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“CI RITROVIAMO IN PIAZZETTA AD AMMIANELLA ?”

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“Una curiosità veneziana per volta.” – n° 101.

“CI RITROVIAMO IN PIAZZETTA AD AMMIANELLA ?”

Ultimamente scherzando, Matteo, un mio amico e collega Fisioterapista, mi saluta spesso proprio così:

“Ciao Stefano !  Ci rivediamo in piazzetta ad Ammianella ?”
“D’accordo !” gli rispondo di solito, “Passo per Torcello e Costanziaco, e andiamo a bere qualcosa in osteria in piazzetta ad Ammianella.”
“Ultimamente queste cose della Laguna di Venezia mi prendono davvero tanto … Mi portano via … e a volte mi perdo per ore in Internet a inseguire notizie, leggende e storie su quei luoghi e quelle vicende davvero curiose ...”
“Vero Matteo ! … Così si fa ! … Siamo fortunati a vivere qui a Venezia con le sue storie e il suo sorprendente isolario a portata di mano.”

Con Matteo capita spesso così … quasi ogni fugace volta che c’incrociamo fra le pieghe strette e intense delle ore di lavoro.

Lo sapete già, l’isola di Ammianella oggi non esiste più: è poco più di uno specchio d’acqua lucido nelle lagune dietro a Torcellosotto delle quali, immerse nel fango delle barene, o ricoperte dalle Salicornie e dai Ligustri, riposano i resti di tanta Storia vissuta e accaduta dimenticata spesso dai più, e gridata in cielo solo dalle tornate Rondini che spettegolano coi Gabbiani, le Folaghe e i Cormorani … che a loro volta le raccontano ai Tuffetti d’Acqua, ai Go’, ai Scèvali, le Anguelle e ai rari Passarini immersi nell’acqua della Laguna.
Loro sì che sanno tutto … Forse più di tutti noi messi insieme … anche se solo nella mia fantasia.

Ammianella coincideva precisamente con Sant’Andrea e San Giacomo Apostoli detti Sant’Andree e Jacopo de Torcello o Sant’Andrè Imani.

Imani ?

Sì: Imani… Non so bene perché ... Qualcuno sospetta della presenza nell’area di un antico tempio Romano delle Lagune ... ma forse è solo un’ipotesi, e per di più anche un po’ gratuita, poco fondata.

In verità non è che se ne sappia tantissimo di quell’angoletto remotissimo, di quello spicchio della Laguna Nord davvero tanto nascosto quanto dimenticato ... personalmente ho trovato solo un centinaio di righe in tutto su Ammianella e i suoi segreti storici.

Eppure per certi versi quel posto è stato anche per un certo tempo un’eccezione: Sant’Andrea di Ammianella è stata l’unica Comunità maschile di Monaci della Laguna Nord di Venezia: c’erano i Canonici Regolaridi Sant’Agostino.

Su Ammianella leggo in uno dei tanti vecchi testi che raccontano della Laguna di Venezia: “Piccola isola collegata ad Ammiana da un ponticello. Possedeva un proprio castello o castrum e formava una comunità separata ed un proprio nobile monastero dedicato a Sant’Andrea e San Jacopo dipendente dalla Matrice di San Lorenzo di Ammiana alla quale pagava annuo censo di 1 libbra d’olio ... Fu eretta in memoria dell’antico Oratorio costruito da Sant’Eliodoro ad Altino ... L’isola, infatti, si trovava ad appena un miglio da Torcello … e si dice che le sei colonne in essa esistenti fossero costituite da raro marmo, tanto che fu promulgata una legge nel 1329 che ne impediva l’asportazione più volte tentata ...”

Ecco qua ! … Questa è più o meno tutta la Storia di Ammianella che sono riuscito a trovare.

Una storia collocata fra 1152 e 1455: trecento anni in tutto  … Quasi niente.

In una mappa acquarellata presente nel fondo di San Girolamo, il luogo dove sorgeva Sant’Andrea di Ammianella viene presentato con un disegnetto. Ingrandendolo un poco (ammesso che riporti per davvero qualcosa su com’era quel luogo realmente) si notano solo due edifici (chiesa e monastero ?), o magari erano solo due stanze l’una accanto all’altra, in riva a zone paludose affioranti appena emerse sul livello delle acque della Laguna: “... sulla Palude di Sant’Andrea o Sant’Andrà e Giacomo di Ammianella di Limani oltre il Canale di San Lorenzo …”

Osservando ancora la stessa carta, Sant’Andrea sorgeva poco distante dalla chiesola di San Anzollo Michele dei Nani (che era Monastero di Monache Benedettine)… Poco distante c’era la deserta isoletta di Centranico che dal nome sembra essere stato l’affioramento al centro del minuscolo arcipelago oggi scomparso del tutto. Al di là spuntavano dalle acque basse anche l’isoletta di San Marco e Crestina, e più oltre ancora, anche l’isola di San Pietro di Casacalba sull’attuale Motta dei Cunici.

Poi c’era Ammiano, come si legge su certe antiche carte, con San Felice collegata attraverso un sottile ponticello con l’isola di Castrazio dove sorgevano la Pieve sulla motta di San Lorenzo, e l’altra chiesetta dei Santi Apostoli. Appiccicata, c’era, infine: Costanziaco deserta su una mappa, e, invece, con la chiesetta di San Giovanni o San Zuane su di un’altra.

Insomma: quei luoghi emersi poco distanti dall’Emporio Torcellano era zone di: Fondazzi, secche, Tumbae, argini disfatti, “Palùe de Paltàn seràe da grisiole”, antiche torri d’avvistamento, e canali bassi come quello di Gagìa o Gagiàn, e “pali fini incassai in gran numero per far valle”, e rari Lavorieri … Su una mappa si legge distintamente: “Sant’Andrea di Ammianella: chiesa diruta in fazza al Fondazzo di Valle di Ca’Zane”

Ossia già all’epoca di quel disegno, quel posto era rovinoso e malandato del tutto ... Altro che l’amena piazzetta con l’osteria di cui fantasticavamo insieme a Matteo !

Comunque quelle erano zone della Laguna su cui si avanzavano diritti, si contendevano acque, peschiere e mulini, e dove si provava a costruire e coltivare orti e vigne. Si conoscono anche alcuni nomi misteriosi di quei appezzamenti, che però ci suggeriscono poco o quasi nulla: “Fundatium”“Piscaria Memo que est prope ecclesiam Sancti Andree de suprascripta Amiani ”… poco distante della acque paludose “… de Septem Salariis …  in començaria Sancti Andree de Amiana” … “Vigno Storto” … “Doça”.

Una grande nebbia fumosa e incerta di una Storia che fu … dentro alla quale fra storie dette e ridette, mezze sgarruffate e contorte, qualcuno ha scritto che il primo documento certo riguardante la chiesa di Sant’Andrea e San Giacomo di Ammianella sia stato del 1153, ma che chiesa e Monastero sono stati soppressi già nel 1180.

Ma come ? … Neanche trent’anni di vita in tutto ? … Com’è possibile ?
Incredibile ! … Il Monastero non ha neanche fatto tempo a nascere che era già morto ?

Poi si va a guardare meglio, e si trovano date cambiate e diverse: la prima notizia incerta su Sant’Andrea o Ammianella di Torcelloè del 1170, mentre la soppressione è accaduta nel 1549 … Da un’altra parte però si legge che quella data è riferita alla scomparsa di un’altra chiesa poco distante: forse Sant’Anzolo di Ammiana… o forse a San Pietro di Casacalba di Torcello… Che Ammianella coincida con la Motta dei Cunicci ?

Che confusione ! … Ma poco importa.

Sembra insomma che fra 1179 e 1180 un certo Prete della Contrada di Santa Sofia di Venezia: Prè Domenico Franco, abbia ottenuto in dono dal Piovano di San Lorenzo di Ammiana: Prè Marco Greco: chiesa e Monastero diroccati di Sant’Andrea Apostolo di Ammianella.

Quindi alla prima data utile riportata dalla Storia: significa che Ammianella se era ormai rovinosa era già arrivata alla fine di un suo primo misterioso ciclo di vita e storie di cui non si sa nulla.

Di certo poco importarono queste considerazioni a Prè Domenico, che si affannò a riedificare tutto, e introdusse in quel nuovo Monastero lagunare i Frati Eremiti dell’Ordine dei Canonici Regolari di Sant’Agostino… gli Agostiniani.

I Papi Urbano III e Innocenzo III si affrettarono ad approvare e confermare a più riprese la bontà di quella scelta.

In ogni caso qualche anno dopo, nel 1197, un altro documento si premura di confermare che era ancora il Piovano Marco Greco, succeduto nell’incarico agli Arcidiaconi Torcellani: Domenico Memmo e Aurio Vitale a comandare tutto e a gestire ogni acqua, pietra e tutti i beni di quella parte della Laguna: “Si plebanus viveret … nullum lapidem asportasset abbas …”

Che fosse chiaro per tutti ! … In quella zona comandava soltanto lui.

Intanto Prè Domenico Franco divenne Priore… Ma Priore di che ? … Di niente ? … Di pochi metri d’acqua, cappelle dirute e aree paludose grondanti e stagnanti abitate da uccelli palustri e invase dagli insetti ?
Non solo … non solo … Pre Domenico Franco si diede parecchio da fare, perché sembra sia stato nel 1200 anche il primo Priore di un’altra isoletta posta fra due paludi fra San Nicolò del Lido e San Pietro di Castello dove c’era un’altra chiesetta soggetta al Vescovo di Olivolo-Castello col titolo di Sant’Eufemia e Compagne Martiri. Si trattava della futura isola di Sant’Andrea della Certosa.

E non è ancora tutto ! … perché sempre gli stessi Canonici di Sant’Andrea di Ammianella crescendo d’importanza e consistenza economica, nel 1225, diedero in concessione tramite il loro Priore Michael le acque di Sant’Arianin cambio di 550 cefali da corrispondere ogni anno nella festa di San Michele.
I Canoni dieci anni dopo erano diventati ormai più di una settantina, e con vari permessi rilasciati da Papa Gregorio IX iniziarono a ricevere sempre più elemosine e donazioni testamentarie da parte di persone e devoti di Torcello, San Nicolò del Lido, Venezia, e perfino Aquileia, e di conseguenza iniziarono ad acquisire rendite e terreni e proprietà un po’ dappertutto spendendo 15.000 denari per acquistare nel Padovano, Trevigiano, Concordiese e Cenedesee fino in Istria ... Sant’Andrea di Ammianella possedeva anche l’isola della La Granza ubicata tra il fiume Sile e il Siletto nel Trevigiano.

E’ lunga la lista di coloro che continuarono a far donazioni a Sant’Andrè de Amiano: Pietro ZianiIsabetta moglie di Marchesino da Mugla della parrocchia di Santa Maria Zobenigo ... Maria vedova di Giacomo GradenigoMarco Bocasso figlio di Pietro Bocasso residente in Contrada di San Simeone Profeta a Venezia ... Zorzi MarsilioMiglano de Remondino da Verona e molti altri ancora.
Gli stessi Canonici godevano della fiducia e della stima Papale, tanto che Innocenzo IV incaricò il Vescovo di Caorle, il Priore di Sant’Andrea di Ammianellae l’Arciprete di Torcello di gestire a suo nome la vertenza tra il Monastero di Santa Margherita di Torcello e il Monastero di San Tommaso dei Borgognoni di Torcello circa la soggezione del primo al secondo e la proprietà dei relativi beni.

Deduciamo perciò che in quei secoli quella parte della Laguna di Venezia davanti a Torcello e Burano era popolatissima e attivissima. In quelle plaghe bagnate e in quelle discoste contrade lagunari fervevano molto la vita e le attività economiche, commerciali e sociali: nel dicembre del 1269, infatti, a Torcello davanti all’Arciprete dell’isola e Notaio Leonardus Deodato: ViolaCocafiglia del quondam (defunto)Nicola Coca del Confinio di Sant’Andrea di Torcello con il consenso di suo marito Giovanni, divise con Giacomo suo fratello del detto Confinio una terra e una casa lignea sita nel Confinio di Sant’Andrea di Torcelloconfinante col Rio Maggiore, la palude e la proprietà di Giacomo Contarini.

Nell’estate del 1251, invece, sotto ai Portici di Rialto davanti al banco del Notaio Dominicus Russo Subdiacono di San Canciano di Venezia: Agnese Viaduri figlia del quondam Domenico Viaduri da Torcello, abitante nel Confinio di Santi Apostoli, vendette a Cecilia Dolfin Badessa di Santa Margherita di Torcello e a Palma Gradenigo del Confinio di Santa Maria Materdomini una terra e casa sita nel Confinio di Sant’Andrea di Torcello per lire 115 e soldi 5. L’appezzamento confinava con la via Comune lungo il Rio, la palude, Santa Maria di Torcello, e le proprietà di Palma Gradenigo.

Ancora nel dicembre 1283, e sempre a Torcello davanti al Notaio Matteo de Crescencio Pievano di Santa Sofia di Venezia: Cristiano Abate di San Tommaso di Torcello e Frate Michele Soranzo Priore di Sant’Andrea di Ammiana esecutori testamentari di Palma vedova di Marco Cappello già abitante a Santa Maria Materdomini e poi a Torcello nel Confinio di Sant’Andrea, locarono dopo una lunga lite nata fin dall’agosto 1272, ad Agnese Badessa di Santa Margheritaun orto sito a Torcello confinante con la via ed il Rio Comune e il Monastero per lire 11 di annui denari veneti.

Sono solo alcuni esempi, per ricordare come ad Ammianella si viveva per davvero … e chissà ? Forse esisteva anche quella micropiazzetta con l’osteria di cui scherzavamo con Matteo.

All’inizio del 1300, invece, si capovolse la Storia. Il Monastero di Sant’Andrea di Ammianella subì di certo, non si sa bene perché, una grave crisi economica: i Canonici da 30 diventarono solo 7, tanto che il Papa affidò la conduzione del Monastero ad Alirone Vescovo di Torcello nel tentativo di salvare il salvabile, e risollevare le sorti del Monastero con la sua isoletta.

Niente da fare ! Non si riuscì nell’intento, perché le cronache e i documenti raccontano che Ammianella sia stata abbandonata del tutto dai Canonici-Frati fin dal 1340, e che nell’aprile 1355 il Monastero di Sant’Andrea di Ammiana fosse già segnalato come in rovina, e demolito per ordine del Senato Veneto:“Inoltre si deliberò che i Procuratori della chiesa di San Marco possono prendere colonne, pietre e legnami del Monastero e della chiesa di Sant’Andrae de Aymanis che stanno andando in rovina e vanno dispersi per i restauri e i lavori e a beneficio e ornamento della chiesa di San Marco … concedendo per tutto ciò che prendono un’equa e proporzionale elemosina al Monastero di San Girolamo secondo libertà e discrezione.”

Cento anni dopo di Sant’Andrea di Ammianella era rimasto solo il titolo con alcune rendite e le zone acquose limitrofe piene di fango e zanzare.

Nel 1423 l’isola della Granza sul Sile appartenente a Sant’Andrea di Ammianella e descritta come territorio composto da più pezze di terra arativa e prativa coltivate e in parte incolte, e con boschi su cui esisteva una casa e certe teze di legno ... venne data “a livello” ai Nobili Loredan dal Priore del Monastero di Sant’Andrea: l’unico Frate titolare rimasto che però non abitava più i luoghi.  Nel 1485 gli Avogadori da Comun della Serenissima, dopo aver condannato Lorenzo Loredan per aver derubato la Cassa dell’Ufficio delle Cazude, misero all’asta l’Isola de La Granza sul Sile che venne assegnata per 4.200 ducati a Nicolò Morosini… Cinque anni dopo una disposizione del Doge Francesco Foscari vietò di trafugare materiali dalle rovine dell’isola di Sant’Andrea di Ammianella, e fu necessario ribadire la cosa più e più volte minacciando pene severe … Solo nel 1436 però Lorenzo Giustiniani non ancora Patriarca di Venezia (1451) e ancora solo Vescovo di Olivolo decretò la soppressione definitiva del Priorato di Sant’Andrea di Ammianella donandone le residue rendite al Monastero delle Monache di San Girolamo di Venezia da poco istituito e andato quasi subito disastrosamente in fiamme.
Il suo amico il Nobile Gabriele Condulmer diventato Papa col nome di Eugenio IV approvò e confermò immediatamente.

Poi: … tutto finì … e basta … Di Ammianellala Storia non ha detto più niente … Si è trattato in definitiva di una brevissima parentesi di “piccola Gloria” di uno spicchietto di Laguna Veneziana presto tornato ad essere depresso e spento.
Nel 1832 durante un ciclo di scavi archeologici si è rinvenuta sul posto di Ammianella una fondazione ottagonale medioevale, ma si sospetta che Sant’Andrea di Imani possa aver avuto, invece, una normale pianta basilicale … I documenti non dicono altro, e comunicano solo grande incertezza interrogativa.

Ammianella ?  Boh ! … Che è ? …Dov’era ?

Era forse l’erede sovrapposto all’antichissimo San Felice in Ducia dove esisteva anche una sorgente d’acqua sul cui usufrutto litigavano Frati e Preti della zona?

Fra 1970 e 1980 sono state fatte prospezioni aeree individuando sentieri sommersi da almeno un metro d’acqua, resti di edifici, mura perimetrali oltre a quelli del Monastero e la chiesa, condotte per acqua dolce, pavimentazioni e tombe insieme a qualche sinuoso canale che serpeggia rincorrendo le ore della marea che per sei ore cresce … e per altre sei cala, per poi tornare a salire, e poi ridiscendere di nuovo … come un’infinita ninnananna senza fine che si ripete all’infinito sulla Laguna cantando antiche storie e leggende.

E’ strana la sensazione che si prova oggi di fronte a tale spettacolo … Un tempo lì c’era tanto, anzi, tantissimo.

Un antico “Manuale della guerra” diceva che dentro alle vicende della Storia alla fine vincerà sempre colui che non solo avrà più carri, cavalli, armi, uomini, idee e vettovaglie:
“Non sarà vincitore colui che sarà più ricco in astuzia, consapevolezza, organizzazione, forza e intraprendenza … ma colui che avrà da mettere nella bilancia delle opportunità un retroterra esistenziale, culturale, interiore più ricco e variegato oltre al suo saper guerreggiare ... Sarà tutto quello a far pendere la bilancia dalla sua parte come il peso di una libbra contro un solo chicco di grano.”

La Serenissima di un tempo tutte queste cose le sapeva bene … Per questo aveva quella sua Laguna satura di un esercito di uomini e donne che pulsavano, vivevano, anelavano formando un grande cuore segreto potentissimo su cui Venezia poteva sempre contare. Nella sola isola di Torcello oggi sparuta e deserta sorgevano almeno una decina fra chiese e Monasteri, un’altra decina a Mazzorbo proprio di fronte … cinque-sei a Burano al di là del canale, non meno di quindici a Murano, e non meno di un’altra dozzina nelle sommerse Costanziaco e Ammiana fra cui anche in nostro Sant’Andrea e Jacopo di Ammianella.

Insomma: un vero e proprio esercito d’insediamenti e persone … un patrimonio, un serbatoio immenso di storie, risorse e accadimenti che si fatica solo a immaginare.

Oggi è difficile cogliere i segni di tutto quel ricco passato trascorso per sempre: di fronte a noi c’è solo una distesa acquea liscia amena e silenziosa piena di niente ... Però chissà, forse chiedendo alle Rondini, e ai Tuffetti d’acqua, o alle Salicornie e alle Anguelle del fondo … oppure fantasticando come con Matteo sull’osteria in piazzetta ad Ammianella … forse potremo riappropriarci di qualcosa che in fondo è ancora nostra … soprattutto di noi Veneziani.

Sognar non costa niente …






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