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Un Clan Veneziano qualsiasi, e una Cà-Palazzo fra i tantissimi.

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Un Clan Veneziano qualsiasi, e una Cà-Palazzo fra i tantissimi.

I Briani o Ariani o Bredani vennero espulsi da Bergamo in epoca remota, e si trasferirono a Venezia almeno due secoli prima del famoso anno 1000, dove sembra siano entrati nel Maggior Consiglio nell’altrettanto lontanissimo 1100, quando, nel 1161, il Cavaliere Raffaele Briani fu con grande onore Capitano delle truppe Veneziane contro i Bolognesi.

I Briani-Ariani originari dell’Istria o della Capitanata Pugliese forse, a Venezia finirono con l’impossessarsi e mantenere sotto controllo quasi l’intera Insula dell’Anzolo Raffael nel Sestiere di Dorsoduro, di cui si dice abbiano perfino fondato e fatto erigere la chiesa ... Non è vero questo, al massimo avranno contribuito a farla restaurare, immettendovi nell’occasione la loro tomba di famiglia poco fuori dal Coro della chiesa ... Una buona donazione a volte può far diventare illustri e famosi, qualche altra volta anche passare alla Storia.

Va beh … I Briani-Ariani comunque non furono solo questo … Possedevano anche altri stabili nel Campazzo e in Calle Briani in Contrada d San Marcuola dall’altra parte della Città oltre il Canalàzzo(Canal Grande) nella zona della Piscina del Cristo, come ricordano la Descrizione della Contrada del 1661, e gli stemmi gentilizi infissi sui muri degli edifici.

Altri dello stesso Clan-Famiglia Briani-Ariani abitarono nel 1661 col NobilHomo Francesco Briani in Contrada di San Zuane Nuovo, a due passi da Piazza San Marco cuore della City, dov’erano proprietari di diversi stabili. Nella omonima chiesa della stessa piccola Contrada si fecero costruire ovviamente la tomba di famiglia.

Saltando indietro nel tempo però, nel 1363, mentre molti entravano per meriti nel Maggior Consiglio pressapoco al tempo della Guerra di Chioggia, i Briani-Ariani ne vennero, invece, esclusi non tanto per mancanza di Patriotismo Veneziano, ma per debiti fraudolenti commessi, secondo le Cronache, da Antonio quondam Nicolò Briani morto appunto nel 1363 ... Tutto è relativo quindi: ci furono alti e bassi, successi e insuccessi nella storia economica della Famiglia Ariani-Briani-Bredani.

Incazzatissimo, già due anni prima dell’espulsione dal Maggior Consiglio e dalla Nobiltà, il Nobile Ariani con testamento datato 01 luglio 1361 redatto davanti al Prete-Notaio Marco Rana, ordinò che nessuno dei suoi figli e figlie dovesse per alcun motivo mai più sposare donne e uomini Patrizi ... C’erano forse di mezzo questioni di doti, per cui il Briani per non sfigurare s’era indebitato ?

Boh ? Non si sa.

Inutilmente Marco Briani, uno dei figli dell’Antonio, tentò di ricorrere in extremis presso la Serenissima e il Doge per recuperare i privilegi di Famiglia ... Suo fratello Bon provò perfino a fare una buona elargizione alle casse sempre vuote della Repubblica durante la stessa Guerra di Chioggia … Niente da fare … Venezia fu irremovibile ... e lo stesso Bon Ariani preso da sconforto e delusione per l’insuccesso, abbandonò moglie e famiglia e andò a farsi Frate a Ferrara ... Cose che capitano.

Durante il 1400 la Famiglia Ariani si riebbe un po’ risultando sempre presente e attiva dentro alle complicate ma fortunate economie della Repubblica ... Nel 1414-1443 i Bredani-Briani risultavano regolarmente iscritti nel Libro della Balla d’Oro dei Nobili con due Padri e sette Figli ... Non s’erano rassegnati a perdere la Nobiltà … Vent’anni dopo circa, la stessa Famiglia tentò inutilmente l’ennesimo rientro fra quelli che contavano … Niente da fare ancora una volta.

Nell’estate 1527 il quasi mitico Diarista Marin Sanudo scrisse, quasi dipinse, un bel “quadretto” sullo status della Nobiltà Veneziana. Scrisse nei suoi Diari: “[a Venezia] almeno 150 Patrizi occupano cariche di Governo nella Terraferma ed altrettante nei Domini da Mar ... Alle riunioni solite del Senato partecipano di solito 180 su 300 membri Nobili, ed il quorum è di 70 individui … Su un totale di 2.700 membri Patrizi eleggibili con quorum di 600 persone, in Maggior Consiglio sono presenti in media 1.000-1.500 Consiglieri che salgono di qualche centinaio in occasioni particolari ... Numerosi Patrizi si trovavano fuori Città per motivi ed affari pubblici o privati. Alcuni Nobili pur essendo residenti in Città non hanno mai messo piede a Palazzo Ducale, altri, almeno 46: non si recano là da almeno 20 anni. I Patrizi appartengono a 134 Clan diversi e solo 9 Gruppi Familiari non hanno maschi in età da entrare nel Maggior Consiglio … Alcune Famiglie di piccole o medie dimensioni godono di posizione di prestigio perché uno di membri glielo conferiva col successo personale commerciale o acquisendo benefici importanti … 30 clan, ossia il 59% dell’intera Nobiltà, sono costituiti ciascuno da oltre 30 membri ... 19 Case Grandi con più di 40 individui ciascuna formano il 45% dell’intero Patriziato.

Le Grandi Casate vanno a formare la Signoria e i 50 Consiglieri Ducali, mentre i Capi dei Quaranta, salvo eccezioni, provengono da “famiglie piccole” come i Lippomano, i Bon, i Calbo e i Grioni.

Alcuni Clan che comprendono fino a 17 membri ciascuno, raramente presentano le proprie candidature per incarichi importanti. Sono i vari: Baffo, Cocco, Civran, Da Mezzo, Manolesso, Pizzamano, Semitecolo e Viario.

Alcuni Nobili vengono eletti solo a cariche di Sovraintendenti al Fondaco dei Tedeschi, o ai Tribunali Minori di Palazzo Ducale, e compaiono raramente nelle liste che contano dei Dieci e del Collegio. Costoro sono: i Briani (ECCOLI QUA !!!), i Girardo, Zancani, Nadal e i Belegno ... 19 Clan sono prossimi ad estinguersi avendo solo 1 o 2 rappresentanti in età matura, fra cui: Avonal, Balastro, Battaglia, Calergi, Celsi, Caotorta, D’Avanzago, Guoro, Lolin, Onorati, Ruzzini e Vizzamano.”

Davvero una bella veduta esaustiva sulla Nobiltà Veneziana della prima metà del 1500.

Negli estimi del 1535 gli Ariani notificarono d’essere i proprietari della “Casa da Statio sulla Fondamenta dell’Anzolo Rafael e di altre case limitrofe nella callesella”. Già nella prima metà del 1300 s’erano comprati il vecchio palazzo cadente e l’avevano rifabbricato arrivando ad ornarlo con la magnifica finestrata centrale presente ancora oggi in facciata ...  Lo stemma degli Ariani-Briani campeggia ancora sia sulla facciata del palazzo, che sul pozzo in Campo dell'Angelo Raffaele, dove si può leggere un’iscrizione col nome del Cittadino Marco Arian, che nell'anno 1349 lasciò un Legato di 300 Ducati per la costruzione del pozzo: “… per i bisogni al Povolo e a Boni Homeni de la Contrada”… Meritevole persona … Giusto vent’anni prima dell’espulsione della Famiglia dal Maggior Consiglio, gli Ariani-Briani erano considerati “benemeriti della Contrada dell’Anzolo”… Una loro tomba si trova nel vicino chiostro dei Carmini: altra importante realtà Monastica che segnò grandemente i destini e la Storia di buona parte del Sestiere di Dorsoduro.

Tumultuoso, fatto e rifatto e ritoccato tante volte il testamento di Giacomo Arian del 1631-1647. Lo depositò a più riprese modificandolo per quindici anni consecutivi davanti ai Notai Bernardo Malcavazza e Andrea Calzavara. In sostanza l’Arian dichiarò che intendeva lasciare le sue sostanze compresa “la Casa Granda all’Anzolo Raffael” sulla quale pendeva però un debito di 400 ducati spesi da Bernardo Grimani per restaurarla, alla madre Nobile Pasqualigo, già erede di Vincenzo Pasqualigo, che abitava il palazzo ... Nello stesso  carteggio testamentario, aggiunse e ordinò che intendeva anche venir sepolto “nell’Arca che ha sopra l'arma Arian nel Convento dei Carmini”, e che a tal proposito avrebbe disposto alcuni Legati per i Frati “perché facessero per lui quel che dovevano ed era giusto fare per la Salvezza della so Anema”.

Comunque i Briani-Ariani non erano tutti tirati, messi male e in ristrettezze economiche … Nel 1651, ad esempio, Giovanni Briani andò a combattere i Turchi nella battaglia navale di Nixia e Paros, mentre nel 1657 lo stesso fu solerte difensore della città di Cattaro(in Montenegro) di cui fu Provveditore Straordinario e Rettore ... Niente male dai !

Nelle note di Cronaca del 1653 però, esattamente tre secoli dopo l’espulsione dal Maggior Consiglio, la Famiglia rimasta Cittadinesca, cioè nonNobile, venne considerata ufficialmente estinta … Vera o non vera, esatta o no che fosse l’estinzione degli Ariani a Venezia … Ancora nel 1679 c’era a Venezia una Famiglia Ariani intenta e impegnata nella scalata ai ranghi della Nobiltà Veneziana che contava … Impresa che mancò clamorosamente ancora una volta … Il Patriziato per gli Ariani rimase sempre un sogno.

Secondo gli Estimi del 1712 e 1740, il palazzo simbolo degli Ariani passato quindi ai Pasqualigo, venne affittato con Pietro e fratelli, che: “l’appigionarono con l'orto al Serenissimo di Guastalla per annui ducati 360 ... ma poi rimase vuoto da appigionarsi.”

Più tardi nel 1768, Laura Pasqualigo di fu Giorgio, la vedova di Vincenzo Gradenigo di cui dicevamo prima, passò per testamento il palazzo ai Rev. Antonio e Carlo Pasinetti quondam Francesco”, che ne vendettero un piano a Lucia Cicogna, facoltosa ex Monaca Benedettina, che lo destinò ad esclusivissimo Collegio di Educazione Femminile… Finchè alla fine della fine, dopo le burrasche napoleoniche, e alla morte della Cicogna nel 1849, il palazzo ormai rovinoso e malandato venne acquistato dal Comune di Venezia.

Si dovette ricostruire l'esafora gotica in facciata perché troppo scalcinata e cadente … Anche la scala nella corte interna venne ricostruita, come tutte le finestre del pianoterra alterate dall’acqua alta, dall’incuria e dalla salsedine ...  Storia recente: l’ex palazzo Ariani-Briani-Bredani è diventato ed è tuttora: Pubblica Scuola, Istituto Vendramin Corner.


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