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5 PAPI VENEZIANI CASINISTI

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5     PAPI VENEZIANI CASINISTI

Per carità ! … Non si vada a toccare nessuno. Ci sono stati Papi “di Venezia” formidabili, grandissimi.Li conosciamo bene: Albino Luciani su tutti, insieme al quale a suo tempo ho deciso che dovevo fare il Prete … Poi c’è stato l’indimenticabile Papa Buono, cioè: Giovanni XXIII, l’ex Patriarca di Venezia Angelo Roncalli … E perché no: ricordiamo anche Papa Pio X: Giuseppe Melchiorre Sarto, Trevisano di Riese, pure lui Patriarca di Venezia.

Sono uomini, che hanno lasciatodi sicuro “una buona traccia” nella Storia dell’Umanità. Mi piace dire che Albino Luciani un po’ più degli altri è stato un Uomo con la “U” maiuscola: una di quelle persone ammirevoli che ti lasciano per sempre a bocca aperta.

Veniamo però alla nostra Venezia Serenissima, che ha sempre voluto “mettere lo zampino sulPapato sentàndosene (sedendosi) sul caregòn de Roma”. C’è riuscita più volte: cinque per la precisione, in epoche diverse.

E “Cinque Papi Veneziani Casinisti” ci sono stati … E a ragione secondo me, perché nel cercare di far fare il Papa si sono fatti prendere la mano, procurando storici quanto grossi pastrocchi.

Qualcuno mi dirà di sicuro: “Un Papa non si può dire: casinista.”

Perché no ? … Gli si potrà dire questo e altro tranquillamente, se avrà evidenziato vistosi e colpevoli limiti e difetti, e se sarà stato poco coerente col suo scopo, ruolo e mandato. Se sarà stato un Papa strampalato, poco bravo, e sgaruffato, come si dotrà definirlo ?

“Uomo di Dio” lo stesso ? … Ma anche no.

Di certo per alcuni NobiliVeneziani diventare Papa di Roma era un’ottima opportunità. Non solo come scalata politica riuscita, ma perché si trattava anche di un successo realizzato a discapito di altre potenti Famiglie Veneziane, Romane o Fiorentine: storiche dirette concorrenti. Come Papa si poteva mettere direttamente mano, occhio e controllo su buona parte del Mondo Economico-Spirituale di allora, che in fondo coincidevano ... Era un grande affare insomma … Da Papa si sarebbe potuto manovrare tranquillamente l’Europa, il Mediterraneo e anche qualcos’altro in più ... Crociate, Concili, Pellegrinaggi, Riforme, Guerre più o meno Sante: non erano solo mezzi d’affermazione Religiosa, ma imponenti business di grandissima portata economica.

I Veneziani, si sa, avevano un gran fiuto per gli affari … Ed esser Papa: un grande affare lo era per davvero. Si trattava quindi di un’occasione unica da non farsi scappare.

Veniamo però ai nomi dei Cinque Papi Veneziani, quasi sempre offuscati e nascosti dietro al Titolo-nome Papale ufficiale: Gregorio XII cioè: Angelo Correr; Eugenio IV cioè: Gabriele Condulmer; Paolo II: il Nobile Pietro Barbo; Alessandro VIII ossia: Pietro Vito Ottoboni;e Clemente XIII cioè: Papa Carlo della Torre Rezzonico.

Più Veneziani di così nei nomi ? …Tutti Nobilissimi: “de casàda Veneziana, rampolli Lagunari al 100%”.

Iniziamo col dire che Angelo Correr è stato uno dei pochissimi Papi che hanno saputo rinunciare al ruolo del mitico Soglio Papale mettendosi in disparte. Lui se ne andò a morire ritirandosi a Recanati nelle Marche ... Meglio così ... Papa Ratzinger nel recente 2013 non ha fatto nulla di nuovo dando le dimissioni. Prima di lui, l’avevano già fatto: appunto il Papa Veneziano 598 anni fa, ma anche Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Gregorio VIe Celestino V che durò come Papa solo cinque mesi nel 1294.

A Venezia Angelo Correr lo dicevano: “un testa dura, piuttosto ottuso” ... Incominciamo bene.

Era stato uno dei tanti intrallazzoni Veneziani: indeciso di carattere, modesto di competenze e conoscenze giuridiche, non molto abile in politica, ma parecchio disinvolto nel maneggiare risorse, e zio di Cardinali fra cui Gabriele Condulmer(futuro Eugenio IV)… Il che non guastava affatto a Venezia.

Già nella primavera del 1377 il Consiglio dei Pregadi l’aveva raccomandato a Papa Gregorio XI chiedendogli di affidargli il vacante Decanato di Corone nel Dominio Veneziano da Mar. Il Papa concesse, e Correr si prese quell’incarico-beneficio, che si tenne ben stretto anche dopo la successiva nomina a Vescovo di Negroponte, titolo tolto alla storica giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli Correr fece quindi una rapida carriera ecclesiastica trovandosi fornito di buoni titoli, ma soprattutto: di robusti introiti economici … Di fatto però: non si era quasi mosso da Venezia e dalla Laguna.

Poi giunse il 1380, quando Angelo fece un balzo in avanti: un altro grosso “scatto di carriera”. Dopo esser stato a lungo Canonico del potente Capitolo di San Pietro di Castello a Venezia, sopravanzò tutti e venne eletto Vescovo di tutta Venezia … Incarico che tradotto in cifre corrispondeva a circa 1.800-1.900 fiorini annui della Camera Papale… Non tanta roba.

Papa Urbano VI allora gli conferì anche l’importantissimo incarico di Collettore dei Tributi Ecclesiastici della Provincia Veneta. In altre parole: Angelo Correr riscuoteva tributi per il Papa: a Verona, Vicenza, Padova, nelle aree del Patriarcato di Grado, in Istria, Dalmazia e Albania ... Ecco: adesso s’incominciava a fare sul serio ... Tanta roba.

Angelo Correr divenne il tramite attraverso il quale il Papa di Roma spillava quattrini da buona parte d’Europa … compresa Venezia.

La Serenissima non si scompose … Era la normalità … Le cose “in Politica Estera” funzionavano così allora.

Circa dieci d’anni dopo, la stessa Repubblica Veneziana fece presente a Papa Bonifacio IX, che si era resa vacante la carica di Patriarca Latino di Costantinopoli, che tradotta in cifre: valeva 3.450 fiorini annui … Angelo Correr fu scelto per occuparla, e non ebbe di certo difficoltà nell’accettare quell’ulteriore titolarità ... Poi partì finalmente per Roma(1397), dove iniziò a stringere intensi quanto proficui e duraturi rapporti strategici con la Curia Romana, e in particolare con i “grossi calibri della Famiglie e dei Cardinali Romani”: Antonio Caetani,Cosimo Migliorati di Sulmona e numerosi altri.

Fatalità … poco dopo, uno di loro divenne nuovo Papa con nome di: Innocenzo VII ...Correr quindi, in virtù di quei buoni contatti e rapporti previ, venne scelto e inviato a Napoli come Nunzio Papale ... Napoli era:“città turbolenta da controllare”… Poi venne richiamato a Roma per essere nominato: Governatore della Marca Anconitana e Cardinale-Prete del titolo di San Marco ... Ancora potere e soldi, altri pingui benefici da gestire: gli affari andavano a gonfie vele … E“cantar la Gloria di Dio.”… Quale ?

Infine per Angelo Correr giunse “il momento dei momenti”: quello in cui a sua volta divenne Papa, assumendo il nome di Gregorio XII.

Quando arrivò in Laguna la notizia della sua elezione a Papa, ci fu grande entusiasmo. Era la prima volta che un Veneziano diventava Pontefice Romano. Il neoPapa scrisse in modo affettuoso al Doge Michele Steno, che a sua volta gli rispose soddisfatto e complimentoso augurandosi una stagione di buona collaborazione e sostegno fra Roma e Venezia ... Il Maggior Consiglio inviò a Roma una speciale Legazione di sei Ambasciatori(invece dei soliti quattro), poi addirittura ne inviò otto.

Dopo l’abbrivio iniziale, Papa Correr chiese al Doge di annullare la norma che impediva ai Patrizi Veneziani di ricevere incarichi e doni da Papi e Principi, perchè aveva parecchi parenti, nipoti e amici da sistemare. C’erano in attesa: Antonio Correr figlio di suo fratello Filippo, a cui conferì subito il titolo di Vescovo di Modone: isola strategica del commercio e del Dominio Veneziano. Poi, già che c’era, gli diede anche il titolo di Vescovo di Bologna con la prospettiva di diventare Camerlengo Papale … Insomma: si mise in piedi un Papato tutto targato Correr.

Marco Correr, infatti, altro nipote del Papa, divenne Rettore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, mentre Paolo: il nipote più giovane, divenne prima: Amministratore di Roma e Provveditore e Sovrintendente ai Collettori delle Entrate, poi: Rettore di tutte le Terre della Chiesa tra Todi, Amelia, Terni e Rieti, e Capitanato GeneraledelleMilizie Pontificie ... E non fu tutto.

A Gabriele Condulmer(futuro Papa Eugenio IV): nipote non ancora trentenne, figlio della sorella del Papa, toccò una veloce quanto impressionante ascesa: Cardinale, Chierico della Camera Apostolica, Tesoriere e Vescovo di Siena, con l’incarico di fiducia di rimpinguare al più presto le Casse Papali rimaste semivuote.

Nella LagunaVeneziana però: le cose presero una piega diversa ... Insoddisfatti forse dal fatto che per Venezia non c’erano stati i tanto auspicati vantaggi, il Consiglio dei Dieci legiferò che dovevano rimanere fuori dai Consigli della Serenissima tutti quelli che erano imparentati col Papa, o che avevano ricevuto o erano in procinto di ottenere Prelature e Benefici da lui ... Indubbiamente: qualcosa s’era rotto fra Venezia e Papa Correr: che avevapreso le distanze dalla Serenissima.

E si giunse così al primo “gran casino storico” realizzato dal Papa Veneziano: i Papi “in ballo” sullo scenario storico divennero: due e poi tre contemporaneamente ... Non era mai successo in tutta la storia dei Papi e della Chiesa, e Gregorio XII Correr fu di certo protagonista indiscusso di quel gran pastrocchio.

Secondo alcuni: accadde tutto “suo malgrado”, secondo altri, invece: “Papa Correre fece tutto consapevolmente”.

In ogni caso, accadde uno dei più grandi “problemi” dell’intera Storia della Cristianità: lo Scisma d’Occidente, il così detto: Grande Scisma” che contrappose e divise per quarant’anni la Chiesa dei Cristiani(dal 1377 al 1417).

Da una parte alcuni Cardinali si dissociarono da Roma seguendo l’Antipapa nell’Obbedienza Avignonese in Francia ... Dall’altra: rimasero a Roma i Cardinali dell’Obbedienza Romana, che morto Urbano VI nel 1389, si consociarono eleggendo prima Bonifacio IX, e poi Innocenzo VII nel 1404 ... Sospeso in mezzo fra i due gruppi: rimase appunto Gregorio XII-Correr indeciso sul da farsi ...O meglio: un suo disegno ben preciso ce l’aveva … anche se difficilissimo da concretizzare.

Tre Papi in un colpo solo… Non male come colpo storico … Vero ?

Tutti i gruppi vivevano nel timore delle novità, di scontrarsi, d’essere catturati dagli avversari, e soprattutto di perdere i propri preziosi benefici ... All’inizio: in realtà non accadde nulla. Gregorio XII bisognoso di finanze e sostegno nominò altri nuovi Cardinali peggiorando la situazione. Pretese anche che i Cardinali dell’Obbedienza Romana rimanessero a Lucca.

Confusione e incertezza regnavano sovrane: sette Cardinali lasciarono Lucca in segreto, e si recarono a negoziare con i Cardinali di Benedetto XIII cercando un modo per deporre tutti i Papi in carica, ed eleggerne un altro di nuovo ... Si giunse così nel 1409 al così detto Conciliabolo di Pisa”… Risultato ?

Ulteriore peggioramento della situazione generale: oltre alle Obbedienze Romana e Avignonese, s’aggiunse anche l’Obbedienza Pisana.

Vennero convocati allora tre Concili contemporaneamente: a Perpignanonei Pirenei dell’Occitania:Sede di Papa Benedetto XIII di Avignone; a Cividale del Friuli vicino ad Aquileia per i Cardinali dell’Osservanza Romana guidati da Gregorio XII-Correr; e a Pisa per i Padri Conciliari Unitaristi, che dopo undici giorni di discussione deposero i primi due Papi eleggendone un terzo.

Ne venne fuori il Papa Unitario: Alessandro V, cioè il Cardinale Pietro Filargo detto Pietro di Candia ... A Pisa erano presenti gli Ambasciatori dei Regni Cristiani d’Europa, 4 Patriarchi, 22 Cardinali, 80 Vescovi, 87 Abati, 41 tra Priori e Generali di Ordini Religiosi, 300 Dottori in Teologia e Diritto, e altri 100 rappresentanti con “procure e deleghe” di Autorità Ecclesiastiche assenti … Il Papa Unitario ottenne subito il riconoscimento di: Boemia, Contado Venassino, Francia, Portogallo, Stati Italiani, Prussia e altri territori Tedeschi.

Che gran casino !

La vigilia della Festa del Corpus Domini 1409, il Patriarca di Alessandria Simon de Cramaud proclamò a nome dell’intero Sinodo Pisano, che sia Papa Benedetto XIII che Papa Gregorio XII erano: “Scismatici, eretici conclamati, colpevoli di spergiuro e violatori di solenni promesse, in aperto scandalo della Chiesa universale. In conseguenza, essi sono dichiarati indegni del Pontificato Supremo, e sono ipso facto deposti dalle loro funzioni e dignità ed espulsi dalla Chiesa. È proibito loro d'ora in avanti di considerarsi Pontefici Supremi e tutte le iniziative e le promozioni da loro fatte sono da considerarsi nulle. La Santa Sede è dichiarata vacante ed i fedeli sono liberati dalla loro promessa d'obbedienza.”

Insomma: tre-quattro Papi in contemporanea, e tutti “l’un contro l’altro armato” ... Tutta colpa, o perlomeno risultato delle manovre fatte o non fatte dal Papa Veneziano Correr.

Ciascuna delle Tre Obbedienze,ritenendosi “nel giusto”, non riconosceva come validi gli altri Concili, perciò dichiarava gli altri: AntiPapa, Anticristo, Usurpatore del Seggio Apostolico, Eretico e cose del genere ... In un anacronistico fuoco incrociato, piovevano scomuniche e minacce da ogni parte.

Fu di certo un immane scandalo storico, una delle epoche più buie e triste della Storia della Cristianità e del PapatoCristiano: l’antitesi della progettualità Cristiana ... come lo sono state le Crociate, le Conquiste e l’Evangelizzazione del Nuovo Mondo, e altro ancora.

Sia il Veneziano Gregorio XII che Benedetto XIII non si fecero vedere rimanendo debitamente lontani da Pisa “temendo di perdere la testa”, nel senso di vedersela spiccare via dal collo ... Quando, infatti, a metà giugno arrivarono a Pisa i Delegati di Benedetto XIII vennero accolti dal Clero Pisano con derisioni, canzonature, insulti e minacce.

Papa Correr: considerato da molti: “nepotista e pusillanime” cercò invano di tenersi stretto il “legittimo seggiolone Romano” contando sull’appoggio del Regno di Napoli, del Re di Polonia e della Baviera ...Anche la Serenissima gli fece capire di non gradirlo più per via di quella situazione scomoda, insolita e incresciosa che aveva creato. Era diventato un Papa poco utile e d’impiccio per Venezia, sia dal punto di vista diplomatico, che politico ed economico.

A niente servì, che Papa Correr, in un ultimo colpo di coda furbesco, provasse a inserire in mezzo ai suoi nuovi 10 Cardinali anche un ennesimo nipote Veneziano: Angelo Barbarigo. Deposto, isolato, braccato, scomunicato “per simonia, scandalo, spergiuro e scisma”, Papa Correr scappò via subito dal Veneto-Friulicol Concilio di Cividale temendo che la stessa Serenissima lo imprigionasse.

Corse a rifugiarsi prima dal Principe Carlo I Malatesta: suo mentore e protettore, che si era recato anche a Pisa per appoggiarlo e difenderlo. Poi passò da Ladislao di Napoli provando a opporsi all'avanzata dell'Antipapa Pisano Giovanni XXIII(successore di Alessandro V), che intendeva riprendersi Roma per insediarsi come Legittimo Nuovo Papa.

Alla fine anche Ladislao di Napoli e Luigi II d'Angiò passarono dalla parte di Giovanni XXIII lasciando “il Veneziano”: “solo soletto e del tutto impotente”.

Fu questa la fine del primo Papa Veneziano della Storia ... Dopo aver realizzato e consumato l’immane confusione dello Scisma dei Tre Papi, se ne tornò di nuovo dal Malatesta: l’unico rimasto dalla sua parte, e si ritirò a Cesenatico e Rimini, dove rimase, visse e morì come esule e con le poche rendite di semplice Vescovo di Frascati e Legato Pontificio d’Ancona.

Infine: il Concilio di Costanza in Germania del 1414-17 rimise a posto tutto concludendo finalmente lo storico Scisma d’Occidente. I Tre Papi vennero tutti deposti a favore di Martino V, ossia Oddone Colonna, che divenne unico Sommo Pontefice dell’intera Cristianità con sede a Roma … Era l’11 novembre: Festa di San Martino.

A Venezia si tirò un sospiro di sollievo … L’epopea di Papa Correr per fortuna era finalmente terminata.

Ha fatto o no un gran casino quel Papa Veneziano ?

E veniamo al secondo “Papa Veneziano”, cioè a Eugenio IV.

Era il Venezianissimo Gabriele Condulmer, proveniente da una famiglia popolare Veneziana, diventata nel tempo molto influente essendosi arricchita con i commerci e la Mercandia. Suo padre Angelo aveva sposato Bariola di Niccolò Correr, sorella … fatalità … del malcapitato PapaAngelo Correr di cui vi ho appena detto.

Insomma: corsi e ricorsi storici, gira e rigira, si continuava a fare un po’ tutto “in famiglia”: Gabriele Condulmer era nipote del Papa appena destituito ... I Veneziani intendevano riprovarci quindi.

Gabriele, in verità, aveva incominciato bene a Venezia. Sulla scia di una diffusa “austerità spiritualistica moderata” che si vagheggiava allora all’interno della Nobiltà Veneziana, e di una certa Riforma Veneziana ipotizzata da Ludovico Barbo, che aveva già riordinato l’Abbazia Benedettina di Santa Giustina a Padova, anche Gabriele Condulmer, normale Prete Secolare all’inizio, visse intense ed esemplari esperienze pauperistiche e mistiche a San Giorgio in Alga nella Laguna Veneziana.

Lì nell’Isola Veneziana, insieme al cugino Antonio Correr e a Lorenzo Giustiniani: il famoso Santo-Mistico diventato poi Primo Patriarca di Venezia, aveva dato inizio alla famosa Congregazione dei Canonici Regolari di San Giorgio in Alga, che poi s’allargò in tutto il Veneto e non solo.

Poi Gabriele si trasformò “per esigenze di famiglia e dello ZioPapa”, divenendo “perfetto figlio del suo tempo”. Divenne un uomo strampalato, capace di passare con disinvoltura dalle esperienze mistiche alla gestione “tutta terrena” del Papato.  Quando lo zio Angelo divenne Papa, i nipoti non ebbero scampo: dovettero convergere subito a Roma promossi ad importanti cariche Papali. GabrieleCondulmer divenne: “Governanteesoso e interessato, affamatissimo di terrena ricchezza e potere”, cioè venne nominato: Protonotario Papale e Tesoriere di Stato, Vescovo di Siena per contrastare l'antipapa Benedetto XIII, e Cardinale di San Clemente.

Una miniera di titoli, di denaro e prestigio, ma anche un motivo di rottura col "Fronte Romano" durante lo Scisma d'Occidente.

In altre parole: Condulmer continuò il “gran casino storico” iniziato dallo ZioPapa divenendo progressivamente il protagonista assoluto del Conciliarismo, del Concilio di Basilea, dei vari maneggi con i Cristiani Greci-Ortodossi a Ferrara, e della prosecuzione dell’annosa guerra col Turco.

Proprio l’elezione di Gabriele Condulmera Cardinale fu la famosa goccia che fece traboccare il vaso. Fu in quell’occasione che alcuni Cardinali abbandonarono il Papa Veneziano Correr unendosi con gli Avignonesi scontenti, e inventandosi l’idea del Sinodo Conciliatore di Pisa di cui vi ho già accennato: “Gabriele Condulmer continuò a navigare nelle acque dello Scisma, della corruzione e dell'Eresia che lo preoccuparono fino alla morte insieme ai suoi vicini rapaci. Uno dei problemi urgenti che si trovò ad affrontare fu il controllo di Roma attaccando i Colonna: ricca famiglia che dominava il Lazio ... Costoro continuarono a fomentare e rimestare torbidi in città … All’elezione papale seguì un assalto a Castel Sant'Angelo che venne represso con decisione.”

Per diversi anni Gabriele Condulmer assecondò e sostenne lo Zio Papa accompagnandolo nel suo lungo peregrinare e fuggire per mezza Italia. Alla fine rientrò nei ranghi dell’Ortodossia scegliendo l’Obbedienza al Nuovo Pontefice Martino V che lo confermò nel suo rango di Cardinale. Quando morì Martino V, c’era nell’aria l’urgenza di radunare il Concilio di Basilea, perciò i Cardinali scelsero in fretta un nuovo Papa.

Fu lui: Gabriele Condulmer, che venne incoronato l'11 marzo 1431 in San Pietro divenendo Eugenio IV.

Come avrà fatto Condulmer a conquistarsi così in fretta tutte quelle preferenze, e la fiducia incondizionata dei notoriamente riottosi Cardinali Romani ?

Semplicissimo … Condulmer era furbo, anzi: furbissimo … Perché ancor prima d’essere eletto Papa aveva firmato in Conclave una Capitolazione Elettorale con la quale prometteva ai Cardinali di dare loro: metà di tutte le entrate della Chiesa; di consultarli su ogni questione che la riguardava, soprattutto nel governo degli Stati Papali; di nominare altri Cardinali “suggeriti” in proporzioni rappresentative delle diverse Regioni Ecclesiastiche; di non trasferire la Curia da Roma; e di non prendere provvedimenti contro qualcuno di loro senza l'assenso della maggioranza del Sacro Collegio al quale avrebbe prestato giuramento di assoluta fedeltà.

Il Papa di Roma, insomma, sarebbe stato una specie di Doge rappresentativo del potere reale dei Cardinali, ma privo di reale autorità.

Il Venezianissimo Papa Condulmer quindi, decretò di fatto la fine del Conciliarismo determinando la Primazia del Papa di Roma.

Fu l’anteposizione storica definitiva della Chiesa su Dio, che lo scavalcò nelle priorità delle cose che contavano per davvero sullo scenario Europeo-Mediterraneo e Mondiale di allora.

Potrà quasi sembrare impossibile, ma è stato proprio un Veneziano a “condannare” la Chiesa ad essere Dea di se stessa mettendo del tutto da parte Dio, pur mantenendone ufficialmente la facciata di Paladina e Testimone ... Questa, purtroppo: è la Verità Storica.

All’inizio comunque:“Istallatosi ben saldo sul Soglio di Pietro l’imponente Veneziano Condulmer dall’aspetto fisico massiccio”, con la bolla Papale Sicut Dudum” del 13 gennaio 1435, Eugenio IV condannò lo schiavismo e le prepotenze esercitate dagli Spagnoli sulle popolazioni delle Isole Canarie appena conquistate. Da Firenze scrisse: "Queste persone devono essere libere completamente e perpetuamente, e devono essere lasciate andare senza estorsione o ricezione di denaro."

Affermazioni roboanti e scandalose in bocca a un Papa ... I tradizionalmente devoti e religiosissimi Spagnoli attaccatissimi alla Chiesa di Roma, fecero finta di non sentire precisando: “Quelli delle Nuove Terre non sono uomini, ma creature non razionali, una specie di animali che si possono tranquillamente addomesticare.”

Risultato ? … Eugenio IV perse definitivamente l’appoggio della Spagna ... Papa Condulmer poi puntò la potente Famiglia Romana dei Colonna ricoperta a piene mani dal predecessore Martino V con: titoli, rendite, terre e castelli in abbondanza ... Roma di fatto: dipendeva da loro. Ovviamente Eugenio IV se li inimicò, tanto che i Colonna progressivamente riuscirono a sottrargli il controllo della Città fino a costringerlo a scappare lungo il Tevere su una barchetta a remi travestito da Monaco andandosene in esilio.

Le Cronache Romane raccontano che la Milizia Comunale inseguì Papa Condulmer fino a Ostia, mentre i Romani gli lanciavano pietre dai ponti e dalle le rive … Era maggio 1434 … Fortunosamente il Papa riuscì a salire su un vascello diretto a Pisa fornitogli da Firenze, dove andò a rifugiarsi. Da Firenzeper dieci anni governò lo Stato Pontificio “a distanza” alternandola con Bologna.

Solo più tardi il Papa Veneziano riuscì a far marciare Giovanni Vitelleschi Vescovo di Recanati sulla Città Eterna, riconducendola alla sua Obbedienza con ferocia e numerosi spargimenti di sangue dei Colonna e dei loro alleati. Vitelleschi come premio divenne: Patriarca d’Alessandria, Arcivescovo di Firenze e poi Cardinale, ma nel 1440 Antonio de Rido Castellano di Castel Sant'Angelo lo fece imprigionare e assassinare “come nemico del Pontefice” con la connivenza oscura dello stesso Papa Condulmer.

Nel frattempo, s’era comunque avviato il famoso e tanto atteso Concilio di Basilea.

Ufficialmente la principale discussione pareva vertere sugli Hussiti Boemi, cioè le "Persone del Calice" precursori dei Lollardi della Riforma Protestante, e propugnatori della riunificazione della Chiesa Cattolica con la Chiesa Ortodossa… Sembrava che a Basilea tutto dovesse ruotare attorno a quelle buone intenzioni … C’era dell’altro, invece.

Nell’aria c’era la delicatissima e pressante questione aperta del Conciliarismo.

C’erano, cioè: da una parte i Cristiani convinti che il Concilio fosse superiore al Papa, mentre dall’altra c’eranoi sostenitori della tesi della Primazia Assoluta Dottrinale e Gerarchica del Papa.A distanza di secoli, la questione è ancora oggi vivissima. Non a caso, infatti, i contenuti dell’ultimo Concilio Vaticano II sono stati in buona parte elusi e disattesi a favore della conservazione dello Status Quo Ecclesiastico guidato dalla figura Nostalgica, Ieratica, Autoritaria, autoreferenziale e del tutto autocelebrativa del Papa.

Sembra quasi impossibile che sia così guardando l’attuale Papa Francesco… Ma la Chiesa lungo i secoli è sempre stata abile ed estremamente camaleontica nel nascondere i suoi reali intenti, come nel mascherare le sue radicali omissioni.

Tornando al neoeletto Papa Eugenio IVCondulmer … Consapevole di quanto rischiava il suo Status col fenomeno del Conciliarismo, sospese subito l’assemblea Conciliare di Basilea trasferendola in Italia: nella Pontificia Bologna a lui più congeniale. Lì si sarebbero riprese le discussioni entro diciotto mesi sotto il suo diretto controllo.

Ovviamente i Padri Conciliari ed Ecumenici si opposero a quell’ingerenza prepotente del Papa, e mantennero Basilea come loro sede.

Per due anni non accadde nulla in un perfetto stallo storico: Conciliaristi da una parte e Papa Veneziano sordo e refrattario dall’altra, ciascuno fermo immobile sulla propria posizione.

Altro che Dio e Dottrina ! … C’erano tanti soldi e molto potere in palio ... Davvero tanto.

In Francia, Germania, Inghilterra e Spagna si propendeva per sostenere i Padri Conciliaristi e disautorare il Papa. Da secoli, in verità, i sovrani controllavano le nomine e tassavano ampiamente i Benefici di Prelati, Monaci e Clero a discapito dell’invadente Fiscalismo Romano. Si concentrò quindi nel Conciliarismo un forte sentimento antipapale e antiClericale, molto diffuso anche a livello popolare, dove c’erano Contadini, Artierie Fedeli stanchi dell’imposizione ossessiva delle Decime, Quartesi, Onoranze e Tasse varie che durante tutto l’anno dovevano obbligatoriamente pagare al Clero.

Anche ai vari Stati Italiani piaceva quell’idea della preminenza del Concilio sul Papa, perché s’individuava un’autorità alternativa a quella Pontificia. Non si tollerava più, ad esempio, che il Papa s’intromettesse nelle questioni di Genova volendo riformarne a tutti i costi i Conventi Femminili cittadini in grave crisi d’identità, sostenendo l’operato dei suoi Domenicani Osservanti … Anche a Firenze non si apprezzava la volontà Papale di dare nuovo impulso all'antica Badia Fiesolana in mano a pochi ricchi Benedettini rimasti, rimpiazzandoli con i Canonici Agostiniani della Congregazione di Santa Maria di Fregionaia di Lucca ... Non bastò al Papa cedere Sansepolcro alla Repubblica di Firenze… Pure a Verona non s’era accettato l’intervento di Eugenio IV, che aveva voluto mettere ordine su certi secolari Fondi finiti in mano del Vescovo della Città. Quei soldi, immobili e capitali dovevano essere impiegati per sostentare i “769 Chiericati dello storicoClero bisognoso e povero di Verona” ...Il Vescovo di Verona, invece: s’era intascato tutto … A Forlì ancora: Nobili e Capitolo della Cattedrale avvalendosi di antichi diritti si erano eletti per conto proprio come Vescovo: Guglielmo Bevilacqua… un Frate che non era per niente gradito a Eugenio IV ... Faticosamente si giunse al compromesso di nominare al suo posto: Antonio Ordelaffi, che era anche: Vicario Pontificio e Signore di Forlì terra Papale.

Insomma: sembrava giunto il tempo in cui il potere dell’etereo Concilio doveva prendere il posto del fastidioso e avido Papa.

A dirla tutta, di fronte a quell’incalzante allergia antiPapale, Eugenio IV Condulmer si ritrovò un po’ spiazzato, tagliato fuori, e soprattutto toccato nei soldi e nel potere ... Provò allora con una specie di gioco di prestigio ad anteporre la questione dell’Unificazione delle due Chiese Cattolica e Ortodossa a tutto il resto.

Provò a contattare il decadente Imperatore Giovanni VIII Paleologo di Costantinopoli (insidiato prepotentemente dai Turchi Ottomani) proponendogli di partecipare a un Concilio dell’Unione a Ferrara: città Papale … come Bologna. I Conciliaristi ovviamentesi opposerovolendo come sede d’incontro esclusivamente Basilea in SvizzeraEugenio IV li ignorò accogliendo a Ferrara la delegazione Greco-Bizantina di 700 persone, e diede inizio ai lavori.

I Conciliaristi non la presero bene, perciò nel 1438 riunirono aBasilea un'assemblea parallela di 300 partecipanti formata da Cardinali, Dottori in Teologia e Diritto, e Clero qualsiasi. Oltre a dichiarare Eugenio IV: “Non immune dal tradizionale Liberalismo Veneziano, e perciò favorevole ai Fratelli del Libero Spirito, già condannati nel lontano 1310”, decisero anche di privarlo delle Entrate Fiscali Europee, che vennero fatte confluire a Basilea ... Eugenio IV provò allora timidamente a discolparsi compiendo alcuni gesti di “esemplare sradicamento dell’Eresia” a Venezia, Padova, Ferrara ... Tutto inutile: non servì a niente.

Alla fine Eugenio IV esplose da Firenze condannando e scomunicando tutto e tutti: soprattutto i Padri di Basilea ... Abbandonò anche i Greci e Ferrara, dove nel frattempo era scoppiata la Peste.

A Basilea reagirono a loro volta processando il Papa assente, e dichiarandolo: “Eretico, sospeso e decaduto”. Elessero quindi un PapaNuovo… Un altro ? … Che noia ! … Stavolta si trattava: del Duca di Savoia Amedeo VIII detto “il Pacifico”, che s’era ritirato a vivere da Eremita nel Castello di Ripaglia o Ripaille sul Lago Lemano trasformandolo in un Priorato che seguiva la Regola Mauriziana.

Salì alla ribalta quindi, quello che molti Storici hanno definito come “il più goffo AntiPapa della Storia”: Felice V detto “il Felicetto”.

A differenza di quanto s’è detto e scritto di lui, “il Felicetto” non rimase con le mani in mano indifferente al suo ruolo, ma si diede molto da fare: tenendo in breve tempo ben cinque Concistori in cui nominò “a raffica” ben 24 Cardinali … Un bel mucchietto.

Quell’ennesima nomina di un Antipapa venne chiamata: “Piccolo Scisma d'Occidente”, che si concluse solo dieci anni dopo a Losanna con la Dieta di Francoforte e il Concordato dei Principi, quando “PapaFelicetto” si autodepose spontaneamente.

Sembrò tutto risolto, ma in realtà da quel momento l’Europa intera non fu più quella di prima. Re Carlo VII in Francia, ad esempio, preferì applicare i decreti del Concilio di Basilea piuttosto di quelli emessi dal Papa, mentre la Dieta di Magonza in Germania non riconosceva più al Papa i suoi diritti sull'Impero … Insomma: non spirava affatto aria buona per Roma e per il Papa Veneziano.

Con i Cristiani Greci, in realtà, le cose non era andato poi così male. Si era discusso teologicamente raggiungendo l’intesa dogmatica su diverse questioni storiche delicatissime: il “Filioque”, la Dottrina del Purgatorio, e la “Transustanziazione delle Sacre Specie Eucaristiche”. Erano rimaste solo poche divergenze pratiche di natura soprattutto Liturgica fra le due Chiese, e il Papa aveva perfino rinunciato al suo Primato Assoluto dichiarandosi solamente: “primo inter pares” all’interno dell’Assemblea Ecclesiastica Cristiana Riunificata.

Sembrava una riappacificazione storica grandiosa ormai conclusa, senonchè, poco prima di rientrare a Costantinopoli e di controfirmare definitivamente gli accordi del decreto “Laetentur Coeli”, che comprendeva non solo la Riunificazione tra Chiesa Greca e Chiesa Latina, ma anche con le Chiese Siriache, Copte e Armene  Ben 21 Delegati Greco-Bizzantini su 31 si ricredettero non accettando di firmare, e tutto sfumò nel nulla di fatto.

Si disse che: “In Patria si preferì mantenere le proprie Tradizioni e usanze preferendo lottare contro il turbante dei Turchi che sottomettersi alla Triàra Papale di Roma” ... Da quel momento la Russia divenne: la "Terza Roma" assumendo il controllo politico-spirituale dell’intera Chiesa Greca Ortodossa… Firmarono l’accordo con la Roma dei Papi solo le Chiese d’Ungheria, Polonia, Ucraina, Slovacchia e Transilvania che divennero così le: “Chiese Ortodosse Uniate” … Solo più tardi Roma racimolò anche: Giacobiti, Nestoriani e Maroniti ... poca cosa.

Lo Scisma storico fra Cattolici e Ortodossi era nuovamente servito … Ed è rimasto tale per sempre: a tuttoggi … Merito soprattutto del nostro Papa Condulmer, che ha datopriorità assoluta alla riconquista di Roma, e dei soldi e terre diSan Pietro.

Tutto da buttare quindi il Veneziano Eugenio IV Condulmer ?

Forse si ? … In verità, pare che Eugenio IV abbia provato timidamente a riformare la Chiesa in qualche modo, o perlomeno la Curia Romana disciplinando gli Ordini Religiosi, soprattutto i Francescani, nonostante avesse firmato quell’iniziale Capitolazione Elettorale del Conclave pur d’essere eletto Papa … Ha dato inoltre sostegno a Camaldoli col suo Generale Ambrogio Traversari di tendenze riformatrici … Ha favorito Bessarione, che era parte della Delegazione Greca al Concilio di Ferrara, facendolo Cardinale e responsabile dei Monaci Greci Basiliani dell'Italia Meridionale… A Roma ha provato anche a riformare l'Università la Sapienza per istruire un po’ di più il Clero Regolare troppo ignorante. Ha tentato di riformare i Canonici del Laterano agiati e trascurati. Ha restaurato le Sette Basiliche Romane chiamando nella Città Santa artisti e decoratori famosi come Beato Angelico … Poca cosa in ogni caso.

Fra le altre iniziative di Eugenio IV, forse anche a seguito delle “intese romane” con i Greco-Bizzantini, ci fu anche l’idea di lanciare un’ennesimaCrociata contro i Turchi come non se fossero bastate quelle già intraprese, e non fossero stati sufficienti i danni provocati e quelli subiti ... Si tratta di vicende storiche poco raccontate … Nel 1441 il Re d'Ungheria era stato sconfitto a Belgrado, ma adesso con Eugenio IV si era speranzosi di riuscire nell’impresa. In quel frangente, Eugenio IV si ricordò d’essere Veneziano e della “sua diletta Patria”, perciò provò a coinvolgere la Serenissima poco entusiasta di partecipare a un’altra Crociata. Non era molto convinta Venezia di “rompere con i Turchi” per via che intendeva difendere i suoi fruttuosi e ininterrotti traffici commerciali col Levante. Come si sa: in Laguna gli interessi economici erano da sempre anteposti a tutto … E anche in quell’occasione, Papa o non Papa, si pensava così.

Alla fine però la Serenissima cedette alle profferte del Papa, che “ci mise del suo” per finanziare l’impresa impegnando un quinto delle intere entrate Pontificie. Venezia allora schierò le sue Galee tra Balcani, Dardanelli e Asia Minore mettendole sotto il comando del Duca di Borgogna Filippo III “il Buono”“Buono” soprattutto perché s’era impegnato a pagare gli stipendi dei Marinai Veneziani.

Come andò a finire la vicenda dell’ennesima Crociata ? … Malissimo, che di più non si poteva.

L’Esercito Cristiano era forte di circa 25.000 uomini fra i quali c’era anche il Legato Pontificio Giuliano Cesarini. Aveva inoltre dalla sua parte: 8.000 Serbi… I Turchi, invece: guidati da Murad II, erano dotati di un esercito tre volte più numeroso di quello dei Cristiani … E già qui: si è detto tutto.  

Si finì il 10 novembre 1444 col combattere la storica battaglia di Varna sul Mar Nero in Bulgaria. Da una parte: le truppe del Sultano Turco Murad II, dall’altra: la coalizione degli Eserciti Balcanici col Re d'Ungheria Ladislao III Jagellone che guidava: Bizzantini, Papalini, Polonia, Transilvania, Serbia e Valacchia ... Inizialmente Giovanni Hunyadi“il Cavaliere Bianco” con metà delle truppe Ungheresi riuscì a contrastare i Turchi, poi giunse la Retroguardia di Re Ladislao IIl che affrontò i Giannizzeri di Murad che lo misero in fuga. Si terminò con l’Armata Cristiana completamente in confusione, costretta ad attraversare il Danubio per salvarsi, e a pagare notevoli riscatti per liberare alcuni Nobili Ungheresi finiti prigionieri dei Turchi. La Pace di Adrianopoli o Edirne concluse il capitolo storico, con gli Ottomani impegnati per dieci anni … “bontà loro”… a non attaccare i Cristiani, e a restituire alcuni territori Ungheresi e Serbi. Il Basileus Bizzantino Giovanni VIII Paleologo divenne suddito del Sultano, Costantinopoli divenne Turca, e Venezia perse la Morea e Trebisonda.

Fu un disastro insomma … Con Papa Condulmer che sognava i Balcani giàdiventati del tutto Cristiani ... Povero illuso fuori dal Mondo reale ! … Diede allora la colpa di tutto a Venezia, accusandola di vigliaccheria, e di non essere riuscita a bloccare i Turchi con le sue Galee. A tal proposito, si rifiutò anche di pagare gli stipendi ai Marinai Veneziani, pretendendo che la Serenissima mandasse le sue Galee a Costantinopoli e Tenedo per preparare la controffensiva Crociata… che in realtà non sarebbe mai potuta accadere, tanto erano stati ridotti male i Cristiani ... Papa Condulmer aveva davvero la testa oltre che la guerra. Non aveva alcuna consapevolezza della reale situazione politico-militare in atto. Si diceva di lui: “Integrità morale e onestà di Eugenio IV furono indubitabili in un’epoca in cui la rilassatezza morale di Preti, Cardinali e Curia Romana erano platealmente assenti.” … Proprio non ci si rendeva conto, che Papa e Cardinali non erano affatto una Lega di Santi, ma solo un’accozzaglia bizzosa di prepotenti guerrafondai inconsapevoli e senza prospettive.

Che ve ne pare in conclusione?

Esagero forse nell’affermare che anche Eugenio IV Condulmer fu il protagonista di un altro storico pastrocchio- casino ?

Soldi e potere del vanesio Papa Veneziano determinarono ancora una volta la Storia della Chiesa e dell’Europa intera.

E veniamo ora a Papa Paolo II: il terzo “Venesiàn deventà Papa de Roma”… Altri tempi, e altra Storia.

Paolo II era il Veneziano Pietro Barbo nato a Venezia il 23 febbraio 1417 dalla Nobile Famiglia Patrizia di Niccolò dedita alla Mercandia e al commercio,e da Polissena Condulmer ... Gira e volta: certe storie finiscono sempre col sovrapporsi e assomigliarsi.

Lo zio di Pietro Barbo era il CardinaleGabriele Condulmer, cioè, come ben sapete:il futuro Papa Eugenio IV Quella di diventare Papa, insomma: era ormai una specie di malattia, una mania di famiglia, ce l’avevano nel sangue.

Dopo aver seguito studi umanistici approssimativi, Barbo fece la sua ascesa raggiungendo in fretta i massimi livelli Ecclesiastici.

Lo zio Eugenio IV gli conferì il Cardinalatodi Santa Maria Nova e lo fece Vescovo di Cervia a 23 anni ... Poi Barbo divenne in successione: Vescovo di Vicenza, e Cardinale di San Marco in Campidoglio… Il nuovo Papa Callisto III lo usò come “paciere” in diverse situazioni ... Pio II, invece, di cui Barbo era stato rivale per salire al Papato, lo spedì lontano da Roma a fare il Vescovo di Padova.

Stavolta fu la Serenissima ad opporsi a quella nomina papale, perché aveva già un suo Nobile da piazzare in quella carica-beneficio: Jacopo Zeno già Vescovo di Feltre ... Barbo in quell’occasione dovette allora mettersi da parte.

Si riprese e rilanciò, invece, quando morì Pio II, e “in quattro e quattrotto” si fece eleggere Papa al primo scrutinio firmando la solita previa Capitolazione Elettorale strafavorevole al Collegio Cardinalizio Romano.

Divenne quindi Papa Successore di Pietro nel 1464, rimanendo tale fino alla morte in Roma a soli 54 anni: nell’estate 1471.

Non fu affatto un Papa vecchione quindi … Per ottenere d’essere eletto, s’era impegnato a convocare un nuovo Concilio Ecclesiale entro tre anni, ad abolire il nepotismo Curiale che affliggeva la Chiesa, e soprattutto a racimolare soldi per riaccendere ancora una volta la Crociata contro il Turco… Appena agguantato il Soglio Papale però, cambiò immediatamente idea affermando che quanto aveva promesso: “… erano solo desideri e non obblighi.”

Nessuno riuscì a reagire e a contrapporsi: lui era il Sommo Pontefice… No ? … Quindi poteva dire e fare ciò che voleva per il bene ... piuttosto invisibile … dell’intera Cristianità.

Quando venne eletto, si diceva che fosse indeciso se assumere il nome di Papa Formoso II, considerandosi bello e potente, o prendere il nome di Marco II in onore del San MarcoPatrono della sua Serenissima… Grande dilemma socio-politico-spirituale ! 

In quel periodo però non correvano buoni rapporti fra Roma e Venezia, perciò Papa Barbo ripiegò sul più conveniente: Paolo II.

S’era comunque portato dietro un po’ di Venezia, perché memore della buona Cucina Veneta, era abituato a farsi servire: “Cappone in casseruola, con acqua, burro, cipolla, carota, sedano, chiodi di garofano, cotto a fuoco lento per rendere il Cappone più tenero ... Si tolga poi la carne tenendola in caldo, si filtri il brodo, e lo si rimetta sul fuoco aggiungendovi il Riso ... Cotto tutto, si serva la Zuppa con dentro i pezzi del Cappone lessato.”… Siccome poi i suoi Nobili Ospiti-Commensali non riuscivano a consumare neanche la metà di quanto fornito nei “Banchetti del Biancomangiarea base di capretti arrosto”, si lanciavano gli abbondanti resti dalle finestre della Sala Grande di Palazzo San Marco al Popolo, che s’accapigliava pur di prendersi “un boccone da Papa”.

Si disse che morì “per apoplessia” dopo una cena abbondante: “forse per un’indigestione di melone, o per sospetto d’avvelenamento”. Cosa molto più probabile: un “classico” per i Papi di Roma … Altri attribuirono la morte del Papa alle Arti Magiche e Divinatorie che praticava, e alla sua passione per le pietre … Chissà quale fu la verità ?

Riassunto in poche parole: anche Paolo II-Barbo fu un altro Papa nepotista e tutt’altro che interessato al bene spirituale della Cristianità. Anche lui contribuì a fomentare l’idea del Conciliarismo Antipapale ... Non era uno sprovveduto però: amava di certo la Buona Cultura. Fu lui, infatti, a introdurre l’uso della “Stampa e della Tipografia” a Roma ... Gestì con forza il potere affrontando e facendosi nemica la Curia delle facoltose e potenti Famiglie Romane ... tanto per cambiare … Furbescamente però, seppe fare l’occhiolino al Popolo di Roma costruendo Granai e Macelli, saziandolo di Pane, Pecorino e Vino, e offrendogli divertimenti ... Non dimentico dei modi Veneziani, proclamò a Roma il Nuovo Carnevale nel 1468, organizzando sfilate di carri allegorici, Alberi della Cuccagna, e corse fra i Tredici Rioni dell’Urbe rappresentati da giovanotti, tori bianchi incoronati di fiori, e maiali lustrati, lavati e profumati … Costrinse però gli EbreiRomani a pagare le spese di tutte quelle feste.

Le Cronache Romane ricordano che nelle Osterie dell’Urbe in quegli anni si mangiavano Trippe in abbondanza, e che con l’intento di sminuire la forza delle Famiglie Romane Curiali con “i Conti e Baroni Feudatari delle terre e delle Rocche di Capranica, Vetralla, Ronciglione, Nepi, Caprarola e altre.”, il Papa s’ingraziò il Popolo delle Campagne Romane mettendoglielo contro ... Si diede da fare poi per riportare Senigaglia e Cesena sotto il suo diretto controllo. Era stato Pio II a darle ad Antonio Piccolomini e a Novello Malatesta“vita natural durante”… Non erano più tornate “in dotazione” del Sovrano Pontefice … Fece poi occupare le miniere di Allumedi Tolfa, che poi comprò “città compresa” per 17.300 ducati d’oro stipulando col Re di Napoli una società comune per lo sfruttamento delle miniere di Tolfa e Agnano.

Grande Papa quindi ! … Ma dove ?

Dopo essersi fatto incoronare pomposamente “andando in sfarzoso corteo da San Pietro fino a San Giovanni in Laterano”, per prima cosa emarginò tutti i “Pieschi”: i sostenitori del Papa appena morto, in quanto ritenuti: “eccessivamente legati all’amore per la gloria mondana, le monete, i giochi e i banchetti.”… Accusando molti di Paganesimo, sciolse il Collegio degli Abbreviatori che riuniva più di 70 persone “sempre a caccia di proventi Papali”… Revisionò gli StatutiCittadini approntando qualche striminzita riforma amministrativa, condannando blandamente la corruzione straripante, e il commercio delle cariche pubbliche ... A fine febbraio 1468 fece arrestare molte persone accusandole di congiura contro di lui: “La maggior parte erano membri dell’Accademia Romana,ma anche familiari di scomodi Cardinali ‘Pieschi’: persone, secondo il Papa, che nascondevano dietro alla passione per l’antichità: tendenze alla sodomia, eresie, intenti laici, repubblicani e antipapali e anticlericali”… S’era scoperto un progetto di uccidere il Papa il 2 marzo, mentre si recava alla Basilica di San Marco. Fra i congiurati c’erano anche alcuni Napoletani e dei Veneziani, che fuggirono da Roma andando a rifugiarsi anche nella Laguna Veneziana ... Sempre timoroso di rivolte e minacce, vedeva pericoli dappertutto: ogni Sovrano che visitava Roma lo sospettava d’essere un possibile attentatore alla sua sovranità … Per cui a Roma accorreva di continuo l’esercito, e la Città finiva presidiata come se fosse sotto assedio.

Processò e obbligò poi alla conversione in Campidoglio il gruppo dei Fraticelli de opinione: una “setta pauperistica fastidiosa” che contrastava la Chiesa accusandola apertamente di concubinato e traffico di denaro vendendo i Sacramenti ... Accusa scomodissima, ma vera, che andava a minare le basi dell’intero apparato Ecclesiastico.

A proposito di guadagni, il Papa indisse poi l’Anno Santo: “strumento efficace per la glorificazione del Pontificato”, ma anche altra buona occasione per far cassa tramite le Penitenze, le Devozioni, la Carità e i Sacramenti ... Con la bolla Ineffabilis providentia (1470) portò la periodicità dell’Anno Santo da 50 a 25 anni, e già che c’era: impose alle Corporazioni Romane che possedevano benefici di pagare “la quindemia”, cioè una tassa obbligatoria che si sarebbe dovuto pagare ogni quindici anni … Fatalità: si sarebbe dovuto pagarla da subito, perchè scadeva proprio in quello stesso anno.

Dal punto di vista dottrinale, Papa Barbo si mostrò ostile al Conciliarismo dimostrandosi despota e padrone della Chiesa. Fu lui a inventare la “corona-cappello a tre strati e livelli”: la così detta Triara o Triregno che rappresentava il triplice potere di cui era dotato. Spiegava: “il Papa è Padre dei Principi e dei Re, Rettore del Mondo e Vicario di Cristo in Terra ... la Chiesa è militante, sofferente e trionfante”Spavaldo, pieno di se, e intransigente nel difendere “le libertà ecclesiastiche”, e nel mirare alla supremazia Papale sull’intera Penisola Italiana, Paolo II finì in aperto conflitto con diversi Stati ... Famosa la sua frase: “Io sono il Papa e posso, secondo che più mi piace, fare e disfare” ... Si contrappose quindi al Ducato di Milano per motivi fiscali, al Regno di Napoli dal quale pretendeva contributi “per la Crociata”, a Firenze: di cui scomunicò in massa le più importanti Magistrature perché non avevano rispettato l’Immunità Ecclesiastica … e anche a Venezia: dove impose un’esosa Decima al Clero per finanziare la Guerra contro i Turchi.

Sorsero allora diverse Leghe Italiche antiPapali, caratterizzate da scontri campali condotti dagli storici Condottieri di turno, alternati a labili e transitorie paci di convenienza.  

Un altro scopo dichiarato di Paolo II Barbo, fu di certo: la continuazione della Crociata contro il Turco, nella quale voleva coinvolgere più Stati Europei possibile ... Scomunicò come Eretico, invece: Giorgio di Poděbrady di Boemia: l’unico sovrano che avrebbe potuto aiutarlo e finanziarlo. Lo convocò a Roma per processarlo, ma siccome non si presentò, il Papa non seppe far altro che esortare i Boemi di non considerarlo più loro Re ... Nel 1467, il Condottiero Albanese Giorgio Scanderbeg era riuscito a respingere i Turchi, ma poi era morto, e quasi tutta l’Albania era finita in mano Ottomana. Tre anni dopo ancora, gli stessi Turchi avevano attaccato Venezia, che alla fine aveva perso l’avamposto commerciale di Negroponte… Secondo Papa Barbo: bisognava attaccarli e respingerli una volta per tutte … Non c’era tempo da perdere ... Solo che “Tra dire e fare: c’è di mezzo il famoso mare”… e non solo quello.

Come dicevamo: Papa Paolo II-Barbo non fu affatto un “Papa buono”, ma semmai: un altro Papa casinista ... poco Papa per davvero.

E con questo i Papi Veneziani saliti al Soglio Pontificio: sono tre …

Veniamo adesso “al quarto Papada Venèssia”:Pietro Vito Ottoboni, cioè: Papa Alessandro VIII, col quale di deve fare un salto in avanti nel Tempo. Fu Pontefice dal 1689 fino alla Morte nella stessa Città Eterna il 01 febbraio 1691. Fu cioè Papa per 1 anno, 3 mesi e 26 giorni soltanto: un Pontificato breve, anzi: il più breve dopo quello dei 33 giorni di Albino Luciani-Giovanni Paolo I.  

Serve ricordare che nacque a Venezia nel 1610 da una famiglia Veneziana Nobilissima: suo padre era il Patrizio Veneto Marco Ottoboni, che fatalità “di professione” era nientemeno che: Cancelliere Grande della Repubblica di San Marco. In realtà gli Ottoboni non erano dei veri e propri Nobili, ma solo dei Considerevoli e Abbienti Patrizi originari di Padova e dalla Dalmazia. Appartenevano al ceto dei CittadiniOriginari dediti soprattutto all’intricato ed efficiente apparato burocratico della Cancelleria Dogale di cui erano ingranaggio e categoria indispensabile … La madre, invece: Vittoria Tornielli, aveva messo al mondo nove figli di cui Pietro Vito era l’ultimo.

Da giovane Pietro-Vito trascorse buona parte dell’infanzia “al sicuro” nella villa di famiglia a Rustignè di Oderzo nella Campagna Trevigiana.  Erano gli anni della famosa Peste della Madonna della Salute che decimò Venezia e i Veneziani … Dopo essersi laureato in “utroque iure” a Padova a soli 17 anni (chissà quanto avrà studiato ? … o piuttosto speso per laurearsi), si trasferì a Roma dove venne immediatamente nominato: “Uditore della Sacra Rota” da Urbano VIII, e dopo altri nove anni: Vescovo di Torcello a due passi fuori casa ... a Venezia.

Poi iniziò la consueta accelerata della scalata alle cariche che contavano. Divenne in successione: Cardinale Presbitero di San Salvatore di Busciai, e poi: Abate Commendatario della ricchissima Abbazia della Vangadizza di Badia Polesine,Vescovo di Brescia per 10 anni, e infine: Inquisitore del Sant'Uffizio e Cardinale su richiesta diretta della Serenissima a Innocenzo X.

A Brescia, “dove ebbe diverse nuove e fastidiose gatte da pelare”, dovette per forza dimostrare di saper lottare contro gli EreticiPelagini della Val Camonica: un gruppo Quietista che svolgeva intenso proselitismo nel Bresciano ... Ottoboni lottò contro il Quietismo,Gallicanesimo, Giansenismo e lassismo per 40 anni … Intimato ai Pelagini di sciogliersi senza successo, passò subito a reprimerli duramente: nel 1655-57 eliminò tutto il gruppo arrestando, torturando, processando, costringendo all’abiura, e confinando i colpevoli anche a Venezia ... Gran brutta storia.

Quando nel 1664 si trasferì finalmente a Roma, si legò subito coi Cardinali Azzolini e Chigi del cosiddetto "Squadrone volante", che intendeva liberare la Chiesa dall'eccessivo controllo delle Potenze Cattoliche di allora ... Clemente IX lo nominò Datario Apostolico, poi Referendario delle Due Segnature, Governatore di Terni, Rieti e di Città di Castello, e fu Uditore della Sacra Rota per dieci anni ... Con Innocenzo XI, invece, il VenezianoOttoboni divenne l’importantissimo: Segretario della Congregazione del Sant'Offizio,e partecipò alla condanna di Padre Romiti dei Compagni dell'Oratorio di Matelica accusati di Quietismo. Esaminò perfino il Cardinale Petrucci mettendo all'Indice le sue opere, e lo costrinse a ritrattare le sue idee davanti al Papa e a lui stesso … Da Papa gli tolse anche il governo della Diocesi ... Poi fu la volta del Teologo Gommaire Huygens, che Ottoboni fece estromettere dall’Università di Lovanio, e costrinse a ritrattare le sue tesi di “sospetto Giansenismo”.

Dopo aver partecipato a ben cinque Conclavi facendo sempre parte del gruppo dei “Cardinali zelanti”, a 79 anni, infine: fece il “grande salto dell’Elezione Papale”… Un arzillo vecchietto divenuto Papa Alessandro VIII: uno dei più vecchi dell’intera Storia della Chiesa.

Appena eletto indisse subito un Giubileo Straordinario per far cassa, visto che a suo dire: “le Papali Finanzelanguivano”… Col Papa Veneziano rifiorì ancora una volta il consueto favoritismo e nepotismo papale. Ripristinò il conferimento delle Cariche di Stato ai “congiunti del Pontefice”; nominò “Cardinal Nipote” il nipote Pietro di 22 anni, e Vicecancelliere di Santa Romana Chiesa e Legato di Avignone l’altro nipote Giambattista Rubini; comprò da Orazio Ludovisi Generale della Chiesa il Ducato di Fiano nel Bolognese, che regalò a Marco Ottoboni altro nipote che nominò a sua volta: Sovraintendente alle Fortezze Marittime e Generale delle Galee Pontificie.

Anche Antonio Ottoboni divenne: Generale della Chiesa e Comandante delle Truppe Pontificie ... Tutto in famiglia insomma.

Come “da consuetudine Papale”, provò a ingraziarsi il Popolo Romano decretando piccoli sgravi fiscali, liberalizzando il commercio dei grani, abolendo la Gabella della Carne e la Gabella del Macinato di Roma, provvedendo “alla Salute dei Cittadini”, e al decoro e pulizia della Città Eterna sanificandola dopo l’ennesima Peste ... Fu anche Mecenate d’Artisti, abbellì la Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio, arricchì e risistemò la Biblioteca Apostolica Vaticana acquistando manoscritti e libri rari e incorporandovi la Biblioteca di Cristina di Svezia… Restaurò anche la Fontana dell'Acqua Paola… Vietò di portar via durante il Conclave tutte le cose che c’erano nella camera del Papa Morto per rivenderle, e stabilì che per il funerale del Papa non si dovevano spendere più di 10.000 ducati, perché quella era stata l’esosa spesa che aveva dovuto pagare per seppellire il suo predecessore … Approvò nuove Costituzioni della Congregazione Benedettina Silvestrina dell’Ordine di Montefano, e ordinò curiosamente d’indossare le calze ai Padri Scolopi o PiaristiScalzi: i Chierici Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie fondati da Giuseppe Calasanzio(1597).

In politica internazionale Papa Ottoboni pensò bene di schierarsi ufficialmente dalla parte di Luigi XIV Re di Francia, ma in realtà “gli remò contro” come aveva fatto Innocenzo XI suo predecessore. Con i Monarchi Europei andò a discutere, difendere e pretendere i “diritti di regalia, asilo e quartiere” che secondo Ottoboni spettavano a Papa ed Ecclesiastici: “Dio lo voleva !”

Nominò tre Cardinali Francesi e neanche un Austriaco facendo arrabbiare l'Imperatore che ritirò l’Ambasciatore da Roma. A Ottoboni non piaceva l’Imperatore Leopoldo perché secondo lui non difendeva come avrebbe dovuto la Cristianità dai Turchi, preferendo guerreggiare con la Francia, allearsi con i Protestanti Inglesi… e darsi alla caccia.

Ricordandosi poi d’essere Veneziano, donò al Doge Francesco Morosini lo Stocco Pontificio e il Berrettone, e pescando finanziamenti dalle Casse Pontificie già semivuote, sostenne la Campagna Militare Veneziana per il controllo della Moreae dell’Egeo contro i Turchi-Ottomani riempendo di viveri sette cambuse di Galee Veneziane, e inviando 2.000 fanti per la Campagna d’Albania.

Dal punto di vista Dottrinale-Morale condannò il “Lassismo delPeccato Filosofico” insegnato “dai suoi stessi Gesuititraditori” … “Condannò 31 proposizioni troppo rigorose e bigotte sulla: Penitenza, Giustificazione, Maria Vergine, Battesimo e Autorità della Chiesa”… Pubblicò il Breve Animarum Saluti” col quale confermò i diritti dei Neofiti del Sud-Est Asiatico ... Infine si dedicò a morire nel febbraio 1691: “senza arte né partemangiato da risipola alla gamba presto degenerata in cancrena”.

Anche Papa BarboPaolo II non fu granchè come Papa: uomo abulico, scialbo, di passaggio. Di certo “non si dannò l’Anima” per il suo Ministero, incapace di “segnare la Storia” per davvero, senza voglia di rappresentare e concretizzare in qualche modo la sua “Mission” di Capo della Cristianità ... Fu di certo tutt’altro che Pontefice fra Umano e Divino.

Severo giudizio ? … Non credo … l’Ottoboni è stato Papa, mica lavorante qualsiasi ... Ha avuto a disposizione un’opportunità storica unica, che non ha saputo affatto sfruttare per il bene di tutti ... Altro Papa “casinista” quindi ? Direi proprio di si.

E siamo, infine, al quinto e ultimo Papa Lagunare, cioè a Clemente XIII aliasCarlo della Torre Rezzonico: un “Papa Braghettone”, nato a Venezia nel 1693, e 248º Sommo Pontefice Cattolico da metà 1758 a febbraio 1769 quando si spense in Vaticano a Roma. La sua Nobiltà Veneziana era recente in quanto la Famiglia Rezzonico era giunta a Venezia nel 1638: appunto dal borgo di Rezzonico sul Lago di Como(prima ancora forse stavano a Genova)… Già nel 1665 comunque, i Rezzonico s’erano comprati dall'Imperatore Leopoldo I il titolo di Baroni.

Educato dai Gesuiti di Bologna e laureato a Padova in Diritto percorse “in salita ma con successo” tutto l'iter della classica carriera ecclesiastica: Governatore di Rieti e Fano, Sacra Rota, Abate Commendatario nell'Abbazia di Summaga, e Vescovo di Padova soffiando il posto a un Nobile Querini. A Padova per il suo zelo e fervore, Rezzonico venne soprannominarono "il Santo" come Sant’Antonio di Padova: convocò un Sinodo Diocesano, restaurò il Seminario già sede dei Canonici Regolari di San Giorgio in Alga di Venezia, e si dice che sia andato a visitare gli angoli più remoti della Diocesi dove non si vedeva il Vescovo da più di mezzo secolo … Sempre da Padova scrisse due volte al Papa di Roma per decidere le sorti del Patriarcato d’Aquileia: antico feudo ambito sia da Venezia che dall’Impero. Papa Clemente XII scrisse di lui: “Rezzonico agisce con tanta riserva e cautela che avrà paura della sua ombra.”Comunque su pressione del Cardinal Nepote Neri Corsini amico del Rezzonico, lo fece ugualmente Cardinale Diacono di San Nicola in Carcere … Si dice che per far quel favore al Rezzonico, Neri Corsini abbia intascato da lui: 30.000 scudi … Evviva l’amicizia disinteressata ! .... Poi Rezzonico passò al Cardinalato di Santa Maria in Aracoeli, e dopo ancora a quello di San Marco… Perché ? … Semplice: quelle cariche avevano maggiore rendita, e si sarebbe goduto di maggior prestigio all’interno della Curia Romana ... Continuò così la scalata ai vertici della Cristianità da parte di Rezzonico.

Papa Benedetto XIV era entusiasta di lui: “Il Cardinal Rezzonico Vescovo di Padova è assolutamente il Prelato più degno che abbiamo in Italia ... Vive con i suoi beni patrimoniali; spende le rendite ecclesiastiche unicamente in beneficio de' poveri e della Chiesa. Nonostante la gracile complessione, è indefesso alle visite ed a tutte le altre funzioni episcopali; nel suo palazzo si vive come in un chiostro, in tal maniera che la sua elezione, che non fu nel principio applaudita dai Veneziani per essere esso di famiglia novamente aggregata alla loro Nobiltà, oggi a coro pieno viene benedetta dalla Repubblica.”

Quando morì Benedetto XIV il Conclave formato da soli 27 litigiosissimi Cardinali presenti su 47, puntò ad eleggere il Cardinale SpagnoloFrancisco Joaquín Fernández de Portocarrero y Mendoza Conte di Palma del Río, Marchese di Almenara, Cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta, già Viceré di Sicilia e Viceré di Napoli, Patriarca Latino di Antiochia, Ambasciatore della Spagna presso la Santa Sede, Vescovo di Sabina e Cardinale … Quanti titoli !

Era un uomo prestigiosissimo, insormontabile: protettore di scrittori, scienziati e artisti, collezionista di libri con una biblioteca di più di 5.000 volumi ... Era l’uomo giusto per diventare Papa, e gestire anche la crisi col Portogallo: dove stava accadendo il complesso problema dei ricchissimi Gesuiti appena cacciati dal Lisbona col Nunzio Pontificio,e spediti a Civitavecchia come "dono al Papa"… I Gesuiti in Portogallo erano stati additati come mandanti dell'attentato al Re nel 1758. Tre Gesuiti erano stati arrestati e condannati a morte: “In Portogallo girava perfino un libretto che raccontava quanto fossero insaziabili, senza Morale, ambiziosi e avari i Gesuiti … e di quanto e come avevano tiranneggiato gli Indios del Nuovo Mondo creandosi un loro Regno indipendente Sudamericano con un esercito di ben 30.000 soldati.” ... Non era tutto vero, ma in buona parte: si … Di certo i Gesuiti erano stati protagonisti nella “Guerra delle Riduzioni”, che s’era conclusa con un bagno di sangue degli indifesi e ignari Indios del Paraguay… Un gran casino storico, insomma.

Nel 1758 il Venezianissimo Nobile Carlo Rezzonico divenne finalmente Papa Clemente XIII, e quando lo si seppe in Laguna e a Venezia, ci fu un gran festone, e grande entusiasmo da parte di tutti. I Nobili Rezzonico organizzarono feste grandiose, e per tre giorni di seguito regalarono viveri e soldi ai Veneziani ammirati … e interessati: “Venezia goda, il mondo si consoli se Pietro ha ben provvista la sua nave dei primi marinai e barcaroli.”… La madre di Carlo Rezzonico morì d’infarto quando venne a sapere di suo figlio diventato Papa.

E dopo ? … Già ... dopo … In molti avevano pensato che il Cardinale Portacarrero fosse l’uomo adatto per risolvere i problemi della traballante Chiesa di quegli anni. Invece: era stato bocciato dai Cardinali, che avevano scelto dopo mille compromessi: il Veneziano Carlo della Torre Rezzonico.

Diciamo tutta: Venezia Serenissima avrebbe preferito che diventasse Papa:Daniele DolfinPatriarca d’Aquileia, in quanto era amico dei Gesuiti, più che moderato, ma soprattutto: “uomo di scarsa personalità, cioè meno propenso a inventarsi chissà quali ulteriori intrighi e progetti a favore della Chiesa e a discapito di Venezia”. Le cose però erano andate in quel modo, e così in Laguna si fece buon viso a cattiva sorte: “Mèjo el tacòn del bùso !” si disse, e si fece festa lo stesso.

Papa Rezzonico, infatti, dal punto di vista spirituale e disciplinare, fu un Papa “modesto”. Patrocinò con insistenza lanuova Devozione al Sacro Cuore di Gesù inventata da Santa Maria Margherita Alacocque e da San Claudio de la Colombiere,e già ampiamente diffusa in Polonia ... Legò nuove Indulgenze Plenarie:“garanzie buone per la Salvezza” alle chiese che esponevano il Santissimo … Indicendo ben 7 Concistori creò 52 nuovi Cardinali, e nonostante si fosse detto e ridetto di lasciar fuori dal Papato parenti e amici, pensò subito di nominare Cardinale suo nipote Carlo Rezzonico… Canonizzò, cioè approvò “la salita agli onori degli Altari” di qualche nuovo Santo: il Sacerdote Veneziano Girolamo Emiliani, ad esempio: fondatore dei Chierici Regolari Somaschi, protagonisti a Venezia di buona parte dell’istruzione del Clero e dei figli dei Nobili ... All’Emiliani aggiunse anche la vedova Giovanna Francesca di Chantal fondatrice dell'Ordine della Visitazione di Santa Maria; e i Preti Giovanni da Kęty, Giuseppe Calasanzio fondatore dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie; e i Frati: Giuseppe da Copertino e Serafino da Montegranaro… e già che c’era: perché no ? Fece Beato anche un suo antenato: Gregorio Barbarigo.

Rezzonico non fu di certo un Papa Riformatore, anzi: fu considerato piuttosto: “un Romano Pontefice influenzabile, troppo mite e suggestionabile, poco accorto politicamente, rigido d’idee e costumi, chiuso e ostile verso ogni istanza di rinnovamento; un po’ abulico e di scarsa iniziativa, incerto e prudente all'eccesso, arroccato, secondo le istituzioni e i principi tridentini, nella difesa ad oltranza della Chiesa e dei suoi principi Dottrinali, di Fede e Morali.”

“Uno squacquarotto di Pontefice … un altro Papa Braghettòne”, si diceva di lui a Venezia storcendo il naso e la testa ... Papa Rezzonico, infatti, patrocinò munifico le Arti di Roma: finanziò Giovan Battista Piranesi e Raphael Mengs, restaurò Palazzo Madama e la Fontana di Trevi, allargò la Biblioteca Vaticana, e fu l’“inventore” del “Museo Profano” cioè dei Musei vaticani. Figlio della sua cultura complessata e ricca di tabù, fu eccessivamente pudico vedendo malignità e vergogna anche dove non ce n’erano. Fu tra quei Papi che imposero di vestire e aggiungere “braghèsse e veli” alle nudità di certe statue considerate troppo spinte e procaci ... Ma dai ! … Vestire le statue e dipingere mutande pudende ?

 

L’avete presente La cacciata dei progenitori dall’Eden” di Andrea Masaccio ? … Nel 1642, più di duecento anni dopo la loro realizzazione del 1424-25, venne censurata realizzandovi sopra un drappeggio di fogliame per coprire “le oscene nudità” ... E il “Giudizio Universale” di Michelangelo della Cappella Sistina ? … Pure il maiuscolo pittore venne aspramente criticato per la rappresentazione “poco divina” dei corpi nudi e in posizioni scomposte. Alla morte di Michelangelo nel 1564, Daniele da Volterra venne incaricato da Giulio III di coprire “tutte quelle sconcezze” del Giudizio Universale con le famose “braghe” ... E ancora: il “Ritratto del Nano Morgante della Corte dei Medici” realizzato nel 1553 da Agnolo Bronzino, completamente nuda ... Ancora nel 1800 la censura imponeva la copertura “della sua nudità” trasformando l’opera nella più consona figura di Bacco ... Infine: la “Morte della Vergine” di Caravaggio per concludere la serie limitatissima delle citazioni. Anche quell’opera suscitò notevole scandalo negli ambienti Papali, Curiali ed Ecclesiastici perché non rispettava i canoni dell’iconografia classica della rappresentazione della Madonna. Caravaggio, infatti, aveva dipinto una Vergine a piedi nudi, col ventre gonfio e il viso terreo ... Ispirandosi per di più dal cadavere di una prostituta annegata nel Tevere.

Sono solo esempi … Ma quanta ipocrisia ! … Qualche problemino ce l’aveva nella testa tutto quel mondo oscurantista e ottuso Cristiano-Papale… Forse si voleva salvare la faccia con quel falso pudore tabuistico, cercando di nascondere dietro alle quinte tutto il resto ?

Ancora nel 1760, Papa Rezzonico riuscì a ricomporre l’annosa e difficile controversia fra Chiesa Greco-Melchita che aveva elettoMichel Jawhar Melchita Basiliano Salvatoriano come Patriarca d’Antiochia, e i Basiliani Soariti che lo consideravano illegittimo. Clemente XIII risolse la questione annullando l'elezione, e nominando al suo posto il Soarita Massimo II Hakim ... Un colpo al cerchio … e una alla botte: “In medium stat Virtus”.

Dicevo dei Papi “casinisti”Nel 1763-67 ci fu a Roma e nello Stato Pontificio una grave carestia con crisi annonaria del grano e del pane: la gente era allo stremo e alla fame.  Grande pastrocchio e pessima gestione ci fu da parte di Papa Rezzonico.

Mentre si raccontava in giro che il Pontefice stava dando fondo a tutte le sue personali risorse per sorreggere miseri e contadini, venne fuori che aveva detto anche: “C’è la Quaresima adesso: che osservino il Digiuno e mangino di meno !” ... I Romani insorsero nell'aprile 1764 dando l’assalto ai forni. Volevano pane, riduzione di tasse, gabelle e dazi, e diminuzione degli affitti … PapaRezzonico per aiutarli mandò loro incontro le guardie ... Grande sussidio !

Che poi, quella crisi del grano era stata ampiamente prevista, e perfino un po’ voluta. Col consenso tacito del Papa, s’erano diminuite le superfici coltivate a grano per dedicarle alla pastorizia. I grandi proprietari terrieri (Cardinali compresi) che dovevano rifornire a basso prezzo Roma falsificavano le “assegne”(dichiarazioni giurate) sulla produzione dichiarando che i raccolti erano scarsi. Erano abbondanti, invece, ma si voleva far lievitare prezzi e guadagni; tanto che si chiesero e ottennero permessi di esportare il grano in altri mercati più favorevoli. Al culmine della carestia lo stesso Cardinale Nepote Camerlengodi Stato lucrava sul grano intascando vergognose quanto pingui tangenti ... I Romani avevano orecchi attenti: vennero a sapere tutto.

Papa Rezzonico provò a salvare la faccia ... Controcorrente rispetto ai Cardinali andò ad intaccare un deposito di 3.000.000 scudi messi da parte dai suoi predecessori per affrontare calamità simili ... Mentre si aveva il grano in casa, si andò a comprarlo a caro prezzo all'estero pagandolo ben 1.500.000 scudi. Metà del provvidenziale “deposito” andò perduto … Ma come mai ?

La verità era però un’altra, cioè che le economie Pontificie erano disastrose per via “di troppi sprechi e magnarie” dei vari intrallazzoni di Palazzo ... Papa Rezzonico si ritrovò quindi pieno di debiti ... Ne aveva, ad esempio, uno da 20.000.000 scudi all'estero, che comportava ogni anno il pagamento di 600.000 scudi d’interesse ... Averli quei soldi !

Provò allora a obnubilare il Popolo di Roma col toccasana della bonifica delle Paludi Pontine, che avrebbero potuto fornire oltre a nuovi terreni da coltivare, anche ulteriori entrate dalla pesca e dal taglio e vendita della legna. Rezzonico provò ad affidare ad Emerico Bolognini Governatore di Marittima e Campagna, un piano di bonifica diuna superficie di 67.267,2 ettari per una spesa di circa 100.000 scudi. Nessuno voleva saperne dell’idea del Papa: sarebbe stata un’impresa impossibile a dire di tutti.

Rezzonico allora provò a tirare fuori altri soldi spremendo le casse mezze vuote della Camera Apostolica, alzando la voce, scrisse un Motu Poprio infuocato incaricando il Cardinale Baldassarre Cenci d’espropriare e iniziare la bonifica di ogni terreno rimasto incolto e improduttivo negli ultimi cinque anni ... In seguito provò a mettere un'imposta una tantum” sui grandi capitali e Fondi Ecclesiastici di Roma, del Distretto Romano e nei “Luoghi di Monte”. Provò a riformare il Monte di Pietà e il Banco di Santo Spirito: due istituti di deposito e credito da cui attingevano in molti … Brutta mossa per le potenti Famiglie Romane che ci smanacciavano dentro … Provò allora ad abolire le spese di alcune leve straordinarie di truppe che si tenevano “di riserva”, pronte per essere utilizzate durante eventuali problemi che potevano accadere nei periodi di “sede vacante”… Anche lì andò a toccare interessi e guadagni dei Cardinali e dei Nobili Romani.

S’imbufalirono quindi contro Papa Rezzonico sia i Cardinali che i grandi proprietari terrieri, come i Nobili Caetani, che vedevano intaccate le loro prospettive di fortuna. Volevano dal Papa: prestiti ed agevolazioni, manodopera a basso costo, prezzi aumentati … Non fu un mistero che in giro si parlasse d’avvelenare quel Papa scomodo ... Papa Rezzonico raggranellò in tutto: poco più di 400.000 scudi … una miseria per il deficit dello Stato.

Circa la spinosa questione dei Gesuiti Portoghesi accusati non solo di Giansenismo e Illuminismo, ma anche di grossolani maneggiamenti economici a loro favore, Rezzonico temporeggiò, mostrò cautela e ignorò il problema… Gli erano simpatici i Gesuiti: aveva fatto parte della loro Arciconfraternita di San Teodoro al Palatino, e s’era fatto chiamare Frà Carlo di Sant’Ignazio per essere in tutto e per tutto uno di loro ... Francia, Spagna, Malta, Portogallo, Regno delle due Sicilie e Ducati di Parma e Piacenza avevano soppresso ed espulso i Gesuiti dellaCompagnia di Gesù dai loro territori, e rimosso da tutte le chiese le immagini del Sacro Cuore da loro patrocinato.

Li accusavano di “Monarcomania”, e soprattuttodi certe “sfortunate imprese commerciali” nell’Isola di Martinica… La Spagnaera la più stanca di tutti delle ingerenze dei Gesuitinelle “cose temporali”. Nell’aprile 1767 fece circondare tutte le loro case, li arrestò tutti, e li fece imbarcare per Civitavecchia vestiti solo con ciò che avevano addosso. Invitò poi Papa Rezzonico a non reagire: pena la perdita dell’indennità annuale di 100 piastre che i Gesuiti percepivano ciascuno dalla Corona Spagnola. Papa Rezzonico ovviamente tacque … i soldi erano soldi ... Protestò, invece, un pochetto col Ducato di Parma: poca roba però ... Anche i Borboni di Napoli occuparono Benevento e Pontecorvo buttando fuori i Gesuiti dal loro Regno.

Poveri Gesuiti ! … ma anche: no … Solo la Prussia accoglieva ancora i Gesuiti obbligando tutti a istruirsi nei loro collegi.

Papa Rezzonico si accontentò “di pigolare un poco contro”Luigi XV di Francia che aveva fatto occupare Avignone e Venassino tradizionali enclave dei Capitali dei Gesuiti. Provò anche ad alzare timidamente la voce scrivendo la Bolla Papale “Apostolicum pascendi”I Parlamenti di Parigi e Normandia la condannarono, quelli d'Aix la fecero bruciare dal boia in piazza ... Spagna, Austria, Portogallo e Stati Italiani ne proibirono la pubblicazione, la vendita e la semplice detenzione: a Venezia chi veniva trovato con la Bolla del Papa in mano rischiava la condanna a morte.

Risentito, Papa Rezzonico si scagliò flebilmente contro il Febronianesimo Tedesco che diceva che il Papa non era il vertice assoluto e totalitario della Chiesa, ma solo: “Primo tra pari” (primus inter pares) ... uno dei tanti ... Eresia !… Anzi: vecchia Eresia già detta e ridetta.

Febronio era un uomo da mandare assolutamente al rogo (non gli riuscì di farlo)… Il Papa poi mise nell’Indice dei Libri Proibiti le opere dei Francesi: Rousseau,Isaac-Joseph Berruyer, Claude-Adrien Helvétius, l’Encyclopédie di D'Alembert e Diderot… e diede ordine a ogni Sacerdote di bruciare tutti quei libri, pena la scomunica.

Non fu sufficiente … Alla fine Papa Rezzonico fu messo alle strette, e non gli rimase che sopprimere i Gesuiti, anche se oggi i Gesuiti ci sono ancora, e rimangono: “il potente animo oscuro e incognito”della realtà ecclesiale … Anche Papa Francesco è un Gesuita.

Infine Papa Rezzonico fece una gran sorpresa a tutti: se ne morì di ictus il 02 febbraio 1769. Si bloccò quindi tutto, e tanti problemi rimasero insoluti.... Morto di ictus ? … Già: così si disse, e si sperò … A Roma se ne dicevano tante di cose: correvano molte voci divulgate soprattutto dal Cardinale Orsini, che affermava il Papa fosse morto avvelenato dagli stessi Gesuiti terrorizzati dalla possibilità della soppressione del loro Ordine ... Non era vero che il Papa era stato avvelenato: “si disse in giro che mai una morte era giunta così opportuna”… Quale sarà stata la verità in quella Roma eternamente affetta dall’avvelenamento facile ? … Chissà ?

Antonio Canova, ricevuti 22.000 scudi dal Principe e Senatore Abbondio Rezzonico nipote del defunto Papa, si recò a Roma in San Pietro dove realizzò un bel monumento tombale per Papa Rezzonico morto. 

E con Venezia come andò ?

Insomma … così e cosà … Anche in questo caso, la Serenissima non ebbe un grande feeling col Papa Clemente XIII. Nonostante avesse concesso al Doge Francesco Loredan l’importante onorificenza della Rosa d'orononostante si fosse fatto Cardinale il Nobile Priuli già Vescovo di Vicenza,e nonostante si avesse concesso alla Serenissima la facoltà di avere un Uditore di Rota: privilegio dato solo alle Grandi Potenze Mondiali ... Erano solo briciole: la Serenissima s’aspettava ben di più da un Papa Veneziano.

Venezia, infatti, si contrappose e contestò Papa Rezzonico perché non aveva gradito e approvato la nomina di Giorgio Facca a Vescovo della Chiesa Greca in Venezia ... Papa Rezzonico considerava quell’uomo:“Scismatico”… Rispose Venezia: “il Sommo Pontefice è di certo un Uomo di corte vedute.”

In un'altra occasione il Senato Veneto proibì d'accettare Novizi e Novizie minorenni nei Monasteri e Conventi Veneziani ... Papa Rezzonico reagì subito ammonendo Senato e Vescovi Veneti, intimando loro di rispettare le prerogative dei Regolari, “di non interferire in faccende di Chiesa”, e di non“mettere in pericolo la Religione distruggendo gli Ordini” ... Il Senato Veneto semplicemente non lo ascoltò ignorandolo del tutto.

Papa Rezzonico allora fece un gesto strano e inatteso: “limitò i rifornimenti economici a Chiese e Monasteri proibendo di donare e intestare ulteriori beni e rendite agli Ecclesiastici. Impedì a Religiosi e Clero di far da tutori e amministratori di testamenti, lasciti e beni; limitò il numero di Frati, Monaci e Monache rimettendoli sotto il diretto controllo dei Vescovi; pretese che continuassero ad esistere solo quei Cenobi e Monasteri in grado di autofinanziarsi … Abolì inoltre le Carceri interne a Monasteri e Campanili dove venivano rinchiusi Frati, Monache e Monaci inadempienti; vietò le questue dei così detti Monasteri e Conventi Poveri in giro per Venezia e nella Laguna; e … tasto dolentissimo: equiparò Laici e Religiosi dal punto di vista fiscale nel pagamento delle tasse …”

VeneziaSerenissima insorse: gli Ecclesiastici avevano da dare allo Stato ben più dei semplici popolani.

Tutto compreso, anche Carlo Rezzonico non fu un granchè come Papa: un uomo perfettamente in sintonia con i tanti Papi incoerenti e deviati dei secoli passati, poco interessati alla loro autentica missione e al bene reale della Chiesa, del Cristianesimo, nonché del Popolo loro affidato.

E questo è stato l’ultimo dei cinquePapi Veneziani… secondo me: “casinisti”.

Lo so: vi ho fatto fare una lunga maratona faticosa nel leggermi ... Si è trattato comunque di un altro pezzetto, secondo me curioso, di quella che è stata la nostra immensa e fascinosa Storia Veneziana.

Cinque nomi di Veneziani Illustri da ricordare ? …  Mah ? … Forse anche no.

 


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