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CHE C’E’ SOTTO LO ZATTERONE SEGRETO DELLA CHIESA DELLA SALUTE A VENEZIA ?

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#unacuriositàvenezianapervolta 220

“CHE C’E’ SOTTO LO ZATTERONE SEGRETO DELLA CHIESA DELLA SALUTE A VENEZIA ?”

(parte prima)

Niente entrata … solo uscita ? … Non capivo.

“Uscita del magazzino delle candele che va in strada” recitava l’etichetta inanellata sulla vecchia chiave grossa come un pugno.

Ma perché solo uscita ? … Mi ha sempre lasciato perplesso quell’etichetta che sembrava voler dare una spiegazione senza ammettere repliche di sorta.

E poi c’era quella scaletta in pietra per scendere fin di sotto dentro a quell’unico bugigattolo … Era eccessiva per un loghetto così.

Perché si era costruito un passaggio del genere solo per scendere dentro a un asfittico piccolissimo magazzino dal soffitto bassissimo e con le pareti rivestite di legno ? Un’opera in pietra con le pareti addirittura curve, e una scaletta a chiocciola per raggiungere quello squallore inutile ? … Uno spreco nell’economia di quell’edificio così grande e insigne … Va be fare le cose in grande … ma sprecarsi lì sotto così ?  … Era proprio una cosa incomprensibile, che non capivo per niente ... Non poteva essere.

Quindi, un bel giorno mi sono messo d’impegno e ho incominciato a osservare con estrema attenzione quel posto sotterraneo.

Tanto più che mille volte i turisti si erano presentati in Basilica a chiedermi: “Da che parte si scende nella cripta ? … Come non c’è una cripta di sotto ? … Com’è possibile che non ci sia dentro a una chiesa così sopraelevata ?”

“Eppure è così: non c’è … Niente cripta di sotto.” mi ritrovavo ogni volta a rispondere rimanendo però vagamente perplesso.

Non c’era, non esisteva … Ne ero certissimo: non l’avevo mai vista … O perlomeno non esisteva ufficialmente … Mi era stato detto perfino che durante gli ultimi restauri moderni s’era rilevato con l’ecografo la completa assenza di cavità aperte di sotto al pavimento della Basilica della Madonna della Salute… quindi …

“Niente ! … Non c’è niente … Solo i pali … Il famoso “zatteròn dei pali” costruito per far da fondamenta alla Basilica.”

“Un milione di pali ?”

“No ... Troppi ! … Credo fossero centomila … Un bosco intero in ogni caso.”

Eppure … qualcosa non quadrava e tornava, tanto è vero che un giorno si presentò un turista in chiesa con un vecchio testo in inglese dove c’era inserita una mappa con segnato sopra evidente l’accesso alla famosa cripta ... che non c’era.

Se non c’era: non c’era … No ?

Quel giorno sbalordii non poco osservando il punto preciso che m’indicava il turista con gli occhiali issati sopra ai capelli ... Era anche un po’ scocciato a dire il vero, pareva che mi dicesse: “Ecco i soliti Italiani … Quelli che hanno carenza di personale e organizzazione, perciò non ti lasciano visitare le cose giuste … Preferiscono dire perfino che non esiste un posto piuttosto di ammettere la loro inefficienza e disorganizzazione.”

Il turista, infatti, mi osservava in maniera un po’ canzonatoria e interrogativa, quasi di schermo. Pareva dicesse: “Vediamo un po’ che s’inventa sto qua ? … Che stai qui a cianciare ? … Non vedi ? E’ segnato chiaramente qui sulla mappa il punto preciso da dove si dovrebbe entrare di sotto in cripta ... Non fare il finto tonto quindi ! … Credi d’imbrogliarmi e prendermi per il culo ? … Datti piuttosto da fare per farmi entrare …”

E più mi mostrava quel punto preciso sulla cartina, più avevo voglia di capire dove esattamente era collocata quell’entrata secondo me inesistente ... Avrei voluto in quel momento prenderli la guida dalle mani e scansionarla o fotocopiarla e fotografarla … Ma ahimè ! … In quegli anni si dovevano ancora inventare e commercializzare sia i fotocopiatori, che gli scanner, e ancora di più i cellulari ... Peccato !

L’unica cosa che mi riuscì di fare, dopo aver inutilmente spiegato al turista che la mappa era sbagliata, fu quella d’imprimermi nella mente quel punto esatto che risultava segnato ... La cosa finì lì, perché a malincuore confermai al turista curioso che non c’era alcuna cripta da vedere, e che se ci fosse stata in ogni caso sarebbe stato impossibile mostrargliela lasciandolo entrare da solo.

“Italiani …” mormorò con un tono di evidente disprezzo uscendosene dalla Sacrestia ... “Veneziani … Veneziani …” aggiunse poi accentuando con una smorfia e un gesto di ulteriore spregio … Come a dire: “Siete proprio: terra terra … bassi bassi … contate poco niente.”… Mancava solo che sputasse per terra per sottolinearlo ancora di più ... Poi scomparve per sempre, mai più visto in vita mia.

Che poi ? … Avesse almeno pagato il biglietto per entrare in Sacrestia ? … Non l’aveva fatto … Era entrato guardandosi attorno solo con quella sua richiesta strampalata … Va beh … Ero abituato a vederne passare e succedere un po’ di tutti i colori in quei giorni estivi dentro al gran chiesone, quindi non ci pensai più … anche se mi rimase però dentro una certa curiosità … e sapete com’è: è come un pungolo innestato dentro al cervello, che finchè non lo togli dandogli una qualche risposta ti rimane dentro a inciderti e darti fastidio.

“Insomma ?  … Che esistesse per davvero quella cripta ? … O quella del libro era stata solo una disattenzione di chi aveva redatto quella mappa ?”… Fra una cosa e l’altro il dubbio continuò a rodermi dentro.

Giunse quindi il mezzogiorno di quel giorno … Suonò come brontolando roco il campanone di San Marco… Suonò quasi all’unisono anche il nostro, e in coro tutti quelli grandi e piccoli sparsi per la nostra Città Lagunare.

Chiusi il portone in faccia ai prementi e mai stanchi turisti che non volevano intendere di rimanersene fuori: “Riapro alle tre … Lasciatemi andare a mangiare qualcosa.” provavo ogni giorno a spiegare … e puntualmente mi prendevo i rimbrotti di chi non voleva intendere di dover rimanersene fuori ad aspettare … Con la fame giovanile che mi rimbalzava dentro, percorrevo “volando” la distanza che mi separava dal Refettorio del Seminario, e lì in compagnia del solito umilissimo quanto discosto anziano Prete studioso e ricercatore incallito, oltre che mio “prof”di Arte, Italiano, Storia, Greco e Latino di ginnasio e liceo ormai da anni, letteralmente “attaccavo” il desco saziando gli impulsi dell’incipiente fame che mi comprendeva incontrollabile. 

Era sempre un piacere grande per me pranzare insieme a quell’uomo: un vero e proprio “pozzo di scienza” e grandissimo e profondissimo oltre che documentatissimo conoscitore di tutto ciò che significava “Venezia”.

Mangiano noi due da soli, mentre tutto il resto del Seminario se ne stava in vacanza o in montagna, cadeva fra noi quella distanza ufficiale che c’era sempre fra cattedra e banco di scuola, per cui il Professore si apriva in semplicità a pratica confidenza con me e io con lui ...  e non c’era volta, che esauriti i soliti convenevoli sulla bontà dei piatti che ci avevano preparato le Suore, e oltrepassati i soliti argomenti e le notizie del giorno suggerite dai giornali e dalla televisione, che non finissimo con l’aprirci entrambi con entusiasmo su ciò che c’interessava di più, cioè l’Arte, la Storia e le Tradizioni della nostra amatissima Venezia.

Ovviamente c’era lui da una parte a riferirmi con entusiasmo delle sue ultime scoperte fatte negli Archivi di Venezia più reconditi e inaccessibili, o a raccontarmi di come arrampicato da qualche parte su qualche scala traballante e scricchiolante era riuscito a scrutare finalmente quel tal dettaglio sconosciuto o dimenticato dai più circa quello o quell’altro monumento antico … Dall’altra parte, c’ero, invece: io, implume d’anni e ignorante di tutto, ma altrettanto entusiasta di poter attingere e “bere”liberamente da tanta Sapienza (per chi non lo avesse ancora capito: si trattava di Don Antonio Niero… grande uomo, e buon Prete, seppure a modo suo).

Era con immenso entusiasmo che a volte rientravo a casa portandomi dietro le poche pagine “preziose” dell’ultimo estratto che il Prete studioso aveva scritto per qualche rivista superspecializzata … Mi piacevano un sacco quelle sensazioni, e di poter accedere alla “Bellezza” anche in quel modo lì ... L’anziano Prete-Prof-Studioso aveva capito che ero interessato al suo genere, per cui non c’era volta che non mi coinvolgesse nei suoi interessi portandomi a zonzo nel tanto che avevo voglia di conoscere.

“La cripta della Salute !” mi si accese quel giorno in mente: “Lo chiedo a lui ! … Se non lo sa lui ? … Chi potrà mai saperlo ?”

“Se non sa lui queste cose ?” mi dissi, “Proverò a interrogarlo ... Ha scritto un’infinità di saggi e guide storico-artistiche sulle chiese di tutta Venezia … Se c’è la pur minima cripta lì sotto lui lo saprà di sicuro.”

Fra le altre cose lui era anche autore di più edizioni riviste e ripubblicate e riedite più volte proprio sulla stessa famosa Basilica Veneziana della Salute: ne conosceva ogni meandro insomma, ogni stilla di storia, e sapeva benissimo com’erano andate quella volta le cose a Venezia quando s’era inventato quel chiesone.

A dire il vero, avevo già letto e riletto più volte avidamente tutto quanto aveva scritto al riguardo: e per me la mia curiosità, e perché mi sarebbe tornato utile trattando quotidianamente col poliedrico mondo dei turisti … Avevo letto “tutto”, ma circa la cripta della Salute non ricordavo che avesse detto neanche una parola.

“Boh ?” pensai, “Proverò a interrogarlo lo stesso.”

E così feci, infatti, dopo aver io esaurito avidamente il pasto del “comune desco” Andai allora a sedermi accanto a lui che aveva ancora il candido tovagliolo infilato dentro al colletto del suo vestitone nero da Prete dai mille bottoni … Per lui mangiare era come un rito: non aveva mai fretta … Sembrava non terminare mai, e assaporare ogni boccone come fosse stato l’ultimo della sua vita.

“Perché mangia sempre così lentamente Monsignore ?”

Avevo capito che gli aggradava se lo appellavo così in maniera rispettosissima … Era stato insignito, infatti, da pochissimo di quel Titolo Ecclesiastico, che secondo lui s’era ampiamente guadagnato e meritato con lunghi anni di sacrificio e dedizione alla causa della Chiesaa differenza di altri Preti … sempre secondo lui … meno meritevoli, a cui il titolo era stato letteralmente tirato dietro gratuitamente per via dei soliti smanacciamenti ruffianeschi: “Mangio piano pianino.” mi disse, “Non per via che son vecchio e con i denti malandati … Ma perché da giovane ho fatto la fame … e avevo ben poco da mangiare … Adesso, invece, che ogni giorno: pranzo e cena, mi posso ben nutrire, lo sento come un privilegio che debbo gustarmi e assaporare fino in fondo … Bisogna averle provate certe cose per poterle capire … e chi non ha provato: non sa ... Io so, invece: per cui mangiare … e lo disse sottovoce … è anticipazione di Paradiso !”

E lo disse aggiungendovi un suo solito sorriso raro quanto stentato e tirato che si esplicava mostrando tutti i suoi denti giallissimi spesso accompagnati da un fiato pestilenziale ... tipico di chi digiuna a lungo.

“Poi è anche vero” si premurò di dirmi, “che diventando vecchi si fa anche fatica a digerire … e il cibo ti si ripropone … Perciò è sempre meglio mangiare con calma … e rimanere anche leggeri … perché i malanni e gli acciacchi sono sempre in agguato alla mia età.”

E sorridemmo entrambi divertiti per motivi diversi: lui perché convinto d’aver fatto una battuta ilare, io perché più di qualche volta lo consideravo anche un personaggio piuttosto buffo oltre che eccentrico … Ed era giunto così il momento di virare col discorso, e di porgli la bella domanda a cui ero interessato.

Reagì divertito: “Ancora con questa storia della cripta ? … Ma basta ! … Possibile che non si riesca a rassegnarsi al fatto che non c’è ? … Ti garantisco che non è mai esistita … Ho studiato a lungo e in profondità tutti i progetti di Baldassare Longhena e compagni, ho visto le mappe e i disegni, ogni dettaglio, e tutti i resoconti dei lavori e delle spese fatte per costruire la chiesa … Sulla cripta neanche un accenno … Nemmeno uno: quindi non c’è ! … Non è mai esistita.”

“Ma in mezzo a quel zatterone di alberi e pali … Non potrebbe essere che ?”

“Niente … Se ti dico niente … significa che è niente ... E’ inutile che insisti … Ci si può inventare quel che si vuole … Ma se una cosa non c’è non c’è … Giusto ?”

Sembrava chiedesse a me la conferma di quell’affermazione. Provai allora a raccontargli della mappa e della vecchia guida che mi aveva mostrato il turista. Spalancò un attimo gli occhi per la sorpresa … poi si accontentò di dirmi: “Mah ? … Sarà un errore dell’autore della cartina … In ogni caso mi piacerebbe vedere quel testo … Non mi risulta esista una mappa simile.”

Mi sembrò stranamente perplesso e incerto per un attimo … Era diventato dubbioso anche lui ? Gli spiegai allora che recuperare quella cartina sarebbe stata cosa impossibile da realizzare perché quell’uomo se n’era andato probabilmente per sempre senza la possibilità di recuperarlo.

“M’incuriosisce però un po’ questa cosa … Mi sorprende il fatto che hai detto che quel tale aveva in mano un libro antico … Hai detto così vero ?” continuò a chiedermi ... Era a sua volta incuriosito, e non faceva niente per nasconderlo.

“Sì ... In effetti aveva in mano un testo parecchio vecchio dalle pagine ingiallite … Un tomo grosso … Simile a quelli del 1700 del “Navigàr Pittoresco” o libri simili che di solito maneggia lei …”

“Mi stai incuriosendo ragazzo … Anche se rimango fermo nella mia opinione … Niente cripta !”

“Però non si sa mai vero ?”

“Esattamente no ... Bisogna essere molto seri nelle ricerche … Meticolosi al massimo … Non ci si possono inventare i dati storici se non ci sono … Anche se …”

“Anche se fra di voi studiosi c’è l’abitudine che per primeggiare l’uno sull’altro vi inventate di tutto: attribuzioni, notizie e scoperte anche se non ci sono … Per prendervi il plauso e il merito della critica, degli studenti e della gente del vostro ambiente … e per rivaleggiare fra voi …”

“Questo non lo devi dire giovanotto: è un’impertinenza … Sono cose che si devono al massimo: solo pensare … Anche se in fondo hai ragione … E’ proprio così … Non si fa gran bella figura quando in un saggio, in una conferenza o in uno scritto si dice: “Autore ignoto, d’incerta attribuzione … oppure vicende oscure, date non determinate … Non si sa come siano andate le cose …”

Quando sei considerato un espero e uno studioso, in questi casi si fa sempre una mezza figuraccia … Dai l’idea di quello che non ha cercato bene e non ha grattato la storia fino in fondo e abbastanza … O taci e non dici niente, e lasci che tutto rimanga nel vago e nel buio assoluto più sconosciuto, oppure devi dare titoli e notizie certe, chiare, definitive, che non lascino dubbi e incertezze ... che facciano luce sulle situazioni, i personaggi e i dettagli delle cose ... In fondo il compito dello Storico e dello Studioso è questo: spiegare come sono andate le cose … Dati alla mano ... E allora: ti applaudiranno, e ti subisseranno di complimenti.”

“E’ per questo che l’altro giorno mi hanno raccontato che l’hanno vista salire col tonacone su per una vecchia scala nella chiesa di San Marcuola, e poi sopra a un confessionale per andare, torcia in mano, a scrutare palmo dopo palmo ogni singola parte di un vecchio telero affumicato a caccia della firma del suo autore … Fate a gara a chi arriva prima sulle scoperte curiose ?”

“E’ così che si fa … Se non si trovano notizie, bisogna andarsele a cercare … Non inventarle ! … Bisogna ingegnarsi per poterle trovare … L’altro giorno sono tornato qui a casa con la veste talare tutta bianca di polvere e con le ragnatele in testa … e per la smania di avvicinarmi più che potevo al quadro, guarda qui !” e mi mostrò un dito gonfio tutto fasciato della mano destra.“Mi sono infilato un vecchio chiodo arrugginito dentro alla mano, e il dottore mi ha punturato oltre che darmi un punto di sutura sopra a un labbro di carne che si è aperto … Vedi qual è il prezzo della cultura ?”

Mi credete vero se vi dico che mi piaceva un sacco frequentare quel Prete-Studioso ? … Sapeste quanto ho imparato da lui: un’infinità ... Gli sarà per sempre grato.

“Mi dispiace per lei … Ma vedrà che passerà presto e potrà tornare a dedicarsi alle sue scoperte e scorribande … Quindi niente cripta della Salute allora ?”

“No ... Non c’è … Inutile che ti arrovelli tanto … Se non c’è non c’è ! … No ?”

Fu quel “no” ancora interrogativo che non mi appagò del tutto, perché indirettamente rivelava che aveva ancora un dubbio pure lui.

Nella mia testolina giovanile rimase quindi una certa vaga possibilità che invece quella benedetta cripta potesse esistere … una flebilissima possibilità che potesse esserci ... Il Prete ricercatore era sempre categorico nelle sue informazioni e definizioni, come quando con i suoi colleghi c’insegnavano le regole di Greco e Latino a scuola. Non era ammesso essere vaghi, incerti e inesatti, o dubbiosi nelle definizioni, come nelle desinenze, o nel riportare i fatti storici e letterari … Ricordo Don Silvio Tramontin: altro nome stupendo di Prete-Insegnante, e squisito Educatore secondo il suo stile: “Voi quando spiegate qualcosa siete come cacciatori col fucile in mano che si lascino girare in tondo gli uccelli sopra la testa … e non gli sparate mai … Rimanete lì incerti a osservarli, senza trovare il coraggio di sparare il colpo decisivo e preciso … Essere uomini di cultura: è saper cogliere il bersaglio, essere abili, precisi nel colpire e sparare al bersaglio … Non essere come voi, che restate là immobili mentre la selvaggina vi gira e rigira intorno e non la prendete mai.”

Vi garantisco che più di qualche volta gli insegnamenti di quegli uomini avevano il significato e l’effetto di una frustata su di noi … E’ anche in questo modo che abbiamo appreso molte cose, e imparato almeno a cercarle e approssimarle … e qualche volta anche amarle.

L’incertezza quindi Don Niero significava quindi qualcosa: che cioè non escludeva del tutto che potesse esserci qualcosa sotto alla Basilica della Salute ... la famosa Cripta ?

Si sa bene … Venezia è un formicaio immenso, una miniera d’Arte, Storia e vicende, dati e notizie che non si riuscirà mai a conoscere e districare del tutto. Non esisterà mai qualcuno in grado di saperne abbastanza tanto da poter dire di conoscere tutto e aver esaurito lo scibile su Venezia: “In ogni caso, sai bene com’è … Venezia rimarrà sempre un grande mistero sempre da scoprire e studiare …”

E’ stato proprio il Prete studioso a concludere così la nostra chiacchierata quotidiana … Poi mi ignorò del tutto riprendendo di nuovo a saggiare e spolpare per benino il suo cosciotto secco e asciutto che gli danzava nel piatto ... quasi fosse un’opera d’Arte, o un delicatissimo documento pergamenaceo d’Archivio: “Ci vediamo come al solito alle 18 per ripassare un po’ di Greco ... Mi troverai al solito posto: nel Bìgolo del Corridoio Rosso dove sto sistemando i libri sugli scaffali nuovi … Ci ritroviamo là ... Hai studiato spero …” mi disse senza neanche guardarmi … Gli risposi con un cenno muto scomparendo per gli affari miei nei meandri del Seminario come facevo di solito ... Non avevo neanche aperto laGrammatica di Greco, e forse era meglio che lui non lo sapesse … anche se presto se ne sarebbe accorto senza alcuna incertezza … Mi avrebbe rifilato un quattro anche quel giorno ?

Macchè ! … Eravamo a luglio, in piena estate e vacanza … Ma ogni volta con lui mi pareva d’essere eternamente a scuola.

Me ne uscii quindi, e dopo la meritata pausa “per la siesta”, come la chiamava il Rettore del Seminario e della Basilica, rientrai nella Basilica per la riapertura pomeridiana ... Ovvio che mi era rimasto in mente sempre quello stesso pensiero: c’era o no quella Cripta sotto al chiesone ?

Infatti, strada facendo, indirizzandomi verso il grande portone centrale della chiesa per aprirlo col grande mazzo delle pesanti chiavi tintinnanti in mano, mi soffermarmi e controllare per un attimo quel punto ipotetico della chiesa che ricordavo segnato sulla cartina di quel vecchio libro del turista del mattino.

Scesi i gradini della navata piccola del chiesone … aggirai sul fianco destro la grande navata circolare … contai mentalmente la progressione degli altari laterali fino a raggiungere il terzo, e mi fermai: era quello segnato sulla mappa del turista: “Dovrebbe essere qui dentro secondo quella mappa … Dovrebbe essere qui l’entrata-passaggio che porta di sotto alla cripta.”

Sorrisi soddisfatto e infurbonato … La cosa mi stuzzicava … I turisti però stavano picchiando sul portone della chiesa: erano le tre precise del pomeriggio, ed erano stanchi di rimanere lì fuori ad attendere l’apertura.

Soffermandomi davanti al cancelletto d’ottone chiuso dell’altare borbottai: “Verrò a controllarti presto.”

A passi svelti raggiunsi il grande portone centrale oltre il quale i turisti stavano chiacchierando allegri ... Al di là del Canal Grande il campanone di San Marco diede il segnato che mi serviva scandendo le tre del pomeriggio: era ora di riaprire ... E così ho fatto.

(continua …)




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