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136 Processi dell’Inquisizione Veneziana_1461-1626
Sapevate che l’Inquisizione di Palermo è arrivata ad avere non meno di 25.000 persone al suo servizio e per esplicare le sue intenzioni ?
Avete letto giusto: 25.000 dipendenti … Una grossa azienda, immaginatene la gestione.
Questo per dirvi l’entità, il giro e la consistenza della macchina Inquisitoriale.
E a Venezia ?
E’ stato più o meno lo stesso, anche se è difficile quantificare con precisione il numero dell’organico dell’Inquisizione Veneziana.
Liberiamoci però dell’idea buonista e nostalgica che la Serenissima è stata del tutto tollerante, e in grado di gestire del tutto il fenomeno dell’Inquisizione imposto da Roma. Non è andata affatto così: Venezia s’è barcamenata per secoli fra Civico & Religione, fra Nobili Papalisti e Veneziani laici, però è andata tante volte a braccetto in maniera stretta col Papa di Roma, le esigenze della Cristianità, e quindi con l’Inquisizione.
Possiamo dire al massimo che qualche volta ha cercato il compromesso, di limitare le perdite e di limare i casi. Ma non crediamo alla bufala che Venezia è stata innocente: le sue morti inutili e insulse per via della Dottrina le ha fatte … Eccome che le ha fatte: sia spettacolarmente in Piazza, che nel nascondimento degli annegamenti all’alba in Laguna.
Se non si è a tutti costi fanatici e di parte nel riconoscerlo: la Storia è andata proprio così. Inutile raccontarla diversamente salvaguardando i colori del Mito Veneziano: è solo fumo non veritiero.
Il “Bàsa sto Cristo o salta sto fosso.”È stato vero più che mai, anche a Venezia. E non è stato affatto solo un modo di dire, perché è stato per davvero “Regola dell’Inquisizione e del Cristianesimo”, un modo spietato e missionario d’imporre una Verità tutta sua in tante parti del Mondo: India e Goa, Nuove Americhe, Malabàr, Perù e Messico … Non me ne vogliano certi Missionari veri, che ho conosciuto personalmente, che hanno dato tutto se stessi per la causa del Cristianesimo, fino al sangue addirittura.
Quel fosso impossibile da saltare al prezzo della Vita c’è stato per davvero … e chissà quanti vi sono finiti dentro rimanendovi uccisi ? … Troppi !
L’Inquisizione è arrivata perfino a riesumare cadaveri per poi bruciarli: Margherita Fornasari Eretica e Apostata di Venegono Superiore a Varese,morta nelle Carceri Inquisitoriali, è stata riesumata e arsa l’8 giugno 1520, e non è stata affatto l’unica.
Sapete il numero dei morti provocati dall’Inquisizione ? Più di un milione, senza esagerare: un vero e proprio Olocausto … Se non è patologico tutto questo ?
Il Sant'Uffizio dell’Inquisizione di Venezia è diventato in un secondo tempo diramazione vera e propria dell’Inquisizione Romana di cui assunse stile, modi e connotati.Fu presente in Laguna comportandosi “alla Romana”dal 1550 fino alla sua abolizione del 1797 … Per secoli insomma.
In realtà, fin dal 12 agosto 1289, il Maggior Consiglio pressato da Papa Niccolò IV autorizzò la presenza dell’Inquisizione in Laguna e in tutti i territori di Venezia. Per darvi un’idea però di come andavano le cose a Venezia, mi piace ricordare ciò che viene ricordato circa Papa Paolo V, cioè Camillo Borghese, Pontefice dal 1605 al 1621. Si compiaceva nel dire che Dio l'aveva fatto salire al Pontificato, per mortificare la superbia della Repubblica di San Marco. I suoi Inquisitori quindi pretendevano davanti alla Serenissima, che i Secolari non avessero titolo per giudicare gli Ecclesiastici. Il SenatoVeneto rispose allora, che l'assistenza non era diretta alle persone, ma bensì alle Cause loro intentate. Di conseguenza l'Eresia doveva considerarsi un delitto sia Ecclesiastico che Secolare: “perchè da una parte attacca la Fede, e dall'altra turba la pubblica tranquillità. Bisognerà quindi che anche le cause riguardanti gli Ecclesiastici siano assistite da Secolari, altrimenti bisognerebbe che gli Ecclesiastici giudicassero solo i Preti, e i Secolari solo i Secolari.”
Furbissima e sempre avveduta Venezia ! … Mai il Papa riuscì del tutto a far fare alla Serenissima ciò che voleva. A poco valsero Interdetti e Scomuniche.
Venezia rispose sempre colpo su colpo al Papa di Roma, anche se di sicuro non si ritrasse dal prestarsi come “braccio” per le sentenze deliranti dell’Inquisizione.
L’Inquisizione Veneziana si riuniva regolarmente ogni martedì, giovedì e sabato negli ambienti presso la chiesa di San Teodoro collocata ancora oggi giusto dietro alla Basilica Marciana: la “Cappella privata” del Doge. Sembra che inizialmente il Sant'Uffizio Veneziano si sia avvalso dell’uso del Carcere dei Debitori del Sestiere di Castello, che si trovava in Contrada di San Giovanni in Bragora. Solo dal 1580 le celle dell'Inquisizione, soprattutto per le donne, furono costruite nei pressi di Piazza San Marco in Contrada di San Giovanni Novo o in Oleo, e poi inglobate nelle Prigioni Nuove affacciate sulla Riva degli Schiavoni e il Molo di San Marco. Come ben sapete, l’operato dell’InquisizioneVeneziana era ben controllato da Tre Savi all'Eresia: una Magistratura Senatorialeformata spesso da ex Ambasciatori, dalla quale erano esclusi i NobiliPapalisti delle Famiglie Patrizie che godevano di privilegi, nomine e Benefici Ecclesiastici. Il Tribunale Venezianoè sempre stato in diretto contatto e interscambio con quello di Roma, e fungeva da punto di riferimento e d’appello per tutti i Processi che si tenevano nei territori della Repubblica Serenissima: Brescia, Padova, Rovigo, Treviso, Verona, Vicenza, Udine, compresi i Territori del Dominio Oltremare.
Non la tiro più per le lunghe: ecco qua i titoli dei 136 Processi intentati e allestiti tra 1461 e 1626 dall’Inquisizione Veneziana, i così detti: "Criminalia Sanctae Inquisitionis”.
Messer Andream de Lando (1461), Antonii Da le Comare(1477), Iohanne Fugaza(1484), Paulam de Contrata Sancti Luce(1529), Ioannem Maraveggia et Ceciliam (1584), furono querelati “De heresiis" davanti all’Inquisitore, e poi accusati a Processo ... Franciscum Severi(1567), invece, venne accusato di far parte della Setta di Giorgio Siculo “espressione Diabolica”.
L’Eresia era di sicuro considerata anche a Venezia: “il Male dei Mali, la causa della rovina del Mondo, la mina delle fondamenta dell’intera Ecclesia Cristiana.” Nessuna categoria sociale riuscì a sottrarsi e a sfuggire all’analisi indagatoria dell’Inquisizione Veneziana: Nobili e Cittadini, categorie di solito “super partes”, sempre tutelate, difese, e protette ad oltranza dalla Serenissima, perché in un certo qual modo si riconosceva in esse. Vennero comunque denunciati e passati a setaccio dall’Inquisizione: Alexandrum Sanuto accusato, inquisito e portato a Processo “de blasphemiis hereticalibus"(1563); Dominum Hieronimum Mocenigo (1516); Dominum Philippum Mocenigo Priorem Hospitalis Domus Dei Venetiis (Cà di Dio)(1514); “de heresis" vennero accusati: Guidus Donato(1512), Petrum e Antonium Battaggia(1584-85), Iulium Quirini nobilem Venetiarum(1585), Antonium Mazzalorso et Hieronimum Ciconia(1608), e Marcum Antonium Fontana, Ancillam eius matrem, et Mariettam suam concubinam(1614)… Emo Francesco venne inquisito “per Luteranismo”(1567), come Marco Enzo da Malamocco (1589), e Georgium Barbo(1586).
Un "Processus pro herbariis factis uxori Domini Petri Pisani" si tenne contro Georgii Clerici et Francischine(1461); “de Arte Magica" fu l’accusa per il Magistrum Franciscum Barozzi nobilem Veneciarum(1587); “super inobservantiam quadragesima" per la Famiglia De Lazaris(1595); mentre Pauli Dolfin de Genevra abiurò per Heresia (1612).
Nella lista degli “Inquisiti de heresi”finirono anche Mercanti e Navigatori: Georgium Ongari sive Crovatum Mercatorem(1525), e Franciscum Fortunatum ab Insulis Canarie(1584).
Accusati per lo stesso “delitto d’Eresia”furono anche diversi Artigiani delle Arti e Schole Cittadine Veneziane: Ioannem Pignol et Marangonum querelato davanti all’Inquisizione anche “de incestu"(1512); e Petrum Vio Barcarolum Serenissimi Ducis Venetiarum ab eodem Duce ad Reverendissimum Patriarcham tanquam suspectum de heresi eoquia in nove veneris Sancti repertus fuerit in Palatio Ducali cum eius concubina(1571); Marcum Revendinum Pannorum dictum Scarpa(1579), Michaelem Augustanum Aurificem (1586), e Antonio Barbitonsorenel 1614.
Medici e Dottori in genere finirono nella rete Inquisitoriale: “de maleficiis" venne accusato Franciscum de Verona Phisicum (1519); “de superstitionibus"venne indagato Augustinum Bono Causidicum (1595); mentre venne intentato "Processus pro egregio Doctore Domino Galassio de Capitibusliste coram Reverendo Presbitero Domino Iohanne de Clugia Inquisitore Delegato Apostolico" nel 1468.
Alla stessa maniera furono inquisiti anche Maestri di Scuola, e Tutori ed educatori “de Casàda” dei rampolli della Nobiltà Veneziana come il Magistro Domino Francisco Arimondo(1516-1517).
Circa un ottavo dei casi del 1500, e il cinquanta per cento dei casi del 1600, riguardò Stregoneria, Stregonèrie Strighe… Donne soprattutto, in gran numero, accusate in prevalenza … Fu quasi un’ossessione perseguitare in gran numero lo “status Femminile”. Come spesso accadde, vennero sospettate d’essere Herbarole, Superstiziose, locatarie di Antichi Culti Pagani, nonché Stròloghecapaci di operare Malefici in ogni momento e circostanza.
Molto curioso per non dire interessante riconoscere tanti nomi, realtà in gonna protagoniste di tanti spaccati di Vita delle Contrade Veneziane di un tempo. Come “maleficam" venne querelata Marieta Perseghina(1516), e “de maleficiis" fu l’accusa per Lucretia, Florina, Faustina et Thadea(1518); e per MedeaTignoli (1555), Antonia Arbensem(1561); Peregrina(1564); Lucia Sclabona(1578); Anna et Angela(1555); Helena Baduario(1531-1532); Margarita Gamba de Mestre(1586); Faustina Negrini (1595); per la Meretrice Maria Vincentina(1595); per Maria matrem et Isabellam eius filiam(1595); per Marchetta Papacizza(1612); Angelica, Pisana, Sancta filiam dicte Pisane et Paula Segalla(1612); Lavinia et Paulina(1614), e per Francisca de Franciscis dicta Gella seu Marina Cestara (1615)… e non le elenco tutte.
Quante donne inquisite inutilmente !
“De superstitionibus" furono ancora processate: Catherina Claudam(1518-1519), Mulier dictam la Turca (1518), Catharina et Lucia(1518); Ioanna Mediolanensem cognomi notam la Strologa(1564); e Angela et Peregrina(1586-1587).
“de herbariis"fu l’accusa per Aloysia Grecha abitantem in Curia de Cha Grimani in Contrata Sante Marie Formose(1561), come per Margerita et Diamante sorores Scabonas(1516-1519); per Antonia Clabina(1515); Maria mogier Ector Gradenigo(1514); Helisabet Estensem (1501); mentre come Eretica fu processata Catherina relictam(vedova)Stephani Bontempo apud ecclesiam Sanctorum Iohannis et Pauli coram Reverendo Prè Domino Benedicto heretice pravitatis Inquisitore (1477), e per lo stesso motivo il Magister dominus Franceschini Orio processò Viena Angeli Razzani nel 1567.
Alla lista vanno aggiunte poi altre donne forestiere e disagiate, finite a Venezia: grande Capitale a caccia di modi per sopravvivere. Donne che facevano del loro modus, delle loro pratiche e abitudini tradizionali anche una risorsa per accaparrarsi magri introiti per sbarcare il lunario quotidiano. Oliva Candiotavenne imputata pure lei “de malefitiis"(1595), come Livia Muschiera et Marchesina Greca(1597), e Ursia Theutonica(1598), mentre Mutina Bononiense fu indiziata “de arte magica"nel 1595.
E veniamo, tanto per cambiare, a: Preti, Frati, Monaci e Monache. L’Inquisizione non si sottrasse dal lottare anche contro se stessa e i sui stessi Titolari. Vennero trattati: “come venefiche serpi allevate in seno, e traditori della Verità costituita di cui erano depositari”. Fu quasi una rivalsa autopersecutoria, la condanna di una doppiezza di un “alterego ambiguo e patologico” di cui l’Inquisizione si è fatta depositaria.
Nel 1558 si portò a Processo il Presbitero Benedicto de Ecclesiae Santi Severi; il Prete Simone De Ladra di Sancta Ternita(1461); e i Frati Raphaele, Andrea et Theodosio dell’Ordine di Sant’Augostino(1582). Nel 1624 toccò a Frate Eliseo“per dispregio del Papa”, e “de heresi" furono l’accusa e la sentenza per il Presbitero Francisco de Castro Durante(1526), come per Dominum Bernardum Barbadico alias Ordinis Cartusiensis (1510) dellaCertosa di Sant’Andrea del Lido, di Frate Cherubino Camaldolense(1584), Frate Ioannem Hispanum Ordinis Minorum Conventualium(1584), Presbiterum Aurelium de Vergerii de Iustinopoli(1595), Presbiterum Iohannem Mariam Brunello Curatum Priscianum Adriensis Diocesis(1573), Fratre Petro(1623), e per il Presbitero Lorenzo Pacifico della chiesa di San Moysè nel 1612.
“De non orando pro defunctis iustitiatis" s’incolpò, invece: Fratrem Aloysium Heremitanorum (1584); “De propositionibus temerariis in pergamo"Fratrem Victorium Heremitanum Santi Augustini(1584); “De derisione Sacramenti Penitentie"Fratrem Ludovicum de Arzignano Minorem Observantem (1584).
L’Inquisizione Veneziana si scagliò parecchio contro gli Eremitani Agostiniani di Santo Stefano di Venezia. Forse perché in parecchi erano di provenienza Tedesca, cioè per questo inclini a favorire le idee Protestanti del Centro-Nord Europa ?
“De apostasia a Fide Catholica" fu l’accusa per Fratrem Seraphinum Fasani(1586), e per Fratris Danielis de Venetiis Ordinis Sancti Francisci de Observantia(1598).
“De propositionibus scandalosis"fu l’accusa per Fratrem Bartholomeum de Luca Ordinis Servorum(1600).
“De superstitionibus" fu quella contro il Presbiterum Felicem de Bibona Siculum et Paulam Rossi(1588); contro Fratrem Franciscum Lopez de Aletio Ordinis Heremitanum Sancti Augustini(1615); “de superstitionibus et carnalitatibus sub pretextu exorcismi"si additò il Presbiterum Ioannem Zafferinum Florentinum(1612).
“De fractione sigilli Sacramentalis" fu l’accusa per Andream de Venetiis Ordinis de Observantia(1604).
“De solicitatione" per Fratrem Iohannem Baptistam Bergomensem(1609), e per il Provinciale del Convento di Santo Stephano de Venetiis (1620)
“De malefitiis" per Sororem Margaritam incedentem in habitu Cappuccine(1622), e processato fu il "Presbiterum Bartholomeum Leonardi Presbiterum titolatum Sancte Margarite qui non (securus) celebravit" (1601).
Si considerò, invece la "Liberatio a carcere” per Fratris Camilli Ordinis Minorum Conventualium nel 1562.
Quante condanne, sospetti, distruzioni di carriere, destituzioni, disistime, infamie e perdite di buona reputazione !
Più volte l’Inquisizione e Marsilio de Marsiliissi rivolsero contro i Preti di San Simeon Grando o Profeta a Santa Croce: contro il Plebanum“inculpatum de adulterio cum filia spirituali"(1587-1594 e nel 1624); contro il Presbiterum Ioannem Mora Diaconum titolatum ecclesiae Sancti Cantiani"(1621); mentre Fratrem Marcum Antonium Cappello Ordinis Minorum Conventualiumvenne colpito da “Sententia lata in Sancto Offitio Rome"(1607).
Come ho avuto già modo di dire, Libri e Librèrifurono considerati dall’Inquisizione come fornitori e produttori di “oggetti diabolici” capaci di rovinare persone e società: "Contra Ioseph de Carpenedolo impressorem librorum blasfemis"(1534), "Contra Librarios vendentes Libros Prohibitos"(1598), e “Inquisitio super libro intitulato Horologio Venetiis impresso"(1527).
L’Inquisizione s’interessò anche di altri oggetti misteriosi considerati “potenti e pericolosi”, in realtà oggetti di mera superstizione: "Lignum superstitionis presentatum in Sancto Offitio Inquisitionis"(1595).
Altro genere di persone perseguite furono i Catecumeni e i Convertiti provenienti da altre Professioni Religiose, considerati sempre sospetti, blasfemi, rinnegati e “mai convertiti a sufficienza”. A Venezia, nonostante quanto si afferma un po’ ruffianamente, non è mai esistita una reale apertura o convivenza fra Religioni diverse: “Extra Eclesia nulla Salus”è sempre stata la convinzione circa l’identità della Chiesa. Non citatemi Greci e Armeni: erano diramazioni della stessa Cristianità Romana, e per questo accettate, anche se spesso subite e trattate come subalterne.
Chiusura totale, quindi, disconoscimento dell’altro, del “diverso”, considerato sempre come prodotto rovinoso e ingannevole del Maligno. Si conveniva che non c’era coerenza, generosità o autorevolezza che tenesse: nessuna fiducia per nessuno.
"Asserem et Aaron Cathecumenos de blasphemis hereticalibus in Iesum Christum" nel 1563.
Accuse varie non risparmiarono i “Forèsti”e i sudditi del Ducatum Venetiarum, né i misteriosi quanto paganeggianti: Furlàni Benandanti della Patria del Friuli ad esempio (1571), finiti al rogo anche se da sempre considerati “Maghi Buoni”. Erano pur sempre reminiscenza degli antichi Culti Pagani, “una Setta di malevole persone, dei Negromanti che parlavano con i Morti e scioglievano Malefizi come le Streghe”, quindi meritevoli d’essere cancellati … "Iohannem Baptistam Fundi, Iohannem Polipolo, Alexandrum Ciconia, Donatum Sartorem, Prè Iohannem Baptistam Brixiensem, Prè Antonium Ferro Bergomensem, Fratrem Iohannem Octavium Longo Carmelitano, Fratrem Bassum Trivisanum Minorem Conventualem (1604-1606).
“De sermone contra cultum imaginum" fu l’accusa per Leonardum de Assis Vicentinorum (1582).
“De irreligione" per Hieronimum Crestani de Bassano(1612).
“De superstitionibus" per Maximum Martinelli Brixiensem(1597).
“De heresi" per Iohannem Ravaioli Friulanum (1573), per Octavium Longo de Barletta(1595), per Ioannem Bonafi Monacum Grecum(1571), per Raphaelem Florentinum(1584), per Franciscum Michaelem de Zurich(1584), per Franciscum Cerdonem de Dignano(1586), e quosdam Lusitanus(1584).
"Abiuratio secreta” fu richiesta per Christophori Calzuti de Gemona nel 1581, per Petri Minich Germani(1585), per Thome Orlando Anglico(1585), e per Domini Zacharie de Salodio(1584)… "Abiuratio Hortensii”per Mascalii Vicentini e per il Polacco Andree Ferminel 1585 … "Abiuratio Dominici” per De Thomeis Brixiensem(1612).
“De apostasia a catholica fide" fu etichettato Antonium Rodriguez Lusitanum(1598), e “De malefitiis"Stamatam Grecam(1586), e Cherubinum de Cherubinis Veronensem (1595).
Di sicuro per l’Inquisizione non poteva mancare un particolare attenzione e accento circa gli Ebrei, i Moriscos e i Marrani, cioè l’insieme multifaccia “dei perfidi Judeos uccisori del Sancto Christo”: obiettivo storico, quasi parafulmine di diverse epoche. Su di loro s’è sfogata l’acredine di tante macchinazioni Politiche e Religiose. Storicamente Venezia Serenissimaha sempre “buttato e ripreso” a piacimento gli Ebrei: di volta in volta secondo convenienza, quasi con lucida spietatezza accanendosi di volta in volta contro un Popolo reo solo d’esserci, e di saperci fare in fatto d’Economia.
"Querella contra Magistrum Physicum Damianum Hebreum de visitatione infirmos sine licentia"(1512), “Contro Moysem medicum Hebreum"(1612), "Contra Hebreos"(1473)… e “De apostasia" fu l’accusa per Moysem Mascod et Iosephum Mascod Maranos(1608) … e ancora contro gli Ebrei ci fu processo: “Per ratto di fanciulli per loro servizii”(1591).
Il Teologo Veneziano Fra Paolo Sarpi, pugnalato sul Ponte di Santa Fosca a Venezia da un sicario inviato dal Papa di Roma, ha scritto nel 1638 nel suo: “Discorso dell'origine, forma, leggi ed uso dell'Uffizio dell'Inquisizione nella Città e Dominio di Venezia” circa l’origine dell’Inquisizione Veneziana: “Nell'anno 1229, promosso il Doge Jacopo Tiepolo, e facendosi menzione delle pene e dei castighi dati alle varie sorti di delinquenti, l'Eresia non viene nominata. Ma quando ai tempi delle lotte fra Innocenzo IV e l'Imperatore Federico II, gl' italiani si divisero in due partiti (Guelfi e Ghibellini), allora vari cittadini della Marca Trevisana e della Romagna, che nutrivano idee contrarie al Pontefice, per viver tranquilli vennero a stabilirsi in Venezia. Fu allora, che nel 1249 il Governo della Repubblica, onde evitare gli stessi disturbi delle altre città d'Italia, scelse taluni morigerati e prudenti Cattolici, i quali dovevano inquisire gli Eretici, e farli giudicare dal Patriarca di Grado, e dai Vescovi del Dogado di Venezia. Vi fu stabilito altresì, che coloro che erano giudicati Eretici, erano condannati al fuoco, per sentenza del Doge e dei Consiglieri.
Nè può dirsi che ciò fece per consentimento della Chiesa di Roma, mentre invece sappiamo, che questa protestò fortemente contro la Repubblica, per essersi attribuito un potere che non le spettava in affari di Religione. E la Repubblica tenne fermo per quarant'anni, finchè nel 1288, per soddisfare alle istanze di Papa Nicolò IV, si compose in Venezia un Tribunale d'Inquisizione, con tre Giudici, che furono il Vescovo, un Domenicano ed il Nunzio apostolico, i quali però non potevano nè riunirsi, nè processare senza il consenso del Doge, e l'assistenza di tre laici nobili: i Tre Savi all’Eresia. Parimenti in tutti i luoghi dello Stato eranvi i Rettori, che facevano le stesse funzioni de' Savi di Venezia, e vi godevano gli stessi diritti.”
Sapeste quindi quante ne ha fatte l’Inquisizione a Venezia … Ne ricorderò alcune prossimamente.