#unacuriositàvenezianapervolta 255
Campo San Vidal zò del Ponte dell'Accademia
Scendendo il rattoppato Ponte in legno dell’Accademia, e scavalcando così il famoso Canal Grande, si arriva in due passi, subito dopo i Gondolieri e l’immancabile bancarella mangiaturisti: in Campo San Vidal. Si tratta del “cuore” di quella che un tempo era una delle Contrade Veneziane del Sestier de San Marco, e nella stampa di Giovanni Pividor del 1847 si nota la mancanza del sontuosissimo Palazzo Cavalli-Gussoni-Franchetti che riempie oggi la veduta e la scena di quell’angolo Veneziano.
Il monumentale Palazzo con giardino è stato rifatto nelle sue pompose sembianze neogotiche soltanto in tardo 1800, mentre, come si vede nella stampa, prima ne sorgeva uno di fattura più modesta quando apparteneva ancora ai Nobili Marcello.
Su Campo San Vidal vi dico solo tre cose curiose stavolta: solo tre … promesso.
La prima si può leggere nel Giornale della Sacrestia della vicina chiesa Conventuale dei Frati Agostini di Santo Stefano, dove alla data del 2 aprile 1556, si scrisse che una Veneziana partorì in un colpo solo in Contrada di San Vidal: sette bambini … che vennero subito sepolti nel Cimitero dei Padri appunto di Santo Stefano: “Povera donna ! … Non ne rimase per sua consolazione alla Vita neanche uno solo.”
La seconda: nel 1729 abitava sempre lì in Contrada di San Vidal un certo Nicola Faragonefiglio d'un contadino d'Ariano Pugliese o Irpino, che in realtà si trova in Campania ... Costui praticando prima la casa di un Avvocato del suo paese che derubò, rubò anche grosse cifre a un certoCostanzo Della Noce di cui istruiva i figli come“Maestro de casa”… Scoperto, venne messo in prigione da dove fuggì trovando riparo a Venezia, e qui divenne amico di due prostitute Napoletane madre e figlia: Fortunata e Leonora ... Beh: amico ? … Non proprio tanto … Una notte per appropriarsi di quanto possedevano le due donne, le uccise e le fece a pezzi mettendole in un baule che calò provvisoriamente con una grossa fune insieme a una pesante pietra dentro al pozzo di casa ... Maldestro l’ometto … Recuperò poi nottetempo il baule, lo mise in barca, e lo trasportò oltre il Canale della Giudeccaliberandosene gettandolo in Laguna. La corda a cui era legato il baule però andò a imbrogliarsi e incagliarsi insieme a quelle di una barca ormeggiata lì vicino ... Tira di qua le corde, tira di là: riemerse il baule, e si scoprì ben presto il delitto ... AFaragonecondannato il 12 settembre 1729 venne tagliata la testa, e il corpo fu diviso in quattro parti affisse a monito per tutti:“una par cantòn de Venessia”.
Terza e ultima curiosità … più recente stavolta … “Ah: si ! … Me la ricordo ben la cièsa col San Vidal a cavallo ! … e sai perché ?” mi ha detto tempo fa un mio compaesano Buranello: “Perché prima di tutto come buon Buranello so che nel 1700 viveva in questa Contrada Veneziana il nostro Baldassare Galuppi, che è sepolto proprio qua in chiesa … Abitava in Campo: esattamente nel vecchio Palazzo Cavalli … E poi: c’è un’altra cosa che ricordo bene … Da bambino ogni tanto la mia Mamma, che doveva far certe faccende, mi affidava per un poco a una sua sorella Suora che mi portava con se in giro per Venezia: a cjèse soprattutto … Me la ricordo bene la Zia: era incandita e incartapecorita, secca come un ciòdò dentro al suo cotolòn da Mùnega (Monaca), ed era devotissima, anzi: proprio bigotta … Era un rosariàre continuo, e tutta Santi e Madonne … D’altra parte era una Mùnega no ? … Ricordo ancora che ogni volta che m’incontrava me metteva in man un pàcco de santini, poi uscivamo di casa, e passavamo da un Oste che conosceva. Lei prendeva sempre un caffè nero e denso: secco come lei, mentre a me: “el fiolo”, dava ogni volta una bustina de mandolètte salàe e una pastina microscopica gommosa … Mi rimaneva sete per tutto il giorno, e la pasta vècia me restava incastràda nello stomaco fin a sera … La Zia poi mi portava attraverso la Corte dei Preti, e mi diceva ogni volta: “Vedi: qua fin dal 1200 gèra tutto dei Preti … Ed è cosa vera … A San Vidal ghe ne gèra almeno quaranta de Preti, che i disèva tutti i giorni un scravasòn de Messe da mattina a sera, mentre qua intorno ogni Nobile gavèva in casa ‘na so ciesètta: Barbaro, Cavalli, Pisani, Morosini, Gabrieli, Mocenigo, Falier, Giustinian-Lolin, Mastini, Marchesini e Novello … Ghe gèra parfin un Prete miserabile che disèva Messa: “a favòr de tutti i Preti poarètti” … Qua ghe gèra usanza che el Clero de San Vidal el giorno del Santo Titolare-Patrono andava annualmente in processione fino al Traghetto sul Canal Grando per incontrar a metà strada i Preti del Capitolo de San Trovaso. Quelli ghe offriva un mazzetto de fiori e la man destra come riverenza … San Vidàl gèra el Papà dei do Santi Gervasio e Protasio ciamài dai Veneziani: Trovasio … Dopo, tutti i Preti insieme de le do sponde del Canalàzzo andava insieme a cantar Messa a San Vidal … Stessa cosa el giorno de la Festa de San Trovaso: quando i Preti de San Vidal andava a far festa e garanghèllo (banchetto) da quelli de San Trovaso.”
Un altro angoletto di Venezia ... uno spicchietto di ieri.