#unacuriositàvenezianapervolta 314
Noterella simplex: i Guòro dei Carmini
“Eccoeo là … A xè quèa a casa del Moro de Venessia … de Othèo: quèo de a Desdemona … El xè queo sull’angolo de a casa: picà in muro, e vestio da guèra ... El xe el Moro de Shiàspir ...” ha spiegato il Gondoliere ai turisti estatatici abbandonati a sedere nella Gondola del tutto inebriati di Venezia … Il remo stava quasi in magico equilibrio sulla forcola … e la Gondola scivolava in avanti lenta, quasi come dentro a una fiaba.
Niente di più falso … Quello sul Campo dei Carmini non è mai stato il Palazzo dei Nobili Moro, né tantomeno di Cristoforo Moro di Lorenzo, Nobile Veneto ricordato prima dal commediografoGiraldi Cintio negli “Hecatommithi” del 1565, e poi a ruota da William Shakespeare nel suo famoso tragico Othellodel 1604.
L’Otello Moro di Venezia lo era più di cognome che di pelle, ma abitava da tutt’altra parte: in Contrada di San Zàn Degolà(San Giovanni Decollato), poco distante da San Giacomo dell’Orio. Come si usava fra i Nobili Veneziani “in carriera”, venne inviato dalla Serenissima prima come Luogotenente a Cipro nel 1505, e dopo come Capitano di 14 Galee a Candia. Rientrò poi in Laguna “per riferire”, e fu allora che perse la moglie durante il viaggio.
Non sembrò deprimersi molto però per la perdita, tanto è vero che meno di dieci anni dopo si risposò in seconde nozze col “Demonio Bianco”, alias: una delle figlie del NobilissimoDonato da Lezze… Dalle sue vicende sentimentali poi ne venne fuori, forse, la storia della “Desdemona” ?
Quindi niente: Moro ai Carmini, come raccontava il Gondoliere agli abbindolati turisti entusiasti, ma bensì: Guoro ... Quello in Rio dei Carmi è stata Cà Guoro.
Come ricordavo di recente, giù del Ponte dei Carmini sorgeva la splendida Cà dei Foscarini dei Carmini, che su quel Rio e Ponte inscenò a pagamento sia le “Guerre di Pugni e Bastoni”, che le “Corse dei Tori”per allietare i loro gran festoni di Palazzo.
Quello stesso Ponte dei Carmini o dei Foscarini, si chiamava in precedenza: Ponte dei Guori… Ovvio il significato: prima dei Foscarini primeggiavano in Contrada i Nobili Guoro, che con Pietro Guoro si comprarono nel 1502 il Palazzo da uno zio: il Consigliere Luca Civran. Il Palazzo venne poi riattato e quasi rifatto lavorandolo per cinque anni … La statua del 1400 che ancora oggi “guarda” il Canale dei Carmini, tiene, infatti, in mano lo stemma del Casato dei Civranprecedenti proprietari … Il “Ramoso scudo” non c’entra affatto con i trofei di caccia che si dicevano appesi nell’androne del Palazzo, era semplicemente “l’arma araldica” dei Nobili Civran.
I Guoro non hanno di certo brillato nell’Olimpo della Nobiltà Veneziana. Come altri: Honoradi, Greco e Semitecolo, ad esempio, non comparivano affatto fin dall’inizio fra le “Prime Case Grandi” presenti nel Maggior Consiglio nel 1200-1300.
Marcantonio Michiel e Marin Sanudo nei loro “Diari”raccontano una curiosità circa la Cà Guoro dei Carmini: “il22 Marzo 1519 ... Et preseno di retenir il Reverendo Domino Zuan Lando Arzivescovo di Candia, incolpato di monede false, il qual sta ai Carmini in Cha Zivran al Ponte di Guori, et cusì in questa sera, over note, dicto Arzivescovo fo preso, et posto in Caxa di Bernardin di Maschio Capitano di le Prexon … Quantunque corresse fama che gli si fosse ritrovata in casa una botte di monete false, non si diede luogo in Venezia ad ulteriore procedimento contro il medesimo perché el Consiglio di Dieci volse licenza dal Papa per spazzarlo, et parve che el Papa ghe la concedesse, come fu divulgato, et poi alla fine, ad istantia del Cardinal Cornaro suo cugino, revocò la licenza, et volse che li fusse mandato a Roma” ... e bravo l’Arcivescovo di Candia ! … S’è salvato proprio per il rotto della cuffia, la Serenissima stava per fargli “la festa”.
Gli stessi danarosi Nobili Guoro, qualche anno prima: nel 1511, avevano finanziato la costruzione nel chiesone dei Carmini della loro Cappella e Tomba di Famiglia, riconoscibile nella Cappella absidale di destra titolata a San Pietro in memoria proprio di Pietro Guoro... Solo dopo le venne cambiata la dedica imponendole il titolo di Sant’Elena.
Documenti attestano, che per almeno un paio di secoli i Guoro sbaruffarono non poco con la Schola Grande dei Carmini per via di testamenti e case lasciate in Campo Santa Margherita.
Lo stesso Diarista Marin Sanudo ricordava poi nell’estate 1527 fra mille cose curiosissime, che: “… almeno 150 Nobili Veneziani occupano Cariche di Governo in Terraferma, ed altrettanti nei Domini da Mar della Serenissima ... Alle riunioni solite del Senato partecipano solo 180 su 300 membri dei Nobili, col quorum di 70 individui ...Su un totale di 2.700 membri Patrizi eleggibili con quorum di 600 persone, in Maggior Consiglio sono presenti in media 1.000-1.500 Consiglieri che salgono di qualche centinaio solo in occasioni particolari ... Numerosi Nobili stanno abitualmente fuori Città per affari pubblici o privati. Alcuni pur risiedendo in Città non hanno mai messo piede a Palazzo Ducale … Altri: almeno 46, non vi si recano da almeno 20 anni ... I Nobili Veneziani appartengono a 134 Clan diversi, e solo 9 Gruppi Familiari non hanno maschi in età da poter entrare nel Maggior Consiglio ... Alcune Famiglie Piccole o Medie godono di posizione di prestigio perché uno dei loro membri glielo conferisce col successo personale o commerciale, o acquisendo benefici importanti … 30 Clan, cioè il 59% dell’intera Nobiltà Veneziana è costituito ciascuno da oltre 30 membri ... 19 sono le “Case Grandi”: il 45% del Patriziato, con più di 40 individui ciascuna ... La Signoria e i 50 Consiglieri Ducali sono rappresentati dalle Grandi Casate, mentre i Capi dei Quaranta provengono, salvo eccezione, da Famiglie considerate “Piccole” come: i Lippomano, i Bon, i Calbo e i Grioni.
Alcuni Clan che comprendono solo 17 membri ciascuno, raramente presentano le proprie candidature per Incarichi importanti di Stato. Sono i: Baffo, Cocco, Civran, Da Mezzo, Manolesso, Pizzamano, Semitecolo e Viario ... Altri Nobili, invece, vengono eletti solamente con la Carica di Sovraintendenti al Fontego dei Tedeschi, o ad uno dei Tribunali minori di Palazzo Ducale, comparendo raramente nelle liste dei Dieci o del Collegio: Briani, Girardo, Zancani, Nadal e Belegno ...”
Infine Sanudoricordava che fra i 19 Clan Nobiliari Veneziani ormai prossimi ad estinguersi, perché rimasti solo con uno o due rappresentanti in età più che matura:“non più in grado di darsi da fare”… c’erano con i vari:Avonal o Aponal, Balastro, Battaggia, Calergi, Celsi , Caotorta, D’Avanzago o Davanzo, Lolin, Honorati, Ruzzini e Vizzamano o Pizzamano … anche iNobili Guoro dei Carmini.
Ultimissima nota … Cronache Veneziane ricordano ancora, che nel più recente 1729 a Cà Guorodei Carmini venne inaugurato un Teatro, che però con le sue commedie e melodrammi riuscì a rimanere sulle scene del panorama Veneziano solo per tre-sei anni, non di più.