#unacuriositàvenezianapervolta 366
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PAPI VENEZIANI
CASINISTI
Per carità ! … Non si
vada a toccare nessuno. Ci sono stati
Papi “di Venezia” formidabili, grandissimi.Li conosciamo bene: Albino Luciani su tutti, insieme al quale a suo tempo ho deciso che dovevo fare il
Prete … Poi c’è stato l’indimenticabile Papa
Buono, cioè: Giovanni
XXIII, l’ex Patriarca di Venezia Angelo Roncalli … E perché no: ricordiamo anche Papa
Pio X: Giuseppe Melchiorre Sarto, Trevisano di Riese, pure lui Patriarca
di Venezia.
Sono uomini, che hanno
lasciatodi sicuro “una buona
traccia” nella Storia dell’Umanità. Mi piace dire che Albino Luciani un po’ più degli altri è stato un Uomo con la “U” maiuscola: una di quelle
persone ammirevoli che ti lasciano per sempre a bocca aperta.
Veniamo però alla nostra Venezia Serenissima, che ha sempre voluto “mettere lo
zampino sulPapato sentàndosene
(sedendosi)
sul caregòn de Roma”. C’è riuscita più volte: cinque per la precisione, in epoche diverse.
E “Cinque Papi Veneziani Casinisti” ci sono stati … E a ragione secondo me, perché nel cercare di far fare
il Papa si sono fatti prendere la mano, procurando storici quanto grossi
pastrocchi.
Qualcuno mi dirà di
sicuro: “Un Papa non si può dire: casinista.”
Perché no ? … Gli si
potrà dire questo e altro tranquillamente, se avrà evidenziato vistosi e
colpevoli limiti e difetti, e se sarà stato poco coerente col suo scopo, ruolo
e mandato. Se sarà stato un Papa strampalato, poco bravo, e sgaruffato, come si
dotrà definirlo ?
“Uomo
di Dio” lo stesso ? … Ma anche no.
Di certo per alcuni NobiliVeneziani diventare Papa di Roma era un’ottima opportunità. Non solo come scalata politica riuscita, ma
perché si trattava anche di un successo realizzato a discapito di altre potenti
Famiglie Veneziane, Romane o Fiorentine:
storiche dirette concorrenti. Come Papa si poteva mettere direttamente
mano, occhio e controllo su buona parte del Mondo
Economico-Spirituale di allora, che in fondo coincidevano ... Era
un grande affare insomma … Da Papa si sarebbe potuto manovrare tranquillamente
l’Europa, il Mediterraneo e anche qualcos’altro in più ... Crociate,
Concili, Pellegrinaggi, Riforme, Guerre più o meno Sante: non erano solo mezzi d’affermazione Religiosa, ma imponenti business
di grandissima portata economica.
I Veneziani, si sa, avevano un gran fiuto per gli affari … Ed esser Papa: un
grande affare lo era per davvero. Si trattava quindi di un’occasione unica da
non farsi scappare.
Veniamo però ai nomi dei Cinque
Papi Veneziani, quasi sempre offuscati e nascosti dietro al Titolo-nome
Papale ufficiale: Gregorio XII cioè: Angelo Correr; Eugenio IV cioè: Gabriele
Condulmer; Paolo II: il
Nobile Pietro Barbo; Alessandro VIII ossia: Pietro Vito Ottoboni;e
Clemente XIII cioè: Papa Carlo della Torre Rezzonico.
Più Veneziani di così nei nomi ? …Tutti Nobilissimi: “de casàda Veneziana, rampolli Lagunari al 100%”.
Iniziamo col dire che Angelo Correr è stato uno dei pochissimi Papi che hanno saputo rinunciare al ruolo del mitico Soglio
Papale mettendosi in disparte. Lui se ne andò a morire ritirandosi a Recanati nelle Marche ... Meglio così ... Papa
Ratzinger nel recente 2013 non ha fatto nulla di nuovo dando le
dimissioni. Prima di lui, l’avevano già fatto: appunto il Papa Veneziano
598 anni fa, ma anche Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Gregorio VIe Celestino
V che durò come Papa solo cinque mesi nel 1294.
A Venezia Angelo
Correr lo dicevano: “un testa dura, piuttosto ottuso” ...
Incominciamo bene.
Era stato uno dei
tanti intrallazzoni Veneziani: indeciso di carattere, modesto di competenze e
conoscenze giuridiche, non molto abile in politica, ma parecchio disinvolto nel
maneggiare risorse, e zio di Cardinali fra cui Gabriele Condulmer(futuro Eugenio IV)… Il
che non guastava affatto a Venezia.
Già nella
primavera del 1377 il Consiglio dei Pregadi l’aveva raccomandato
a Papa Gregorio XI chiedendogli di affidargli il vacante Decanato
di Corone nel Dominio Veneziano da Mar. Il Papa concesse, e Correr
si prese quell’incarico-beneficio, che si tenne ben stretto anche dopo la successiva
nomina a Vescovo di Negroponte, titolo tolto alla storica
giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli … Correr
fece quindi una rapida carriera ecclesiastica trovandosi fornito di buoni titoli,
ma soprattutto: di robusti introiti economici … Di fatto però: non si era quasi
mosso da Venezia e dalla Laguna.
Poi giunse il 1380,
quando Angelo fece un balzo in avanti: un altro grosso “scatto
di carriera”. Dopo esser stato a
lungo Canonico del potente Capitolo di San Pietro di Castello a Venezia,
sopravanzò tutti e venne eletto Vescovo di tutta Venezia … Incarico
che tradotto in cifre corrispondeva a circa 1.800-1.900 fiorini annui della Camera
Papale… Non tanta roba.
Papa
Urbano VI allora gli conferì anche l’importantissimo
incarico di Collettore dei Tributi Ecclesiastici della Provincia Veneta.
In altre parole: Angelo Correr riscuoteva tributi per il Papa: a Verona,
Vicenza, Padova, nelle aree del Patriarcato di Grado, in Istria, Dalmazia e Albania
... Ecco: adesso s’incominciava a fare sul serio ... Tanta roba.
Angelo Correr
divenne il tramite attraverso il quale il Papa di Roma spillava
quattrini da buona parte d’Europa … compresa Venezia.
La Serenissima non si scompose … Era la normalità … Le cose “in Politica Estera” funzionavano così allora.
Circa dieci d’anni dopo, la stessa Repubblica Veneziana fece presente a Papa Bonifacio IX, che si era resa vacante la carica di Patriarca Latino di Costantinopoli, che tradotta in cifre: valeva 3.450 fiorini annui … Angelo Correr fu scelto per occuparla, e non ebbe di certo difficoltà nell’accettare quell’ulteriore titolarità ... Poi partì finalmente per Roma(1397), dove iniziò a stringere intensi quanto proficui e duraturi rapporti strategici con la Curia Romana, e in particolare con i “grossi calibri della Famiglie e dei Cardinali Romani”: Antonio Caetani,Cosimo Migliorati di Sulmona e numerosi altri.
Fatalità … poco
dopo, uno di loro divenne nuovo Papa con nome di: Innocenzo VII ...Correr quindi, in virtù di quei buoni contatti e rapporti previ, venne
scelto e inviato a Napoli come Nunzio Papale ... Napoli
era:“città turbolenta da controllare”… Poi venne richiamato a
Roma per essere nominato: Governatore della Marca Anconitana e Cardinale-Prete
del titolo di San Marco ... Ancora potere e soldi, altri pingui
benefici da gestire: gli affari andavano a gonfie vele … E“cantar la
Gloria di Dio.”… Quale ?
Infine per Angelo Correr giunse “il momento dei momenti”: quello in cui a sua volta divenne Papa, assumendo il nome di Gregorio XII.
Quando arrivò in Laguna la notizia della sua elezione a Papa, ci fu grande entusiasmo. Era la prima volta che un Veneziano diventava Pontefice Romano. Il neoPapa scrisse in modo affettuoso al Doge Michele Steno, che a sua volta gli rispose soddisfatto e complimentoso augurandosi una stagione di buona collaborazione e sostegno fra Roma e Venezia ... Il Maggior Consiglio inviò a Roma una speciale Legazione di sei Ambasciatori(invece dei soliti quattro), poi addirittura ne inviò otto.
Dopo l’abbrivio
iniziale, Papa Correr chiese al Doge di annullare la norma che
impediva ai Patrizi Veneziani di ricevere incarichi e doni da Papi
e Principi, perchè aveva parecchi parenti, nipoti e amici da sistemare.
C’erano in attesa: Antonio Correr figlio di suo fratello Filippo,
a cui conferì subito il titolo di Vescovo di Modone: isola
strategica del commercio e del Dominio Veneziano. Poi, già che
c’era, gli diede anche il titolo di Vescovo di Bologna con la
prospettiva di diventare Camerlengo Papale … Insomma: si mise in
piedi un Papato tutto targato Correr.
Marco
Correr, infatti, altro nipote del Papa, divenne Rettore
del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, mentre Paolo: il
nipote più giovane, divenne prima: Amministratore di Roma e Provveditore
e Sovrintendente ai Collettori delle Entrate, poi: Rettore di
tutte le Terre della Chiesa tra Todi, Amelia, Terni e Rieti, e Capitanato
GeneraledelleMilizie Pontificie ... E non
fu tutto.
A Gabriele
Condulmer(futuro Papa Eugenio IV): nipote non ancora trentenne,
figlio della sorella del Papa, toccò una veloce quanto impressionante ascesa: Cardinale,
Chierico della Camera Apostolica, Tesoriere e Vescovo di Siena, con
l’incarico di fiducia di rimpinguare al più presto le Casse Papali
rimaste semivuote.
Nella LagunaVeneziana però: le cose presero una piega diversa ... Insoddisfatti forse dal fatto che per Venezia non c’erano stati i tanto auspicati vantaggi, il Consiglio dei Dieci legiferò che dovevano rimanere fuori dai Consigli della Serenissima tutti quelli che erano imparentati col Papa, o che avevano ricevuto o erano in procinto di ottenere Prelature e Benefici da lui ... Indubbiamente: qualcosa s’era rotto fra Venezia e Papa Correr: che avevapreso le distanze dalla Serenissima.
E si giunse così al primo “gran casino storico” realizzato dal Papa Veneziano: i Papi “in ballo” sullo scenario storico divennero: due e poi tre contemporaneamente ... Non era mai successo in tutta la storia dei Papi e della Chiesa, e Gregorio XII Correr fu di certo protagonista indiscusso di quel gran pastrocchio.
Secondo alcuni: accadde tutto “suo malgrado”, secondo altri, invece: “Papa Correre fece tutto consapevolmente”.
In ogni caso, accadde uno dei più grandi “problemi”
dell’intera Storia della Cristianità: lo Scisma d’Occidente, il così detto: “Grande Scisma” che contrappose e
divise per quarant’anni la Chiesa dei Cristiani(dal
1377 al 1417).
Da una parte alcuni
Cardinali si dissociarono da Roma seguendo l’Antipapa nell’Obbedienza Avignonese
in Francia ... Dall’altra: rimasero a Roma i Cardinali
dell’Obbedienza Romana, che morto Urbano VI nel 1389,
si consociarono eleggendo prima Bonifacio IX, e poi Innocenzo
VII nel 1404 ... Sospeso in mezzo fra i due gruppi: rimase appunto
Gregorio XII-Correr indeciso sul da farsi ...O meglio: un suo
disegno ben preciso ce l’aveva … anche se difficilissimo da concretizzare.
Tre Papi in un colpo solo… Non male come colpo storico … Vero ?
Tutti i gruppi vivevano nel timore delle novità, di scontrarsi, d’essere catturati dagli avversari, e soprattutto di perdere i propri preziosi benefici ... All’inizio: in realtà non accadde nulla. Gregorio XII bisognoso di finanze e sostegno nominò altri nuovi Cardinali peggiorando la situazione. Pretese anche che i Cardinali dell’Obbedienza Romana rimanessero a Lucca.
Confusione e
incertezza regnavano sovrane: sette Cardinali lasciarono Lucca in
segreto, e si recarono a negoziare con i Cardinali di Benedetto XIII
cercando un modo per deporre tutti i Papi in carica, ed eleggerne un altro di
nuovo ... Si giunse così nel 1409 al così detto “Conciliabolo di Pisa”…
Risultato ?
Ulteriore peggioramento della situazione generale: oltre alle Obbedienze Romana e Avignonese, s’aggiunse anche l’Obbedienza Pisana.
Vennero convocati allora tre Concili contemporaneamente: a Perpignanonei Pirenei dell’Occitania:Sede di Papa Benedetto XIII di Avignone; a Cividale del Friuli vicino ad Aquileia per i Cardinali dell’Osservanza Romana guidati da Gregorio XII-Correr; e a Pisa per i Padri Conciliari Unitaristi, che dopo undici giorni di discussione deposero i primi due Papi eleggendone un terzo.
Ne venne fuori il
Papa Unitario: Alessandro V, cioè il Cardinale
Pietro
Filargo detto Pietro di Candia ... A Pisa erano
presenti gli Ambasciatori dei Regni Cristiani d’Europa, 4 Patriarchi,
22 Cardinali, 80 Vescovi, 87 Abati,
41 tra Priori e Generali di Ordini Religiosi, 300 Dottori
in Teologia e Diritto, e altri 100 rappresentanti con “procure e
deleghe” di Autorità Ecclesiastiche assenti … Il Papa
Unitario ottenne subito il riconoscimento di: Boemia, Contado
Venassino, Francia, Portogallo, Stati Italiani, Prussia e altri
territori Tedeschi.
Che gran casino !
La vigilia della Festa del Corpus Domini 1409, il Patriarca di Alessandria Simon de Cramaud proclamò a nome dell’intero Sinodo Pisano, che sia Papa Benedetto XIII che Papa Gregorio XII erano: “Scismatici, eretici conclamati, colpevoli di spergiuro e violatori di solenni promesse, in aperto scandalo della Chiesa universale. In conseguenza, essi sono dichiarati indegni del Pontificato Supremo, e sono ipso facto deposti dalle loro funzioni e dignità ed espulsi dalla Chiesa. È proibito loro d'ora in avanti di considerarsi Pontefici Supremi e tutte le iniziative e le promozioni da loro fatte sono da considerarsi nulle. La Santa Sede è dichiarata vacante ed i fedeli sono liberati dalla loro promessa d'obbedienza.”
Insomma: tre-quattro
Papi in contemporanea, e tutti “l’un contro l’altro armato” ...
Tutta colpa, o perlomeno risultato delle manovre fatte o non fatte dal Papa
Veneziano Correr.
Ciascuna delle Tre
Obbedienze,ritenendosi “nel
giusto”, non riconosceva come validi gli altri Concili, perciò
dichiarava gli altri: AntiPapa, Anticristo, Usurpatore del Seggio
Apostolico, Eretico e cose del genere ... In un anacronistico fuoco
incrociato, piovevano scomuniche e minacce da ogni parte.
Fu di certo un
immane scandalo storico, una delle epoche più buie e triste della Storia
della Cristianità e del PapatoCristiano: l’antitesi
della progettualità Cristiana ... come lo sono state le Crociate, le Conquiste
e l’Evangelizzazione del Nuovo Mondo, e altro ancora.
Sia il Veneziano
Gregorio XII che Benedetto XIII non si fecero vedere rimanendo
debitamente lontani da Pisa “temendo di perdere la testa”, nel senso di
vedersela spiccare via dal collo ... Quando, infatti, a metà giugno
arrivarono a Pisa i Delegati di Benedetto XIII vennero accolti
dal Clero Pisano con derisioni, canzonature, insulti e minacce.
Papa Correr:
considerato da molti: “nepotista e pusillanime”
cercò invano di tenersi stretto il “legittimo seggiolone Romano” contando
sull’appoggio del Regno di Napoli, del Re di Polonia e della Baviera
...Anche la Serenissima
gli fece capire di non gradirlo più per via di quella situazione scomoda,
insolita e incresciosa che aveva creato. Era diventato un Papa poco utile e
d’impiccio per Venezia, sia dal punto di vista diplomatico, che politico ed
economico.
A niente servì,
che Papa Correr, in un ultimo colpo di coda furbesco, provasse a
inserire in mezzo ai suoi nuovi 10 Cardinali anche un ennesimo nipote
Veneziano: Angelo Barbarigo. Deposto, isolato, braccato, scomunicato “per
simonia, scandalo, spergiuro e scisma”, Papa Correr scappò
via subito dal Veneto-Friulicol Concilio di Cividale temendo che
la stessa Serenissima lo imprigionasse.
Corse a
rifugiarsi prima dal Principe Carlo
I Malatesta: suo mentore e protettore, che si era recato anche a Pisa
per appoggiarlo e difenderlo. Poi passò da Ladislao di Napoli
provando a opporsi all'avanzata dell'Antipapa Pisano Giovanni XXIII(successore di Alessandro V), che intendeva riprendersi Roma per insediarsi
come Legittimo Nuovo Papa.
Alla fine anche Ladislao
di Napoli e Luigi II d'Angiò passarono dalla parte di Giovanni
XXIII lasciando “il Veneziano”: “solo soletto e del
tutto impotente”.
Fu questa la fine
del primo Papa Veneziano della Storia ... Dopo aver realizzato e
consumato l’immane confusione dello Scisma dei Tre Papi, se ne tornò
di nuovo dal Malatesta: l’unico rimasto dalla sua parte, e si
ritirò a Cesenatico e Rimini, dove rimase, visse e morì come
esule e con le poche rendite di semplice Vescovo di Frascati e Legato Pontificio d’Ancona.
Infine: il Concilio
di Costanza in Germania del 1414-17 rimise a
posto tutto concludendo finalmente lo storico Scisma d’Occidente.
I Tre Papi vennero tutti deposti a favore di Martino V,
ossia Oddone Colonna, che divenne unico Sommo Pontefice
dell’intera Cristianità con sede a Roma … Era l’11 novembre: Festa di San
Martino.
A Venezia
si tirò un sospiro di sollievo … L’epopea di Papa Correr per
fortuna era finalmente terminata.
Ha fatto o no un gran casino quel Papa Veneziano ?
E veniamo al secondo “Papa Veneziano”, cioè a Eugenio IV.
Era il Venezianissimo Gabriele Condulmer, proveniente
da una famiglia popolare Veneziana, diventata nel tempo molto influente essendosi
arricchita con i commerci e la Mercandia. Suo padre Angelo
aveva sposato Bariola di Niccolò Correr,
sorella … fatalità … del malcapitato PapaAngelo Correr
di cui vi ho appena detto.
Insomma: corsi e
ricorsi storici, gira e rigira, si continuava a fare un po’ tutto “in
famiglia”: Gabriele Condulmer era nipote del Papa appena
destituito ... I Veneziani intendevano riprovarci quindi.
Gabriele,
in verità, aveva incominciato bene a Venezia. Sulla scia di una diffusa “austerità
spiritualistica moderata” che si vagheggiava allora all’interno della Nobiltà
Veneziana, e di una certa Riforma Veneziana ipotizzata da
Ludovico Barbo, che aveva già riordinato l’Abbazia Benedettina
di Santa Giustina a Padova, anche Gabriele Condulmer,
normale Prete Secolare all’inizio, visse intense ed esemplari
esperienze pauperistiche e mistiche a San Giorgio in Alga nella Laguna
Veneziana.
Lì nell’Isola
Veneziana, insieme al cugino Antonio
Correr e a Lorenzo Giustiniani: il famoso Santo-Mistico
diventato poi Primo Patriarca di Venezia, aveva dato inizio alla
famosa Congregazione dei Canonici
Regolari di San Giorgio in Alga, che poi s’allargò in tutto il Veneto e
non solo.
Poi Gabriele
si trasformò “per esigenze di famiglia e dello ZioPapa”, divenendo
“perfetto figlio del suo tempo”. Divenne un uomo strampalato,
capace di passare con disinvoltura dalle esperienze mistiche alla gestione “tutta
terrena” del Papato. Quando lo zio Angelo divenne Papa,
i nipoti non ebbero scampo: dovettero convergere subito a Roma promossi ad
importanti cariche Papali. GabrieleCondulmer divenne:
“Governanteesoso e interessato, affamatissimo di terrena
ricchezza e potere”, cioè venne nominato: Protonotario Papale e
Tesoriere di Stato, Vescovo di Siena per contrastare
l'antipapa Benedetto XIII, e Cardinale di San Clemente.
Una miniera di
titoli, di denaro e prestigio, ma anche un motivo di rottura col "Fronte
Romano" durante lo Scisma
d'Occidente.
In altre parole: Condulmer
continuò il “gran casino storico” iniziato dallo ZioPapa divenendo
progressivamente il protagonista assoluto del Conciliarismo, del Concilio
di Basilea, dei vari maneggi con i Cristiani Greci-Ortodossi a
Ferrara, e della prosecuzione dell’annosa guerra col Turco.
Proprio l’elezione
di Gabriele Condulmera Cardinale fu la famosa goccia
che fece traboccare il vaso. Fu in quell’occasione che alcuni Cardinali abbandonarono
il Papa Veneziano Correr unendosi con gli Avignonesi
scontenti, e inventandosi l’idea del Sinodo Conciliatore di Pisa di
cui vi ho già accennato: “Gabriele Condulmer continuò a navigare nelle
acque dello Scisma, della corruzione e dell'Eresia che lo preoccuparono fino
alla morte insieme ai suoi vicini rapaci. Uno dei problemi urgenti che si trovò
ad affrontare fu il controllo di Roma attaccando i Colonna: ricca famiglia che
dominava il Lazio ... Costoro continuarono a fomentare e rimestare torbidi in
città … All’elezione papale seguì un assalto a Castel Sant'Angelo che venne
represso con decisione.”
Per diversi anni Gabriele
Condulmer assecondò e sostenne lo Zio Papa accompagnandolo
nel suo lungo peregrinare e fuggire per mezza Italia. Alla fine rientrò nei
ranghi dell’Ortodossia scegliendo l’Obbedienza al Nuovo Pontefice
Martino V che lo confermò nel suo rango di Cardinale. Quando morì Martino
V, c’era nell’aria l’urgenza di radunare il Concilio
di Basilea, perciò i Cardinali scelsero in fretta un nuovo Papa.
Fu lui: Gabriele
Condulmer, che venne incoronato l'11 marzo 1431 in San Pietro divenendo Eugenio
IV.
Come avrà fatto Condulmer a conquistarsi così in fretta tutte quelle preferenze, e la fiducia incondizionata dei notoriamente riottosi Cardinali Romani ?
Semplicissimo … Condulmer
era furbo, anzi: furbissimo … Perché ancor prima d’essere eletto Papa aveva
firmato in Conclave una Capitolazione Elettorale con la quale
prometteva ai Cardinali di dare loro: metà di tutte le
entrate della Chiesa; di consultarli su ogni questione che la
riguardava, soprattutto nel governo degli Stati Papali; di
nominare altri Cardinali “suggeriti” in proporzioni
rappresentative delle diverse Regioni Ecclesiastiche; di non
trasferire la Curia da Roma; e di non prendere provvedimenti
contro qualcuno di loro senza l'assenso della maggioranza del Sacro
Collegio al quale avrebbe prestato giuramento di assoluta fedeltà.
Il Papa di
Roma, insomma, sarebbe stato una specie di Doge
rappresentativo del potere reale dei Cardinali, ma privo di reale
autorità.
Il Venezianissimo
Papa Condulmer quindi, decretò di fatto la fine del Conciliarismo
determinando la Primazia del Papa di Roma.
Fu
l’anteposizione storica definitiva della Chiesa su Dio, che lo scavalcò nelle
priorità delle cose che contavano per davvero sullo scenario
Europeo-Mediterraneo e Mondiale di allora.
Potrà quasi sembrare
impossibile, ma è stato proprio un Veneziano a “condannare” la
Chiesa ad essere Dea di se stessa mettendo del tutto da parte Dio, pur
mantenendone ufficialmente la facciata di Paladina e Testimone ... Questa,
purtroppo: è la Verità Storica.
All’inizio comunque:“Istallatosi ben saldo sul Soglio di Pietro l’imponente Veneziano Condulmer dall’aspetto fisico massiccio”, con la bolla Papale “Sicut Dudum” del 13 gennaio 1435, Eugenio IV condannò lo schiavismo e le prepotenze esercitate dagli Spagnoli sulle popolazioni delle Isole Canarie appena conquistate. Da Firenze scrisse: "Queste persone devono essere libere completamente e perpetuamente, e devono essere lasciate andare senza estorsione o ricezione di denaro."
Affermazioni
roboanti e scandalose in bocca a un Papa ... I tradizionalmente devoti e
religiosissimi Spagnoli attaccatissimi alla Chiesa di Roma, fecero finta di non
sentire precisando: “Quelli delle Nuove Terre non sono uomini, ma creature non razionali,
una specie di animali che si possono tranquillamente addomesticare.”
Risultato ? … Eugenio IV perse
definitivamente l’appoggio della Spagna ... Papa Condulmer poi
puntò la potente Famiglia Romana dei Colonna ricoperta a piene mani dal
predecessore Martino V con: titoli, rendite, terre e castelli in
abbondanza ... Roma di fatto: dipendeva da loro. Ovviamente Eugenio IV se li
inimicò, tanto che i Colonna progressivamente riuscirono a
sottrargli il controllo della Città fino a costringerlo a scappare lungo il
Tevere su una barchetta a remi travestito da Monaco andandosene in esilio.
Le Cronache
Romane raccontano che la Milizia Comunale inseguì Papa
Condulmer fino a Ostia,
mentre i Romani gli lanciavano pietre dai ponti e dalle le rive … Era maggio 1434 … Fortunosamente il Papa riuscì a
salire su un vascello diretto a Pisa fornitogli da Firenze, dove
andò a rifugiarsi. Da Firenzeper
dieci anni governò lo Stato Pontificio “a distanza” alternandola
con Bologna.
Solo più tardi il
Papa Veneziano riuscì a far marciare Giovanni Vitelleschi Vescovo di Recanati sulla Città
Eterna, riconducendola alla sua Obbedienza con ferocia e numerosi
spargimenti di sangue dei Colonna e dei loro alleati. Vitelleschi
come premio divenne: Patriarca d’Alessandria, Arcivescovo di Firenze e
poi Cardinale, ma nel 1440 Antonio de Rido Castellano di Castel
Sant'Angelo lo fece imprigionare e assassinare “come nemico del
Pontefice” con la connivenza oscura dello stesso Papa Condulmer.
Nel frattempo, s’era comunque avviato il famoso e tanto atteso Concilio di Basilea.
Ufficialmente la
principale discussione pareva vertere sugli Hussiti
Boemi, cioè le "Persone del Calice" precursori dei
Lollardi della Riforma Protestante, e propugnatori
della riunificazione della Chiesa Cattolica con la Chiesa Ortodossa… Sembrava che a Basilea tutto dovesse ruotare attorno a quelle buone intenzioni
… C’era dell’altro, invece.
Nell’aria c’era la
delicatissima e pressante questione aperta del Conciliarismo.
C’erano, cioè: da
una parte i Cristiani convinti che il Concilio fosse
superiore al Papa, mentre dall’altra c’eranoi
sostenitori della tesi della Primazia Assoluta Dottrinale e Gerarchica
del Papa.A distanza di secoli, la questione è ancora oggi
vivissima. Non a caso, infatti, i contenuti dell’ultimo Concilio Vaticano
II sono stati in buona parte elusi e disattesi a favore della
conservazione dello Status Quo Ecclesiastico guidato dalla figura
Nostalgica, Ieratica, Autoritaria, autoreferenziale e del tutto autocelebrativa
del Papa.
Sembra quasi
impossibile che sia così guardando l’attuale Papa Francesco… Ma
la Chiesa lungo i secoli è sempre stata abile ed estremamente camaleontica nel
nascondere i suoi reali intenti, come nel mascherare le sue radicali omissioni.
Tornando al neoeletto Papa Eugenio IVCondulmer … Consapevole di quanto rischiava il suo Status col fenomeno del Conciliarismo, sospese subito l’assemblea Conciliare di Basilea trasferendola in Italia: nella Pontificia Bologna a lui più congeniale. Lì si sarebbero riprese le discussioni entro diciotto mesi sotto il suo diretto controllo.
Ovviamente i Padri
Conciliari ed Ecumenici si opposero a quell’ingerenza prepotente del
Papa, e mantennero Basilea come
loro sede.
Per due anni non
accadde nulla in un perfetto stallo storico: Conciliaristi da una
parte e Papa Veneziano sordo e refrattario dall’altra, ciascuno
fermo immobile sulla propria posizione.
Altro che Dio
e Dottrina ! … C’erano tanti soldi e molto potere in palio ... Davvero
tanto.
In Francia,
Germania, Inghilterra e Spagna si propendeva per sostenere i Padri
Conciliaristi e disautorare il Papa. Da secoli, in
verità, i sovrani controllavano le nomine e tassavano ampiamente i Benefici di
Prelati, Monaci e Clero a discapito dell’invadente Fiscalismo Romano.
Si concentrò quindi nel Conciliarismo un forte sentimento antipapale
e antiClericale, molto diffuso anche a livello popolare, dove c’erano Contadini,
Artierie Fedeli stanchi dell’imposizione ossessiva delle
Decime, Quartesi, Onoranze e Tasse varie che durante tutto l’anno
dovevano obbligatoriamente pagare al Clero.
Anche ai vari Stati Italiani
piaceva quell’idea della preminenza del Concilio sul Papa, perché
s’individuava un’autorità alternativa a quella Pontificia. Non si
tollerava più, ad esempio, che il Papa s’intromettesse nelle questioni di Genova
volendo riformarne a tutti i costi i Conventi Femminili cittadini in
grave crisi d’identità, sostenendo l’operato dei suoi Domenicani Osservanti … Anche
a Firenze non si apprezzava la volontà Papale di dare nuovo
impulso all'antica Badia Fiesolana in mano a pochi ricchi
Benedettini rimasti, rimpiazzandoli con i Canonici Agostiniani della Congregazione
di Santa Maria di Fregionaia di Lucca ... Non bastò al Papa cedere Sansepolcro alla Repubblica
di Firenze… Pure a Verona non s’era accettato
l’intervento di Eugenio IV, che aveva voluto mettere ordine su certi secolari Fondi
finiti in mano del Vescovo della Città. Quei soldi, immobili e capitali
dovevano essere impiegati per sostentare i “769 Chiericati dello storicoClero bisognoso e povero di Verona” ...Il Vescovo di Verona,
invece: s’era intascato tutto … A Forlì ancora: Nobili e
Capitolo della Cattedrale avvalendosi di antichi diritti si erano eletti
per conto proprio come Vescovo: Guglielmo Bevilacqua… un Frate che
non era per niente gradito a Eugenio IV ... Faticosamente si giunse al
compromesso di nominare al suo posto: Antonio Ordelaffi, che era
anche: Vicario Pontificio e
Signore di Forlì terra Papale.
Insomma: sembrava giunto il tempo in cui il
potere dell’etereo Concilio doveva prendere il posto del
fastidioso e avido Papa.
A dirla tutta, di
fronte a quell’incalzante allergia antiPapale, Eugenio IV Condulmer
si ritrovò un po’ spiazzato, tagliato fuori, e soprattutto toccato nei soldi e
nel potere ... Provò allora con una specie di gioco di prestigio ad anteporre
la questione dell’Unificazione delle due Chiese Cattolica e Ortodossa a
tutto il resto.
Provò a contattare
il decadente Imperatore Giovanni VIII Paleologo di Costantinopoli (insidiato
prepotentemente dai Turchi Ottomani) proponendogli di partecipare a un
Concilio
dell’Unione a Ferrara: città Papale … come Bologna. I
Conciliaristi ovviamentesi opposerovolendo
come sede d’incontro esclusivamente Basilea in Svizzera… Eugenio
IV li ignorò accogliendo a Ferrara la delegazione Greco-Bizantina
di 700 persone, e diede inizio ai lavori.
I Conciliaristi non la presero bene, perciò nel
1438 riunirono
aBasilea un'assemblea parallela di 300 partecipanti
formata da Cardinali, Dottori in Teologia e Diritto, e Clero qualsiasi. Oltre a
dichiarare Eugenio IV: “Non immune dal tradizionale Liberalismo
Veneziano, e perciò favorevole ai Fratelli del Libero Spirito, già condannati
nel lontano 1310”, decisero anche di privarlo delle Entrate Fiscali
Europee, che vennero fatte confluire a Basilea ... Eugenio IV
provò allora timidamente a discolparsi compiendo alcuni gesti di “esemplare
sradicamento dell’Eresia” a Venezia, Padova, Ferrara ... Tutto inutile:
non servì a niente.
Alla fine Eugenio
IV esplose da Firenze condannando e scomunicando tutto e tutti:
soprattutto i Padri di Basilea ... Abbandonò anche i Greci
e Ferrara, dove nel frattempo era scoppiata la Peste.
A Basilea
reagirono a loro volta processando il Papa assente, e dichiarandolo: “Eretico,
sospeso e decaduto”. Elessero quindi un PapaNuovo… Un altro ? … Che noia ! … Stavolta si trattava: del Duca di Savoia
Amedeo VIII detto “il Pacifico”, che s’era ritirato a
vivere da Eremita nel Castello di Ripaglia o Ripaille sul Lago
Lemano trasformandolo in un Priorato che seguiva la Regola
Mauriziana.
Salì alla ribalta
quindi, quello che molti Storici hanno definito come “il più goffo
AntiPapa della Storia”: Felice V detto “il
Felicetto”.
A differenza di
quanto s’è detto e scritto di lui, “il Felicetto” non rimase con
le mani in mano indifferente al suo ruolo, ma si diede molto da fare: tenendo
in breve tempo ben cinque Concistori in cui nominò “a
raffica” ben 24 Cardinali … Un bel mucchietto.
Quell’ennesima
nomina di un Antipapa venne chiamata: “Piccolo Scisma d'Occidente”,
che si concluse solo dieci anni dopo a Losanna con la Dieta
di Francoforte e il Concordato dei Principi, quando “PapaFelicetto” si autodepose spontaneamente.
Sembrò tutto risolto, ma in realtà da quel momento l’Europa intera non fu più quella di prima. Re Carlo VII in Francia, ad esempio, preferì applicare i decreti del Concilio di Basilea piuttosto di quelli emessi dal Papa, mentre la Dieta di Magonza in Germania non riconosceva più al Papa i suoi diritti sull'Impero … Insomma: non spirava affatto aria buona per Roma e per il Papa Veneziano.
Con i Cristiani Greci, in realtà, le cose non era andato poi così male. Si era discusso teologicamente raggiungendo l’intesa dogmatica su diverse questioni storiche delicatissime: il “Filioque”, la Dottrina del Purgatorio, e la “Transustanziazione delle Sacre Specie Eucaristiche”. Erano rimaste solo poche divergenze pratiche di natura soprattutto Liturgica fra le due Chiese, e il Papa aveva perfino rinunciato al suo Primato Assoluto dichiarandosi solamente: “primo inter pares” all’interno dell’Assemblea Ecclesiastica Cristiana Riunificata.
Sembrava una riappacificazione
storica grandiosa ormai conclusa, senonchè, poco prima di rientrare a Costantinopoli
e di controfirmare definitivamente gli accordi del decreto “Laetentur
Coeli”, che comprendeva non solo la Riunificazione tra Chiesa Greca
e Chiesa Latina, ma anche con le Chiese Siriache, Copte e Armene… Ben 21 Delegati Greco-Bizzantini
su 31 si ricredettero non accettando di firmare, e tutto sfumò nel nulla di
fatto.
Si disse che: “In
Patria si preferì mantenere le proprie Tradizioni e usanze preferendo lottare
contro il turbante dei Turchi che sottomettersi alla Triàra Papale di Roma”
... Da quel momento la Russia divenne: la "Terza
Roma" assumendo il controllo politico-spirituale dell’intera Chiesa
Greca Ortodossa… Firmarono l’accordo con la Roma dei Papi
solo le Chiese d’Ungheria, Polonia, Ucraina, Slovacchia e
Transilvania che divennero così le: “Chiese Ortodosse Uniate” …
Solo più tardi Roma racimolò anche: Giacobiti, Nestoriani e Maroniti
... poca cosa.
Lo Scisma storico
fra Cattolici e Ortodossi era nuovamente servito … Ed è rimasto tale
per sempre: a tuttoggi … Merito soprattutto del nostro Papa Condulmer,
che ha datopriorità assoluta alla riconquista di Roma,
e dei soldi e terre diSan Pietro.
Tutto da buttare quindi il Veneziano Eugenio IV Condulmer ?
Forse si ? … In verità, pare che Eugenio IV abbia provato timidamente a riformare la Chiesa in qualche modo, o perlomeno la Curia Romana disciplinando gli Ordini Religiosi, soprattutto i Francescani, nonostante avesse firmato quell’iniziale Capitolazione Elettorale del Conclave pur d’essere eletto Papa … Ha dato inoltre sostegno a Camaldoli col suo Generale Ambrogio Traversari di tendenze riformatrici … Ha favorito Bessarione, che era parte della Delegazione Greca al Concilio di Ferrara, facendolo Cardinale e responsabile dei Monaci Greci Basiliani dell'Italia Meridionale… A Roma ha provato anche a riformare l'Università la Sapienza per istruire un po’ di più il Clero Regolare troppo ignorante. Ha tentato di riformare i Canonici del Laterano agiati e trascurati. Ha restaurato le Sette Basiliche Romane chiamando nella Città Santa artisti e decoratori famosi come Beato Angelico … Poca cosa in ogni caso.
Fra le altre iniziative di Eugenio IV, forse anche a seguito delle “intese romane” con i Greco-Bizzantini, ci fu anche l’idea di lanciare un’ennesimaCrociata contro i Turchi … come non se fossero bastate quelle già intraprese, e non fossero stati sufficienti i danni provocati e quelli subiti ... Si tratta di vicende storiche poco raccontate … Nel 1441 il Re d'Ungheria era stato sconfitto a Belgrado, ma adesso con Eugenio IV si era speranzosi di riuscire nell’impresa. In quel frangente, Eugenio IV si ricordò d’essere Veneziano e della “sua diletta Patria”, perciò provò a coinvolgere la Serenissima poco entusiasta di partecipare a un’altra Crociata. Non era molto convinta Venezia di “rompere con i Turchi” per via che intendeva difendere i suoi fruttuosi e ininterrotti traffici commerciali col Levante. Come si sa: in Laguna gli interessi economici erano da sempre anteposti a tutto … E anche in quell’occasione, Papa o non Papa, si pensava così.
Alla fine però la
Serenissima cedette alle profferte del Papa, che “ci mise del
suo” per finanziare l’impresa impegnando un quinto delle intere entrate
Pontificie. Venezia allora schierò le sue Galee tra Balcani, Dardanelli e
Asia Minore mettendole sotto il comando del Duca di Borgogna Filippo III “il Buono”… “Buono”
soprattutto perché s’era impegnato a pagare gli stipendi dei Marinai
Veneziani.
Come andò a finire la vicenda dell’ennesima Crociata ? … Malissimo, che di più non si poteva.
L’Esercito
Cristiano era forte di circa 25.000 uomini fra i quali c’era anche il Legato
Pontificio Giuliano Cesarini.
Aveva inoltre dalla sua parte: 8.000 Serbi… I Turchi, invece:
guidati da Murad II, erano dotati di un esercito tre volte più numeroso
di quello dei Cristiani … E già qui: si è detto tutto.
Si
finì il 10 novembre 1444 col combattere la storica
battaglia di Varna sul Mar Nero in Bulgaria. Da una parte: le
truppe del Sultano Turco Murad II, dall’altra: la coalizione
degli Eserciti Balcanici col Re d'Ungheria Ladislao III
Jagellone che guidava: Bizzantini, Papalini, Polonia,
Transilvania, Serbia e Valacchia ... Inizialmente Giovanni
Hunyadi“il Cavaliere Bianco” con metà delle truppe Ungheresi
riuscì a contrastare i Turchi, poi giunse la Retroguardia di Re Ladislao
IIl che affrontò i Giannizzeri di Murad che lo misero in
fuga. Si terminò con l’Armata Cristiana completamente in confusione,
costretta ad attraversare il Danubio per salvarsi, e a pagare notevoli riscatti
per liberare alcuni Nobili Ungheresi finiti prigionieri dei Turchi. La Pace
di Adrianopoli o Edirne concluse il capitolo storico, con gli Ottomani impegnati
per dieci anni … “bontà loro”… a non attaccare i Cristiani, e a
restituire alcuni territori Ungheresi e Serbi. Il Basileus Bizzantino
Giovanni VIII Paleologo divenne suddito del Sultano, Costantinopoli
divenne Turca, e Venezia perse la Morea e Trebisonda.
Fu un disastro insomma … Con Papa Condulmer che sognava i Balcani giàdiventati del tutto Cristiani ... Povero illuso fuori dal Mondo reale ! … Diede allora la colpa di tutto a Venezia, accusandola di vigliaccheria, e di non essere riuscita a bloccare i Turchi con le sue Galee. A tal proposito, si rifiutò anche di pagare gli stipendi ai Marinai Veneziani, pretendendo che la Serenissima mandasse le sue Galee a Costantinopoli e Tenedo per preparare la controffensiva Crociata… che in realtà non sarebbe mai potuta accadere, tanto erano stati ridotti male i Cristiani ... Papa Condulmer aveva davvero la testa oltre che la guerra. Non aveva alcuna consapevolezza della reale situazione politico-militare in atto. Si diceva di lui: “Integrità morale e onestà di Eugenio IV furono indubitabili in un’epoca in cui la rilassatezza morale di Preti, Cardinali e Curia Romana erano platealmente assenti.” … Proprio non ci si rendeva conto, che Papa e Cardinali non erano affatto una Lega di Santi, ma solo un’accozzaglia bizzosa di prepotenti guerrafondai inconsapevoli e senza prospettive.
Che ve ne pare in
conclusione?
Esagero forse
nell’affermare che anche Eugenio IV Condulmer fu il protagonista
di un altro storico pastrocchio- casino ?
Soldi e potere
del vanesio Papa Veneziano determinarono ancora una volta la Storia
della Chiesa e dell’Europa intera.
E veniamo ora a Papa Paolo II: il terzo “Venesiàn deventà Papa de Roma”… Altri tempi, e altra Storia.
Paolo II
era il Veneziano Pietro Barbo nato a Venezia il 23 febbraio 1417 dalla
Nobile Famiglia Patrizia di Niccolò dedita alla Mercandia e al
commercio,e da Polissena Condulmer ...
Gira e volta: certe storie finiscono sempre col sovrapporsi e assomigliarsi.
Lo zio di Pietro
Barbo era il CardinaleGabriele Condulmer, cioè, come ben
sapete:il futuro Papa Eugenio
IV …
Quella di diventare Papa, insomma: era ormai una specie di malattia, una mania
di famiglia, ce l’avevano nel sangue.
Dopo aver seguito
studi umanistici approssimativi, Barbo fece la sua ascesa
raggiungendo in fretta i massimi livelli Ecclesiastici.
Lo zio Eugenio
IV gli conferì il Cardinalatodi Santa Maria Nova
e lo fece Vescovo di Cervia a 23 anni ... Poi Barbo
divenne in successione: Vescovo di Vicenza, e Cardinale di San Marco in
Campidoglio… Il nuovo Papa Callisto III lo usò come “paciere”
in diverse situazioni ... Pio II, invece, di cui Barbo era stato rivale
per salire al Papato, lo spedì lontano da Roma a fare il Vescovo di
Padova.
Stavolta
fu la Serenissima ad opporsi a quella nomina papale, perché aveva
già un suo Nobile da piazzare in quella carica-beneficio: Jacopo Zeno già
Vescovo di Feltre ... Barbo in quell’occasione dovette allora mettersi
da parte.
Si riprese e rilanciò, invece, quando morì Pio II, e “in
quattro e quattrotto” si fece eleggere Papa al primo scrutinio firmando
la solita previa Capitolazione Elettorale strafavorevole al Collegio
Cardinalizio Romano.
Divenne quindi Papa Successore di Pietro
nel 1464, rimanendo tale fino alla morte in Roma a soli 54 anni: nell’estate 1471.
Non fu affatto un
Papa vecchione quindi … Per ottenere d’essere eletto, s’era impegnato a
convocare un nuovo Concilio Ecclesiale entro tre anni, ad abolire
il nepotismo Curiale che affliggeva la Chiesa, e
soprattutto a racimolare soldi per riaccendere ancora una volta la Crociata
contro il Turco… Appena agguantato
il Soglio Papale però, cambiò immediatamente idea affermando che quanto aveva
promesso: “… erano solo desideri e non obblighi.”
Nessuno riuscì a reagire e a contrapporsi: lui
era il Sommo Pontefice… No ? … Quindi poteva dire e fare ciò che voleva
per il bene ... piuttosto invisibile … dell’intera Cristianità.
Quando venne
eletto, si diceva che fosse indeciso se assumere il nome di Papa
Formoso II, considerandosi bello e potente, o prendere il nome di Marco
II in onore del San
MarcoPatrono della sua Serenissima… Grande dilemma socio-politico-spirituale !
In quel periodo
però non correvano buoni rapporti fra Roma e Venezia,
perciò Papa Barbo ripiegò sul più conveniente: Paolo
II.
S’era comunque portato
dietro un po’ di Venezia, perché memore della buona Cucina Veneta,
era abituato a farsi servire: “Cappone in casseruola, con acqua, burro,
cipolla, carota, sedano, chiodi di garofano, cotto a fuoco lento per rendere il
Cappone più tenero ... Si tolga poi la carne tenendola in caldo, si filtri il
brodo, e lo si rimetta sul fuoco aggiungendovi il Riso ... Cotto tutto, si serva
la Zuppa con dentro i pezzi del Cappone lessato.”… Siccome poi i suoi Nobili
Ospiti-Commensali non riuscivano a consumare neanche la metà di quanto
fornito nei “Banchetti del Biancomangiarea base di
capretti arrosto”, si lanciavano gli abbondanti resti dalle finestre della
Sala Grande di Palazzo San Marco al Popolo, che s’accapigliava
pur di prendersi “un boccone da Papa”.
Si disse che morì “per apoplessia” dopo una cena abbondante: “forse per un’indigestione di melone, o per sospetto d’avvelenamento”. Cosa molto più probabile: un “classico” per i Papi di Roma … Altri attribuirono la morte del Papa alle Arti Magiche e Divinatorie che praticava, e alla sua passione per le pietre … Chissà quale fu la verità ?
Riassunto
in poche parole: anche Paolo II-Barbo fu un altro Papa nepotista
e tutt’altro che interessato al bene spirituale della Cristianità. Anche lui contribuì
a fomentare l’idea del Conciliarismo Antipapale ... Non era
uno sprovveduto però: amava di certo la Buona Cultura. Fu
lui, infatti, a introdurre l’uso della “Stampa e della Tipografia”
a Roma ... Gestì con forza il potere affrontando e facendosi nemica la Curia
delle facoltose e potenti Famiglie Romane ... tanto per cambiare … Furbescamente
però, seppe fare l’occhiolino al Popolo di Roma costruendo Granai
e Macelli, saziandolo di Pane, Pecorino e Vino, e
offrendogli divertimenti ... Non dimentico dei modi Veneziani, proclamò a Roma
il Nuovo Carnevale nel 1468, organizzando sfilate di carri
allegorici, Alberi della Cuccagna, e corse fra i Tredici
Rioni dell’Urbe rappresentati da giovanotti, tori bianchi incoronati di
fiori, e maiali lustrati, lavati e profumati … Costrinse però gli EbreiRomani a pagare le spese di tutte quelle feste.
Le Cronache
Romane ricordano che nelle Osterie dell’Urbe in quegli
anni si mangiavano Trippe in abbondanza, e che con l’intento di sminuire la
forza delle Famiglie Romane Curiali con “i Conti e Baroni
Feudatari delle terre e delle Rocche di Capranica, Vetralla, Ronciglione, Nepi,
Caprarola e altre.”, il Papa s’ingraziò il Popolo delle Campagne Romane
mettendoglielo contro ... Si diede da fare poi per riportare Senigaglia e
Cesena sotto il suo diretto controllo. Era stato Pio II a
darle ad Antonio Piccolomini e a Novello Malatesta“vita
natural durante”… Non erano più tornate “in dotazione”
del Sovrano Pontefice … Fece poi occupare le miniere di Allumedi
Tolfa, che poi comprò “città compresa” per 17.300
ducati d’oro stipulando col Re di Napoli una società comune per lo sfruttamento
delle miniere di Tolfa e Agnano.
Grande Papa quindi ! … Ma dove ?
Dopo essersi fatto incoronare pomposamente “andando in sfarzoso corteo da San Pietro fino a San Giovanni in Laterano”, per prima cosa emarginò tutti i “Pieschi”: i sostenitori del Papa appena morto, in quanto ritenuti: “eccessivamente legati all’amore per la gloria mondana, le monete, i giochi e i banchetti.”… Accusando molti di Paganesimo, sciolse il Collegio degli Abbreviatori che riuniva più di 70 persone “sempre a caccia di proventi Papali”… Revisionò gli StatutiCittadini approntando qualche striminzita riforma amministrativa, condannando blandamente la corruzione straripante, e il commercio delle cariche pubbliche ... A fine febbraio 1468 fece arrestare molte persone accusandole di congiura contro di lui: “La maggior parte erano membri dell’Accademia Romana,ma anche familiari di scomodi Cardinali ‘Pieschi’: persone, secondo il Papa, che nascondevano dietro alla passione per l’antichità: tendenze alla sodomia, eresie, intenti laici, repubblicani e antipapali e anticlericali”… S’era scoperto un progetto di uccidere il Papa il 2 marzo, mentre si recava alla Basilica di San Marco. Fra i congiurati c’erano anche alcuni Napoletani e dei Veneziani, che fuggirono da Roma andando a rifugiarsi anche nella Laguna Veneziana ... Sempre timoroso di rivolte e minacce, vedeva pericoli dappertutto: ogni Sovrano che visitava Roma lo sospettava d’essere un possibile attentatore alla sua sovranità … Per cui a Roma accorreva di continuo l’esercito, e la Città finiva presidiata come se fosse sotto assedio.
Processò e obbligò poi alla conversione
in Campidoglio il gruppo dei Fraticelli de opinione:
una “setta pauperistica fastidiosa” che contrastava la Chiesa
accusandola apertamente di concubinato e traffico di denaro vendendo i
Sacramenti ... Accusa scomodissima, ma vera, che andava a minare le basi dell’intero
apparato Ecclesiastico.
A proposito di
guadagni, il Papa indisse poi l’Anno Santo: “strumento
efficace per la glorificazione del Pontificato”, ma anche altra buona
occasione per far cassa tramite le Penitenze, le Devozioni, la Carità e i
Sacramenti ... Con la bolla Ineffabilis providentia (1470) portò la
periodicità dell’Anno Santo da 50 a 25 anni, e già che c’era: impose
alle Corporazioni Romane che possedevano benefici di pagare “la quindemia”, cioè una
tassa obbligatoria che si sarebbe dovuto pagare ogni quindici anni … Fatalità:
si sarebbe dovuto pagarla da subito, perchè scadeva proprio in quello stesso
anno.
Dal punto di vista dottrinale, Papa Barbo si mostrò ostile al Conciliarismo dimostrandosi despota e padrone della Chiesa. Fu lui a inventare la “corona-cappello a tre strati e livelli”: la così detta Triara o Triregno che rappresentava il triplice potere di cui era dotato. Spiegava: “il Papa è Padre dei Principi e dei Re, Rettore del Mondo e Vicario di Cristo in Terra ... la Chiesa è militante, sofferente e trionfante”… Spavaldo, pieno di se, e intransigente nel difendere “le libertà ecclesiastiche”, e nel mirare alla supremazia Papale sull’intera Penisola Italiana, Paolo II finì in aperto conflitto con diversi Stati ... Famosa la sua frase: “Io sono il Papa e posso, secondo che più mi piace, fare e disfare” ... Si contrappose quindi al Ducato di Milano per motivi fiscali, al Regno di Napoli dal quale pretendeva contributi “per la Crociata”, a Firenze: di cui scomunicò in massa le più importanti Magistrature perché non avevano rispettato l’Immunità Ecclesiastica … e anche a Venezia: dove impose un’esosa Decima al Clero per finanziare la Guerra contro i Turchi.
Sorsero allora
diverse Leghe Italiche antiPapali, caratterizzate da scontri
campali condotti dagli storici Condottieri di turno, alternati a
labili e transitorie paci di convenienza.
Un altro scopo dichiarato
di Paolo II Barbo, fu di certo: la continuazione della Crociata
contro il Turco, nella quale voleva coinvolgere più Stati Europei possibile
... Scomunicò come Eretico, invece: Giorgio di Poděbrady di Boemia:
l’unico sovrano che avrebbe potuto aiutarlo e finanziarlo. Lo convocò a Roma
per processarlo, ma siccome non si presentò, il Papa non seppe far altro che
esortare i Boemi di non considerarlo più loro Re ... Nel 1467, il
Condottiero Albanese Giorgio Scanderbeg era riuscito a respingere
i Turchi, ma poi era morto, e quasi tutta l’Albania era finita in
mano Ottomana. Tre anni dopo ancora, gli stessi Turchi avevano attaccato
Venezia, che alla fine aveva perso l’avamposto commerciale di Negroponte… Secondo Papa Barbo: bisognava attaccarli e respingerli una
volta per tutte … Non c’era tempo da perdere ... Solo che “Tra dire e
fare: c’è di mezzo il famoso mare”… e non solo quello.
Come dicevamo: Papa Paolo II-Barbo non fu affatto un “Papa buono”, ma semmai: un altro Papa casinista ... poco Papa per davvero.
E con questo i Papi Veneziani saliti al Soglio Pontificio: sono tre …
Veniamo adesso “al
quarto Papada Venèssia”:Pietro Vito Ottoboni, cioè: Papa
Alessandro VIII, col quale di deve fare un salto in avanti nel Tempo. Fu
Pontefice dal 1689 fino alla Morte nella stessa Città Eterna il 01
febbraio 1691. Fu cioè Papa per 1 anno, 3 mesi e 26 giorni soltanto: un
Pontificato breve, anzi: il più breve dopo quello dei 33 giorni di Albino
Luciani-Giovanni Paolo I.
Serve ricordare
che nacque a Venezia nel 1610 da una famiglia Veneziana Nobilissima:
suo padre era il Patrizio Veneto Marco Ottoboni, che fatalità “di
professione” era nientemeno che: Cancelliere Grande della Repubblica di San
Marco. In realtà gli Ottoboni non erano dei veri e propri
Nobili, ma solo dei Considerevoli e Abbienti Patrizi originari di
Padova e dalla Dalmazia. Appartenevano al ceto dei CittadiniOriginari
dediti soprattutto all’intricato ed efficiente apparato burocratico della Cancelleria
Dogale di cui erano ingranaggio e categoria indispensabile … La madre,
invece: Vittoria Tornielli, aveva messo al mondo nove figli di
cui Pietro Vito era l’ultimo.
Da giovane Pietro-Vito
trascorse buona parte dell’infanzia “al sicuro” nella villa di famiglia
a Rustignè
di Oderzo nella Campagna Trevigiana. Erano gli anni della famosa Peste
della Madonna della Salute che decimò Venezia e i Veneziani … Dopo
essersi laureato in “utroque iure” a Padova a soli 17 anni (chissà quanto avrà studiato ? … o piuttosto speso per laurearsi), si
trasferì a Roma dove venne immediatamente nominato: “Uditore
della Sacra Rota” da Urbano VIII, e dopo altri nove anni:
Vescovo
di Torcello a due passi fuori casa ... a Venezia.
Poi iniziò la
consueta accelerata della scalata alle cariche che contavano. Divenne in
successione: Cardinale Presbitero di San Salvatore di Busciai, e poi: Abate Commendatario della ricchissima Abbazia della
Vangadizza di Badia Polesine,Vescovo di Brescia per 10
anni, e infine: Inquisitore del Sant'Uffizio e Cardinale
su richiesta diretta della Serenissima a Innocenzo X.
A
Brescia, “dove ebbe diverse nuove e fastidiose gatte da pelare”,
dovette per forza dimostrare di saper lottare contro gli EreticiPelagini
della Val Camonica: un gruppo Quietista che svolgeva
intenso proselitismo nel Bresciano ... Ottoboni lottò contro il Quietismo,Gallicanesimo, Giansenismo e lassismo per 40 anni … Intimato ai Pelagini
di sciogliersi senza successo, passò subito a reprimerli duramente: nel 1655-57
eliminò tutto il gruppo arrestando, torturando, processando, costringendo all’abiura,
e confinando i colpevoli anche a Venezia ... Gran brutta storia.
Quando nel 1664 si trasferì finalmente
a Roma, si legò subito coi Cardinali Azzolini e Chigi
del cosiddetto "Squadrone volante", che intendeva liberare
la Chiesa dall'eccessivo controllo delle Potenze Cattoliche di
allora ... Clemente IX lo nominò Datario Apostolico,
poi Referendario delle Due Segnature, Governatore di Terni, Rieti e di
Città di Castello, e fu Uditore della Sacra Rota per dieci
anni ... Con Innocenzo XI, invece, il VenezianoOttoboni
divenne l’importantissimo: Segretario della Congregazione del
Sant'Offizio,e partecipò alla condanna di Padre
Romiti dei Compagni dell'Oratorio di Matelica accusati di Quietismo. Esaminò
perfino il Cardinale Petrucci mettendo all'Indice le sue opere, e
lo costrinse a ritrattare le sue idee davanti al Papa e a lui stesso … Da Papa gli
tolse anche il governo della Diocesi ... Poi fu la volta del Teologo Gommaire
Huygens, che Ottoboni fece estromettere dall’Università di Lovanio,
e costrinse a ritrattare le sue tesi di “sospetto Giansenismo”.
Dopo aver partecipato a ben cinque Conclavi facendo sempre parte
del gruppo dei “Cardinali zelanti”, a 79 anni, infine: fece
il “grande
salto dell’Elezione Papale”… Un arzillo vecchietto divenuto Papa
Alessandro VIII: uno dei più vecchi dell’intera Storia della
Chiesa.
Appena eletto indisse subito un Giubileo Straordinario per far cassa,
visto che a suo dire: “le Papali Finanzelanguivano”… Col Papa Veneziano rifiorì ancora una volta il consueto
favoritismo e nepotismo papale. Ripristinò il conferimento delle Cariche di
Stato ai “congiunti del Pontefice”; nominò “Cardinal Nipote” il
nipote Pietro di 22 anni, e Vicecancelliere
di Santa Romana Chiesa e Legato di Avignone l’altro nipote Giambattista
Rubini; comprò da Orazio
Ludovisi Generale della Chiesa il Ducato di Fiano nel Bolognese, che regalò a Marco Ottoboni altro
nipote che nominò a sua volta: Sovraintendente alle Fortezze Marittime
e Generale delle Galee Pontificie.
Anche Antonio Ottoboni
divenne: Generale della Chiesa e Comandante delle Truppe Pontificie ...
Tutto in famiglia insomma.
Come “da
consuetudine Papale”, provò a ingraziarsi il Popolo Romano
decretando piccoli sgravi fiscali, liberalizzando il commercio dei grani, abolendo
la Gabella della Carne e la Gabella del Macinato di
Roma, provvedendo “alla Salute dei Cittadini”, e al decoro e
pulizia della Città Eterna sanificandola dopo l’ennesima Peste ... Fu anche Mecenate d’Artisti, abbellì
la Basilica di San Marco
Evangelista al Campidoglio, arricchì e risistemò
la Biblioteca Apostolica
Vaticana acquistando manoscritti e libri rari e incorporandovi la Biblioteca
di Cristina di Svezia… Restaurò anche la Fontana dell'Acqua
Paola… Vietò di portar via durante il Conclave tutte le cose che c’erano
nella camera del Papa Morto per rivenderle, e stabilì che per il
funerale del Papa non si dovevano spendere più di 10.000 ducati, perché quella
era stata l’esosa spesa che aveva dovuto pagare per seppellire il suo predecessore
… Approvò nuove Costituzioni della Congregazione
Benedettina Silvestrina dell’Ordine di Montefano, e ordinò curiosamente
d’indossare le calze ai Padri Scolopi
o PiaristiScalzi: i Chierici Poveri della Madre di
Dio delle Scuole Pie fondati
da Giuseppe Calasanzio(1597).
In politica
internazionale Papa Ottoboni pensò bene di schierarsi ufficialmente dalla
parte di Luigi XIV Re di Francia, ma in realtà “gli remò contro” come
aveva fatto Innocenzo XI suo predecessore. Con i Monarchi
Europei andò a discutere, difendere e pretendere i “diritti
di regalia, asilo e quartiere” che secondo Ottoboni spettavano
a Papa ed Ecclesiastici: “Dio lo voleva !”
Nominò tre Cardinali
Francesi e neanche un Austriaco facendo arrabbiare l'Imperatore che ritirò l’Ambasciatore da
Roma. A Ottoboni non piaceva l’Imperatore Leopoldo
perché secondo lui non difendeva come avrebbe dovuto la Cristianità dai
Turchi, preferendo guerreggiare con la Francia,
allearsi con i Protestanti Inglesi… e darsi alla caccia.
Ricordandosi poi d’essere
Veneziano, donò al Doge Francesco Morosini lo Stocco Pontificio e il Berrettone, e pescando
finanziamenti dalle Casse Pontificie già semivuote, sostenne la Campagna
Militare Veneziana per il
controllo della Moreae dell’Egeo contro i Turchi-Ottomani
riempendo di viveri sette cambuse di Galee Veneziane, e inviando 2.000 fanti per la Campagna d’Albania.
Dal punto di vista Dottrinale-Morale condannò il “Lassismo delPeccato Filosofico” insegnato “dai suoi stessi Gesuititraditori” … “Condannò 31 proposizioni troppo rigorose e bigotte sulla: Penitenza, Giustificazione, Maria Vergine, Battesimo e Autorità della Chiesa”… Pubblicò il Breve “Animarum Saluti” col quale confermò i diritti dei Neofiti del Sud-Est Asiatico ... Infine si dedicò a morire nel febbraio 1691: “senza arte né parte… mangiato da risipola alla gamba presto degenerata in cancrena”.
Anche Papa
BarboPaolo II non fu granchè come Papa: uomo abulico, scialbo,
di passaggio. Di certo “non si dannò l’Anima” per il suo
Ministero, incapace di “segnare la Storia” per davvero, senza
voglia di rappresentare e concretizzare in qualche modo la sua “Mission”
di Capo della Cristianità ... Fu di certo tutt’altro che Pontefice
fra Umano e Divino.
Severo giudizio ?
… Non credo … l’Ottoboni è stato Papa, mica lavorante qualsiasi ... Ha avuto a
disposizione un’opportunità storica unica, che non ha saputo affatto sfruttare per
il bene di tutti ... Altro Papa “casinista” quindi ? Direi proprio
di si.
E siamo, infine, al quinto e ultimo Papa Lagunare, cioè a Clemente XIII aliasCarlo della Torre Rezzonico: un “Papa Braghettone”, nato a Venezia nel 1693, e 248º Sommo Pontefice Cattolico da metà 1758 a febbraio 1769 quando si spense in Vaticano a Roma. La sua Nobiltà Veneziana era recente in quanto la Famiglia Rezzonico era giunta a Venezia nel 1638: appunto dal borgo di Rezzonico sul Lago di Como(prima ancora forse stavano a Genova)… Già nel 1665 comunque, i Rezzonico s’erano comprati dall'Imperatore Leopoldo I il titolo di Baroni.
Educato dai Gesuiti di Bologna e laureato a Padova
in Diritto percorse “in salita ma con successo” tutto l'iter della classica carriera
ecclesiastica: Governatore di Rieti e Fano, Sacra Rota, Abate Commendatario
nell'Abbazia di Summaga, e Vescovo di Padova
soffiando il posto a un Nobile Querini. A Padova per il suo zelo e fervore, Rezzonico
venne soprannominarono "il Santo" come Sant’Antonio
di Padova: convocò un Sinodo Diocesano, restaurò il Seminario già sede
dei Canonici
Regolari di San Giorgio in Alga di Venezia, e si dice che sia andato a visitare gli
angoli più remoti della Diocesi dove non si vedeva il Vescovo da più di mezzo
secolo … Sempre da Padova scrisse due volte al Papa di Roma per decidere le
sorti del Patriarcato d’Aquileia: antico
feudo ambito sia da Venezia che dall’Impero.
Papa
Clemente XII scrisse di lui: “Rezzonico agisce con tanta riserva e
cautela che avrà paura della sua ombra.”… Comunque su pressione del Cardinal Nepote Neri Corsini amico del
Rezzonico, lo fece ugualmente Cardinale Diacono di San Nicola in Carcere … Si dice che per far
quel favore al Rezzonico, Neri Corsini abbia intascato da lui: 30.000 scudi …
Evviva l’amicizia disinteressata ! .... Poi Rezzonico passò al Cardinalato
di Santa Maria in Aracoeli, e dopo ancora a quello di San
Marco… Perché ? … Semplice: quelle cariche avevano maggiore rendita, e si
sarebbe goduto di maggior prestigio all’interno della Curia Romana
... Continuò così la scalata ai vertici della Cristianità da parte di Rezzonico.
Papa Benedetto
XIV era entusiasta di lui: “Il Cardinal Rezzonico Vescovo di
Padova è assolutamente il Prelato più degno che abbiamo in Italia ... Vive con
i suoi beni patrimoniali; spende le rendite ecclesiastiche unicamente in
beneficio de' poveri e della Chiesa. Nonostante la gracile complessione, è
indefesso alle visite ed a tutte le altre funzioni episcopali; nel suo palazzo
si vive come in un chiostro, in tal maniera che la sua elezione, che non fu nel
principio applaudita dai Veneziani per essere esso di famiglia novamente
aggregata alla loro Nobiltà, oggi a coro pieno viene benedetta dalla Repubblica.”
Quando morì Benedetto XIV il Conclave formato da soli 27 litigiosissimi Cardinali presenti su 47, puntò ad eleggere il Cardinale SpagnoloFrancisco Joaquín Fernández de Portocarrero y Mendoza Conte di Palma del Río, Marchese di Almenara, Cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta, già Viceré di Sicilia e Viceré di Napoli, Patriarca Latino di Antiochia, Ambasciatore della Spagna presso la Santa Sede, Vescovo di Sabina e Cardinale … Quanti titoli !
Era
un uomo prestigiosissimo, insormontabile: protettore di scrittori, scienziati e
artisti, collezionista di libri con una biblioteca di più di 5.000 volumi ... Era
l’uomo giusto per diventare Papa, e gestire anche la crisi col Portogallo:
dove stava accadendo il complesso problema dei ricchissimi Gesuiti appena
cacciati dal Lisbona col Nunzio Pontificio,e spediti a Civitavecchia come "dono
al Papa"… I Gesuiti in Portogallo erano stati additati come mandanti
dell'attentato al Re nel 1758. Tre Gesuiti
erano stati arrestati e condannati a morte: “In Portogallo girava
perfino un libretto che raccontava quanto
fossero insaziabili, senza Morale, ambiziosi e avari i Gesuiti … e di quanto e
come avevano tiranneggiato gli Indios
del Nuovo Mondo creandosi un loro Regno indipendente Sudamericano con un
esercito di ben 30.000 soldati.” ... Non era tutto
vero, ma in buona parte: si … Di certo i Gesuiti erano stati
protagonisti nella “Guerra
delle Riduzioni”, che s’era
conclusa con un bagno di sangue degli indifesi e ignari Indios del Paraguay… Un gran casino storico, insomma.
Nel 1758 il Venezianissimo Nobile Carlo Rezzonico divenne finalmente Papa Clemente XIII, e quando lo si seppe in Laguna e a Venezia, ci fu un gran festone, e grande entusiasmo da parte di tutti. I Nobili Rezzonico organizzarono feste grandiose, e per tre giorni di seguito regalarono viveri e soldi ai Veneziani ammirati … e interessati: “Venezia goda, il mondo si consoli se Pietro ha ben provvista la sua nave dei primi marinai e barcaroli.”… La madre di Carlo Rezzonico morì d’infarto quando venne a sapere di suo figlio diventato Papa.
E dopo ? … Già ... dopo … In molti avevano pensato che il Cardinale Portacarrero fosse l’uomo adatto per risolvere i problemi della traballante Chiesa di quegli anni. Invece: era stato bocciato dai Cardinali, che avevano scelto dopo mille compromessi: il Veneziano Carlo della Torre Rezzonico.
Diciamo tutta: Venezia
Serenissima avrebbe preferito
che diventasse Papa:Daniele DolfinPatriarca
d’Aquileia, in quanto era amico dei Gesuiti,
più che moderato, ma soprattutto: “uomo di scarsa personalità, cioè meno propenso
a inventarsi chissà quali ulteriori intrighi e progetti a favore della Chiesa e
a discapito di Venezia”. Le cose però erano andate in quel modo,
e così in Laguna si fece buon viso a cattiva sorte: “Mèjo el tacòn del
bùso !” si disse, e si fece festa lo stesso.
Papa Rezzonico,
infatti, dal punto di vista spirituale e disciplinare, fu un Papa “modesto”.
Patrocinò con insistenza lanuova Devozione al Sacro Cuore di Gesù
inventata da Santa Maria Margherita Alacocque e da San Claudio de la Colombiere,e già ampiamente diffusa in
Polonia ... Legò nuove Indulgenze Plenarie:“garanzie buone per la Salvezza”
alle chiese che esponevano il Santissimo … Indicendo ben 7 Concistori creò 52 nuovi Cardinali, e nonostante si
fosse detto e ridetto di lasciar fuori dal Papato parenti e amici, pensò subito
di nominare Cardinale suo nipote Carlo Rezzonico… Canonizzò, cioè approvò “la
salita agli onori degli Altari” di qualche nuovo Santo: il Sacerdote
Veneziano Girolamo
Emiliani, ad esempio: fondatore
dei Chierici Regolari Somaschi, protagonisti a Venezia di buona
parte dell’istruzione del Clero e dei figli dei Nobili ... All’Emiliani
aggiunse anche la vedova Giovanna Francesca di Chantal fondatrice
dell'Ordine
della Visitazione di Santa Maria; e i Preti Giovanni da Kęty, Giuseppe
Calasanzio fondatore dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio
delle Scuole Pie; e i Frati: Giuseppe da Copertino e Serafino
da Montegranaro… e già che c’era: perché no ? Fece Beato anche un suo antenato:
Gregorio Barbarigo.
Rezzonico
non fu di certo un Papa Riformatore, anzi: fu considerato piuttosto:
“un Romano Pontefice influenzabile, troppo
mite e suggestionabile, poco accorto politicamente, rigido
d’idee e costumi, chiuso e ostile verso
ogni istanza di rinnovamento; un po’ abulico e
di scarsa iniziativa, incerto e prudente all'eccesso, arroccato, secondo le
istituzioni e i principi tridentini,
nella difesa ad oltranza della Chiesa e dei suoi principi
Dottrinali, di Fede e Morali.”
“Uno squacquarotto di Pontefice … un altro Papa Braghettòne”, si diceva di lui a Venezia storcendo il naso e la testa ... Papa Rezzonico, infatti, patrocinò munifico le Arti di Roma: finanziò Giovan Battista Piranesi e Raphael Mengs, restaurò Palazzo Madama e la Fontana di Trevi, allargò la Biblioteca Vaticana, e fu l’“inventore” del “Museo Profano” cioè dei Musei vaticani. Figlio della sua cultura complessata e ricca di tabù, fu eccessivamente pudico vedendo malignità e vergogna anche dove non ce n’erano. Fu tra quei Papi che imposero di vestire e aggiungere “braghèsse e veli” alle nudità di certe statue considerate troppo spinte e procaci ... Ma dai ! … Vestire le statue e dipingere mutande pudende ?
L’avete
presente “La cacciata dei progenitori
dall’Eden” di Andrea Masaccio ? … Nel 1642, più di duecento anni dopo la loro
realizzazione del 1424-25, venne censurata realizzandovi sopra un drappeggio di
fogliame per coprire “le oscene nudità” ... E il “Giudizio
Universale” di Michelangelo della Cappella
Sistina ? … Pure il maiuscolo pittore venne aspramente
criticato per la rappresentazione “poco divina” dei corpi nudi e in posizioni scomposte. Alla morte di
Michelangelo nel 1564, Daniele da Volterra venne incaricato da Giulio III di coprire “tutte quelle sconcezze” del Giudizio Universale con le famose “braghe” ... E ancora: il “Ritratto del Nano Morgante della Corte
dei Medici” realizzato nel 1553 da Agnolo
Bronzino, completamente nuda ... Ancora nel 1800 la
censura imponeva la copertura “della sua nudità” trasformando l’opera nella più consona figura di Bacco ... Infine: la “Morte della Vergine” di Caravaggio per concludere la serie limitatissima delle citazioni. Anche
quell’opera suscitò notevole scandalo negli ambienti Papali,
Curiali ed Ecclesiastici perché non
rispettava i canoni dell’iconografia classica della rappresentazione della Madonna. Caravaggio, infatti, aveva dipinto una Vergine a piedi
nudi, col ventre gonfio e il viso terreo ... Ispirandosi per di più dal
cadavere di una prostituta annegata nel Tevere.
Sono solo esempi …
Ma quanta ipocrisia ! … Qualche problemino ce l’aveva nella testa tutto quel
mondo oscurantista e ottuso Cristiano-Papale… Forse si voleva
salvare la faccia con quel falso pudore tabuistico, cercando di nascondere dietro
alle quinte tutto il resto ?
Ancora nel 1760, Papa Rezzonico riuscì a ricomporre l’annosa e difficile controversia fra Chiesa Greco-Melchita che aveva elettoMichel Jawhar Melchita Basiliano Salvatoriano come Patriarca d’Antiochia, e i Basiliani Soariti che lo consideravano illegittimo. Clemente XIII risolse la questione annullando l'elezione, e nominando al suo posto il Soarita Massimo II Hakim ... Un colpo al cerchio … e una alla botte: “In medium stat Virtus”.
Dicevo dei Papi “casinisti”… Nel 1763-67 ci fu a Roma e nello Stato
Pontificio una grave carestia con crisi
annonaria del grano e del pane:
la gente era allo stremo e alla fame. Grande
pastrocchio e pessima gestione ci fu da parte di Papa Rezzonico.
Mentre si
raccontava in giro che il Pontefice stava dando fondo a tutte le sue personali risorse
per sorreggere miseri e contadini, venne fuori che aveva detto anche: “C’è
la Quaresima adesso: che osservino il Digiuno e mangino di meno !” ... I
Romani insorsero nell'aprile 1764 dando
l’assalto ai forni. Volevano pane, riduzione di tasse, gabelle e dazi, e
diminuzione degli affitti … PapaRezzonico per
aiutarli mandò loro incontro le guardie ... Grande sussidio !
Che poi, quella crisi
del grano era stata ampiamente prevista, e perfino un po’ voluta. Col consenso
tacito del Papa, s’erano diminuite le superfici coltivate a grano per dedicarle
alla pastorizia. I grandi proprietari terrieri (Cardinali compresi) che
dovevano rifornire a basso prezzo Roma falsificavano le “assegne”(dichiarazioni giurate) sulla produzione dichiarando che i raccolti erano
scarsi. Erano abbondanti, invece, ma si voleva far lievitare prezzi e guadagni;
tanto che si chiesero e ottennero permessi di esportare il grano in altri mercati
più favorevoli. Al culmine della carestia lo stesso Cardinale Nepote Camerlengodi Stato lucrava sul grano intascando vergognose quanto pingui
tangenti ... I Romani avevano orecchi attenti: vennero a sapere tutto.
Papa Rezzonico provò a
salvare la faccia ... Controcorrente rispetto ai Cardinali andò ad intaccare un
deposito di 3.000.000 scudi messi da parte dai suoi predecessori per affrontare
calamità simili ... Mentre si aveva il grano in casa, si andò a comprarlo a
caro prezzo all'estero pagandolo ben 1.500.000 scudi. Metà del provvidenziale “deposito”
andò perduto … Ma come mai ?
La verità era però
un’altra, cioè che le economie Pontificie erano disastrose per via “di troppi
sprechi e magnarie” dei vari intrallazzoni di Palazzo ... Papa Rezzonico
si ritrovò quindi pieno di debiti ... Ne aveva, ad esempio, uno
da 20.000.000 scudi all'estero, che comportava ogni anno il pagamento di 600.000
scudi d’interesse ... Averli quei soldi !
Provò allora a
obnubilare il Popolo di Roma col toccasana della bonifica delle Paludi
Pontine, che avrebbero potuto fornire oltre a nuovi terreni da
coltivare, anche ulteriori entrate dalla pesca e dal taglio e vendita della
legna. Rezzonico provò ad affidare ad Emerico Bolognini Governatore
di Marittima e Campagna, un piano di bonifica diuna
superficie di 67.267,2 ettari per una spesa di circa 100.000 scudi. Nessuno voleva
saperne dell’idea del Papa: sarebbe stata un’impresa impossibile a dire di
tutti.
Rezzonico allora provò a
tirare fuori altri soldi spremendo le casse mezze vuote della Camera Apostolica,
alzando la voce, scrisse un Motu Poprio infuocato incaricando
il Cardinale Baldassarre Cenci d’espropriare e iniziare la bonifica
di ogni terreno rimasto incolto e improduttivo negli ultimi cinque anni ... In seguito
provò a mettere un'imposta “una tantum” sui grandi
capitali e Fondi Ecclesiastici di Roma, del Distretto Romano e nei “Luoghi
di Monte”. Provò a riformare il Monte di Pietà e il Banco
di Santo Spirito: due istituti di deposito e credito da cui attingevano
in molti … Brutta mossa per le potenti Famiglie Romane che ci
smanacciavano dentro … Provò allora ad abolire le spese di alcune leve
straordinarie di truppe che si tenevano “di riserva”, pronte per
essere utilizzate durante eventuali problemi che potevano accadere nei periodi
di “sede vacante”… Anche lì andò a toccare interessi e guadagni
dei Cardinali e dei Nobili Romani.
S’imbufalirono quindi contro
Papa Rezzonico sia i Cardinali che i grandi proprietari terrieri,
come i Nobili Caetani, che vedevano intaccate le loro prospettive
di fortuna. Volevano dal Papa: prestiti ed agevolazioni, manodopera a basso
costo, prezzi aumentati … Non fu un mistero che in giro si parlasse d’avvelenare
quel Papa scomodo ... Papa Rezzonico raggranellò in tutto: poco più
di 400.000 scudi … una miseria per il deficit dello Stato.
Circa la spinosa
questione dei Gesuiti Portoghesi accusati non solo di Giansenismo
e Illuminismo, ma anche di grossolani maneggiamenti
economici a loro favore, Rezzonico temporeggiò, mostrò cautela e ignorò
il problema… Gli erano simpatici i Gesuiti: aveva fatto
parte della loro Arciconfraternita di San Teodoro al Palatino, e s’era
fatto chiamare Frà Carlo di Sant’Ignazio per essere in tutto e
per tutto uno di loro ... Francia,
Spagna,
Malta, Portogallo,
Regno delle due Sicilie e Ducati di
Parma e Piacenza avevano soppresso ed espulso i Gesuiti
dellaCompagnia
di Gesù dai loro territori, e rimosso da tutte le
chiese le immagini del Sacro Cuore da loro patrocinato.
Li accusavano di “Monarcomania”,
e soprattuttodi certe “sfortunate imprese commerciali”
nell’Isola
di Martinica… La Spagnaera la più stanca di tutti delle ingerenze dei Gesuitinelle “cose temporali”. Nell’aprile
1767 fece circondare tutte le loro case, li
arrestò tutti, e li fece imbarcare per Civitavecchia vestiti solo
con ciò che avevano addosso. Invitò poi Papa Rezzonico a non
reagire: pena la perdita dell’indennità annuale di 100 piastre che i Gesuiti
percepivano ciascuno dalla Corona Spagnola. Papa Rezzonico ovviamente
tacque … i soldi erano soldi ... Protestò, invece, un pochetto col Ducato
di Parma: poca roba però ...
Anche i Borboni di Napoli occuparono Benevento e Pontecorvo buttando fuori i Gesuiti
dal loro Regno.
Poveri Gesuiti ! … ma anche: no … Solo la Prussia accoglieva ancora i Gesuiti obbligando tutti a istruirsi nei loro collegi.
Papa Rezzonico si accontentò “di pigolare un poco contro”Luigi XV di Francia che aveva fatto occupare Avignone e Venassino tradizionali enclave dei Capitali dei Gesuiti. Provò anche ad alzare timidamente la voce scrivendo la Bolla Papale “Apostolicum pascendi”… I Parlamenti di Parigi e Normandia la condannarono, quelli d'Aix la fecero bruciare dal boia in piazza ... Spagna, Austria, Portogallo e Stati Italiani ne proibirono la pubblicazione, la vendita e la semplice detenzione: a Venezia chi veniva trovato con la Bolla del Papa in mano rischiava la condanna a morte.
Risentito, Papa Rezzonico
si scagliò flebilmente contro il Febronianesimo Tedesco che
diceva che il Papa non era il vertice assoluto e
totalitario della Chiesa, ma solo: “Primo tra pari” (primus inter pares)
... uno dei tanti ... Eresia !… Anzi: vecchia Eresia già detta e ridetta.
Febronio era un
uomo da mandare assolutamente al rogo (non gli riuscì di farlo)… Il Papa poi mise nell’Indice dei Libri Proibiti
le opere dei
Francesi: Rousseau,Isaac-Joseph Berruyer, Claude-Adrien Helvétius, l’Encyclopédie di D'Alembert e Diderot… e diede ordine a ogni Sacerdote di bruciare
tutti quei libri, pena la scomunica.
Non fu
sufficiente … Alla fine Papa Rezzonico fu messo alle strette, e non
gli rimase che sopprimere i Gesuiti, anche se oggi i Gesuiti ci
sono ancora, e rimangono: “il potente animo oscuro e incognito”della realtà ecclesiale … Anche Papa Francesco è un Gesuita.
Infine Papa
Rezzonico fece una gran sorpresa a tutti: se ne morì di ictus il
02 febbraio 1769. Si bloccò quindi tutto, e tanti problemi rimasero
insoluti.... Morto di ictus ? … Già: così si
disse, e si sperò … A Roma se ne dicevano tante di cose:
correvano molte voci divulgate soprattutto dal Cardinale Orsini,
che affermava il Papa fosse morto avvelenato dagli stessi Gesuiti
terrorizzati dalla possibilità della soppressione del loro Ordine ... Non era
vero che il Papa era stato avvelenato: “si disse in giro che mai una
morte era giunta così opportuna”… Quale sarà stata la verità in quella
Roma eternamente affetta dall’avvelenamento facile ? … Chissà ?
Antonio Canova,
ricevuti 22.000 scudi dal Principe e Senatore Abbondio Rezzonico
nipote del defunto Papa, si recò a Roma in San Pietro dove
realizzò un bel monumento tombale per Papa Rezzonico morto.
E con Venezia come andò ?
Insomma … così e
cosà … Anche in questo caso, la Serenissima non ebbe un grande
feeling col Papa Clemente XIII. Nonostante avesse concesso al Doge
Francesco Loredan l’importante onorificenza della Rosa
d'oro, nonostante si fosse fatto Cardinale
il Nobile Priuli già Vescovo di Vicenza,e
nonostante si avesse concesso alla Serenissima la facoltà di avere un Uditore di Rota: privilegio dato solo
alle Grandi Potenze Mondiali ... Erano solo briciole: la Serenissima
s’aspettava ben di più da un Papa Veneziano.
Venezia, infatti, si contrappose e contestò Papa Rezzonico
perché non aveva gradito e approvato la nomina di Giorgio Facca a
Vescovo della Chiesa Greca in Venezia ... Papa Rezzonico
considerava quell’uomo:“Scismatico”… Rispose Venezia: “il
Sommo Pontefice è di certo un Uomo di corte vedute.”
In un'altra occasione il Senato Veneto proibì d'accettare Novizi
e Novizie minorenni nei Monasteri e Conventi Veneziani ... Papa
Rezzonico reagì subito ammonendo Senato e Vescovi Veneti,
intimando loro di rispettare le prerogative dei Regolari, “di
non interferire in faccende di Chiesa”, e di non“mettere in
pericolo la Religione distruggendo gli Ordini” ... Il Senato
Veneto semplicemente non lo ascoltò ignorandolo del tutto.
Papa
Rezzonico allora fece un gesto strano e
inatteso: “limitò i rifornimenti economici a Chiese e Monasteri proibendo
di donare e intestare ulteriori beni e rendite agli Ecclesiastici. Impedì a
Religiosi e Clero di far da tutori e amministratori di testamenti, lasciti e
beni; limitò il numero di Frati, Monaci e Monache rimettendoli sotto il diretto
controllo dei Vescovi; pretese che continuassero ad esistere solo quei Cenobi e
Monasteri in grado di autofinanziarsi … Abolì inoltre le Carceri interne a
Monasteri e Campanili dove venivano rinchiusi Frati, Monache e Monaci
inadempienti; vietò le questue dei così detti Monasteri e Conventi Poveri in
giro per Venezia e nella Laguna; e … tasto dolentissimo: equiparò Laici e
Religiosi dal punto di vista fiscale nel pagamento delle tasse …”
VeneziaSerenissima insorse: gli Ecclesiastici avevano da dare allo Stato ben più dei semplici popolani.
Tutto compreso, anche Carlo Rezzonico non fu un granchè come Papa: un uomo perfettamente in sintonia con i tanti Papi incoerenti e deviati dei secoli passati, poco interessati alla loro autentica missione e al bene reale della Chiesa, del Cristianesimo, nonché del Popolo loro affidato.
E questo è stato l’ultimo dei cinquePapi Veneziani… secondo me: “casinisti”.
Lo
so: vi ho fatto fare una lunga maratona faticosa nel leggermi ... Si è trattato
comunque di un altro pezzetto, secondo me curioso, di quella che è stata la
nostra immensa e fascinosa Storia Veneziana.
Cinque
nomi di Veneziani Illustri da ricordare ? … Mah ? … Forse anche no.