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“IL TESORETTO NASCOSTO DELL’ULTIMA SERENISSIMA.”

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“Una curiosità Veneziana per volta.” – n° 185.

“IL TESORETTO NASCOSTO DELL’ULTIMA SERENISSIMA.”

Se ne dicono tante a Venezia e su Venezia, anzi: tantissime … Buona parte delle cose vengono sparate soprattutto sui Social per accalappiare l’attenzione di “amici”, clienti o ipotetici lettori, turisti, curiosi o compratori, e ne vengono perciò fuori “prodotti e notizie pseudoseri” con l’intento soltanto di far effetto.

Fra le tante voci che circolano ce n’è una che mi pare più curiosa e meritevole d’attenzione di altre. E’ quella che riferisce di un fantomatico “tesoretto”della Serenissima nascosto dai Veneziani poco prima dell’arrivo degli invasori Francesiall’inizio del 1800, cioè proprio negli ultimi giorni della sua illustre Storia, in quei momenti in cui intuì che ormai tutto era finito e perduto. Penso sia una voce eh ! … o poco più … Ne è però rimasta l’eco, anche se priva di oggettivi riscontri … Tutti quelli che per un motivo o per l’altro si sono dedicati alla caccia e scoperta di quell’ipotetico tesoro non ne hanno mai ricavato nulla, né sono mai riusciti ad andare oltre la pura e semplice illazione e supposizione.

Quasi a cavallo con la leggenda, si vociferava a Venezia che Doge, Signoria e Nobili consapevoli del loro “tristo destino imminente”, avessero raccattato buona parte delle loro sostanze e delle consistenti preziosità che ancora possedevano andando a nasconderle e sotterrarle lì dove mai si sarebbe potuto provare a cercarle e rinvenirle. Si diceva ancora che l’agonizzante Serenissima avesse deciso questo gesto dopo aver passato puntigliosamente al setaccio ogni chiesa e Monastero di Venezia e della Laguna appropriandosi con un ultimo gesto inconsulto di ogni bene prezioso rimasto: denaro contante, preziosi, oreficeria soprattutto, cioè “cose di sicuro valore” buone per essere messe da parte per magari finanziare un’ipotetica “rinascita o ritorno”sullo scenario Lagunare, Veneto e internazionale.
Non sarebbe potuto succedere ? … La speranza è sempre l’ultima a morire: di ribaltoni nella Storia se ne sono visti sempre.

Si sussurrava quindi che buona parte di quella “refurtiva di Stato” fosse stata poi fusa in Zecca e fatta sparire nottetempo senza lasciare traccia alcuna, non registrandola affatto sui secolari e puntigliosi Libri di Palazzo. Da quel momento fu tutto un fantasticare e ipotizzare su quelli che potevano essere i “rifugi segretissimi” in cui poteva essere stato raccolto e celato quel fantomatico tesoretto.

Io penso in realtà che tutto questo non sia accaduto e sia soltanto una storiella da mercato e da osteria … Comunque al riguardo in seguito se ne dissero e inventarono un po’ di tutti i colori. Si disse anche che qualcuno avesse messo a bella a posta in giro delle voci fasulle per depistare e confondere gli invasori nuovi arrivati e i soliti avventurieri curiosi. Si vociferarono mille location diverse del tesoretto, a volte le più improbabili e adatte per confondere le idee. Per qualcuno il “Tesoretto della Serenissima” era stato nascosto dentro alle storiche tombe dei Nobili Veneziani… oppure dentro alle Cappelle Funerarie di Famiglia… Altri dissero che era celato dentro ai Monumentali tumuli Funerari appesi alle pareti delle chiese di Venezia. Fra tutti il più quotato fu forse l’esoterica tomba del Canova a forma di piramide presente in chiesa ai Fraricon quella sua porticina sospetta e misteriosa, qualcuno disse: “creata ad arte per accalappiare i curiosi”.


Poi le voci si sovrapposero e sprecarono: qualcuno formulò l’ipotesi che il tesoretto fosse stato occultato in qualche isola della Laguna, magari in una insospettabile … A tal riguardo non si mancò di fare tanti nomi: sotto e dentro alle fosse comuni degli Appestati di Sant’Arian o sotto al Monastero Eremitico e le cripte della Certosa di Sant’Andrea di fronte al Lido, posto che era carissimo ai Veneziani  … o ancora: sotto e dentro alla cripta di San Zaccaria comodamente raggiungibile e presente solo a due passi da Palazzo Ducale … o sotto alla cripta di San Simeone Piccolo, o in quella chiusissima e sconosciuta di San Giovanni Elemosinario di Rialto: proprio nel cuore della città e soli due passi dall’Emporio Realtino … O ancora: nell’isola di San Clemente sotto la Santa Casa, nell’Isola di San Giorgio Maggiore dei potentissimi Monaci Benedettini dove s’era creato anche il nuovo Papa all’inizio del 1800 … o a Torcello: nella cripta “stranamente divenuta piccola” posta sotto all’antico chiesone … e chi più ne aveva più ne metteva e diceva ... e più ne inventava.


Sta di fatto, che quando arrivarono in città sia i Francesiche gli Austriaci, entrambi forse sulla scia di tutti questi discorsi si misero a disfare e distruggere … e probabilmente a cercare. I Veneziani, forse anche un po’ divertiti per tutto quel girare a vuoto, spiegarono che tutto quell’abbattere, sventrare e sgretolare non era affatto dovuto alla cancellazione delle tracce del vecchio regime della Serenissima, ma era proprio un continuo tentativo di andare alla caccia, scovare e dissotterrare quel famoso tesoretto di cui tanto si vociava in giro.


Sembrava, infatti, quasi impossibile a tutti che la tanto blasonata e ricca Venezia non avesse lasciato nulla, e avesse finito la sua illustre Storia in quel modo così dimesso e con le casse dello Stato completamente vuote. Buona parte dei conquistatori pensò bene e credette a lungo che ciò non fosse stato possibile, che Venezia non poteva essere così squattrinata, e che quindi fosse fondata la storia dell’esistenza del tesoretto, e che da qualche parte dovesse per forza essere celato qualcosa.

In tanti, infatti, giustificarono quel continuo radere a terra sistematico e quasi ossessivo di intere chiese e Monasteri da parte dei Francesi … vedi l’isola della Certosa, ad esempio, completamente cancellata fino alla fondamenta … o il Monastero di San Giorgio Maggiore di fronte a Piazza San Marco sventrato in lungo e largo con la scusa di ricavare nuovi alloggi per i Militari … In molti spiegarono che erano gli effetti della caccia al fantomatico tesoretto.


Si disse anche sempre a tal proposito, che i Francesi non si siano fatti scrupolo di torturare a fondo anche vecchi Nobili e tutto il personale della Segreteria Ducale a caccia di qualche straccio d’informazione che potesse risultare utile a tal riguardo … Si disse ancora che per giorni e giorni una speciale squadra Francese abbia passato palmo a palmo a setaccio tutte le pareti di Palazzo Ducale bussandole palmo a palmo a caccia di una qualche rientranza o porta segreta che desse accesso a qualche sala dove si fosse potuto occultare sapientemente quel famigerato tesoro.

Un’ulteriore leggenda metropolitana racconta di un Monaco Camaldolese“uomo fidato” dell’ultimo Doge, suo Confessore e depositario di alcuni suoi segreti, che lasciò nottetempo le Lagune Veneziane portandosi dietro “nella mente” la collocazione segreta di quel “tesoretto Serenissimo” ... Si dice ancora che abbia vagabondato nel Veneto spostandosi di continuo di Monastero in Eremo e Convento passando per l’Eremo di Monte Rua sui Colli Euganei, l’Abbazia di Praglia poco distante, l’Isola di Barbana a Grado, San Francesco del Deserto, l’Abbazia di Santo Stefano a Bologna e quella di Pomposa portandosi dietro quelle notizie così preziose fino a portarsele in una sperduta Abbazia posta ancora oggi sulle Alpi del Delfinato dove andò a morire. Qualcuno ha concluso che si portò con se nella tomba quelle indicazioni … Altri, invece, hanno continuato a supporre e sostenere che in punto di morte il Monaco abbia tramandato a un altro Abate quel segreto come “retaggio prezioso da tramandare”… Insomma: c’è in giro ancora oggi qualche Abate che conosce la segreta collocazione di quel fantomatico quanto prezioso tesoro.

Chissà ?


E’ curioso ancora ricordare, che “gratta gratta” qualcosa i Francesi finirono per trovare: poche briciole però, non quello che andavano cercando … Trovarono qualche piccolo patrimonio nascosto da qualche Nobile o Monaco la cui carriera era giunta alla conclusione … ma niente della ormai “moribonda”e cadente Serenissima. Qualche camera segreta a dire la verità fu scoperta, qualche armadio finto, qualche libreria scorrevole e qualche porta occultata venne aperta e qualche forziere scassinato … Non emerse però la sorpresa che tanto si andava sperando, cercando e ipotizzando … Più di qualche vignetta d’epoca dipinse e ritrasse i nuovi conquistatori Francesi e Austriaci come dei cani segugi affamati intenti a “raspare” inutilmente nel fango della Laguna … e qualche Veneziano se la rise di gusto.


Non si trovò mai nulla … Neanche le congetture più insolite, astruse e raffinate portarono mai a qualche risultato. Inutilmente anche nel secolo scorso si dice che alcuni Militari abbiano più e più volte fatto scandagliare, rovistare e ispezionare palmo palmo tutte le isole e “terre incerte” della Laguna continuando ancora la caccia a quel fantomatico e “quasi certo” tesoro Veneziano. Ho letto che a un certo punto quella ricerca divenne quasi un’ossessione per un Generale che si dedicò anni su anni a cercare e ricercare … Niente.

Si sostiene infine ancora oggi in qualche pubblicazione, che tale mitico tesoretto oltre ad essere esistito veramente, possedesse un accesso protetto da enigmatiche chiavi e protezioni … e si continua ancora a sostenere che sia stato occultato talmente bene dagli ultimi uomini dell’antica Repubblica Serenissima … da rimanere ancora oggi sepolto da qualche parte: introvabile, “posto lì dove è stato messo” in attesa di un ipotetico quanto improbabile “risveglio di un Nuovo Leone”.




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