#unacuriositàvenezianapervolta 318
I Della Torre a Venezia, e il Pinzoccheraio di Sant’Agnese sulle Zattere
Provo a farla breve … A Venezia fra i tanti Nobili “grandi e piccoli” c’erano anche i Dalla Torre, cioè i Torriani ... Nobili: “un po’ d’importazione”.
Come tutti i Nobili Veneziani “ne hanno fatte di cotte e di crude: un po’ di tutti i colori”… Diciamo che nel contesto della Storia Veneziana sono stati “significativi e famosi” soprattutto per il loro “darsele di santa ragione e in tutti i modi” con gli altrettanto Nobili Savorgnan: entrambi dediti “Anema et Core” al controllo-dominio delle Terre della Patria del Friuli sottomesse alla Serenissima.
Savorgnan e Dalla Torre non hanno risparmiato colpi nel cercare di scalzarsi e sopravalersi, e le hanno tentate tutte, ma proprio tutte, sotto gli occhi attenti della Serenissima che non ha mai permesso che uno dei due prevalesse sull’altro.
Venezia era furba, lo sapete, e di volta in volta si è premurata elegantemente e diplomaticamente di “dare un colpo al cerchio e uno alla botte” per tenere tutti bassi, buoni e sottomessi ... così che alla fine su tutto e tutti prevalse solo l’interesse dellaSerenissima Repubblica e non dei “particolari”.
Sarebbe secondo me curioso sta qui a raccontare di quanto accadde nella Patria del Friuli quando Savorgnan e Dalla Torre s’azzannarono mille volte fra loro mettendo in piedi di continuo “tàje de armati”… In mezzo ai due contenenti c’era sempre la “gente del Friuli” che non mancava mai di mettersi di volta in volta al servizio dell’uno o dell’altro, sperando sempre d’essere pagati, o di poter approfittare di qualche buon saccheggio o favorevole evento ... In realtà ilPopolo del Friuli odiava apertamente tutti quei Nobili, tanto è vero che appena poteva li scannava con mogli, amanti e figli, e dava fuoco volentieri ai loro palazzi privandoli di tutto: “Si convocavano con campana a martello … Folla furente reclamava a gran voce vendetta, decisa a farla colle proprie mani ... Incontenibile irrefrenabile s'avventava contro i palazzi dove stavano asserragliati i presunti traditori … e si saccheggiava, distruggeva, bruciava ...”
I Nobili erano: “da ognuno odiati, che il popolo in tumulto, in preda a smania omicidia, li vuole morti ... Né c'è pietà pei Della Torre: ucciso il protervo Niccolò, fracassato di botte Isidoro, suo fratello, invano riparato nella casa d'Ascanio Sbroiavacca e quivi scovato mentre, già ferito, giaceva in un letto … trucidato "crudelissime" pure anche un altro Della Torre scoperto nello scantinato della dimora del vicario patriarcale.”
Insorgevano i Contadini contro i castelli: quello dei Della Torre dei Villalta dove si sentiva urlare: "Austria, Austria!" ... Antonio Savorgnanvenne ucciso a Villacco, e tra gli "interfectori"c’era un cugino dei Della Torre: GianEnrico di Spilimbergo, che lo colpì per primo alla testa … Sempre a Villacco, e sempre per mano degli stessi Nobili Friulani Della Torre, il 2 aprile 1518, venne ucciso anche suo figlio naturale Niccolò.
I Dalla Torre o De la Turre, prima d’essere Patrizi Veneti erano stati una nobile famiglia Guelfa di Milano Porta Nuova, che aveva dominato in lungo e in largo la Lombardiae buona parte dell'Italia Settentrionale tra 1100 e 1300. Si dicevano discendenti di Carlo Magno, e con quella scusa-pretesto giunsero a tenere in mano la Signoria di Milano, e vasti territori che arrivavano fino al Canton Ticino con la Contea di Valsassina e il Borgo fortificato di Primaluna, ma curarono grandemente interessi anche a Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Novara, Varese e Vercelli, controllarono Brescia tramite alleanze e intrecci parentali, e si sparsero in diversi rami come Cavalieri, Baroni, Conti, Marchesi, Vescovi, Duchi e Principi in Friuli, Veneto, Romagna, Toscana e Piemonte giungendo fino “ad operare, possedere e governare” in Sicilia.
Non male vero ?
I Della Torre quindi, non potevano non figurare anche nella Laguna Veneziana ... Infatti nel 1405-1408, si diedero parecchio da fare sulla “Piazza di Venezia” mobilizzando certi loro investimenti che avevano fatto nei titoli del Debito Pubblico Veneziano. Investirono quei capitali per acquistare le terre che erano state dei Carraresi, e prima ancora dei Della Scala e Visconti, e poi messe in vendita quando vennero assoggettati dalla Serenissima.
I Della Torre in Laguna fecero anche altro … Un Marco Della Torre fu per ben due volte, nel 1506 e 1510-1511, Guardiano della Cà Grande dei Frari di Venezia: il Convento dei Frati Minori Conventuali forse più potente, ricco e famoso di Venezia … e anche il più chiacchierato dell’epoca … Nell’estate 1549, invece, l’Abate Luigi Dalla Torre venne ucciso da Tristano Savorgnan della storica Famiglia rivale, e venne seppellito sopra la porta del Chiostro dei Frari in un’anonima bara di legno.
Nel 1619 ancora un Tommaso Torre fu Guardian Grando della Scuola Grande dei Carmini: altra grandissima realtà ricca di successo in Città, e in fortissima ascesa in quegli anni ... Era un punto d’arrivo giungere ad occupare a Venezia una Carica del genere, lasciando perdere le Cariche di Stato Superiori riservate in esclusiva a quei Nobili che contavano per davvero.
Si potrebbe continuare ancora a lungo con le vicende dei Della Torre: Lucio della Torre Signore del Castello di Villalta fu famoso per le sue efferatezze e le scorribande esercitate per anni a capo di una banda di bravi e briganti che imperversarono nei territori della Serenissima ... Inviso a tutti, anche alle “basse popolazioni”, già che c’era, uccise anche sua moglie: Eleonora di Madrisio… Finchè Venezia si stancò dell’alterigia e delle angherie di quel “spudorato ometto”, e lo giustiziò a Gradiscail 3 luglio 1723 … Aveva solo 28 anni.
Martino Della Torre detto “il Gigante”, Conte di Valsassina, andò a combattere in TerraSanta al tempo delle Crociate finendo a morire sotto alle mura di Damasco nel 1148 ... Suo nipote Raimondo fu Vescovo di Como, catturato nel 1269 da Corrado Venosta Von Matsch feudatario del Castello di Boffalora in Valchiavenna, ed esposto in una gabbia al pubblico ludibrio a Sondalo in Valtellina. Venne liberato dalle milizie di suo fratello Napo dei Torriani che non ci pensò due volte a radere a suolo il Castello dei Von Matsh ... Poi, sbollita l’ira, i Della Torre si diedero “alla pace” dedicandosi per un poco a fare il Patriarca di Aquileia.
Un altro Della Torre:Paganino, nominato Podestà di Vercellivenne assassinato da una banda diNobili Milanesiaiutati daNobili Pavesiinviati dalMarchese Oberto II Pallavicino. Anche in quell’occasione scese in campoNapo dei Torrianiche sistemò tutti a modo suo decapitando 53 persone fraVercelli, Milano e Trezzo: tutti Nobili della fazione avversa alla sua.
Dicevamo che soprattutto in Friuli sia i Della Torre che i Savorgnan furono a lungo: "castellani e pretendenti … i primi de la Patria", sempre pronti ad essere "capi delle taje Udinesi con 300 cavalli ben in ordine"… "che in Goritia, per quelo tignieva cadauno 1500 fanti"… “poi a Mariano s'unirono 6.000 uomini delle ville assai in puncto … mentre Amaseo agli ordini di Loredan riunì poco più di 2.000 uomini nella maggior parte vilani mal in ordine … servos et homines de masnata a piedi et a cavalo … con falconeti 6 cum li soi polveri … e pastadòri de fosse … sempre pronti a trasformarsi in briganti e ribelli.”… “Troppo viva la discordia tra le loro sette-fazioni contrapposte … S'ingrossavano e fronteggiavano li due partiti: quello degli Strumieri costituito da li castellani quasi tutti, con pochi Macedoni e alcuni plebei, e quello degli Tamberlàni che dalla sua aveano tutti li cittadini, la plebe e la città co alcuni castellani ... Capeggiava i secondi Antonio Savorgnan: ricchissimo, e in grazia del Senato Veneto …”
I Savorgnan muovevano contro i Della Torre accuse terribili: “additato come filoimperiale e traditore: nemico della Repubblica, Giorgio Della Torre era Gran Maestro appresso lo re dei Romani … I Contadini lo accusano de voler mudàr stado"… I Della Torre da parte loro accusavano a loro volta apertamente i Savorgnan: “di sobillare contro i Nobili la feccia cittadina e la bestialità rusticana.”… a Udine si urlava: "Torre, Torre! Viva gli Strumieri !"
Antonio Savorgnan in un’occasione: “accusò d’avventatezza e violenza il più bestial Niccolò Della Torre che con sette dei suoi sorprese l'adolescente Francesco Savorgnan picchiandolo selvaggiamente … L’intero Borgo di Udine rumoreggiò alla notizia, e corse a dar fuoco al Palazzo Della Torre … Solo l’intervento deciso di Antonio Gìustinian ViceLuogotenente del Friuli riuscì ad impedire il peggio … Qualche giorno dopo, ancora Niccolò Della Torre con quindici suoi a cavallo, ingiuriò un gruppo di contadini che secondo lui parteggiavano per i Savorgnan … e nottetempo, s'aggirò fieramente presentandosi armato di fronte al portone del Palazzo d'Antonio Savorgnan.”
E ancora: “Un Della Torre rientrato da Venezia venne assalito in piazza a Malazompicchia da una piccola folla di contadini vociferanti … La sera stessa a Udine, i suoi servi attaccarono briga virilmente con gli uomini dei Savorgnan, che, non paghi d'aver ammazzato Morgante un famèglio dei Della Torre, al grido di "al sacho, al sacho" accorsero in circa 200 fra mechanici, miseri et mendici, et giottoni portandosi di fronte al Palazzo Della Torre ... Dovettero intervenire di nuovo i soldati del Giustinian per costringere tutti a desistere.”
Il Senato Venezianosi scocciò finalmente di tutto quel “rissoso tramestio violento” fra Nobili, perciò convocò il Collegio a Venezia sia Savorgnanche Della Torre… I Savorgnan si presentarono gridando in viso ai Dalla Torre: “Traditori ! ... Rebelli !", e si dovette sciogliere l’assemblea … Il giorno dopo il Doge Leonardo Loredan li convocò di nuovo, e impose ad entrambi di "far subito la paxe et basarse insieme" ... Lo fecero entrambi … altrimenti il Doge era già là: “pronto a far la so parte” ... e sarebbero stati guai di sicuro per tutti e due.
Racconta il Diarista Marin Sanudo:“Nel 1515 il Consiglio dei Dieci condannò a morte do presonieri da quattro anni in carcere, che fono a l'amazar di Domino Alovisio Da la Torre ... In questo zorno in Piazza San Marco i due de Friul, per esser stà quando fo amazà il Dalla Torre, vengono decapitati, squartati e appesi alla forca tutta la notte et fin el dì sequente da sera."
Un altro Ecclesiastico Luigi Della Torre finì assassinato a Venezia nel 1549 con suo cognato Giambattista Colloredo. Autore del misfatto, tanto per cambiare: Tristano Savorgnan, che il Consiglio dei Dieci spedì al bando ... Girolamo Della Torre allora, dismise la tonaca da Ecclesiastico indossata a Roma, sposò Giulia Bembo, e poi con un Colloredo e una ventina di bravi andò ad aggredire per vendetta a Padova: Giovanni e Tristano Savorgnan ... A sua volta venne con sentenza del Consiglio dei Dieci relegato per un decennio a Candia.
Non pareva aver mai fine quel batti e ribatti fra Della Torre e Savorgnan.
Beh … Ci pensò la Serenissima a portare a termine tutta quella complicata e contorta quanto violentissima e aspra storia. Della Torre e Savorgnan furono indotti a presentarsi nel 1568 sotto agli occhi del Publico Notarius Vittorio de Maffei, con diversi testimoni e un ragguardevole numero di Nobili Lagunari: “per il conseguimento di santa pace, e invitati tutti ad uno ad uno ad abbracciarsi, rimossi tutti li odii e le passioni ... L’impegno fu celebrato in forma solenne, e rogato nella chiesa di San Giovanni Battista della Giudecca a Venezia.”
A Venezia nel 1432 intanto, dentro a tutto quel ribollente e sanguinolento contesto Nobiliare, una Franceschina Molin Della Torre moglie, anzi: vedova di Bortolomio Della Torre Zogelièr (gioielliere)Veneziano, mise a disposizione una casa nel Sestiere di Dorsoduro in Contrada di San Vio verso le Zattere, per farne un Ospissioper le Pinzòccare de Sant’Agnese.
Sopra alla porta d'ingresso in Fondamenta Bragadin, c’è ancora murata una lapide con l'indicazione: Pizzocchere di Sant’Agnese, e c’è anche un bassorilievo con lo Stemma in pietra d'Istria dei Nobili Della Torre con la scritta: MVLIERIBVS / PIAE LEGATA / ANNO MCCCCXXXII.
A dirla tutta, già fin dal 1383 esisteva in Contrada di Sant’Agnese un Romitorio di Pinzocchereche raccoglieva 12 donne pie laiche: non legate da voti. Franceschina MolinDella Torre fondò l’Ospizio: “affinchè ospitasse in sette stanze con cucina fino a 14 donne timorate di Dio: donzelle nubili o vedove senza figli.” Ci doveva essere anche un vano presso la corte interna al primo piano del Pizzoccheraio, adibito ad Oratorietto …. Un bel gesto di Madonna Della Torre per le donne anziane e indigenti della Contrada sulle Zattere.
Per testamento la stessa Franceschina nominò Commissari dell’Ospissio i Procuratori “pro tempore” della chiesa di Sant'Agnese, e lasciò in beneficio: cinquantadue campi nei dintorni di Trevignano,nonchè la sua quota di proprietà di uno Squero in Contrada di Sant'Agnese, e gli interessi che fruttavano da un piccolo capitale depositato in Zecca a nome dello stesso Ospizio delle Pinzòcare de Sant’Agnese.
Solo più tarde le donnette Pizòcare si raccolsero in comunità abbracciando le Regole del Terzo Ordine, e vennero quindi dette Terziarie: “Abitarono già in un piccolo Romitaggio ricordato dal Sabellico, contiguo alla chiesa di Sant’Agnese alcune buone donne chiamate Recluse, e con voce Veneziana Romite o pur Pizzocchere, dalle quali poscia ebbe origine l’esemplar Monastero di St Maria Maggiore.”
Eccolo là infatti … Nel 1497 Cattarina Pizocchera di Sant’Agnese chiese e ottenne dal Senato Venezianoil permesso di fondare un Monastero sul terreno appena bonificato degli Arzeri Novi di Sant’Andrea dove finiva Venezia. Lì sorse allora la chiesa e il Convento di Santa Maria Maggiore e San Vincenzo (oggi Penitenziario dopo lo scempio napoleonico). Tradizione di quella remota Contrada Veneziana diceva: che lì c’era ancora per strada un’icona della Vergine donata da un Frate Agostino dei Frari, che era ormai ritenuta da tutti più che miracolosa: “Correva voce poi che un Eremita abitante in quel rimoto angolo della città, avesse veduto più fiate una matrona di grande bellezza passeggiare con un bambino fra le braccia sulla Laguna, e che tale prodigio fosse stato ammirato eziandio da alcuni buoni pescatori dei contorni … Aggiungevasi che il Beato Bernardino da Feltre aveva predetto doversi erigere in questa situazione un convento di Monache Francescane.”
Insomma: a inizio 1500 si mise in piedi Cjèsia e Convento de le Mùneghe de Santa Maria Mazòr in fondo al Sestier de Santa Croxe.
Tre anni dopo, si mise in mezzo anche il Nobile Alvise Malipiero, che offrendo munificenza di denari, permise che il modesto Oratorietto primitivo di tavole fosse trasformato in chiesa e Monastero a imitazione della Basilica di Santa Maria in Laterano di Roma… La chiesa sorta alla fine, tempestata ovunque in ogni angolo dallo stemma dei Malipero, in verità assomiglia pochetto alla grande Basilica Romana ... ma tanto bastava: le cose andarono così ... e nello stesso 1503 su ordine di Papa Alessandro VI le donne provenienti dal Pizzoccheraio di Sant’Agnese sulle Zattere si ridussero come Monache sotto il Serafico Istituto, e rimasero affidate ai Frati Minori fino al 1594, quando furono sottoposte alla giurisdizione dei Patriarchi di Venezia.
Non ci misero molto le Monache ex Pinzocchere a perdere il loro zelo e fervore iniziale, perché solo sette anni dopo: “le Monache di Santa Maria Maggior diedero al mondo, come tante altre, mille fatti scandalosi.” Ancora l’immancabile Diarista Marin Sanudo ricordava puntualmente nell’agosto 1510: “In questi giorni fo ritenuta per il Patriarca con li Avogadori Suor Maria Priola di Santa Maria Major con do altre Monache, le qual se impazavano con un Prete Francesco, stava a San Stae, bel compagnon, et etiam lui ritenuto, hanno confessato uterque quello facevano. Ergo sub specie sanctitatis multa mala fiunt; et fo tolte molte robe in caza di Pre Francesco che deta Suor Maria gel haveva donate, et fo vendute al incanto, e li denari dati alli Procuratori di la chiesa predicta. Of fo condannà P. Franco a X anni in prezon, e Suor Maria confinata in Cypro a pane et acqua, et questo per sententia dil Patriarca, et cussì fu mandada.”
Fine della bella favola delle Cenerentole del Pizzoccheraio delle Zattere trasformate in Principesse a Santa Maria Mazòr.
Dell’amministrazione dell’antico Romitaggio-Pizzoccheraio-Ospizio di Sant’Agnese rimangono ancora ricche tracce in numerose Unità archivistiche risalenti fino al 1823-1954. Ci sono:"Consuntivi, preventivi e bilanci del cessato gestore Balbi-Valier" e "Atti vari, affittanze, assicurazioni del Pio Loco-Pizzoccheraio di Sant’Agnese sulle Zattere."
Esiste ancora la casa che è stata Pizzoccheraio(ritoccata probabilmente nel 1700). Con le vicende rocambolesche Austro-Francesi d’inizio 1800 la proprietà e la gestione è passata di mano in mano finendo in ultimo in quelle della vicina Parrocchia dei Gesuati, che ha continuato a gestire gli ambienti dell’ex Pizzoccheraio, e forse li gestisce tuttora concedendo a piacimento l’uso dell’edificio.
Rimangono ancora in facciata anche le scritte e la lapide con lo stemma dei Della Torre a perenne memoria di quel lontano “gesto Veneziano di carità” di fine 1400.