#unacuriositàvenezianapervolta
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“Ti xè pièn come un Badoèr”
Quando
a Venezia si transita per San Polo e Calle della Lacca,
si va verso la Schola Granda di San Giovanni Evangelista passando
per forza sotto al portichetto dove esiste tutt’oggi l’antico Ospizio
Bàdoer ... C’è ancora, anche se quasi invisibile.
E’
curioso notare, che per secoli quella zona di Venezia è stata la “Cittadella
dei Nobili Badoer” ... Non tutti ne sono a conoscenza: quando un tempo si
varcava da una parte o dall’altra quell’accesso, si entrava nell’area cintata e
privata di Cà Badoer, che oltre ad avere il mirabile Palazzo: la “Cà”(la casa) di Famiglia, aveva anche una propria chiesa, giardini,
l’Ospizio per i poveri, l’antica Schola dei Battuti di San Giovanni
Evangelista, e perfino un singolarissimo Cimitero Coperto
Verticale: opera unica nel suo genere a Venezia, con tanto di “Arche
(sepolture) inarpegàe sui muri”, cioè sovrapposte una sull’altra
sulle pareti.
Il
Clan dei Badoer era insomma un po’ il Patròn: “il Paròn de
tutto in Contrada” , erano una specie di antesignani “Bos”
Veneziani ... Non che fossero gli unici in Laguna, perché tante zone di Venezia
erano in mano e gestiti da Casati Nobiliari o Monasteri più o meno prestigiosi
e potenti … Andate a vedere … Bastava, ad esempio, calcare solo pochi passi
oltre la zona dei Bàdoer, che s’incappava subito in un altro “mostro
sacro” altrettanto importante e potente: la Cà Granda dei Frari
in mano ai Frati Minori Francescani ... Tutt’altra curiosissima storia quella
della Cà Granda dei Frari, che fatalità sembra sia sorta proprio sopra
all’antico “Lacus Badovarius”(cioè dei Bàdoer): un’area
paludosa che gli stessi Nobili regalarono ai Frati per costruirvi sopra chiesa
e convento all’inizio della loro presenza in zona.
I
Bàdoer quindi sono stati insieme ad altri Nobili Casati generosi finanziatori e
fondatori di diversi grandi e famosi Monasteri Veneziani. Oltre alla Cà Granda
dei Frati, fecero sorgere e crescere, ad esempio, il Monastero
Benedettino di San Giorgio Maggiore in Isola: forse
il “principale” dei Monasteri Veneziani.
Dicevo della “Cittadella dei Bàdoer” con l’Ospizietto Badoer… Sentite alcune delle “Regole” dettate dagli stessi Bàdoer: “padroni e Governatori” dell’Ospizio:“Dovrà cadauna Povera che aspirasse al beneficio dell’Ospitale presentare, spettando l’elezione nel solo caso di morte di alcuna Povera al solo Nobile Prior , presentare la fede di Povertà, di buoni costumi, ed infine quella del suo Battesimo, e ciò in ordine alle leggi della Nobile Famiglia del 1402 marzo 21, senza delle quali non potrà essere eletta nè dal Cancelliere investita.”
“Resta
espressamente proibito a cadauna delle Povere di rinunziare ad altre la Camera
di cui sono investite, in pena di perdere le camere stesse e benefici
relativi.”
“Non
potranno le Povere suddette e neanche la Superiora portarsi fuori di Venezia,
se prima non riceveranno dai Nobilissimi Prior e Presidenti la licenza
sottoscritta da almeno due di essi, e nella quale dovranno essere espressi il
numero dei giorni che staranno fuori dell’Ospitale, dove saranno per
trasferirsi, nonchè i motivi del loro allontanamento, qual licenza dovrà essere
ancora firmata dal Cancellier nostro e registrata nel Capitolare; in pena a
quelle che contravenissero di soggiacere a quanto si è detto sopra.”
“Resta
assolutamente proibito alle Povere di tener conversazioni d’uomini
nell’Ospitale, o molto meno l’ingresso di essi in tempo di notte, di che grado
e condizione si sia, neppure col titolo di parentela; in pena come sopra.”
“Sono
incaricate tutte le Povere di trovarsi ogni giorno alla prima Ave-Maria delle
ore ventiquattro italiane nell’Ospedale, restandogli l’obbligo alla Superiora
di dover ogni sera unire le suddette facendole intervenire alla recita del
Santo Rosario in benefizio e vantaggio della Nobile Famiglia benefattrice, e
delle Anime de’ loro Morti, dopo il che non potranno sortire dall’Ospitale sino
alla susseguente mattina, dopo l’Ave-Maria del giorno non potendo neppure la
Superiora conceder alcuna licenza; in pena come sopra; ed inoltre alla
Superiora divenire dimessa dal carico, ancorchè non avesse compiuto il corso
del biennio.”
“S’intenderà
costantemente vietato a tutte le Povere di questo Ospizio l’abuso già
introdotto di prendersi seco nelle rispettive loro Camere in cui esse solo sono
l’investite, altra donna, di che età essere si voglia, riservando non ostante
in qualche estraordinario caso di malattia, in cui la caritatevole assistenza
che tra di esse devono prestarsi non fosse sufficiente al bisogno, nel qual
caso dovranno rivolgersi alla Superiora e farne la ricerca di potersi prendere
una donna in loro Compagnia, sempre per altro durante la malattia dovendo poi
la Superiora render conto alli Nobilissimi Priore e Presidenti ad ogni
richiesta loro di tali accordate licenze; e ciò sotto le pene come sopra …”
“Sarà
finalmente precipuo dovere della Superiora nel giorno primo di Genaro di caduno
anno di unire tutte le Povere dell’Ospizio, ed alle stesse rileggere a chiara
intelligenza li Capitoli, onde non possono mai infingere ignoranza, come pure
di riferirsi alle stesse in tutti li casi che succederanno sostituzioni di
Povere, al qual fine gli verrà rilasciata una copia simile, in pena alla
Superiora ad arbitrio delli Nobilissimi Prior e Presidenti.”
Curioso
vero ? … Sapeste quante cose accaddero dentro a quell’Ospizietto tipicamente
Veneziano, e quante lotte e scontri vi furono fra il Priore
dell’Ospizio e la stessa Famiglia Badoer per decidere e
sapere a chi spettassero ogni volta le eccedenze delle rendite legate allo
stesso Ospizio: al Priore ? … ai Presidenti ? … alle Ospiti, o agli stessi
Nobili Badoer ?
Sempre
i soldi di mezzo vero ? … In ogni epoca … Già: sempre così … il solito “magna
magna” insaziabile … Un po’ come oggi: non è cambiato molto nel governare
la società e il bene pubblico: “Il Lupo perde il pelo ma non il vizio”… Sarò anche pessimista, ma sembra che l’Umanità non abbia mai imparato niente dai
proprio errori … Ma è questa la Storia … Ha sempre funzionato così.
Il
primitivo Ospizio-Priorato dei Bàdoer venne istituito e costruito
nel lontanissimo 970 sia per Devozione Munifica dei Nobili Bàdoer, che per dare
ospitalità e mantenere“in nètto e conso” dodiciPoverette
Veneziane. I già di loro ricchi e potenti Bàdoer volevano
ben apparire sul palcoscenico Veneziano, perciò misero a disposizione
fin da subito un fondo di 6.000 ducati annui per mantenere e conservare l’Ospizio
e la vicina chiesetta data in gestione a ben 4 Religiosi. Col tempo poi, quella
liquidità iniziale venne investita e incrementata trasformandosi in una rendita
annuale di 4.000 Lire Venete amministrate ovviamente dagli stessi Bàdoer ... Grandi
affaristi per indole familiare: quasi un marchio genetico di famiglia.
Furono,
infatti, i Bàdoer a tenersi la facoltà di scegliere ed eleggere il Cappellano
dell’Ospizio“con obbligo di Messa Quotidiana per le Ospiti … che
però non erano tenute a parteciparvi per forza”… Così com’erano ancora i
Bàdoer a nominare la Superiora, cioè la Priora delle Ospitidell’Ospizietto
... Ad ogni Ospite Povera veniva consegnata una camera, e
assicurati 20 soldi giornalieri ... Le donne avevano l’obbligo di rientrare
nell’Ospizio prima del tramonto, e di recitare quotidianamente il Santo
Rosario nello spazio comune “dell’Oratorietto di Sopra”,
che sorgeva sopra al portico dell’attuale Calle della Lacca ...
Lì i Badoer collocarono anche una preziosissima Santa Reliquia del Corpo
di San Donato Martire importata direttamente dall’Oriente, dove i
Bàdoer erano soliti bazzicare e commerciare.
La planimetria dell’Ospizietto a cavallo della pubblica Calle, era
ed è rimasta essenziale e semplice: un pianoterra di magazzini individuali
delle donne, e al primo piano l’ampia sala centrale comune da dove si sviluppano
ancora oggi due allineamenti laterali di stanzette individuali: ciascuna col suo
focolare e la canna fumaria autonoma (visibile ancora oggi sui tetti
dell’Ospiezietto).
Sulla bifora architravata dell’Ospizio sopra alla Calle, è incisa e
visibile ancora oggi un’iscrizione a caratteri gotici che recita: “MCCCCIIII
(1414) … IN TEMPO DEL EGREGIO E NOBEL HOMO MIS NICOLO' BADOER PRIOR, FO QUESTO
LUOGO DEL MESE DE AGOSTO PRINCIPIATA QUESTA FABRICA E COMPIUDA DI BENI DELA
SCUOLA DI BATUDI DE MISSIER SAN ZUANE EVANGELISTA PER LA CONCESSION
FATA A LA DITA SCUOLA PER LO DITO MISSIER LO
PRIOR DE L'HOSPEDAL ET DELA RIVA CHE HERA SOTO LA CAXA DELA DITA SCUOLA”.
Vetustissimi documenti ricordano, che già nel 1373: Zana
moglie di Marco Zane lasciò denaro per testamento perché si comprassero
camicie “per le povere dell’Ospedal de San Zuan Evangelista”.
Fino al 1582 il Priore dell’Ospizio eletto a vita doveva essere per forza
un Bàdoer… Toccava a lui di provvedere a sue spese il cibo per “le
ricoverate”, e di fornire a ciascuna i sei ducati annui “di spettànza”.
Non
furono sempre “rose e fiori” nella “cittadella” dei
Bàdoer Veneziani ... A un certo punto, e per diverse volte in seguito, la loro
stessa “Creatura” gli si rivoltò contro pungendoli negli
interessi economici … Succedeva spesso a Venezia. I Bàdoer nella “Cittadella”
intendevano comandare soltanto loro: facendo“alto e basso”, e “senza
che nessuno osasse metter bècco nei loro affari”… Famosa fu la
controversia di fine 1400 fra: Bàdoer, Confraternita dei Battuti di San
Giovanni Evangelista, Preti e Patriarchi di Venezia.
Non
riusciva a fermarli quasi nessuno i Bàdoer… Intendevano essere
liberi di fare tutto ciò che volevano … L’anziano Patriarca Maffeo
Girardo venne chiamato nel 1491 a giudicare una lite tra la Schola
Granda-Confraternita e il Patròn dei Bàdoer ... In primavera finirono tutti a processo … La
Schola pretendeva il diritto di celebrare Messe ed altri “Divina Officia”
dentro alla propria sede quanto voleva ... Il Priore Giovanni Alvise
Badoer, invece: voleva che tutte le funzioni, Funerali compresi, si
dovessero celebrare in esclusiva dentro alla
chiesa di famiglia dei Bàdoer … Era tutto suo no ? … Soprattutto: ogni
elemosina raccolta durante tutte le Funzioni spettava a lui e alla Famiglia … non
alla Confraternita.
Ancora
i soldi di mezzo … Sempre quelli … E te pareva ?
Il
Patriarca di Venezia si schierò (ovviamente) dalla parte
dei Bàdoer arrivando ad ammonire i Confratelli della Schola:
“Sotto pena di escomunication non dobbiate far celebrar Messa da basso in
Schuola, ne far Officii da Morti, e similmente femo tale commandamento ai
Pretti, che sotto pena d’escomunication non debbano celebrar ne officiar ut
supra”.
Finita
lì ?
Macchè
! … I Confratelli della Schola si rivolsero allora alla Serenissima
chiedendo il permesso di costruirsi una chiesetta indipendente dai
Badoer … Come andò a finire ? … Con un compromesso che accontentò tutti:
chiesetta nuova per i Confratelli, e Funzioni da Morto e tutto il resto anche nella
vecchia chiesa dei Bàdoer … E le elemosine ? … Entrambe le parti vennero invitate
a spartirsele “in santa pace” accontentandosi … o ci avrebbe
pensato la Serenissima a sistemare le cose a modo suo ... e pace fu fatta fra
Schola e Bàdoer.
Pensate ! … Nel 1740 l’Ospizietto Bàdoer era ancora attivissimo:
vivo e vegeto e funzionante dopo secoli ... I Bàdoer, infatti, hanno sempre
continuato ad avere grandi rendite, e non solo da beni immobili posseduti a Venezia
... Non mancavano affatto di capitali e patrimoni … La gestione “dell’Ospizietto
dellePovere”: era robetta per loro ... semplice “gesto
di Carità”, che però poteva tornare utile alla Famiglia … perlomeno nel momento fatidico del
temibilissimo “Giudizio Finale dell’Esistenza”… A Venezia si credeva ancora ad ogni livello
sociale, e non poco, a “certe cose” ritenute irrinunciabili“Valori”.
Nel 1804, dopo la storica caduta della
Serenissima, i sette ex Nobili Badoer superstiti, nonostante i
gravosissimi salassi attuati da Francesi e Austriaci, che si erano impossessati
quasi di tutto, continuavano ancora a pagare per il mantenimento della Fabbrica
di San Giovanni Evangelista… Pagavano ancora anche la tassa di “Luminaria
della Schola del Santissimo” della stessa chiesa dell’ex Cittadella dei
Bàdoer, e continuavano ancora incredibilmente ad approvare e revisionare i: "Capitoli
ed obblighi da essere inviolabilmente osservati dalle Povere dell'Ospitale di
San Giovanni Evangelista Juspatronato della Nobile Famiglia
Priorato-Badoer".
Davvero inossidabili i Bàdoer !
Nel 1834-40, nonostante tutte le soppressioni e gli incameramenti
di patrimoni attuati dai vari Governi succeduti a Venezia, l’Ospizietto
Bàdoer dava ancora ricovero e ospitalità, e 13 lire mensili a 12
Femmine di più di 40 anni: “Oltre alle stanze, le donne dovrebbero
ricevere anche i 20 Soldi pattuiti … ma ne percepiscono solo 15 !” si lamentava
Prè Zambelli Rettore della chiesa di San Giovanni Evangelista e Priore
dell’Ospizio Bàdoer.
In quegli stessi anni: Rizzardo Bàdoer penultimo erede
di quegli che erano stati i “SuperNobili Bàdoer”, continuava non
solo a reggere le sorti della Nobile Famiglia, ma anche quelle della Schola
Granda di San Giovanni Evangelista, e di quella che era stata la “Cittadella
Bàdoer del Sestiere di San Polo”… E lo faceva nonostante che i Francesi
col loro Demanio avessero spogliato gli ambienti e la Schola di
ogni cosa minacciando di radere tutto al suolo se non si fosse consegnato fino
all’ultimo spicciolo.
Ancora verso metà secolo, il Rettore Don Aurelio Lischiutta,
scelto ed eletto sempre dai Bàdoer, fece costruire in chiesa sul
luogo della Cappella dei Morti (su indicazione dei Bàdoer
ovviamente): un nuovo Altare in legno dorato a specchiera con ben 12
ripiani dove si dovevano ostendere più di Trenta Santissime Reliquie insieme
al Corpo di San Donato Martire recuperato dalla “sala comune”
del vicino Ospizio Bàdoer (l’aggeggio a specchiera è
visibile ancora oggi).
La Famiglia Bàdoer non s’arrendeva mai … Non c’era “straniero
ed estraneo” che potesse fermarla ... Per tradizione volevano continuare
a fornire ai Veneziani: “Nuove Iniziative Devote” … che indirettamente
non avrebbero mancato di portare qualche buona elemosina utile “alla
causa del Casato”… ma questo non si doveva dire, doveva apparire come
cosa secondaria, anche se non lo era affatto.
Fu così, che fra 1872 e 1885 venne costruita in chiesa anche la Cappella
della Madonna di Lourdes collocandovi degli ex-voto provenienti dalla
grotta omonima originale. Si volle così rilanciare a Venezia una nuova intensa
e partecipata Devozione alla Madonna di Lourdes, che facesse capo
proprio alla chiesa dei Bàdoer.
Erano di sicuro altri tempi, e c’era di certo un’altra sensibilità
sociale e religiosa … ma i Veneziani di allora accorsero di frequente e in gran
numero, e come si auspicava: piovvero abbondanti elemosine ... Soldi ancora !
Infatti: il Rettore Don Lasciutta, oltre che Prete, si
dimostrò anche buon affarista, perché negli stessi anni non si fece scrupolo d’intentare
causa con due Avvocati contro il Conte e NobillHomo Pier Giustinian Bàdoer… suo “datore di lavoro”… che secondo lui gli doveva molti soldi
per via delle numerose Onoranze e Funzioni che aveva celebrato senza sosta nella
Chiesa dei Bàdoer.
Anche le “Cose del Cielo” avevano un prezzo … No ? …
Mica tutto doveva essere sempre e solo dei Bàdoer ?
Finchè Pier Giustinian Bàdoer… ultimo Bàdoer, si
scocciò di tutta quella faccenda, e consegnò nel 1885 l'OspissioBàdoer con tutto il resto alla "Congregazione di Carità di
Venezia" aggiungendovi un
piccolo capitale in beneficenza. I Bàdoer rinunciarono così ad
ogni pretesa della Famiglia su: Ospizietto, Chiesa, Schola Granda,
Cimitero e tutto il resto ... Finì così un’epoca ... e la Cittadella
Bàdoer in Venezia non esistette più.
Nel 1972 le Suore di Nevers che vennero inviate ad occupare
quanto lasciato libero dai Bàdoer, trasformarono tutti gli
ambienti nel Collegio Femminile di Santa Caterina… Ma visto che
non riuscivano a far quadrare i conti, vendettero tutto all’Università di
Architettura di Venezia, e abbandonarono del tutto la Città Lagunare.
La Curia Patriarcale si attivò immediatamente per non
perdere l’occasione di racimolare qualcosa ... Provò a vendere l’organo
dell’organaro Giovanni Battista Piaggia del 1760, insieme alla
Cantoria in marmorino del Massari a una parrocchia di Mestre ... Ma
non le riuscì l’affare per via dell’eccessiva spesa preventivata per smontare e
trasportare tutto da Venezia alla Terraferma … Provò allora a vendere l’intera
chiesa alla stessa Università, consigliandola di trasformarla in Aula
Magna… Ma anche questa idea non procurò i sperati introiti, per cui la
chiesa venne ceduta in gestione alla riavviata Schola Grande di San
Giovanni Evangelista.
Oggi l'ex Ospissietto un tempo dei Clarissimi Bàdoer: è ancora
là … con le sue 13 camerette … Dipende dall’I.R.E. di
Venezia e dalla Casa
di Ricovero dei Santi Giovanni e Paolo ... A osservarlo trabocca ancora
di Storia e storie: è un altro spicchietto singolare di autentica Venezianità.
Come avete quindi bene inteso, i Bàdoer di Venezia non sono stati affatto poco cosa … Sono davvero interessanti e curiose le vicende e le memorie che li riguardano ... A Venezia c’è stato perfino un tempo in cui si vociferava che i Bàdoer volessero prendersi tutta Venezia allargando a dismisura la loro “Cittadella”. Erano davvero tanto danarosi e potenti, tanto che si diceva in giro per tutta la Laguna e oltre: “Ti xè pien come un Badoèr !” ad indicare qualcuno che era straricco e superdotato in ogni senso.
I
Bàdoer era detti anche “i Longhi”, forse
perché esistevano a Venezia da tempi immemori: quasi da sempre … Erano giunti in
Laguna forse da Pavia, o dall’Ungheria come Badovàri:
“Vetustissima quanto nobile famiglie che per sottrarsi dal furore di
Attila e dei Barbari venne insieme a parecchie altre ad annidarsi nelle Venete
Lagune … Furono fra i primi a godere del Seggio Ducale”.
Quando
il “Bizantineggiante” Paoluccio Anafesto venne eletto
ad Eraclea come primo Doge della futura
Serenissima: i Bàdoer, secondo le Cronache: erano presenti …
Erano considerati discendenti e imparentati con i Parteciaci o
Partecipazio: Casato che aveva avuto un gran numero di Dogi lungo i
secoli ... Orso II Partecipazio, ad esempio, era detto: “Paurètta”,
ma anche: “Baduàrio” … Insomma i Bàdoer erano fra “i
Nobili più Nobili”, fra i Casati più ricchi, affermati e potenti di
Venezia.
Infatti:
ottennero presto in concessione dalla Serenissima l’intera area Veneziana che
si estende ancora oggi da Cà
Balbi fino al Ponte
de la Latte, scavalca il Rio de San Zuane Evangelista, e
sbocca in Rio Marin a cavallo
dei Sestieri di San Polo e Santa Croxe ... Erano più o meno questi i
confini della “Cittadella Bàdoer” di cui vi dicevo … Già nel 1170
Marco Bàdoer veniva considerato Priore Secolare di
tutta la zona. Quelli erano tempi Veneziani in cui s’inanellavano invidie e
discordie con furibondi scontri fra Clan di Famiglie e Casati contrapposti ... C’erano
intensi contatti e scambi politico-economici, e grandi giri e spedizioni commerciali
che andavano in tutta la Pianura Padana, oltre le Alpi, e fino a Costantinopoli
e nell’Oriente, che ben presto divenne il “nemico da affrontare con la Crociata”.
Nei
Nobili Casati come in quello dei Bàdoer, si primeggiava fra fratelli, quando
Doge e Principi erano anche Consoli Imperiali o Protospadari Bizzantini
... Erano ancora tempi in cui in Laguna: si arrestavano e costringevano i Dogi
all’autodeposizione, obbligandoli a farsi Clericus o Monaco da qualche parte:
tipo nell’Isola di San Giorgio Maggiore, o a Sant’Ilario di Fusina… Era meglio tagliarsi barba e capelli, e indossare in fretta spartani abiti da
Monaco piuttosto che vedersi tagliare la testa … Si alternavano le congiure di
Palazzo, si usava avvelenare e spedire prigionieri in pasto a Re: “La
Morte a volte veniva considerata felice soccorso liberatorio da una vita ridotta
solo a sventure”.
“Venezia
neonata” rivaleggiava con
Ravenna, Aquileia, Grado e Comacchio… La Sede Ducale passò a
Rialto quando bruciò e affondò Malamocco, e si bonificò Dorsoduro creando nuovi
spazi e banchine del Porto dove s’insediarono altri Veneziani con i loro
operosi lavori e affari … S’iniziò anche a mettere in scena San Marco col
suo Mito impastandolo con Pietà e suggestioni antiche, ma anche con patrimoni,
Sacre Reliquie, e marmi e ricchezze importate dai saccheggi realizzati in
Oriente. Si mescolarono insieme: guerre, beneficenze, Penitenze, Pellegrini, e
prospettive per l’Aldilà ... Ovviamente niente era dato “a gratis”:
tutto aveva un prezzo, e c’erano Regole Sante a cui ci si doveva attenere … pena:
il Giudizio e la Dannazione dell’Inferno, oltre che furiose
batoste inferte dalla Società Civico-Religiosa ai trasgressori.
Dentro
a tutta quella specie di gran calderone storico in gran ebollizione e fermento:
c’erano i Bàdoer, che si muovevano a loro agio dimostrandosi spesso
“doubleface”, cioè capaci d’essere tutto e il contrario di tutto.
Di volta in volta, infatti, si sono schierati a favore della Serenissima con
tutto ciò che significava, ma anche contro di lei. Si misero cioè dalla parte
della Spagna, o della Lega e dell’Imperatore contro i
Turchi, o si fecero negoziatori di pace col Sultano. Furono assidui rappresentanti plenifiduciari
della Repubblica di San Marcom, ma anchecongiurati contro
Venezia e spioni segreti del Papa, oltre che suoi Abati, Cardinali,
Vescovi e Patriarchi.
Nell’ingegnoso
marchingegno ideato dalla Serenissma, i Bàdoer sono stati un po’ di
tutto: Savi del Consiglio, Avogadori da Comun, Duchi, Generali,
Procuratori, Podestà, Rettori e Capitani di città, Magistrati, Ambasciatori,
membri del Consiglio dei Dieci, Senatori e Governatori delle Entratedella Serenissima… Ma non solo … Sono stati anche valenti Umanisti,
Scrittori, Dottori, abili Oratori, spavaldi e furbi Mercanti,
incredibili Uomini di Mare, e valorosi Guerrieri.
Provate,
ad esempio, a mettere gli occhi sul “Libro dei Conti di Giacomo Bàdoer”
famoso Mercantee Agente Commissario della Famiglia a
Costantinopoli … Rimarrete a bocca aperta !
Jachomo
o Jacopo o Giacomo
dal
1403 teneva meticolosamente il suo
“Libro”anche per conto di molti altri Mercanti Veneziani. Scriveva
nel 1438: “Al nome de Dio e del bon guadagno, Libro de mi Jachomo
Badoer del viazo da Costantinopoli, nel quel luogo zunsi a di 2 setenbre 1436 a
mezo zorno chon le Galie del Chapetanio Misier Piero Contarini … Pani bale 8 de
raxon de Misier Piero Michiel per la mità, e de Jeronimo e de mi Jachomo Badoer
per l’altra mità, dixe esser pani 66 de qual ne sono pani 48 bastardi averti e
pani 18 bastardi seradi, recevudi per le galie chapetanio Misier Lorenzo Minio,
diè dar a di 2 hottobre per el commerchio … spese de merchandia … nolo … boleta
e chortexia ai Barcharuoi e a quei de la porta … Chamali … Sansaria … hostelazo
4.505 Perperi x per carati 6 …”
Quasi
tutta la “mercandìa” citata venne venduta “al
retorno della Muda delle Galee” a Ser Nicholò Da la Chola
attraverso la mediazione del Sensèr Mastro Zorzi per 889 e 290
Pèrperi:“ovver barattada con Joxep Salia Zudio de Pani de più raxon, per
pani 4 de grana tramite el Senser Pulixoto Xudio anca li par 246 Pèrperi, e po
ancora per Pèrperi 482 e 334 … con Zuan Zen tramite el Senser Maistro Pietro
Zimador con pagamento a termine al ritorno delle Galee ... ancora per barato
fato con Miser Lunardo Spinola tramite el Senser Zorzi da Gavi e con Joxep
Satia Zudio … Una chassa pani 2 di cui 1 bastardo furono venduti a un Bulgaro
tramite el Senser Todorin Zimador … a un Vlacho, e il 9 zener 1439 per Andrea
Chimano e Michali Chatafiorti per 5 pani bastardi averti con termine “al
zònzer de le Galie” tramite el Senser Todorin per perperi 496 ...”
Favoloso
leggerlo ! … Si svela un’epoca e un modo e un mondo tutto Veneziano d’essere
d’altri tempi.
Un
Orso Bàdoer, invece, partecipò alla rivolta capitanata dai Coloprini attestandosi presso l'Adige pronto
a bloccare l’intera Laguna
Veneziana ai tempi della congiura del
1310 di Bajamonte Tiepolo. I Bàdoer considerati a torto di sponda
Guelfa vennero coinvolti, e Badoero o Baldovino Bàdoer finì
condannato a morte … Viceversa: un altro Bàdoer Enrico perse 3
navi con 300 uomini armati a sue spese durante l’assedio di Naupatto,
dove venne fatto prigioniero dai Turchi per due anni. Davvero sfigato fu quel
Bàdoer, perchè mentre era prigioniero, casa sua in Contrada dei Santi
Apostoli a Venezia venne distrutta da un violento incendio … E ancora:
un NobilHomo Bàdoer venne tirato a coda di cavallo, gli venne tagliata
la lingua e un orecchio, e fu poi decapitato e squartato nel 1557 “per
ordine del Consiglio dei Dieci … perché avendo giocato e perso li dinari,
iniziò a bestemmiare e ferì l’immagine di Maria Vergine”…. Proprio un Bàdoer
? … Che erano “così devoti e di chiesa” tanto che le costruivano
... La Storia è Storia: è andata così.
Alla
radice di tutto, per i Bàdoer c’era sempre il benessere, l’interesse e il successo
del loro ambiziosissimo Clan Familiare. Si diceva di loro: “I Bàdoer
badano solo a se stessi: stanno con tutti e con nessuno, non guardano in faccia
ad alcuno, refrattari anche alle scomuniche, al successo e alla carriera pur d’inseguire
gli scopi e le convinzioni della Famiglia.” ...
Verso metà 1500: Zuan Alvise Bàdoer viaggiava
come Patronus Galearum Flandrie onorando le “patrie
economie”, ma a sua detta: “primariamente gli interessi della
Famiglia … Perché conta solo chi ha li denari.”
Dai documenti storici si evince che i Bàdoer erano quasi maniacali nella gestione del patrimonio, ticchignosi e avidi … Viceversa: erano prodighi fino all’ossessione, esaltati e quasi euforici nel cercare il prestigio e il successo ... Realizzarono tantissimo: non solo a Venezia, in Laguna e nella Campagna Veneta, ma anche sul mercato Mediterraneo e Internazionale … Badoère nella Terraferma Veneta è stata un po’ la loro “creatura esemplare”: inventata bonificando le ampie aree paludose e infruttuose delle Corti Polesanedel Rovigotto: “I Bàdoer furono dei veri e propri leader, manager, e abilissimi finanziatori e imprenditori ... Lo sfarzo di Villa Badoer di Fratta Polesine lo conferma … Sapevano vedere in prospettiva e trasparenza dove gli altri non fiutavano neanche vagamente le opportunità.”
Non
furono quindi comuni Mercadanti, né semplici Nobili da Contrada: “Ti xè
pièn come un Badoèr” si diceva spesso riferendosi a loro. Non veniva
detto a caso.
Un
Leone d’oro e d’argento spiccava sul loro stemma-blasone … Parlava
chiaro circa le intenzioni rampanti, quasi aggressorie della Famiglia, che credeva
fermamente nel successo delle proprie imprese: “Bàdoer, Badoèri, Badoàri,
Badovàri: tutti affaristi fin al midollo … Anca: avidi, ruffiani e vogliosi de
presenziar e primeggiar su stàltri ... I Badoèri xè potenti e ricchi,
intraprendenti … ma anca prepotenti ... I se fa strada sgomitando, e difendendo
co le ònge (unghie) e i denti e so ròbe, ma anche quelle che podaria in qualche modo deventar
sòe (sue) ... I xè anca gran baruffanti, che vol affermarse
ad ogni costo: co e bone o le cattive maniere … I Bàdoer usa sia Verità che Sotterfugio,
i sta da una parte, ma anca dalla parte opposta a seconda dell’opportunità.”
Il
Clan Bàdoer si divideva sostanzialmente in otto Rami basilari: i Bàdoer
della Cittadella di San Giovanni Evangelista di cui si è detto, i Bàdoer
di San Tomà, e quelli di San Giacomo dell’Orio: tutti
vicini e interlacciati fra loro … Un altro Ramo importante dei Bàdoer stava a San
Bartolomeo di Rialto a un passo dall’Emporio Realtino. Altri nuclei Bàdoer
abitavano e facevano affari poco distante nelle centrali Contrade
di San Luca, Santo Stefano, San Lio e San Salvador… C’erano poi
i Bàdoer di San Pantalon, della Maddalena a Cannaregio,
e i Bàdoer da Spinale che abitavano Spinalonga, cioè:
la Giudecca, come forse i Bàdoer Noèl, uno dei quali si recò
a Verona a nome di Venezia dall’Imperatore Ottone II per rinnovare gli accordi tra Venezia e
il Sacro
Romano Impero.
Nel 1250 circa, i
Bàdoer di San Giacomo di Luprio si trasferirono in parte a Santa
Giustina nel Sestiere di Castello dall’altra parte della città. Lì
divennero una delle famiglie più ricche e influenti di Venezia, imparentandosi
con i Nobili Dandolo, Michiel e Gradenigo e con gli estinti Ziani
di cui ereditarono buona parte dell’ingente patrimonio ... Per avere
un’idea di chi erano i Bàdoer, si vada a vedere lo sfarzo e la bellezza della Cappella
Bàdoer-Giustinian in San Francesco Vigna… I Bàdoer avevano numerosi
possedimenti a Venezia, Murano e Chioggia, e terre e vigne
a Pellestrina e
Malamocco...
Fuori di Venezia alcuni Bàdoer si legarono in parentela con gli Altavilla
e gli Estensi, e soprattutto con i Nobili Da Peraga
di cui Marino Bàdoer sposò Balzanella, e con i Nobili Da Lendinara
che permisero loro di mettere le mani su beni di Lendinara
stessa, e di aver giurisdizione sul Castello nell'alto Polesine,
nonché sulla Villa di Cinto e su buona parte dei Colli
Euganei.
I Bàdoer vennero ritenuti
a lungo fra i maggiori proprietari terrieri di Venezia … Giovanni Bàdoer prima
e Marco Bàdoer dopo, avevano proprietà con "terre,
domus, vinee, nemora, prata, pascua, decime, iura decimationum, aque, molendina
et paludes" sia nel Vicentino che nel Padovano: a Gorgo,
Martorigo, Mirano, Roncomorello e San Martino, sulla riva sinistra del
Brenta, soprattutto a Borbiago dove sorgeva il Càstrum dei
Bàdoer: vero e proprio centro operativo di riferimento ... Sia Bàdoer
che l'Ospedale della Schola Granda di San Giovanni di Venezia(pertinenza
Bàdoer), facevano grandi affari gestendo anche le terre del confinante Monastero
di Sant’Ilario di Fusina che s’era affidato a loro “nelle
economie”.
Nel Trevigiano
i Bàdoer dicevano di possedere “poca cosa”… Già: davvero una
miseria … Avevano proprietà a: Strà, Peraga, Bottenigo, Fiesso e
Fossalovara, boschi a Oriago e alla Bastìa di
Mirano, Morelle, San Bruson, Montagnana, 200-300 campi di bosco a Loreggia,
e mulini sul fiume Musestre e sul basso corso del Sile,
dove c’erano i mulini degli Ziani con cui s’erano imparentati ...
Per non farsi mancare nulla, nel Ferrarese i Bàdoer disponevano
di beni allodiali a Massa Fiscaglia, e terre, vigne, poste
da pecore, osterie, fornaci e casali a Trisigallo di
Ferrara città di cui furono anche Podestà … Avevano beni persino a
Capua nel Casertano, ben lontano da Venezia, dove Marco
Bàdoer con la moglie Marchesina Ziani furono investiti di un feudo da Carlo
I d'Angiò, che li nominò anche: “Miles”.
Capirete quindi perché Serenissima, Nobili, Maggior Consiglio e Mercanti di Venezia tendevano sempre la mano e facevano sorrisi, riverenze e l’occhiolino ai Casati come quello dei Bàdoer. Erano quelli come loro a suggerire le direzioni del Mercato, e da loro la Serenissima finiva spesso per dipendere e farsi finanziare e indirizzare: Orso Bàdoer e Pietro Rosolo comandarono la spedizione navale di Venezia contro i Narentani al tempo del Doge Pietro III Candiano…Petrus Badovàrio fu tra i Mercanti Veneziani sottoscrittori di un decreto che vietava la tratta-compravendita degli schiavi … e c’erano i Bàdoer fra coloro che indussero lo Stato Veneziano a concedere grani per la semina, legna, pietre e calce "pro suis laboreriis" agli "habentibus terras et possessiones extra Venecias" ... cioè a se stessi.
Anche le donne Bàdoer, seppure in misura più contenuta e diversa, non mancarono di far parlare non poco di se stesse ... Donata Bàdoer fu la moglie di Marco Polo, e ci furono in giro per la Laguna diverse Badesse Bàdoer, che ne combinarono un po’ di tutti i colori, mentre altre Bàdoer come Corona e Cherubina Bàdoer stavano fra le 28 “Mùneghe Professe da Coro e Messa” del Monastero diSanta Caterina di Mazzorbo sotto la Badessa Benedetta Michiel ... Vi stupirà forse, ma a volte certe Monache non sapevano nè leggere nè scrivere, e firmavano con una croce ai piedi dei documenti, ma gestivano con estrema acutezza affari, risorse e patrimoni presenti ovunque … anche dall’altra parte del Mondo di allora.
Andriana
Bàdoer passò da un matrimonio scandaloso a un Processo per Stregoneria.
Il Nobile Marco Dandolo l’aveva sposata a Santa Maria Formosa per
legare “il suo nome celebre” a quello non meno celebre dei Bàdoer.
Nel 1576 Andriana viveva “da cortigiana”, ed era
una delle poche rimaste della categoria dopo l’ennesimo passaggio della
pestilenza che aveva decimato ancora una volta mezza Venezia ... Andriana
in realtà: non era Nobile, ma figlia di un servitore dei Bàdoer
... Per questo l’avvenimento a Venezia fece gran scalpore facendo gridare allo scandalo.
Nel mondo della Serenissima la Nobiltà aveva le sue esplicite o taciute regole
a cui tutti dovevano attenersi ... I Bàdoer si permettevano di
sovvertirle.
Andriana
aveva avuto l’occasione d’accalappiare il Nobile Dandolo, e non
se l’era fatto scappare. Scoppiò un putiferio in Città … Furono quelli dello
stesso Casato dei Bàdoer col “Prete di Casa” a
mettere in giro le prime maldicenze e sospetti sui due, e su quella sospetta
pseudoacquisizione Nobiliare, che in realtà non c’era stata ... Ad Andriana
mancava la cosa principale: cioè d’essere Nobile vera di sangue e blasone.
Subito dopo si schierò a difesa del buon nome e del prestigio dei Bàdoer:
il potente Guardiano dei Frati della Cà Grande dei Frari, che
s’inventò d’esorcizzare la donna accusandola d’essere “spiritàda”… “Pèxo el tacòn del bùso”: pure lui finì dentro al trambusto e ai
pettegolezzi, finchè venne accusato pubblicamente d’aver venduto lui stesso “ostie
consacrate” all’Andriana: “per far riti Satanici”.
Sbucarono testimoni da ogni parte … Qualche serva dei Bàdoer
recuperò perfino ostie profanate da Andriana portandole al Nobile Dandolo
perché le vedesse ed esaminasse: “L’Andriana invoca el Diabolus !”
si diceva ovunque in giro per Venezia … per cui… ovvio … non mancò d’attivarsi
l’Inquisizione Veneziana.
Alcuni Gondolieri e Barcaroli de Casàda se ne
vennero fuori col dire d’averla vista vagare nottetempo per Cimiteri: “A
dissotterrar ossi da Morto, par usarli in lugubri e loschi maneggi” ...
Le cuoche di Marco Dandolo sostennero che l’Andriana bolliva
quegli ossi intrugliando pozioni e distillati ... L’avevano vista procurarsi il
sangue dei decapitati in Piazza San Marco, col quale aveva fatto
filtri d'amore per stregare il NobilHomo Marco: “L’è unaStrix
!” dicevano … Insomma: una Strega che sapeva fare anche Sortilegi.
Lo confermò clamorosamente anche il Conte Avogadro,
dicendo che sua moglie era morta per colpa dell’Andriana Bàdoer
che l'aveva stregata ... Tutti sapevano, in verità, che l’Andriana era stata
poco disponibile a soddisfare le voglie dell’Avogadro. Per questo
era risentito contro di lei … Ma dirlo era una cosa ... provarlo, invece, era
tutt’altro che facile … Andriana venne allora denunciata ufficialmente
al Patriarca di Venezia, e s’avviò l’immancabile indagine col processo.
Dalle indagine emerse presto che le testimonianze di Serve, Barcaroli
e Gondolieri erano false, prezzolate e contradditorie … La moglie del
libidinoso Conte Avogadro era di certo morta, ma per normalissima
malattia ... Andriana venne assolta e data per innocente. L’Inquisizione
Veneziana l’obbligò solo a veniali Penitenze: “per il fatto d’aver
trafficato con Ostie Consacrate, che aveva comprato e profanato con riti
strambi”, e l’Andriana se ne andò a vivere
tranquillamente col suo Nobile Marco Dandolo, che divenne Rettore
di Feltre.
I Bàdoer avevano vinto un’altra volta ? ... Si … La cosa a Venezia
capitava più che spesso … di continuo.
Nel
febbraio 1591 presso i Nobili Bàdoer accadde un altro casino ...
Mentre stavano spendendo 400 ducati per costruire il nuovo pavimento della loro
chiesa aggiungendovi altre due cappelle, e altre nuove Arche da Morto
da affittare, durante i lavori si ruppe un’antica Tomba dei Bàdoer,
e le Nobili ossa degli Antenati si sparsero ovunque per terra ! … Che profanazione ! … Se ne parlò
per tutta Venezia.
Nell’occasione,
già che c’erano, i Bàdoer rifecero anche l’organo della chiesa, in quanto
quello vecchio era tutto mangiato dalla ruggine. Lo suonava Prè Francesco
Sponga: organista stipendiato dei Bàdoer, al quale avevano concesso in uso
gratuito una delle caxette incluse nella “Cittadella Bàdoer” ... Il
Prete Organaro non smetteva mai di lamentarsi: “e perchè gli venivano
anteposti altri nel servizio … e del magro stipendio … e della casa troppo
piccola che non andava” ... Giunse anche a scrivere una vera e propria lettera
di protesta ai Nobili Bàdoer: “Io credo che ognuno di VV.SS.sappia che in
pagamento del sonar l’organo in chiesa ed in Scola mi sia stata assegnata la
casa dove al presente habito la quale è vecchissima così che piove da tutte le
bande … Farò condurre il mio organetto in Schola chiedendo in provisione “un
piccolo in più” e un Zago.”
“Spudorato
!” si disse in giro: “Con tutto quel
che guadagna dai Bàdoer !”
Prete
Sponga andò avanti a brontolare per anni, finchè esausti, i Bàdoer lo
elessero verso la fine di gennaio 1607: Cappellano
della Schola Granda di San Giovanni Evangelista con stipendio di 40
ducati … Prete Sponga allora: si quietò … I soldi erano finalmente
abbastanza ... Siamo sempre là con i discorsi: i soldi … sempre quelli.
Accade
comunque anche questo dentro “al mirabile Circolo della Nobil Casa dei Bàdoer”.
Già
fin da prima del 1000, e durante tutto il 1100-1300 fu sempre intensa e
continua l’attività commerciale e fondiaria dei Bàdoer anche al di fuori del Dogado
Veneziano ... Nel 1339: quando la Marca Trevigiana passò sotto
la Serenissima, i vari Nobili Basadonna, Revedini, Marcello
acquisirono ogni Diritto di Macello, Panificazione, Osteria, e Passaggio. Fra
loro non potevano mancare i Bàdoer del Ramo di San
Moisè, che modificarono il nome del paese di Zeruòl in Badoère
dove costruirono sia la chiesa che i “Portici della Barchessa Badoèra
o Fabrica del Magnifico Signor Francesco Badoèro in Polesine: a 41 archi e
volti per il frequentatissimo Mercato dei Grani del lunedì.”
Il
piazzale di Badoère ospitava per metà abitazioni, e per l’altra
metà altrettante botteghe di Artigiani e Mercanti tutti affacciati a
convergere sull’unica piazza poco distante dal Palazzo Dominicale dei Bàdoer apicale
a tutto. La Fattoria dei Bàdoer era strategicamente posta sulla
sponda di un Ramo dell’Adige: il “Canale Scortico” navigabile
attraverso il Canal Bianco e il Po fino a Venezia: “La zona di borghi e ville rurali non mancava di risorse da poter
sfruttare abilmente: c’erano Fornàse da cotto e pière, e Càve, e canneti, paludi, risorgive, Bùse e Fontanàssi,
e diversi mulini con le restère sui fiumi Sile e Zero ... I Bàdoer Paròni de tutto si presentavano puntualmente con
i loro Fattori nei giorni pagadòri delle
riscossioni, che i Contadini avrebbero voluto cancellare dal Calendario: San
Martin, l’Epifania, Pasqua, l’Assunta, la Madonna di Settembre … In quei giorni
con i contratti e gli affitti di caxe e terreni, i pagamenti, e le onoranze,
piovevano anche gli sfratti, le confische, e i debiti che lievitavano alti fino
alle nuvole del Cielo diventando imprendibili per tutti … eccetto che per i
Bàdoer.”
Secondo le Cronache
locali: “Abitava qui nel 1500 il Nobile
Sebastiano Bàdoer che eresse la chiesòla di Sant’Antonio di Padova e ne venne
il vocabolo di Badoère ... Ora la gente di questo Colmello anche del 1597 solo
a Pasqua frequenta questa chiesa parrochiale, del resto va ai Divini Uffici in
Levada: anzi, s’introduce l’opinione che le fosse libero recarsi a piacimento
sia alla chiesa di Morgano sia a quella di Levada ... Approfittando di questo
Giovanni Badoer che si è acquistato il Diritto di Macello e d’Osteria, onde fu
origine il Mercato del Lunedì in Badoère, celebre fino al 1820 … Nel 1640
divisò di costituire una nuova Parrocchiale che avesse il titolo di Santa Giustina
Vergine e Martire delle Badoère, stabilendo per la Prebenda del nuovo Curato: 6
campi e Lire 300 investite alla Zecca, e l’obbligo della Messa Giornaliera per
il bene di Cà Bàdoer, tranne il martedì … E in circolo vi erano disposti i
Portici per quel mercato, i quali se un incendio li distruggeva nel 1768, poco
dopo si rifecero nel medesimo ordine ... Nel 1770 fu il lagno che le troppe
Messe a Badoère nuocessero alla Parrocchiale anche nelle elemosine … Nel 1792
falliti i Bàdoer e succeduti i Basadonna, la Mansioneria era sospesa … I nuovi
proprietari Marcello la rimisero …In questa Parrocchia che costituisce Comune a
se e Forania d’Istrana le Anime erano 300 nel 1335 … Ascesero a 1.000 nel 1685,
a 1.410 nel 1769, oggi oltrepassano 2.500.”
Villa
Bàdoer venne incendiata e distrutta secoli
dopo: la sera dell'8 giugno 1920 durante un tumulto contadino delle Leghe
Bianche che protestavano contro il Conte Giuseppe Marcello dirigente
dell'Associazione Agraria refrattario a qualsiasi riforma del
settore.
Curiosità spicciola raccontata nell’estate 1957 dalla“Domenica del Corriere”: “Sciame d'api selvatiche si avventano contro i commensali durante un pranzo nuziale a Badoère di Treviso ... Subito dopo la cerimonia nuziale, una coppia di giovani sposi e parecchi invitati si erano raccolti per il pranzo nel cortile della casa appartenente agli agricoltori Luigi Fontebasso e Federico Casarin di Badoère. Ma avevano appena cominciato che improvvisamente apparve uno sciame di api selvatiche che si avventarono contro i commensali. Tutti si diedero alla fuga cercando scampo nella casa. Il pranzo andò a monte e più di venti persone, punte dagli insetti, dovettero ricorrere alle cure dei sanitari di Castelfranco Veneto.”
Ma torniamo ai Bàdoer… Potremmo continuare
fino a domani a parlare di loro, perchè punteggiarono con i loro nomi e le loro
esperienze ogni epoca della Storia Veneziana ... Nel Casato Bàdoer accadde un po’ di
tutto … Difficile riassumerlo in poche righe: servirebbe un’enciclopedia.
Stefano
Bàdoer fu Politico e Condottiero nel 1200 … Giovanni Bàdoer oltre ad essere
Diplomatico fu anche Poeta … Marino
Bàdoer fu Podestà di Padova con proprietà a Mirano e Strà nel 1303…Luigi Bàdoer nel 1500 fu Provveditore
Generale in Dalmazia e Ambasciatore presso
Carlo V… Angelo
Bàdoer a
cavallo fra 1500 e1600 funse da spia contro Venezia
scquacquarando notizie al Papa, nonché al servizio della Spagna … Alberto Bàdoer fu Vescovo di Crema…Giovanni
Alberto Bàdoer di Francesco ed Elena
Michiel fu prestigioso Cardinale e Patriarca di Venezia… Nato nel marzo 1649, suo zio Alberto Bàdoer Vescovo di Crema lo
volle educare e indirizzare alla vita Ecclesiastica iscrivendolo fin da subito
fra i Canonici della sua Cattedrale. Quando morì lo zio, Giovanni Alberto passò
a Padova sotto il Cardinale
Gregorio Barbarigo, che lo fece Prete conferendogli un Canonicato … Nel 1684, fu il Doge Luigi Contarini a
nominarlo Primicerio
di San Marco a Venezia affidandogli “la sua chiesa privata
con tutte le sue spettanze Veneziane intorno”, e fu quattro
anni dopo che il Bàdoer divenne Patriarca della Città Lagunare e Primate della Dalmazia
pur senza ottenere la diretta approvazione Papale.
Questo fatto creò non pochi attriti fra Venezia e Roma ...
Come sempre la Serenissima intendeva gestire a modo suo le cose.
Bàdoer comunque si lanciò a capofitto
nell’opera del suo mandato. Fu di certo un esponente esemplare che incarnò alla
perfezione lo spirito e lo stile della Controriforma Cattolica spandendola in
tutto il Veneto. Gli “ingredienti”
che suggeriva con veemenza erano: “Pietà autentica, vigore di Fede ed energia Pastorale” ...
Infatti: “predicò “vigoroso”
nelle chiese Veneziane e sulle piazze della Terraferma, portò la Visita
Pastorale capillarmente in ogni singola Parrocchia e Monastero, promosse
Seminari e Scuole Religiose, e indirizzò tutti verso un’intensa cultura intrisa
di Devozione comune, sani principi, e rigidi costumi religiosi … Finanziò inoltre
di tasca propria: Missionari, Predicatori e Maestri, e alimentò opere di
beneficenza e aiuti ai poveri bisognosi ponendosi come esempio da imitare.”
Sulla scia dei nuovi dettami del Concilio
di Trento, dal punto di vista pratico:incrementò la Devozione Eucaristica a
Venezia e in Diocesi con l’istituzione obbligatoria in ogni Parrocchia della Schola
del Santissimo. Intensificò a Venezia il culto per San Lorenzo
Giustiniani, visitò“ad
limina” tutte le 70 Parrocchie Cittadine trovandol quasi
tutte Collegiate e piene d’efficienti Confraternite e Schole
dotate di buone rendite e capaci di carità sociale … Consacrò tre nuove
chiese in Città: Sant’Agostino nel Sestiere di San Polo(1691),
San Beneto(1692) e Santa Maria Zobenigo(1700)
nel Sestiere di San Marco… Stabilì che i futuri Preti non dovevano essere più
preparati nelle Parrocchie d’origine, bensì nel Seminario seguendo appositi studi
regolari,e prese atto della difficile situazione d’indisciplina delle
4.000 Monache Veneziane, tentando come i suoi predecessori di porvi
rimedio e riformarle … ma senza riuscirvi.
Notate le sue capacità e la sua caparbietà,Clemente
XI nel 1696 lo trasferì a Brescia: città notoriamente agitata dalle
inquietudini religiose del Quietismo e del Giansenismo giunti
da Oltreconfine. Bàdoer,
come da carattere, si scagliò subito contro Piccinino,
che dalla Svizzera aveva introdotto idee e libelli eretici in Italia, e indusse
il Quietista Giuseppe
Beccarelli a pubblica abiura nel 1710 ...Per quel suo
atteggiamento instancabile ed esemplare, già pochi mesi dopo Bàdoer venne
nominato Cardinale,
ma quel suo “indefesso
prodigarsi per la causa più della Chiesa che di Dio” gli
costò la Salute, al punto tale che colto da febbre se ne morì in dieci giorni
nel 1714.
Quando morì si presentarono per la sua successione ben
14 candidati: solo tre erano Ecclesiastici, mentre 11 erano Laici-non
Preti che appetivano non poco alla significativa e pingue carica
di Patriarca di Venezia. Venne, infatti, scelto ed eletto il Laico
Francesco Vendramin: un moderato amico di Papa Paolo V,
ma amico anche del Servita Fra Paolo Sarpi notoriamente allergico
al “controllo Romano” che il Papa intendeva imporre a Venezia …
Non era accaduto a caso l’interdetto Papale su Venezia del 1606.
Un altro Bàdoer
… Pietro di Andrea abitava ricco, ambizioso, potente e molto in vista nella
Contrada di San Stin a Venezia. Fin da giovanissimo occupò
importanti Uffici della Serenissima, ma: “mirava al massimo e alle
posizioni più alte del corpo dello Stato Serenissimo” ... Anche
per questo giunse a sposare Filippa Gradenigo: nipote del Doge
Bartolomeo ... Gli cadde però il mondo addosso a fine 1360, perchè venne
denunciato al Consiglio dei Dieci:“per certe parole turpi
pronunziate quand'era Duca a Candia contro l'onore della Signoria"
... All’epoca, Candia era nota per i suoi fatti eversivi e le
tendenze separatiste dei Nobili Coloni Veneziani lì residenti ...
Imprudente, Bàdoer aveva dato una festa a palazzo vantandosi d’essere
amico di Marin Faliero il famoso“traditore della Patria”… Non l’avesse mai fatto !
La Serenissima nei
suoi Nobili componenti andò a pensare subito che anche Bàdoer aspirasse
a divenire in qualche modo "Signore" di Venezia ... Quindi:
“detto e fatto”, incaricò Marino Grimani Duca dell'isola in
quel momento: d’indagare sui fatti. Non venne a galla nulla però, quindi si
decise di soprasedere ... La figura e il prestigio del Bàdoer però
risultarono del tutto compromessi, al punto tale che verso la fine del 1362 finì
ricercato a Mestre, e in seguito: bandito in perpetuo in contumacia
da Venezia e da ogni territorio del Ducato … Era finito del tutto in basso: “Quando
venne scovato a Padova nascosto presso Prosdocimo da Brazolo, gli fu intimato
di lasciare la Città entro quindici giorni.” ... Storia bruttissima …
Da quel momento in poi, per Bàdoer fu tutto un ulteriore precipitare ... A poco
gli valse la riduzione della pena ottenuta dalla NobilDonna moglie.
S’era rotto anche il rapporto con lei, al punto tale che Bàdoer tentò
per ben quattro volte di avvelenarla con l'arsenico ... Aveva perso del tutto la
testa … Venne allora bandito una seconda volta, e da allora girovagò per
l'Italia dimentico di Venezia, unendosi con Simonetta donna anconitana,
dalla quale ebbe due figlie, ed era ancora incinta quando morì … Del vecchio Nobile
Bàdoer Veneziano sembrava non essere rimasto più nulla … La legittima moglie
se ne andò a morire in solitudine nel Monastero di San Lorenzo a Venezia
... Nei due testamenti lasciati da Bàdoer: lasciò quel che gli rimaneva
del patrimonio agli "irregolari di poco conto” entrati nella
sua vita: a Simonetto figlio naturale, alle figlie di Simonetta,
e a una certa Fioruzza sposata chissà quando e dove … Non si
trova alcun accenno alla Nobile moglie Filippa, né tantomeno a
Venezia ... Lasciò scritto solo di voler essere portato in Laguna e sepolto ai Frari
... Trista storia di un Bàdoer meno fortunato.
Alvise figlio di Arrigo Bàdoer, invece, iniziò verso il 1483 comeAvvocato dei Prigionieri e Fiscaledelle Corti di Palazzo.Presto divenne esperto e famoso, tanto da venire soprannominato: “Principe degli Oratori Veneziani”… E accadde a ragione, perché Bàdoer senza peli sulla lingua accusò e fece condannare per malversazione e peculato diversi uomini autorevoli:Polo Nani Provveditore Generale in Campo e genero del Doge Agostino Barbarigo, ad esempio, per il quale propose la pena capitale. Accuse fioccarono anche per Francesco Gritti Pagatore in Campo, e per Giovanni Vitturi Provveditore in Puglia... Si tremava a Venezia quando entrava in scena Alvise Bàdoer. Ricomparve nel 1537 come Senatore Ordinario fautore della Lega con l'Imperatore contro i Turchi che avevano attaccato Corfù. I Consigli della Repubblica erano divisi in due partiti: uno che intendeva ad ogni costo ottenere la pace col Turco per dedicarsi quindi alle “cose e agli interessi di Terraferma”… L’altro partito, invece, era certo di voler conservare ilDominio Marittimo della Serenissima, e quindi di dare la botta definitiva ai Turchi ... Bàdoer si schierò col secondo partito, che formava la maggioranza in Collegio, ma si optò per ottenere la pace col Turco inviando proprio lui come Ambasciatore a Costantinopoli.
Il Senato aveva in mente un piano preciso: offrire ai Turchi una pensione annua da 4.000-8.000 zecchini, e un’indennità di guerra di 300.000 ducati dilazionata il più possibile, in cambio di Nauplia e Malvasia da loro richieste ... Si sarebbe potuto cedere anche le isole diTine e Nasso, ma chiedendo in cambio le Isole di Paro, Nanfio, Stampalia, Amorgo e Scarpantodove i Patrizi Veneti avevano proprietà ed interessi ... Badòer inoltre avrebbe potuto offrire donativi personali per ingraziarsi i Pascià e il Sultano fino a 80.000 ducati. Si sarebbe inoltre richiesto d’importare il grano turco, visto che Venezia languiva in preda a una brutta carestia ... Strada facendo, Bàdoer ricevette anche l’ordine di cedere Nauplia e Malvasiain caso d’estremo bisogno ... Le cose però andarono diversamente, perché iSegretari del Consiglio dei Dieci e del Senato: Costantino e Nicolò Cavazza vendettero i propositi segreti della Serenissima all'Ambasciatore di Francia, che li girò a suo volta al Sultano in persona. I Turchi quindi erano preparati: avevano l’asso nella manica, in quanto sapevano in anticipo le intenzioni di Venezia.
Accolsero quindi Bàdoer con mille
pretese avendo ben chiari i suoi programmi … Inutilmente l’Ambasciatore Bàdoer
provò ad offrire progressive indennità da 100.000 zecchini in su … Giunto a
350.000, finalmente i Turchi sembrarono commuoversi, e sentito il Sultano,
chiesero ancora di più: comprese Nauplia e Malvasia ...
Aggiunsero perfino che qualsiasi offerta avesse fatto Bàdoer sarebbe stata
inutile e insufficienza senza la cessione delle due isole, e che in tal caso si
sarebbero interrotti del tutto i colloqui ... Bàdoer quindi fu
indotto a cedere dopo mesi di trattative, e il Senato Veneziano stesso approvò:
si concessero le due isole insieme a un sostanzioso pagamento di 300.000 ducati.
La firma sulla “pace vergognosa” giunse a inizio ottobre 1540, e
con quella a Venezia rimasero solo Parga e l'isola di Tine ...cioè
quasi niente. Tutto venne sottoscritto e avvalorato ufficialmente dal Senato
Veneziano il 20 novembre, e finì così l’ennesima guerra col Turco … E Bàdoer
?
A Venezia finì in disgrazia,
inviso ai Patrizi e impopolare a tutti … Ignari del tradimento che era accaduto,
s’imputava a lui d’aver ceduto malamente alle pretese dei Turchi… In realtà la Serenissima era stata venduta. Nell’occasione, spuntarono fuori
anche gli animosi Sindaci di Dalmazia: Francesco Pisani e Andrea Loredan,
che iniziarono ad accusare Bàdoer di malversazioni durante il suo Provveditorato
in Dalmazia ... Bàdoer quindi: non solo non venne rieletto in Senato, ma
se ne decretò anche l’arresto ... Non gli rimase che rimanere a Costantinopoli,
da dove tornò a Venezia solo due anni dopo. Giunto in Laguna, andò dritto a far
relazione in Senato e al Consiglio dei Dieci, e
come da suo modo: dichiarò apertamente che i Turchi erano stati informati in
anticipo da agenti Francesi … e che Venezia quindi era stata aggirata e venduta
da qualcuno ... Partì allora l’inchiesta, ed emersero subito le connivenze e il
tradimento dei due Segretari Veneziani ... Erano però trascorsi
due lunghi anni dai fatti … Alla fine Bàdoer venne assolto, e
caddero anche le accuse circa il Provveditorato in Dalmazia…
Rimase però nei Veneziani quell’alone scuro e di sospetto verso di lui, per via
di quella “Pace infausta” che aveva realizzato col Turco ...
Povero Bàdoer.
Nella seconda metà del 1500, un altro Bàdoer: Giacomo“uomo di vivissimo ingegno e molta dottrina … ma di corrotti costumi” aderì con entusiasmo alle nuove idee della Riforma Protestante. Per questo si trasferì ad esercitare la Mercatura in Francia, ma intuito la scarsa valenza politico-economica di tale scelta, si ricredette tornando a schierarsi dalla parte dei Gesuiti Cattolici. Divenne così confidente del Confessore di Enrico IV di cui ottenne la fiducia, e corrispondente epistolare del famoso Fra Paolo Sarpi dei Serviti di Venezia ... I Riformati ovviamente non la presero bene, non perdonandogli la defezione, perciò iniziarono a insultarlo e a perseguitarlo pubblicando feroci libelli contro di lui ... Stanco di tutto questo, Bàdoer se ne tornò nel 1611 in Italia, dove se rimase tra Venezia e Roma cercando favori, protezioni e nuove esperienze ... Un altro Bàdoer malleabile, duttile e multitaschin …
Federico Bàdoer, ancora: fu l’erudito veneziano che fondò a casa sua l’Accademia della Fama nel 1558. Raccolse attorno a se stesso un centinaio di uomini illustri, fra cui il poeta Domenico Venier, Giustiniano e Alvise Bàdoer, Paolo Manuzio, Alvise Mocenigo e Bernardo Tasso ... Gran belle teste, uomini dalla notevole cultura … e anche buone forchette gaudenti … Finì, infatti, con l’indebitarsi per migliaia di ducati, e col cercare aiuti economici da persone che la Serenissima considerava sospette … Finì quindi denunciato, arrestato e processato: “per le fraudi commese col Duca di Brusnewick noto Protestante stabilitosi in Venezia, et altre pratiche disoneste verso la Repubblica”.
Come andò a finire la questione ? … Essendo Nobile, e soprattutto “di qual gran risma di Nobilhomeni !”, finì assolto e liberato dall’Interdizione dai Pubblici Uffizi … potè anche continuare a partecipare alle sedute del Senato ... ma l’Accademia della Fama non venne più riaperta e non si riebbe più ... Fine di una singolare esperienza.
Un omonimo Francesco
Bàdoer nacque da Andrea e da Paola Contarini nell’estate 1570. Comparve
sul palcoscenico Veneziano ricoprendo per diverse volte l’incarico di Savio
agli Ordini… Aveva solo 26 anni … A 33 fu eletto Podestà di
Vicenza, ma pochi mesi dopo il Consiglio dei Dieci gli
intimò di presentarsi immediatamente alle Prigioni di San Marco…
Che era successo ?
Con Piero
Pellegrini Segretario dello stesso Consiglio dei Dieci, era accusato d’essersi
recato più volte a visitare una Monaca “Bianca” del Convento di San
Daniele di Castello a Venezia: "desinando in compagnia de
altri, et de Monache nel Parlatorio scuro entrandovi dalla parte della Cantina"… Secondo le testimonianze: era rimasto nel Monastero per giorni e giorni,
anche quando doveva starsene a Vicenza a fare il Podestà.
Venne imprigionato
allora insieme al Pellegrini fino a metà settembre, quando dopo
quattro votazioni incerte andate: “patta” venne finalmente assolto
con un solo voto favorevole in più dello stesso Consiglio dei Dieci.
Potè così tornarsene a Vicenza, dove rimase a fare il Podestà fino a metà 1605
... Poi scomparve del tutto dallo scenario Veneziano rimanendosene completamente
in disparte ... Venne rispolverato e “riemerse” poi all’improvviso:
quando venne scelto e nominato Ambasciatore Straordinario per Firenze
nel 1609 ... Cosimo II era succeduto a Ferdinando I de'
Medici: perciò serviva un rappresentante di Venezia che andasse ad omaggiarlo
e a fargli gli auguri ... Toccò a Bàdoer, che partì dalle Lagune
con un numerosissimo e pomposo seguito a rimorchio … Dopo il festone a Firenze,
se ne ritornò in Laguna, dove fece la sua comparsa in Senato presentando una forbita
relazione “copiata in tutto e per tutto dagli addetti ai lavori”… Infine: tornò a scomparire per sempre un’altra volta, e non se ne seppe più
nulla ... Fine di un’altra storia dei Bàdoer.
Ancora un’altra ? Si … dai … Perché no ? … Visto che siete qua.
Personaggio
interessante e curioso fu di certo Barbaro Giacomo Bàdoer figlio di
Francesco e Lucia Valaresso. Pur essendo riuscito a soli vent'anni ad
accedere al Maggior Consiglio tramite il meccanismo della “Balla
d'Oro”, preferì fin da subito la carriera marittima di Uomo di Mare
e assiduo combattente per Venezia piuttosto che “la corsa alle Cariche
Pubblice”. S’imbarcò quindi nel 1643 su una Galea come “Nobile
Balestriere di poppa”, e due anni dopo, quando iniziò la Guerra
di Candia, divenne subito Sopracomito e Comandante di Galea
della squadra Veneziana che andò a difendere l'isola ... Quando i Turchi
assediarono a sorpresa Canea, Bàdoer accorse subito con le Galee
del Capitano Giorgio Morosini e di Caterino Corner. Forzarono il blocco
dei Turchi, e portarono soccorsi, uomini e munizioni alla città assediata … Bàdoer
si oppose inoltre a lungo alla resa proposta dal Provveditore Antonio
Navagero. Verso fine agosto però, i Veneziani furono costretti ad arrendersi,
e le tre Galee con Bàdoer, rimaste solo con un terzo dell’equipaggio, dovettero
per forza andare a rifugiarsi a Suda ... Furono sconfitti
insomma.
Storia diversa,
invece, nel 1646, quando lo stesso Bàdoer divenne Capitano della Squadra
di Candia partecipando a diverse imprese e alla battaglia di Nasso
del 1651, durante la quale catturò un vascello Turco. Come Capitano delle
Galeazze della Flotta Veneziana, partecipò due anni dopo alla spedizione
capitanata da Leonardo Foscolo a Rodi. Durante l’assedio inutile
di Malvasia, fu proprio Bàdoer a bombardarla conquistandone il Forte
... Andò bene anche nell’autunno 1654 nelle acque di Milo, quando
su ordine del Provveditore Generale Francesco Morosini, Bàdoer
partì al comando di due Galeazze, quattro Galee e una nave conquistando in due
giorni l'Isola di Egina ... Lì rimase per tutto l'inverno, poi
giunta la primavera e la buona stagione adatta a navigare, rase al suolo la
fortezza dell’isola e ripartì unendosi alla Flotta Veneziana diretta a conquistare
Volo ... In giugno dello stesso anno, Bàdoer non partecipò alla Battaglia
dei Dardanelli, perché il Provveditore Morosini lo spedì
a inseguire alcune Galee Barbaresche, che però riuscirono a sfuggirgli
... A inizio 1656 Bàdoer venne nominato Provveditore d'Armata:
cosa importante … Perciò in maggio andò a bloccare i Turchi ai Dardanelli
guidando la Flotta Veneziana comandata dal Capitano Generale Lorenzo
Marcello. Non pago di tutto questo, il mese dopo Bàdoer passò lo stretto
attaccando i Turchi e vincendoli ... Il Capitano Marcello però cadde
in combattimento, e il comando dell'Armata passò proprio a Bàdoer, che ordinò subito
di attaccare ulteriormente i Turchi, d’incendiarne le navi, e d’inseguirli
anche lungo la costa e sulle spiagge. A fine battaglia i Turchi avevano perso 58
navi … i Veneziani solo 3.
Ma come capitava spesso in quei frangenti storici, le alleanze fra gli schieramenti Cristiani risultarono labili. Se c’era poco da guadagnare la maggior parte si defilava … Infatti: il Priore delle sette Galee Maltesi abbandonò il campo di battaglia e Venezia perché non aveva ricevuto abbastanza bottino … Inoltre c’erano dissidi e vedute diverse fra Bàdoer e Antonio Barbaro Capitano del Golfo, che pretendeva di liberare subito Candia dai Turchi ... Bàdoer, invece: era più prudente, preferiva temporeggiare rimanendo a bloccarli ai Dardanelli. Intendeva così impedire ai Turchi di ricongiungersi col resto della loro Flotta per poi attaccare Candia ... Era avveduto Bàdoer, infatti: prima dell’inverno conquistò le isole di Tenedo e Lemno trasformandole in stabili presidi Veneziani di difesa ... E giunse quindi l’inverno, durante il quale Bàdoer passò il comando della Flotta al Capitano Generale Lazzaro Mocenigo tornando a fare il Provveditore d'Armata. Con Mocenigo, Bàdoer partecipò alla battaglia di Scio(1657) distruggendo alcune navi Turche, catturandone altre quattro, e mettendone in fuga altre ancora … e salvando Antonio Barbaro(suo antagonista e denigratore), che era finito in mezzo al fuoco incrociato delle navi Turche ... Bàdoer partecipò poi alla distruzione di Suazick, e in luglio, quando l'Armata Veneta rinforzata da Galee Maltesi e Pontificie venne assalita a sorpresa per tre giorni dai Turchi ai Dardanelli, Bàdoer distrusse e catturò cinque Galee e cinque Maòne sbaragliando l’intera “armata sottile” Turca, e impedendole di andare a congiungersi col resto delle Navi Turche di Rodi ... Attaccò poi altri cinque Galee Turche catturandone una, e spingendo le rimanenti a cercare scampo lungo la costa. Nel combattimento il Capitano Generale Mocenigo saltò per aria insieme alla sua Galea colpito dalle batterie costiere del Turchi: s’era avvicinato troppo ai Forti Costieri inseguendo le loro navi ... Bàdoer dovette allora riprendere un’altra volta il comando della Flotta Veneziana, mentre l’intera operazione passò sotto la guida del Comandante Pontificio Giovanni Bichi… Costui ordinò subito di ripiegare “in quanto avevano poche scorte d'acqua dolce a bordo”… Stranissima spiegazione ! … In realtà intendeva abbandonare i combattimenti … Solo Bàdoer voleva continuare a inseguire i Turchi, ma non gli riuscì la cosa per via dell’efficacia delle batterie costiere che lo cannoneggiavano ... Dovette allora accontentarsi d’incendiare un paio di navi Turche che s’erano incagliate, ma il giorno seguente l’intera Armata Cristiana ripiegò su Tenedo lasciando Bàdoer da solo ... Morì pochi giorni dopo ... Strano ! direte … Stava benone … Avvelenato ? … Sembra proprio di si.
Come ultima espressione significativa della tempra del Bàdoer, per testamento lasciò alla Repubblica Veneziana: 7.000 ducati, che la stessa Serenissima gli aveva restituito ... Li veva anticipati di tasca propria per pagare alcuni ex Galeotti rimasti a combattere con la Flotta Veneziana… Che storia da Bàdoer ! … anche se col finale triste.
E niente … Mi fermo
qua per questa volta, in quanto non si potrà mai riassumere a sufficienza e con
poche parole le grandi epopee di certi Veneziani ... I Nobili Bàdoer
epici lo sono stati di sicuro.