#unacuriositàvenezianapervolta 269
La Diana Passarina in Crosèra de San Pantalòn
Tanto per capirci un poco: in quell’epoca in Contrada di San Pantalon non c’era ancora la chiesa di oggi col telero del soffitto di 443 mq: più grande del mondo … A cavallo fra Storie e Leggenda su quel gran quadro si è detto che Antonio Fiumani, dopo ventiquattro anni di lavoro, morì cadendo da un'impalcatura mentre lo stava terminando … Fu spinto giù ? … Chissà ?
Comunque i fatti di cui vi sto per dire accaddero un secolo prima, quando il campanile di San Pantalòncominciò a pendere tanto che dovettero atterrarlo, e si finì più tardi col tirar giù anche tutta la vecchia chiesa a tre navate rifacendola e voltandola nel modo che si vede adesso. Tutto fu fatto seguendo il progetto dell’architetto trevigiano Francesco Comin, che venne profumatamente pagato dal Piovano Giambattista Vinanti.
Sempre al tempo di ciò che sto per raccontarvi, provate a immaginarvi e figurarvi quella Contrada popolarissima e vivissima tipicamente Veneziana … Vi aiuto: vi abitavano più o meno 3.100 Veneziani … La zona era piena di botteghe e attività … Vi abitavano diversi Artisti, Musicisti, Scultori e Pittori affermati e di grido, e accanto a loro ce n’erano anche diversi altri in cerca di fortuna o mezzi spiantati … In Contrada era attivo anche un Maestro di Grammatica disposto ad insegnare per non meno di 8 ducati annui a chi poteva permetterselo … Qualche decennio prima s’era fatto un gran parlare e discutere se fosse stato giusto o meno concedere una parte del terreno ai Cofràti della Schola di San Rocco per farne la loro nuova sede … e sapete poi come andò a finire, che capolavoro ne venne fuori, che scrigno d’Arte, e quante storie e vicende accaddero a Venezia legate a quella pomposissima e ricchissima Scuola Granda… Di certo fu una delle protagoniste occulte di tanto benessere e prestigio Veneziano devozionale e non solo. Ma questa è tutta un’altra storia …
Intanto dentro alla vecchia chiesa piena di Zaghi e Preti che andavano e venivano di continuo attratti come Api sul Miele dai cespiti di almeno 17 Mansionerie di Messe da 305 ducati da celebrare, il Piovano Nicolò Moravio che gestiva la Collegiata dei Preti di San Pantalon, fece costruire un nuovo altare da un certo Andrea Palladio(si: proprio quello che divenne poi famoso), e sopra ci collocò un bel dipinto realizzato da un certo Paolo Veronese(proprio lui)… Sempre lì dentro a San Pantalon c’era e operava Pre Francesco Cantador apprezzatissimo per la sua voce, che cantava però solo per la cifra di 6 ducati contati in mano ... Ser Batta Maestro di Canto degli Zaghine voleva, invece: otto di ducati, e per quella cifra era disposto anche a suonare l’organo in chiesa … Al Piovande San Pantaloninsomma costava un patrimonio far andare avanti tutta la baracca, e ogni anno per la festa del Titolare: San Pantalon, gli toccava sborsare e spendere ben 15-20 ducati per far carità a quelli della Contrada, ma anche “per la refazion de libri, paramenti e mantili da cièsa, corde de campane, conzàr l’organo … e pagàr Cantori e Strumentisti e dal loro opportuna ricreazione alla quale si portavano dietro sempre parenti e amici.” ... Ancora a lui, lo stesso Piovan, gli toccava anche di sbaruffare di continuo con le vicine Monache del Monastero di San Francesco della Croxe (attuale Piazzale Roma-Giardini Papadopoli) non solo per via della giurisdizione e dei confini della Parrocchia, ma soprattutto per i diritti e le elemosine che derivavano da Battesimi, Funerali e Matrimoni… una causa senza fine … Le Monache non mollavano mai quando si trattava d’intascare soldi ... Monache e Piovano volevano ciascuno che i Veneziani si recassero da loro per scandire la loro vita a suon di Sacramenti ... e relative oblazioni.
Fu poi sotto il nuovo Piovan Prè Bartolomeo Borghi che alla fine si decretò di chiudere il portico prospicente la chiesa di San Pantalon per via di quanto di losco, sporco e violento vi accadeva di continuo ogni notte. Li sostava sempre gente incontrollata e pericolosa disposta a tutto, ed era un problema non facile da risolvere ... Ieri come oggi: non è cambiato molto dentro a certe notti Veneziane.
Nella stessa Contrada, così come in giro per Venezia, si faceva un gran parlare di Andrea Surian che aveva partecipato alla Battaglia di Lepanto dell’ottobre 1571. Sebbene ferito, il Surian aveva sorretto l'Ammiraglio Agostino Barbarigo colpito in un occhio da una freccia, e lo aveva aiutato a gestire la flotta fino all’arrivo del nuovo comandante Federico Nani ... Fu per questo poi, oltre che per altri meriti, che nel 1586 venne nominato Cancellier Grande.
Nelle bettole e osterie, ma anche fra Calli, Corti e Campielli si diceva anche dei Nobili Balbo “significativi per gli importanti servigi resi alla Repubblica, per i molti Ecclesiastici del Casato, i Cavalieri, i SopraComiti e Patron di Nave, e i Senatori”… Si diceva di loro, che erano famosi per la ricchezza, ma anche perché erano dei gran taccagni … Era impossibile trovarne uno che ammettesse d’aver soldi … Tant’era vero che evitavano accuratamente di candidarsi all’impresa della carica del Dogatoper evitare le spese che avrebbero dovuto sborsare e corrispondere.
Ebbene c’era Nicolò Balbi figlio di Girolamo, membro del Maggior Consiglio, e recente Podestà e Capitano di Mestre, che possedeva un terreno vacuo e infruttuoso proprio in Contrada di San Pantalon, affacciato sul Canal Grande. Lì intendeva costruirci prima o poi un bel palazzo di famiglia, ma ancora nel 1582 continuava ad abitare in una casa in affitto poco distante. Il padrone un po’ borioso di quella casa lo tampinava di continuo anche bruscamente per strada, perché il Balbo non gli pagava puntualmente l’affitto dovuto. Gli faceva fare delle continue brutte pubbliche figure, per cui il Balbi si offese ... Sanato il debito, e iniziando a costruire finalmente il suo nuovo palazzo, rinunciò alla casa in affitto, prese una nave, vi trasferì dentro tutta la sua famiglia, e andò ad ormeggiarla proprio davanti alla casa del suo ex padrone oscurandola del tutto per mesi.
Ridevano tutti a Venezia per questa vendicativa quanto insolita trovata … Ridevano soprattutto e spettegolavano in Contrada di San Pantalon sede di quei fatti.
Otto anni dopo il nuovo palazzo dei Balbifu ultimato iniziando a far bella mostra di se sul Canal Grande con i suoi obelischi sormontanti la facciata: prerogativa dei Capitani da Mar e degli Ammiragli della Serenissima… I Veneziani ancora una volta se la ridevano, e la pensavano diversamente circa quei gran pinnacoli sul tetto. Secondo loro erano segno: si di grandezza, ma delle corna che le mogli dei Balbi mettevano loro mentre erano in navigazione altrove lontano per mesi da Venezia … “Prese per il culo” tipicamente Veneziane ... oggi come allora.
Sempre e ancora nella stessa Contrada di San Pantalon, “secondo volgar tradizion”, sorgeva la Calle, Ponte e Fondamenta della Donna Onesta … Secondo voi come spiegavano quel toponimo quelli di San Pantalon ?
Raccontavano che un giorno due uomini passarono per quel Ponte altercando fra loro circa l’onestà delle donne in generale, e che uno dei due incredulo al riguardo abbia detto al compagno: “Sai qual’è l’unica Donna Onesta ? … Quella che vedi là !”… e che così dicendo abbia indicato una piccola testa di donna in pietra, che ancora oggi si può notare incassata in muro accanto a quel Ponte: “Non esistono le donne oneste !” concluse il Veneziano un po’ barocco e bigotto.
Dicevano altri, invece, che proprio ai piedi di quello stesso ponte abitava una bella popolana moglie d'un Mastro Spadaio. Adocchiata ed appetita da un Nobile, costui ordinò a suo marito una piccola spadino: “una misericordia”, e con la scusa di vedere se l’arma era pronta, entrò in quella casa, e trovata sola la donna: la violentò ... La donna allora “perso il suo onore”, afferrò lo stesso spadino e si uccise ... Storia-leggenda tristissima, che si raccontava sottovoce con un filo d’emozione e di stizza verso i Nobili totipotenti … Si preferiva raccontare piuttosto, che quello stesso ponte si chiamava della “Donna Onesta” perché lì in cima a una scala e oltre una porta trasformata poi in balcone, abitava una prostituta, detta “onesta” soprattutto per la discrezione con cui praticava il mestiere, e per i prezzi “onesti” che richiedeva ... Quante storie !
Infine c’era chi raccontava molto più semplicemente che lì stava in affitto una donna per bene che si chiamava di nome proprio Onesta… e che non c’era nient’altro da aggiungere.
Beh: mi fermo qua per non annoiarvi con tutte queste storie della Contrada …
Intendevo dirvi insomma, che dentro e oltre a tutto questo bel quadretto, che spero riuscirete a ricostruire e immaginare almeno un poco nella vostra mente, in quegli stessi anni si muovevano in Contrada anche alcune donne popolane qualsiasi. A volte si trattava di donne Veneziane disincantate e avezze un po’ a tutto. Donne opportuniste, industriose e un po’ particolari, che vivendo talvolta nel quotidiano bisogno “senza arte né parte”, arrivavano perfino a “concedersi, vendersi e piazzarsi” per provare a racimolare di che campare sbarcando il lunario ... Qualcuna si attivava e vi riusciva con successo ... Altre ci riuscivano un po’ meno, per cui provavano ad avventurarsi per altre vie diciamo un po’inconsuete.
Una di quelle donne, chiamiamole sfortunate ma furbe, fu di certo Margherita De Rossi, una quarantenne da Bassano, che veniva chiamata “la Sguèrza” per via ché “le calàva la palpebra” sull’occhio sinistro. Fu lei ad inoltrare una denuncia all’Officio della Santa Inquisizione di Venezia finendo con l’inguaiare di brutto Diana Passarina: “par strigarie ed herbarie”.
La Passarina passò di certo un bruttissimo momento per colpa della “sguèrsa”… anche se non si seppe poi mai bene come andò a finire tutta quella faccenda.
Margherita “la Sguèrza” in realtà, nonostante la menomazione, era piena di figli più o meno piccoli da mantenere, e Antonio Verghesìn(Cardatore)“da la gamba de legno” suo marito … o quel che era … era stato quello che l’aveva abbandonata con i figli al suo destino. Margherita abitava poveramente in Calle del Fabbro in Contrada di San Tomà vicino al famosissimo, potente e chiacchieratissimo Convento della Cà Granda prospiciente il chiesone di Santa Maria Graziosa dei Frari ... nel Sestiere di San Polo ovviamente.
Sembrano quasi i dettagli di una fiaba vero ? Elementi da romanzetto di streghe, invece sono notizie storiche vere, dettagli spiccioli di una storia minuta Veneziana autentica … di una Città Lagunare curiosa che c’è stata e oggi non c’è più.
Torniamo ai fatti … Ancora nell’estate 1586, Margheritaprovava “a sbarcar lunario e procurarsi pagnotta”, se fosse il caso anche a scapito di qualcun altro/a ... Diciamo che Margherita aveva fatto un po’ un mestiere della sua condizione, per cui non era nuova a intrighi del genere: ne aveva fatto un modo per ricavarci qualcosa.
Cinque-sei anni prima, infatti, era stata denunciata a sua volta dai suoi vicini di casa allo stesso Santo Offizio dell’Inquisizioneperché era stata vista girare nuda di notte facendo “strigarie”insieme alla coinquilina Barbara Polverara da Gradisca. Catturata e trascinata poi a processo per due mesi, venne rilasciata perché certificata “idropica e febbricitante di Febbre Quartana” dal Medico Gasparo Rancoche la conosceva bene ... La Serenissima, malata o no, la mise lo stesso alla berlina, e la condannò al bando “fuori da Venezia e da tutto il suo Dominio” inducendola anche a pagare una multa di 50 ducati.
Dal suo esilio fuori della Laguna, Margherita, che non sapeva né leggere né scrivere, si fece aiutare, e spedì di continuo tutta una serie di lettere e suppliche al Senato della Serenissimasenza ottenere risposta. Intendeva liberarsi dall’impiccio del bando per poter rientrare a vivere in Laguna ... Prova e riprova, finalmente le riuscì di far breccia sul Senato facendo rivelazioni interessanti su un certo Maffio… e visto che funzionava, ci provò ancora una volta con successo stavolta ottenendo un salvacondotto di 15 giorni per poter rientrare a Venezia e recarsi a denunziare quanto sapeva al Santo Uffizio circa una “malefica Passarina della Contrada di San Pantalon”.
Margherita “la Sguèrza” comparve allora a fine giugno 1586 davanti agli Illustrissimi Signori: l’Inquisitore PadreMaestro Angelo Mirabino, il Reverendo Auditore Gerolamo Bonarello, e Desiderio Guidonio Vicario Patriarcale “implorando aiuto per le sue povere figliole in cambio della Verità sulla Passarina” ... Ecco svelato quindi il motivo delle delazioni continue di quella donna: il soccorso per le proprie figlie bisognose.
Andando a sbirciare gli atti del processo, la Sguèrzadenunciò all’Inquisizione che nell’appena trascorso inverno era stataOrsa moglie dello Speziere “all’insegna dei Tre Stendardi”, abitante nella Canonica del Prete di Sant’Agnese, a raccontarle della Diana Passarina“che stàva in Calle prossima alla Crosera de San Pantalon ai Frari”.
“A conti fatti” disse: “ne ho dedotto che la Passarina è la maggior Striga presente in Venezia”.
Aggiunse ancora: “Diana Passarina xè una spiritàda, guarisce da mali e malefizi, e predice il futuro co l’aiuto de uno Spirito Magico e Malvagio: il Diavoletto Arcàn, che tiene costretto dentro a un anello, tenuto a sua volta dentro a un gòtto (vaso) incantato fatto de cristallo de montagna … Lo colloca poi in un particolare nicchio (incavo) del muro in una stanza a pianterreno, un tabernacolo dipinto tutto a Pianeti e Stelle davanti al quale tiene notte e giorno acceso un cesendello (candela)”.
Raccontò poi di come la stessa Passarina andava in giro per la casa quattro volte l’anno nelle ricorrenze di San Zuàne (Giovanni)Battista, della Pifania (Epifania), della Sènsae del Corpus Domini manipolando per tutta la notte: “herbe, terra e altri oggetti facendo strigarie”. Orsa le aveva raccontato di aver partecipato anche lei nuda a quei strani riti insieme alla Passarina, in quanto era sua amica, ma di averlo fatto controvoglia:“Una volta la Passarina ha predetto il ritorno di un suo fratello andando a parlare stranamente col Diavolo imprigionato nel cristallo” ... Subito dopo avevano sentito bussare alla porta di casa, e impaurita, Orsa era andata con la Passarina ad aprire trovandosi di fronte un giovane sconosciuto “vestìo a la foresta”, che portava una lettera proprio di quel fratello disperso … Subito dopo quel giovano era scomparso senza dire niente, e “Poco tempo dopo ritornò e ricomparve proprio quel fratello ... Era di sicuro un Diavolo quel giovane misterioso comparso sulla porta”.
Un fiume in piena il racconto di Margherita Sguèrza.
Aggiunse ancora contro la Passarina, che aveva sentito dire da Giacoma moglie di Messer Angelo Marsèr alla Crosera de San Pantalon: “… che la Diana sapeva fare grandi cose con quel suo Diavolo imprigionato, ma che per farle voleva ogni volta 25 scudi ... e che c’era un Botter e un Nobilhomo di Cà Zane lì nei pressi che erano intenzionati a punire la Passarina per le cose che faceva.”
Raccontò che Donna Angela Massèra del Piovan della Contrada de San Boldo poco distante, s’era recata dalla Passarina a nome di una Nobildonna distinta Veneziana che le chiedeva di fare in modo di potersi maritare: “ … la Passarina è famosa per le sue capacità di far maridòzi e tante altre cose inaudite … Una sua vicina di casa, ad esempio, una certa Donna Pasqua mi ha raccontato che la Passarina è riuscita a desligàre un giovane impotente ... e che c’era anche una Maestra che passava per casa della Passarina per farsi dare certe efficacissime ricette pagandole uno scudo a parola.”
Si diceva in giro anche, che una bella giovane Dama Lucrezia di Cà Bon di Cannaregio aveva dato alla Passarina 100 ducati tramite un Prete di San Geremia. Con quei solti intendeva farsi sposare da un aitante Nobilhomo che le piaceva ... La Passarina allora aveva detto al Prete che doveva combinare un’ostia speciale con su scritto “Adamo & Eva”, che doveva impregnare col sangue dei due possibili sposi.
E non era ancora tutto … A detta di vicini, conoscenti, e dei soliti ben informati della Contrada, la Passarina conviveva anche con un Frate Francescano Minore dei Frari: Fra Paolo da Ferrara che fungeva da Cappellano nella giesòla della Schola degli Orbi (ciechi) in Contrada di San Samuèl. Si spettegolava che lo stesso Frate: “la teneva a loco e fuoco” (la manteneva), mangiando e bevendo a casa sua, e portandole ospiti anche altri Frati … Frate Paolo andava anche a letto con la Passarina, ma senza riuscire mai ad averla del tutto, perchè … si diceva ancora, “che era per via della gelosia del Diavolo che glielo impediva”... Si raccontava perfino che la Passarina per merito di quel Diavolo era ancora vergine, e che in realtà non aveva bisogno d’essere mantenuta dal Frate, perché guadagnava bene con i suoi loschi traffici … possedeva diverse migliaia di ducati.
Mamma mia ! … Che razza di denuncia contro la Passarina !
Come timido testimone a discolpa della Passarina, si presentò a processo il Bottaio Mastro Silvestro figlio del defunto Pasqualino da Chioggia che abitava proprio in Crosèra di San Pantalon. Costui, dopo aver prestato giuramento, affermò di abitare nei pressi di Diana Passarina che conosceva da almeno sette anni. Secondo lui non era una cattiva persona, e non era vero che gettava fave e “faceva herbarie e strighèssi, e che aveva spiriti costretti in casa, anche se c’erano donne come la sua vicina Chatarina che ha il marito Alessio in Siria, che gli aveva raccontato proprio il contrario dicendogli che tanti frequentavano la casa della Passarina, per i quali lei gettava la fave.”
Vero o non vero insomma ?
Fu mandata a chiamare allora anche Donna Chatarina figlia di Ser Crsistoforo Tintore, e moglie del Merciaio Alessio abitanti in Contrada di San Pantalon. Comparsa costei davanti al Tribunale, confermò di conoscere Diana Passarina per aver abitato diversi anni nella sua stessa casa ... Disse che non aveva sentito dire che la Passarina buttava fave, ma che aveva sentito, invece, della storia dello “Spirito Costretto” che ospitava a casa sua ... L’aveva saputo da una donna che le aveva raccontato di sua figlia che stava in peccato con un certo Arrico, e che aveva confessato alla Passarina che le sarebbe piaciuto che costui la prendesse per moglie.
Ricordava anche che in un’altra occasione Diana Passarinaaveva imposto le mani e detto strane parole su una donna che si era presentata da lei perché inseguita dalle ombre dei Morti che le procuravano diversi mali ... In quella stessa occasione Diana aveva aggiunto “che gli Spiriti non si attivavano se non ci si presentava con i soldi pronti in mano … e che essi intervenivano ogni volta che voleva e piaceva a lei ...L’aveva poi incontrata di nuovo, e le aveva detto che non era guarita dalle ombre con la Passarina, ma che lo era, invece, guarita in seguito facendo voto a San Marco …”
Venne convocato e comparve anche lui in Giudizio davanti al Tribunale Inquisitorio: Angelo figlio del defunto Simeone da Scutari, Merciaio in Contrada di San Pantalon. Questo nuovo testimone affermò di conoscere la Passarinada almeno 12-14 anni, e di aver sentito dire insieme a sua moglie, che persone andavano a casa sua “per Spiriti che dise pure la Verità”… ma che non ne sapeva di più. Disse poi … “che: si … era vero, che la casa di Passarina era frequentata di continuo da quel Frate grasso dei Frari Cappellano degli Orbi di Venezia, che lui aveva visto entrare ed uscire da quella casa a tutte le ore del giorno e della notte ... dormiva la dentro.”
Tutti i testimoni furono costretti dall’Inquisizione a mantenere il completo silenzio su tutta la faccenda.
Anche Donna Ursula figlia del Defunto Lorenzo Caristiario(Cristalliere) a Murano, vedova di Giovanni Antonio Aromatario all’insegna dei Tre Vessilli, abitante in casa del Piovano della Contrada di Sant’Angelo, dichiarò interrogata di conoscere Madonna Passarina fin dai tempi del Contagio … Confermò d’aver sentito raccontare da lei che aveva a casa sua uno Spirito Archàn, “che andava e veniva a piacimento arrivando anche fino a Roma ... e che lei voleva bene a quello spirito, e che lui voleva bene a lei …e che lei stava male quando lo Spirito si allontanava … e che nei quattro giorni speciali dell’anno andava attorno con le Fate cogliendo Terra et Herbe ... però non aveva visto tabernacoli in casa, né lampade accese davanti come aveva sentito raccontare da altre donne.”
Aggiunse che una volta la Passarina l’aveva invitata a casa sua per fare il pane, e che mentre erano là insieme aveva sentito bussare forte alla porta, e che andando ad aprire non trovò nessuno, neanche giovani forestieri con lettera … La Passarina in quell’occasione le disse, invece, che doveva essere lo Spirito Archan che stava rientrando, tornando a casa ... Le raccontò ancora: “che una volta quello Spirito Archan aveva guarito un uomo incapace di camminare perché avvolto in un gabàn (cappotto)dov’era rintanato uno spirito malvagio che lo bloccava ... Archàn l’aveva cacciato, e quell’uomo se n’era andato via camminando sano e salvo.”
Infine comparve davanti all’Inquisitore anche Apolloniafiglia del defunto Cristoforo Vasaio vedova di Jacobo Pettinatore de lana in Contrada di San Stin (Stefanin) Confessore presso i Nobili Navagero. Disse di conoscere la Passarina solo di nome, negando d’essere stata a casa sua in qualche occasione, ma d’aver sentito raccontare da sua comare Cornelia morta durante il contagio: “che era ispiritada, che la è terribile, e la fadi mali … e che a casa sua aveva visto venir su gli Spiriti.”
Sorella Cecilia Pizzocchera del Terz’Ordine Francescano dei Frati Minori si aggiunse per ultimissima dicendo che aveva sentito dire che la Passarina faceva cose finte fingendo d’essere ispiritada … “e che l’aveva conosciuta direttamente quando le aveva fatto un dispiacere (dispetto)in Santa Maria in Broglio presso Piazza San Marco: Ho inteso che fasèva mille stregarie et herbarie, et correre questo et quello. Questo me lo disse Hjeronimus De Franceschi Secretarius che gli aveva affittato un mezàdo in casa sua, e che l’aveva poi licenziata perché lei buttava fave, et faceva molte poltronarie in un mezzado. Et questo è quanto io so.”
Ecco qua: vi ho detto tutto.
Che fine fecero in seguito la Sguèrsa e la Passarina?
E chi lo sa ?
Di sicuro “persona oscura” la Sguerza, che nel febbraio seguente, liberata dal bando forse per i merito delle rivelazioni sulla Passarina, venne però a sua volta denunciata all’Inquisizione da GiovanBattista e Marietta Grimaldi … Comparirà ancora una volta in seguito, nel 1592, sulla scena dei Tribunali Inquisitori Veneziani presentando l’ennesima denuncia contro una certa Chiara a favore di un bandito da Venezia che secondo lei era innocente … Non se ne fece niente ... e tutto si perse in un “niente a procedere” che sfumò per sempre nei meandri incerti della Storia.
E la Passarina ?
Ci fu un giorno in Piazza San Marco una donna Veneziana che andò a urlare contro gli uomini dell’Inquisizione Veneziana: “Voi della Santa Inquisizione intendete drizzare il becco alle Civette … Non ce la farete mai !”
Venne arrestata … e spiegò che con quel gesto intendeva indicare e denunciare l’assurdo accanimento che veniva messo in atto anche a Venezia soprattutto contro le donne … Non servi a nulla … Quello storico fanatismo ottuso e macabro continuò indisturbato per secoli come ben sapete … Anzi: lo possiamo riconoscere ancora oggi in giro per il Mondo, seppure in vesti, colori, sembianze e sotto ideologie diverse. Gira e volta in fondo, le storie sulle presunte Strìghe sono sempre le stesse.
Certe superstizioni forse sono radicate nel cuore e nella mente degli uomini e delle donne di tutti i tempi, così come la voglia di combatterle ed estirparle a qualunque costo ... fino a regalare gratuita morte ai protagonisti di certe storie.
Della Passarina non si seppe più niente … Mi pare che però basti quanto ci siamo raccontato.