“Una curiosità Veneziana per volta.” – n° 72.
“DUE OPINIONI DEL 1500 SUI VENEZIANI.”
Sbirciando un poco dentro alla foresta intricatissima degli studi e degli infiniti scritti e saggi esistenti su Venezia, la sua Storia, gli eventi e i suoi personaggi … una vera e propria Amazzonia … capita a volte d’incontrare aneddoti e note curiose. Stavolta ne ho colte un paio che mi sembrano curiose perché sono due opinioni, due osservazioni sui Veneziani di quel tempo pronunciate non in maniera interessata o diplomatica, ma forse indiretta, magari spontanea, quindi prive di cercare ed ottenere un loro utile effetto.
La prima frase è del settembre 1510, ed è stata recuperata dai Veneziani catturando un Commissario-messaggero Pontificio che si stava recando dal Papa durante la guerra di Venezia contro gli Imperiali sotto alle mura di Verona. All’epoca, tanto per cambiare, il Pontefice era “nemico” e combatteva fieramente la Serenissima ... anche se continuava paternamente a benedirla di rimbalzo.
Si tratta dell’impressione provata sul campo vedendo i Veneziani in azione (soprattutto i Cavalieri, i Nobili, i Comandanti … ma sempre Veneziani erano.)
“ … Laudo quegli zentilhomeni Veneti, quali de dì e de notte tra le artillarie, stanno a sollecitar zente d’arme, fantarie, stratioti, turchi, vituarie … Mai l’avria creduto … Li Provedatori mai non dormeno, fanno un pasto tra il dì e la notte, hanno nature diaboliche che mai si consumano …”
La seconda opinione sui Veneziani proviene, invece, direttamente dalla bocca del Papa Pio II° in persona. Era … imbufalito e arrabbiatissimo contro i Lagunari per la “loro maniera” d’intendere la politica, l’economia, la vita e la Storia. E sapete com’è … quando si è inviperiti non si misurano molto le parole e si finisce per dire senza remore ciò che si pensa veramente:
“… Vogliono apparire Cristiani di fronte al mondo mentre in realtà non pensano mai a Dio e, ad eccezione dello Stato, che considerano una divinità, essi non hanno nulla di Sacro né di Santo … Per un Veneziano è giusto ciò che è buono per lo Stato, è pio ciò che accresce l’impero … Misurano l’onore in base ai decreti del Senato …”
Incazzatino in Papa ! … Anche se verrebbe da dire: “Da che pulpito provengono quelle parole ! … la sua maniera in fondo era la stessa …”Ma lasciamo perdere … la Storia non si cambia, e queste sono solo due opinioni, forse un po’ “rubate” e isolate da tutto il resto di un contesto molto più ampio.
Se l’equilibrio sta comunque e sempre in mezzo … i Veneziani di quel secolo dovevano essere perlomeno un compromesso fra quelle due opinioni catturate di “straforo” e probabilmente mai pronunciabili in pubblico. Venezia Serenissima doveva essere un miscuglio equilibrato di potenza, crudezza, opportunismo, spietatezza, determinazione e … forse benevola tenerezza.
Dico questo, e già finisco, perché intenerisce appunto leggere di un altro Veneziano raccontato dal solito Diarista Marin Sanudo: il Provveditore di Campo della Valtellina Giorgio Corner imprigionato, rinchiuso e torturato per sette anni dai Visconti Milanesi nei Forni di Monza. Quello non solo tacque e non rivelò i segreti di stato della Serenissima, ma sopravvisse fino a tornare libero a Venezia nell’ottobre 1439.
“… fu mandato in una burchiella lungo il Po, con la barba fino alla cintura, con una veste trista e amalato, dalla quale infirmità adì 4 decembre el morite …”
L’intera Signoria guidata dal Doge lo accompagnò al sepolcro fra due ali affollate di Veneziani … Venezia e la sua storia non si smentiscono.