#unacurisitàvenezianapervolta n° 199
ALTRA NOTERELLA SIMPLEX SU SANT’ANZOLO DE LA ZUECA UN PO’ BUTTATA LA’ …
Ricordate quanto è accaduto nei secoli addietro in giro per Venezia con i Frati Carmelitani dei Carmini e l’omonima Schola Granda dei Carmini nel Sestiere di Dorsoduro in Campo Santa Margherita ?… Una cosa favolosa: un gran tripudio d’Arte e colori, committenze, movimenti socio-economici, assistenza, devozione e carità … E ricordate a riprova di questo, i grandi capolavori del Tiepolo che ha tappezzato tutta la Scuola Grande ? … Immagino di si, che lo ricordiate: è uno dei più bei capolavori della nostra amatissima quanto disastrata Venezia.
Ebbene, la stessa cosa e lo stesso movimento sociale, spirituale e popolare si è diffuso e ripetuto anche altrove in giro per Venezia, seppure in versione minore e più contenuta rispetto ai pomposi Carmini di Dorsoduro… Lo stesso Tiepolo, ad esempio, ha realizzato nel 1721-1722 una “Madonna e le Anime Purganti”per la chiesa della Contrada di Sant’Aponal nel Sestiere di San Polopoco distante dall’Emporio Realtino… Anche lì: gran tripudio di colori, i soliti contenuti della Madonna del Carmine e dei Carmelitani, e la storia di Simone Stoche dei Scapolari, e tutto il resto … Voglio dire, insomma, che in giro per Venezia esisteva un grande fervore, una specie di gran coinvolgimento nelle attività e nella ricerca spirituale misto a fattiva carità e associazione … Molti Veneziani, anzi: buona parte dei Veneziani erano coinvolti in quelle realtà …
Tempi ben diversi dai nostri di oggi in cui risultiamo parecchio apatici e refrattari su certi contenuti e argomenti.
Beh … Serve ricordare anche che intorno alle ScholeGrandi e Piccole d’Arte, Mestiere, Patria, Suffragio dei Morti, Moribondi e Condannati a Morte, e Devozioni di ogni sorta, così come nelle Chiese di Contrada c’era un gran movimento di soldi, elemosine, lasciti di immobili, terreni e denaro, Comissarie, Messe e ricche Mansionerie mescolate con tante orazioni e gesti semplicissimi quanto genuini di Fede … Venezia era Venezia insomma, e ciascuno al suo posto pensava ai propri interessi e curava le proprie convinzioni civico-religiose-sociali dando origine a un miscuglio sociale e urbano davvero singolarissimo che si curava anche di varie forme d’Assistenza per la malattia, la vecchiaia, l’abbandono delle vedove e degli orfani, e le varie forme di sussidio per gli Ultimi, o ancora le Doti per sposarsi o monacarsi, o per riuscire a mettere su qualche impresa per navigare e commerciare per Terra e per Mare ... ma di questo si occupavano con successo soprattutto i Nobili e i Mercanti con i loro ingentissimi capitali sempre a disposizione.
Anche i Santi e le Madonne, gira e volta, erano più o meno sempre quelli e gli stessi: i Frati Carmelitani proponevano i loro ripresentandoli, suggerendoli e inscenandoli ovunque andavano: Sant’Eliseo col Carro di Fuoco, Sant’Alberto, il Profeta Elia, Santa Teresa, e la Madonna del Carmine e dei Scapolari ... La stessa cosa facevano a modo loro anche i Padri Domenicani dell’Inquisizione, i Frati Francescani, i Benedettini, gli Agostiniani e i Camaldolesi e tutto il resto della eterogenea “brigata Ecclesiastica” del Clero e dei Monaci e delle Monache facendo cose simili: ognuno propugnava “il suo” all’ombra e sulla scia dello stesso Gesù Cristo e Padre Eterno, e cercava ovviamente di fare cassa a proprio favore ... Inutile nasconderlo, la maggior parte della gente e dei Veneziani, poveri, benestanti o ricchi che fossero, acculturati o ignoranti, svegli o che si lasciavano vivere e basta, sperava soprattutto in un posto in prima fila per l’Eternità nel postVita al “piano ultratemporale di sopra”… Religione insomma in cambio di Salvezza, e anche la Politica e il Civico non si sentivano esonerati dal partecipare a quel grande consesso e progetto ... anzi: ci andavano perfettamente a braccetto.
Beh … Fra tutto questo, e in maniera e in tono ancora minore, se volete ancora più piccolo, basso, popolare, essenziale e quasi semplice, si muovevano anche certi contenuti alla Giudecca di Venezia: precisamente nella chiesetta-Convento di Sant’Anzolo in Contorta a cui ho più volte accennato altre volte ... Proprio lì gli stessi Carmelitani Scalzi dei pomposi quanto famosi Carmini di Santa Margherita finanziarono insieme ai Giudecchinidi allora non tanto il famoso quanto ben costoso Tiepolo, ma i più modesti ed avvicinabili economicamente: Odoardo Fialetti e Petrelliche decorarono e dipinsero i tre altari della chiesetta, due quadri “per il Palco”, cioè il Pulpito, e la tela del soffitto realizzata da Petrelli con “il Paradiso e la Madonna che da l’Abito a San Simone Stoch”oggi conservati alle Gallerie dell’Accademia di Venezia… Non sono andati perduti come qualcuno ha detto più volte.
Ed eccoci quindi alla Noterella Simplex a cui vi accennavo: i Frati Carmelitani portarono alla Giudecca oltra alle loro Tradizioni religiose, cultuali e devozionali anche il loro modo per provare a coinvolgere nel loro movimento i Giudecchini e le Giudecchine di allora …
Rimangono curiose tracce di quella situazione, anche se scarse … Nella chiesetta-Convento di Sant’Angelo di Caortorta fin verso la fine del 1700 vennero ospitate ben tre Schole Piccole a cui erano iscritti esclusivamente Giudecchini e Giudecchine … Più precisamente: presso la chiesetta di Sant’Anzolo esisteva la Schola della Beata Vergine del Rosario: una delle tante di Venezia (a San Gallo, San Giovanni Crisostomo, San Giovanni dei Furlani, a San Martino nell’Isola di Burano, a Santa Sofia, a San Zan Degolà, San Bartolomio, Santi Giovanni e Paolo, Gesuati suelle Zattere, Santa Maria Formosa, Spirito Santo, San Mattio di Rialto, San Domenico di Castello, all’Anconeta di San Marcuola, alla Maddalena, Sant’Antonin, Santi Filippo e Giacomo, San Simeon Grando, San Polo, all’Anzolo Raffael, San Nicolò dei Mendicoli, al Giglio, a San Pietro di Castello, alla Bragora, a Sant’Angelo, a Santa Caterina, Sant’Eufemia, San Paternian e all’Umiltà sulle Zattere alla Salute)frequentata più che altro da alcuni semplici Pescatori della Giudecca, e dalle solite donnette giovani e meno giovani della stessa zona …
Ogni anno, anche nel 1758, Pescatori e Frati organizzavano e celebravano insieme una pomposa Festa della Madonna organizzando una solenne Processione in giro per buona parte della Giudecca. In quell’anno per colpa dell’entusiasmo dei partecipanti morì ucciso un bimbo colpito da un colpo di moschetto sparato in aria per far festa ... C’era poi ospitata nella stessa chiesetta un’altra Scholetta della Beata Vergine del Carmelo con ben 200 iscritti ! ... Eccoli qua i Frati Carmelitani di cui vi dicevo … E c’era, infine, anche una Compagnia di Devozione dedicata a Sant’Alberto, pure quella ispirata, voluta e fondata dai Carmelitani, e nata piena d’entusiasmo nel 1760, quando mise insieme ben 50 iscritti cioè Confratelli e Consorelle Giudecchini … E fin qua: niente di straordinario a Venezia mi direte.
Già … Ciò che è più curioso, invece, è la reazione dei Giudecchini e Giudecchinedi allora verso i Frati Carmelitani di Sant’Anzolo di Caotortache piano piano, ma senza poi tanto aspettare, iniziarono a pretendere dagli iscritti Giudecchini sotto varie voci un “supplemento” in denaro per la Schola sempre maggiore, fino a pretende ben 15 Ducati e 12 Grossi annuali ... Figuratevi i Pescatori Giudecchini sempre intenti a far quadrare il bilancio familiare riuscendo più o meno a portare a casa ciò che era strettamente necessario per vivere … o sopravvivere.
I Frati sembravano non capire: chiedevano ad ogni iscritto di dare 3 lire al momento dell’Iscrizione come “Benintrada”, poi di dare altri 10 soldi annuali consegnandoli un po’ per volta di riunione in riunione, di festa in festa, di partecipazione in partecipazione … I Frati avevano già fatto i loro conti: avrebbero messo insieme: 21 ducati e 21 Grossi da intascare dai “buoni quanto devoti” Giudecchini e Giudecchine … e non era tutto: il giorno della Festa del Patrono, cioè della Madonna del Carmine di luglio, chiedevano anche di pagare agli stessi Frati altre offerte ed elemosine per garantire la celebrazione di cinque indispensabili Messe Cantate Solenni, e di almeno altre cinque Messe “lette”.
Le cronache raccontano: “Ohe !?”… esclamarono a un certo punti i Giudecchini e le Giudecchine spazientiti: “Bòni: si … ma nòna: no … Che cosa pretendete da noi ?”… I Frati si fecero severi e alzarono la voce sfoggiando tutta la loro autorità o presunta tale … Dissero che se ai Giudecchini e alle Giudecchine interessava la “Salvezza e il favore del Cielo”, bisognava che si dessero da fare: cioè innanzitutto pagassero oltre a pregare … come andava fatto.
I Giudecchini semplici ma scaltri né si arresero, ne gliela mandarono a dire ai Frati, ma altrettanto spontaneamente e naturalmente risposero: “Scordatevi che vi diamo quanto chiedete !”… I Frati stupiti e quasi esterrefatti tacquero e incassarono il diniego: il tono dei Giudecchini non era molto rassicurante … Alla fine della fine sapete quanti iscritti della Schola pagarono assecondando gli esosi Frati ? … Solo tre Devoti in tutto su 50 iscritti … I Frati si ritrovarono a chiedere con insistenza elemosine nella chiesupola di Sant’Anzolo di Contorta diventata vuota e disertata … Racimolarono 40 lire in tutto: “buone solo per celebrare 12 Messette “basse … da poco prezzo”.
“Accontentarsi !” esclamarono i Giudecchini liberati.
Furbetti i Frati, sapevano fare bene i loro conti e di sicuro procurare con astuzia i loro interessi … All’atto della soppressione della Schola dei Carmini di Sant’Anzolo in Caotorta o Contorta della Giudecca i Francesi raccattarono 478 once d’Argento appartenente alla Schola di Sant’Alberto, più altre 38 once d’Argenti conservati nella Sacrestia della chiesetta ... Secondo voi, con i soldi di chi erano stati comprati lungo gli anni ? … La risposta la sapete già.
Cose … notizie … altre curiosità spicciole nascoste nei meandri e nelle pieghe della Storia di Venezia, dei Veneziani e dei Giudecchini vispissimi di ieri ... Ve ne dico un’altra … Oltre la metà del 1600 i Frati Cappuccini presenti nel vicino Convento del Tempio Votivo del Redentore della stessa Giudecca (quello col Cristo Nero della Peste innalzato per la liberazione di Venezia dall’ennesimo morbo) erano diventato più di sessanta … Sapete quanti ne vivevano, invece, nel vicino Conventino di Sant’Angelo di Contorta ? … Solo otto … ma erano tosti, e parecchio bellicosi dal poco che si è venuti a sapere di loro ... Sapete che accadde, ad esempio, nel Conventino di Sant’Angelo di Caotorta lunedì 05 febbraio 1666 ? … I Frati si presero a coltellate fra loro esprimendosi in una lite furibonda … Non si seppe mai bene il perché, eccetto che qualcuno finì moribondo o morto del tutto, e furono proprio i Giudecchini ad accorrere per togliere i Confratelli Frati dalle mani armate di ciascuno di loro.
Che ve ne pare ? … Bene ! ... No ?
Comunque Frati o non Frati belligeranti, i Giudecchini e le Giudecchini designavano ogni anno otto giorni prima dell’elezione della nuova Banca della Schola(l’organo principale di governo della Schola) uno o più persone Giudecchine a cui dare 80 lire perché andassero in Pellegrinaggio fino alla Madonna degli Angeli e della Porziuncola d’Assisi e/o fino alla Santa Casa di Loreto dove dovevano pagare e far celebrare Messe ,e “lucrare l’Indulgenza del Perdon d’Assisi” secondo i desideri della Schola della Giudecca… I prescelti dovevano considerare un onore l’essere stati nominati per quella “Santa Opra-Mandato”, perciò dovevano sostenere a proprie spese il viaggio e il costo dell’eventuale alloggio lungo la strada … andata e ritorno: “Gli eventuali accidenti di viaggio dovaranno sbrigarseli da soli”… I soldi dati servivano per far celebrare le Messe e comprare le Indulgenze facendo opportuna elemosina ... Se per caso qualche Defunto lasciava soldi alla Schola con la stessa intenzione: si sarebbe dovuto fare un’offerta alla famiglia del Morto, o aumentare il numero delle Messe da comprare e far celebrare, ma non dare ulteriori soldi ai Pellegrini per il Viaggio.
Quelli della Banca erano richiestivi e severi: “non si potevano prestare ad altri: Croxe, Candelieri d’argento, nè la Paxe da baciare della Schola” ... I Proveditori da Comun di Venezia ricordavano che quelli che diventavano Sindaci della Banca della Schola dovevano saper almeno leggere e scrivere, altrimenti non potevano essere eletti … e altro ancora.
Al di là di tutto questo, nel 1764 i FratiCarmelitani vennero finalmente soppressi e la Casa dei Carmelitani della Giudecca chiusa … Il Senato Venetoregalò con apposito decreto la chiesetta di Sant’Angelo di Contorta al Guardiano della Schola dei Pescatori Giudecchini… Nel 1781, secondo un’iscrizione che si poteva leggere fino a qualche decennio fa sui muri della chiesa, si diceva:“Furono rifuse le due campane dalla Scoletta della Madonna del Carmine di Sant’Anzolo della Zueca sotto il Guardianato di D.Francesco Baldio Procurator e Compagni a spese delli fratelli della medema anno MDCCLXXXI e pas a credum de polis.”… E si voleva vendere due altari della chiesuola per riuscire a finanziare ancora una volta la celebrazione di qualche ulteriore Mansioneria di Messe… Era una vera e propria ossessione che avevano quella delle Messe da comprare e celebrare, inculcata fin nell’animo della povera gente della Giudecca eternamente priva di mezzi.
Ancora nel 1780, gli stessi Provveditori da Comun emisero un bando cittadino a Venezia per cercare: “… qualcuno disposto a fungere da Cappellano a favore della Scollette della chiesola di Sant’Anzolo della Zueca, e celebrare qualche Messa per i Giudecchini soprattutto nei mesi invernali” … Nella chiesupola Giudecchiam c’erano ancora: un organo, tre altari di marmo e due quadri vecchi … Nessuno rispose al bando presentandosi … Chissà perché ?
Beh … che ve ne pare ? … ne accadevano di cose minuscole oltre il Canale della Giudecca… Vero ?
Poi passò il napoleone francese che come spugna bagnata cancellò tutto lasciando solo pallide quanto vaghe memorie … che ancora qualche volta echeggiano negli angoli, lungo le fondamente, e nelle corti, campielli e callette della Giudecca … CoronaVirus permettendo.
Sentite infine la relazione dei francesi verso l’inizio 1800 quando si recarono a depredare la chiesetta e il Convento di Sant’Angelo di Caortortainsieme a tutto il resto della Giudecca ... E’ sicuramente curiosissima:“In sintonia con altre Librarie Veneziane si mostrava quella dei Carmelitani della Congregazione Riformata Mantovana di Sant’Angelo di Concordia: poco più di 350 opere divise tra Latine e Volgari ... con una discreta scelta di Scrittori Classici e di Edizioni Basileesi e Parigine dei Padri della Chiesa … C’era poi l’ “Institutio Catholica” del Gropper, la Letteratura Ascetica tradizionale, il settore dell’Oratoria Sacra e della Scolastica Spagnola che era in pieno sviluppo a quell’epoca … C’era un testo Gioachimitico: l’ “Expositio in Apocalypsim” dell’Abate Florense considerato praticamente eretico, e alcuni libri di Magia e Secreti: la “Magia Naturalia” del Della Porta con le reminiscenze del Platonismo Rinascimentale nelle sue espressioni più inquietanti e di dubbia Ortodossia: c’erano i “Problemata in Scripturam Sacram” di Francesco Zorzi che aveva avuto un grande successo e divulgazione soprattutto con i Frati Mendicanti Veneti, tanto che copie del volume oltre a trovarsi nella Biblioteca Monastica Comune si trovavano perfino nelle singole celle dei Frati …”
E qui mi fermo.