#unacuriositàvenezianapervolta 347
“Mamma li Turchi !" ... l’Islam ieri e oggi a Venezia insomma.
Le relazioni della Serenissima con l’Europa, il Mediterraneo, l’Asia e
l’Africa sono sempre state intense e fertili, lo sapete meglio di me. E non
solo per via degli scambi politico-commerciali ... Venezia
Serenissima ha
sempre capito che aprirsi recettiva al Mondo sarebbe stata la sua fortuna, e
così è stato ... Il suo è stato un approccio-rapporto non sempre facile,
talvolta aspro e conflittuale, mai scontato, ma che ha dato numerosi “frutti”… Ai Bizantini, ad esempio, Venezia ha rubato
l’autonomia e la Libertà, mentre con i Turchi-Ottomani ha guerreggiato e contrastato, ma anche
mercanteggiato per secoli … I Mercanti Venezianie Turchi
Musulmani anche in
tempo di Guerra e di Epidemie hanno lo stesso navigato i mari, scavalcato i
monti e camminato, viaggiato e incontrato lungo le terre. Il loro è stato un
lungo rapporto di “odio-amore”… Un altro “trucco-abitudine” della nostra antica Venezia Serenissima,
che è stata sempre indomita, mai sazia, incapace di fermarsi e arrendersi, sempre
pronta a tutto e tutti ... Anche rischiando qualcosa del proprio … a volte anche
tutto … e la Storia le ha dato ragione premiandola per secoli.
Queste cose le sapete bene: Venezia Serenissima
è stata non solo una
splendida storica e plurimillenaria realtà, ma anche una realtà cosmopolita e
un modello d’accoglienza.
I Veneziani importavano: spezie, sete, oro, perle, ambre, incensi, legni preziosi, profumi … ma anche idee e persone ... anche Schiavi e Schiave, nonostante qualcuno fatichi ad ammettere ed accettare questa idea. Non è vero che i Cristiani sono sempre stati dei “buoni”, tutti carichi di sani principi, penitenti e poveri, ricolmi di delicatezze e bontà, tutti rivolti al Cielo … Buona parte delle cose belle di Venezia sono state predate malamente in Oriente saccheggiando e spiccando teste ... Piazza San Marco con la sua insigne Basilica sono in buona parte frutto di spietati saccheggi … Anche i Cavalieri Veneziani e i Nobili Cristiani Veneziani sono andati in giro per il Mondo passando a fil di spada, schiavizzando e violentando … Non siamo ingenui e creduloni: diciamo la Storia com’è andata per davvero.
Le donne Tartare e Circasse
erano molto richieste sul Mercato Italiano del 1300: anche su quello Internazionale-Veneziano… Per gli Asiatici la Schiavitù non era cosa insolita, anzi: era un’abitudine
secolare considerata positiva, regolata per di più … Capitava nel vivere di
poter diventare, per un motivo o per l’altro: schiavi ... I Veneziani hanno
preso da loro, oltre che da altri.
Sapete anche bene che a Venezia ci
sono stati quasi da sempre diversi Fondaci e Comunità
Straniere… Famosi più di tutti sono stati il Fondaco dei
Tedeschi, quello dei Persiani, e quello dei Turchi… Non dimentichiamo: il Ghetto degli Ebrei, e i Greci,
gli Armeni, gli Albanesi, i Schiavoni,
i Protestanti Allemanni e tutti gli altri.
Il linguaggio Veneziano è ancora stracolmo
di parole d’origine Arabo-Orientale… Pensate, ad esempio, alla
parola Arsenale. E’ un termine Arabo che indica: “una casa
da lavoro”… Ma ci sono anche altri termini Arabi che abbiamo fatto
nostri: Zecca, cifra, bizzeffe, meschino, e molto altro ancora.
Fin dal 1200 i Veneziani commerciavano e interscambiavano culturalmente e di continuo con Sebaste, Trebisonda, l’Armenia e Tabriz importando cera greggia, pellami, lana, tessuti, tappeti e molto altro ancora. La Cultura Orientale-Turchesca-Musulmana ebbe notevoli influssi anche sulla produzione degli smalti e vetri Veneziani di Murano. Durante le Crociate poi, Venezia conquistò le città costiere di Siria e Palestina, e costruì fondaci a Gerusalemme, Acri, Beirut, Aleppo, Damasco in Siria, e al Cairo e ad Alessandria in Egitto.
Nelle “Haitname o Capitolazioni di Pace” Veneto-Ottomane del
1419, si afferma la reciprocità di trattamento per i sudditi dei due Stati
Veneziano e Turco ... Per i Mercanti provenienti da Costantinopoli-Adrianopoli,
Bastia-Gallipoli, Ragusa, Gianina, Arta e Valona dell’Impero Ottomano
i porti d’accesso tradizionali in Italia erano: Ancona, Fano e Pesaro da dove i Turchi
andavano a mercanteggiare oltre l’Appennino fino in Toscana con Lucca e Firenze,
e poi giù fino a Roma e Napoli. E’ storicamente provato che i Turchi
partecipavano regolarmente alle Fiere di Senigaglia, Ferrara e Mantova, ma fu Venezia ad essere la
loro base commerciale strategica da dove commerciavano in tutto l’Adriatico e
poi verso il resto dell’Europa.
Sembra
che a Venezia inizialmente i Mercanti Turchi e Turcheschi facessero riferimento e
risiedessero soprattutto nei pressi di Palazzo Barbaro nel Sestiere di Cannaregio, per via del
fatto che Marco Antonio Barbaro era
Bailo a Costantinopoli… Poi s’erano sparsi in Città, raggiungendo la
strategica Contrada di San Mattio
dentro l’Emporio di Rialto… Da alcune note storiche sembra che i Turchi
evitassero però di abitare nelle numerose Osterie-Locande di Rialto, di
proprietà e gestione soprattutto delle Monache e dello Stato, perché
considerate ricettacolo d’azzardo, imbrogli e prostituzione. Pare che i Turchi preferissero
servirsi direttamente a domicilio di scelte prostitute fidate: “di provata qualità”.
Il solito Diarista Marin Sanudo ricorda
nei suoi famosi “Diari” che all’inizio
del 1500, quando prese grande avvio e sviluppo il commercio col Levante e i
Turchi, il Palazzo di San Stàe,
futuro Fondaco dei Turchi, prese fuoco venendo restaurato a spese pubbliche.
In quei secoli a Venezia si
studiava: Arabo, Turco, Persiano e Aramaico, ma non solo a scopo
economico-commerciale, ma anche per poter cogliere i significati
Filosofico-Mistico, Matematici, Medici, Botanici e Tecnologi e Teatrali della
Cultura Orientale … A Pera di Costantinopoli presso la sede del
Bailo Veneziano esisteva un’altra Scuola di Lingue Orientali Veneziana… L’Editoria Veneziana ebbe poi un grande ruolo Europeo nella conoscenza,
diffusione e scambio culturale tra Occidente e Oriente. Nel 1505 Aldo
Manuzio provò a interpretare i Geroglifici Egiziani, mentre
lo stesso testo del Corano venne sontuosamente stampato per
la prima volta proprio a Venezia nel 1537-38, da Paganino Paganini,
la cui opera preziosa si può ammirare ancora oggi presso la Biblioteca di
San Francesco della Vigna a Castello.
Che ve ne pare ? … Verso fine
secolo (1572) quando i traffici vennero interrotti per via delle ennesime
ostilità guerresche con gli stessi Turchi, il prezzo della Seta
greggia crollò sul mercato diventando la metà, mentre i carichi di Spezie
rimasero abbandonati e inevasi da qualche parte, prima di provare ad utilizzare
la via alternativa-collegamento con Polonia, Danimarca e Svezia: la “Via
di terra” per Costantinopoli e la Moldavia ... I pochi Mercanti
Turchi rimasti lo stesso attivi a Venezia trovarono ospitalità, ad
esempio: presso i Nobili Gabriel ai Santi Giovanni e Paolo in Calle della
Testa ... Altri Mercanti Levantini andavano a
stare a Rialto: nell’Osteria all’Angelo di Bartolomeo Vendramin,
gestita da Giorgio Lettino come alloggio e deposito. Essendo però
un edificio nell’insieme piccolo, vi facevano capo però solo Mercanti
Mussulmani Bossinesi e Albanesi, mentre gli altri si arrangiavano in
giro, a volte trovando ospitalità, anche se era proibito, presso i Sensali
Veneziani con i quali spartivano traffici e affari ... Nel Sestiere di
Dorsoduro, ancora oggi, in Contrada di San Barnaba-San Trovaso,
collegata con la Calla Larga San Barnaba, c’è oltre il ponte la Calle
de le Turchette, che probabilmente indicava un’altra piccola enclave abitata
dai Turchi a Venezia.
Chi saranno state, e che cosa avranno fatto quelle donnette Turchette in Laguna ?
E poi ogni anno c’era a Venezia il Carnevale con le sue spettacolari Feste e le Cacce al Toro sparse in giro per le Contrade … Il Giovedì Grasso in Piazza San Marco si organizzavano: “le Forze d’Ercole”, “la Morèsca”, “la Lotta”, e “El svolo del Turco” davanti agli entusiasti Doge, Signoria, Nobili e Popolo dei Veneziani … I Veneziani sapevano bene come divertirsi e spassarsela … Un Turco funambolico saliva fin sul Campanile di San Marco da una barca ancorata nel Bacino, e spargeva poi sui Veneziani stipati in Piazza: confetti e fiori offrendone un bel mazzo al Doge … In cambio il Serenissimo gli offriva: “un buon borsòtto con la mancia”… Secoli dopo quel “tradizionale trasvòlo” a base di corde e carrucole è stato trasformato nel “Volo della Colombina”, e poi nel “Volo dell’Angelo”… Dal 1563, invece, un Turco in carne ed ossa: Alì Assam della Contrada di San Lunardo di Cannaregio, abbandonò le solite corde e le carrucole camminando in equilibrio direttamente sulle funi aiutandosi con un bilanciere. L’anno seguente lo stesso Turco per le sue magiche acrobazie si guadagnò mille ducati sonanti dalla Compagnia della Calza degli Accesi: grandi amanti di estrosità e feste ... In seguito, “durante un Carnovale”: capitò anche che un certo Marco da San Nicolò, arrivato circa a metà dell’aereo percorso, cadde schiantandosi sul suolo della Piazzetta.
Fu
un Carnevale tristo quell’anno …
Nel 1499 ancora, i Turchi divennero uno spauracchio spaventoso per molti Veneziani. Disfatta nelle acque di Modone la Flotta Veneziana guidata dal Generalissimo da Mar: il Nobile Antonio Grimani, i Turchi infrancati: “corsero con alcuni di soi squadroni per gran parte del Friuli spingendosi oltre il Tagliamento, ogni cosa devastando e incendiando. E tanto era il terrore del loro nome e delle crudeltà commesse … vere o finte che fossero … che la Terraferma intera ne era tutta spaventata e in allarme giorno e notte.”
Il
10 ottobre si sparse ovunque e fino a Venezia la voce incontrollata: “che
migliaia di Turchi erano descenduti a Bassano amazzando li homeni et forzando
donne et pute.”
Immaginate
il timore e lo sconforto in tutto il Dominio Veneziano e in Laguna: “et
chi poteva fuzir, fuzivano”.
A
Padova ormai non considerata più sicura, confluì molta gente
dalla campagna cercando aiuto, e raccontando cose raccapriccianti sui Turchi.
In Piazza davanti al Palazzo del Podestà si radunò una gran folla
impaurita, e inutilmente i Rettori Ser Marco Bolani e
Sèr Luca Zen cercarono di calmare gli animi. Si diceva in giro “che
i Turchi pareano diavoli, et portavano lo inferno brusando tutto”, e
che dopo Bassano stavano raggiungendo Castelfranco,
Cittadella e Camposampiero. Si sarebbe dovuto trovare scampo in
Laguna: “con cavalli e carrette giù per la strada postale, o con barche lungo
il Brenta fino a Fusina, e poi a Venezia”… C’era gente che aveva anticipato
anche dieci ducati per poter scampare dal pericolo ... Il Consiglio
dei Dieci della Serenissima inviò allora alcuni Esploratori,
Camerlenghi e Corrieri a Padova, Castelfranco e Cittadella per valutare dal
vivo la situazione ... Non si trovò alcuna traccia dei Turchi … C’erano solo pochi
Fanti Spagnoli che aizzavano e spaventavano la gente sollevandoli
contro la Serenissima ... Si giunse perfino ad emettere un bando con taglia di
500 ducati contro gli anonimi iniqui propagatori di false notizie che
spaventavano inutilmente le Popolazioni Venete.
I Turchi per davvero erano entrati nell’Udinese: “dove havevano brusato centotrenta ville” e sparso terrore, tanto che Sèr Andrea Zantani Provveditore degli Stradiotti, si era barricato dentro a Palmanova rifiutandosi di uscire a combatterli: “Non vojo farme amazar da quei cani“ sembrò aver detto ... La Serenissima lo convocò subito a Venezia mettendolo in prigione ... Solo il fatto che era Nobile, e l’abilità del suo Avvocato lo salvarono al processo. Venne comunque rimosso da Palmanova, relegato a Padova, ed escluso da ogni carica pubblica della Serenissima ... A fine ottobre un certo Jseppo da Bassano si presentò davanti al Consiglio dei Dieci esigendo la taglia promessa dal bando. Raccontò che era stato: “el fiol di Sièr Vetor Soranzo: un povero scemo, qual sentido parlar di Turchi li credete vèdar, e si partite da Bassano et fe’ tanto rumor da empir la Terra”. Il Segretario del Consiglio dei Dieci, trattandosi quindi dell’operato di un povero demente non lo denunciò, ma anche non pagò la taglia al contadino, e piano piano passò anche “l’orrida paura dei Turchi”.
Quel tristo episodio venne, infatti, surclassato a fine gennaio 1514 da un altro. Mentre quasi tutti i Grandi d’Italia e d’Europa s’erano coagulati contro Venezia, in quello stesso anno morì il Sultano Baiezid storico nemico della Serenissima. Il figlio Selim suo successore mandò subito un’Ambasciata in Laguna dal Doge Leonardo Loredan per annunciargli che avrebbe preso lui il potere di quella fetta del Mondo che contava … Fu così che: “Alì Bei, Dragomanno, confidente, e Orator del Turco giunse a Chioggia con altri venti Turchi a bordo di una fusta e di un brigantino.”… La Signoria Serenissima gli mandò incontro i Peatòni Ducali con a bordo venti Nobili guidati da Polo Valaresso incaricato di accoglierlo ... Giunto a Venezia il corteo si recò “a la Zueca dove smontòe a Cà Malipiero in Fondamenta San Giacomo: et che li era sta preparado con gran lusso per l’Oficio di le Rason Vechie.”
Il primo
di febbraio seguente, Messer Alì vestito “in
drappo d’oro” venne ricevuto dal Doge, dalla Signoria, e da quaranta
Nobili Patrizi. I Turchi offrirono: “quindise peze di panno d’oro,
cremesin, turchesco, paonazo et altri colori, diese peze de panno de seda et
tre peze de zambeloti fini scarlate e negre … e una fazuol rosso con oro
turchesco. et un tapedo grando et bello.”
Il Turco,
anche se sapeva parlare l’Italiano con disinvoltura, fece un bel discorso in
Arabo tradotto dall’interprete … Parlò di Concordia, Amicizia e Pace, e alla
fine i Nobili Veneziani si spartirono tutti i doni del Turco, e
si stabilì di spendere 30 ducati al giorno per mantenerlo a Venezia col suo
seguito inviando di continuo a Palazzo Malipiero: pesce, carne, farina,
frutta, dolci, vino e olio ... Per giorni l’Ambasciatore visitò quasi tutta
Venezia accompagnato dal Nobile Piero Giustinian, fratello di
Zuane Bailo a Costantinopoli … Fece colazione all’Arsenale, pranzò a Palazzo
Ducale, e cenò di volta in volta nelle case dei Nobili più illustri ... Un
giorno il Turco espresse ai Nobili il desiderio di voler comprare:“un
diamante pontà per ducati mille, un rubin bello, alcuni panni di seda, do
orinali de crestallo per il gran Bassà et altre cose”… Ser Polo Valaresso allora
andò a riferire tutto in Collegio, così che due giorni dopo la Signoria fece
trovare all’Ambasciatore Turco tutte le cose che desiderava nella sua stanza
... Il Consiglio dei Dieci gli regalò inoltre: “tre
vesti, et uno bazil d’arzento con ducati cinquecento”. L’Ambasciatore
ringraziò il Doge e la Serenissima affermando in schietto Italiano: “che
il suo Signor vol aiutar questo Stado, et non lo lasserà perir.” … Bontà
sua … Infine, alla fine di febbraio ripartì da Venezia sulla Galea Trona
diretto a Ragusa, lasciando a Venezia un buon ricordo … e la sua costosissima spesa.
Comunque in quell’occasione Venezia e la Porta Ottomana sembrarono essersi rappacificati e riavvicinati … Senonchè, qualche anno dopo, nel 1526, accadde in Laguna un altro truce episodio. Alcuni intraprendenti quanto incoscienti Turchi sbarcarono sul Lido di Malamocco e di Venezia. La Serenissima in quel momento era impregnata nella Guerra di Terraferma, e per questo forse aveva smesso di vigilare a sufficienza sull’Adriatico contando sulla Pace col Turco promossa dal Doge Andrea Gritti e da suo figlio Luigi nato a Costantinopoli.
La sorpresa quindi fu grande a Venezia quando i Turchi assalirono Malamocco… Ma i fatti era fatti: all’alba del 10 luglio due fuste Turche erano entrate in Laguna, e alcuni soldati Turchi ne avevano commesse di tutti i colori: entrando nelle case, saccheggiando, dicendo di voler ammazzare tutti, violentando alcune donne, e trucidando due Pescatori …. A metà mattina alcuni fuggiti in barca da Malamocco si erano presentati davanti al Doge e alla Signoria per chiedere aiuto e riassumere l’accaduto … I Turchi avevano anche intaccato il Palazzo del Podestà Marco Gradenigo, e portato sulla Piazza Maggiore di Malamocco cibo e botti di vino con le quali s’erano messi a banchettare e ubriacarsi ... Il Consiglio dei Dieci non perse tempo. Diede subito ordine di armare alcune barche, che raggiunsero immediatamente Malamocco ... Alcuni Turchi vennero immediatamente presi e impiccati ... I rimanti fuggiti via sulle due navi vennero inseguiti per tre giorni fino a Pola, dove vennero raggiunti, e si affondarono le fuste con i Turchi dentro ... Fine della storia dei Turchi “che invasero” Venezia e Malamocco.
Nel 1571 avvenne la “grande rivincita” della Serenissima sul Turco: la famosa Vittoria di Lepanto... A metà autunno, verso sera,la Galea Veneziana “Angelo Gabrielle” guidata da Giuffredo Giustinian entrò in Laguna diretta al Bacino di San Marco. Trascinava dietro sull’acqua molte bandiere predate ai Turchi portando l’annuncio della loro sconfitta ... Figuratevi i Veneziani ! … “Xè morto el Turco !” gridavano ovunque, e tutti accorsero in Piazza San Marco chiudendo case, Osterie e botteghe … Si spararono cannonate a salve, e le campane di tutte le chiese Veneziane grandi e piccole non smisero di suonare a distesa e Festa fino a notte inoltrata ... Dentro a un’immane folla di Veneziani che si abbracciavano esultanti, il Doge e la Signoria con i Nobili scesero nella Basilica Dogale di San Marco, e s’incominciò a cantare solennissimi Inni di Ringraziamento: “cantando Messe gròsse con grande orchestra e speciali illuminazioni”. Per l’occasione vennero rimessi in libertà diversi carcerati, mentre i Turchi-Islamici presenti a Venezia dovettero correre a barricarsi per giorni in casa: “timorosi per il dubbio che havessero di essere lapidati dai putti, facendo mille segni di mestitia col rotolarsi per terra, battersi il petto, pelarsi li mustacchi et graffiarsi il viso.”
Si
proclamarono in Laguna quattro giorni di celebrazioni e feste decretando “Festivo”
il giorno di Santa Giustina in cui era giunto l’annuncio della
Vittoria ... Si dedicò alla Santa la Basilica e l’Abbazia Padovana in Prà
della Valle… Si pose una statua di Santa Giustina sopra alla Porta
dell’Arsenale a Venezia … Il Nobile Paolo Paruta commemorò
i Veneziani caduti ... Narrano le Cronache Veneziane che i Mercanti
di panno di Rialto addobbarono case, strade e botteghe con panni
scarlatti, festoni di fiori, e quadri stendendo un immenso panno azzurro
ricoperto di stelle d’oro dal Ponte di Rialto fino alla Ruga de li Oresi
... Nel centro della Piazzetta di San Giacometto di Rialto tutta “vestita
a festa”, si fece un gran mucchio con armi, trofei e bandiere prese ai Turchi,
e si incollarono in giro vignette e cartelli di Turchi mozzati, bruciati e
vinti ... I ragazzini Veneziani impazzavano per le strade con tamburelli e
bandiere, e si mise in piedi anche un apposito altarolo a San Giacometto, dove
non si smise di celebrare particolari funzioni, e da dove partivano e tornavano
festose processioni che andavano per tutta la Contrada accompagnate dai Cantori
e Musici della Cappella Ducale di San Marco ... I rari Turchi che
osavano mettere il naso in giro venivano bersagliati impietosamente con frutta,
uova marce, verdura e spazzatura, e un “Balbi matto” insieme
ad alcuni facinorosi, circondò le case dei Turchi in Contrada di San
Mattiodi Rialto gridando: “Demo fogo ai Turchi
cani !” ... Di rimando un Turco Alì Saddo per
stemperare e smorzare gli animi agitati, rispose offrendo biscotti, confetti,
noci, e “scalette e bagattini” ... e per fortuna tutto finì bene,
con le grida minacciose che si trasformarono in gioiose gridando: “Viva
li Turchi de Venezia!” … Fine anche di questa vicenda.
Qualche anno dopo, sempre a Venezia: c’era un Francesco di Dimitri Litino, un Greco Mercante in Levante, che brontolava dicendo che era meglio tenere ben guardati e segregati i Turchi con i loro Mercanti in Laguna, perché era palese che erano causa di molti mali ... Secondo lui: non solo praticavano tariffe esose e maneggi commerciali, ma erano anche scostumati, scandalosi, privi di Regole, e andavano contro la Religione ... Era meglio rinchiuderli, e sorvegliarli … Soprattutto di notte, tenendoli ben chiusi in un Ghetto come gli Ebrei.
Forse fu un caso o una coincidenza, ma sta di fatto che nel successivo 1579, la Serenissima scelse una grande casa presso i Santi Giovanni e Paolo dove concentrare i Turchi … Si approvò poi l’idea del Nobile Bortolo Vendramin, che voleva mettere a disposizione una sua casa comoda e separata a Rialto: l’Osteria-Locanda “all’Insegna dell’Angelo” in Contrada di San Mattio… La Serenissima gli disse che avrebbe potuto riconvertire la casa in Osteria se i Turchi se ne fossero andati via da Venezia ... Giambattista Bosello, invece, parlava della necessità di realizzare un apposito Fondaco da destinare ai Mercanti Turchi e Turcheschi.
Solo nel 1620 però, pressappoco negli anni della Pestilenza a Venezia
col Voto della Madonna della Salute, si pensò di
destinare ai Turchi con le loro merci il gran Palazzo in Contrada di San Stàedi
proprietà del Doge Antonio Priuli. Si appaltò allora l’ospitalità dei Turchi al
Dimitri
mettendo suo figlio Giovanbattista come Direttore del Fondaco … Poi si
stabilirono tariffe per ogni camera considerandone la grandezza, il numero dei
letti, e la provenienza e il giro d’affari dei Turchi
distinguendoli fra: Asiatici, Zamberlottieri, Bossinesi e Albanesi ... L’Architetto Veneziano Bernardo Macaruzzi progettò e adattò
gli interni del Fondaco ricavandone diverse camere numerate, soppalcate e con
camino disposte su tre pianiraggiungibili
tramite scale esterne di legno ... Ricavò anche una piccola Moschea: “In una stanza più grande
a Levante sul cortile”, e alcuni bagni
con povere vasche di legno a pianoterra, dove c’era anche una serie di
magazzini per le merci e il commercio: “Il tutto era miserrimo, piccolo e
stretto, la Moschea: squallida, senza Cattedra, e con alquante sentenze del
Corano scritte sui muri.”
Si volle poi legare a delle Regole ben precise l’uso del Fondaco. Ogni Ottomano-Musulmano presente in Laguna: doveva risiedere là obbligatoriamente … Il Fondaco aveva l’obbligo quotidiano di compilare e consegnare alla Serenissima la lista di chi veniva ospitato. I Turchi non potevano essere ospitati in Osterie, Locande, Ospizi ed Ostelli, nè in singole case, né tantomeno potevano girare liberamente di notte per Venezia, se non con apposito permesso … Non potevano entrare nel Fondaco neanche i 33 Sensèri o Messètti(intermediari commerciali) Veneziani, né Tessitori o produttori e venditori di panni. Solo a Rialto si poteva vendere e comprare scambiando: “a tempo, a baratto e a contanti” … Era vietato inoltre a donne e a giovanetti imberbi accedere al Fondaco … intuite perchè … Era inoltre proibito introdurvi armi e polvere da sparo, si pagava “una tassa di deposito” per ogni balla di Mercanzia ospitata … Per maggior controllo e la sicurezza di tutti: si murarono porte e finestre che davano su Calli e Canali vicini, lasciando aperta solo la Porta d’Acqua del Palazzo, e l’entrata principale che dava sulla Salizada del Traghetto ... Negli anni seguenti il Fondaco dei Turchi: “dentro al quale si potevano esprimere e comportare alla loro maniera”, divenne sede di scambi e incontri ospitando Imperatori, Ambasciatori, Principi e personaggi illustri ... Erano tutte occasioni di grandi feste con festoni, balli, Musica, intrattenimenti e grandi mangiate e bevute … Non mancavano mai varie donnette e affini nonostante i divieti, come raccontano puntuali le Cronache Veneziane. Nel Fondaco dei Turchi si creò un ambiente tipico in tutto simile alle fortunate e splendide Cà Nobiliari dei Mercanti Nobili Veneziani.
Nel 1622 i Cinque Savi alla Mercandia ordinarono perentoriamente: “Nessuno ardisca offender, molestar, ingiuriar, usar violenza e in altro modo inquietar con fatti o con parole si de giorno come de notte i Turchi abitanti nel Fontego.”… Sei anni dopo c’erano46 Mercanti Turchi, Turcheschi e Persiani ospitati separatamente nel Fondaco, che con apposito atto notarile nominarono un Fattore per tutelare i loro interessi davanti alla Repubblica.
Dal 1661
i Mercanti Persiani insofferenti delle ristrettezze del Fondaco abbandonano
Venezia, mentre gli altri continuarono con le loro transizione commerciali
trattando: seta, oro e manufatti Orientali ... Piano piano i Turchi d.o.c.
vennero via via sostituiti da “una fècia di nuovi Turchi” provenienti
da Scutari, Dulcigno e Balcanici, che insieme ai commerci
introdussero a Venezia il contrabbando del Tabacco, del Caffè e di altri generi
eludendo spesso i controlli e le esazioni fiscali:“pronti anche a menàr
le mani se fosse stato secondo loro il caso.”
E trascorsero così ancora anni e secoli… Nel 1719 una “terminazione Veneziana” stabiliva che: “Le navi Turche devono stare a Rodolo, lontano dalle rive, senza poter metter ponte in terra, dovendo il loro sito esser quello dal ponte in faccia all’Arsenale sino in faccia al Portòn de San Zaccaria ... Le merci degli Orientali vengono portate dai piacenti direttamente nel Fondaco dei Turchi onde evitare contrabbandi …”
In quegli stessi anni, Marietta Formentello con altre due o tre donne della stessa Contrada de San Zan Degolà, entrava spesso nel Fondaco dei Turchi quando scendeva la sera uscendone quasi sempre “al primo suono della campana di San Degolà del mattino seguente” ... Alla fine i Cinque Savi alla Mercanzia che supervisionavano il Fondaco e tuto il “traffico di Levante”, le condannarono a sei mesi di prigione, e a dodici tratti di corda ciascuna: “per avere ardito mescolarsi con i Turchi del Fondaco”, che a loro volta vennero multati di cento ducati d’oro.
Nel
1720, quando il Mercante Ahmed-Siddi da Scutari risiedeva nel
Fondaco dei Turchi con una delle sue belle mogli, il giovane Nobile Piero
Morosini della Contrada di San Zàn Lateran: uno dei Savi alla
Mercanzia che sorvegliava il Fontego, se ne invaghì perdutamente
corrisposto dalla donna ... Forse a causa della soffiata di Sara:
una vecchia Ebrea Lavandèra e Massèra della Contrada di
San Zan Degolà, che tramestava spesso fra i due, il Mercante venne a scoprire
l’intreccio sentimentale della moglie col Nobile ... A metà estate, sorpresi i
due in una stanza del primo cortile a pianterreno, il Turco perse il controllo:
uccise la donna con una pugnalata, buttò il Nobile Veneziano nel Rio del
Megio, e scappò da Venezia ... Il Nobile si salvò, ma venne destituito dall’incarico
di Savio alla Mercanzia, ed escluso per dieci anni da qualsiasi altro Ufficio
della Repubblica ... Si cercò anche il cadavere della donna uccisa,
s’interrogarono gli abitanti del Fontego, si perquisì tutto senza trovare
nulla ... Silenzio e mistero avvolsero ogni cosa fino al 1860, quando si
restaurò il Fontego malandato saggiandone le fondamenta con l’Ingegnere Federico
Berchet, e si rinvenne in un angolo del primo cortile: lo scheletro della
donna-moglie del Mercante Ahmed-Siddi da Scutari uccisa nel
1720 ... Stava ancora avvolta in un prezioso drappo ormai consumato, ed aveva
ancora al braccio un braccialetto d’argento con inciso un verso del Corano.
Il resto del 1700 al Fondaco dei Turchiè segnato da una serie di storie d’intrallazzi fra Senseri Veneziani e Turchi. Ogni tanto ne veniva espulso qualcuno per via di qualche bugiardata interessata negli affari … Il tutto continuò fino al 1838, cioè ben dopo lo strapazzo napoleonico che travolse l’intera Laguna e la Serenissima … In quell’anno, l'imprenditore-appaltatore Antonio Busetto detto Petich acquistò il Fontego dei Turchi dal Conte Leonardo Manin Legatario di Pietro dei Nobili Pesaro, a cui era tornata la proprietà del Fondaco nel lontano 1648.
Dentro alFontego rimase
l’ultimo Turco: Saddo Drisdi o Said-el-Drusi, che venne
invitato ad andarsene ... Doveva essere un bel tipo quel Turco, o
perlomeno un personaggio singolare, perché non volle andarsene dal Fondaco insieme
agli ultimi Turchi dediti al commercio della lana grezza. I Mercanti Turchi
passarono il commercio ai Bosniaci, e se ne andarono dalla Laguna per sempre ...
Gli ultimi Turchi Veneziani rimasero a lungo impressi nella
Pubblica Memoria dei Veneziani: venivano ricordati seduti al Caffè Pignatta
di Piazza di San Marco avvolti nel loro turbante bianco, con le zimarre
rosse, le lunghe pipe, e il rosario da snocciolare in mano.
Saddo
Drisdi: “l’ultimo Turco a Venezia”,
era un uomo di una certa cultura, depositario irremovibile del vecchio modo
d’atteggiarsi Turco-Islamico. Rispettava le scadenze dei Riti, portava la testa
fasciata dal turbante bianco, e indossava la tunica lunga divenuta ormai: “una
vecchia zimarra”… Saddo rifiutò l’invito ad abbandonare il Fontego
spiegando che era suo diritto personale, e della sua Nazione, e della sua
Religione di occupare il luogo “tutto Musulmano” del Fondaco dei
Turchi ... Il Magistrato Girolamo Dandolo provò a smuoverlo senza
successo da quelle convinzioni, e ogni volta che appena gli accennava il fatto
di dover andarsene, pur rimanendo in Città se voleva, Saddo si
agitava e andava in escandescenze dicendo: “Fontego esser stato prima de
Duca di Ferrara, po de Priuli, po de Pesaro, po de Manin ... Ma San Marco aver
dato Fontego per casa de Turchi, e mi voler star in Fontego.”
Poi un bel giorno Saddo scomparve per sempre e del tutto da Venezia: s’era arreso … e si raccontò che finalmente era partito perchè non poteva più sopportare quella grande ingiustizia che Venezia aveva fatto contro i Turchi.
Oggi … sono trascorsi altri due secoli ormai.
A Venezia e in Laguna accanto ai Cristiani Cattolici tradizionali e affini, ai Cristiani Ortodossi con smanie faraoniche, e agli Ebrei presenti da sempre fra le nostre Contrade, ci sono ancora gli Islamici, cioè: i Maomettani di un tempo.
Ci sono eccome, sparsi e insediati ovunque fra noi: “I dati parla cjàro … I Musulmani xè ancora qua … Anche se i sta un fià de bàndo … quasi in cantòn … Xè ancora come al tempo de a Serenissima, no xè cambià tanto e ròbe … Quelli del Profeta e del Corano i xè qua un fià in disparte: soprattutto messi da parte dalla mente de più de qualchedun … anzi: de tanti ... e no saria giusto … I Islamici no xèbanalmente solo Burqa, e carne de maiale da evitare, né i xè solo prostrazion fin par tèra, e recitar i versi del Corano al posto de quelli della Bibbia che usèmo noàltri … Gli Islamici gha altri Proverbi, un’altra Cultura, un’altra Sapienza differente dalla nostra Veneta … un altro modo de vèder e intender la Vita, i fatti e le cose ... Mefa un fià rider quando i “nostràni” de stampo Cattolico e conservatore, i banalizzava e critica l’inutilità de tutte le prostrazioni islamiche, e del chinarsi verso la Mecca … Rido perché noàltri Cristiani sèmo come lòri, anzi: sèmo pèso ... Se ti va ad osservare i Monaci Greci dell’Athos: baluardo mondiale della Cristianità, l’unica Teocrazia al Mondo rimasta …. Ti scoprirà che ogni Monaco che se rispetta fa ogni giorno almanco un migliaio de “metanoie”, cioè d’inchini, cioè de prostrazioni fin par tèra pronunciando “el nome de Dio”, o frasi del Vangelo o della Bibbia … Che ignoranti che sèmo ! … Gira e volta: sèmo precisi … Cambia solo l’espressiòn esterna dei Credenti … Gira e volta: sèmo tutti uguali … Perché scagliarse tanto stupidamente contro apparenze futili e secondarie ? … Bisogna lassàr a tutti: libera scelta … Sèmo mechini a volte … Rischièmo sempre de buttar via co l’acqua sporca, anche el bambin vivo che ghe xè dentro ... Sèmo miopi a volte e più che spesso: màssa pieni de pregiudizi, e criticoni delle Storia degli Altri ... Sèmo limitai ... Egoisti: no savèmo andàr da nessuna parte ... Manchèmo de rispetto ... No savèmo accogliere stàltri.”
Quanta
verità nelle parole di questo Veneziano ormai di ieri.
“Ghe xè parfin in giro chi arriva a minacciar gesti inconsulti e morte a chi pratica riti diversi dalla nostra tradizion … Che ridicoli ! … Zènte ottusa e col paraòcci … Proprio meschina ...indrio ! … Rinneghemo anche le grandi aperture e accoglienze che gha savuo far a nostra Serenissima un tempo … Venessia xè sempre stàda un Porto Aperto de Mar e de Tèra capace de aprirse a tutti pur fasèndo i so interessi … Dovarèssimo imparàr da la Storia.”
Accanto a queste parole, ci sono però alcune notizie confortanti … A fine Ramadàn c’erano 1.500 fedeli a pregare al Parco Piraghetto di Mestre, mentre ce n’erano molti di più alla Festa al Parco di San Giuliano. Si trattava della Festa dell'interruzione dello stessoMese Sacro dei Musulmani di Mestre: “L’Islam oggi si è espanso ed evoluto, e sta ancora continuando a riempire l’esistenza e il sentimento di tante persone anche qui nelle nostre terre … Non ci sono più in Laguna: i “Mamma li Turchi !” di un tempo, con tutto ciò che significavano. Ci sono però ancora qua gli Islamici di oggi, che vivono con noi … Risiedono a Mestre, Marghera, Venezia, in tutto il Veneto … in tutta l’Italia e l’Europa in realtà … Sono presenti con le loro Sale-Moschee, con i loro Centri Culturali, le Feste, e le loro particolari preghiere … C’è anche qualche minareto sparso qua e là, a Marghera hanno anche il Cimitero … Certo sono diversi rispetto a una volta, ma la Cultura Islamica gira e volta: è sempre la stessa, e può convivere benissimo con la nostra ... Di solito prima della preghiera i fedeli Islamici pagano una somma di qualche euro, che viene usata per aiutare chi ha bisogno … Anche in questo ci assomigliano … Ho sentito che l'Associazione Veneziana Albergatori ha da tempo raggiunto un accordo con l'Halal Italia lanciando l’idea di una rete di alberghi certificati per ospitare adeguatamente i Turisti Musulmani … Si tratta di un turismo "Muslim Friendly" senza alcolici nei frigobar delle stanze, con segnate le indicazioni della direzione della Mecca, i tappetini per la preghiera, ed altre facilitazioni. Un Centro Culturale Islamico significa anche attività di doposcuola e di studio delle lingue oltre che di cose inerenti alla Religione. E’ anche un punto d’informazione per immigrati, oltre che sala di preghiera collettiva ... Può essere un’occasione per rilanciare un intero Quartiere.”
Diverse volte sono giunti messaggi positivi dai Centri Culturali Islamici di Marghera, Mestre, San Donà, Piove di Sacco, Treviso e Spinea: “Le violenze targate Isis vanno esorcizzate: sono assassini con licenza di uccidere in nome dell'Islam … Nella chiesa della Resurrezione di Marghera si sono tenute prove di duttilità, accoglienza e condivisione fra Imam, Parroco e Fedeli di professioni religiose diverse ... Il Libro Sacro di Maometto trasmette messaggi di Pace e Amore tanto quanto il Vangelo e la Bibbia … Sarebbe bello che entrambi fossero diffusi tra i giovani fedeli spesso annoiati e senza un perché … Bisogna accantonate certe distorsioni che spesso passano attraverso internet e i Social: generano confusione … La corretta conoscenza dell’Islam e del vero Corano portano sempre e solo alla Pace ... Tutta questa paura indotta del Terrorismo estremista non ha alcun fondamento nell’Islam vero … E’ il terrore che vuole dividerci, ma noi sogniamo di vederci tutti uniti insieme (
Certo … La presenza Islamica è stata a volte complicata per non dire conflittuale, o perlomeno non scontata … Qualche volta: direi sofferta. Leggevo dell’ottobre 2028: “La Comunità Islamica Veneziana di 25.000 residenti Musulmani è ancora senza moschea”aggio 2023, invece: “La Comunità Bengalese di Mestre è di 40.000 Musulmani su 250.000 residenti in questo Comune …Ciò vuol dire che un cittadino su cinque è di Fede Musulmana … Di questi: i Bengalesi sono ormai 12.000, e mediamente generano 300 figli l’anno ... Questa immigrazione non è più di passaggio, si è stabilizzata, ha scelto questa Città come casa, luogo dove crescere i figli, dove venire sepolta …Ci serve un posto dove pregare, non possiamo più pregare in scantinati e garage ... Servirebbe una Moschea, un Centro Culturale conuno spazio idoneo e ufficiale, o perlomeno dei locali in Città perché la maggior parte dei Bengalesi che non ha la patente, e quindi deve spostarsi con i mezzi pubblici, in bici o a piedi … Inoltre ci sono tanti turisti di fede Musulmana che vengono a visitare Venezia, e ci contattano per sapere dove trovare una Moschea ... Si tratta insomma di un'istanza civile, che arriva da una parte sempre più rilevante della Popolazione e di nuovi Cittadini.”
Va ammessa e
messa in conto a volte, o più che spesso, una certa insensibilità non del tutto
giustificabile delle Amministrazioni Pubbliche e Politiche, l’eccesso di questioni burocratiche legate alle banche, al cambio di
destinazione d'uso degli edifici, l’agibilità, le condizioni igieniche, e la
sicurezza dei luoghi … Tutte cose sacrosante, anche se qualche volta vengono
vissute in modo troppo esasperato e inutilmente pressante.
Pure i residenti “nostrani” non esternano il massimo della sensibilità e dell’accoglienza.
Più di qualche volta sono loro stessi a inscenare attriti prolungati, raccolte di firme, ed estenuanti ansie ingigantite motivate da cose come l’iperafflusso delle
persone nei luoghi della preghiera collettiva, o per via del rumore: “Il
venerdì non è domenica con le funzioni in chiesa ... Con tali concentrazioni di
persone si provoca ulteriore degrado nei quartieri … Di recente ho sentito più
di 1.500 Bengalesi a Mestre gridare: "Free Palestine !" ... Mi hanno messo
ansia e un po’ di paura ... Si dovrebbe allertare le Forze dell’Ordine: quei Centri
Islamici rischiano di scoppiare.”
2015 con la Moschea realizzata
dalla Biennale Islandese nell’ex chiesa della Misericordia di Cannaregio a
Venezia … Ricordo ancora il tono incazzoso dell’Imam, e il tira-molla con i Politici
e le altre realtà Religiose Veneziane, comprese quelle Islamiche stanziate in
Laguna ormai da tempo … Non dovrebbe intervenire la Digos quando si tratta di
pregare … No ? … Significa che si sta erroneamente mescolando altro, che non
c’entra affatto con la Religiosità vera … Sono solo pretesti, fraintendimenti,
erronee interpretazioni di parte … Cattiverie gratuite a volte ... Il fanatismo
e l’esagerazione sono sempre in agguato … Basterebbe poco a volte per capirci
di più: un po’ più di dialogo e accoglienza.”
“A
volte c’è poca tolleranza, scarsa accoglienza … Fastidio, anzi: timore
dell’alterità … Si confonde fra terroristi e Fedeli, e farfugliamo mille cose
su “credo” di cui sappiamo poco o niente … Abbiamo troppo spesso un’istintiva ripulsa
e sospetto, non accettiamo la diversità nelle sue forme poliedriche … Chi non è
come noi, è contro di noi ! ... Siamo fatti così … Che tristi ! … con poca
sensibilità.”
Nel 2017 parlarono
ancora gli Islamici:“Non siamo solo stranieri immigrati
o clandestini scappati dal mare, o giunti qua di contrabbando nascosti nei
container, ma siamo anche professionisti, medici e seri lavoratori … Alcuni di
noi vivono qui in Italia da oltre cinquant'anni … Abbiamo il diritto di pregare e di professare la nostra Fede nel Profeta… Diverse migliaia d’Islamici della
Comunità Veneziana minacciano d’incrociare le braccia, di scioperare
paralizzando i ristoranti di Venezia, Fincantieri,
le scuole, l’intera City storica … Se entro domani non avremo un posto per
pregare, la gente pregherà in un qualsiasi luogo … e con tante persone è
possibile che qualcuno non mantenga la calma"
Sono botta e
risposta ormai storici … Qualche volta si è arrivati agli avvertimenti, alle
becere piccinerie e alle minacce … Il troppo stroppia … La pacifica convivenza
e accettazione ha un altro indirizzo e direzione.
Festa Islamica del SacrificioMestre … Fatalità:
l’episodio di Abramo che sacrifica Isacco è sia di stampo Biblico che Coranico
... Da tradizione durante la Festa ogni fedele paga una quota per sacrificare
un ovino, un caprino, un bovino o un camelide, e la carne viene divisa in tre
parti uguali: consumata subito, conservata per dopo, o data ai poveri della
comunità, o a chi è in difficoltà perché colpito da guerra o carestie … Si sono riuniti 300
fedeli sul piazzale davanti
alla chiesa della Madonna Pellegrina del Quartiere
Altobello di Mestre … Gli Islamici avrebbero voluto
aver a disposizione il Parco del Piraghetto per
ospitare un migliaio di persone, il Comune aveva offerto, invece, la
disponibilità del Parco di San Giuliano … Alla fine si è optato per il
Quartiere di Altobello nel cuore di Mestre per praticità … I residenti della
zona svegliati dagli altoparlanti hanno protestato stendendo lenzuola dalle
balconate, non sopportavano d’essere svegliati dagli annunci dei turni di
preghiera Islamica. Si sono detti contrariati perché si era occupato lo spazio
davanti alla loro chiesa ... In realtà non è successo nulla: tutto si è svolto
tranquillamente senza problemi e senza alcuna tensione … Sono state solo le
parole pronunciate e scritte dopo a risultare pungenti: “Quello degli ospiti
Islamici e delle Moschee è da sempre un tema caldo … Che si voglia ammetterlo o
no, l'Islam viene per forza associato all’idea del Terrorismo e della violenza
... Si è dovuto allontanare un Imam che incitava all'odio contro gli Ebrei
durante i suoi sermoni … Giustamente la Digos teme per nuovi proseliti
integralisti radicali ... E’ giusto che controllino ... Di recente si è sventato
anche un attentato nei pressi del Ponte di Rialto … Alcuni Kosovari sospettati
di far parte di una cellula
jihadista frequentavano le Moschee del Veneziano: per fortuna sono stati arrestati
… Ci sono casini e indagini sulla presenza di sospette cellule islamiche nel
nostro Paese … Bisognerebbe attenersi alle priorità dei Cittadini, che sono
spesso disattese, e non star dietro agli Islamici con la loro Religione a scopo
politico, perdendo tempo e sprecando risorse in progetti inutili … Ci si
concentri piuttosto sui problemi e bisogni reali, sulla delinquenza, il
degrado, la disoccupazione e gli sfratti ... Prudenza ci vuole ! … Il rispetto
sancito dalla Costituzione … Serve un ripristino di legalità e normalità nei
nostri quartieri.”
Si … già … Più o meno … Rispetto per tutti però: senza distinzione ... Che poi ? Quale sarebbe la “giusta normalità” ? La “nostra” forse, o quella “loro” ? … Nessuna delle due … O meglio: tutte e due coagulate e fuse insieme … E’ così che si tollera e si vive, e non solo con vuoti proclami e parole frolocche.
Sono trascorsi ormai i secoli anche qui in Laguna, ma
si ha sempre paura dell’orda dei Turchi invasori, tagliateste e violentatori ...
Purtroppo a volte affiora e prevale senza mezzi termini la nostra pseudoradice Veneto-Campagnola,
sessista, maschilista, irriverente, razzista, intollerante, e fin troppo
esclusiva … Noi Veneti e Veneziani, e non solo noi, a volte siamo
troppo sospettosi, prepotenti nell’affermare le nostre idee: vogliamo che siano
quelle giuste per tutti, abbiamo la puzza sotto al naso, e tendiamo a
sanzionare e mettere da parte chi non è come noi, chi è forèsto o diverso, o
non condivide le nostre proverbiali tradizioni e costumanze:“I Terùn del
Sud a casa loro … Il Veneto solo ai Veneti.”
2018 … dalle parole dette
sottovoce e mormorate dietro agli angoli, a volte si è passati ai fatti: sigilli
alla Moschee, sfratti dagli edifici e dai cantieri delle aree di culto con la
scusa di calmierare il flusso eccessivo di persone, pluricensure da parte di
task force di Vigili del Fuoco, Tecnici dell’Asl e Vigili Urbani per la non
perfetta agibilità e sicurezza … Ci sono stati anche Sindaci Veneti
impegnati a distribuire Crocifissi da appendere nelle Scuole, intenti a patrocinare
la Cultura dei Presepi, a spargere divieti d’affitto di palestre e scuole durante
le celebrazioni del “Mese Sacro”: “Niente Burqa, vestitoni
e dintorni anche sul bagnasciuga.” qualcuno ha tuonato: “Basta
digiuni inutili, osservanze e limitazioni ramadaniche … Che poi ? … Di notte dopo il tramonto si
concedono di tutto e di più ... Bisogna chiudere tutto, ridurre questo disagio:
non si può pregare in 300 dentro a un ex negozio … Non ci possono essere
Moschee accanto alle case (le chiese Cristiane dove sorgono da
secoli ?)… Il Presidente di Regione s’è dimostrato contrario all’apertura
di nuove moschee, mentre col Patriarca chiedeva agli Islamici di tenere sermoni
in italiano: "per un motivo di trasparenza e maggior fiducia"
... Perché i Cattolici forse dimostrano totale trasparenza e ispirano fiducia da
sempre ?
A
volte la Pubblica Amministrazione e la Politica hanno favorito decisioni tanto drastiche
quanto bigotte, miopi nella visione socio-politica d’insieme, scelte che richiamano
e risvegliano miraggi e fantasmi della Santa Inquisizione, e dei
gratuiti soprusi dei Signorotti d’altri secoli … Sono sintomi di pseudo
cultura moderna, e di libertà tollerante negata: “Vivi e lascia vivere !
... E’ di certo la cosa migliore.”
Conosciamo
tutti la Storia, e non certo da oggi … Da entrambe le parti si è sempre stati,
e si è ancora storicamente malevoli e a volte invasati, con tutti gli esagerati
precetti, le esaltazioni secolari, le stupide Crociate, e gli infiniti principi
e dettami che neanche chi li dice li rispetta in realtà ... Spesso certe
convinzioni e Fedi si rivelano solo come parvenza, esteriorità, finto
devozionismo semivuoto tradizionale che non coinvolge per davvero se stessi e
l’esistenza ... Quindi: perché dannarsi tanto a straziarsi l’un l’altro
inutilmente ? Non sono mai esistiti né mai esisteranno i “Perfetti”
capaci d’aver diritto d’imporsi sugli altri e sui diversi.