“Una curiosità Veneziana per volta.” – n° 179.
“L'Isola dell'Anconeta o di Santa Maria della Drezzaglia.”
Qualche notte fa un amico di Facebook mi ha inviato la foto di un dipinto di Francesco Guardi che rappresentava un’isoletta Veneziana a me praticamente sconosciuta di cui si sapeva soltanto un nome o titolo generico: “Isola dell’Anconeta o de la Madonèta”.
Inizialmente ho pensato: “Non la riconosco … Non l’ho mai vista né sentita ! … Sarà forse un “capriccio” del Guardi(cioè una di quelle scene pittoriche inventate dalla fantasia secondo un genere stereotipo spesso usato dai pittori … come, ad esempio: “Rovine”, “Notturni”, “Marine” o generiche: “Veduta Lagunare Veneziana”) ... Stavo quasi per rispondere all’amico: “Boh ! … Non saprei che dire … forse quell’isola non c’è mai stata.”
Senonchè sbirciando e “grattando” un poco in giro incuriosito … ho notato che anche il nipote di Francesco Guardi: Giacomo Guardi ha realizzato dei disegni praticamente identici. Quella veduta dell’Anconeta era fin troppo uguale a quella dello zio … Non era quindi un’invenzione fantasiosa del pittore, ma doveva corrispondere a una reale veduta Veneziana Lagunare ... L’Isola dell’Anconeta o de la Madoneta rappresentata dai Guardi circa verso la fine dell’epopea storica della Serenissima doveva essere stata per davvero in Laguna.
Infatti è stato così: l’isola c’era sul serio sul bordo della periferia lagunare fra Mestre e Venezia, anche se oggi quel sito non esiste più.
E’ esistita un’isoletta della Madonetta o dell’Anconeta per la precisione verso Marghera e la “Torre Margària” (più verso San Giuliano rispetto all’attuale Marghera), che è finita in seguito inclusa nell’area di Forte Marghera durante il 1800 divenendo parte integrante del Forte posto sulla gronda Lagunare nei pressi di quella che era stata la Cavàna di San Zuliàn del BuonAlbergo o de la Palada.
Andando a sbirciare, infatti, su una vecchia stampa della Laguna di Venezia gelata il 30 dicembre 1788, la location dell’Anconetaè venuta fuori distintamente, e assomigliava in tutto e per tutto ai dipinti e ai disegni realizzati dai Guardi(in verità l’isoletta l’hanno rappresentata davvero “in serie” considerata da diverse prospettive).
Se osservate la parte cerchiata della stampa settecentesca, potrete notare chiaramente l’Isola dell’Anconeta o Madoneta contrassegnata da una lettera “d”… posta proprio sulla sinistra della vecchia Torre di Marghera o Margàriada cui prese in seguito nome l’intera zona della limitrofa Terraferma.
“Eccola qua l’Isola dell’Anconetta !”mi sono detto … E da qui sono poi spuntate fuori altre piccole note … Ancora sulle carte della zona si segnava durante il 1800 insieme all’Anconeta anche l’omonima Fossa e i Ghebbi dell’Anconeta o Madoneta… Per secoli si doveva navigare obbligatoriamente per lì per recarsi fino a Mestre da Venezia e viceversa.
Si trattava quindi di una zona di transito e passaggio, quasi di transizione fra la Laguna di Venezia e la Terraferma di Piazza Barche di Mestre frequentata da pescatori, Soldati, “campagnoli, braccianti e fadiganti”, e da commercianti grandi e piccoli, overossia Mercanti che scaricavano e caricavano merci provenienti o diretti all’entroterra Padano per le vie fluviali, o all’ultra Alpino e Montano dei territori Salvi e Allemanni ... Quella dell’Anconetta era una zona naturale depressa fra paludi, canneti e “musàtti e pennelli di barena”, poco distante dalle barene di Campalto in Strata, dall’antico Porto del Bottenigo sull’antica strada Romana: la Via Orlanda che andava per Terzo, Quarto, Texaria e Altino in direzione Aquileia e Concordia e oltre. Quella dell’Anconetta era dunque un’area viva anche di controllo del Contrabbando, pedaggio e confine di chi andava o veniva da Venezia, tanto è vero che nelle mappe erano segnate anche le: “Case e Caserme de Zaffi” e le “Palade di Dogana” … Era quindi una zona seppure miserrima e desolata, molto frequentata e popolata da numerose basse barche a remi e a vela di passaggio, da pesanti chiatte, zattere e burci che scendevano e salivano i fiumi verso l’entroterra Padano e Friulano e verso le Montagne del Cadore ... Era ed è ancora tutt’oggi la direttiva Mestre-San Giuliano-San Secondo-Punta San Giobbe di Cannareggio su cui transitano buona parte dei commerci e dei rifornimenti alimentari diretti a Venezia. Su questa linea di navigazione commerciale lagunare passavano farine e macinato, prodotti agricoli, vino, merci in genere, e soprattutto animali e carni da macellare dirette a Cannaregio nell’area in cui sorse in seguito anche il Macello Venezianodi San Giobbe (oggi sede Universitaria distaccata di Cà Foscari).
Si sa bene che fin dal lontanissimo 1152 e fin ben oltre il 1500, nell’isola di San Giuliano de la Palada o San Zulian del Buonalbergo poco lontano dall’Isola dell’Anconetta sorgeva un "Ospizio-Hospitale", cioè un Priorato per viaggiatori e Pellegrini affiancato in seguito da un piccolo quanto spartano Conventino Francescano collocato anch’esso nei pressi delle "Torre de San Zulian e Torre Margaria (che già verso la fine del 1500 era ridotta a rudere probabilmente dopo la Guerra di Cambrai)" ... Quella serie di Torri apparteneva a una catena d’avvistamento e difesa che punteggiava tutto il contermine lagunare e Serenissimo da Chioggia a Caorle… Durante tutto il Medioevo l’intera zona palustre dell’Anconetta fu un isolotto attrezzato anche come pontile di sbarco-imbarco, e posto di sosta e ricovero di fortuna per i naviganti di quella zona Lagunare, e anche area abitata e adibita a culto locale in quanto vi sorgeva la documentata chiesetta di Santa Maria della Drezzagna.
Anconetta e Drezzagna ?… Anconetta: è facile il significato … viene da Icona-Ancona, cioè un’immagine religiosa, un quadro da venerare.
Ma Drezzagna o Drezzaglia ?
Quella dell’Anconetta era considerato uno dei tanti Dossi della Laguna Superiore … Ce n’erano tanti altri in Laguna … da cui derivò anche il nome di un intero Sestiere Veneziano: Dossoduro … Dorsoduro… I Veneziani conoscevano un Dosso alle Porte Grandi del Sile, un Dosso sul Canal del Caligo dove c’era l’omonima Torre di Guardia e avvistamento, un Dosso sull’argine della Piave Vecchia, un Dosso del Cavallino, un Dosso di Lido Maggior o Lio Mazòr… C’erano due Dossi a Lio Piccolo, un Dosso a Falconera, il Dosso delle Mèsole, il Dosso di Saccagnana… Dall’altra parte della Laguna Veneziana c’era il Dosso delle Vignole, il Dosso dell’Osellino sulla Terraferma di Mestre, e il Dosso dell’Anconettacon la Casa degli Zaffi e la Palada(poi finiti compresi nella Fortificazione di Marghera)… C’era ancora un Dosso del Moranzano a Fusina… e un Dosso di Lugo nella Laguna così detta Inferiore … un Dosso di Fogolana, un Dosso a Conche, e altri Dossi divisi in più parti: detti di San Zuanne e di Valdirio, ad esempio, ed altri ancora fra i Canali Lombardo e della Madonna, e un Dosso di Brondolo presso Chioggia.
I “dossi” quindi secondo l’antico Lessico e Dialetto Veneto e Veneziano venivano detti anche: “Drezze”... Scriveva Fabio Mutinelli nel 1852 nel suo “Lessico Veneto: che contiene l’antica fraseologia volgare e forense.”: “Una Drezzagna o Drezzagno erano un corso dritto di canale, laonde, a modo di esempio, troviamo Santa Maria della Drezzagna prope Margariam, e ciò per essersi ivi tolta alcuna tortuosità al canale, che metteva a Marghera, indi a Mestre.”… “Dressa”era da considerarsi allora come una “treccia”: indicava qualcosa d’intrecciato e contorto … in questo caso una zona palustre ingarbugliata, dai bassi fondali, malnavigabile, dove era insidioso procedere: la zona dell’isolotto diSanta Maria della Dressaglia cioè della Madonna dell’Anconetta.
Quindi sul Dosso difficilmente navigabile, piena d’asperità, insenature, secche e impervietà che limitavano grandemente la libera navigazioneverso Mestre-Venezia, sorgeva l’Anconetta di Marghera cioè la chiesetta di Santa Maria di Drezza o Santa Maria in Drezzaglia o di Dressagna:“L’Anconetta era piccola isola, circondala di basse paludi, vicina alla terraferma verso Mestre. Aveva una Cappella, e vi prosperavano Pini, Abeti ed alti Cipressi ... Aulicamente appellavasi Sancta Maria della Drezzagna, ed era Anconetta come l’altra chiesuola posta in Venezia nella Parrocchia dei Santi Ermagora e Fortunato di Cannaregio eretta da alcuni pietosi giovani affin di collocarvi un’immagine della Vergine Madre di Dio, e perciò (intendendosi per Ancona un quadro grande da altare)detta Anconetta ... Nel giorno 22 di febbraio dell'anno 1652 fu ricevuta in protezione della Signoria, acciocché continuandosi il governo della chiesa, e Schola da persone laiche, proseguissero nella loro Divozione, con accrescimento di merito, decoro della città, et esaltazione del culto divino …”
Circa Santa Maria della Drezzagna o della Madonetta o Anconetta de Marghera, così come circa una San Daniele Lagunare, e circa Sant’Eurosia delle Vignole si diceva nel 1795: “… sono chiesòle della Convicinità buone solo per far qualche orazione di passaggio e udir qualche Messetta, come si dimostra chiaramente dalla Chiesa di Santa Maria della Drezzagnache diciamo l'Anconetta o di Malgherra.”… “All’Anconetta di Margaria c’è sempre un lume, o faràl o cesendèlo impisàdo de notte a segnar el canal che va in Mestre”… e da tradizione il Cappellano-Rettore dell’Anconeta o della Drezzaglia veniva investito del titolo “per annulum”, ossia indossava un apposito anello che ne certificava la titolarità e una certa vaga dignità ... Nel 1528 il Patriarca Girolamo Querini investì “per annulum suum in digito Prè Vicenzo de Balletis come Cappellano della Rettoria di Santa Maria dell’Anconetta chiamata della Drezzagna prope Margariam.” … Santa Maria della Drezzagna per quanto poco era anche una chiesetta soggetta a Decima e Oblazioni, tanto è vero che a un certo punto della Storia, nel dicembre 1697, il Vescovo di Treviso(che in quell’epoca esercitava il suo diritto su tutta Mestre e Marghera fino al margine Lagunare) dispose che le rendite e offerte raccolte nel misero Beneficio dell’Anconetta così come quelle di San Biagio di Bavèr venissero destinate ad integrare le scarse rendite del Seminario di Treviso. Il provvedimento vista la sua pochezza venne revocato nel febbraio 1707... e in seguito l’intera zona di Mestre passò nuovamente ad essere “Zona Foranea” del Patriarcato di Venezia.
Furono i Francesi circa nel 1810 a scavare fra le barene il nuovo "Canale di San Giuliano detto Canale Militare"(il cui nome finì con lo scalzare e cancellare l’antico toponimo originale dell’Anconeta) unendo strategicamente in maniera rettilinea il Forte Marghera e il Posto di Finanza di San Zulian de la Palada col Canale di San Secondo che portava dritto a Cannaregio, cioè a Venezia.
Un Foglio Militare 37b dell’epoca rileva nella stessa zona palustre di Mestre-Marghera una Batteria dell'Anconetta collocata su di un’omonima Località denominata “Isola dell'Anconetta” definita nello “Stato di conservazione”come “scomparsa”:“L’Isola di San Zuliano è lunga 350 metri e larga al massimo 60 metri e minimo 35 con un ridotto di terra all’estrema punta cinto da stecconata orizzontale e coperto alla gola da una Caserma Difensiva armata da 16 bocche da fuoco a guardia del Margine della Terraferma insieme al Forte Manin ... Presidiavano Marghera e le adiacenti opere 1.400 militi, 200 di Fanteria della Marina, già Soldati Italiani d’Austria, 400 Artiglieri ed altri 300 tolti all’occasione dai Battaglioni di Volontari, esercitati a servire i pezzi in poco più di un’ora pur sotto il fuoco nemico …”
L’intera zona venne fatta saltare in aria dai Veneziani durante i moti del 1848-49, e praticamente quasi distrutta dalla grandiosa esplosione immortalata nei dipinti di Luigi Querena.
Nel 1841-46, invece, si costruì il nuovo Ponte Ferroviario Lagunare… Nel 1840, Giovanni Milani nel suo “Progetto di una strada a guide di ferro da Venezia a Milano” scriveva fra l’altro cercando d’individuare l’itinerario più adatto per costruire una Ferrovia che giungesse fino a Venezia: “Dalla Laguna viva di Venezia sorgono delle isole: molte al nord dove la Laguna è più larga, poche al sud dove si restringe. La maggior larghezza della Laguna viva è tra il Porto del Lido e le spiagge di Marghera.… Il canale per cui si entra dal porto del Lido piega a sud, poi all’est. Dopo non lungo cammino si dirama in tre, due alla destra, uno sulla sinistra; quello sulla sinistra prende il nome di Canal Orfano e va al Porto di Malamocco; dei due a destra il primo, il Canal dei Marani s’apre fra le due isolette della Certosa e Sant’Elena; il secondo, il Canal di San Marco muove ad ovest dell’isola di Sant’Elena. Il Canal dei Marani fa un grand’arco a nord, poi volge a sud-est, passando tra le due isole di Murano e di San Michele, indi piega ad est, ma poco dopo si divide in due rami minori: il sinistro, il Canal delle Sacche, va per un tratto a sud-ovest, poi corre dritto dritto ad ovest alle barene di Marghera radendo l’isola di San Secondo, e giungendo a Marghera, ora pel Canal Militare artefatto, e prima per una fossa tortuosa detta dell’Anconetta. Il destro chiamato Nave, indi Tortolo inclina a nord, e si parte in più rami, alcuni dei quali giungono al continente, altri si perdono nella laguna ... Il Canale di San Marco continua per buon tratto solitario, poi anch’esso in due si divide. Il ramo a sinistra, ch’è il maggiore prende il nome di Canale della Giudecca; quello a destra chiamasi Canal Grande. Il Canal Grande dopo un cammino assai tortuoso sbocca in un terzo detto Colombola che va da sud a nord, e lo unisce a sud col Canale della Giudecca, a nord con quell0 dell’Isola di San Secondo, e proprio nel luogo ove si sbocca l’altro detto delle Sacche … Dal Canale della Giudecca diramano gli altri tre: Tresse, Fusina, Contorte: tutti volti alle barene e al continente …”
Curiose le vicende della costruzione della linea Ferroviaria Veneziano-Mestrina ... Innanzitutto il costo dell’opera in se era notevolissimo, così come quello dei materiali da utilizzare: il legname e le pietre per costruire ponti sulle acque e sulle barene … Si voleva perfino realizzare un ponte girevole sul Canale della Colombola ... Esisteva inoltre anche un problema logistico nell’attraversamento proprio della zona del Canale dell’Anconetta ... Infatti il Colonnello Von Teyber Direttore delle Fortificazioni del Circondario Lagunare non fu affatto entusiasta di quell’iniziale progetto e ne chiese la completa revisione: si dovette spostare la realizzazione della futura linea ferroviaria più a nord, a 220 metri di distanza dall’Isola di San Secondo, e a 340 metri dall’Isolotto di San Giuliano… mentre sul bordo iniziale della Terraferma si dovette passare con due ponti ad archi in legno proprio sul Canale dell’Anconeta accanto alla testa di ponte fortificata dei bastioni e delle tre batterie d’artiglieria del Forte di Marghera raggiungendo così l’abitato di Mestre:“Il nuovo Ponte Ferroviario in caso di bisogno dovrà essere a tiro di mitraglia di Forte Marghera …”
Si obiettò che uno dei principali problemi da risolvere era proprio il passaggio sul Canale dell’Anconetadove i ponti in legno sarebbero stati presto mangiati dalla salsedine richiedendo manutenzione e spese continue … La linea ferroviaria in alternativa avrebbe dovuto seguire curve e controcurve su zone barenose ugualmente instabili e insicure ... La vicinanza poi della linea al Forte Marghera avrebbe poi potuto trasformarla in un’ipotetica linea di trincea pericolosa se caduta in mano di un ipotetico nemico … Alla fine intervenne l’Arciduca Giovanni, e la linea ferroviaria si costruì dov’è adesso … e scomparve così del tutto il Fosso dell’Anconetta con la sua chiesòla.
Scriveva Giuseppe Spinelli nel 1854: “... Intendiamo oggidì per Laguna di Venezia in particolare, la parte di mezzo delle Lagune, ossia quella porzione degli Estuarii in grembo dei queli Venezia è posta: la qual Laguna è guardata a levante a un di presso dai Lidi di Sant’Erasmo e di Malamocco, e che s’insinua più verso il continente dalla parte dove sono Santa Maria della Drezzagna oggidì l'Anconeta et Malghera, ove per decreto del 19 decembre 1209 fu stabilito: “… quod Malgariae turris statuatur”, come si legge nel vecchio Capitolare degli Avvogadori al cap. 53, e il luogo detto Ad Nonum, che si crede il Mistria o Mestre, così nominato, perchè distante 9 miglia da Altino … In questa laguna tra gli altri entrava fino dai tempi più rimoti il fiume Brenta o Medoaco, che da Tito Livio s'appella Praealtus, sia questo un nome proprio, o più veramente ...”
Infine nel 1920 s’iniziò a utilizzare Marghera come area industriale… Del 1931 è il Ponte Automobilistico Translagunare… e del 1957 la costruzione dell’Aeroporto di Tessera e del Cavalcavia di San Giuliano sulle stesse zone paludose e barenali della Laguna di San Zulian de la Palada e di Campalto usate fino agli anni ’60 e ‘70 come discarica dei rifiuti industriali (tossici)di Marghera. Oggi nella stessa area parzialmente bonificata sorge il “Salutare Parco di San Giuliano: polmone Verde e d’aria buona per Venezia e Mestre”, mentre a pochi metri esistono ancora alcune zone cintate e precluse dove “sbrodano”ancora liquami e percolati sospetti con concentrazioni rilevate fino a dieci volte superiori al massimo consentito e accettabile per la salute … Ma non è bene parlarne, meglio tacere e dimenticare il tutto ... Quella volta il Sindaco & C di Venezia pensarono bene di coprire e asfaltare “sapientemente” ogni cosa costruendovi sopra strade e piste d’Aeroporto.
Beh … in ogni caso, quelle rimarranno lo stesso le antiche zone dell’Anconeta e de la Drezzaglia.