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La “lumètta” a San Giovanni Evangelista

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La “lumètta” a San Giovanni Evangelista

Non vi annoierò “con bròdi lònghi” stavolta … Andando a Venezia verso il bellissimo quanto arcano Campiello della Schola Grande di San Giovanni Evangelista, e passando per Corte Vitalba che si chiama così dal Bergamasco ZuanBattista Vitalba Mercante di Lana sepolto nella distrutta chiesa di San Stin (Stefanin) di cui era Procuratore … Abitava proprio là nel 1680: “in casa presa a pigione dal NobilHomo Vittore Zane”… si arriva al Ponte del Latte.

Verrà da pensare di certo alla presenza di una Latteria Veneziana, di una Vaccaria, o delle Lattaie che venivano a rifornire Venezia dalla Campagna ? … Niente da fare: sbagliato.

Il nome della Calle col Ponte omonimo un tempo di legno, e del Sottoportico che c’era una volta, derivano da un Zuane Della Late che fu tra coloro che nel 1379 fecero prestiti alla Repubblica Serenissima durante la Guerra di Chioggia … Sempre nella stessa Contrada abitava anche un Giovanni a Lacte Orefice proveniente da Reggio Emilia, che nel 1371 per il suo “BuonMestiere”ottenne il Privilegio dell’ambitissima Cittadinanza Veneziana.

Anche il famoso quanto simpatico Diarista Marin Sanudo ricorda nei suoi Diari il Ponte del Latte. In data31 agosto 1505 scrisse: “In questo zorno è da saper fo squartato un Albanese, qual amazò proditorie Zuan Marco Cao di Guarda, et prima li fo tajà la man al Ponte di la Late. Et nota che questo fece una cossa notanda: videlicet so mojer fo da lui a tuor comiato, et lui mostrò volerla basar, e li morsegò il naso via ... Si dice lei fo causa di manifestar tal delitto”.

Un naso di donna strappato a morsi dal marito condannato a morte che la considerava traditòra …  Non ha limite la perversità umana.

Si racconta infine nella Cronaca della Lumètta”edita dal Merlo e dal Conte Agostino Sagredo, che sempre e ancora al Ponte della Latte, stavolta nel 1844, per molte sere ci fu tutto un accorrere di moltissima gente che si premeva e urtava. C’era uno stranissimo lumino: uno “spettro di luce”, che pallidissimo e tremulo appariva dalle nove a mezzanotte dietro a un finestrone della Schola Granda di San Giovanni Evangelistachiusa e “rabbuiata da notte”: “Era un continuo ciarlare di Diavoli, di Stregherie, e apparizioni di Morti”… Fra l’altro si diceva e ricordava che nella vicinaCalle di San Zuane volgarmente detta del Bò” era stata uccisa una donna ... Perciò le Veneziane accorse dalle Contrade gridavano spaventate: “E’ l'Anima de la Brocchètta che si fa vedere!” e qualcuna diceva di sentirla persino gemere e sospirare.

Una sera giunsero perciò “i Birri” a sgombrare il ponte, e si posero “a spiare se alcuno facesse il mal giuoco, ma tutto fu indarno” ... Fecero allora un giro in bara nei vicini canali, e fu così che s’accorsero di un piccolo lume acceso “in una prossima casa di poveretti” che si rifletteva sul finestrone della Schola Granda di San Giovanni Evangelista … La Lumètta quindi non esisteva, e i gemiti erano forse i gorgogli dello stomaco di quei miseri per la fame che provavano.


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