#unacuriositàvenezianapervolta 206
“Castellani e Nicolotti: non solo botte da orbi, ma ben di più.”
Le mie “Una curiosità Veneziana per volta”sono senza pretese, sono solo semplici esternazioni di un Veneziano qualsiasi che ama ricordare come tanti la propria Città con le sue Storie e Tradizioni ... Dico questo perché so bene che su Nicolotti e Castellani si è già detto bene tutto, ma lo stesso ho voglia di ricordare ancora una volta il motivo di fondo da cui nacque probabilmente quella antica contrapposizione campanilistica, Contraddaiola e cittadina Lagunare.
Solo tardivamente la Serenissima fu abile a pilotare quella rivalità urbana trasformandola in tradizione sestierale e soprattutto in attitudine e “abilità alla guerra”: quasi un allenamento, una manifestazione popolare di forza dei Veneziani in vista di un eventuale nuovo conflitto.
A cavallo fra Leggenda e Storia, invece, la contrapposizione fra le due fazioni urbane Veneziane ebbe un preciso nesso e riferimento storico, cioè nacque da un singolare episodio reale che “sclerotizzò”da una parte di Venezia: quelli dal “berretto rosso” del Sestiere di Castello associati a quelli di San Marco e ai solitamente neutrali Giudecchini, mentre dall’altra si contrapposero quelli dal “berretto nero”, cioè quelli delle Contrade e Sestieri di Dorsoduroe i Cannaruoli di Cannaregio a cui s’aggregarono perfino i “Gnatti Muranesi”.
Tutto sembrò accadere nel lontano 1300, quando ormai la tradizione educativa e i principi sociali Religiosi e Civici dei Veneziani … e non solo di loro … erano più che assodati, praticamente ovvi e scontati: radicati per sempre nella mente delle persone.
Mi spiego.
Intendo dire che erano ormai secoli su secoli che Chiesa & Stato avevano imposto e trasmesso, impresso e imposto a tutta Europacerti contenuti diventati quasi un DNA obbligatorio, un “dictat esistenziale” per ogni persona.
Sull’intero Mondo Europeo, e quindi anche a Venezia, ancora un poco oggi, anche se in modo annacquato e ormai languido, vige nelle menti e nella sensibilità comune il costrutto Dottrinale Ecclesiasticoche indica come vivere o non vivere in vista del tragitto esistenziale finale fra Vita e Morte … L’assioma immutabile di fondo è sempre quello: tutto è nato e diretto a Dio… Tutto è creato e sgorga da Lui, e ritornava là da dove è scaturito … Di conseguenza: Chiesa & Civico erano i mediatori unici di quell’immane accadimento radicato in ogni cervello fin dalla nascita e nell’intera Societas Umana in maniera irreversibile e indelebile ... C’è poco da scegliere: è così e basta … Punto.
Di conseguenza qualsiasi cosa che succedeva ogni giorno doveva essere per forza “benedetta e voluta da Dio e diretta a Lui”… Era questione di Salvezza Eterna o Dannazione, che tradotto significava: “scelta fra Inferno e Paradiso”.
Ogni gesto e tempo del vivere era quindi declinato e scandito pro o contro quel destino e destinazione, e non poteva essere se non così ... salvo l’aggiunta tardiva della “stazione intermedia del Purgatorio”dove si sarebbe rimasti ibridi in attesa “a penare nella fiamma delle Anime Inquiete e Purganti” aspettando“la Misericordiosa Salvezza in pienezza” foraggiati dai suffragi e dalle spinte caritatevoli e oranti dei più ancora viventi ... Poveri Morti !
Per tutti il vivere era lo svolgersi e l’applicazione pedissequa di quella “disciplina e di quei valori normati da Bibbia e Vangeli, e soprattutto dalle indicazioni della Chiesa” al di là dei quali esisteva solo il Peccato, il Demonio e l’Eresia… In altre parole: “Chi non è con me è contro di me”, e si finiva bruciati al rogo se non si era d’accordo con buona pace di tutti ... oppure si diventava: “nemici del giusto vivere”, i “diversi” adatti ad essere obiettivi di Crociata.
Ma non c’era solo questo nel vivere di certi secoli Europei, c’era un’ulteriore radicale quanto magistrale ideologia … Una delle tante che ha prepotentemente segnato per secoli la Storia … C’era un “pesante di più”.
Ogni gesto dell’esistenza dal parto al cimitero era visitato, plasmato, scandito e quasi consacrato come “buono e valevole” da un preciso Rito e conferma Ecclesiastici… Chi nasceva poteva considerarsi vivo solo se Battezzato, così chi moriva poteva essere tale solo attraversando il Rito del Funerale Cristianofinendo inumato o sepolti e non disperso nel nulla … In mezzo c’era tutto il resto che conoscete benissimo: cioè la “campana dell’Ave Maria”scandiva inizio e fine di ogni giornata, e ancora “la campana della Chiesa e di Dio” determinava l’inizio e la fine del lavoro, sanciva l’Amore e il Matrimonio, e ancora il Prete entrava a visitare non solo la Malattia e la Vecchia distinguendoli dall’essere Indemoniati o Reietti per colpa dei Peccati … e ancora su ancora: ogni gesto e stagione che si succedeva doveva essere etichettata di Preghiera, Litanie, Rogazioni e Giaculatorie perché tutto non fosse “opera del Maligno” ma bensì della Chiesa e della Divina Provvidenza.
Dimenticavo … anche le Coscienze e l’Intimo personale, soprattutto quelli erano prerogativa quasi ossessiva di Frati, Papi, Vescovi e Preti… L’intera vita era un discernere e scegliere da “che parte stare” e come destreggiarsi fra colpe e peccati di ogni sorta … Ogni fatto del vivere era sospeso fra Bene e Male e fra Peccato e Virtù ben declarati, illustrati, e puntualizzati fin nei minimi dettagli dall’intramontabile connubio Chiesa & Stato.
Chiesa e Stato, sempre a braccetto lungo i secoli furono sempre ben disposti a riconoscersi e consacrarsi a vicenda, hanno spartito quasi equamente questo immane potere, e sono stati sempre astuti per non dire furbi nell’elencare e declinare liste su liste di “mali” da confessare e su cui emendarsi in varia maniera.
E veniamo al dunque …
Tutto questo ambaradan, questo immane “castello di principi e concezioni” era poi traducibile in un prezzo da pagare … Perché gira e volta si arriva sempre là: tutta quella Salvezza o “mancata Dannazione” era un tributo da pagare ai Due Potenti, e piano piano corrispose a una serie di specifiche tariffe ben elencate.
Esempio su tutti ? … Compivi un omicidio o una grossa ruberia … Beh: potevi cavartela lo stesso, e trovar“perdono”Pellegrinando fino alla Terrasanta, Roma, Assisi, Loreto, Santiago di Campostela, San Michele del Gargano… Facevi testamento prima di partire, perché spesso non tornavi, e lasciavi tutto in custodia alla Chiesa per darlo eventualmente ai poveri, cioè a se stessa … Poi andavi espiando, cioè offrendo elemosine, pagando penitenze, finanziando ovunque il “sistema”, e magari al ritorno, se eri ancora vivo, anche lo Stato si sarebbe dimostrato clemente accorciando la pena che ti aveva imposto ... magari ti dava una bella multa supplementare, o ti riduceva gli anni di carcere o da trascorrere incatenato a vogare un remo.
Per avere plateale conferma ed esempio di tutto questo andate a vedere le “Penitenze Tariffate” della Chiesa di certi secoli, dove vedrete come la Chiesa è giunta proprio a quantificare in denaro l’errore che ciascuno poteva aver commesso precludendosi la Salvezza Eterna. Serviva pagare insomma, e tanto, e sempre, e senza fine per non finire dalla parte sbagliata della Bilancia di San Michele Re e Interprete a nome di Dio della Giustizia e Valutazione Finale che sarebbe scattata alla fine di ogni esistenza: l’apocalittico e terribileGiudizio Finale.
Tutto questo generò paura, una paura atavica, impiantata nel profondo di ogni esistente, una paura simile a quella dei Galliche temevano che cadesse loro il Cielo in testa ... Una paura “da mille o non più mille” in cui si temeva la fine di tutto, soprattutto di se stessi.
Perdonate la precisazione di questo pistolotto, ma era per sottolineare come nessuno si sentiva escluso da quella logica sociale, e dal vivere secondo quel “Codice di Vita”. Tutti secondo le proprie tasche si adeguavano a “cercar Salvezza” sborsando per tutta l’esistenza alla Chiesa connivente con lo Stato.
La cosa divenne in moltissimi casi, quasi nella totalità delle persone, una vera e propria ossessione … Andate a vedere quante Mansionerie di Messe Perpetue i Nobili Veneziani pagavano per testamento “per la Salvezza della loro Anima”: un’infinità !
Chi poteva permetterselo pagava la celebrazione di migliaia di Messe per guadagnarsi la Salvezza. Per chi era meno abbiente c’era la possibilità di “scalare” nei versamenti, nelle elemosine e nelle elargizioni: “per la Salute di me e delle Anime dei miei cari”pagando meno, o a rate, o in maniera estremamente differenziata … Esistevano Messe per ogni tasca: lisce o basse e lette da pochi soldi, poi in terzo con tre Preti, e cantate e solenni … e poi Esequi, Anniversari e via dicendo: il catalogo della Salvezza era ricchissimo ... Insomma: bastava pagare.
Ogni gesto del vivere, ogni cosa aveva una corrispondente Tassa da pagare… Si pagava per nascere e morire, si pagava per il raccolto e le Feste, per gli sbagli e i successi della Vita, per quanto si faceva e quanto si sarebbe potuto fare ... Un immenso circone e soprattutto un gran giro di soldi.
Ma torniamo ai Nicolotti e ai Castellani Veneziani di cui volevo parlarvi.
Nella Venezia del 1300 Bartolomeo Querini ex Piovano della Contrada e Parrocchia di San Pantalon diventò Vescovo di Castello cioè di Venezia, e come liberalità e affetto per la zona in cui aveva operato la esentò dal pagare la “Tassa sui Morti”.
Fu di certo una benedizione per quella parte dei Veneziani che andò a coinvolgere anche le limitrofe Contrade di Santa Margherita appena al di là del Ponte e del Rio di San Pantalon, ma anche quelle misere dei Pescatori dell’Anzolo e di San Nicolò della Mendigola, e perfino quelle vicine di San Barnaba, San Basilio e San Trovaso ... Una bella roba insomma, un sollievo per tutti.
Accadde poi nel 1311, che Ramberto PoloVescovo di Castello-Olivolo successore del Querini, storicamente non ancora titolato come Patriarca, non gradisse quell’esenzione concessa dal predecessore, per cui determinò che si riprendesse a riscuotere da parte di tutti i Veneziani la solita Tassa Funeraria ... erano soldi: e non pochissimi.
Apriti cielo ! … i Veneziani interessati non ne vollero sapere: quello doveva essere un privilegio-esenzione perpetua.
Tira e molla: il Vescovo con i suoi da una parte, i Contradaioli Veneziani dall’altra … Si venne prima alle baruffe e poi alle mani, finchè quando il Vescovo si presentò per l’ennesima volta a Dorsoduro con tono severo e pretenzioso dal Piovano della Contrada di San Pantalon: Prè Bartolomeo Dandolo, i Veneziani in un gran tumulto e insorgere di popolo semplicemente lo fecero fuori.
Si si … Proprio uccisero il Vescovo di Venezia presso il luogo chiamato da allora: “il Malcantòn”(zona vicina ai Carmini e Piazzale Roma), e tutto accaddeper via di quella Tassa Mortuaria che nessuno voleva pagare … e a ragione.
Ed eccoci al dunque: mezza Venezia venne immediatamente scomunicata, giudicata rea e meritevole della Dannazione Eterna, mentre l’altra metà di Venezia, quella “buona e obbediente”, si contrappose a quella “cattiva”… Ed ecco qua quindi: Castellani e Nicolotti.
La Leggenda Veneziana poi infiocchettò e abbellì di dettagli quella contrapposizione storica con la Lotta dei Pugni in cima ai Ponti, con le Regate in Barca, e con le dimostrazioni e contrapposizioni “di forza” in Piazza e davanti al Doge delle due fazioni … Si disse che al termine di una storica contrapposizione si sarebbe deciso“a suon di botte” quale delle due Fazioni fosse stata la prevalente, cioè la migliore … I Rossi di Castello Arsenalotti chiamati spregiativamente “Gamberi Rossi”, o i Neri Pescatori e Barcaroli di Dorsoduro detti “Ombre da Morto”?
Vinsero quelli di Castello dichiarando gli altri in modo spregiativo come Nicolotti cioè: poveracci, morti di fame, mentre se avessero perso loro sarebbero stati nominati: “Bragolotti”, cioè “fangosi”, riottosi e bassi come un porco nello stagolo … “Merdosi” insomma ... Erano espliciti i Veneziani di un tempo.
Mi fermo qua: il resto lo sapete già meglio di me ... Tutto in seguito divenne tradizione Veneziana e celebrazione ludica annuale “tipo regata”, una sorta di gara agonistica, “una guerra a canne e bastoni, pugni e calci, botte e coltelli e sciòmpe in acqua”, che finì con l’allietare i Veneziani d’altri tempi.
Una mattina qualsiasi di febbraio 1848 si rinvenne sui gradini dell’altare della Madonna della Salute due sciarpe rosse e nere: Castellana e Nicolotta, annodate insieme ... Venezia stava lottando unita contro gli Austriaci “Peste di turno” calata a ghermire Venezia.
Io sono orgoglioso adesso di abitare a Santa Marta: terra dei Nicolotti di San Nicolò dei Mendicoli dove nell’aria aleggiano ancora spumeggianti quanto invisibili queste belle memorie storiche Veneziane.