“Una stranamente brevissima curiosità veneziana.” – n° 52.
" GIANSENISTI A VENEZIA … CHI L’AVREBBE DETTO ? "
Sapete meglio di me che Venezia Serenissima nei secoli è sempre stata tollerante, liberale e aperta ad accogliere ogni diversità, filosofia e religione. Da porto di mare Mediterraneo ha ospitato tutte le genti del sue tempo con le loro culture e convinzioni. L’elenco sarebbe lunghissimo, basta leggere la toponomastica della città per rendersene conto: Ebrei in Ghetto, Turchi, Persiani, Albanesi, Tedeschi, Inglesi, Armeni, Greci, Spagnoli, e mercanti da molti luoghi dell’Asia, dell’Africa … Qualcuno azzarda che i Veneziani siano giunti prima di altri in nuovi mondi, che hanno toccato le coste dell’America … mentre certamente hanno solcato i mari polari … potrei continuare a lungo. A Venezia si è stampato liberamente contenuti altrove proibiti, messi al bando, condannati e bruciati … di ogni scienza, teologia, e forma di sapienza … A Venezia si studiava, ricercava, scopriva come sui Mappamondi di Fra Mauro … era il top, garanzia al riguardo
Ogni tanto a Venezia spunta un qualche reperto, una notizia, una scoperta che conferma questa sua poliedrica ed inesauribile capacità d’incontrare con cui ha riempito i secoli. Per puro caso, in questi giorni ho riletto una noterella curiosa. Non eclatante, una piccola informazione … ma è un’altra di quelle curiose da conoscere e riscoprire.
A farla breve … Il Giansenismo è stata una corrente religiosa diffusa per l’Europa e oltre, che proclamava una salvezza umana post mortem riservata solo a pochi meritevoli. Secondo le Dottrine di Giansenio (andate a curiosare in Internet e dintorni), la via per ottenere la salvezza era impervia, strettissima. Solo chi avesse interpretato e vissuto rettamente morale e dottrina avrebbe potuto accedere alla Grazia rara della Salvezza Eterna.
Insomma Gesù Cristo e Padre Eterno si dovevano considerare di manica stretta, poco propensi a perdonare e a distribuire misericordia gratuitamente all'umanità intera compresi i pentiti dell'ultimo momento. Viceversa il mondo infernale dei dannati era superaffollato di tanta parte dell’umanità che non aveva accesso al dono eterno a causa della loro scarsa fede e del loro modo negletto di interpretare l’esistenza. Ve l’ho detto in maniera barbara, ma perdonatemi … non era questo il mio scopo.
Per rappresentare questo concetto di “Salvezza stretta, e solo per pochi” gli artisti dell’epoca realizzavano un tipo di Crocefisso non a braccia distese sulla croce, ma con le braccia quasi alzate verticali. Una specie di Crocifisso stretto, a mani in alto, proprio per indicare la strettezza di quella via difficile da percorrere.
Come immaginate bene, la Chiesa ha condannato ampiamente questo tipo di eresia, e si è premurata come il solito di cancellare ogni traccia e riferimento che riportasse quelle convinzioni ereticali errate. Cancellava col fuoco, con i processi, con la tortura, la prigione a vita … e con la morte, tanto per non sbagliare. Ma qualcosa filtrava e sfuggiva sempre … e rimanevano tracce visibili di quelle “stagioni anomale ecclesiali”.
Anche a Venezia non sono riusciti a cancellare tutte le tracce di certi accadimenti storici “sbagliati” accaduti. E’ così che siamo venuti oggi in possesso di testi, documenti, notizie, informazioni su certi predicatori trasgressori e impuniti … ed è così che è rimasto anche uno di quei Crocefissi a braccia strette di quell’epoca Giansenista di magro spazio in Paradiso. Ufficialmente lo chiamano Cristo di Poveglia …ma in realtà di quello di Poveglia era solo una copia, o anche no.
Beh il Cristo Giansenista lo potete ammirare quando volete nella chiesa dei Santi Apostoli a Cannaregio …Entrate dalla porta centrale e dirigetevi in fondo a destra … e aprite gli occhi. Uno spicchietto storia “speciale”vi guarda … Venezia non si smentisce mai …