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Il “Pontìl del Soldo” di San Geremia

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Il “Pontìl del Soldo” di San Geremia

“Un soldo par passàr el Canalàsso …Tariffa magioràda par passàr da Traghetto a Traghetto de traverso ai confini dell’acqua.”

Il Traghetto de Dentro de San Geremia e Bartolomeo con la sua omonima Schola dei Barcarolioggi non esiste più: è rimasto solo “l’angolo de voltàda sul Rio de Cannaregio col Santo mònco”, che sarebbe il Santo Nepomuceno fatto scolpire nel 1742 da Marchiori“a merito”, cioè pagato, dalla NobilDonna Maria Labia e da Antonio Granarol suo Cameriere nel tempo in cui Prè GiovanBattista Spreafighi era Piovano di San Geremia … Il Nepomuceno non era il Patrono dei Barcaroli… anche no.

Quel Traghetto aveva comunque una storia: era il secondo più vecchio di Venezia … e ancora nel 1700 gestiva“71 Libertà” (Licenze da Nolo e di lavoro dei Barcarioli): più di qualsiasi altro Traghetto di Venezia, essendo uno dei più frequentati e utilizzati della Città, e mantenendo perfino 20 barche in servizio notturno disponibili in tre Stazi diversi.

Non era ancora il 1400 (1394) quando Piovano e Capitolo dei Preti di San Jeremiaaffittarono una casa della Parrocchia come sede della nuova Schola del Traghetto contro versamento di “puntuale canone annuo”... La Schola del Traghetto del Soldo si avviò poi secondo le consuete regole tradizionali Veneziane: la Mariegola: la “Màre di ogni regola”, il Libro Mastro dei Confratelli Barcaroli a cui si faceva riferimento, e che in qualche modo riassumeva l’identità, lo scopo e gli appartenenti alla Schola … e poi le solite cose: le tasse di “Benintrada” e“Luminaria”da pagare, e le Cariche della Schola, le Celebrazioni, le spese per i “Corpi”,i Suffragi e le Arche inerpicate in muro o infossate nei pavimenti per i Mortide la Schola… I Barcaroli-Gondolieri si lamentavano che era tutto un continuo pagamento a Schola & Preti… I Preti di San Geremia concessero a pagamento ai Barcarolidel Traghetto un po’ di tutto … anche l’uso dell'Altareconfinante con la Sacrestia dedicabile a San Bartolomeo, davanti al quale avrebbero potuto seppellire i Confratelli Barcaroli Morti… Volendo poi, e pagando un ulteriore supplemento a parte, la stessa Schola avrebbe potuto utilizzare come propria sede "il luòco sòra la Sacrestia, dove c'è l'organo”, a patto d’impegnarsi a spostare l'organo sopra alla porta "in faccia all'Altar Grando, facendo un Pergolo di legno (una cantoria)secondo l'uso".

Il Gastaldo della Schola del Traghetto del Soldo di San Geremiadoveva occuparsi inoltre anche della riparazione e manutenzione delle rive del Traghetto … Se non lo faceva, quelli della Banca della Schola avrebbero dovuto addebitargli tutte le spese.

Nel 1517 i Proveditori da Comun delimitarono con precisione i confini d’azione del Traghetto posto sulla principale porta d’accesso alla Città Lagunare dalla Terraferma. Precisando che “le Libertà” non dovevano essere più di 65, ordinarono: “… nessuno potrà far nolo dai pali del Tragheto di Santa Sofia fino ai pali de le Beccarie, e fino ai pali di San Felise, dal ponte de piera de San Zandegolà fino a le colone de Cà Correr, dal ponte de legno in Canarejo fin a la scovazera de San Jeremia."

A più riprese gli stessi Provveditori intervennero proibendo e ribadendo a chiunque, soprattutto ai Barcaroli del Tragheto de Sant’Andrea de Fòradi San Giobbe, che trattava noleggi di barche per Venezia-Marghera-Mestre, di non approdare e molestare il Tragheto di San Geremia ormeggiando barche all'interno dei suoi confini, e nei pressi del "Pontil del Soldo de San Geremia"... Unica eccezione: solo ai Pescatori Buranelli era concesso di poter ormeggiare le loro barche dentro ai confini del Traghetto per vendere il loro pescato  … sempre “a condizion de non intralciar el lavoro dei Barcarioli de San Geremia”.

A metà secolo gli stessi Barcaroli chiesero agli stessi Proveditori di poter vendere una di quelle “Libertà”per ricavare soldi e rifare la sede rovinosa della loro Schola … Stessa cosa fecero anche i Barcaroli del Traghetto di Santa Sofia alla Cà d’Oro, dependance di quello di San Geremia, intendendo vendere due libertà per sopperire alle spese del riordino della sede e della manutenzione del traghetto.

Ancora nel 1613 prima della Peste, e ancora gli stessi Provedadori de Comun approvarono l’idea dei Barcaroli-Gondolieri di ricostruire il loro Altare in chiesa di San Geremia, e di realizzare un Reliquiario del Bràsso de San Bortolomio”che era proprietà della Schola.

Dopo la Peste, invece: nel 1682, un’apposita "Ducale" richiamò il Gastaldo del Tragheto di Santa Sofia perchè i Barcarioli “non offendessero in atti, fatti e parole i Compagni del Tragèto de San Geremia, Riva de Biasio e Beccarie” ... Era sempre contesa:“guèra” fra loro, anche se i due Traghetti in realtà erano uno solo, cioè erano associati e interdipendenti praticamente da sempre: fin dall’inizio ... quando erano stati ideati e realizzati.

Al Traghetto del Soldo de Ultra di San Geremia faceva“da Stazio de spalla de çitra” quello in Fondamenta de Biasio in Contrada de San Zan Degolà sull’altra sulla sponda del Canal Grande ... Si pagava “un soldo” per traghettare buttandolo sul “tràsto” della barca.

La Fraglia del Traghetto unica in origine si scompose fin da subito in due “Stazi”distinti, che divennero poi due Schole di Traghetto autonome: quelle di San Geremia e Santa Sofia… sempre sul Canalàzzo (Canal Grande) comunque … e sempre nel Sestiere di Cannaregioo Canal Regio o Canarèjo(canal pièn de cànne) ... C’era poi anche un terzo approdo-Stazio “dipendente”dallo stesso Traghetto di San Geremia: stava in Riva dell’Oglio verso Rialto.

Insomma: quello dei Barcaroli dei Traghetti Veneziani era “un intero Mondo” tutto interconnesso e unito che operava in ogni angolo della Città Lagunare: un unico servizio offerto ai Veneziani, ma anche a chiunque Mercadante o Forèsto arrivava e partiva da Venezia.

La Riva dell’Ogio fra San Cassian e San Felise: giusto verso il cuore-epicentro dell’Emporio Realtino, dove sorgeva un tempo il Palazzo delle Poste, pulsava sempre di lavoro, gran fermento, vitalità, impresa e commercio: “giorno e notte … sia de fèria ordinaria, che de Festa”Esistevano verso il Palazzo-Fondaco dei Nobili Brandolini almeno 12 approdi protesi sull’acqua del Canal Grande con apposito Stazio. Si trovavano “de fàsaalla Riva del Canalàzzo”(di fronte) a un nugolo di botteghe e magazzini: “ad uso de Botteghieri e loro Mercandie”.

Sulla stessa Riva c’era anche il Pontile de la Beccariausato dalla Posta de Rialto… e i Pontili della Barca per Padova i cui Barcaroli pagavano tassalamentandosi di dover fornire 79 Galeotti alla Flotta Veneziana: pari al numero dei loro stessi Barcaroli (ogni Galea necessitava di 156 “Galeotti da remo”) … Lo stesso Pontile serviva anche per i Burchielli de Volta, e per la Barca per Este, Frazenè, San Zuane, Monselice e Portogruaro che pagavano alla Serenissima 700 ducati per il nolo del Traghetto per 10 anni … poi prolungati.

Il Pontile per Padovaalla Riva dell’Ogio era distinto da quello “de Fòra della Pasina di San Silvestro” che sorgeva più avanti oltre il Ponte di Rialto. Anche quello serviva lo stesso di collegamento e scambio “con Strà, Piove di Sacco, Vicenza e Modenasulla strada de Padova” ... Il titolo Pasina” era probabilmente una corruzione dialettale della parola piscina” che anticamente sorgeva nella stessa Contrada di San Silvestro ... forse in Campo, presso la chiesa, dove in seguito si realizzò “la vigna di San Silvestro”.

Sempre sulla stessa Riva dell’Ogio c’era anche il Pontile delle Peàte da Ogio per la Sàgoma delle Botti da Oglio, e c’erano altri due Pontili riservati alle Barche de Mestre e Margheradei Barcaroli de San Giobbe, e per i Burci da legname.

Un paio di curiosità sul Traghetto de San Jòppo o Giobbe al Ponte dei Tre Archi, in fondo al Rio de Cannaregio.

Il Traghetto e Scholade Sant’Andrea a San Giobbe o Agiòpo, Job o Jòppe iniziò la sua attività nel 1462 offrendo barche a nolo per Marghera e il Borgo di Mestre avendo Stazio principale poco distante al Ponte dei Tre Archi. La sede della Schola sorgeva in Campo San Giobbe: dove in seguito ai decreti napoleonici del 1806 si provvide a demolire un’ala del chiostro-Convento dei Frati per costruire l’ingresso del nuovo Orto Botanico di Venezia… L'area infine è diventata proprietà ENEL.

I Frati Francescani di San Giobbeconcessero in affitto annuale alla Schola per sessantasei anni un locale con due stanze “poste a pè piàn sòto la Cà Granda dei Frati, contiguo a quello de la Schola de San Bernardin". Gli stessi Frati concessero anche ai Barcaroli di costruirsi un loro altare dedicato in chiesa sotto l’organo ... Per realizzarlo i Barcaroli dovettero far alzare in parete a loro spese lo strumento musicale, poi fecero decorare il loro nuovo altare da Paris Bordone con la bellissima Pala dei “Santi Andrea, Pietro e Nicola di Bari” visibile tuttora.

 

Piccola curiosità storica: la diatriba delle candele della Schola del Traghetto di San Giobbe… Il Capitolo della Schola dei Barcaroli aveva stabilito d’intesa con i Frati Francescani che ogni Venerdì Santo i Barcaroli avrebbero offerto una candela a Confratelli e Frati schierati sulla Riva di Cannaregio al passaggio della solennissima e partecipatissima Processionenotturna: i Veneziani delle Contrade di Cannaregio affollavano rive e strade … I Proveditori da Comun sollecitati dagli iscritti della Schola di San Bernardino intimarono ai poco attenti Barcaroli di non entrare in chiesa per assistere alla loro Messa il giorno di Sant’Andrea con le candele accese per timore che potessero dare fuoco alla loro preziosa Cappella di San Bernardino ... mentre nel 1735 i Fratiscocciati comunicarono ai Barcaroli che: “non  intendevano più schierarsi sulla Riva di Cannaregio, nè tantomeno partecipare alla Processione del Venerdì Santo perchè i Barcaroli avidi della Schola pretendevano sempre la restituzione delle candele terminata la celebrazione”.

Tornando un’ultima volta in Riva a Rialto … C’erano sempre sulla stessa Riva dell’Ogio: altri cinque Pontili dedicati al Traghetto Ordinario con San Felice e la Riva dell’Ogio de SanCassiàn a metà della Calle dei Botteri… Era il “Traghetto de Spàlla” di quello di San Cassàn … Quello di de San Felise e Nicolò era un Traghetto “de Dentro e De Ultra” con30 Libertà, che aveva sede-Schola in Campo San Felise al secondo piano sul fianco sinistro della chiesa, e approdo-Stazio in Fondamenta del Tragheto nel Sottoportego affacciato sulCanal Grande proprio di fronte al Palazzo Corner della Regina.

Ho finito … A fine maggio 1858 il Municipio di Venezia costituì un Fondo di Soccorso per i Barcaroli dei Traghetti e per il benessere delle loro famiglie. Andò a sostituire l’antica “Provvidenza de un soldo per l’ammalà” che tutti i Gondolieri-Barcaroli Veneziani pagavano giornalmente per i Compagni indisposti e inabili al lavoro. Da parte loro le singole Fraglie-Compagnie dei Traghetti costituirono un “Fondo di Soccorso” per Gondolieri bisognosi pagato dagli stessi iscritti all’Arte che sborsavano giornalmente 6 centesimi da maggio ad ottobre, e con porzioni delle diverse multe inflitte agli stessi. Chi si trovava nel bisogno percepiva 1 Lira al giorno estendibile a 2 Lire nelle situazioni speciali segnalate dalla stessa Fraglia … In quello stesso anno fra giugno e settembre si raccolsero: 3.960,12 Lire da esazioni, 54 Lire da Multe, e altre 1.000 Lire elargite a scopo benefico dal Principe Ereditario… Si pagarono a Gondolieri-Barcaroli ammalati: 1.220 Lire, e ne avanzarono altre 2.545,72 con una spesa di gestione del Fondo di 194,40 Lire.  

Una Venezia “di lavoro” che c’era e oggi non c’è più …

Devi far traghetto oggi fra San Geremia e Riva de Biasio ? … Era facilissimo un tempo a tutte le ore: bastava “un soldo per passàr el Canalàsso”… Adesso non è più così ... Sono rimasti solo quelli dell’A.C.T.V. … che passano ogni tanto … se ne hanno voglia.

  https://stedrs.blogspot.com/



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