… "Libro di Battizzari et Matrimoni tenuti per mi Pre’ Francesco Piovan … Liber Baptismorum Sancti Leonardi … Batizi ... Libro de Battezati sotto Pre Piero Bertolini Piovan ... Libro de Battezati nella chiesa di San Lunardo nel reggimento di me Giovanni Segati Piovano.”… "Squarzo terzo … quarto, quinto, sesto, settimo de' Battizzi in San Leonardo.” (fino alla soppressione della parrocchia: nell’aprile 1808) ... "Libro de Battezzati della Maddalena."(fino al febbraio 1809)"Liber Baptizatorum ... Libro de Batizi di Santa Fosca”.

Matrimoni: "Libro de' Matrimoni della chiesa di San Leonardo": “Che il libro de Matrimoni et proclame sia appartato dal Libro di Batizari et che sia tenuto nota de proclama seguendosi et non seguendosi il Matrimonio, et che se noti de che Parochia sia il sposo, et non si facci Contrato de Matrimonio sel sposo è de altra Contrà senza ... che sian state fate le Proclame nella sua Parochia.” ..."Liber Matrimoniorum sotto Pre Gerolamo Segato Piovan in detta chiesa … Squarzi de Matrimoni … Libro delle Proclame de Matrimoni sotto del Reverendo Antonio Bertolini Piovano … Libro delle Stride, delle Pubblicationi, delle Contraditioni de Matrimoni … Matrimoni San Leonardo sino alla soppressione della parrocchia."...“Libro e Filze delle Pubblicazioni dei Matrimoni e dei Contratti Matrimoniali e de' Ordinandi della Maddalena.”"Sponsalium Liber … Matrimoniorum Liber … Filze e Atti Matrimoniali … Libro delle Stride o Pubblicazioni di Matrimonio e Contratti Matrimoniali di Santa Fosca."(fino al  1810).

Morti: "Morti San Leonardo.”(dal settembre 1584) … “Libro de' Morti sotto Pre Giovanni Segato Piovan in detta chiesa … sotto Pre Giovanni Batista Ughetti Piovan di San Lunardo.”: “De mandato delli eccellentissimi Signori Proveditori et Sopraprovveditori alla Sanità et cometemo a voi Reverendo Piovano di San Lunardo che dobiate immediate portar nota all'Officio nostro delli Medici et Barbieri destinati all'Officio nostro per la cura delli infermi della vostra Contrada et ciò esequirete subito in penna ad arbitrio nostro.”… “Libro de Morti … scrive io Vicenzo Pacifico li 6 marzo 1651.”... “Liber Mortuorum productum per Reverendum Dominum Angelum Gambarum Plebanum ... die lunae 16 mensis ianuarii 1673.” ... “Morti sino tutto febbraro 1784 more Veneto."… "Libro de' Morti in San Leonardo fino alla soppressione della parrocchia: 18 aprile 1808.”: “Si avverte che nel seguente alfabetto le numerate carte 81 sino 180 inclusive non sono registrate coi nomi per esser solo gl'amalati del tempo della peste. I morti della nota stessa sono segnati a suo luoco e nell'alfabetto presente. Il numero secondo è il numero delle carte dove sono segnati come ammalati.”“Libro de Morti … Mortuorum Liber …Fedi di Morte della Parrocchia di Santa Fosca.”

E ancora qui continuarono i Registri d’Amministrazione, gli Inventari e Catastici: “Registri di Amministrazione … Inventario di tutti li beni di Fabriva, mobili, stabili della Piove e Collegiata ... Inventario della chiesa et prime Reliquie, delli arzenti, de Procuratori ... Quaderni della Mansionerie, Anniversari, Esequi, censi, Messe Solenni, torcie etcetera di Santa Maria Maddalena.” con puntuale registrazione contabile delle entrate e uscite relative ... "Elenco Confraternite presenti in chiesa, e dei nomi de Mastri di Schola, della "Comare (Levatrice)" e dei Chierici di chiesa della Maddalena." ... Inventario delle robbe della chiesa di Santa Fosca."... Copia del Catastico nostro di chiesa havuto da Monsignor Illustrissimo Patriarca Trevisano et consignato a me Giovanni Battista Araneo Piovan havendo Prè Baldo Antonio Piovano mio precesseor smarito l'autentico.”... "Libro Registro de la Cassa della Fabbrica … Quaderno Capitali in Zecca, e Livelli e Legati Testamentari della chiesa Parrocchiale e Colleggiata di Santa Fosca."

Solo la storica “spazzolata liberatrice e livellatrice” di napoleone è riuscita alla fine a rompere quel bel “giocattolo Contradariale e Parrocchiale. Il francese in breve ha realizzato il suo intento: ha disautorato il Capitolo di San Marcuola, ne ha depredato le risorse, destituito delle facoltà, prerogative e determinazioni, e ha così messo fine di fatto a tutto quell’intenso influsso sociale dei Preti, che però in qualche modo ha continuato a sopravvivere anche dopo, quasi per inerzia, e soprattutto per quello spontaneo affidamento ai Preti delle coscienze dei Veneziani che non è mai cessato … almeno per un altro secolo ancora, e forse di più.
“… allorquando nel 1825, 7 agosto al sottoscritto fu tolta l´ingerenza e amministrazione delle rendite che godeva il Capitolo di San Marcuola, molti libri e carte di questa ragione vennero prelevate dal Fabbricere Tagliaferri ad oggetto di vendicare le azioni che incombevano alla Fabbriceria ed il sottoscritto disse allo stesso Fabbricere di prevalersi del restante che teneva appresso di se: così fu fatto.”



E ora spendiamo qualche ultima parola sull’altro preziosissimo “strumento principe” utilizzato dal Piovano di San Marcuola (così come da molti altri Piovani Veneziani):lo“Schedario del Piovan”. Molto spesso questo speciale strumento-documento è andato perduto o distrutto, o il Piovano l’ha portato via con se “come dote personale” al momento del suo trasferimento ad altro ufficio.Lo Schedario era come una specie di “Sancta Sanctorum del Piovano”, qualcosa di riservatissimo e supersensibile dotato di una sua singolarità e unitarietà. Era così prezioso e confidenziale che veniva spessotenuto sotto chiave, e il più delle volte nascosto e tenuto “fuori dalla portata di mano e d’occhio” anche degli altri Preti del Capitolo in quanto conteneva giudizi e notizie sulle persone che sarebbero potute diventare compromettenti o forse utilizzabili come “arma impropria” da chi non fosse stato sufficientemente accorto e prudente.

Durante la mia esistenza mi è capitato di vedere e consultarne più volte qualche esemplare di questo curioso “oggetto”. Si trattava di una sorta di estensione e prolungamento scritto delle conoscenze del Prete-Piovano in cui raccoglieva le sue sensazioni e note circa le persone e le situazioni della Contrada che “governava”. Dal tenore, dalla puntualità e dall’originalità dei contenuti era evidente che il Piovano si sentiva investito, responsabile e tutore del destino della Contrada e dei singoli che la componevano ... Scrutando incuriosito certe annotazioni chiosate sulle carte posso dire che nello Schedario del Piovano era censite e segnate “cose impensabili e inimmaginabili” su alcune persone, e contenuti che avrebbero per davvero potuto nuocere, o divenire “esplosivi” qualora fossero divenuti di pubblico dominio ... Certi Schedari aggiornatissimi e fornitissimi di ogni tipo d’informazione sono stati come dei piccoli capolavori: un’opera sublime “dell’Arte del Piovano”, quasi dei sofisticatissimi database da moderno agente Segreto … da 007 … Un lavoro certosino e continuativo, completo e significativo molto di più di una normale Anagrafe Comunale ... Lo Schedario del Piovano era quasi un Confessionale messo su carta.

Sui bordi delle pagine o delle schede dello Schedario del Piovan sulla Contrada ho potuto a volte leggere annotate cose insolite e strampalate:perfino ricette da cucina, annotazioni sui patrimoni e le disponibilità economiche dei singoli e delle famiglie, credi politici, abitudini e stili di vita, educazione e cultura, hobby, manie, malattie e preferenze sessuali ... Pareva quasi che i Piovani si divertissero e sbizzarrissero a chiosare certi dettagli analizzando la Contrada.

Ricordo che su qualche scheda c’era scritto a margine:“avaro !” … “prostituta” … “ateo”… “nullatenente”… “inconfesso o impenitente”… “ebete” … “conservatore, progressista. moderato” … “ladro, bandito, malvivente, sobillatore, maldicente” … “carcerato”… “Giudeo”, “usuraio”… “indebitato” … “migrante”… “anticlericale” … “concubino/a”… e molto altro ancora.

La citazione nella lista e la qualifica d’“inconfesso”, ad esempio, a noi di oggi dice ben poco.Invece, in certi tempi era sinonimo della“sconfitta e fallimento dell’operato dei Preti”, era cioè uno dei “punti dolens” della Parrocchia-Contrada, uno dei temi su cui il Patriarca era maggiormente esigente, e sui quali richiamava i suoi Preti con fermezza e decisione durante le Visite Pastorali additandoli addirittura come motivo di demerito e d’incapacità pastorale su cui bisognava assolutamente riflettere e correggersi. Se le liste dei Lasciti, dei Legati, della Mansionerie, delle elemosine e della partecipazione alla Dottrina figuravano come “cose buone” della vita della Contrada, allo stesso modo la lista degli “inconfessi”era di certo indice di “cose cattive” assolutamente da: “correggere, pascere, redimere, ammonire et gubernare” il più possibile. Diciamo che spesso un Prete-Piovano “valeva” quanto il numero dei suoi “inconfessi”: più ridotto era quel numero, più meritoria ed efficace era l’opera, l’attività e la presenza di quel Prete-Piovano.

Paradossalmente ogni Piovano era chiamato a “farsi fattivamente prossimo” ai peggiori della Contrada: violenti, ubriaconi, viziosi, giocatori, usurai e malviventi in genere erano al pari degli “infermi e i miseri” della Contrada le mete abituali delle sue“visite” periodiche ... anche se spesso, dopo tanto insistere, provare, correggere, e “indurre a redimersi e cambiare”, molti Piovani si rassegnavano a certe “cronicità inguaribili”, e finivano letteralmente col depennare certi casi e persone dai loro interessi e cure bollandole nei loro Schedari come: “irrecuperabile”.

Ricordo che quando “professavo a Venezia da giovane Pretino”nelle liste delle mie quotidiane Visite alle Famiglie per Benedirle a nome del Piovano inspiegabilmente mi mancava qualche numero di “casa da visitare”… Nella mia busta mancavano delle schede (tratte dallo Schedario del Piovan), si saltavano dei numeri di qualche domicilio, sebbene notassi che quelle case esistevano ed erano abitate da qualcuno. Inizialmente non capivo il motivo, pensavo fosse una banale distrazione e dimenticanza del Piovano, che non mi suggeriva nulla al riguardo … Poi, invece, compresi: si trattava delle schede e delle case di quelli considerati “impenitenti e irrecuperabili” dal Piovano dopo anni e anni di tentativi e approcci nei loro riguardi. Andando, infatti, a frugare ad insaputa del Piovano dentro al suo Schedario, li ho ritrovati tutti, e quando chiesi conto al Piovano su quella “epurazione” mi rispose candidamente: “E’ tempo perso avere a che fare con quelli là … Sono incorreggibili, persi, andati ... Sono persone recidive, crude e più dure della pietra … Soltanto Dio potrà occuparsi di loro e provare a cambiarli, non di certo noi … Sono come dei bubboni incancreniti dentro al tessuto della nostra Parrocchia, delle presenze che non si vorrebbero, che però ci sono e non si possono escindere … Lasciarle perdere è la cosa migliore da fare ... Ecco perché non vado più neanche a sollecitarle e visitarle … Dopo tanti anni ho pensato che con loro “è una battaglia persa”.

Accanto ai Preti Titolati del Capitolo della Chiesa-Contrada esisteva anche tutto un corollario di altri Preti a sostegno, che in qualche modo contribuivano a sostenere e amplificare l’attività dei Preti del Capitolo della Contrada. Erano i così detti “Preti Ascritti alla Parrocchia” che risiedevano in Contrada dando qualche apporto pastorale alla Parrocchia (molte volte no, era come se abitassero altrove: mai visti ! … avulsi del tutto.)La categoria dei “Preti Ascritti” indicava spesso “dei liberi battitori”che vivevano “per gli affari e per conto proprio” in case di proprietà o nelle tante Corti o Calli o Campielli dei Preti adoperandosi saltuariamente come “Preti Altaristi da Messe e da Mansionerie Perpetue”, o presenziando (sempre a pagamento ovviamente) a Funerali, Matrimoni, o Riti e scadenze Liturgiche della Parrocchia-Contrada. Era una piccola folla Clericale eterogenea, che talvolta viveva un po’ allo sbando e allo stato brado lasciati a se stessi. Qualche volta si comportavano “liberamente”dismettendo l’abito e le movenze usuali da Prete, e pellegrinando fra Monasteri, Santuari, ed esperienze “esotiche ed alternative” a quelle tradizionali,o viceversa infrangendo le regole del loro stato,  frammischiandosi quotidianamente “in Vita e Morte” con la gente della Contrada fino a commerciare, giocare e intrattenersi con loro fino a convivere, bevendo, mangiando, litigando e simpatizzando politicamente in bettole, taverne e locande della zona … e chi più ne ha più ne metta …Sarebbe interessante raccontare di tante cronache ed aneddoti … ma non è questo il contesto giusto.

E anche tutto questo è accaduto fra i Preti della “Contrada allargata di San Marcuola”… e ci sarebbe molto altro ancora da raccontare, che forse Internet & C non basterebbero.



Fine della terza parte/continua nella quarta: “Chiese, Oratori, Sacre Reliquie e Schole della Contrada”.



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