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“Ti xè pièn come un Badoèr”

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#unacuriositàvenezianapervolta 355

“Ti xè pièn come un Badoèr”

Quando a Venezia si transita per San Polo e Calle della Lacca, si va verso la Schola Granda di San Giovanni Evangelista passando per forza sotto al portichetto dove esiste tutt’oggi l’antico Ospizio Bàdoer ... C’è ancora, anche se quasi invisibile. 

E’ curioso notare, che per secoli quella zona di Venezia è stata la “Cittadella dei Nobili Badoer” ... Non tutti ne sono a conoscenza: quando un tempo si varcava da una parte o dall’altra quell’accesso, si entrava nell’area cintata e privata di Cà Badoer, che oltre ad avere il mirabile Palazzo: la “Cà”(la casa) di Famiglia, aveva anche una propria chiesa, giardini, l’Ospizio per i poveri, l’antica Schola dei Battuti di San Giovanni Evangelista, e perfino un singolarissimo Cimitero Coperto Verticale: opera unica nel suo genere a Venezia, con tanto di “Arche (sepolture) inarpegàe sui muri”, cioè sovrapposte una sull’altra sulle pareti.

Il Clan dei Badoer era insomma un po’ il Patròn: “il Paròn de tutto in Contrada” , erano una specie di antesignani “Bos” Veneziani ... Non che fossero gli unici in Laguna, perché tante zone di Venezia erano in mano e gestiti da Casati Nobiliari o Monasteri più o meno prestigiosi e potenti … Andate a vedere … Bastava, ad esempio, calcare solo pochi passi oltre la zona dei Bàdoer, che s’incappava subito in un altro “mostro sacro” altrettanto importante e potente: la Cà Granda dei Frari in mano ai Frati Minori Francescani ... Tutt’altra curiosissima storia quella della Cà Granda dei Frari, che fatalità sembra sia sorta proprio sopra all’antico “Lacus Badovarius”(cioè dei Bàdoer): un’area paludosa che gli stessi Nobili regalarono ai Frati per costruirvi sopra chiesa e convento all’inizio della loro presenza in zona.

I Bàdoer quindi sono stati insieme ad altri Nobili Casati generosi finanziatori e fondatori di diversi grandi e famosi Monasteri Veneziani. Oltre alla Cà Granda dei Frati, fecero sorgere e crescere, ad esempio, il Monastero Benedettino di San Giorgio Maggiore in Isola: forse il “principale” dei Monasteri Veneziani.


Dicevo della “Cittadella dei Bàdoer” con l’Ospizietto Badoer… Sentite alcune delle “Regole” dettate dagli stessi Bàdoer: “padroni e Governatori” dell’Ospizio:“Dovrà cadauna Povera che aspirasse al beneficio dell’Ospitale presentare, spettando l’elezione nel solo caso di morte di alcuna Povera al solo Nobile Prior , presentare la fede di Povertà, di buoni costumi, ed infine quella del suo Battesimo, e ciò in ordine alle leggi della Nobile Famiglia del 1402 marzo 21, senza delle quali non potrà essere eletta nè dal Cancelliere investita.”

“Resta espressamente proibito a cadauna delle Povere di rinunziare ad altre la Camera di cui sono investite, in pena di perdere le camere stesse e benefici relativi.”

“Non potranno le Povere suddette e neanche la Superiora portarsi fuori di Venezia, se prima non riceveranno dai Nobilissimi Prior e Presidenti la licenza sottoscritta da almeno due di essi, e nella quale dovranno essere espressi il numero dei giorni che staranno fuori dell’Ospitale, dove saranno per trasferirsi, nonchè i motivi del loro allontanamento, qual licenza dovrà essere ancora firmata dal Cancellier nostro e registrata nel Capitolare; in pena a quelle che contravenissero di soggiacere a quanto si è detto sopra.”

“Resta assolutamente proibito alle Povere di tener conversazioni d’uomini nell’Ospitale, o molto meno l’ingresso di essi in tempo di notte, di che grado e condizione si sia, neppure col titolo di parentela; in pena come sopra.”

“Sono incaricate tutte le Povere di trovarsi ogni giorno alla prima Ave-Maria delle ore ventiquattro italiane nell’Ospedale, restandogli l’obbligo alla Superiora di dover ogni sera unire le suddette facendole intervenire alla recita del Santo Rosario in benefizio e vantaggio della Nobile Famiglia benefattrice, e delle Anime de’ loro Morti, dopo il che non potranno sortire dall’Ospitale sino alla susseguente mattina, dopo l’Ave-Maria del giorno non potendo neppure la Superiora conceder alcuna licenza; in pena come sopra; ed inoltre alla Superiora divenire dimessa dal carico, ancorchè non avesse compiuto il corso del biennio.”

“S’intenderà costantemente vietato a tutte le Povere di questo Ospizio l’abuso già introdotto di prendersi seco nelle rispettive loro Camere in cui esse solo sono l’investite, altra donna, di che età essere si voglia, riservando non ostante in qualche estraordinario caso di malattia, in cui la caritatevole assistenza che tra di esse devono prestarsi non fosse sufficiente al bisogno, nel qual caso dovranno rivolgersi alla Superiora e farne la ricerca di potersi prendere una donna in loro Compagnia, sempre per altro durante la malattia dovendo poi la Superiora render conto alli Nobilissimi Priore e Presidenti ad ogni richiesta loro di tali accordate licenze; e ciò sotto le pene come sopra …”

“Sarà finalmente precipuo dovere della Superiora nel giorno primo di Genaro di caduno anno di unire tutte le Povere dell’Ospizio, ed alle stesse rileggere a chiara intelligenza li Capitoli, onde non possono mai infingere ignoranza, come pure di riferirsi alle stesse in tutti li casi che succederanno sostituzioni di Povere, al qual fine gli verrà rilasciata una copia simile, in pena alla Superiora ad arbitrio delli Nobilissimi Prior e Presidenti.”

Curioso vero ? … Sapeste quante cose accaddero dentro a quell’Ospizietto tipicamente Veneziano, e quante lotte e scontri vi furono fra il Priore dell’Ospizio e la stessa Famiglia Badoer per decidere e sapere a chi spettassero ogni volta le eccedenze delle rendite legate allo stesso Ospizio: al Priore ? … ai Presidenti ? … alle Ospiti, o agli stessi Nobili Badoer ?

Sempre i soldi di mezzo vero ? … In ogni epoca … Già: sempre così … il solito “magna magna” insaziabile … Un po’ come oggi: non è cambiato molto nel governare la società e il bene pubblico: “Il Lupo perde il pelo ma non il vizio”… Sarò anche pessimista, ma sembra che l’Umanità non abbia mai imparato niente dai proprio errori … Ma è questa la Storia … Ha sempre funzionato così.

Il primitivo Ospizio-Priorato dei Bàdoer venne istituito e costruito nel lontanissimo 970 sia per Devozione Munifica dei Nobili Bàdoer, che per dare ospitalità e mantenere“in nètto e conso” dodiciPoverette Veneziane. I già di loro ricchi e potenti Bàdoer volevano ben apparire sul palcoscenico Veneziano, perciò misero a disposizione fin da subito un fondo di 6.000 ducati annui per mantenere e conservare l’Ospizio e la vicina chiesetta data in gestione a ben 4 Religiosi. Col tempo poi, quella liquidità iniziale venne investita e incrementata trasformandosi in una rendita annuale di 4.000 Lire Venete amministrate ovviamente dagli stessi Bàdoer ... Grandi affaristi per indole familiare: quasi un marchio genetico di famiglia.

Furono, infatti, i Bàdoer a tenersi la facoltà di scegliere ed eleggere il Cappellano dell’Ospizio“con obbligo di Messa Quotidiana per le Ospiti … che però non erano tenute a parteciparvi per forza”… Così com’erano ancora i Bàdoer a nominare la Superiora, cioè la Priora delle Ospitidell’Ospizietto ... Ad ogni Ospite Povera veniva consegnata una camera, e assicurati 20 soldi giornalieri ... Le donne avevano l’obbligo di rientrare nell’Ospizio prima del tramonto, e di recitare quotidianamente il Santo Rosario nello spazio comune “dell’Oratorietto di Sopra”, che sorgeva sopra al portico dell’attuale Calle della Lacca ... Lì i Badoer collocarono anche una preziosissima Santa Reliquia del Corpo di San Donato Martire importata direttamente dall’Oriente, dove i Bàdoer erano soliti bazzicare e commerciare.

La planimetria dell’Ospizietto a cavallo della pubblica Calle, era ed è rimasta essenziale e semplice: un pianoterra di magazzini individuali delle donne, e al primo piano l’ampia sala centrale comune da dove si sviluppano ancora oggi due allineamenti laterali di stanzette individuali: ciascuna col suo focolare e la canna fumaria autonoma (visibile ancora oggi sui tetti dell’Ospiezietto).

Sulla bifora architravata dell’Ospizio sopra alla Calle, è incisa e visibile ancora oggi un’iscrizione a caratteri gotici che recita: “MCCCCIIII (1414) … IN TEMPO DEL EGREGIO E NOBEL HOMO MIS NICOLO' BADOER PRIOR, FO QUESTO LUOGO DEL MESE DE AGOSTO PRINCIPIATA QUESTA FABRICA E COMPIUDA DI BENI DELA SCUOLA DI BATUDI DE MISSIER SAN ZUANE EVANGELISTA PER LA CONCESSION FATA A LA DITA SCUOLA PER LO DITO MISSIER LO PRIOR DE L'HOSPEDAL ET DELA RIVA CHE HERA SOTO LA CAXA DELA DITA SCUOLA”.

Vetustissimi documenti ricordano, che già nel 1373: Zana moglie di Marco Zane lasciò denaro per testamento perché si comprassero camicie “per le povere dell’Ospedal de San Zuan Evangelista”.

Fino al 1582 il Priore dell’Ospizio eletto a vita doveva essere per forza un Bàdoer… Toccava a lui di provvedere a sue spese il cibo per “le ricoverate”, e di fornire a ciascuna i sei ducati annui “di spettànza”.

Non furono sempre “rose e fiori” nella “cittadella” dei Bàdoer Veneziani ... A un certo punto, e per diverse volte in seguito, la loro stessa “Creatura” gli si rivoltò contro pungendoli negli interessi economici … Succedeva spesso a Venezia. I Bàdoer nella “Cittadella” intendevano comandare soltanto loro: facendo“alto e basso”, e “senza che nessuno osasse metter bècco nei loro affari”… Famosa fu la controversia di fine 1400 fra: Bàdoer, Confraternita dei Battuti di San Giovanni Evangelista, Preti e Patriarchi di Venezia.

Non riusciva a fermarli quasi nessuno i Bàdoer… Intendevano essere liberi di fare tutto ciò che volevano … L’anziano Patriarca Maffeo Girardo venne chiamato nel 1491 a giudicare una lite tra la Schola Granda-Confraternita e il Patròn dei Bàdoer ...  In primavera finirono tutti a processo … La Schola pretendeva il diritto di celebrare Messe ed altri “Divina Officia” dentro alla propria sede quanto voleva ... Il Priore Giovanni Alvise Badoer, invece: voleva che tutte le funzioni, Funerali compresi, si dovessero celebrare in esclusiva dentro alla  chiesa di famiglia dei Bàdoer … Era tutto suo no ? … Soprattutto: ogni elemosina raccolta durante tutte le Funzioni spettava a lui e alla Famiglia … non alla Confraternita.

Ancora i soldi di mezzo … Sempre quelli … E te pareva ?

Il Patriarca di Venezia si schierò (ovviamente) dalla parte dei Bàdoer arrivando ad ammonire i Confratelli della Schola: “Sotto pena di escomunication non dobbiate far celebrar Messa da basso in Schuola, ne far Officii da Morti, e similmente femo tale commandamento ai Pretti, che sotto pena d’escomunication non debbano celebrar ne officiar ut supra”.

Finita lì ?

Macchè ! … I Confratelli della Schola si rivolsero allora alla Serenissima chiedendo il permesso di costruirsi una chiesetta indipendente dai Badoer … Come andò a finire ? … Con un compromesso che accontentò tutti: chiesetta nuova per i Confratelli, e Funzioni da Morto e tutto il resto anche nella vecchia chiesa dei Bàdoer … E le elemosine ? … Entrambe le parti vennero invitate a spartirsele “in santa pace” accontentandosi … o ci avrebbe pensato la Serenissima a sistemare le cose a modo suo ... e pace fu fatta fra Schola e Bàdoer.

Pensate ! … Nel 1740 l’Ospizietto Bàdoer era ancora attivissimo: vivo e vegeto e funzionante dopo secoli ... I Bàdoer, infatti, hanno sempre continuato ad avere grandi rendite, e non solo da beni immobili posseduti a Venezia ... Non mancavano affatto di capitali e patrimoni … La gestione “dell’Ospizietto dellePovere”: era robetta per loro ... semplice “gesto di Carità”, che però poteva tornare utile alla Famiglia  … perlomeno nel momento fatidico del temibilissimo “Giudizio Finale dell’Esistenza”  A Venezia si credeva ancora ad ogni livello sociale, e non poco, a “certe cose” ritenute irrinunciabili“Valori”.

Nel 1804, dopo la storica caduta della Serenissima, i sette ex Nobili Badoer superstiti, nonostante i gravosissimi salassi attuati da Francesi e Austriaci, che si erano impossessati quasi di tutto, continuavano ancora a pagare per il mantenimento della Fabbrica di San Giovanni Evangelista… Pagavano ancora anche la tassa di “Luminaria della Schola del Santissimo” della stessa chiesa dell’ex Cittadella dei Bàdoer, e continuavano ancora incredibilmente ad approvare e revisionare i: "Capitoli ed obblighi da essere inviolabilmente osservati dalle Povere dell'Ospitale di San Giovanni Evangelista Juspatronato della Nobile Famiglia Priorato-Badoer".

Davvero inossidabili i Bàdoer !

Nel 1834-40, nonostante tutte le soppressioni e gli incameramenti di patrimoni attuati dai vari Governi succeduti a Venezia, l’Ospizietto Bàdoer dava ancora ricovero e ospitalità, e 13 lire mensili a 12 Femmine di più di 40 anni: “Oltre alle stanze, le donne dovrebbero ricevere anche i 20 Soldi pattuiti … ma ne percepiscono solo 15 !” si lamentava Prè Zambelli Rettore della chiesa di San Giovanni Evangelista e Priore dell’Ospizio Bàdoer.

In quegli stessi anni: Rizzardo Bàdoer penultimo erede di quegli che erano stati i “SuperNobili Bàdoer”, continuava non solo a reggere le sorti della Nobile Famiglia, ma anche quelle della Schola Granda di San Giovanni Evangelista, e di quella che era stata la “Cittadella Bàdoer del Sestiere di San Polo”… E lo faceva nonostante che i Francesi col loro Demanio avessero spogliato gli ambienti e la Schola di ogni cosa minacciando di radere tutto al suolo se non si fosse consegnato fino all’ultimo spicciolo.

Ancora verso metà secolo, il Rettore Don Aurelio Lischiutta, scelto ed eletto sempre dai Bàdoer, fece costruire in chiesa sul luogo della Cappella dei Morti (su indicazione dei Bàdoer ovviamente): un nuovo Altare in legno dorato a specchiera con ben 12 ripiani dove si dovevano ostendere più di Trenta Santissime Reliquie insieme al Corpo di San Donato Martire recuperato dalla “sala comune” del vicino Ospizio Bàdoer (l’aggeggio a specchiera è visibile ancora oggi).

La Famiglia Bàdoer non s’arrendeva mai … Non c’era “straniero ed estraneo” che potesse fermarla ... Per tradizione volevano continuare a fornire ai Veneziani: “Nuove Iniziative Devote” che indirettamente non avrebbero mancato di portare qualche buona elemosina utile “alla causa del Casato”… ma questo non si doveva dire, doveva apparire come cosa secondaria, anche se non lo era affatto.

Fu così, che fra 1872 e 1885 venne costruita in chiesa anche la Cappella della Madonna di Lourdes collocandovi degli ex-voto provenienti dalla grotta omonima originale. Si volle così rilanciare a Venezia una nuova intensa e partecipata Devozione alla Madonna di Lourdes, che facesse capo proprio alla chiesa dei Bàdoer.

Erano di sicuro altri tempi, e c’era di certo un’altra sensibilità sociale e religiosa … ma i Veneziani di allora accorsero di frequente e in gran numero, e come si auspicava: piovvero abbondanti elemosine ... Soldi ancora !

Infatti: il Rettore Don Lasciutta, oltre che Prete, si dimostrò anche buon affarista, perché negli stessi anni non si fece scrupolo d’intentare causa con due Avvocati contro il Conte e NobillHomo Pier Giustinian Bàdoer… suo “datore di lavoro”… che secondo lui gli doveva molti soldi per via delle numerose Onoranze e Funzioni che aveva celebrato senza sosta nella Chiesa dei Bàdoer.

Anche le “Cose del Cielo” avevano un prezzo … No ? … Mica tutto doveva essere sempre e solo dei Bàdoer ?

Finchè Pier Giustinian Bàdoer… ultimo Bàdoer, si scocciò di tutta quella faccenda, e consegnò nel 1885 l'OspissioBàdoer con tutto il resto alla "Congregazione di Carità di Venezia" aggiungendovi un piccolo capitale in beneficenza. I Bàdoer rinunciarono così ad ogni pretesa della Famiglia su: Ospizietto, Chiesa, Schola Granda, Cimitero e tutto il resto ... Finì così un’epoca ... e la Cittadella Bàdoer in Venezia non esistette più.

Nel 1972 le Suore di Nevers che vennero inviate ad occupare quanto lasciato libero dai Bàdoer, trasformarono tutti gli ambienti nel Collegio Femminile di Santa Caterina… Ma visto che non riuscivano a far quadrare i conti, vendettero tutto all’Università di Architettura di Venezia, e abbandonarono del tutto la Città Lagunare.

La Curia Patriarcale si attivò immediatamente per non perdere l’occasione di racimolare qualcosa ... Provò a vendere l’organo dell’organaro Giovanni Battista Piaggia del 1760, insieme alla Cantoria in marmorino del Massari a una parrocchia di Mestre ... Ma non le riuscì l’affare per via dell’eccessiva spesa preventivata per smontare e trasportare tutto da Venezia alla Terraferma … Provò allora a vendere l’intera chiesa alla stessa Università, consigliandola di trasformarla in Aula Magna… Ma anche questa idea non procurò i sperati introiti, per cui la chiesa venne ceduta in gestione alla riavviata Schola Grande di San Giovanni Evangelista.

Oggi l'ex Ospissietto un tempo dei Clarissimi Bàdoer: è ancora là … con le sue 13 camerette … Dipende dall’I.R.E. di Venezia e dalla Casa di Ricovero dei Santi Giovanni e Paolo ... A osservarlo trabocca ancora di Storia e storie: è un altro spicchietto singolare di autentica Venezianità.

Come avete quindi bene inteso, i Bàdoer di Venezia non sono stati affatto poco cosa … Sono davvero interessanti e curiose le vicende e le memorie che li riguardano ... A Venezia c’è stato perfino un tempo in cui si vociferava che i Bàdoer volessero prendersi tutta Venezia allargando a dismisura la loro “Cittadella”. Erano davvero tanto danarosi e potenti, tanto che si diceva in giro per tutta la Laguna e oltre: “Ti xè pien come un Badoèr !” ad indicare qualcuno che era straricco e superdotato in ogni senso.

I Bàdoer era detti anche “i Longhi”, forse perché esistevano a Venezia da tempi immemori: quasi da sempre … Erano giunti in Laguna forse da Pavia, o dall’Ungheria come Badovàri: “Vetustissima quanto nobile famiglie che per sottrarsi dal furore di Attila e dei Barbari venne insieme a parecchie altre ad annidarsi nelle Venete Lagune … Furono fra i primi a godere del Seggio Ducale”.

Quando il “Bizantineggiante” Paoluccio Anafesto venne eletto ad Eraclea come primo Doge della futura Serenissima: i Bàdoer, secondo le Cronache: erano presenti … Erano considerati discendenti e imparentati con i Parteciaci o Partecipazio: Casato che aveva avuto un gran numero di Dogi lungo i secoli ... Orso II Partecipazio, ad esempio, era detto: “Paurètta”, ma anche: “Baduàrio” … Insomma i Bàdoer erano fra “i Nobili più Nobili”, fra i Casati più ricchi, affermati e potenti di Venezia.

Infatti: ottennero presto in concessione dalla Serenissima l’intera area Veneziana che si estende ancora oggi da Cà Balbi fino al Ponte de la Latte, scavalca il Rio de San Zuane Evangelista, e sbocca in Rio Marin a cavallo dei Sestieri di San Polo e Santa Croxe ... Erano più o meno questi i confini della “Cittadella Bàdoer” di cui vi dicevo … Già nel 1170 Marco Bàdoer veniva considerato Priore Secolare di tutta la zona. Quelli erano tempi Veneziani in cui s’inanellavano invidie e discordie con furibondi scontri fra Clan di Famiglie e Casati contrapposti ... C’erano intensi contatti e scambi politico-economici, e grandi giri e spedizioni commerciali che andavano in tutta la Pianura Padana, oltre le Alpi, e fino a Costantinopoli e nell’Oriente, che ben presto divenne il “nemico da affrontare con la Crociata”.

Nei Nobili Casati come in quello dei Bàdoer, si primeggiava fra fratelli, quando Doge e Principi erano anche Consoli Imperiali o Protospadari Bizzantini ... Erano ancora tempi in cui in Laguna: si arrestavano e costringevano i Dogi all’autodeposizione, obbligandoli a farsi Clericus o Monaco da qualche parte: tipo nell’Isola di San Giorgio Maggiore, o a Sant’Ilario di Fusina… Era meglio tagliarsi barba e capelli, e indossare in fretta spartani abiti da Monaco piuttosto che vedersi tagliare la testa … Si alternavano le congiure di Palazzo, si usava avvelenare e spedire prigionieri in pasto a Re: “La Morte a volte veniva considerata felice soccorso liberatorio da una vita ridotta solo a sventure”.

“Venezia neonata” rivaleggiava con Ravenna, Aquileia, Grado e Comacchio… La Sede Ducale passò a Rialto quando bruciò e affondò Malamocco, e si bonificò Dorsoduro creando nuovi spazi e banchine del Porto dove s’insediarono altri Veneziani con i loro operosi lavori e affari … S’iniziò anche a mettere in scena San Marco col suo Mito impastandolo con Pietà e suggestioni antiche, ma anche con patrimoni, Sacre Reliquie, e marmi e ricchezze importate dai saccheggi realizzati in Oriente. Si mescolarono insieme: guerre, beneficenze, Penitenze, Pellegrini, e prospettive per l’Aldilà ... Ovviamente niente era dato “a gratis”: tutto aveva un prezzo, e c’erano Regole Sante a cui ci si doveva attenere … pena: il Giudizio e la Dannazione dell’Inferno, oltre che furiose batoste inferte dalla Società Civico-Religiosa ai trasgressori.

Dentro a tutta quella specie di gran calderone storico in gran ebollizione e fermento: c’erano i Bàdoer, che si muovevano a loro agio dimostrandosi spesso “doubleface”, cioè capaci d’essere tutto e il contrario di tutto. Di volta in volta, infatti, si sono schierati a favore della Serenissima con tutto ciò che significava, ma anche contro di lei. Si misero cioè dalla parte della Spagna, o della Lega e dell’Imperatore contro i Turchi, o si fecero negoziatori di pace col Sultano.  Furono assidui rappresentanti plenifiduciari della Repubblica di San Marcom, ma anchecongiurati contro Venezia e spioni segreti del Papa, oltre che suoi Abati, Cardinali, Vescovi e Patriarchi.

Nell’ingegnoso marchingegno ideato dalla Serenissma, i Bàdoer sono stati un po’ di tutto: Savi del Consiglio, Avogadori da Comun, Duchi, Generali, Procuratori, Podestà, Rettori e Capitani di città, Magistrati, Ambasciatori, membri del Consiglio dei Dieci, Senatori e Governatori delle Entratedella Serenissima… Ma non solo … Sono stati anche valenti Umanisti, Scrittori, Dottori, abili Oratori, spavaldi e furbi Mercanti, incredibili Uomini di Mare, e valorosi Guerrieri.

Provate, ad esempio, a mettere gli occhi sul “Libro dei Conti di Giacomo Bàdoer” famoso Mercantee Agente Commissario della Famiglia a Costantinopoli  … Rimarrete a bocca aperta !  

Jachomo o Jacopo o Giacomo dal 1403 teneva meticolosamente il suo “Libro”anche per conto di molti altri Mercanti Veneziani. Scriveva nel 1438: “Al nome de Dio e del bon guadagno, Libro de mi Jachomo Badoer del viazo da Costantinopoli, nel quel luogo zunsi a di 2 setenbre 1436 a mezo zorno chon le Galie del Chapetanio Misier Piero Contarini … Pani bale 8 de raxon de Misier Piero Michiel per la mità, e de Jeronimo e de mi Jachomo Badoer per l’altra mità, dixe esser pani 66 de qual ne sono pani 48 bastardi averti e pani 18 bastardi seradi, recevudi per le galie chapetanio Misier Lorenzo Minio, diè dar a di 2 hottobre per el commerchio … spese de merchandia … nolo … boleta e chortexia ai Barcharuoi e a quei de la porta … Chamali … Sansaria … hostelazo 4.505 Perperi x per carati 6 …”

Quasi tutta la “mercandìa” citata venne venduta “al retorno della Muda delle Galee” a Ser Nicholò Da la Chola attraverso la mediazione del Sensèr Mastro Zorzi per 889 e 290 Pèrperi:“ovver barattada con Joxep Salia Zudio de Pani de più raxon, per pani 4 de grana tramite el Senser Pulixoto Xudio anca li par 246 Pèrperi, e po ancora per Pèrperi 482 e 334 … con Zuan Zen tramite el Senser Maistro Pietro Zimador con pagamento a termine al ritorno delle Galee ... ancora per barato fato con Miser Lunardo Spinola tramite el Senser Zorzi da Gavi e con Joxep Satia Zudio … Una chassa pani 2 di cui 1 bastardo furono venduti a un Bulgaro tramite el Senser Todorin Zimador … a un Vlacho, e il 9 zener 1439 per Andrea Chimano e Michali Chatafiorti per 5 pani bastardi averti con termine “al zònzer de le Galie” tramite el Senser Todorin per perperi 496 ...”

Favoloso leggerlo ! … Si svela un’epoca e un modo e un mondo tutto Veneziano d’essere d’altri tempi.

Un Orso Bàdoer, invece, partecipò alla rivolta capitanata dai Coloprini attestandosi presso l'Adige pronto a bloccare l’intera Laguna Veneziana ai tempi della congiura del 1310 di Bajamonte Tiepolo. I Bàdoer considerati a torto di sponda Guelfa vennero coinvolti, e Badoero o Baldovino Bàdoer finì condannato a morte … Viceversa: un altro Bàdoer Enrico perse 3 navi con 300 uomini armati a sue spese durante l’assedio di Naupatto, dove venne fatto prigioniero dai Turchi per due anni. Davvero sfigato fu quel Bàdoer, perchè mentre era prigioniero, casa sua in Contrada dei Santi Apostoli a Venezia venne distrutta da un violento incendio … E ancora: un NobilHomo Bàdoer venne tirato a coda di cavallo, gli venne tagliata la lingua e un orecchio, e fu poi decapitato e squartato nel 1557 “per ordine del Consiglio dei Dieci … perché avendo giocato e perso li dinari, iniziò a bestemmiare e ferì l’immagine di Maria Vergine”…. Proprio un Bàdoer ? … Che erano “così devoti e di chiesa” tanto che le costruivano ... La Storia è Storia: è andata così.

Alla radice di tutto, per i Bàdoer c’era sempre il benessere, l’interesse e il successo del loro ambiziosissimo Clan Familiare. Si diceva di loro: “I Bàdoer badano solo a se stessi: stanno con tutti e con nessuno, non guardano in faccia ad alcuno, refrattari anche alle scomuniche, al successo e alla carriera pur d’inseguire gli scopi e le convinzioni della Famiglia.” ... Verso metà 1500: Zuan Alvise  Bàdoer viaggiava come Patronus Galearum Flandrie onorando le “patrie economie”, ma a sua detta: “primariamente gli interessi della Famiglia … Perché conta solo chi ha li denari.”

Dai documenti storici si evince che i Bàdoer erano quasi maniacali nella gestione del patrimonio, ticchignosi e avidi … Viceversa: erano prodighi fino all’ossessione, esaltati e quasi euforici nel cercare il prestigio e il successo ... Realizzarono tantissimo: non solo a Venezia, in Laguna e nella Campagna Veneta, ma anche sul mercato Mediterraneo e Internazionale …  Badoère nella Terraferma Veneta è stata un po’ la loro “creatura esemplare”: inventata bonificando le ampie aree paludose e infruttuose delle Corti Polesanedel Rovigotto: “I Bàdoer furono dei veri e propri leader, manager, e abilissimi finanziatori e imprenditori ... Lo sfarzo di Villa Badoer di Fratta Polesine lo conferma … Sapevano vedere in prospettiva e trasparenza dove gli altri non fiutavano neanche vagamente le opportunità.”

Non furono quindi comuni Mercadanti, né semplici Nobili da Contrada: “Ti xè pièn come un Badoèr” si diceva spesso riferendosi a loro. Non veniva detto a caso.

Un Leone d’oro e d’argento spiccava sul loro stemma-blasone … Parlava chiaro circa le intenzioni rampanti, quasi aggressorie della Famiglia, che credeva fermamente nel successo delle proprie imprese: “Bàdoer, Badoèri, Badoàri, Badovàri: tutti affaristi fin al midollo … Anca: avidi, ruffiani e vogliosi de presenziar e primeggiar su stàltri ... I Badoèri xè potenti e ricchi, intraprendenti … ma anca prepotenti ... I se fa strada sgomitando, e difendendo co le ònge (unghie) e i denti e so ròbe, ma anche quelle che podaria in qualche modo deventar sòe (sue) ... I xè anca gran baruffanti, che vol affermarse ad ogni costo: co e bone o le cattive maniere … I Bàdoer usa sia Verità che Sotterfugio, i sta da una parte, ma anca dalla parte opposta a seconda dell’opportunità.”

Il Clan Bàdoer si divideva sostanzialmente in otto Rami basilari: i Bàdoer della Cittadella di San Giovanni Evangelista di cui si è detto, i Bàdoer di San Tomà, e quelli di San Giacomo dell’Orio: tutti vicini e interlacciati fra loro … Un altro Ramo importante dei Bàdoer stava a San Bartolomeo di Rialto a un passo dall’Emporio Realtino. Altri nuclei Bàdoer abitavano e facevano affari poco distante nelle centrali Contrade di San Luca, Santo Stefano, San Lio e San Salvador… C’erano poi i Bàdoer di San Pantalon, della Maddalena a Cannaregio, e i Bàdoer da Spinale che abitavano Spinalonga, cioè: la Giudecca, come forse i Bàdoer Noèl, uno dei quali si recò a Verona a nome di Venezia dall’Imperatore Ottone II per rinnovare gli accordi tra Venezia e il Sacro Romano Impero.

Nel 1250 circa, i Bàdoer di San Giacomo di Luprio si trasferirono in parte a Santa Giustina nel Sestiere di Castello dall’altra parte della città. Lì divennero una delle famiglie più ricche e influenti di Venezia, imparentandosi con i Nobili Dandolo, Michiel e Gradenigo e con gli estinti Ziani di cui ereditarono buona parte dell’ingente patrimonio ... Per avere un’idea di chi erano i Bàdoer, si vada a vedere lo sfarzo e la bellezza della Cappella Bàdoer-Giustinian in San Francesco VignaI Bàdoer avevano numerosi possedimenti a Venezia, Murano e Chioggia, e terre e vigne a Pellestrina e Malamocco... Fuori di Venezia alcuni Bàdoer si legarono in parentela con gli Altavilla e gli Estensi, e soprattutto con i Nobili Da Peraga di cui Marino Bàdoer sposò Balzanella, e con i Nobili Da Lendinara che permisero loro di mettere le mani su beni di Lendinara stessa, e di aver giurisdizione sul Castello nell'alto Polesine, nonché sulla Villa di Cinto e su buona parte dei Colli Euganei.

I Bàdoer vennero ritenuti a lungo fra i maggiori proprietari terrieri di Venezia … Giovanni Bàdoer prima e Marco Bàdoer dopo, avevano proprietà con "terre, domus, vinee, nemora, prata, pascua, decime, iura decimationum, aque, molendina et paludes" sia nel Vicentino che nel Padovano: a Gorgo, Martorigo, Mirano, Roncomorello e San Martino, sulla riva sinistra del Brenta, soprattutto a Borbiago dove sorgeva il Càstrum dei Bàdoer: vero e proprio centro operativo di riferimento ... Sia Bàdoer che l'Ospedale della Schola Granda di San Giovanni di Venezia(pertinenza Bàdoer), facevano grandi affari gestendo anche le terre del confinante Monastero di Sant’Ilario di Fusina che s’era affidato a loro “nelle economie”.

Nel Trevigiano i Bàdoer dicevano di possedere “poca cosa”… Già: davvero una miseria … Avevano proprietà a: Strà, Peraga, Bottenigo, Fiesso e Fossalovara, boschi a Oriago e alla Bastìa di Mirano, Morelle, San Bruson, Montagnana, 200-300 campi di bosco a Loreggia, e mulini sul fiume Musestre e sul basso corso del Sile, dove c’erano i mulini degli Ziani con cui s’erano imparentati ... Per non farsi mancare nulla, nel Ferrarese i Bàdoer disponevano di beni allodiali a Massa Fiscaglia, e terre, vigne, poste da pecore, osterie, fornaci e casali a Trisigallo di Ferrara città di cui furono anche Podestà … Avevano beni persino a Capua nel Casertano, ben lontano da Venezia, dove Marco Bàdoer con la moglie Marchesina Ziani furono investiti di un feudo da Carlo I d'Angiò, che li nominò anche: “Miles”.

Capirete quindi perché Serenissima, Nobili, Maggior Consiglio e Mercanti di Venezia tendevano sempre la mano e facevano sorrisi, riverenze e l’occhiolino ai Casati come quello dei Bàdoer. Erano quelli come loro a suggerire le direzioni del Mercato, e da loro la Serenissima finiva spesso per dipendere e farsi finanziare e indirizzare: Orso Bàdoer e Pietro Rosolo comandarono la spedizione navale di Venezia contro i Narentani al tempo del Doge Pietro III CandianoPetrus Badovàrio fu tra i Mercanti Veneziani sottoscrittori di un decreto che vietava la tratta-compravendita degli schiavi … e c’erano i Bàdoer fra coloro che indussero lo Stato Veneziano a concedere grani per la semina, legna, pietre e calce "pro suis laboreriis" agli "habentibus terras et possessiones extra Venecias" ... cioè a se stessi.

Anche le donne Bàdoer, seppure in misura più contenuta e diversa, non mancarono di far parlare non poco di se stesse ... Donata Bàdoer fu la moglie di Marco Polo, e ci furono in giro per la Laguna diverse Badesse Bàdoer, che ne combinarono un po’ di tutti i colori, mentre altre Bàdoer come Corona e Cherubina Bàdoer stavano fra le 28 “Mùneghe Professe da Coro e Messa” del Monastero diSanta Caterina di Mazzorbo sotto la Badessa Benedetta Michiel ... Vi stupirà forse, ma a volte certe Monache non sapevano nè leggere nè scrivere, e firmavano con una croce ai piedi dei documenti, ma gestivano con estrema acutezza affari, risorse e patrimoni presenti ovunque … anche dall’altra parte del Mondo di allora.

Andriana Bàdoer passò da un matrimonio scandaloso a un Processo per Stregoneria. Il Nobile Marco Dandolo l’aveva sposata a Santa Maria Formosa per legare “il suo nome celebre” a quello non meno celebre dei Bàdoer. Nel 1576 Andriana viveva “da cortigiana”, ed era una delle poche rimaste della categoria dopo l’ennesimo passaggio della pestilenza che aveva decimato ancora una volta mezza Venezia ... Andriana in realtà: non era Nobile, ma figlia di un servitore dei Bàdoer ... Per questo l’avvenimento a Venezia fece gran scalpore facendo gridare allo scandalo. Nel mondo della Serenissima la Nobiltà aveva le sue esplicite o taciute regole a cui tutti dovevano attenersi ... I Bàdoer si permettevano di sovvertirle.

Andriana aveva avuto l’occasione d’accalappiare il Nobile Dandolo, e non se l’era fatto scappare. Scoppiò un putiferio in Città … Furono quelli dello stesso Casato dei Bàdoer col “Prete di Casa” a mettere in giro le prime maldicenze e sospetti sui due, e su quella sospetta pseudoacquisizione Nobiliare, che in realtà non c’era stata ... Ad Andriana mancava la cosa principale: cioè d’essere Nobile vera di sangue e blasone.

Subito dopo si schierò a difesa del buon nome e del prestigio dei Bàdoer: il potente Guardiano dei Frati della Cà Grande dei Frari, che s’inventò d’esorcizzare la donna accusandola d’essere “spiritàda”“Pèxo el tacòn del bùso”: pure lui finì dentro al trambusto e ai pettegolezzi, finchè venne accusato pubblicamente d’aver venduto lui stesso “ostie consacrate” all’Andriana: “per far riti Satanici”.  

Sbucarono testimoni da ogni parte … Qualche serva dei Bàdoer recuperò perfino ostie profanate da Andriana portandole al Nobile Dandolo perché le vedesse ed esaminasse: “L’Andriana invoca el Diabolus !” si diceva ovunque in giro per Venezia … per cui… ovvio … non mancò d’attivarsi l’Inquisizione Veneziana.

Alcuni Gondolieri e Barcaroli de Casàda se ne vennero fuori col dire d’averla vista vagare nottetempo per Cimiteri: “A dissotterrar ossi da Morto, par usarli in lugubri e loschi maneggi” ... Le cuoche di Marco Dandolo sostennero che l’Andriana bolliva quegli ossi intrugliando pozioni e distillati ... L’avevano vista procurarsi il sangue dei decapitati in Piazza San Marco, col quale aveva fatto filtri d'amore per stregare il NobilHomo Marco: “L’è unaStrix !” dicevano … Insomma: una Strega che sapeva fare anche Sortilegi.

Lo confermò clamorosamente anche il Conte Avogadro, dicendo che sua moglie era morta per colpa dell’Andriana Bàdoer che l'aveva stregata ... Tutti sapevano, in verità, che l’Andriana era stata poco disponibile a soddisfare le voglie dell’Avogadro. Per questo era risentito contro di lei … Ma dirlo era una cosa ... provarlo, invece, era tutt’altro che facile … Andriana venne allora denunciata ufficialmente al Patriarca di Venezia, e s’avviò l’immancabile indagine col processo.

Dalle indagine emerse presto che le testimonianze di Serve, Barcaroli e Gondolieri erano false, prezzolate e contradditorie … La moglie del libidinoso Conte Avogadro era di certo morta, ma per normalissima malattia ... Andriana venne assolta e data per innocente. L’Inquisizione Veneziana l’obbligò solo a veniali Penitenze: “per il fatto d’aver trafficato con Ostie Consacrate, che aveva comprato e profanato con riti strambi”, e l’Andriana se ne andò a vivere tranquillamente col suo Nobile Marco Dandolo, che divenne Rettore di Feltre.

I Bàdoer avevano vinto un’altra volta ? ... Si … La cosa a Venezia capitava più che spesso … di continuo.

Nel febbraio 1591 presso i Nobili Bàdoer accadde un altro casino ... Mentre stavano spendendo 400 ducati per costruire il nuovo pavimento della loro chiesa aggiungendovi altre due cappelle, e altre nuove Arche da Morto da affittare, durante i lavori si ruppe un’antica Tomba dei Bàdoer, e le Nobili ossa degli Antenati si sparsero ovunque  per terra ! … Che profanazione ! … Se ne parlò per tutta Venezia.

Nell’occasione, già che c’erano, i Bàdoer rifecero anche l’organo della chiesa, in quanto quello vecchio era tutto mangiato dalla ruggine. Lo suonava Prè Francesco Sponga: organista stipendiato dei Bàdoer, al quale avevano concesso in uso gratuito una delle caxette incluse nella “Cittadella Bàdoer” ... Il Prete Organaro non smetteva mai di lamentarsi: “e perchè gli venivano anteposti altri nel servizio … e del magro stipendio … e della casa troppo piccola che non andava” ... Giunse anche a scrivere una vera e propria lettera di protesta ai Nobili Bàdoer: “Io credo che ognuno di VV.SS.sappia che in pagamento del sonar l’organo in chiesa ed in Scola mi sia stata assegnata la casa dove al presente habito la quale è vecchissima così che piove da tutte le bande … Farò condurre il mio organetto in Schola chiedendo in provisione “un piccolo in più” e un Zago.”

“Spudorato !” si disse in giro: “Con tutto quel che guadagna dai Bàdoer !”

Prete Sponga andò avanti a brontolare per anni, finchè esausti, i Bàdoer lo elessero verso la fine di gennaio 1607: Cappellano della Schola Granda di San Giovanni Evangelista con stipendio di 40 ducati … Prete Sponga allora: si quietò … I soldi erano finalmente abbastanza ... Siamo sempre là con i discorsi: i soldi … sempre quelli.

Accade comunque anche questo dentro “al mirabile Circolo della Nobil Casa dei Bàdoer”.

Già fin da prima del 1000, e durante tutto il 1100-1300 fu sempre intensa e continua l’attività commerciale e fondiaria dei Bàdoer anche al di fuori del Dogado Veneziano ... Nel 1339: quando la Marca Trevigiana passò sotto la Serenissima, i vari Nobili Basadonna, Revedini, Marcello acquisirono ogni Diritto di Macello, Panificazione, Osteria, e Passaggio. Fra loro non potevano mancare i Bàdoer del Ramo di San Moisè, che modificarono il nome del paese di Zeruòl in Badoère dove costruirono sia la chiesa che i “Portici della Barchessa Badoèra o Fabrica del Magnifico Signor Francesco Badoèro in Polesine: a 41 archi e volti per il frequentatissimo Mercato dei Grani del lunedì.

Il piazzale di Badoère ospitava per metà abitazioni, e per l’altra metà altrettante botteghe di Artigiani e Mercanti tutti affacciati a convergere sull’unica piazza poco distante dal Palazzo Dominicale dei Bàdoer apicale a tutto. La Fattoria dei Bàdoer era strategicamente posta sulla sponda di un Ramo dell’Adige: il “Canale Scortico” navigabile attraverso il Canal Bianco e il Po fino a Venezia: La zona di borghi e ville rurali non mancava di risorse da poter sfruttare abilmente: c’erano Fornàse da cotto e pière, e Càve, e canneti, paludi, risorgive, Bùse e Fontanàssi, e diversi mulini con le restère sui fiumi Sile e Zero ... I Bàdoer Paròni de tutto si presentavano puntualmente con i loro Fattori nei giorni pagadòri delle riscossioni, che i Contadini avrebbero voluto cancellare dal Calendario: San Martin, l’Epifania, Pasqua, l’Assunta, la Madonna di Settembre … In quei giorni con i contratti e gli affitti di caxe e terreni, i pagamenti, e le onoranze, piovevano anche gli sfratti, le confische, e i debiti che lievitavano alti fino alle nuvole del Cielo diventando imprendibili per tutti … eccetto che per i Bàdoer.”

Secondo le Cronache locali: “Abitava qui nel 1500 il Nobile Sebastiano Bàdoer che eresse la chiesòla di Sant’Antonio di Padova e ne venne il vocabolo di Badoère ... Ora la gente di questo Colmello anche del 1597 solo a Pasqua frequenta questa chiesa parrochiale, del resto va ai Divini Uffici in Levada: anzi, s’introduce l’opinione che le fosse libero recarsi a piacimento sia alla chiesa di Morgano sia a quella di Levada ... Approfittando di questo Giovanni Badoer che si è acquistato il Diritto di Macello e d’Osteria, onde fu origine il Mercato del Lunedì in Badoère, celebre fino al 1820 … Nel 1640 divisò di costituire una nuova Parrocchiale che avesse il titolo di Santa Giustina Vergine e Martire delle Badoère, stabilendo per la Prebenda del nuovo Curato: 6 campi e Lire 300 investite alla Zecca, e l’obbligo della Messa Giornaliera per il bene di Cà Bàdoer, tranne il martedì … E in circolo vi erano disposti i Portici per quel mercato, i quali se un incendio li distruggeva nel 1768, poco dopo si rifecero nel medesimo ordine ... Nel 1770 fu il lagno che le troppe Messe a Badoère nuocessero alla Parrocchiale anche nelle elemosine … Nel 1792 falliti i Bàdoer e succeduti i Basadonna, la Mansioneria era sospesa … I nuovi proprietari Marcello la rimisero …In questa Parrocchia che costituisce Comune a se e Forania d’Istrana le Anime erano 300 nel 1335 … Ascesero a 1.000 nel 1685, a 1.410 nel 1769, oggi oltrepassano 2.500.”

Villa Bàdoer venne incendiata e distrutta secoli dopo: la sera dell'8 giugno 1920 durante un tumulto contadino delle Leghe Bianche che protestavano contro il Conte Giuseppe Marcello dirigente dell'Associazione Agraria refrattario a qualsiasi riforma del settore.

Curiosità spicciola raccontata nell’estate 1957 dalla“Domenica del Corriere”: Sciame d'api selvatiche si avventano contro i commensali durante un pranzo nuziale a Badoère di Treviso ... Subito dopo la cerimonia nuziale, una coppia di giovani sposi e parecchi invitati si erano raccolti per il pranzo nel cortile della casa appartenente agli agricoltori Luigi Fontebasso e Federico Casarin di Badoère. Ma avevano appena cominciato che improvvisamente apparve uno sciame di api selvatiche che si avventarono contro i commensali. Tutti si diedero alla fuga cercando scampo nella casa. Il pranzo andò a monte e più di venti persone, punte dagli insetti, dovettero ricorrere alle cure dei sanitari di Castelfranco Veneto.”

Ma torniamo ai Bàdoer… Potremmo continuare fino a domani a parlare di loro, perchè punteggiarono con i loro nomi e le loro esperienze ogni epoca della Storia Veneziana ... Nel Casato Bàdoer accadde un po’ di tutto … Difficile riassumerlo in poche righe: servirebbe un’enciclopedia.

Stefano Bàdoer fu Politico e Condottiero nel 1200 … Giovanni Bàdoer oltre ad essere Diplomatico fu anche Poeta … Marino Bàdoer fu Podestà di Padova con proprietà a Mirano e Strà nel 1303Luigi Bàdoer nel 1500 fu Provveditore Generale in Dalmazia e Ambasciatore presso Carlo VAngelo Bàdoer a cavallo fra 1500 e1600 funse da spia contro Venezia scquacquarando notizie al Papa, nonché al servizio della Spagna … Alberto Bàdoer fu Vescovo di CremaGiovanni Alberto Bàdoer di Francesco ed Elena Michiel fu prestigioso Cardinale e Patriarca di Venezia… Nato nel marzo 1649, suo zio Alberto Bàdoer Vescovo di Crema lo volle educare e indirizzare alla vita Ecclesiastica iscrivendolo fin da subito fra i Canonici della sua Cattedrale. Quando morì lo zio, Giovanni Alberto passò a Padova sotto il Cardinale Gregorio Barbarigo, che lo fece Prete conferendogli un Canonicato … Nel 1684, fu il Doge Luigi Contarini a nominarlo Primicerio di San Marco a Venezia affidandogli “la sua chiesa privata con tutte le sue spettanze Veneziane intorno”, e fu quattro anni dopo che il Bàdoer divenne Patriarca della Città Lagunare e Primate della Dalmazia pur senza ottenere la diretta approvazione Papale.

Questo fatto creò non pochi attriti fra Venezia e Roma ... Come sempre la Serenissima intendeva gestire a modo suo le cose.

Bàdoer comunque si lanciò a capofitto nell’opera del suo mandato. Fu di certo un esponente esemplare che incarnò alla perfezione lo spirito e lo stile della Controriforma Cattolica spandendola in tutto il Veneto. Gli “ingredienti” che suggeriva con veemenza erano: “Pietà autentica, vigore di Fede ed energia Pastorale” ... Infatti: “predicò “vigoroso” nelle chiese Veneziane e sulle piazze della Terraferma, portò la Visita Pastorale capillarmente in ogni singola Parrocchia e Monastero, promosse Seminari e Scuole Religiose, e indirizzò tutti verso un’intensa cultura intrisa di Devozione comune, sani principi, e rigidi costumi religiosi … Finanziò inoltre di tasca propria: Missionari, Predicatori e Maestri, e alimentò opere di beneficenza e aiuti ai poveri bisognosi ponendosi come esempio da imitare.”

Sulla scia dei nuovi dettami del Concilio di Trento, dal punto di vista pratico:incrementò la Devozione Eucaristica a Venezia e in Diocesi con l’istituzione obbligatoria in ogni Parrocchia della Schola del Santissimo. Intensificò a Venezia il culto per San Lorenzo Giustiniani, visitò“ad limina” tutte le 70 Parrocchie Cittadine trovandol quasi tutte Collegiate e piene d’efficienti Confraternite e Schole dotate di buone rendite e capaci di carità sociale … Consacrò tre nuove chiese in Città: Sant’Agostino nel Sestiere di San Polo(1691), San Beneto(1692) e Santa Maria Zobenigo(1700) nel Sestiere di San MarcoStabilì che i futuri Preti non dovevano essere più preparati nelle Parrocchie d’origine, bensì nel Seminario seguendo appositi studi regolari,e prese atto della difficile situazione d’indisciplina delle 4.000 Monache Veneziane, tentando come i suoi predecessori di porvi rimedio e riformarle … ma senza riuscirvi.

Notate le sue capacità e la sua caparbietà,Clemente XI nel 1696 lo trasferì a Brescia: città notoriamente agitata dalle inquietudini religiose del Quietismo e del Giansenismo giunti da Oltreconfine. Bàdoer, come da carattere, si scagliò subito contro Piccinino, che dalla Svizzera aveva introdotto idee e libelli eretici in Italia, e indusse il Quietista Giuseppe Beccarelli a pubblica abiura nel 1710 ...Per quel suo atteggiamento instancabile ed esemplare, già pochi mesi dopo Bàdoer venne nominato Cardinale, ma quel suo “indefesso prodigarsi per la causa più della Chiesa che di Dio” gli costò la Salute, al punto tale che colto da febbre se ne morì in dieci giorni nel 1714.

Quando morì si presentarono per la sua successione ben 14 candidati: solo tre erano Ecclesiastici, mentre 11 erano Laici-non Preti che appetivano non poco alla significativa e pingue carica di Patriarca di Venezia. Venne, infatti, scelto ed eletto il Laico Francesco Vendramin: un moderato amico di Papa Paolo V, ma amico anche del Servita Fra Paolo Sarpi notoriamente allergico al “controllo Romano” che il Papa intendeva imporre a Venezia … Non era accaduto a caso l’interdetto Papale su Venezia del 1606.

Un altro Bàdoer … Pietro di Andrea abitava ricco, ambizioso, potente e molto in vista nella Contrada di San Stin a Venezia. Fin da giovanissimo occupò importanti Uffici della Serenissima, ma: “mirava al massimo e alle posizioni più alte del corpo dello Stato Serenissimo” ... Anche per questo giunse a sposare Filippa Gradenigo: nipote del Doge Bartolomeo ... Gli cadde però il mondo addosso a fine 1360, perchè venne denunciato al Consiglio dei Dieci:“per certe parole turpi pronunziate quand'era Duca a Candia contro l'onore della Signoria" ... All’epoca, Candia era nota per i suoi fatti eversivi e le tendenze separatiste dei Nobili Coloni Veneziani lì residenti ... Imprudente, Bàdoer aveva dato una festa a palazzo vantandosi d’essere amico di Marin Faliero il famoso“traditore della Patria”… Non l’avesse mai fatto !

La Serenissima nei suoi Nobili componenti andò a pensare subito che anche Bàdoer aspirasse a divenire in qualche modo "Signore" di Venezia ... Quindi: “detto e fatto”, incaricò Marino Grimani Duca dell'isola in quel momento: d’indagare sui fatti. Non venne a galla nulla però, quindi si decise di soprasedere ... La figura e il prestigio del Bàdoer però risultarono del tutto compromessi, al punto tale che verso la fine del 1362 finì ricercato a Mestre, e in seguito: bandito in perpetuo in contumacia da Venezia e da ogni territorio del Ducato … Era finito del tutto in basso: “Quando venne scovato a Padova nascosto presso Prosdocimo da Brazolo, gli fu intimato di lasciare la Città entro quindici giorni.” ... Storia bruttissima … Da quel momento in poi, per Bàdoer fu tutto un ulteriore precipitare ... A poco gli valse la riduzione della pena ottenuta dalla NobilDonna moglie. S’era rotto anche il rapporto con lei, al punto tale che Bàdoer tentò per ben quattro volte di avvelenarla con l'arsenico ... Aveva perso del tutto la testa … Venne allora bandito una seconda volta, e da allora girovagò per l'Italia dimentico di Venezia, unendosi con Simonetta donna anconitana, dalla quale ebbe due figlie, ed era ancora incinta quando morì … Del vecchio Nobile Bàdoer Veneziano sembrava non essere rimasto più nulla … La legittima moglie se ne andò a morire in solitudine nel Monastero di San Lorenzo a Venezia ... Nei due testamenti lasciati da Bàdoer: lasciò quel che gli rimaneva del patrimonio agli "irregolari di poco conto” entrati nella sua vita: a Simonetto figlio naturale, alle figlie di Simonetta, e a una certa Fioruzza sposata chissà quando e dove … Non si trova alcun accenno alla Nobile moglie Filippa, né tantomeno a Venezia ... Lasciò scritto solo di voler essere portato in Laguna e sepolto ai Frari ... Trista storia di un Bàdoer meno fortunato.

Alvise figlio di Arrigo Bàdoer, invece, iniziò verso il 1483 comeAvvocato dei Prigionieri e Fiscaledelle Corti di Palazzo.Presto divenne esperto e famoso, tanto da venire soprannominato: “Principe degli Oratori Veneziani”… E accadde a ragione, perché Bàdoer senza peli sulla lingua accusò e fece condannare per malversazione e peculato diversi uomini autorevoli:Polo Nani Provveditore Generale in Campo e genero del Doge Agostino Barbarigo, ad esempio, per il quale propose la pena capitale. Accuse fioccarono anche per Francesco Gritti Pagatore in Campo, e per Giovanni Vitturi Provveditore in Puglia...  Si tremava a Venezia quando entrava in scena Alvise Bàdoer. Ricomparve nel 1537 come Senatore Ordinario fautore della Lega con l'Imperatore contro i Turchi che avevano attaccato Corfù. I Consigli della Repubblica erano divisi in due partiti: uno che intendeva ad ogni costo ottenere la pace col Turco per dedicarsi quindi alle “cose e agli interessi di Terraferma”… L’altro partito, invece, era certo di voler conservare ilDominio Marittimo della Serenissima, e quindi di dare la botta definitiva ai Turchi ... Bàdoer si schierò col secondo partito, che formava la maggioranza in Collegio, ma si optò per ottenere la pace col Turco inviando proprio lui come Ambasciatore a Costantinopoli.

Il Senato aveva in mente un piano preciso: offrire ai Turchi una pensione annua da 4.000-8.000 zecchini, e un’indennità di guerra di 300.000 ducati dilazionata il più possibile, in cambio di Nauplia e Malvasia da loro richieste ... Si sarebbe potuto cedere anche le isole diTine e Nasso, ma chiedendo in cambio le Isole di Paro, Nanfio, Stampalia, Amorgo e Scarpantodove i Patrizi Veneti avevano proprietà ed interessi ... Badòer inoltre avrebbe potuto offrire donativi personali per ingraziarsi i Pascià e il Sultano fino a 80.000 ducati. Si sarebbe inoltre richiesto d’importare il grano turco, visto che Venezia languiva in preda a una brutta carestia ...  Strada facendo, Bàdoer ricevette anche l’ordine di cedere Nauplia e Malvasiain caso d’estremo bisogno ... Le cose però andarono diversamente, perché iSegretari del Consiglio dei Dieci e del Senato: Costantino e Nicolò Cavazza vendettero i propositi segreti della Serenissima all'Ambasciatore di Francia, che li girò a suo volta al Sultano in persona. I Turchi quindi erano preparati: avevano l’asso nella manica, in quanto sapevano in anticipo le intenzioni di Venezia.

Accolsero quindi Bàdoer con mille pretese avendo ben chiari i suoi programmi … Inutilmente l’Ambasciatore Bàdoer provò ad offrire progressive indennità da 100.000 zecchini in su … Giunto a 350.000, finalmente i Turchi sembrarono commuoversi, e sentito il Sultano, chiesero ancora di più: comprese Nauplia e Malvasia ... Aggiunsero perfino che qualsiasi offerta avesse fatto Bàdoer sarebbe stata inutile e insufficienza senza la cessione delle due isole, e che in tal caso si sarebbero interrotti del tutto i colloqui ... Bàdoer quindi fu indotto a cedere dopo mesi di trattative, e il Senato Veneziano stesso approvò: si concessero le due isole insieme a un sostanzioso pagamento di 300.000 ducati. La firma sulla “pace vergognosa” giunse a inizio ottobre 1540, e con quella a Venezia rimasero solo Parga e l'isola di Tine ...cioè quasi niente. Tutto venne sottoscritto e avvalorato ufficialmente dal Senato Veneziano il 20 novembre, e finì così l’ennesima guerra col Turco … E Bàdoer ?

A Venezia finì in disgrazia, inviso ai Patrizi e impopolare a tutti … Ignari del tradimento che era accaduto, s’imputava a lui d’aver ceduto malamente alle pretese dei Turchi… In realtà la Serenissima era stata venduta. Nell’occasione, spuntarono fuori anche gli animosi Sindaci di Dalmazia: Francesco Pisani e Andrea Loredan, che iniziarono ad accusare Bàdoer di malversazioni durante il suo Provveditorato in Dalmazia ... Bàdoer quindi: non solo non venne rieletto in Senato, ma se ne decretò anche l’arresto ... Non gli rimase che rimanere a Costantinopoli, da dove tornò a Venezia solo due anni dopo. Giunto in Laguna, andò dritto a far relazione in Senato e al Consiglio dei Dieci, e come da suo modo: dichiarò apertamente che i Turchi erano stati informati in anticipo da agenti Francesi … e che Venezia quindi era stata aggirata e venduta da qualcuno ... Partì allora l’inchiesta, ed emersero subito le connivenze e il tradimento dei due Segretari Veneziani ... Erano però trascorsi due lunghi anni dai fatti … Alla fine Bàdoer venne assolto, e caddero anche le accuse circa il Provveditorato in Dalmazia… Rimase però nei Veneziani quell’alone scuro e di sospetto verso di lui, per via di quella “Pace infausta” che aveva realizzato col Turco ... Povero Bàdoer.

Nella seconda metà del 1500, un altro Bàdoer: Giacomo“uomo di vivissimo ingegno e molta dottrina … ma di corrotti costumi” aderì con entusiasmo alle nuove idee della Riforma Protestante. Per questo si trasferì ad esercitare la Mercatura in Francia, ma intuito la scarsa valenza politico-economica di tale scelta, si ricredette tornando a schierarsi dalla parte dei Gesuiti Cattolici. Divenne così confidente del Confessore di Enrico IV di cui ottenne la fiducia, e corrispondente epistolare del famoso Fra Paolo Sarpi dei Serviti di Venezia ... I Riformati ovviamente non la presero bene, non perdonandogli la defezione, perciò iniziarono a insultarlo e a perseguitarlo pubblicando feroci libelli contro di lui ... Stanco di tutto questo, Bàdoer se ne tornò nel 1611 in Italia, dove se rimase tra Venezia e Roma cercando favori, protezioni e nuove esperienze ... Un altro Bàdoer malleabile, duttile e multitaschin …

Federico Bàdoer, ancora: fu l’erudito veneziano che fondò a casa sua l’Accademia della Fama nel 1558. Raccolse attorno a se stesso un centinaio di uomini illustri, fra cui il poeta Domenico Venier, Giustiniano e Alvise Bàdoer, Paolo Manuzio, Alvise Mocenigo e Bernardo Tasso ... Gran belle teste, uomini dalla notevole cultura … e anche buone forchette gaudenti … Finì, infatti, con l’indebitarsi per migliaia di ducati, e col cercare aiuti economici da persone che la Serenissima considerava sospette … Finì quindi denunciato, arrestato e processato: “per le fraudi commese col Duca di Brusnewick noto Protestante stabilitosi in Venezia, et altre pratiche disoneste verso la Repubblica”.

Come andò a finire la questione ? … Essendo Nobile, e soprattutto “di qual gran risma di Nobilhomeni !”, finì assolto e liberato dall’Interdizione dai Pubblici Uffizi … potè anche continuare a partecipare alle sedute del Senato ... ma l’Accademia della Fama non venne più riaperta e non si riebbe più ... Fine di una singolare esperienza.

Un omonimo Francesco Bàdoer nacque da Andrea e da Paola Contarini nell’estate 1570. Comparve sul palcoscenico Veneziano ricoprendo per diverse volte l’incarico di Savio agli Ordini… Aveva solo 26 anni … A 33 fu eletto Podestà di Vicenza, ma pochi mesi dopo il Consiglio dei Dieci gli intimò di presentarsi immediatamente alle Prigioni di San Marco… Che era successo ?

Con Piero Pellegrini Segretario dello stesso Consiglio dei Dieci, era accusato d’essersi recato più volte a visitare una Monaca “Bianca” del Convento di San Daniele di Castello a Venezia: "desinando in compagnia de altri, et de Monache nel Parlatorio scuro entrandovi dalla parte della Cantina"… Secondo le testimonianze: era rimasto nel Monastero per giorni e giorni, anche quando doveva starsene a Vicenza a fare il Podestà.

Venne imprigionato allora insieme al Pellegrini fino a metà settembre, quando dopo quattro votazioni incerte andate: “patta” venne finalmente assolto con un solo voto favorevole in più dello stesso Consiglio dei Dieci. Potè così tornarsene a Vicenza, dove rimase a fare il Podestà fino a metà 1605 ... Poi scomparve del tutto dallo scenario Veneziano rimanendosene completamente in disparte ... Venne rispolverato e “riemerse” poi all’improvviso: quando venne scelto e nominato Ambasciatore Straordinario per Firenze nel 1609 ... Cosimo II era succeduto a Ferdinando I de' Medici: perciò serviva un rappresentante di Venezia che andasse ad omaggiarlo e a fargli gli auguri ... Toccò a Bàdoer, che partì dalle Lagune con un numerosissimo e pomposo seguito a rimorchio … Dopo il festone a Firenze, se ne ritornò in Laguna, dove fece la sua comparsa in Senato presentando una forbita relazione “copiata in tutto e per tutto dagli addetti ai lavori”… Infine: tornò a scomparire per sempre un’altra volta, e non se ne seppe più nulla ... Fine di un’altra storia dei Bàdoer.

Ancora un’altra ? Si … dai … Perché no ? … Visto che siete qua.

Personaggio interessante e curioso fu di certo Barbaro Giacomo Bàdoer figlio di Francesco e Lucia Valaresso. Pur essendo riuscito a soli vent'anni ad accedere al Maggior Consiglio tramite il meccanismo della “Balla d'Oro”, preferì fin da subito la carriera marittima di Uomo di Mare e assiduo combattente per Venezia piuttosto che “la corsa alle Cariche Pubblice”. S’imbarcò quindi nel 1643 su una Galea come “Nobile Balestriere di poppa”, e due anni dopo, quando iniziò la Guerra di Candia, divenne subito Sopracomito e Comandante di Galea della squadra Veneziana che andò a difendere l'isola ... Quando i Turchi assediarono a sorpresa Canea, Bàdoer accorse subito con le Galee del Capitano Giorgio Morosini e di Caterino Corner. Forzarono il blocco dei Turchi, e portarono soccorsi, uomini e munizioni alla città assediata … Bàdoer si oppose inoltre a lungo alla resa proposta dal Provveditore Antonio Navagero. Verso fine agosto però, i Veneziani furono costretti ad arrendersi, e le tre Galee con Bàdoer, rimaste solo con un terzo dell’equipaggio, dovettero per forza andare a rifugiarsi a Suda ... Furono sconfitti insomma.

Storia diversa, invece, nel 1646, quando lo stesso Bàdoer divenne Capitano della Squadra di Candia partecipando a diverse imprese e alla battaglia di Nasso del 1651, durante la quale catturò un vascello Turco. Come Capitano delle Galeazze della Flotta Veneziana, partecipò due anni dopo alla spedizione capitanata da Leonardo Foscolo a Rodi. Durante l’assedio inutile di Malvasia, fu proprio Bàdoer a bombardarla conquistandone il Forte ... Andò bene anche nell’autunno 1654 nelle acque di Milo, quando su ordine del Provveditore Generale Francesco Morosini, Bàdoer partì al comando di due Galeazze, quattro Galee e una nave conquistando in due giorni l'Isola di Egina ... Lì rimase per tutto l'inverno, poi giunta la primavera e la buona stagione adatta a navigare, rase al suolo la fortezza dell’isola e ripartì unendosi alla Flotta Veneziana diretta a conquistare Volo ... In giugno dello stesso anno, Bàdoer non partecipò alla Battaglia dei Dardanelli, perché il Provveditore Morosini lo spedì a inseguire alcune Galee Barbaresche, che però riuscirono a sfuggirgli ... A inizio 1656 Bàdoer venne nominato Provveditore d'Armata: cosa importante … Perciò in maggio andò a bloccare i Turchi ai Dardanelli guidando la Flotta Veneziana comandata dal Capitano Generale Lorenzo Marcello. Non pago di tutto questo, il mese dopo Bàdoer passò lo stretto attaccando i Turchi e vincendoli ... Il Capitano Marcello però cadde in combattimento, e il comando dell'Armata passò proprio a Bàdoer, che ordinò subito di attaccare ulteriormente i Turchi, d’incendiarne le navi, e d’inseguirli anche lungo la costa e sulle spiagge. A fine battaglia i Turchi avevano perso 58 navi … i Veneziani solo 3.

Ma come capitava spesso in quei frangenti storici, le alleanze fra gli schieramenti Cristiani risultarono labili. Se c’era poco da guadagnare la maggior parte si defilava … Infatti: il Priore delle sette Galee Maltesi abbandonò il campo di battaglia e Venezia perché non aveva ricevuto abbastanza bottino … Inoltre c’erano dissidi e vedute diverse fra Bàdoer e Antonio Barbaro Capitano del Golfo, che pretendeva di liberare subito Candia dai Turchi ... Bàdoer, invece: era più prudente, preferiva temporeggiare rimanendo a bloccarli ai Dardanelli. Intendeva così impedire ai Turchi di ricongiungersi col resto della loro Flotta per poi attaccare Candia ... Era avveduto Bàdoer, infatti:  prima dell’inverno conquistò le isole di Tenedo e Lemno trasformandole in stabili presidi Veneziani di difesa ... E giunse quindi l’inverno, durante il quale Bàdoer passò il comando della Flotta al Capitano Generale Lazzaro Mocenigo tornando a fare il Provveditore d'Armata. Con Mocenigo, Bàdoer partecipò alla battaglia di Scio(1657) distruggendo alcune navi Turche, catturandone altre quattro, e mettendone in fuga altre ancora … e salvando Antonio Barbaro(suo antagonista e denigratore), che era finito in mezzo al fuoco incrociato delle navi Turche ... Bàdoer partecipò poi alla distruzione di Suazick, e in luglio, quando l'Armata Veneta rinforzata da Galee Maltesi e Pontificie venne assalita a sorpresa per tre giorni dai Turchi ai Dardanelli, Bàdoer distrusse e catturò cinque Galee e cinque Maòne sbaragliando l’intera “armata sottile” Turca, e impedendole di andare a congiungersi col resto delle Navi Turche di Rodi ... Attaccò poi altri cinque Galee Turche catturandone una, e spingendo le rimanenti a cercare scampo lungo la costa. Nel combattimento il Capitano Generale Mocenigo saltò per aria insieme alla sua Galea colpito dalle batterie costiere del Turchi: s’era avvicinato troppo ai Forti Costieri inseguendo le loro navi ... Bàdoer dovette allora riprendere un’altra volta il comando della Flotta Veneziana, mentre l’intera operazione passò sotto la guida  del Comandante Pontificio Giovanni Bichi… Costui ordinò subito di ripiegare “in quanto avevano poche scorte d'acqua dolce a bordo”… Stranissima spiegazione ! … In realtà intendeva abbandonare i combattimenti … Solo Bàdoer voleva continuare a inseguire i Turchi, ma non gli riuscì la cosa per via dell’efficacia delle batterie costiere che lo cannoneggiavano ... Dovette allora accontentarsi d’incendiare un paio di navi Turche che s’erano incagliate, ma il giorno seguente l’intera Armata Cristiana ripiegò su Tenedo lasciando Bàdoer da solo ... Morì pochi giorni dopo ... Strano ! direte … Stava benone … Avvelenato ? … Sembra proprio di si.

Come ultima espressione significativa della tempra del Bàdoer, per testamento lasciò alla Repubblica Veneziana: 7.000 ducati, che la stessa Serenissima gli aveva restituito ... Li veva anticipati di tasca propria per pagare alcuni ex Galeotti rimasti a combattere con la Flotta Veneziana… Che storia da Bàdoer ! … anche se col finale triste.

E niente … Mi fermo qua per questa volta, in quanto non si potrà mai riassumere a sufficienza e con poche parole le grandi epopee di certi Veneziani ... I Nobili Bàdoer epici lo sono stati di sicuro.


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