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“San Marcuola a “luci rosse” nel 1500.”

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“Una curiosità Veneziana per volta.” – n° 184.

“San Marcuola a “luci rosse” nel 1500.”
(nona parte)

Nella maxiContrada di San Marcuola composta da Nobili “lucidi e tirati”, da un Clero totipotente e soverchiante, spesso anche esoso e  pieno di se, nonché più che spesso impenitente e rissoso; oltre alla grande folla degli Artieri e della gente comune Veneziana che viveva e lavorava, non mancavano le figure talvolta “maliziose e basse” delle Prostitute,cioè delle “Signorine” che per vivere o sopravvivere intraprendevano il “lavoro più antico del mondo”.

Dalla solita lista del 1500 già conosciuta, estrapolo alcune singolari presenze ridotte quasi sempre a un solo nome fugace, che però hanno di certo “marcato” la storia della Contrada con la loro “fattiva presenza e attività”.


Nel labirinto di caxette che sorgono tuttora accanto al Ponte de Noàl proprio sul bordo estremo della Contrada allargata di San Marcuola, che va poi “a guardare” sul Canal Grande da quella parte, c’erano: Amabile Verzotta padrona di se stessa, che esercitava “a un soldo”: cioè per quella che pareva essere la “cifra equa” di quel tempo. Vicino a lei abitava: Elena Senese che viveva con sua madre chiedendo due soldi a prestazione, e Franceschina Verzotta, probabile sorella dell’altra, che andava ad utilizzare per i suoi appuntamenti la vicina casa di Mastro Zorzi Tesadòr de Panni e forse suo “tutòr”… Esisteva inoltre una seconda Franceschina disponibile sempre allo stesso prezzo, che abitava nella zona“in casa Dentòn”… e ce n’era pure una terza di Franceschina: quella “di Giacesi”, che costava però il doppio, e gestiva i suoi affari sempre lì: “sòra al magazèn de queo che vende vin”.


Poco più addentro nella Contrada, nelle calli sconte e torte del Traghetto della Maddalena che tragittava a San Stàe, abitavano ed esercitavano “a un soldo”: Andriana, Betta e Franceschina chiamata: “la Barcaròla” in casa di una certa Cate detta “la Schiavona”. Poco distante, sempre nella Contrada della Maddalena, c’erano ancora: Attallante disponibile quasi sempre “a un soldo” presso il Ponte Storto in casa di Costanzadove c’erano anche: Violante Senese “a quattro soldi”, ed Elena Da Canal che di soldi ne pretendeva giusto la metà rispetto la collega.

Pochi passi oltre ancora, nei pressi del Ponte della Nobilissima Cà Marcello, risiedeva “nel Portego scuro”: Franceschina “paròna de se stessa a un soldo”… A Santa Fosca nelle “case della Carità” gestite dai Preti abitava da sola e “ospitava a un soldo”: Andriana Zen in concorrenza con Andriana Schiavonetta “donna maridàda”, che praticava a casa di sua madre “che le faceva da ritornello”. Sempre là presso sua madre Caterina, c’era anche Cornelia Schiavonetta “sconsigliatissima ! … perché donna da pericolo di cariòli” … forse per questo si dava a un soldo solo.

Giù del Ponte dei Servi, poco distante dal famoso Convento di Fra Paolo Sarpi, andava ad appostarsi e “lavorare”: Antonia Spagnuola che utilizzava per il suo “servizio amoroso di lusso da sei soldi” la casa della sua massèra.Poco distante dallo stesso ponte, in casa di sua madre, abitava anche Elena la “Rossa” accessibile facilmente per ½ soldo.


Nella Contrada vera e propria di San Marcuola, vivevano affacciate sull’omonimo Rio: Anzola e Laura dall’Isola di Muranoche si potevano contattare pagando un soldo e andando a picchiare il bataòr del portone di Donna Medea ... Sempre in Contrada riceveva in maniera tranquilla e riservata, cioè “per quattro soldi”: Marietta Grega che però veniva contattata dall’altra parte di Venezia tramite Lucrezia che abitava a San Zuan in Bragora a Castello.

Ci doveva essere poi un vero e proprio bordello e postribolo in Calle dell’Aseo, sempre a San Marcuola, una specie di piccolo quartiere a luci rosse, giusto nel cuore della maxi Contrada, proprio a pochi passi dalla superfrequentata chiesola dell’Anconetta che pareva farle proprio da antipode e contraltare. Bastava andare a bussare alle singole porte della “Calle del piacere”, e c’erano lì concentrate e quasi sempre disponibili in attesa: Chiaretta Padovana che si poteva contrattare direttamente tramite sua madre “a offerta libera”, e Giulia Balbi che di soldi ne voleva due “trattando”a casa di sua madre che “le teneva tèrzo” cioè la favoriva ... Accanto a loro stava: Giulia Stravacina, sempre a un soldo, che intratteneva in casa di Marietta Baffo ... Poco più avanti nella Calle verso il Ponte dell’Aseo, stazionava in casa della sua massèra Caterina: Cecilia “zòtta” pronta a “compagnia per due soldi”, e Chiaretta Pisana che sapeva intrattenere anche cantando e suonando per un soldo “a casa de so màre (madre)”: Orsa ... Ancora lì sul Ponte c’erano: Ippolita Padovana con la quale serviva accordarsi in anticipo, ma in ogni caso sempre per non meno di quattro soldi, e Marietta “Bombardona” che già il nome era tutto un programma(lavorava “a due soldi” in Corte de Cà Lezze nella casa della sua massèra de famègia) ...Sempre come conglomerate là vicino al Ponte dell’Aseo, c’erano infine: Paolina Padovana “a quattro soldi”, che abitava insieme a Maria Visentin, e “Siora” Paola Pisana “tuttofare a dieci soldi in casa de so màre … bòna donna anca èa”.


Seguendo poi la stessa calle e superato il Ponte sopra al Rio della Misericordia, e seguendo la Fondamenta degli Ormesini giusto sul confine della Contrada,procedendo ancora un poco oltre si entrava nella zona della cintura periferica dei Monasteri di Sant’Alvise, deiRiformati, della Madonna dell’Orto da una parte, e di San Gerolamo, delle Cappuccine, e di San Giobbe dall’altra. Non che lì fossero tutti “santi e sante”, perché anche lì abitava da sola giusto sulla Fondamenta del Ghetto: Antonia “la zòtta”che “ci sapeva fare per soldi quattro” come Ipolita “Zudèa” sulla Fondamenta della Misericordia, che voleva la stessa cifra ...Poco più avanti, sulla Fondamenta di San Girolamo, stava in casa da sola disposta ad “interagire”: Anzola, che di giorno faceva la “Becchèra” (macellaia), e di notte “arrotondava” a un soldo, e Marina Vespa “più carotta: a sei soldi” in una delle case di proprietà di Cà Moro.


Sempre in quella stessa zona e Contrada, risiedeva e “lavorava”una “delle più preziose”: Giulia Festina, che non si scomponeva per meno di quindici soldi contattata da Donna Chate che di professione faceva la “mèttimassere”(procuratrice di massaie, domestiche di casa … e altro) in Campo Santa Margherita in Calle del Forno ...  Primeggiava su tutte poi: Livia Azzalina a San Marcilian in Corte de Cà Bàdoer al Ponte dei Sassìni. Era la “più preziosa di tutte” perché voleva venticinque soldi“a bòtta” ospitando in casa delle sorelle Maria e Meneghina Visentincon le quali spartiva il ricavato. Poco distante c’era, viceversa: Betta “donna di garbo a sei soldi” nelle vicinanze della Madonna dell’Orto dove c’erano anche “la Vienna” a sei soldi sistemata nella casa della sua massèra … e la “riservata” Cornelietta che viveva da sola a Sant’Alviseprestandosi per un soldo.In prossimità c’era un’altra casa di proprietà dei Nobili Zustiniàn tenuta dalla stessa mammana, mezzana e ruffiana Cate Schiavona del Ponte de Noal, dove esercitava di solito: Giulia “Fornèra” prostituta “d’alto bordo”, di livello superiore rispetto le altre, che valeva dieci soldi “per volta”.


Eccole quindi elencate tutte … più o meno … Insomma non mancavano in Contrada di San Marcuola “le occasioni”, e c’era di “che divertirsi” all’occorrenza e a volontà … Inutilmente i Preti del Capitolo di San Marcuola tuonavano dal pulpito della chiesa, così come i Patriarchi ad ogni Visita Pastorale: “… erano come tuoni e fulmini a ciel sereno che lasciavano il tempo che trovavano” perché a Venezia anche allora la vita scorreva così … Punto e basta.




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