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Una NobilDonna Veneziana spiona …

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Una NobilDonna Veneziana spiona …

I Nobili Zen sono stati di sicuro un gran nome a Venezia … Anche se chiacchieratissimi, e qualche volta ambigui, sono stati di certo famosi sul palcoscenico storico della Serenissima ... Altalenanti se volete, gli Zen furono considerati eroi, ma anche traditori disposti ad offrirsi al miglior offerente.

La faccio breve … o perlomeno ci provo … Reniero Zenè stato 45° Dogedella Serenissima dal 1252 al 1268.Fu Pietro Foscarini, uno degli elettori, ad annunciarne in Piazza la nomina mentre Raniero si trovava ancora a Fermo nelle Marche a fare il Podestà. Approvato dai Veneziani, si andò a prenderlo, e si fece un gran festone e “una gran Giostra stupendain Città”. Aveva una buona fama Reniero Zen già in precedenza, perché era stato spedito nel 1240 con quarantacinque Galee contro i Zaratini ribelli: “Li aveva ridotti ad obbedienza, e poscia riportò vittoria contro i Genovesi, cui ritornò a debellare.”

Quindi secondo le Cronache Veneziane, Reniero Zen fu un buon Doge, equo e saggio anche nelle cose spicciole … Nell’estate 1260 a Rialto, ad esempio, insieme a Marco Piovano di Sant'Andrea di Torcello esecutore testamentario, ratificò il testamento di Berta da Torcello, consegnando ad Alberico Abate di San Tommaso dei Borgognoni di Torcello una casa sita a Torcello già legata per metà al Monastero … Benvenuta moglie di Girardo Pescatore era testimone della bontà delle disposizioni testamentarie di Berta … Reniero Zen  fece confermare anche a Maria vedova di Pagano Lombardo da Mazzorbo la proprietà d'una terra e casa del patrimonio del marito, come recupero della sua dote.

In precedenza, nel 1254, Viviano da Robegano Ministeriale aveva investito … sempre su ordine dello stesso Ranieri Zeno Doge … Englese vedova di Andrea di Lorenzo, già dal Confinio di San Paternian, poi dal Confinio di Sant'Angelo, d'una terra e casa sita nel Confinio dei Santi Apostoli già appartenente a Marco Venier dello stesso Confinio in riparazione del debito di lire 114 e 1/2 non restituite … Venier aveva ricevuto da Andrea di Lorenzo 50 lire di denari veneziani per commerciare sino ad Ancona e ritorno.

E ancora: per ordine dello stesso Doge Zen e dei Giudici di Petizion venne condannato Giacomo Bon a pagare a Guglielmo di Niola il dovuto ... Bon aveva ricevuto 100 lire per commerciare ovunque obbligandosi a restituirle a due anni dalla prossima Muda d'inverno, con tre quarti del lucro, ma non l’aveva fatto … Lo si condannò anche a pagare a Giovanni Tiepolo le 300 lire di denari veneziani che gli doveva cedendogli una proprietà che Bon aveva nel Confinio di San Fantin.

Al tempo del Doge Reniero Zeno s’instituirono anche le prime grandi Confraternite Veneziane: quella della Carità, e quella di San Giovanni Evangelista, che in seguito diventarono Schole Grandi Marco Bollani poi, Abate dell’Isola-Monastero di San Giorgio Maggiore concesse l’sola chiamata di Santa Maria della Grazia, a Frate Lorenzo Rettore dell’Ospizio della Cà di Dio di Castello: “affinché fondasse ivi un ricovero per viandanti” … Insomma: Reniero Zen morì nel 1268 lasciando una buona memoria.

Nel 1334, un altro Nobile Zen: Pietro detto Dragone, venne eletto Generale da Mar, e condusse cento Galee contro i Turchi … Tre anni dopo andò contro gli Scaligeri, e nel 1344 conquistò Smirne ... Però, mentre stava assistendo alla Solenne Messa di Ringraziamento per la Vittoria conseguita, venne ucciso dagli stessi Turchi che avevano riconquistato la piazza.

Suo figlio Carlo… Beh … fu un personaggio un po’ singolare, particolare: un misto fra eroe e furbastro malandrino … Fin da ragazzino, venne destinato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica, e perciò spedito alla Corte del Papa, da cui ebbe in Prebenda il Canonicato della città di Patrasso. Poi se ne andò a Padova a studiare Diritto Canonico, ma dedito più alle donne e alla bella vita piuttosto che allo studio, Carlo rimase senza un soldo, s'arruolò in una banda di mercenari e tornò a Venezia quattro o cinque anni dopo avendo dissipato al gioco tutto quanto possedeva … Un numero strampalato d’uomo ! … Uno Zen insolito di sicuro.

Su esortazione dei parenti si dedicò allora alla sua Prebenda di Patrasso dove in quel momento si stavano combattendo i Turchi. Zeno andò là ad impugnare le armi per difendere “quanto era suo”, ma ferito e creduto morto, e già calato in tomba, si risvegliò e si riprese ... giusto il tempo per farsi cacciare per aver ammazzato un Cavaliere Cristiano col quale aveva litigato ... Rinunciato allora all’identità Ecclesiastica, andò a Tanai e Costantinopoli, dove si sposò, visse da Mercante, e tentò l’impresa di liberare l'Imperatore Calojanni tenuto prigioniero dal figlio Andronico ... Nell’occasione si salvò ancora una volta scappando via sulle Galee Venete … Poi scomparve e ricomparve nel 1376 a Tenedo diventata Veneziana ... e non si sa bene né come né perché … ma da lì venne inviato tre anni dopo a soccorrere Venezia dall’attacco dei Genovesi al comando di 18 Galee ... Come avrà fatto ad ottenere quell’incarico così importante ? Boh ? Non si sa ... Sta di fatto che in Laguna giunse con gravissimo ritardo … quasi volesse star a vedere chi avrebbe vinto fra Venezia e Genova, ma alla fine si diede comunque da fare catturando ben 23 imbarcazioni Genovesi … Nel 1400 si parlò di lui a Venezia perfino come futuro Doge, ma Michele Steno gli soffiò il posto proprio sul traguardo ... Finì poi male il Nobile Carletto Zen, perché quattro anni dopo, al comando dell'Esercito Veneziano, si fece corrompere dai Carraresi Padovani che gli chiesero di dirottare l’esercito diretto contro Padova … Per salvarsi la vita, Zen restituì alla Serenissima l'equivalente di quanto aveva ricevuto dai Padovani, e si fece un anno di prigione ... Infine, preclusa ogni possibilità di far carriera in Laguna, se ne andò in giro per il Mediterraneo e in Palestina combattendo senza onore guerre da mercenario offrendosi al miglior offerente … Si sposò restando vedovo per tre volte ...e infine: se ne tornò a Venezia vecchio e malato, dicendo di voler darsi alle Lettere … ma se ne andò a morire nel 1418.

Fra i dieci fratelli di Carlo Zen, c’erano anche Nicolò ed Antonio che, equipaggiata una nave a proprie spese nel 1390, si spinsero dai Mari del Nord dominati dalla Lega Anseatica a settentrione dell'Oceano Atlantico scoprendo forse inconsapevolmente la Groenlandia e il Drogeo, cioè: la Terra del Labrador nell'America Settentrionale e altre regioni già visitate e colonizzate nel 1000-1100 dai Vichinghi … Si era ancora ben lontani dall’epoca di Cristoforo Colombo, ma da quelle colonie si commerciavano e mandavano in Europa: pelli, avori e prodotti di gran lusso … Non era affatto un mistero la scoperta di quelle terre, era risaputa e conosciuta, tanto è vero che in Groenlandia nel 1100 c’era una cattedrale con tanto di Vescovo mandato da Roma … Esistono documenti con i quali tale Vescovo della Groenlandia chiese al Papa di Roma,  assediato in quel momento a Castel Sant’Angelo, di risolvere il problema della consanguineità delle colonie Nord Americane, dove essendo pochi ci si accoppiava tra parenti. Il Papa di Roma gli rispose: “fino al quarto grado di parentela si è consanguinei … dal quinto grado: no.”

Travagliatissima in ogni caso fu la storia degli avventurosi Nobili Zen Esploratori e Navigatori Veneziani: furono l’ennesima espressione di quale stampo e calibro erano fatti i Veneziani di allora ... Per carità … sulle mappe degli Zen figuravano anche Frislanda e Icaria: terre che in realtà non esistevano, e c’era anche l’Estotilandia(Canada), mentre la Baia di Hudson veniva scambiata per la Cina.

Per questo si è giunti a dire che i fratelli Zen non sono mai esistiti, che la loro avventura è stata tutta una bufala, e che i libri, le mappe e i documenti da loro stampati sono del tutto fantasiosi: dei falsi storici … Niente di più sbagliato !

E’ tutta vera, invece: la Storia fatta e vissuta dai Nobili Zen Veneziani.

Andando avanti ancora con gli anni e i secoli, un altro Carlo Zen venne decapitato in Piazza San Marco il 29 marzo 1586 … Aveva ucciso Angelo di Franceschi figlio di Girolamo, Segretario del Senato, e sparato un'archibugiata nel suo Palazzo dei Frari contro Girolamo Surian, di cui aveva sposato la sorella. La moglie del Surian veniva di continuo picchiata furiosamente da costui senza ragione, e per questo era andata a rifugiarsi a Cà Zen in Contrada di San Stin.

E ancora: a proposito di alti e bassi storici dei Nobili Zen… Nell’ottobre 1797, Alessandro Zen del Ramo dei Gesuiti e Baccalario col fratello Marco degli Zen del Ramo di Riva di Biasio vennero presi dai Francesi come ostaggi-complici insieme ad altri 35 Nobili Patrizi Veneziani, e rinchiusi nell’Isola di San Giorgio Maggiore di fronte a Piazza San Marco trasformata in Forte Militare … L’accusa era:“Congiura contro i Francesi … e venne confiscato loro ogni bene e cosa … eccetto l’onore.”

Ma sentite anche quest’ultima storia dei Nobili Zen … Una pagina un po’ fosca, per non dire buia dentro al nutrito percorso storico degli Zen all’interno della Storia della Serenissima … Stavolta la protagonista fu una donna: una NobilDonna Zen.

A dire il vero, già nel 1349 un’altra Zen era finita sulle Cronache e sulle bocche di tutti i Veneziani. S’era trattato della Monaca Viza Zen, che stava nel Monastero di San Adriano o Sant’Arian… In estate il Nobile Pietro Grioni aveva del tutto perso la testa per lei, al punto tale che aveva fatto irruzione nel Monastero andando dritto a baciarla sulla bocca … Ne derivò una tempesta d’insulti e parole con la Madre Badessa, e in autunno il Nobile finì condannato a due mesi di prigione ... senza sconti ... una tantum.

Fu nel successivo 1472, però che il Consiglio dei Dieci smascherò Elisabetta Barbaro che aveva sposato un Nobile Zen… Era la sorella del Papa Paolo II Barbaro, madre del Cardinale Giambattista Zen o Zeno, e zia di altri due Cardinali. La Nobildonna era consueta a tenere un salotto frequentatissimo da Senatori, Nobili Veneziani, Ambasciatori e Mercanti. Dietro a un paravento teneva nascosti degli abili Scrivani che registravano ogni conversazione degli uomini illustri e plenipotenziari, che venivano di volta in volta opportunamente provocati su argomenti scottanti riguardanti le cose più intime della Serenissima. I resoconti poi venivano subito inviati a Roma dal Papa. Spionaggio di ieri, come si continua a farlo ancora oggi … Scoperto l’operato della NobilDonna Zen, venne mandata in esilio a vita a Capodistria, e il Senato varò subito una nuova Zònta di 25 Nobili per vigilare e controllare situazioni simili ... Si provvide poi a sequestrare anche ogni beneficio e patrimonio che i parenti Cardinali della Zeno detenevano nei territori della Serenissima, e si arrestarono i fratelli Pantaleone e Alvise Barbo condannandoli a un anno di prigione serrata-buia, all’esclusione dalle cariche e dai Consigli per 10 anni, e si andò “a pizzicare” anche Geronimo Bàdoer del Consiglio dei Dieci coinvolto nello stesso spionaggio. Costui venne condannato a 6 mesi di prigione, all’esclusione perpetua dalle Cariche e dai Consigli di Governo, e alla privazione di ogni diritto da Patrizio Veneto … Si rilasciarono, invece, il Savio Grande Domenico Zorzi e il Nobile Andrea Trevisan, che risultarono esser stati solo normalissimi ospiti accalappiati dall’imbrogliona Zeno.

 


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