“Una curiosità Veneziana per volta.” - n° 183.
“Quello che forse non si sa della maxiContrada di San Marcuola.” - (ottava parte)
Stavolta “vi butto in pasto”curiosità pure, cioè notizie che non conoscevo affatto circa la maxi Contrada allargata di San Marcuola… e inizio subito seguendo il corso della Storia: quella importante scandita dai giorni del calendario nell’antica Contrada Veneziana.
Nel febbraio 1224 Henricus Trevisanus del Confinio di Santa Fosca presentò fidejussione per Carmannus Conversus Santo Jacobo per l’acquisto di una miliaria d’olio diretta a Treviso ... Il mese seguente a Rialto: Stefano Viaro dal Confinio di San Maurizio vendette per lire 675 di denaro Veneto ai nipoti Pietro quondam Giacomo Viaro e Pietro quondam Tommaso Viaro dal detto Confinio: una terra e casa nel Confinio di San Maurizio(confinante col Rio di San Maurizio e la calle comune, il Rio di Santa Maria Zobenigo e la calle comune, e con le proprietà di Pietro e Marchesino Da Mula). Furono testimoni dell’atto: Johannes Bonus Preteet Plebanus di Santa Maria Matris Domini, e il Notaio Raineirius Delfinus Iudex Examinator... Nel giugno dello stesso anno si procurò una copia di quell’atto, e vi furono impressa le firme di Donatus Sanctae Mariae Matris Domini Prete et Notarius e di Leonardus Vendelino Prete, Plebanus e Notaio di San Lunardo de Canal Regio.
Eccolo qua ! … Uno di Cannaregio e della Contrada proprio limitrofa a San Marcuola … e siamo appena agli inizi del 1200 !
Solo quattro anni dopo, nel 1228, il Doge Pietro Ziani lasciò una sua “ruga di case in Confinio de San Ziminiàn”alle Sette Congregazioni del Clero di Rialto fra le quali c’era elencata anche quella di San Marcuola ... Due anni dopo ad Aquileia, Guido Vescovo di Equilo(Jesolo) nominato Giudice in una lite fra il Monastero di San Danieledi Venezia e il Vescovo di Cittanova (Eraclea) circa la chiesa di San Martino di Tripoli fece procura al riguardo a Mastro da [...] Piovano di San Ermagora di Venezia, mentre Gerardo Vescovo di Cittanova ne fece un’altra per se a Mastro Paganino.
E riecco di nuovo presente “la nostra” San Marcuola …
Nel marzo 1234 a Rialto col permesso del Doge e di fronte a Pangracius Dauro Judex et Examinatortestimone, Giorgio Mengolo del Confinio di San Ermagora(San Marcuola) prese a prestito da Pietro Viaro del Confinio di San Maurizio: “lire 70 di Denari Veneti per commerciare ovunque sino alla prossima festa di Pasqua con tre parti dell’utile”. L’Atto venne ricopiato nell’agosto seguente dal Prete Notaio di San Marcuola: Leonardus Alberto… Nel novembre 1253 e sempre a Rialto alla presenza del Notaio Bartholomeus Prete e Piovano dei Santi Apostoli: Frate Vincenzo Priore di Santa Maria dei Crociferi (i futuri Gesuiti delle Fondamente Nove) fece quietanza a Daria vedova di Leonardo Totulo del Confinio di Sant’Ermagora(San Marcuola)delle masserie legate dal defunto al Monastero … Era presente all’Atto il Prete-Notaio Johannes Bonus de San Jacobi de Luprio(San Giacomo dell’Orio).
E a quel tempo ormai si faceva un continuo parlare e citare la Contrada o Confinio di San Marcuola.
E siamo al 1300 … quando nel giugno 1332 la chiesa contradariale di San Marcuola venne riconsacrata nella domenica dopo il Corpus Domini dal Vescovo di Castello Angelo Dolfin insieme a Marco Morello Vescovo Domocense e Tommaso Foscarini Vescovo di Tine dedicandola al titolo dei Santi Aquileiesi, della VergineAssunta, e di San Giovanni Battista… Esattamente nel settembre di sette anni dopo, il Maggior Consiglio graziò Marco Tagjapiera della Contrada di San Salvador, Pasquale e Diamonte Teutonico di quella di Sant’Ermagora, e Margherita Boltremo del Confinio di San Marcilian tutti condannati dagli Ufficiali del Dazio del Vinper non aver pagato interamente la tassa sul medesimo prodotto venduto a Mestre … In quegli stessi anni (1342) i Veneziani della Contrada si ritrovarono a pagare una tassa per ampliamento con l’abbattimento di alcune case e del campanile della strada pubblica fra San Bartolomeo di Rialtocol vicino Fondaco dei Tedeschi e San Giovanni Crisostomo. Alcuni Commissari della Serenissima stabilirono la ripartizione dei costi: tutto il Sestiere di Cannaregio ne avrebbe tratto beneficio, perciò tutti i residenti delle Contrade-Parrocchie da Santa Lucia a San Giovanni Crisostomosarebbero stati tassati. Per quelli di San Marcuola e San Felice la quota da pagare era di 1 soldo e 6 denari, mentre quelli di Santa Lucia e San Leonardoavrebbero pagato soltanto: 1 soldo ... Solo i residenti nella Contrada di San Bartolomeo di Rialto sarebbero stati esentasse.
Giusto nel 1350: Cristoforo quondam Stefano Lanarius residente nella Contrada di Sant’Ermagoraacquistò un manso di 36 campi ossia quasi 18 ettari a Casale sul Sile nel Trevigiano: “… cum una domo magna murata de cupis …” e altri edifici adiacenti che diede in affitto per 24 staia annue di frumento (ossia 20 quintali) e metà del vino prodotto.
Alla fine del 1300 quando s’interrò la “Piscina di Santa Fosca”, e si era al tempo del Doge Andrea Contarini e degli “Imprestiti dei Veneziani allo Stato”per la guerra contro i Genovesi che presero Chioggia, Pietro Spirito di famiglia Cittadina venne eletto Prete del Capitolo di San Marcuola: la Contrada che si distinse offrendo lire 73.750 alla Repubblica e in cui risiedevano ben 14 famiglie Nobili. Fra costoro primeggiarono nel contribuire: Sier Antonio Honoradi che mise a disposizione 6.000 lire, e Sier Marco Memmo che diede 10.000 lire ... Dopo e insieme a costoro, c’erano in Contrada anche altre 23 persone “abbienti” che potevano essere ugualmente significative nella contribuzione, fra costoro c’erano: Antonio Nave di professione “Bechèr” che offrì lire 1.000; Andrea Catanio di mestiere “Pancuògolo” che diede lire 600; Bortolo Spicièr che offrì 800 lire; Filippo “barca” che diede 2.800 lire; Greguol “Partidòr”: lire 500; Gerardo dalla Mottà “Spicièr”: lire 800, e Pasqualin “Murèr” che trasse di tasca lire 300 … Viceversa nello stesso tempo nella vicina Contrada di San Leonardo che contribuì nel suo insieme per lire 23.400, emergeva un solo NobilHomo: Andrea Cancani(che offrì 8.000 lire), mentre la Contrada della Maddalena offrì lire 28.200. In essa i più generosi nell’offrire furono una Nobildonna e otto NobilHomeni fra i quali Sier Piero Emo si dimostrò il più generoso di tutti offrendo 15.000 lire, ossia più della metà del totale donato. Insieme al Nobile Emo, alla Maddalena c’erano anche altri quattro contribuenti abbienti, e anche da Giacomo Grotte e Nicolò Furlà, entrambi Bechèri, si ricevette un contributo rispettivamente di lire 400 e di lire 500.
Per quanto riguarda, invece, la Contrada di Santa Fosca, lì le cose sarebbero dovute andare ancora meglio perché vi abitavano 23 Nobili e una Nobildonna. Fra loro primeggiarono: Sier Tamdo Lippo che diede 20.000 lire, e Sier Marco Donà e fratelliche contribuirono con 10.000 lire. Ci furono inoltre diversi contribuenti abbienti fra cui: Marco e Nicolò Cievolo che versarono lire 750 e lire 1.000, Donna Marita Caldiera che offrì lire 2.000, e le Case di San Giovanni di Torcelloche contribuirono per 5.000 lire ... Per diversi di costoro quella fu l’occasione per assurgere “per merito” al titolo di Nobili Veneziani … e la Contrada di Santa Fosca nel suo insieme si distinse per aver offerto unitariamente: lire 121.550 nella sua totalità.
Nel luglio 1356 poi, al tempo del Piovano Domenico, Venezia stipulò la pace con Genova proprio il giorno di Santa Maria Maddalena.
Perciò il Senato decretò che quello fosse un giorno di festa“a perpetua memoria”. Sansovino scrisse infatti: “… dopo lunghi travagli dall’una parte e l’altra, e con molto spargimento di sangue, si fece la pace sotto il Principato di Giovanni Gradenigo, che visse l’anno 1355 … la qual pace conchiusa con Bernabò Visconte Signore di Genova, il primo luglio fu pubblicata e gridata il giorno della Maddalena. Alla cui chiesa i Genovesi prigioni che furono al numero di duemila, usciti dalle carceri … andarono divotamente insieme con una candela accesa in mano per uno; onde la memoria di quel giorno rimase perpetua …”
Ancora lo stesso Sansovino ricordava un’altra notizia curiosissima e singolare forse andata quasi dimenticata del tutto a Venezia. Cioè che la chiesa della Maddalena,suffraganea della Cattedrale di San Pietro di Castello che ne nominava l’unico Prete-Piovano, era l’ultima di Sette Chiese Veneziane che secondo la tradizione ogni Veneziano doveva visitare in successione la sera di ogni Venerdì Santo: “La Maddalena era il luogo che stava a ricordare il ravvedimento evangelico vissuto dal personaggio della Maddalena: simbolo e invito ad emulazione da parte di ogni Cristiano”.
Alla fine di gennaio 1388 era Piovano di San Leonardo Prè Giovanni Foscarini che venne ucciso nottetempo da un ladro ... L’anno seguente, invece, Prè Matteo Cavallario era Piovano della Maddalena quando il Banchiere Piero di fu Zane Benedetto fece rogare dal Notaio Pietro de Compostellisl’emancipazione dalla patria potestà del figlio Zannino donandogli 200 lire di grossi cioè 2.000 ducati d’oro “in mera libertà”. Due giorni dopo lo stesso Zannino formò davanti allo stesso Notaio una Compagnia Commerciale insieme ad altri due giovani suoi amici facoltosi: Marco figlio di Andrea Condulmer di Santa Maria Maddalena emancipato pure lui, e Jacobello quondam Lorenzo Zane di Santa Maria Materdomini. Ognuno dei tre contribuì con una somma di 2.000 ducati in pecunia numerata o con merci approvate dai contraenti, e si proposero lo scopo d’investire l’ammontare sotto l’oculata supervisione del Banchiere Piero Benedetto stabilendo d’agire: “… in Venezia e altrove, per terra e per mare, per il periodo di almeno un anno ed oltre finchè uno non disdicesse la sua adesione, dividendo in parti uguali danni e lucro” ... Dieci anni dopo, al tempo del Piovano Prè Basilio Darvasio si provvide a interrare il Rio della Maddalena, e nell’agosto 1410 agosto crollo il campanile di Santa Fosca giusto il giorno di San Lorenzo per colpa di un turbine violentissimo che arrecò danni a Venezia per 60.000 ducati ... Fu allora che il campanile di Santa Fosca venne rialzato con la cupoletta e le piccole guglie-edicolette angolari.
Quattro anni prima intanto, nel 1406 precisamente, il Prete-Notaio Biagio Catena Piovano di San Leonardodi Cannaregio venne accusato d’infedeltà e d’essere spergiuro perché aveva fatto condannare un innocente al suo posto. Scoperto, venne privato del Piovanato e condannato dal Consiglio dei Dieci a bando perpetuo da Venezia e da tutti i suoi territori ... Nella stessa occasione si condannò insieme a lui anche Clarino Contarini ritenuto sodomita che i Notai Maffeo da Fano e Giovanni Loredan Primicerio di San Marco testimoniarono falsamente essere Chiericoper sottrarlo al braccio secolare ... Rifugiatosi quindi a Roma presso la Corte Papale, Biagio Catena divenne prima Vescovo di Trebisonda, poi andò a risiedere a Ferrara, e da lì ottenne dallo stesso Consiglio dei Dieci un salvacondotto “per poter andar e venir de continuo da Venezia onde poter curàr i propri interessi”… La Giustizia di Venezia a volte zoppicava vistosamente.
Nel 1461 il Patriarca Andrea Bondumiervisitò tutte le Contrade di Cannaregio, e nel 1493-1495 il Patriarca Tommaso Donàfece altrettanto … Nel 1503, invece, Jacopo De Caimoni Prete del Capitolo di San Marcuola venne promosso ad Arcidiacono del Capitolo della Cattedrale di San Pietro di Castello, e cinque anni dopo, Girolamo Gabriel Patrizio Venetoimparentato coi Contarini, lasciò per testamento a Prete Alvise suo figlio naturale e a Paola Paradiso sua cugina, gli stabili posseduti nella Contrada di San Marcuola che dopo la loro morte sarebbero dovuti pervenire al Monastero del Santo Sepolcro(in Riva degli Schiavoni) col patto di celebrare due Messe quotidiane “per l’Anema del testatore”… Nel 1535 Nicolò Liburnio: uomo letterato e autore della “Spada di Dante” e di altre opere significative, fu posto a reggere come Piovano la chiesa di Santa Fosca: “Morì nel 1557 e venne sepolto in un'arca in Santa Fosca, sopra il coperchio della quale scorgevasi intagliata in marmo la di lui immagine, che Pietro Gradenigo da Santa Giustina fece disegnare dal Grevembroch perché non se ne perdesse la memoria.”… Giunto poi l’agosto dell’anno 1542: “… el Curato de Santa Fosca: Prete Agostino, xe acusà de bestemia e gioco ... condanà a la pena de la cheba ... overo apeso al campanil de San Marco in cheba (gabbia) a una altesa tal da poder eser colpio da spui e da tuto quelo che el popolo riteneva giusto tirarghe ma abastansa in alto da no poder eser liberà ... dopo el vien esilià dalla Serenissima ... e lu el ga scrito na poesia: “Mi porgono il mangiar per un sol buso con l'acqua che mi dan 'nvece de vino, or con ragion il mio peccato accuso; e più mi duol che ogni sera e matino, da meggiodì e a tutte quante l'ore mi chiamano i fanciuli: o Prè Agostino? … Mi danno alcune volte tal stridore che son costretto da pissarli addosso per isfogar alquanto il mio dolore.”… Non una gran bella figura mi sembra … Secondo la Cronaca del Barbo rimase chiuso nella“cheba”fino alla fine di settembre di quell’anno, poi venne condannato a trascorre un anno intero nella “Prigion Forte”, e finalmente venne bandito in perpetuo da Venezia e da tutto il suo Dominio.
Nell’agosto 1549 proprio di faccia alla chiesa di San Marcuola sul Canal Grande, tre fratelli: Tristano, Nicolò e Giovanni Savorgnan aiutati dai loro domestici, uccisero a schioppettate da una gondola il Conte Luigi Dalla Torre ferendo pure il Conte Gian Battista Colloredo e altri uomini imbarcati. Perciò nello stesso mese venne bandito Tristano fuggitivo e puniti gli altri caduti in mano della Giustizia Veneziana. Sembra che il Dalla Torre sia stato sepolto nella cassa di legno sospesa in parete della chiesa dei Frari sopra alla porta dove si passava nel Chiostro ... Quattro anni dopo in ottobre morì in Contrada-Parrocchia di San Marcuola dove abitava, il Veronese: “Sier Bonifatio depentòr fo de Sier Marco de Pitatis Veronese amalà lungamente”… era proprietario di alcuni campi e di una caxetta con brolo a San Zenone sotto Asolo.
Da un Inventario del 1555 della chiesa della Maddalena, al tempo in cui Prè Andrea de Aecordis de Martinengosmise di fungere da Piovano sostituito da Prè Battista Coppo, si evince che in chiesa esistevano fra l’altro: “… una Santa Maddalena vestita, una Madonna piccola sotto l’organo, e una Madonna Grande col Bambino che possedeva 8 abiti per essere pure lei vestita.” ... In quegli anni nella Contrada della Maddalena vivevano quasi 700 persone, la Parrocchia pagava 4 ducati annui per l’organista, dava 2 ducati annui al Maestro degli Zaghi, spendeva 10 ducati e più per pagare cantori, strumentisti, concieri e per “far pasto alli Preti” il giorno della Festa della Maddalena ... Più o meno la stessa cosa capitava dieci anni dopo a San Marcuola dove il Capitolo dei Preti pagava 7 ducati annui all’organista, spendeva 8 ducati per la Festa di San Giovanni Battista; 4 ducati per la Festa di San Marcuola; altri 4 ducati per la Festa di Natale, Pasqua Granda, Pasqua de Mèzo ed altre spese e relative acconciature per la chiesa … Nel 1569 San Marcuola venne rifabbricata dopo un altro incendio quando nella stessa Contrada abitava anche Madonna Olimpia Malipiero d'anni 24 figlia di Leonardo “che scrisse alcune rime eleganti, e che assai immaturamente venne da morte rapita essendo amalata di febre già da 10 giorni …”
Nel 1570 a San Marcuola abitava anche Andrea Calmo scrittore bizzarro e attore di commedie. Parabosco ne parlava: “… egli col suo recitare dava quel giocondissimo e nobilissimo piacere a tutta Venezia ch'ella maggiormente desidera.”… Nel 1578, invece, Prete Antonio Baldo Dottor e Letor e Prete Nicola Colichò de Arbe Grammaticoinsegnavano nella Scuola Sestierale di Cannaregio.
La storica e famosissima Visita Apostolica mandata da Roma giunse a San Marcuola il 14 giugno 1581. La Parrocchia Collegiata contava 8.392 abitanti con 3.000 Comunioni ... C’erano in servizio in chiesa: il Piovano, tre Preti Titolati, un Diacono, un Suddiacono e un Prete Sacrista che percepivano nell’insieme 180 ducati e usufruivano di case proprie per abitare. C’erano inoltre in San Marcuola altri nove Chierici che percepivano 81 ducati annui, mentre la Fabbriceria gestiva entrate per 12 ducati annui. In chiesa si celebravano 11 Mansionerie di Messe percependo 232 ducati … C’era l’Oratorio dell’Anconeta poco distante dalla chiesa, e sopra il Portico e i tetti di San Marcuola c’era un “romitaggio” dove abitavano prima tre, e poi sei donne che seguivano la Regola di Sant’Agostino (possedevano un piccolo Oratorio consacrato nel 1610 da Girolamo Porzia Vescovo d'Adria, ma minacciando di rovinare giù la chiesa di San Marcuola si trasferirono nel 1693 in Contrada di San Gervasio e Protasio dove divennero le Eremite di San Trovaso).
Pure San Leonardo era Parrocchiale e Collegiata sebbene con soli due Preti che percepivano 60 ducati annui e l’uso di due case: erano il Piovano e un altro Prete supportati da un Sacrista e da due Chierici e dalla Fabbriceria che aveva “un giro d’affari” di soli 5 ducati annui.
Attorno a San Lunardo abitavano circa 600 persone di cui la metà si accostava alla Comunione … In chiesa dove c’erano gli Altari di San Lunardo, del Santissimo, della Madonna, del Crocefisso, di San Giovanni Battista, San Sebastiano e dell’Assunta, si celebravano 5 Mansionerie di Messe che procuravano 83 ducati annui ... Alla Maddalena, invece, abitavano 671 Anime e 1.000 ce n’erano a Santa Fosca, ma solo 180 di una e 700 dell’altra si accostavano alla Comunione ... In Contrada abitavano però molte prostitute … Il Piovano della Maddalena percepiva 50 ducati annui e l’uso di una casa, c’erano inoltre altri due Chierici, e la Fabbriceria gestiva 27 ducati annui … In chiesa sugli altari della Madonna, del Santissimo, di San Giovanni Battista, del Crocefisso, della Madonnina e di Santa Maria Maddalena si celebravano 5 Mansionerie di Messe del valore di 111 ducati … Il Capitolo dei Preti di Santa Fosca contava il Piovano con altri tre Preti: un Diacono, un Suddiacono e un Sacrista che percepivano 35 ducati annui e l’uso di una casa. C’erano ancora sei Chierici in supporto, e la Fabbriceria di Santa Fosca gestiva entrate per 24 ducati annui celebrando 8 Mansionerie di Messe del valore di 83 ducati sugli altari di Santa Fosca, Santa Cristina, della Madonna, San Giuseppe, del Santissimo e del Crocefisso.
Il Visitatore Apostolico da Roma fu severo e attento nella sua ispezione, e contestò il Fonte Battesimale sporco di Santa Fosca, ordinò a San Leonardo di tenere con maggiore cura le Sante Reliquie che fossero d’origine documentata e sicura, e di rilegare bene i libri di chiesa per il canto; invitò San Marcuola a togliere bandiere e casse da morto esposte in chiesa, e fece processare e condannare Prete Domenico De Andregis detto Torta “per gravi irregolarità carnali, patrimoniali e vizi di gioco”.
Verso fine secolo, quando la popolazione della Contrada era scesa a circa 6.394 persone, Prete Bevilacquainsegnava nella Scuola Sestierale Clericale di San Marcuola a un numero variabile di scolari fra 36 e 40 di diversa età fra i quali c’era un putto di 6 anni “che imparava tutto a memoria”. Ogni Contrada-Parrocchia era tenuta a partecipare pagando la “Texa (tassa) praeceptoris Sexteriis Canalis Regii” di 74 ducati annui in totale: San Marcuola contribuiva ogni volta con 8 ducati, San Leonardo ne pagava 4 come Santa Fosca, e la Maddalenacol Piovano Prè Evaristo Pinea pagava pure lei 4 ducati.
Celebre divenne nell’ottobre 1607 il Ponte dei Pugni e Bastoni di Santa Fosca dove si tenevano “le battagliole” fra Contradaioli, perché proprio lì nei pressi ai piedi dei suoi gradini avvenne il tentato omicidio del Padre Servita Paolo Sarpi Teologo e Consultore della Repubblica che stava rientrando al suo Convento di Santa Maria dei Servi distante ancora pochi passi. Cinque furono i sicari visti dalle donne affacciate alle finestre, e a dire di tutti a Venezia il mandato fu probabilmente: “Papale e di Stile di Roma” … oppure poteva essere stato il Nunzio Apostolico residente a Venezia a ordinare quell’agguato, o presumibilmente qualcuno della Corte e Curia Romana ... poco cambiava ... Frate Paolo Sarpi rimase solo gravemente ferito da tre stilettate: “… due nel collo et una nella faccia ch'entrava all'orecchia destra, et usciva per appunto a quella vallicella che è tra il naso e la destra guancia, non havendo potuto l'assassino cavar fuori lo stilo per haver passato l'osso, il quale restò piantato e molto storto... L'assassino hebbe prima comodità di colpire, e gli diede più di quindici colpi di stile, come fu veduto da alcune donne ch'erano alle finestre, e se ne vedevano i fori nel cappello, nel cappuccio, e nel collaro del giuppone, ma tre soli lo ferirono ... Il Padre si contentò che quello stile fosse appeso a piedi di un Crocefisso nella chiesa dei Servi con l'inscritione: “Dei Filio Liberatori".
Giusto nel maggio di vent’anni dopo “in tempo di Peste”, al tempo del Piovano della Maddalena Prè Isidoro Moretti e del Piovan Prè Gerolimo Pennello di San Marcuola, Giacomo figlio del defunto Segretario del Senato Pietro Bartolichiese un consulto alla Signoria per aver conferma di un Livello di 1.050 ducati lasciati nel 1606 da suo padre, spesso fuori Venezia a servizio della Repubblica, ai Preti della Maddalena senza chiedere il beneplacito dei Pregadi ... Ma guarda te se quel padre snaturato doveva lasciare i soldi di famiglia ai Preti invece che ai suoi figli ! … e non era l’unico a farlo in Venezia ! … Visto allora quell’incessante serie di donazioni e lasciti a favore dei Preti della Maddalena, il Patriarca Giovanni Tiepolo autorizzò il Piovano della stessa chiesa ad accettare le donazioni elevando però la Collegiata del Capitolo a quattro Preti Titolati.
Fra 1629 e 1663 il Reverendo Piovano di Santa Fosca Monsignor Girolamo Melchiori o Marchiori(sepolto poi in chiesa) pagava di tasse alla Serenissima: soldi 7,00 e denari 11. Era anche Canonico Ducale e Arciprete della Congregazione di San Marcuola, inoltre era molto considerato negli ambienti degli artisti e dei pittori Veneziani, tanto che Francesco Valegio gli dedicò una stampa della Crocefissione del Tintoretto dipinta per San Rocco, e Bernardo Strozzi lo nominò suo esecutore testamentario. Era proprio un fanatico dell’Arte Prete Marchiori o Melchiori, tanto da farsi ritrarre nella pala “Trinità con cinque Santi” dipinta da Filippo Bianchi, e possedeva in casa dipinti di Carletto Caliari, Tintoretto, Hans Rottenhammer e Veronese fra cui anche: l’“Apparizione della Madonna alla figlia del Re di Francia con le mani mozzate” ... Faceva però anche il furbetto Prè Girolamo, perché quand’era Cappellano delle Monache di Santa Caterinasulle Fondamente Nove commissionò a spese delle Monache una tela a Tiberio Tinelli, di cui possedeva ben dieci opere (soprattutto ritratti), e s’impossessò di un quadro di Bassano il Vecchio: “l’Oratione nell’Orto” sempre di proprietà delle stesse Monache del Santa Caterina, che provò a vendere per 200 ducati tramite trattativa segreta spedendolo fuori Venezia. Prè Marchiori o Melchiori s’intromise talmente negli affari e nelle scelte delle Monache che queste, persa la pazienza, lo denunciarono al Patriarca Federico Corner:“per convivenza con una donna”, e venne così sospeso dall’esercizio dei Sacramenti intimandogli ufficialmente di non compiere più ingerenze nel governo del Monastero di Santa Caterina ... Avvalendosi però del suo titolo di Canonico Ducale, il Marchiori-Melchiori ribadì di non dover sottostare alla Giurisdizione Patriarcale ricorrendo al Doge … Gli venne perciò ritirata la sospensione, e si mise una bella pietra sopra a tutta la faccenda.
Gli anni intorno al 1620-1630, come ben sapete, furono piuttosto turbolenti ancora una volta per tutta Venezia: c’era ancora la maledizione della Peste che stavolta mietè come un campo di grano maturo tutta la gente della Laguna. I Necrologi Sanitari Venezianierano implacabili nella loro essenzialità: “il 30 ottobre 1630 presso la Calle degli Ormesini in Corte della Specchiera moriva Betta Specchiera de anni 39: di sospeto.”… cioè: eccone un’altra ! … L’ennesima della Contrada dei Santi Ermagora e Fortunato a morire … In San Leonardo negli stessi anni esisteva una Madonna “vestita” con 28 abiti preziosi, mentre sempre nello stesso interno c’era anche una Santa Agnese “vestita” con 5 abiti donati sempre da quelli della Contrada … Tutto quell’offrire generoso e devoto sembrava però non bastare, non serviva a nulla perché si continuava a morire inesorabilmente a grappoli come l’uva matura … In giro per Venezia c’era grande esasperazione e poca speranza, e tre Padri Domenicani “troppo faciloni e ottimisti”: due da Napoli e uno da Roma, vennero indotti a supplicare la protezione e il sostegno della Serenissima per fuggire alle molestie e le ingiurie loro inflitte di continuo nelle chiese parrocchiali Veneziane in cui si recavano a predicare: Santa Maria Formosa, San Geremia e San Marcuola di Cannaregio ... “Non c’era tutta quella Provvidenza e quella Benevolenza che piovevano giù dal Cielo sopra Venezia, né la Chiesa era così amprevole come diceva d’essere.” dicevano alcuni Veneziani ... In ogni caso quelli furono casi sporadici, eccezioni, perchè Laura quondam Giuseppe Sandrin Linariol beneficò per testamento negli stessi anni la chiesa e i Preti della Maddalena lasciandole 500 ducati … e sempre un Prete della Maddalena presentò una supplica alla Signoria chiedendo l’approvazione e la conferma di una donazione di 24 campi nel Trevigiano regalati alla stessa chiesa Veneziana.
Nel 1642 dopo la stagione buia della peste, in Contrada di San Marcuola si contavano 5.409 abitanti e più di 130 botteghe erano state riaperte fra cui due Pistorie: quella “Ai Do Ponti” che consumava 5.627 stara di farina, e l’altra in Rio Terrà che ne consumava 3.228 … Attorno e nei pressi di San Lunardo risiedevano e lavoravano altre 500 persone, e funzionavano altre 20 botteghe con un inviamento da forno ... A Santa Fosca se ne contarono, invece, più di 30 in attività … Tutto sembrava andare ed essersi ripreso per il meglio. Infatti fece grande scalpore in Contrada alla fine d’ottobre dell’anno seguente la notizia di Zuanne Campelli di anni 36 che: “… colpito da febbre e mal di mazuco per il qual mal si ha butato in acqua et se ha negato essendo 5 giorni che se ha butato in letto con sudeto male … in Cale del Amigoni …”
Alla Redecima del 1661 anche i Preti vennero regolarmente tassati dalla Serenissima per i loro beni e rendite: il Reverendo Piovan e il Capitolo dei Preti di San Marcuola pagarono soldi: 4 e denari 1, mentre il Piovan della Maddalena: Prè Melchiorre Bempo o Banpo pagò: soldi 3; il Secondo Prete della Maddalena: soldi 5 e denari 5, e la chiesa della Maddalena “in se” un’ulteriore tassa di soldi 1 e denari 2.
Cambiato il secolo e giunto il 1700, giusto nel primo anno i “Giuspatroni di San Marcuola”, ossia i proprietari degli stabili presenti in Contrada scelsero ed elessero il loro nuovo Piovano votandolo in 389 … Nello stesso anno s’iniziò a ristrutturare Santa Fosca in forma “classica”, e i restauri finanziati e guidati dal Nobile Filippo Donà si protrassero per trent’anni fino a mostrare il prospetto della chiesa che si vede ancora oggi. A poco valse però tutto quell’intenso lavorio, perché pochi anni dopo la chiesa prese fuoco e crollò perfino il soffitto: si dovette rincominciare tutto da capo, e si era nel 1741 come è dettato in facciata. La riconsacrazione di Santa Fosca avvenne soltanto nell’agosto 1753 a cura di Girolamo Fonda Vescovo di Nona in Dalmaziainviato dal Patriarca Alvise Foscari ... Intanto in Calle del Zavater ai Santi Ermagora e Fortunato Donna Giustina Campioni possedeva una casa-bottega da Zavatter affittata a Giovan Battista Torre che vi lavorava appunto da Zavatèr… Nell’ottobre 1719 presso i Provveditori Sopra ai Banchisi fece una “Scrittura di Compagnia” della durata di 4 anni su un negozio di merci di seta appartenente a Isabetta Madasco vedova di Valentin Barcellae a Giovanni Maria Gaspari di Antonio. Il capitale investito era di 11.500 ducati, e il nuovo negozio aperto fu quello “All’insegna dell’Amicizia” situato ai Due Ponti in Fondamenta San Leonardo… Nel 1745 Giambattista Tiepolotassato di lire 8 dalla Serenissima come Pittore, passò ad abitare dalla Contrada di San Silvestro dove spendeva 100 ducati annui d’affitto, alla casa già abitata dal Marchese Sanvitale di Parma in Contrada di Santa Fosca andando a pagare 170 ducati annui ... Il successo era successo, e permetteva alle persone di concedersi di più.
Fra 1728 e 1736 sotto il Piovano Prè Bartolomeo Trevisan toccò alla chiesa di San Marcuola d’essere rifabbricata dalle fondamenta ad un’unica navata ... L’antico Portico prospicente venne trasformato in Cappella, si demolì l’antico campanile pericolante, e l'Architetto Giorgio Massari intendeva ricoprire l'intera superficie della chiesa in candido marmo. Tutto, invece, rimase esternamente spoglio e incompleto come lo vediamo oggi, anche se la nuova chiesa venne riconsacrata nel settembre 1779 dal Patriarca Federico Maria Giovannelli originario della Contrada.
Nel maggio di quello stesso 1728 venne emesso un singolare divieto a Venezia: “Vietato a Speciali manipolare e vendere le “Pillole del Piovan”, secreto particolare della Speciaria in Campo Santa Fosca, tanto sotto la stessa denominazione e ricetta, quanto sotto alcun’altra forma …”
L’inventore di quelle speciali Pillole e di altre pillole Purgative e per la Blenorrea di cui deteneva l’esclusiva era Giovanni Girolamo Zannichelli da Spilamberto di Modena gestore della Spezieria all’Ercole d’Oro di Santa Fosca: Erbarolo, autore di prontuari e ricette di medicamenti, studioso di Chimica, Paleontologo, Zoologo nonchè Botanico della Laguna Veneziana … Morì proprio in quell’anno per i postumi di una caduta da cavallo patita durante un’escursione sul Monte Cavallo nelle PreDolomiti Venete.
Nel 1745 il Pittore Domenico Grandi abitava con moglie e figli in Contrada di San Marcuola in Calle della Madonna pagando 12 ducati annui d’affitto ... Nella maxiContrada erano ormai attive 207 botteghe … Nell’aprile 1760 venne pubblicata una curiosa, insolita ma innovativa inserzione nella Gazzetta Veneta: “Casa da affittar a San Marcuola al Ponte dell’Aseo a ducati 22 annui. Chi la vòl parli con lo Spezial da Medicine appresso in Calle … Ce n’è un’altra in Campiello del Remer sora al Canal Grande: si paga all’anno 80 ducati. Le chiavi sono nel detto Campiello … Un’altra ancora all’Anconeta: da pagarsi all’anno 34 ducati: chiavi dal Marangon in Calle dello Squerariol.” … Le Agenzie Immobiliari Veneziane avevano imparato a farsi pubblicità.
Il penultimo giorno di luglio 1774 sempre presso i Provveditori sopra ai Banchi venne redatta un’altra Scrittura di Compagnia della durata di cinque anni fra Carlo Pasinetti quondam Francescoe Giovanni Giacomo Pasini quondam Fioravante circa una fabbrica di sapone investendo un capitale di 8.000 ducati. La fabbrica affittata dal NobilHomo Vendramin divenne il Saponificio Pasini “col bollo della Colomba”sito in Santa Fosca in capo alla Fondamenta del Forner… Attorno a Santa Fosca c’erano allora 44 botteghe aperte, e vivevano 760 persone di cui 193 abili al lavoro fra 14 e 60 anni. I Nobili erano il 29% della popolazione presente in Contrada-Parrocchia, ma per loro il lavoro era un capitolo che non esisteva.
E siamo finalmente al 1800 … quando nella maxiContrada funzionavano ben tre Spezierie da medicine: “La Sacra Famiglia” al Rio Terrà di San Marcuola, “Li sei Gigli” a San Leonardo, e le “Le due Sirene Scapigliate” alla Porta del Ghetto gestita da Domenico Bozzato. Per disposizione dei CapiCotrada, lì fin dal 1770 si trovavano gli strumenti inservienti al ricupero “de sommersi”… Alla fine del settembre 1803 giunse in Contrada la nuova Visita Pastorale del Patriarca Flangini: il quadro che emerge dalla sua relazione è perlomeno curioso se non molto interessante: “Nei pressi di San Leonardo abitano 700 persone “detratti gli Ebrei e i soldati”, e sono funzionanti gli Oratori di Ca’ Labia e di Ca’ Grimani dove c’è un Abate incaricato ... La Fabbriceria di San Leonardo è significativamente indebitata perché a fronte di lire 125,19 d’entrate segnala uscite per 310 lire, mentre il Capitolo dei Preti a sua volta è indebitato per 15.688 lire a causa della ricostruzione di una casa in Contrada per la quale è stata accesa anche un’ipoteca di 6.200 lire ... Stranamente il Primo Prete di San Leonardo va a celebrare nelle Scuole dei Gesuiti “per arrotondare”, ma possiede entrate per 1.498,06 lire provenienti da affitti di sei case e due botteghe nonché da un buon Livello ... Nella chiesa di San Lunardo in ogni caso esercitano nove Preti fra cui un Padovano, l’Abate di Ca’ Grimani, un altro che va a fungere da Sacrista nella chiesa del Monastero del Corpus Domini, un ex Padre secolarizzato Dalmata, e un Prete Altarista e Mansionario che va ogni giorno a celebrare nell’Oratorio del Cristo di San Marcuola. C’è inoltre un Chierico “di buone speranze” che si comporta bene … In chiesa si celebrano 1.167 Messe Perpetue restando in sospeso da celebrare altre 917 Messe già pagate … si fanno questue per le Messe di Suffragio e per i bisogni della chiesa, si predica in occasione di Ottavari e Tridui, e si tiene la Dottrina Cristiana per le putte della Contrada.”
Circa San Marcuola e l’ Oratorio del Santissimo Crocefisso, invece, il Patriarca fece scrivere:“Qui vivono 6.000 abitanti tra i quali ci sono parecchie famiglie Ebree e alcune levatrici … Ci sono diverse Schole ospitate in chiesa, la Congregazione del Clero Urbano cioè una delle Nove del Clero Cittadino Veneziano, e la Scuola per la gioventù tenuta dai Preti … La Fabbriceria di San Marcuola funziona ancora discretamente bene, percepisce: 1.701 lire di rendita da doti di Mansionerie di Messe, Legati, Livelli, contributi di Schole ospitate in chiesa, e metà affitto di una proprietà di campagna ... In chiesa si spendono 1.777,10 lire, di cui 200 per il vino da Messa, 148 lire per l’olio delle lampade, e 272 lire per candele e cere varie ... E’ la Sacrestia di San Marcuola a dichiarare di possedere entrate “curiose” per 157,08 lire più gli “incerti di stola”. Le entrate sono costituite dalla metà dell’ottava parte delle offerte dei Matrimoni, dalla quinta parte dei due terzi delle offerte dei Battesimi, dalle elemosine fissate di volta in volta per i Funerali Solenni, e dai 12 soldi solitamente pagati per ogni Funerale Ordinario, dalle elemosine raccolte durante la benedizione delle case della Contrada (sottratte 20 lire per ciascuno dei 2 Preti benedicenti, 12 lire che vanno ai Chierici della Parrocchia, e 6,4 lire che spettano al Piovano) ... In compenso le spese dichiarate dalla Sacrestia sono perlomeno singolari: 76 lire per carta da scrivere, penne e inchiostro e stampati per i Battesimi, Morte e Matrimoni, certificati di Vita e Povertà e Passaporti ...”
Altrettanto interessanti si dimostrarono essere i Redditi della Mensa Capitolare dei Preti di San Marcuola: “… 4.183,18 lire di cui 2.356,18 da rendite di stabili siti in Venezia; 662,16 lire da rendite di campagne di Terraferma e delle Isole, e da Legati vari e contributi di Schole, mentre le uscite del Capitolo dei Preti consistevano in: 3.600,18 lire di cui 670,12 per pagare Decime e Imposte; 652,10 per pagare la celebrazione di Messe Esequiali e Messe Anniversarie; 732,16 lire per spese forensi; 930 lire per pagare i debiti dei restauri della chiesa, e 563 lire per i restauri che sono ancora in corso … Il Piovano di San Marcuola percepisce di rendita: 495,8 lire e gli “incerti di stola” provenienti dalla metà delle offerte per i Matrimoni, del terzo sui Battesimi, della quarta parte di ogni Funerale, della quinta parte delle offerte per le Messe Esequiali e delle collette varie raccolte in chiesa e in Contrada, dal ricavato integrale delle cere offerte per i Battesimi e i Matrimoni, dalla quarta parte del ricavato delle cere offerte ai Funerali e dalla quinta parte netta delle rendite degli stabili e delle campagne possedute dalla Parrocchia ... Le uscite e le spese del Piovano consistono in 1.471 lire di cui 142 per pagare la celebrazione delle “Messe pro Populo” a cui è obbligato, spende 832 lire per mantenere i Preti Curati, e 414 per le cere consumate in chiesa ...”
Si passò poi ad analizzare gli introiti degli altri Preti di San Marcuola: “Il Primo e il Secondo Prete Titolati del Capitolo dei Preti di San Marcuola usufruiscono della casa di residenza, di una quinta parte degli affitti di tutti gli immobili posseduti dalla Parrocchia in Venezia, di una quarta parte della metà delle offerte per i Matrimoni, della quinta parte dei due terzi dei Battesimi, della quarta parte dei Funerali, della quinta parte delle Collette raccolte in chiesa e in Contrada, della quarta parte delle cere offerte nei Funerali, della quinta parte delle offerte ricevute per celebrare Messe Esequiali, o per assistere alle Agonie e alle Sepolture … Il Terzo Prete del Capitolo dei Preti percepisce come gli altri, solo che non ha diritto alla casa di residenza perché è stata impegnata per sanare un debito della Fabbrica fatto nel 1755 … Il Prete Diacono del Capitolo ha diritto alla metà dell’ottava parte dei Matrimoni, alla quarta parte dei due terzi dei Battesimi, alla metà della quarta parte degli affitti degli immobili della Parrocchia, alla decima parte delle offerte per gli Esequiali, alla decima parte delle Collette raccolte, e a 4 soldi per ogni ducato raccolto per i Funerali Solenni o 6 soldi se capitavano Funerali di bambini … mentre il Prete Suddiacono riceve la ventesima parte di ogni Matrimonio, 2 soldi ogni ducato ricevuto per i Funerali Solenni e 3 soldi per i Funerali dei bambini … Il Secondo Prete Suddiacono riceve solo 40 lire e le percentuali stabilite di volta in volta per i Funerali Solenni … per questo quell’incarico rimane spesso vacante.”
La Parrocchia di San Marcuola era conosciuta fra i Preti di Venezia perchè possedeva ben 18.876,44 lire annuali provenienti dalla rendita di Messe da celebrare ... 6.496 erano, infatti, le Messe Perpetue, e 180 di media gli Esequiali e gli Anniversari, 931 le Messe Avventizie ... Probabilmente per questo ben 33 Preti “ronzavano” intorno alla chiesa oltre a quelli Titolati del Capitolo che erano tenuti a risiedervi stabilmente. C’erano diversi Preti Altaristi e Mansionari di Messefra cui un Padovano e un Palermitano, diversi Alunnidi Chiesa che andavano di solito a celebrare in altre chiese vicine: alla Misericordia, alla Maddalena, alle Cappuccine di San Girolamo, ai Santi Simeone e Giuda e a San Zàn Degolà… Alcuni erano domiciliati fuori città, a: Mirano, Treviso, Maerne e Castelbaldo,e facevano i pendolari con Venezia … un Prete era ritenuto come “maniaco”nell’isola di San Servolo ... e c’erano anche sette Chierici fra cui un Suddiacono e nove Confessori autorizzati ... e i Preti Curati ricevevano un’ulteriore mancia dalla liberalità del Piovano nelle date di Capodanno e nel giorno della Sènsa o Ascensione.
Oltre alle “fiera delle Messe”, in San Marcuola si celebravano le Esposizioni delle 40 ore, si esponeva il Santissimo ogni seconda domenica del mese, si celebrava un’ulteriore Messa Solenne per la Festa della Trinità, del Rosario, per San Valentino, San Michele e San Pietroquando la chiesa di San Marcuola riceveva come le altre l’omaggio di un candelotto dalla Cattedrale di San Pietro di Castello ... Si esponeva inoltre Solennemente la Reliquia della Santa Croce e quella della Santa Mano del Battista, e si benediva con le Sante Reliquie in tutte le Feste della Madonna… Non si mancava di celebrare l’Ottavario dei Morti, la Novena del Natale con Rosario mettendo lampade e candele al Crocefisso in mezzo alla chiesa … Si utilizzavano i denari di 4 Legati per acquistare arredi sacri, si questuava ogni giorno per i bisogni della chiesa … Si predicava tutto l’anno, si davano istruzioni per la Comunione e la Quaresima, si teneva la Scuola della Dottrina Cristiana per i putti ben frequentata e assistita direttamente dal Piovano e da tutti i Chierici disponibili … Dai giorni dell’Epifania di ogni anno si effettuava la benedizione porta a porta delle case della Contrada, anche se le offerte che si raccoglievano in quell’occasione erano sempre più scarse.
Circa la Maddalena il Patriarca Flangini verbalizzò: “Alla Maddalena ci sono 500 abitanti senza alcuna levatrice, e i proprietari degli stabili sono Juspatroni che eleggono il Piovano … Le rendite della Fabbrica, della Mensa Capitolare dei Preti Titolati provengono dall’affitto di sei case, cinque botteghe e un magazzino e sono ridotte come le uscite per le piccole spese ... esiste un Legato specifico per acquisto di suppellettili di chiesa la cui riscossione è sospesa … In chiesa le Rendite da Mansionerie di Messe ammontano a 1.167,2 lire, e si celebra anche una Mansioneria particolare pagata coi redditi di quattro campagne … Si celebrano inoltre 1.500 Messe Perpetue; 23 fra Esequie ed Anniversari, 40 Messe Avventizie, e una Messa Solenne e Cantata in Terzo per tutte le Feste … Si tiene ancora l’Esposizione del Santissimo la prima domenica del mese per la quale esisteva un apposito Legato la cui riscossione è stata sospesa … Si predica e recita il Rosario ogni domenica e il sabato sera … Si organizza l’Istruzione per la Prima Comunione i martedì di Quaresima mentre la Dottrina Cristiana non c’è perché non si è mai costumato, anche se il Parroco ne tenta l’istituzione ma non viene alcuno ... Ci sono inoltre altri otto Preti ascritti alla chiesa, e alcuni Chierici di cui il Piovano si dice contentissimo anche se talvolta mancano alla recita dell’Ufficio della Madonna ... Secondo altri dovrebbero essere ammoniti perchè fanno unitamente la Comunione nelle domeniche e nelle feste principali … C’è poi Don Durello già Secondo Prete della Maddalena e ora Parroco a Spinea che non ha mai voluto rendere conto della sua amministrazione: ha contratto 2 debiti di 1.600 ducati e 750 ducati all’8% senza alcun permesso, e pur dichiarandosi creditore di 100 e più ducati ha ottenuto dal Parroco ulteriori 491 lire …”
Ancora secondo gli appunti del Patriarca Flangini: “Vicino e nei pressi di Santa Fosca e dell’Oratorio di Ca’ Cattaneo vivono 700 Veneziani accuditi e sostenuti da una levatrice e dai servizi offerti dalla Speziaria da Medicine dell’Ercole d’Oro di Santa Fosca ... La Fabbriceria della chiesa è fornita di poche rendite: 129 ducati da affitti di alcune caxette e da due Legati, e gestisce poche uscite-spese per 94 ducati di cui 155 lire per consumo d’olio e 62 lire per le candele dell’antica Festa della Purificazione … Piovano e Preti del Capitolo di Santa Fosca possiedono le solite rendite e la casa di residenza … Diciotto Sacerdoti e due Chierici sono presenti in chiesa (uno è ammalato, non recitano l’Ufficio della Madonna ma ascoltano la Messa tutti i giorni e frequentano con profitto la Dottrina a San Felice) ... Predicazione annuale, Quaresimale, Novene, Istruzioni, Dottrina Cristiana per le putte della Contrada … 3.792 sono le Messe Perpetue che costituiscono 11 Mansionerie Quotidiane Ridotte finanziate da due Lasciti risalenti al 1400, da sei Lasciti del 1500, quindici del 1600 e dodici del 1700 ... Messa Cantata il giorno di San Barnaba … funzione del Giovedì Grasso, dell’ultimo giorno dell’anno, funzione mensile in onore di San Francesco di Paola … Tre legati per l’olio della lampada del Santissimo di cui uno risalente al 1299 … Questua per finanziare la Devozione alla Beata Vergine del Rosario, e questua per il Suffragio delle Anime del Purgatorio …”
Sette anni dopo la Visita Flangini, nel 1810, la chiesa della Maddalena venne prima declassata ad Oratorio Sacramentale e poi chiusa del tutto al culto. Il Piovano venne trasferito in Contrada di San Geremia, mentre Santa Fosca divenne Rettoriale: si sospese ogni attività pastorale e parrocchiale, e l’ex Piovano Don Giovanni Giacomuzzi succedendo a Don Antonio Borgato divenne Parroco di San Marcuola alla cui cura vennero tolti i “circondarii di San Girolamo, Sant’Alvise e Rio della Sensa” che vennero affidati alla Parrocchia di San Marziale.
Nel 1836 la popolazione della maxi Contrada di San Marcuola era davvero in flessione e depressa economicamente: in Contrada c’erano 2.900 persone di cui 1.994 dichiarati poveri, ossia il 69% ... Gli uomini della “Fraterna Parrocchiale”, estensione contradariale della Commissione Generale di Pubblica Beneficenza istituita a Venezia dal 1817, visitavano e censivano “i miseri” cercando di “supplire e provvedere a condizioni civili d’esistenza”... Quel che rimaneva della Fabbriceria di San Marcuola gestiva poche lire provenienti da affitti spesso morosi o soggetti ad atto giudiziario, e dai quattro campi ancora posseduti a Campocastello frutto del testamento Tomadello-Martello del lontanissimo 1432 … la Cassella delle Anime in chiesa procurava introiti incerti … la sovvenzione statale a favore di San Marcuola non venne più riscossa in quanto inglobata e destinata al restauro del campanile cadente di Santa Fosca di cui non si potevano più suonare le campane … Gli Oratori Sacramentali privati delle famiglie: Cagliachi, Casatuta, Correr, Giovannelli, Grimani, Pozzati, Torniello e Vendramin Callergi vennero uno dopo l’altro chiusi e dimenticati.
Nel 1853 il Calendario delle scadenze del Capitolo dei Preti della Contrada di San Marcuola ricordava e prevedeva: “Ogni sabato alle ore 12: Coroncina dell’Addolorata … Tradizione dei “Nove mercoledì” in preparazione alla Festa di San Vincenzo Ferreri del 5 aprile … Durante la Quaresima predica quotidiana del Quaresimale come in altre 37 chiese di Venezia … Domenica delle Palme: inizio della Solenne Adorazione delle 40 ore … 13 giugno: Festa di Sant’Antonio da Padova con Messa Solenne e benedizione sull’omonimo Ponte di Sant’Antonio alla Maddalena ... 21 Giugno: Festa di San Luigi Gonzaga. Al mattino Messa Solenne con panegirico, canto dell’Inno del Santo al pomeriggio e spesso Prime Comunioni alle ore 8 del mattino ripetute nelle 6 domeniche successive dedicate ugualmente al Santo. Tutti i Comunicandi sono tenuti a iscriversi alla Compagnia di San Luigi: i giovinetti dovranno presentarsi con nastro bianco al braccio, e le bimbe col velo candido in testa. Per tutti sarà d’obbligo la Comunione frequente e la pratica della Castità e della Purezza: principali virtù dello stesso Santo.”
“Alla Visita alla Contrada del Patriarca Domenico Agostini prima e del Patriarca Aristide Cavallari poi si contarono ogni volta 4.500 Anime da Comunione distribuite in 1.050 famiglie … ma l’aria che tirava in Contrada era cambiata perché appesantita purtroppo dalla presenza di circa 2.500 Inconfessi inutilmente pressati dai tre Preti rimasti in San Marcuola famelici come segugi scodinzolati ... ma senza più denti capaci di mordere.“... Nel 1881 si decise finalmente di atterrare la cadente antica torre-campanara dei Nobili Baffo posta ancora in mezzo al Campo della Maddalena. Venne sostituita da un “aereo campaniletto alla romana collocato sui còppi della cièsa”… il Campo della Maddalena venne così liberato dopo secoli su secoli di Storia … S’era proprio conclusa un’epoca.
Fine dell’ottava parte/continua.