“Una curiosità veneziana per volta.” – n° 159.
“Un Papa eletto a Venezia ... il 14 marzo 1800.”
Ditelo voi come preferite meglio: inventato, eletto, “partorito”, designato, incoronato o quel che volete … Insomma: c’è stato storicamente un Papa che è stato reso tale proprio qui nel cuore di Venezia, nell’Isola dei Cipressi, ossia in San Giorgio Maggiore… proprio “de fàssa”(in facciata) alla Nobile Piazza e sul Bacino di San Marco.
Vi ricordo subito di quando e di chi si trattava: era il 14 marzo 1800 quando il pomposo Conclave dei Cardinali elesse come nuovo Sommo Pontefice il Monaco Benedettino da Cesena: Barnaba Nicolò Maria Luigi Chiaramonti, che prese il nome di: Pio VII.
“Ma i Papi non si fanno di solito a Roma e in Vaticano ?” mi direte.
Invece no … Qui a Venezia non ci siamo mai fatti mancare niente … neanche un’elezione Papale, per cui è capitato questo fatto proprio qui da noi in Laguna. Anche se non siamo stati l’unico caso “anomalo”nella storia dei Papi, perché altri Papi sono stati eletti altrove: Pisa, Avignone, Ferrara ad esempio… e ci sono state epoche di gran confusione in cui i Papi erano contemporaneamente tre-quattro: Papa, Antipapa, Contropapa … e cose del genere … Dentro alla Storia della Chiesa è accaduto di tutto … un po’ come da noi a Venezia.
“Ma com’era, come stava Venezia in quel marzo 1800 tondo tondo ?”
Di certo ci dovette essere un quel gran bel casino … e alla fin fine quell’attesa del Papa nuovo fu una bella sorpresa, oltre che un fatto eccezionale e un insolito prolungato festone.
Lo sapete già: in quegli anni Venezia stava languendo depressa, diventata lo spettro di quanto era stata un tempo … La Repubblica Serenissima ormai non esisteva più sebbene Clero ed ex Nobili Veneziani cercassero ugualmente di darsi un certo sussiego e contegno provando a salvare almeno le apparenze. Di fatto però, tutta quella gente non contava più niente agli occhi del mondo di allora, e tutta l’Europa rideva e si divertiva alle spalle di quella “atavica quanto illustre Nobiltà ed Eccellenza” ridotta a poveri fantocci insignificanti depredati di tutto. Gli illustri e abili Mercanti che per secoli avevano gestito le sorti di buona parte del Bacino Mediterraneo e oltre, ora contavano come “il due di Coppe o de Spade e Picche”, erano diventati: “scartelle prive di pregio”… perché napoleone in breve stava spazzolando via, umiliando e azzerando tutto e tutti. Al massimo qualche ex Nobile Veneziano riuscì in seguito a comprarsi qualche titolo Imperiale Austriaco, assumendo però titoli considerati infimi nella scala delle gerarchie nobiliari Europee … I Veneziani piano piano divennero in tutti i sensi “l’ultima ruota del carro”… e tutta Venezia giunse per davvero al capolinea della sua plurisecolare quanto mirabile Storia ... Un quadro “tristo”insomma.
La stessa isola dei Benedettini di San Giorgio Maggiore o dei Cipressi che era stata sede di Monaci potentissimi, ricchissimi e influentissimi era diventata molto diversa da com’era, e anche da come possiamo ammirarla ancora oggi. Ovviamente non esisteva ancora l’attuale Fondazione Cini che è diventata di fatto padrona di buona parte dell’isola, né i Monaci Benedettini erano ridotti ai “quattro gatti modesti e silenziosi”ospitati oggi nelle ristrettezze dei pochi locali concessi loro dopo la soppressione e lo scempio napoleonico dell’Abbazia.
In quel primo anno del 1800, il Monastero di San Giorgio Maggioreera quanto di meglio potesse ancora offrire Venezia.
Precisando meglio, l’elezione di quel Papa a Venezia non si risolse affatto in pochi giorni come tutti s’aspettavano, ma fra Conclave, preparativi e tutto il resto si andò parecchio per le lunghe: quasi metà anno ! Ci fu un ampio “pre Conclave” e un altrettanto lunghissimo periodo di “postElezione” che anticiparono e seguirono la celebrazione di quello che fu sicuramente un eccezionale avvenimento mondiale.
Le grandi manovre per eleggere a Venezia il Papa Nuovo erano iniziate già nell’autunno-inverno precedente, mentre il Conclave Elettivo Veneziano vero e proprio venne ufficialmente aperto il 01 dicembre 1799, concludendosi il 14 marzo 1800 con l’Elezione di Pio VII… Il Neo Papa però partì da Venezia per Roma soltanto il 5 giugno 1800, ossia quasi tre mesi dopo.
Venezia quindi divenne e rimase per mesi una specie di gran calderone, un’immane polveriera, “un circone” dentro al quale poteva succedere e accadde di tutto.
In verità, il poco o niente che rimaneva dell’antica Serenissima non stava affatto bene … Dai visitatori dei tour ottocenteschi Venezia era definita: “squallida e mesta”, tutta intenta a leccarsi le ferite del suo disfacimento, e a vivere quel momento tragico di trapasso passando di mano in mano fra Francia e Impero Austriaco. Venezia come città non era solo ferita, ma era mezza morta, lontanissima dall’aver qualche possibilità di ripresa: “La città sta vivendo tempi calamitosissimi … Venezia è ufficialmente in lutto !” si scriveva e diceva in giro … C’era perfino qualche uccellaccio del malaugurio, qualche spennacchiato sciacallo soprattutto negli ambienti religiosi, che andava dicendo che quella situazione era: “… espressione della collera Divina per i peccati dei Veneziani divenuti troppo indolenti e irriflessivi”.
Venezia era come se fosse stata messa in mano a dei becchini.
In Laguna l’arrivo degli Austriaci dopo i Francesidistruttori aveva fatto ben sperare: si credeva di poter salvare ancora qualcosa di quanto spudoratamente s’era buttato via, compreso l’apparato, le tradizioni e i contenuti Religiosi e Civili da sempre coltivati riccamente e splendidamente per secoli. Niente da fare, invece, perchè l’Austriadisilluse tutti dimostrandosi soprattutto “conquistatore e padrone”, e non “liberatore e restauratore” come si proclamava … Venezia, insomma, rimase: suddita ... avvilita, obbediente e sottomessa, punto e basta … e per di più parecchio strapazzata da quelli che vi passavano per governarla.
Lo stesso Patriarca di Venezia, un po’ “scalcinato” a dire il vero (dal 1776 era Federico Maria Giovanelli, che morì a Conclave ancora in corso senza potersi godere la sorpresa dell’elezione del nuovo Papa. I Cardinali chiusi ancora dentro al Conclave di San Giorgio gli pagarono il funerale per omaggiarlo, e la cerimonia venne celebrata privatamente e senza alcun apparato e pompa in San Francesco della Vigna. Solo 40 giorni dopo (!) il Governo Austriaco concesse ai Veneziani il permesso di celebrarne le Esequie Solenni nella chiesa Cattedrale di San Pietro di Castello.), in uno dei suoi discorsi alla città si spinse a definirla: “Città non del tutto cara e ben accetta alla Provvidenza Divina.”
Peggio di così ? … Venezia rimase senza guida Patriarcale per due anni, ossia fino a quando la Corte Imperiale di Viennasi decise a nominare come Patriarca il filoaustriaco Ludovico Flanginisuscitando le aspre proteste dello stesso neoeletto Papa Pio VII.
“Ma perché un Papa nuovo proprio a Venezia ?”
Innanzitutto perché Venezia era considerato un luogo adatto e con i requisiti giusti di segretezza e tranquillità necessari per svolgere un atto e un evento simile. Fu lo stesso l’Imperatore Francesco d’Asburgo ad offrire ospitalità al sparpagliato Sacro Collegio dei Cardinali in quelli che erano diventati i suoi nuovi Stati che napoleone gli aveva appena ceduto nel 1797. I Cardinali accettarono subito l'offerta, e s’individuò nell'antichissima Abbazia Benedettina dei Santi Stefano e Giorgio la sede più adatta per andare ad eleggere e inventarsi il nuovo “più opportuno” Papa.
Pio VII doveva succedere a GiovAngelo Braschi(ossia Pio VI) morto malamente a Valence in Francia nell’agosto 1799: “dopo dieci giorni di furiosa quanto ostinata diarrea non soccorribile dall’Arte Medica”. Quel Papa così malridotto era soprattutto prigioniero ormai da tempo della Rivoluzione Francese napoleonica, le cui truppe gli avevano di fatto occupato e cancellato per intero il glorioso e storico Stato Pontificio con tutto quello che significava e comprendeva. Da quel poco che rimaneva della Roma che contava un tempo, s’implorò a lungo il Direttorio di Parigi di concedere almeno il cadavere illustre del Papa Morto per seppellirlo onoratamente in Italia … Parigi nicchiava incerto sul da farsi, considerando pro e contro di quella scelta: se fosse stato meglio o no concedere quell’ultima grazia ai Romani ... che non si ringalluzzissero per quella cosa.
La figura del Papa era quindi in gran declino: spodestato e strapazzato, ridotto quasi “in mutande”, e sfrattato bruscamente da quella che era stata la sua Roma … Già nel 1798,“consapevole della malasorte e dell’aria trista che tirava”, la Chiesa aveva curiosamente dato disposizioni perchè un eventuale “Conclave d’emergenza” si potesse celebrare opportunamente fuori dalla divenuta ormai: “precaria e incerta Santa Sede Romana”.
Quindi Papa & Cardinali con tutto il loro entourage se l’aspettavano già di “finire parecchio male”.
Dall’altra parte napoleone & C avevano ormai ufficialmente messo al bando da un pezzo il Cristianesimo e la Religione in tutta la Francia e dovunque si recavano in Europa. Senza tanti preamboli e delicatezze, i Francesispogliavano, disautoravano, carceravano, deportavano, esiliavano e uccidevano: Preti, Frati, Monache, Nobili e fedeli. Fu qualcosa di simile a quanto avvenne in seguito, a distanza di un secolo e più, anche nel Tibet invaso e distrutto dai Cinesi, oppure potremmo dire che è il metodo usato ancora oggi in Europa, Asia e Africa dagli scuri personaggi dell’Isis… L’umanità non sembra aver imparato niente dai suoi errori.
Tornando però a quella mesta Venezia d’inizio 1800 … Gran parte dell’arcipelago Veneziano con le Isole e la Giudecca dipendevano dal punto di vista religioso e giuridico dal Patriarca di Venezia residente alla fine della città nella Contrada di San Pietro di Castello. L’isola di San Giorgio Maggiore faceva parte dell’unica Parrocchia della Giudecca: Sant’Eufemia o Fèmia che era considerata parte integrante del Sestiere di Dorsoduro.
Gran parte del Centro Storico di Venezia, invece, aveva costituito fino all’arrivo dei Francesi la Chiesa Palatina del Primiceriato di San Marco, ossia quella che era stata in un certo senso: la Chiesa Privata del Doge, riconosciuta sotto la sua diretta giurisdizione fin dal lontanissimo anno 1000. Il Primicerio di san Marco, che era una specie di prolungamento e “longa manus” del Doge in campo religioso, aveva giurisdizione oltre che sulla Basilica di San Marco: Chiesa Matrice, anche sulle tre circonvicine Parrocchie e Contrade filiali di San Basso, San Geminiàn o Ziminiàn, e San Giuliano o Zuliàn, oltre che sulle Parrocchie e Contrade cittadine di: San Giacometto de Rialto, le limitrofe: Santi Filippo e Giacomo con Sant’Apollonia, Santa Maria in Broleoo Bròlo(chiesa “in bòca de piassa”, che era stata un tempo dei Cavalieri Templari); e la piccolissima San Gallo anch’essa vicina a San Marco, da dove era stato trasposto l’antico Hospeàl Orseolo che stava accanto al Campanile di San Marco; e Santa Maria della Pietà sul Molo di San Marco; nonchè: San Nicolò di Castello, i Santi Pietro e Paolodi Castello con l’annesso Hospeàl dei Mutilati; Santa Maria dell’Arsenale con Santa Maria del Rosarioin Contrada de San Martin sempre nel Sestiere di Castello; e Santa Maria dell’Anconeta in quello di Cannaregio presso San Marcuola.
Infine il Primicerio di San Marco aveva giurisdizione pure sull’Isola di San Servilio cioè San Servolo nella Laguna Sud di Venezia, proprio dietro a San Giorgio Maggiore.
In quegli anni il Primicerio di San Marco era Paolo Foscari che si comportava di fatto come fosse stato un Vescovo vero e proprio parallelo al Patriarca di Venezia, anche se non lo era affatto: l’unica autorità religiosa riconosciuta a Venezia era soltanto il Patriarca. Tuttavia il Primicerio di San Marco governava il suo Clero Ducale, ossia i Preti del Doge, celebrava i riti in San Marco spesso alla presenza di Doge e Signoria, ordinava Preti i Chierici formati nel suo Seminario Ducale detto: Seminario Gregoriano, nominava i Piovani delle sue Parrocchie, e riscuoteva tasse e balzelli da molti fedeli Veneziani residenti in quelle che considerava “sue Contrade”.
Francesi e soprattutto Austriaci, invece, progettavano d’accorpare al Patriarcato di Venezia il Primiceriato di San Marco che consideravano una specie di residuo e relitto storico rimasto orfano del proprio capo: il Doge, che era stato spazzato via. Inutilmente Paolo Foscari col suo Clero avevano provato a “salvare capra e cavoli” cercando di far nominare San Marco come Basilica Imperiale scimmiottando nella figura dell’Imperatore quella che era stata la figura e l’influenza Dogale … Perfino lo stesso neoeletto Pio VII provò a compiere un ultimo gesto per salvare il Primiceriato trasferendogli la giurisdizione e gestione dell’Oratorio-Contrada di San Giovanni Elemosinario di Rialto: fu tutto inutile, e il Primiceriato di San Marco venne abolito confluendo del tutto nel Patriarcato di Venezia.
Accanto al Patriarcato e al Primiceriato di San Marco c’era inoltre Nicolò Sagredo Vescovo di Torcello che governava una sua micro Diocesi comprendente le isole di Murano, Mazzorbo, Torcello e Buranonella Laguna Nord di Venezia, e un piccolissimo lembo del primo entroterra Veneziano: ossia quelle che erano state le terre del Monastero di San Cipriano di Terra, San Michel del Quarto, Tre Palade e Lio Piccolo dall’altra parte. Nel 1818 anche la così detta Diocesi Torcellana venne accorpata: “tou cour e armi e bagagli” al Patriarcato di Venezia, com’era già accaduto in precedenza anche alle antiche Diocesi di Caorle, Eraclea e Jesolocioè Equilio.
Nella relazione della Visita Pastorale del Patriarca Pirker a Torcello nel 1821 si può ancora leggere: “Torcello è ridotta a soli 80 abitanti tutti vignaioli … è una desolazione … Oltre alla disertata Cattedrale di Santa Maria Assunta possiede ancora l’Oratorio pubblico di Santa Fosca a cui è annesso un Ospedaletto, e San Tommaso dei Borgognoni che è in via di demolizione, e appartiene ancora alla famiglia Trevisan ... Nell’isola: 6 Sacerdoti celebrano poche Messe provvedute da qualche chiesa di Venezia in quanto non ci sono offerte dei residenti ... Le rendite del Piovano di Torcello sono ridotte ai soli 600 franchi del Canonicato, più i 500 franchi della Congrua, e gli 81 franchi delle ex Mansionerie di Messe cessate con la caduta della Repubblica … In isola non s’insegna neppure la Dottrina Cristiana …”
“Ma come furono quei concitati giorni Veneziani ?”
Come vi accennavo: un gran casino ! … una grande ressa e confusione, un gran convergere in Laguna e in città dove si stava producendo qualcosa a metà fra un grande evento e un pallido tentativo della Chiesa di sopravvivere alla Storia e a se stessa. In breve tempo a Venezia non ci stava quasi più nessuno … Un po’ come oggi, che al posto dei Veneziani ci sono altri che intasano, ingolfano e ingombrano ogni posto per tutto l’anno.
Nei giorni immediatamente precedenti all’inizio del Conclave, il Patriarca Giovanelli, diede ordine in sincronia con la Messa dello Spirito Santocelebrata dai Cardinali Conclavisti a San Giorgio di celebrare in tutta Venezia numerose Messe “pro eligendo Summo Pontifice”esortando tutti i fedeli maschi (!) e il Clero: a pregare per i Cardinali e per l’Imperatore, e a fare le immancabili quanto doverose elemosine … Sollecitò inoltre tutti, eccetto le donne, a partecipare a una “sobria” processione quotidiana da San Marco fino a San Pietro di Castello di una Parrocchia Matrice o di Contrada alla volta, oppure di un Monastero, una Capellania o Vicaria, o a turno: di una delle poche Confraternite d’Arte-Mestiere e Devozione rimaste.
Il Patriarca decretò: “Alle Donne resta assolutamente proibito d’associarsi a queste Processioni: sono però esortate di recitare ogni giorno una terza parte del Santo Rosario, secondo la Nostra intenzione, e di fare tutto quello di più, al che verranno consigliate dal loro Confessore.”
Ogni giorno a Venezia partiva quindi una spettacolare e solennissima Processione carica di gente che andava da San Marco fino a San Pietro di Castello: “Con folto ed immenso concorso di popolo nonostante il brutto tempo vennero celebrate le Funzioni Esequiali, i Novendiali per l’Anima del defunto Pio VI in tutte le chiese di Venezia e soprattutto nella Basilica Patriarcale di San Pietro di Castello … e l’Autorità Pubblica in segno di partecipazione e solidarietà col popolo dei Credenti fece chiudere per otto giorni tutti i teatri di Venezia.”
Infine iniziarono ad arrivare a Venezia i Cardinali Elettori: ossia i protagonisti, i fautori di quel grande evento-spettacolare che era l’Elezione del Papa Nuovo.
“Ma chi erano costoro che approdarono in Laguna per eleggere e inventarsi il Papa Nuovo ?”
Innanzitutto serve precisare che alla fine fu presente a Venezia solo una parte dei Cardinali Elettori Conclavisti: ossia solo 35 dei 45 Cardinali Elettori esistenti in totale nel mondo di allora (Oggi secondo la “Costituzione del Papa Eligendo” voluta da Paolo VI nel 1975, i Porporati Elettori sono circa 120). Allora erano 29 gli Italiani, 2 gli Spagnoli, 1 Inglese, 1 Savoiardo “romanizzato”, 1 Francese che rappresentava gli interessi di Luigi XVIII riconosciuto dal Conclave come legittimo pretendente al trono di Francia, e 1 Austriaco con pieni poteri conferitigli dalla Corte Imperiale Austriaca… che era un po’ “la padrona di Venezia”del momento.
Il 16 settembre 1799 risultavano già presenti a Venezia: 14 Cardinali … “una baraònda !”… Quella volta non esistevano ancora telecamere, telegiornali, Social, media e giornalisti ... ma Venezia divenne ugualmente palcoscenico mondiale ...era peggio della Mostra del Cinema di oggi: tutti volevano sapere, vedere e capire ...Anche se il Papa che risultò eletto fu un Pontefice vero e valido a tutti gli effetti, quell’Elezione PapaleVeneziana era un po’ anomala rispetto ai tradizionali canoni Conclavisti Ecclesiali:quello di Venezia fu l'ultimo Conclave ad essere celebrato fuori Roma, e fu pure quello col minor numero di Cardinali presenti dal 1534 in poi.
Non guasta ricordare inoltre, che la maggior parte di quegli uomini che giungevano a Venezia erano personaggi ricchi e potenti, dotati di“cultura e testa fine”, quasi tutti laureati in Utriusque Iure(ossia in tutti i tipi di Diritto all’Università della Sapienza di Roma o altrove), e figure spesso di provenienza Nobilissima che avevano occupato tantissime cariche di Stato e di Governo della Chiesa e del “moribondo”Stato Pontificio… Insomma: erano tutti uomini sveglissimi e dannatamente in gamba, che si recarono a Venezia non in incognito e modestamente, ma con tutto il loro corteo e codazzo al seguito, a volte accompagnati anche da più di cinquantina persone ciascuno: una piccola Corte personale.
***** NB … Occhio adesso ! *****
Da qui in poi, se avete fretta, tralasciate di leggere le prossime notizie scritte in rosso, e proseguite oltre leggendo solo ciò che è scritto in nero ... Se siete coraggiosi, invece …
Tre Cardinali andarono ad alloggiare nella Canonica-Convento di San Salvadorpoco distanti da Rialto, ossia i due fratelli Genovesi (da Napoli però): Doria Pamphilj Antonio Maria (50 anni) Cardinale Diacono di Santa Maria ad Martyres eProto Diacono del Conclave,e Giuseppe Maria(48 anni)Cardinale Presbitero di San Pietro in Vincoli, Nunzio apostolico a Madrid e poi a Parigi, ex Cardinale Segretario di Stato.Erano figli di Duca, Principi e Nobili. Giuseppe Maria fu procacciatore come tutti i suoi parenti d’importanti incarichi e benefici fino a divenire pure: Ablegato a Madrid per portare le “Sacre Fasce” al Principe delle Asturie. Raccolse inoltre un bel mucchio di grandi cariche Pontificie fino al marzo 1794 al tempo dell’occupazione Francese di Roma, quando essendo Cardinale Segretario di Stato venne arrestato e imprigionato nel Convento romano dei Convertiti, e poi trasferito a Civitavecchia prima di venire espulso dai territori della nuova Repubblica Romana. Più tardi accompagnò Pio VI nell’esilio forzato fuori Roma pellegrinando fra Siena, Pegli, Parma, Genova e Parigi dove napoleone lo considerò fra gli undici “Cardinali Rossi”filofrancesi. Con quella tendenza politica si recò a Venezia per eleggere il nuovo Papa, e venne poi designato da napoleone stesso come Sub-Decano del Sacro Collegio dei Cardinali inviandolo a Savona da Pio VII, il Papa Nuovo fatto prigioniero, per chiedergli l'approvare le decisioni prese dal Consiglio Nazionale di Parigi. Ancora nel 1813 venne incaricato dal solito napoleone di negoziare il Concordato di Fontainbleau... Più filo-Francese di così ?
Ancora nella Canonica di San Salvador andò ad alloggiare il Cardinale Francesco Maria Pignatelli(55 anni), da Rosarno Calabro, Cardinale Presbitero di Santa Maria del Popolo, Principe, appartenente a una delle più importanti famiglie nobili del Regno di Napoli, e parente di Cardinali.Studiò un po’ ovunque: dai Domenicani, dai Cappuccini e dai Somaschi percorrendo tutta la trafila delle Cariche Ecclesiastiche fino alla nomina a Cardinale da parte di Pio VI. Fu inoltre Legato Papale di Ferrara, e quando i Francesi occuparono la città venne incarcerato senza combattere e poi lasciato andare prima a Roma e poi a Napoli ... In seguito napoleone lo scelse come ostaggio conducendolo a Milano, ma dopo il Trattato di Tolentino Pignatelli fece perdere le sue tracce ricomparendo solo al Conclave di Venezia. Tornato a Roma col neoeletto Pio VII, la trovò occupata dai Napoletani e poi di nuovo dai Francesi che lo arrestarono portandolo in Francia insieme allo stesso Papa Nuovo. Fu uno dei tredici "Cardinali Neri", ossia quelli umiliati da napoleone perché s’erano rifiutati di presenziare al suo matrimonio ... Venne in seguito carcerato a Rethel col Cardinale Alessandro Mattei, e richiamato in servizio dopo il Concordato di Fontainebleau rimanendo a Parigi per le condizioni precarie di salute. Finì con l’andare a morire a Roma nel suo palazzo di San Lorenzo ai Monti nel 1815.
Sempre nella Canonica di San Salvador andò a risiedere pure Henry Benedict Stuart Cardinale(74 anni) d’origine Inglese, Cardinale Vescovo di Frascati, Duca di York e Vice Cancelliere "giacobita" pretendente al trono d’Inghilterra, Scozia e Irlanda.Nato però a Roma, sua madre era nipote del Re di Polonia, era un uomo molto colto che aveva studiato ad Albano e Bologna. Considerato munifico, generoso e prodigo con gli altri, durante l'invasione Francese contribuì ad evitare il saccheggio di Roma pagando di tasca propria il famoso "riscatto per la città Eterna”.
Dai PadriSomaschi della Madonna della Salute andò ad aggregarsi ed alloggiare il Milanese e figlio di Nobili e Conti:Antonio Dugnani (51 anni), Cardinale Presbitero di San Giovanni a Porta Latina, Avvocato e già Nunzio Apostolico in Francia.Percorse in salita tutta la carriera della gerarchia ecclesiastica fino ad essere nominato Cardinale da Pio Vi nel 1794. Divenne quindi Camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali e Legato pontificio della Romagna fino all’arrivo dei napoleonici. Prese parte al Conclave di Venezia occupando in seguito diversi incarichi in quel che rimaneva dello Stato Pontificio, e nel 1808 venne deportato a Milano e poi a Parigi dove adducendo un'indisposizione non presenziò al matrimonio di napoleone … Fu perciò annoverato tra i "cardinali rossi" (quelli ritenuti devoti al Papa).
Il Cardinale Gian Francesco Albani (79 anni), invece, Decano del Collegio dei Cardinaliandò a risiedere nel Palazzo Patriarcale di San Pietro di Castello ospite del Patriarca Giovanelli. Fu lui a convocare e riunire il Sacro Conclave a Venezia, e fu anche uno dei candidati favoriti all’elezione a Papa, oltre che uno dei principali sostenitori del partito “pro Austria” in contrapposizione a quello “pro Francia”sostenendo la candidatura a Papa del Cardinal Hyacinthe Sigismond Gerdil e di Henry Benedict Stuart. Era di Nobile famiglia Romana e Urbinate, figlio del Principe di Soriano e del Sacro Romano Impero, pronipote di Papa, nipote del Cardinal Annibale Albani, Protettore di Polonia, zio di Cardinali, e Cardinale-Vescovo di Ostia e Velletri per cinquant’anni. Riuscito ad eleggere ben quattro Papi consecutivi, sfuggì all’arresto napoleonico rifugiandosi prima nell’Abazia di Casamari, poi a Napoli e infine a Venezia.Suo nipote Monsignore Giuseppe Albani Ablegato Papale a Vienna si recò col Nunzio Luigi Ruffo Scilla dall'Imperatore d’Austria per negoziare la tenuta del Conclave a Venezia sotto la protezione imperiale. Il Cardinale Jean-Siffrein Maury annotava il 28 dicembre 1799 che l’Albani sosteneva la candidatura di Carlo Bellisomi, mentre il Cardinal František Herzan von Harras desiderava che l'Albani divenisse Papa.
Altri quattro Cardinali Papabili andarono a risiedere in case private: due nella Contrada dei Santi Apostoli e due in quella di Santa Maria Formosa. Fra questi c’erano il Cardinale Ippolito Antonio Vincenti Mareri(61 anni) da Rieti, figlio di Conti. Era Cardinale Presbitero dei Santi Nereo e Achilleo, e sostenitore della candidatura del Cardinal Mattei.Già all'età di nove-dieci anni era entrato in Seminario studiando: Grammatica, Retorica e Materie Umanistiche ... A diciassette anni venne inviato a Roma ritornando poi laureato a Rieti. Assunse poi tutta una serie di cariche d’altissimo livello sia nel Governo dello Stato Pontificio che di portata internazionale ... Fu Legato Pontificio a Bologna quando la città venne occupata dai Francesi … Fuggì a Rieti dove venne fatto prigioniero, e riportato a Roma venne costretto a salvare il Cardinalato pagando una forte indennità.Tornato a Rieti ancora una volta, si mosse solo per recarsi al Conclave Veneziano, dopo del quale venne trasferito di forza a Parigi nel 1810, dove morì l’anno seguente dopo essersi dimostrato favorevole alle seconde nozze di napoleone. Per questo venne sepolto nel Panthéon da dove con lunga epopea venne riportato nella tomba di famiglia a Rieti.
In Contrada di Santa Maria Formosa alloggiò anche il Cardinale Romualdo Braschi Onesti(46 anni) che fu il Camerlengo del Conclave oltre che Cardinale Diacono di San Nicola in Carcere, e Gran Priore del Sovrano Ordine di Malta in Roma. Era Cesenate, figlio di un Conte e della sorella del futuro Pio VI, cioè uomo dal destino segnato fin dalla nascita. Lo zio Papa lo chiamò infatti a Roma, e fu gioco forza per lui passare di carica in carica ottenendo privilegi e benefici di ogni sorta nel tentativo tramite lui di favorirsi lo zio Papa. Luigi XVI, ad esempio, gli assegnò l'Abbazia di Chaage a Meaux con una rendita annuale di 5.000 scudi ... Pio VI, invece, gli affidò il compito di trasferire in caso d’invasione francese la Corte Pontificia a Gaeta, ma quando giunse il momento tanto atteso e temuto lui si trovava nel Convento di Santa Chiara a Napoli e gli fu impedito di realizzare il suo progetto in quanto i Francesi in breve si presero completamente il controllo di Roma ... Dopo la morte dello zio Papa partecipò al Conclave di Venezia sostenendo la candidatura del Cardinal Bellisomi, e figurando anche fra i favoriti alla successione, ma incontrò l'opposizione di altri Cardinali e dello stesso Imperatore ... per cui perse l’occasione di emulare lo zio. Rientrato a Roma a seguito di Pio VII, ebbe il compito di riformare e rinsaldare le economie e le finanze dello Stato Pontificio dopo il dissesto napoleonico. Provò ad opporsi senza successo della liberalizzazione del commercio interno dello Stato Pontificio abolendo il protezionismo, e provando a non perdere i profitti di alcune Gabelle che spettavano al Collegio Cardinalizio … e soprattutto a lui personalmente. Alla fine si dimise avvilito … e impoverito ... Miserello ! … Fu costretto a presenziare a Parigi all'incoronazione di napoleone celebrandone il rito … Infine venne relegato a Cesena fino alla Restaurazione del Papato quando andò a morire a Roma lasciando 10.000 scudi a un certo scultore Antonio Canova per costruire un monumento in San Pietro a suo zio Pio VI.
Il Cardinale Ludovico Flangini (66 anni) prese alloggio, invece, nel Palazzo di famiglia in Contrada di San Geremia. Era Veneziano di Venezia, Nobile Patrizio, Cardinale Diacono di Sant'Agata in Suburra, politico, uomo di cultura e amante dei Classici. Sposato da giovane con Maria Laura Donà dalla quale ebbe una figlia: Cecilia, dopo la morte della moglie nel 1762 si ritirò sui colli di Asolo da dove venne convocato a Venezia ammettendolo al Maggiore Consiglio della Serenissima. In città e per la Serenissima divenne Avogadore da Comun, e uno dei cinque "Correttori delle Leggi" che proposero di chiudere il Ridotto di San Moisè divenuto di fatto una “casa di tolleranza pubblica”. Dopo qualche tempo, Flangini concorse alla carica di Procuratore di San Marco, che però gli sfuggì inducendolo a intraprendere la carriera ecclesiastica. La percorse brillantemente coprendo numerosi incarichi fino a raggiungere il Cardinalato. Non poteva, quindi, non partecipare al Conclave Veneziano per il Nuovo Papa celebrato proprio “in casa sua”. Per l’occasione si fece consacrare Prete perché pur essendo Cardinale non lo era ancora, e tenne un dettagliato diario su tutti i fatti del Conclave, che ancora oggi viene considerato molto prezioso. Dopo l’elezione del Nuovo Papa, si recò a Vienna cercando il favore degli Austriaci che gli garantirono come “segno di benevolenza Imperiale”: una bella pensione di 10.000 ducati annui ... Sempre a seguito di tutto “quel benvolere”di Francesco IId’Austria, di cui fu anche Consigliere Privato, divenne nel 1801 Patriarca di Venezia pur non essendo ancora diventato Vescovo. A Vienna, infatti, venne consacrato in fretta e furia come tale, e sempre da Vienna scrisse ai Veneziani la sua prima lettera pastorale preoccupandosi della preparazione e delle competenze del Clero Veneziano, e dell'istruzione religiosa del suo “Popolo Lagunare” troppo dedito, secondo lui, a seguire "false massime degli pseudo filosofi moderni".
Ancora “trafficando a distanza” presso l’Imperatore di Vienna, provò senza successo a chiedere la reintroduzione del Tribunale dell’Inquisizione per combattere le Società Segrete e i Massoni, provò a risottomettere Frati, Monaci, e tutti i Regolari e le Regolari di Venezia ai loro rispettivi Generali e non più ai Vescovi, e cercò anche di ricostituire la Società di Gesùdei mitici Gesuiti, anche se non con molto successo... Giunto finalmente e fisicamente a Venezia, visitò ogni angolo della Diocesi e della Laguna, rivide al ribasso i prezzi delle Messe, risistemò i fondi e i benefici delle chiese e del Clero, riorganizzò il Seminario Patriarcale curandone la qualità della formazione, eresse nuove Confraternite, e diede grande impulso alla Devozione delle Quarant'Ore ... Infine a 70 anni si dedicò a morire improvvisamente nel 1804 venendo sepolto con gli altri Patriarchi nella cripta della Basilica di San Marco a Venezia dove i suoi resti si trovano tutt’ora ...Durante il Conclave Veneziano, sostenne la candidatura del Cardinal Mattei… ovviamente appartenente alla “Fazione Imperiale”.
Nello stesso Palazzo Flangini di San Geremia sul Canal Grande andò pure ospite Fabrizio Dionigi Ruffo dei Duchi di Bagnara e Baranello, della Nobile Famiglia Romana dei Colonna(55 anni). Era Cardinale Diacono di Sant'Angelo in Pescheria, Tesoriere Generale della Camera Apostolica, Vicario Generale del Regno di Napoli, e politico famoso per aver creato e comandato l'esercito della Santa Sede. Dimostrando notevoli capacità amministrative e di riforma, aveva percorso l’intera carriera ecclesiastica guadagnandosi la fiducia di Pio VI. Fu sua l’idea di mettere le "dogane ai confini dello Stato Pontificio", cosa che gli rese nemica tutta la Nobiltà Romana ... Pio VI fu costretto a destituirlo facendolo però Cardinale e concedendogli l'amministrazione dei terreni dell'Agro Romano ... Deluso perciò dal Papa e da Roma, Ruffo se ne tornò allora nel Regno di Napoli offrendo i suoi servigi a Ferdinando IV di Borboneche lo nominò subito "Soprintendente dei Reali Domini di Caserta e della Colonia manifatturiera di San Leucio”dandogli in omaggio anche la Commenda dell'Abbazia di Santa Sofia a Benevento. Alla fine, invece, anche a Napoli venne innalzato il nuovo “Albero della Libertà Francese” facendo fuggire la Corte dei Borbone fino a Palermo ... Ruffo chiese allora uomini, navi e cannoni per riconquistare il Regno di Napoli ... Ottenne: il titolo di "Comandante Generale del Re”, e una nave con soli sette uomini … Sette !
Chiunque si sarebbe depresso e dimesso … Lui, invece no: non si perse affatto d’animo, e salpò da Palermo sbarcando in Calabria dove raccolse 25.000 fra volontari e contadini da contrapporre all’esercito Francese mettendo in piedi quella che lui denominò: “L’Armata Cristiana e Reale”… Riuscì incredibilmente a riconquistare: Crotone, la Basilicata, la Puglia e il Principato Ultra partecipando alla coalizione antifrancese che lo portò a riprendere anche Napoli nel 1799 … Chi l’avrebbe mai detto ?
Nella città partenopea però, giunse in giugno anche l'Ammiraglio Orazio Nelson“preferito della Regina”, che disautorò subito Ruffo colpevole d’aver siglato “patti infami" con i Giacobini in fuga invece di giustiziarli. Nelson uccise spettacolarmente 124 “sospetti Giacobini”, mentre Ruffo se ne ritornò a Roma finendo contraddittoriamente prima Ministro di napoleone, e poi Ambasciatore a Parigi di Ferdinando IV ... Presenziò al famoso matrimonio di napoleone venendo da lui riconosciuto fra i "cardinali rossi" rispettati dall’Imperatore ... Più tardi come Fiduciario di napoleone presentò ai Cardinali i decreti del Concilio di Parigi, e convinse Pio VII prigioniero a Savona a firmarli continuando ad andare avanti e indietro fra Napoli e Roma dove venne accolto con freddezza da popolo, dai Cardinali e dallo stesso Papa che lo incaricò solo di sovraintendere all'Annona e alla Grascia (carni, grassi e olio), e di fare solo il Prefetto della Congregazione delle Acque, delle Paludi Pontine e delle Chiane... Un po’ pochetto per un uomo del suo calibro … Nella Napoli in rivolta contro le truppe austriache occupanti venne, invece, nominato dal Re di Napoli membro del Consiglio del Governo Provvisorio e Consigliere del Sovrano… Tornò infine ancora un attimo a Roma per partecipare all’elezione di Leone XII, ma tornò in fretta e furia a Napoli per dedicarsi a morire … cosa che gli capitò alla fine del 1827 ... Stranissimo personaggio e Cardinale per davvero ! … me lo immagino: “mai fermo, nevrotico, tutto tirato, voglioso di menar le mani, e sempre in ansia”.
Durante il Conclave Veneziano sostenne la candidatura prima del Cardinal Mattei, e poi, in accordo col Cardinal Herzan quella del Valenti.
Il Cardinale Giovanni Battista Caprara Montecuccoli(66 anni) andò a sistemarsi in Casa Pagàn nella Contrada di San Fantinpoco distante da Piazza San Marco. Bolognese e figlio di Conti, plurilaureato, Arcivescovo di Milano e capace di ricoprire un’infinità di cariche di Stato: fu Cardinale Presbitero di Sant'Onofrio, già Nunzio Apostolico a Colonia, a Lucerna, in Austria e Ungheria viaggiando anche per Inghilterra e i Paesi Bassi come convinto sostenitore delle novità Francesi … Soprattutto per salvare le numerose ricchezze e il consistente patrimonio di famiglia che possedeva a Bologna nel cuore dello Stato Pontificio, fu uno dei protagonisti dei burrascosi rapporti fra la Chiesa e napoleone. “A conti fatti” gli convenne opporsi all’austero conservatorismo del Giuseppinismo Austriaco, e mostrarsi fautore dell’apertura e della pace con i bellicosi Francesi che simpatizzando con lui lo chiamarono: “il Cardinale Giacobino”. A Venezia ovviamente votò per Pio VII, che per riconoscenza lo nominò Vescovo di Bologna incappando però nel veto degli Austriaci che lo consideravano troppo filo-francese.
napoleone lo volle prima come Legato Pontificio in Francia, e poi come Ministro del Culto e Consultore di Stato della neonata Repubblica Italiana… Pio VI si rifiutò di riceverlo nel suo breve passaggio da Bologna sulla strada per l'esilio francese, apparentemente insoddisfatto del suo lavoro presso la Nunziatura Viennese … ma soprattutto perché molto più attento ad operare negli interessi del suo casato che per quelli della Santa Sede ... Fu Montecuccoli però a riportare a Roma le spoglie di Pio VI morto prigioniero in esilio, e più tardi concelebrò col Papa a Notre Dame di Parigi alla presenza dello stesso napoleone. Fu sempre lui a incoronarlo Re d'Italia benedicendo la Corona Ferrea che gli impose sopra al capo: fatto che gli fece guadagnare la Legion d'Onore, l'Ordine della Corona Ferrea, il titolo di Conte, e quello di Senatore del Regno d'Italia… Infine finì seppellito nel Phanteon di Parigi prima d’essere riportato a Roma per riposare in pace ... Amen !
Il Cardinale Luigi Valenti Gonzaga(74 anni)da Mantova andò ad alloggiare col suo numeroso codazzo in Casa Cornèr in Contrada di San Cassiàn poco distante dall’Emporio di Rialto che lo incuriosiva tantissimo. Cardinale Vescovo di Albano e Nunzio Apostolico in Spagna: fu il candidato preferito della Corte Spagnola. Il cognome antico e prestigioso parlava da se: era nipote e zio di Cardinali, uomo di lettere e cultura, fondatore di Seminari e Scuole Pubbliche e collezionista di quasi una trentina (!) di titoli ecclesiastici importanti … compreso quello della Congregazione per le Acque di Roma a cui teneva tantissimo. Quando Roma venne occupata dai Francesi rimase in città finendo imprigionato insieme ad altri dodici Cardinali (alcuni gravemente malati), e dopo la morte di Pio VI in Francia, si recò a Venezia per eleggere il Papa Nuovo ... che riconoscente, gli affibbiò (solamente !) la carica di Bibliotecario di Santa Romana Chiesa… nomina che però mancava al suo nutritissimo palmares.
In altri Conventi di Venezia vennero ancora ospitati altri Cardinali Conclavisti insigni come Jean-Sifrein Maury (53 anni), Francese di Valréasnel Contado Venassino, Cardinale Presbitero della Santissima Trinità al Monte Pincio. Costui si accasò in quella che era stata la Ca’ Granda ossia: Santa Maria Graziosa dei Frari. Schieratosi inizialmente dalla parte monarchica tanto da divenire Ambasciatore presso la Santa Sede di Luigi XVIII, e membro degli Stati Generali Francesi e dell’Assemblea Nazionale successivamente istituita nel 1789; giunto napoleone, si rifiutò di firmare la Costituzione Civile del Clero, perciò venne esiliato a Roma in quanto considerato contrario al Concordato Stato-Chiesa. Pio VI per consolarlo lo elevò a Vescovo di Montefiascone e Corneto ... poca roba per quei tempi … Infatti, il Cardinale ambizioso passò ugualmente e apertamente dalla parte dei Francesi andando a incontrare a Genova lo stesso napoleone che lo nominò Senatore e Vescovo di Parigi decorandolo della Legion d'Onore e rendendolo anche membro dell'Académie Française… Ecco: così si ragionava ! … Quelle sì che erano cariche prestigiose … Altro che “i contentini” che gli forniva il Papa !
Pio VI che l’aveva nominato anche Cardinale non la prese troppo bene, lo invitò a rinunciare subito a tutte quelle nomine Francesi, ma fu inutile in quanto Maury non lo ascoltò neanche prendendo in seguito anche parte attiva al Concilio della Chiesa Gallicana. Nel 1814, mutati i tempi e girato il vento, Maury si dichiarò stavolta favorevole alla deposizione di napoleone ... (guarda te l’opportunismo di certi uomini … ieri come oggi) … ma dovette lasciare Parigi cacciato via da Luigi XVIII ritornato a sedere sul suo vecchio trono … A Roma un Pio VII scocciatissimo per il suo atteggiamento si rifiutò di riceverlo proibendogli di frequentare anche gli altri Cardinali. Gli tolse la Diocesi di Montefiascone e Corneto, e già che c’era, lo imprigionò per quattro mesi poi perdonandolo e restituendogli il Cardinalato … Infine un Maury deluso e depresso finì per dimettersi del tutto da ogni incarico scomparendo completamente dallo scenario della Storia.
Il Cardinale Livizzani, invece e ancora, venne ospitato nel Convento di Santa Maria del Carmelo nel Sestiere di Dorsoduro, mentre finì nel Convento dei Somaschi della Madonna della Salute: Giovanni Andrea Archetti(68 anni)da Brescia, Cardinale Presbitero di Sant'Eusebio e Arcivescovo di Ascoli. Figlio di ricca famiglia di Mercanti, Marchesi e Baroni, venne fin da subito destinato alla carriera ecclesiastica che percorse con successo interpretando una quindicina di grandi incarichi dello Stato Pontificio ... Fu noto per aver cercato in ogni modo di sopprimere per conto della Santa Sede la Congregazione dei Gesuiti in Russia ostacolato dalla Zarina Caterina II ... Il Comandante Francese di Macerata lo inviò prigioniero nel Convento dei Domenicani di Civitavecchia insieme ad altri Cardinali, in seguito si allontanò trovando rifugio a Gaeta e Napoli, ricomparendo in Laguna alla fine del 1799 per il Conclave Veneziano.
Nello stesso Convento dei Carmini andò a risiedere giungendo in Laguna il 21 ottobre, anche Filippo Carandini(70 anni) nato a Pesaro da nobile famiglia Modenese, e creato Cardinale Diacono di Sant’Eustachio da Pio VI … Dai Teatini di San Nicola di Bari ossia nel Convento dei Tolentini andò ospite il Cardinale Hyacinthe Sigismond Gerdil(81 anni)Cardinale Presbitero di Santa Cecilia.Nato da un Notaio nel Regno di Sardegna a Samoëns in Savoia, insegnante prima a Macerata, poi scrittore di successo a Torino, dove fu Professore di Filosofia e Morale alla Regia Università e Tutore di Carlo Emanuele IV Re di Sardegna. Fattosi Frate Barnabita, venne notato dal Cardinale Prospero Lambertini futuro Benedetto XIV, e Pio VI lo nominò Vescovo di Dibon e poi Cardinale trasferendolo a Roma dove fu anche Prefetto di Propaganda Fide. Alla morte di Pio VI, Hyacinthe Sigismond Gerdilfinì in esilio a Carignano ... Durante i primi scrutini del Conclave Veneziano i Cardinali della “Fazione Spagnola” guidati dal Cardinale Francisco Antonio de Lorenzana y Butrón e da Antonio Despuig y Dameto appoggiarono la sua candidatura, che cadde però quando il 6 dicembre giunse in Conclave il Cardinale František Herzan von Harras, che dichiarò subito “il non gradimento” del suo nome da parte dell'Imperatore Austriaco ... La sua fama precipitò subito ai minimi storici, e Sigismond Gerdil divenne un “Papa mancato”.
Il Cardinale Leonardo Antonelli da Senigallia(60 anni) andò a prendere dimora in un posto più discosto e tranquillo, ossia nell’isola di Murano. Era Cardinale Vescovo di Palestrina, Segretario del precedente Conclave Papale del 1758, primo Cardinale nominato da Pio VI, e Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Si trattava di un uomo di lettere di Nobile famiglia Patrizia di Conti, soprannominato il "Cardinale Nero" ... Nella sua Galleria di Palazzo Pamphilj in Piazza Navona a Roma aveva raccolto e riordinato l'insigne biblioteca Antonelliana di suo zio, il Cardinale Nicolò Maria Antonelli. Fu tra quelli che si opposero al Trattato di Tolentino, e nel Conclave Veneziano sostenne insieme al Cardinal Herzan la candidatura del Cardinal Mattei.
Trovò alloggio dai Girolamini di San Sebastianoin Contrada di San Basilio: Francesco Carafa della Spina di Traetto (77 anni), Cardinale Presbitero di San Lorenzo in Lucina di Roma, Conte Palatino, Duca e Principe, apparteneva a una delle più Nobili famiglie di Napoli. Entrò ben presto a far parte della Curia Romana dove ricoprì però solo ruoli minori, al massimo giunse ad essere Vicedelegato di Ferrara. In seguito con molta pazienza e applicazione, carica dopo carica, divenne finalmente Nunzio Apostolico a Venezia, ma subito dopo venne arrestato dai Francesi, imprigionato prima in Castel Sant'Angelo, poi spedito a Civitavecchia, e infine: espulso e trasferito a Napoli da dove s’imbarcò “trovando respiro” a Palermo ... Il Nuovo Papa eletto a Venezia lo incaricò di recuperare i beni ecclesiastici finiti confiscati dai Francesi: … Grandissimo quanto improbabile incarico ! ... che di certo non lasciò traccia luminosissima nella Storia.
Nelle settimane che seguirono sopraggiunsero a Venezia altri prestigiosissimi quanto insigni Cardinali Elettori che provarono a sistemarsi come meglio poterono, visto che in giro era tutto occupato. Nella “Locande dei Tre Re” in Contrada di San Beneto prese alloggio Stefano Borgia (68 anni)da Velletri, Cardinale Presbitero di San Clemente, già Segretario e Pro-Prefetto di Propaganda Fide dal 1770 al 1800. Era un Nobile imparentato coi famosi Borgia storici, e oltre ad essere Cardinale era anche: storico, amante delle civiltà antiche, numismatico, bibliofilo, collezionista, erudito e scrittore di almeno una quindicina di libri. Ricoprì numerose cariche essenziali per lo Stato Pontificio, si premurò lungimirante dell’evangelizzazione dell’Asia e dell’Africa, ritrovandosi sfortunatamente ad essere Governatore di Roma proprio al momento dell'invasione francese. Venne, infatti, immediatamente arrestato insieme a Pio VI e spedito prigioniero insieme a lui a Valence in Francia, uscendone solo dopo la morte del Papa per recarsi al Conclave di Venezia. Eletto Pio VII, aiutò non poco il Nuovo Papa nella riorganizzazione dello Stato Pontificio devastato dai Francesi e dai Napoletani, lo accompagnò in Francia per incoronare l’imperatore, ma s’ammalò e morì strada facendo ... Un po’ sfigato come Cardinale.
Nell’ex Collegio dei Padri Gesuiti alle Fondamente Nove andò ad alloggiare il Cardinale Giulio Maria Cavazzi della Somaglia(55 anni), Cardinale Presbitero di Santa Sabina e Vicario Generale di Roma, arzillo Nobile Piacentino che finì col divenire Segretario di Stato a 80 anni al tempo di Leone XII dal 1824 al 1828. Collezionista pure lui d’incarichi prestigiosi, fu in uno dei protagonisti della Restaurazione dello Stato Pontificio e della Chiesa dopo la devastante bufera napoleonica.
Nel Convento dei Serviti di Santa Maria dei Servi di Cannaregio vennero ospitati, invece, il Fiorentino Giovanni Rinuccini(56 anni)Cardinale Diacono di San Giorgio in Velabro, già Vice-Legato di Bologna, Governatore di Roma e Vice-Camerlengo; e il Cesenate di origini Ferraresi Aurelio Roverella(51 anni), Cardinale Presbitero dei Santi Giovanni e Paolo in Roma, e Pro-Datario Apostolico … Entrambi erano stati nominati Cardinali da Pio VI.
Presso l’abitazione del Gran Priore dell’Ordine di Malta nel Sestiere di Castello (un tempo antica casa dei Cavalieri Templari), trovò posto Alessandro Mattei (54 anni) Cardinale Presbitero di Santa Maria in Ara Coeli, Arcivescovo di Ferrara, e nipote del Cardinale Decano Albani.Era figlio primogenito del Principe Girolamo Duca di Giove: una delle famiglie più antiche e aristocratiche della Roma Papalina. Imparentato con Papa Clemente X e un altro Cardinale, suo zio e suo fratello erano Cardinali pure loro, come lo erano stati almeno una decina di altri membri di famiglia. Mattei ricoprì una decina d’importanti cariche Pontificie procurandosi le rendite di numerosi Priorati, Abbazie e Canonicati. Napoleone “lo pizzicò” da Legato e Vescovo di Ferrara imprigionandolo nel Castello di Milano e utilizzandolo poi con Pio VI nei negoziati di pace con la Chiesa. Costretto a siglare il disastroso Trattato di Tolentino con il quale la Chiesa abbandonava le sue Legazioni Pontificie, provò a pronunciarsi timidamente contro napoleone venendo subito espulso da Ferrara, e andando a rifugiarsi “bastonato” a Roma da dove uscì solo per recarsi a Venezia per il Conclave. Riavutosi un poco al fianco di Pio VII, venne di nuovo espulso come sovversivo da Roma nel giugno 1809 andando esule prima a Parigi dove si rifiutò di prendere parte al matrimonio di napoleone venendo annoverato fra i “tredici cardinali neri" (quelli puniti e umiliati pubblicamente dallo stesso Imperatore privandoli dell’abito porporato), e finendo poi imprigionato a Rhetel ed esiliato ad Alais ... Una storiaccia “sfortunata” anche la sua insomma.
Nel Convento dei Padri Domenicani Predicatori e Inquisitori dei Santi Giovanni e Paoloossia San Zanipolo andò a sistemarsi Carlo Bellisomi da Pavia (63 anni), Arcivescovo a Cesena, eletto Cardinale Presbitero di Santa Maria della Pace da Pio VI, già Nunzio Apostolico in Polonia e a Colonia dove venne incaricato d’ottenere la ritrattazione del Vescovo Suffraganeo di Treviri Johann Nikolaus Von Hontheim, che aveva pubblicato sotto lo pseudonimo di Iustinus Febronio il volume: “De statu Ecclesiae doveto”. Nel Conclave Veneziano fu inizialmente un altro dei super favoriti alla nomina Papale, ma fu ben presto messo da parte ... Dopo l’elezione del Papa Nuovo partecipò all'incoronazione di napoleone come Re d'Italia portandogli con le sue mani la famosa corona di Carlo Magno.
Infine, arrivò a Venezia anche Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti(57 anni) chiamato in religione e da Monaco Benedettino: Padre Gregorioda Cesena. Era Cardinale Presbitero di San Callisto in Roma, già Vescovo di Tivoli, e successore del Cardinal Giovanni Carlo Bandi, fratello della madre del Pontefice Pio VI, alla guida della Diocesi di Imola. Penultimo figlio del Conte Scipione ChiaramontiPatrizio Nobile anche di San Marino, Cavaliere di San Giovanni e Friere dell'Ospedale di Santo Spirito; sua madre era la religiosissima Giovanna Coronata dei Marchesi Ghini di Romagnache in seguito si fece Monaca presso le Carmelitane di Fano assumendo il nome di Suor Teresa Diletta di Gesù e Maria. (Olimpia Chiaramonti sorella maggiore di Pio VII entrò, invece, come semplice "Monaca de Casàda" nelle Celibate di Rimini dove Olimpia Braschi sorella di Pio VI era la Badessa-Superiora ... Giacinto Chiaramontifratello maggiore e primogenito, invece, entrò nel 1749 dai Gesuiti dove venne ridotto in seguito “allo stato secolare” finché il fratello Papa gli assegnò la modesta carica d’Arcidiacono di Cesena … e ancora: Tommaso Chiaramonti secondogenito fu l’unico a perpetuare il casato Nobiliare sposandosi).
A soli 14 anni Barnaba Chiaramonti entrò nel Monastero Benedettino di Santa Maria del Monte di Cesena, dove resisi subito conto delle sue capacità, venne inviato a Roma al Collegio di Sant’Anselmo per perfezionarsi nello studio della Teologia. Lì divenne Professore e insegnante, venendo nominato Priore dell’Abbazia Benedettina di San Paolo fuori le Mura di Roma nel febbraio 1775. Il 16 dicembre 1782, invece, Pio VI lo nominò Vescovo di Tivoli, poi Cardinale nel 1785, e Vescovo di Imola.
Equidistante un po’ da tutto e da tutti, timido fautore della corrente del Conclave più conservatrice, di fama: “Esuberante, talvolta polemico e litigioso quanto aspro Romagnolo … ma austero e pio Monaco”, ma soprattutto ignaro della sua futura sorte, Chiaramonti arrivò a Venezia insieme al Nunzio della Russia… non a caso … L’esercito Austro-Russo antiFrancese era entrato appena qualche mese prima, il 31 maggio 1799, a liberare e saccheggiare “la sua Imola” evacuata il giorno precedente dal Generale Francese Hullin ... Poi era tornati di nuovo i Francesi creando caos e panico ovunque … Poi erano di nuovo ripartiti lasciando il posto un’altra volta agli Austriaci … Insomma: un gran casino che aveva segnato di certo la mente del futuro Papa oltre che dell’intera città ... “Quelli erano di certo tempi bui”, disse l’ignaro Cardinale Chiaramonti del tutto inconsapevole di ciò che stava per succedergli.
I due importanti Prelati andarono curiosamente ad alloggiare insieme dai Domenicani di San Giovanni e Paolo, pur essendo Chiaramonti: Monaco Benedettino come quelli di San Giorgio Maggiore.
Come mai ? … Forse perché quello dei Domenicani era un luogo più tranquillo a confronto con l’Isola di San Giorgio che si stava preparando ad ospitare il Conclave … Chissà se si sarebbe presentato a Venezia intuendo d’uscirne Papa ?
Sempre dagli stessi ospitali Domenicani dei San Zanipolo andò ad allogarsi anche il Ferrarese Guido Calcagnini(74 anni)figlio di un Conte Palatino e Marchese, nonché parente di Cardinale, Cardinale Presbitero di Santa Maria in Traspontina e Vescovo di Osimo. Attivo da una vita intera nella Corte Pontificia aveva racimolato … “soltanto”… una quindicina di cariche importanti, e dal 1776 era diventato Cardinale col titolo di Santa Maria in Traspontina, e Arcivescovo di Osimo e Cingoli ritrovandosi poi a Venezia per eleggere il Nuovo Papa.
Nella Locanda Allo Scudo di Franciain Riva del Carbòn prese posto Carlo Giuseppe Filippa della Martiniana(75 anni) da Torino, Cardinale Presbitero di San Callisto eletto da Pio VI nel giugno 1778, e Vescovo di Vercelli. Nella Locanda alla Regina d’Inghilterra, invece, s’accomodò con tutto il suo numerosissimo seguito Francesco Saverio de Zelada(82 anni),Cardinale Presbitero di Santa Prassede e“Romano de Roma”, ma nato da Nobile Famiglia Spagnola della Murcia e di Oviedo. Era un uomo eclettico e di buona cultura, grande collezionista di testi antichi, monete, medaglie e opere d’Arte, aveva fatto costruire a Roma un osservatorio scientifico ancora oggi esistente ... e collezionato fra un Papa e l’altro quasi una trentina d’importanti cariche Ecclesiastiche e Pontificie … nonchè parecchi soldini di rendite … che non guastavano mai. Accanito avversario della Compagnia di Gesù dei Gesuiti, aveva provveduto alla redazione del breve “Dominus ac Redemptor”, che ne decretava la soppressione del 1773 ridando al Re di Spagna il pieno potere sulle loro pingui e numerose proprietà. Avvertendo “odor di bruciato”quando Pio VI venne deportato in Francia, Zeladaandò a rifugiarsi in Toscana da dove uscì solo per recarsi al Conclave di Venezia … Pio VII riconoscente d’averlo eletto, gli diede in seguito come “contentino” l’incarico d’Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma insieme a quello di Protettore della Cappella Orsini ... cariche “di lusso” che ovviamente gli mancavano ... Poca roba anche in questo caso … ma meglio che niente.
Dai Camaldolesi di Murano andò ospite Melchiorre Benedetto Lucidoro (Andrea)Gioannetti(77 anni)che proveniva da una Nobile Famiglia Bolognese. Era Cardinale Presbitero di Santa Pudenziana e Amministratore Apostolico dell'Arcidiocesi di Bologna. Dedito alla carriera ecclesiastica fin da quattordicenne, si fece Monaco Benedettino Camaldolese nel Monastero di Sant'Apollinare in Classe di Ravenna divenendo: Monaco Andrea. Conosceva il Greco antico, era appassionato d’antichità, laureato in Filosofia e Teologia e insegnante nel Seminario dei Camaldolesi. Di lui si diceva: “… uomo diligente nelle Confessioni, nella Catechesi e nella cura dei malati, per colpa loro rischiò perfino di morire d’infezione.” Era inoltre Decano Perpetuo dell’Ordine dei Camaldolesi per la Romagna, Abate di Sant'Apollinare in Classe dove s’era formato, e dove incrementò la Biblioteca Capitolare creando anche un museo di numismatica. Ingrandì le proprietà del Monastero Ravennate ricavandone grano e denaro che donò ai poveri durante la carestia del 1764-66. Per questo ricevette in cambio la Nobiltà della Repubblica di San Marino... e bravo Gioannetti !
Più tardi percorse rapidamente l’ascesa della carriera ecclesiastica assommando diversi incarichi prestigiosi, provò a rimanere a galla con l'arrivo dei Francesi a Bologna, ma finì espulso con la confisca di tutti i beni. Osò affermare: “Il Senato non può legiferare in materia ecclesiastica, dal momento che esso detiene solo l'autorità temporale sulle cose secolari e politiche, e non su quelle Sacre come la Vita e le proprietà della Chiesa, che sono poste al di fuori della giurisdizione dei governi".
Figuratevi i Francesi ! … lo spazzarono via “in un batter d’occhio”.
Rientrato a Bologna occupata dagli Austro-Russi nel marzo 1799, da lì si recò a Venezia per il Conclave morendo a Bologna pochi giorni dopo l’elezione del nuovo Papa ... Cardinale simpatico !
A Palazzo Camerata vennero accolti: Giovanni Battista Bussi de Pretis(78 anni), Nobile di Urbino, Vescovo di Jesi, ed eletto Cardinale Presbitero di San Lorenzo in Panisperna da Pio VI. Era anche l’ex Governatore di Narni, San Severino Marche, Benevento e Spoleto, Ascoli, Ancona, Civitavecchia e Frosinone, nonchè Presidente e Decano della Camera Apostolica e delle Strade dello Stato Pontificio, e Canonico della Basilica Vaticana. Nello stesso Palazzo Camerata alloggiò pureBernardino Onorati (75 anni), figlio di Marchese di Nobile Famiglia di Rimini, Cardinale Presbitero dei Santi Marcellino e Pietro in Roma dal 1777, e Vescovo di Senigallia. Onorati ricoprì i soliti incarichi di Curia prima di diventare Vicedelegato delle Romagne e poi Governatore di Loreto. In seguito operò come Arcivescovo di Side e Nunzio Apostolico di Firenze e poi di Venezia dove fu presente nel 1799 per il Conclave.
Nel Convento dei Frati Minori di San Francesco della Vigna a Castello prese alloggio Ignazio Busca(68 anni)Nobile Milanese ultimogenito del Marchese di Lomagna una delle famiglie aristocratiche della Lombardia Austriaca, sua madre era una Visconti. Cardinale Presbitero di Santa Maria degli Angeli, e già Nunzio Apostolico a Bruxelles, Governatore di Roma, Segretario di Stato e interprete di tutta la solita trafila dei grandi incarichi dentro allo Stato Papale e sullo scenario internazionale Europeo. Non promosse grandi riforme, ma si mise parecchio in mostra come personalità mondana e frequentatore dei salotti dell’elite romana e della diplomazia straniera.Nominato Segretario di Stato da Pio VI al posto del Cardinale Spagnolo Zelada, riportò il Governo Pontificio nelle mani di un Cardinale Italiano filo-Austriaco-Imperiale. Lavorò a lungo provando la via dei Concordati con i Francesi, sperando intanto di guadagnarsi la protezione dell’Austria di Vienna ... che però era interessata soltanto ad assicurarsi i territori del Papato. Dopo le prime sconfitte militari, infatti, l'imperatore si limitò a chiedere al Papa di bandire una crociata contro i rivoluzionari Francesi ... napoleone come risposta decise d‘invadere lo Stato Pontificio ratificando il Trattato di Tolentino che fece perdere al Papa: Ferrara, Bologna e tutta la Romagna obbligandolo al pagamento di 30.000.000 di lire per danni di guerra. Dimessosi da Segretario di Stato, il Cardinale Busca andò a rifugiarsi a Palermo dove rimase fino alla convocazione del Conclave Veneziano a cui partecipò senza grande entusiasmo ... Non disdegnò tuttavia di accettare un’altra decina d’importanti incarichi di governo col nuovo corso Papale … che si tenne cari e ben stretti fino alla morte.
Dei gran bei tipetti vero quegli illustri Cardinali ?
Se non avete tralasciato di leggere “le parole in rosso” credo d’avervi annoiato quanto basta ... Aggiungo comunque che nel Conclave di Venezia erano presenti anche: Francisco Antonio de Lorenzana y Butrón (77 anni),Spagnolo di Leòn nominato Cardinale Presbitero dei Santi XII Apostoli da Pio VI, già Vescovo di Plasencia, Arcivescovo del Messico e di Toledo, Grande Inquisitore di Spagna. Fu la voce della Spagna in Conclave, per il quale contribuì alle spese d’allestimento e mantenimento pagando: 80.000 Scudi Romani. Fu poi a Roma, da dove seguì in esilio Pio VII.
Uno dei protagonisti del Conclave Veneziano, ossia uno di quelli che maggiormente “spirarono e armeggiarono sotto sotto” fu di certo il Cardinale Ercole Consalviche funse da Segretario del Conclave subito dopoaver percorso una rapida quanto brillante carriera nella Curia Romana e nella Congregazione del Buon Governo ricoprendo anche le cariche d’Amministratore dell'Ospizio di San Michele a Ripa, di Auditore di Rota e d’Assessore della Congregazione Militare. In seguito venne imprigionato dai Francesi a Castel Sant’Angelo, poi espulso da Roma al seguito del Papa che raggiunse alla Certosa di Firenze nell'inverno 1798 … Consalvi fu un uomo preziosissimo, molto preparato, abile, astuto e influente … Fu di certo “il braccio destro” e il migliore consigliere del Nuovo Papa.
Fu l’ultimo ad arrivare infine al Conclave: František Herzan von Harras (44 anni), Cardinale Presbitero di Santa Croce in Gerusalemme, per diciannove anni Ambasciatore alla Corte Austriaca presso la Santa Sede e Arcivescovo di Vienna. Fudi fatto gli occhi e la lingua dell’Imperatore Austriaco dentro al Conclave.Cecoslovacco da Praga, suo prozio era l'Arcivescovo Principe di Salisburgo. Studiò laureandosi in Filosofia presso i Paolini, andò poi a perfezionarsi a Roma al Collegio Germanico, e da lì intraprese con successo una decina di cariche Pontificie importanti: Pio VI lo fece Cardinale di San Girolamo degli Schiavoni, Protettore dei Paesi Tedeschi e di tutti i Possedimenti Asburgici. Grazie ai numerosi contatti che intratteneva col mondo artistico Romano, s’era allestito in casa un'importante collezione d'Arte con opere di Giotto, Guido Reni, Carracci, Caravaggio, Tintoretto, Sebastiano del Piombo e a molti altri. Quando si palesò il rischio dell'occupazione napoleonica di Roma, fu tra i primi ad abbandonare la città sperando di ritornarvi, e scappò via portandosi dietro 84 casse piene d’opere d'Arte. Iniziate poi a Roma le confische di chiese e Conventi, inviò il suo Segretario per “salvare il salvabile” prelevando una grande quantità di storiche Reliquie e Opere d’Arte Preziose che restituì solo parzialmente alla città con molta pompa e solennità nel 1804 … e con l’immancabile grande festa da parte dei Romani, esultanti come sempre: “basta che ci sia da magnà !”.
Così vi ho finalmente elencata tutta la sfilza degli uomini illustri che intasarono in quei giorni Venezia col loro invadente codazzo e numerosissimo seguito. Se tenete conto che alcuni Cardinali si trascinavano dietro qualcosa come 50 persone … assommate e moltiplicate un poco … potrete così immaginarvi come doveva essere Venezia e l’Isola di San Giorgio Maggiore in quei giorni. Tutto fibrillava di certo, e tutta quella gente illustre, scintillante e pomposissima andava avanti e indietro da ogni parte utilizzando un esercito di barche, gondole e barchette producendo un caos inverosimile.
Le Cronache Veneziane dell’epoca, infatti, raccontano di Cardinali imbufaliti, irritati, quasi scocciati di dover essere costretti nelle anguste case, Monasteri e Palazzi di Venezia privi dello sfarzo e di tutte quelle comodità e spazi a cui erano abituati nelle loro solite faraoniche residenze … Ma alla fine il Conclave incominciò pronunciando il classico “Extra omnes !” il 1 dicembre 1799.
A Conclave già iniziato, l’8 dicembre, giunse a Venezia il “ritardatario illustre”, cioè l’Arcivescovo di Vienna Hertzan: l’ultimo tra i Cardinali che avrebbe partecipato all’elezione di Pio VII. Il suo fu un “ritardo strategico” probabilmente pensato a posta per apparire e attirare su di se l’attenzione di tutti … Dove andò ad alloggiare secondo voi ? … In qualche Convento odoroso o Locanda pulciosa come tutti gli altri ?
Ma neanche per sogno ! … Andò a prendere alloggio al n. 1 delle Procuratie di Piazza San Marco... Chissà perché ? ... e si presentò nell’Isola di San Giorgio Maggioreentrando dentro al Conclave riunito accompagnato da un corteo nutritissimo, e da un numero impressionante di gondole e barche.
“Ma dove crede di andare il Cardinale di Vienna ? … Alla guerra ?”diceva di lui per strada i Veneziani sornioni.
Voci popolari anonimi riportavano notizie che giravano ovunque per Venezia: “Si stava attendendo a momenti il Cardinal Hertzan, il quale come proveniente da Vienna, si dice e si vuole, che abbia tutte le istruzioni spettanti il grande affare dell’Elezione.”
E ancora si aggiungeva: “… il solo Cardinal Hertzan ha le istruzioni … Egli solo sa chi dovrà essere il Papa Nuovo.”,
Altri commentavano: “Tutte ciarle per altro, tutte specolazioni e congetture, come l’esito farà credere ...”
Il Cardinal Consalvi scrisse nelle sue memorie: “Accadeva che gli occhi di tutti erano puntati sul Cardinal Hertzan a causa della considerazione di cui godeva da parte dell’Imperatore Austriaco di cui era come il rappresentante …”
Infine ci furono “gli assenti di lusso” del Conclave … più o meno giustificati. Furono in tutto una decina di Cardinali. Qualcuno non si presentò per motivi di salute, qualcun altro … forse per paura, e qualcuno volontariamente e per pura assenza ingiustificata. Fra questi ce n’erano due che avevano rinunciato in precedenza al Cardinalato con la relativa possibilità di finire eletti Papa loro stessi.
Non s’erano presentati a Venezia mancando all’appello, ad esempio: Cristoph Bartolomeo Anton Von Migazzi Conte di Waal e Sonnenthurn Tirolese e Tridentino (85 anni) ... forse perché fin troppo vecchio e acciaccato … Vescovo e poi Arcivescovo di diverse sedi Austriache fra cui Vienna, elevato a Cardinale Presbitero dei santi Quattro Coronati ancora da Clemente XIII.
Fu pure assente anche: Dominique de La Rochefoucauld, Cardinale Presbitero Francese senza titolo (87 anni) nominato da Pio VI, Arcivescovo di Albi e poi di Rouen, Abate Commendatario di Cluny e dell'Abbazia della Trinità di Fécamp. Suo padre era Signore di Saint-Ilpize de Cusson e Rochegonde. Durante la Rivoluzione il Clero del Baliato di Rouen inviò Dominique come deputato agli Stati Generali del 1789. In quanto Presidente della Camera del Clero respinse le misure rivoluzionarie, si oppose al giuramento di fedeltà alla Costituzione Civile del Clero, ma dovette assoggettarsi agli ordini espliciti del Re limitandosi a deporre nell'Ufficio dell'Assemblea una protesta elencante tutti i diritti del suo Ordine. Per questo venne privato di tutte le sue rendite e benefici e mandato in esilio prima a Maastricht, poi a Bruxelles, e infine a Münster in Germania dove s’ammalò e morì.
Mancavano inoltre: Giuseppe Maria Capece Zurlo(88 anni) discendente da Nobile Famiglia Napoletana, figlio di Principe e Principessa. Divenuto Teatino, si perfezionò a Roma seguendo tutta la trafila della carriera ecclesiastica fino a divenire Arcivescovo di Napoli e Cardinale Presbitero di San Bernardo alle Terme Diocleziane … Mancava ancora: Gaspare Vincenzo Ranuzzi (73 anni), Conte Bolognese di Famiglia Senatoria. Fece progressivamente carriera dentro alla Curia Romana di Benedetto XIV fino a diventare Cardinale Presbitero di Santa Maria sopra Minerva e Vescovo di Ancona e Numana. Venne inviato da Pio VI come Nunzio Apostolico a Venezia nel luglio 1775. Negli sconvolgimenti seguenti alla Rivoluzione accolse numerosi Prelati in fuga dalla Francia, e quando Ancona venne assediata dagli Austriaci si rifiutò di abbandonarla rimanendo con i suoi fedeli. Al tempo del Conclave Veneziano era malato, ricevette la visita riconoscente di Pio VII diretto a Roma.
Risultarono ancora assenti: Muzio Gallo: “Suddito Pontificio” nato a Osimo (78 anni), eletto Cardinale Presbitero di Sant'Anastasia e Vescovo di Viterbo e Tuscania da Pio V; Louis-Joseph de Montmorency-Laval (75 anni), Francese nato nel Castello di Bayers, Cardinale Presbitero senza titolo, Gran elemosiniere di Francia e Principe-Vescovo di Metz. Passato d’incarico in incarico rinunciando ogni volta per prospettarsi sempre di meglio. Divenuto Abate Commendatario di Mont Saint-Michel, finì esiliato andando a rifugiarsi durante la Rivoluzione in Germaniadove rimase in attesa di eventi favorevoli … senza mai più trovarli.
Infine mancavano all’appello: il Modenese Carlo Livizzani Forni(77 anni)creato Cardinale Presbitero di San Silvestro in Capite da Pio VI;i Cardinali José Francisco de Mendonça Patriarca di Lisbona (74 anni), Cardinale Presbitero senza titolo, ma Dottore in diritto canonico a Coimbra;Antonio de Sentmenat y Castella(65 anni) da Barcellona, Cardinale Presbitero senza titolo e Patriarca delle Indie Occidentali; Joannes-Henricus von Franckenberg (73 anni), Tedesco Arcivescovo di Mechlin, Cardinale Presbitero senza titolo, che dopo l'occupazione francese visse in esilio a Münster in Germania;e Louis-René-Édouard de Rohan-Guéménée (65 anni),Cardinale Presbitero senza titolo di Parigi e Arcivescovo di Strasburgo, anch’egli esule dopo la rivoluzione francese presso territori tedeschi della sua Arcidiocesi.
Ecco qua ! … Vi ho detto di tutti i Conclavisti presenti e assenti a Venezia.
“Come funzionò e andò a finire il Conclave nell’isola di San Giorgio Maggiore ?”
I Cardinali giunti a Venezia, prima di andare a rinchiudersi dentro al Monastero di San Giorgio dando inizio al Conclave, iniziarono subito a celebrare i solenni Novendiali in Suffragio del Papa appena morto … Poi traslocarono del tutto sull’isola, e iniziò la grande attesa.
Tradizionalmente “rinchiusi”nel Conclave, in realtà i Cardinali comunicavano col mondo esterno tramite ben quattro “ruote di servizio” a cui s’affacciavano a turno per ricevere persone, viveri, rifornimenti, notizie e supporti di ogni genere.
Sull’isola era rimasto un drappello di soldati a presidiarla giorno e notte al comando del Principe MarescialloChigi… C’erano poi: due Medici-Farmacisti: Giovanni Piccioli e Francesco Porta, un Chirurgo: Francesco Nesi, un Barbitonsore: Francesco Brinis, e un dentista: Felice Maria… perché non si sapeva mai con tutti quei Cardinali vecchi e malandati. Qualche Cardinale, infatti, trascorse la quasi totalità delle giornate chiuso in camera e ficcato dentro a un letto uscendo solo per recarsi a votare, mentre qualche altro venne: “… qualche volta accompagnato a braccetto, altre volte addirittura a braccia”.
In Isola e attorno al Conclave c’erano inoltre diversi Maestri di Cerimonia e Confessori, un Falegname: Carlo Panzieri, un Muratore: Giacomo Padoan, e alcun Facchini Pubblici “pronti e disponibili ad ogni evenienza: Bartolomeo Romanone, Bartolomeo Ricci, Bartolomeo Santi e Giobatta Vendetta.
Insieme a loro sostava e girava nell’isola un esercito di Conversi, Minutanti, Guardarobieri, Inservienti, Commensali, Segretari, Caudatari, “Servitori di Camera”, Camerieri personali e “camerieri aggiunti” che garantivano ogni genere di confort a ciascun Ministro, e soprattutto ai Conclavisti dei quali spesso erano già al servizio da trenta-quarant’anni consecutivi … Costoro provvedevano di continuo anche ad ogni esigenza personale di comunicazione con l’esterno … I Cardinali erano perciò rinchiusi si … ma fino a un certo punto.
Il Conclave di San Giorgio Maggiore, infatti, fu stranissimo perchè per ben tre lunghissimi mesi sembrò languire non accadendovi nulla: non si arrivava ad alcuna candidatura valida che potesse portare all’elezione finale del Papa Nuovo... Si era, insomma, sempre a un “nulla di fatto”… mentre il mondo intero stava “alla finestra” a guardare e attendere, e Venezia e i Veneziani s’erano come assuefatti a quella “presenza incombente” collocata oltre il Bacino di San Marco: “A Venezia quasi non ci si preoccupava più del Conclave, e si viveva quell’incipiente attesa come fosse divenuta una solita normalità”.
Trascorsero quindi tre mesi … centoquattro giorni !
La Chiesa stava dando al Mondo l’impressione d’essere allo sbando più che mai, e in totale balia degli eventi storici che stavano percorrendo l’intera l’Europa.
Il ligure Agostino Rivarola ex Governatore Pontificio di San Severino e della Marca Maceratese, espulso dai territori del Papa dai Francesi, e facente parte del Conclave come Notaio Apostolico, scriveva al fratello confidando la sua situazione personale, e quella presente a Venezia:“Sono giunto (…) il dì 2 ottobre, il dì 15 sono entrato nell’appartamento che teneva il Cardinal Vincenti, dove vi sarebbe un bel luogo per voi … Ho fatte tutte le visite, ho trovati i Doria più umani, mi do d’intorno, mi servo orribilmente, sono senza denari, e aspetto ostinatamente che mi facciate accreditare indeterminatamente per ciò che avrò di bisogno poiché all’ordinaria spesa si aggiungono le spese straordinarie dell’abbiti prelatizi funerei, della Cappa con Armellino come Protonotario, e di un bel Feraiolo di cui ho bisogno per il freddo e per la convenienza andandosi qui da tutti col Feraiolo in conversazione compresi i Cardinali Prelati ed ogni altro. Oltre a ciò non è impossibile che debba presto viaggiare ... Finalmente vi dirò che sto benissimo di salute e questo è il massimo dei beni … La decenza e non il lusso hanno presieduto alla Sacra Funerea Cerimonia (i Novendiali in Suffragio per il Papa morto). L’orazione funebre fatta da Monsignor Brancadoro è riuscita molto ma molto al di sotto del sublime argomento, tanto che una lingua piegata ai sali di Pasquino ha detto che il povero Pio VI era destinato ad essere martiriato in fatti ed in parole ... Il Conclave sarà assai se si chiuderà per i primi di dicembre: Segretario è Consalvi, l’Orazione “De Eligendo Pontifice” la farà il Vescovo di Crema ... È difficile pronosticare sulla futura Elezione. Fra i più vecchi, fra i più dotti pare che non uscirà poiché i primi sono tenuti per morti e i secondi per troppo vivi, all’aurea mediocrità di robustezza come d’ingegno pare riservato il Papato. Molta Prelatura è qui tra i quali sono i più osservabili Morozzo e il Maggiordomo, e molt’altre se ne aspetta...”
Per essere eletti Papa si doveva ricevere almeno 24 voti …
Dentro al Conclave emersero fin dall’inizio due correnti contrapposte: quella conservatrice rappresentata dal Cardinale Alessandro MatteiArcivescovo di Ferrara e antifrancese, gradito ufficialmente all'imperatore Austriaco che voleva frenare gli effetti della Rivoluzione Francese e mirava alla restaurazione completa del potere temporale del Papato. Mattei arrivò ad avere 22 voti in quanto neanche l’Austria lo voleva in realtà perché temeva la sua reazione in quanto era stato spodestato dai suoi territori con Trattato di Tolentino … L'altra “fazione moderna”, invece, supportava ilconciliante Cardinale Carlo BellisomiVescovo di Cesena sostenuto dalla Spagna, che puntava a una politica di adattamento alla nuova e irreversibile realtà Europea che si andava concretizzando ... Era un filo-Francese insomma, che arrivò a ricevere 13 voti in totale. Si sapeva inoltre che dietro alle scelte di alcuni Cardinali c’era il Veto del Re Carlo IV di Spagna a cui non piaceva il Cardinale Matteiavvalendosi di un antico “Jus exclusivae”… Così come il 12 dicembre il Cardinale František HertzanVon Harras (“… considerato da molti: “inetto” e incapace anche di procurare gli interessi della stessa Austria.”)comunicò all’assemblea dei Conclavisti, “allegramente e distintamente”, che esisteva un Veto di Francesco II d'Asburgo-Lorena contro tutti i Cardinali Francesi, Spagnoli, del Regno delle Due Sicilie, di Sardegna e della Repubblica di Genova.
Chi sarebbe dovuto votare quindi ? … “C’è proprio bisogno che scenda una nomina dal Cielo” ironizzava qualche Conclavista.
Il Segretario del Conclave Ercole Consalvi scriveva il 26 febbraio 1800 una lettera a un suo amico: Giuseppe Albani Ablegato alla Corte di Vienna, elencando i nomi appartenenti ai tre gruppi di Cardinali che non riuscivano a individuare il nuovo “Successore di Pietro”:
“Ci sono diciotto Cardinali nel gruppo maggioritario guidati dal Decano Albani, ossia: il Duca di York, Rinuccini, i due fratelli Giuseppe e Antonio-Maria Doria, Calcagnini, Honorati, Bellisomi, Chiaramonti, Busca, Borgia, Caprara, Maury, Bussi, Pignatelli, Roverella, Della Somaglia e Brachi che è l’effettivo capo del gruppo … C’è poi l’alleanza contrapposta, composta da quindici Cardinali guidati dal Cardinal Antonelli: Valenti, Gonzaga, Spina, Gioannetti, Martiniana, Mattei, Von Harras, Archetti, Livizzani, Lorenzana y Butròn, Dugnani, Vincenti, Corandini, Flangini e Ruffo … Infine ci sono due “Cardinali Volanti”: Gerdil e Zelada, che votano sempre “secondo coscienza” senza farsi condizionare dagli altri …”
L’Imperatore Austriaco voleva approfittare del particolare momento storico per prendersi in mano tutto quanto rimaneva del sempre potente e influente Dominio Ecclesiastico e Pontificio claudicante ... Si sbagliava però …
Gli Scrutini si succedettero infruttuosi uno dopo l’altro venendo definiti: "neutrali"o "volanti"… Per un poco fece capolino il nome del Savoiardo e Barnabita Giacinto Sigismondo Gerdil … ma venne bocciato pure lui, e a seguire “si bruciarono” le candidature di: Albani, Calcagnini e Onorati per la maggioranza; e di Valenti Gonzaga, Livizzani, Archetti e del Padre Camaldolese Giovannetti per la minoranza.
Non se ne andava fuori.
Il Notaio Rivarolo scriveva ancora al fratello il 5 novembre: “… i più nominatial soglio di Pietrosono giovani come è il buon Pignatelli che lo è nominato quasi sopra tutti, e poi Archetti e poi Bellisomi, e poi Chiaramonti …”
Undici giorni dopo scriveva di nuovo:“… del Papa risorge la voce che sarà vecchio come opinavo prima.”
Come sapete bene, anche se non lo si ammetterà mai, dentro ai Conclavi e alle Elezioni Papali accadono sempre tanti sommovimenti, un insieme incredibile di strategie, inciuci, partiti, convergenze e alleanze: “Dentro al Gran Circo dell’Elezione si succedono tutte le classiche cose che accadono sempre attorno all’elezione d’un nuovo Papa: fazioni e pronostici, candidati, favoriti, contrapposti, nomi proposti dalla Curia di Roma, dalle Famiglie Nobili Romane, e dai tanti Regnanti del Mondo ...” spiegava di recente un Conclavista odierno: “Lo Spirito Santo di Dio spira dove vuole e su chi vuole con le sue “Sante Novità” … ma tocca poi a noi Uomini di Chiesa e di quaggiù indirizzarne e incanalarne l’effetto perché porti buon frutto per il Mondo e per tutta la Chiesa che è altrettanto Santa.” … e dannata aggiungerei io un po’ scettico.
Alla fine, per provare ad uscire dall'impasse, lo stesso Monsignor Ercole Consalvi Segretario del Conclave, provò a proporre un terzo candidato: il sessantenne Vescovo di Imola Barnaba Chiaramonti, anche se dentro di se avrebbe preferito la nomina del Cardinale Bellisomi: “Chiaramonti è candidato di consenso e compromesso … potrebbe essere la chiave di volta di tutto.” mormorò ... Anche il Cardinale e Arcivescovo Francese Jean-Siffrein Maury s’indirizzò subito verso di lui … e l’Austriaco Imperiale Herzan convocò Chiaramonti per informarlo che la Corte Imperiale non aveva alcuna riserva nei suoi riguardi, e che c’era tutto il suo gruppo che intendevano votarlo.
Le Cronache e i Diari personali del Conclave raccontano che Chiaramonti s’impressionò alla notizia, impallidì rimanendo perplesso: non voleva diventare Papa: “… intendeva continuare a governare la sua Diocesi di Imola evitando di buttarsi ad annegare in quel mare in tempesta.” … Herzan gli rispose che quel mare si sarebbe calmato con la “protezione imperiale”, e gli propose, una volta divenuto Papa, di nominare a tale scopo come Segretario di Stato il Cardinal Flangini che era “confidente”dell'Imperatore.
Chiaramontifece notare a Herzan che in realtà Flangini era inviso sia a Roma che a Vienna in quanto dichiaratamente Massone, e aggiunse anche che non si potevano promettere nomine prima dell'elezione papale … pena la scomunica.
Herzanallora aggiunse che Vienna avrebbe preferito il Cardinal Mattei come Segretario di Stato, anche se costui non avrebbe voluto accettare per motivi di coscienza … Il 12 marzo sera Romualdo Braschi-Onesti e Leonardo Antonellis’incontrarono accordandosi per far confluire i voti su Chiaramonti …Si oscillò ancora un poco a suon di veti incrociati e censure, finchè … batti e ribatti … si giunse infine alla mossa giusta: quella vincente e definitiva che fece convogliare tutti voti su di unica persona facendola uscire Papa Eletto.
Il 14 marzo 1800 al primo scrutinio e all’unanimità tutti i Conclavisti votarono: “Chiaramonti”… e perciò fu subito: Papa Nuovo ! … che assunse il nome di Pio VII in segno di riconoscenza e di fedeltà nei confronti del suo sfortunato predecessore Pio VI.
Nomina inaspettata ?
Di certo indigesta all’Imperatore d’Austria perché Chiaramonti non era di certo un acerrimo nemico della Rivoluzione Francese. Nel giorno di Natale 1797, infatti, aveva detto in una Predica nella Cattedrale di Imola: “La forma democratica non ripugna al Vangelo, e la Repubblica esige virtù che possono apprendere soltanto alla scuola di Gesù Cristo.” poi aveva concluso:“Siate Cristiani tutti d'un pezzo ! … e sarete anche dei buoni Democratici… Non vi è necessariamente contraddizione fra Cristianesimo e Democrazia”.
Democrazia ! … parola tremenda e sentimento pericolosissimo in bocca a un Papa … L’Imperatore tremava in ansia per le sorti della futura Europa che temeva troppo libertaria e innovativa.
Il Notaio Rivarola scrisse ancora una volta: “Finalmente abbiamo la consolazione di avere il Capo visibile della Chiesa in un soggetto della più grande espettazione quale è il Signor Cardinale Chiaramonti, e possiamo riconoscerla come una vera ispirazione dello Spirito Santo che è sempre al di sopra di ogni umano divisamento poiché la patria Cesena, l’età di 54, l’affinità col defunto, tutto insomma ciò che sentiva l’umana passione e riguardo era tutto in prevenzione contro di lui. Eppure lui è Papa, e dal Monistero dei Benedettini di San Giorgio esce Papa il solo Benedettino che era nel Sacro Collegio. Sia ringraziata la Provvidenza …”.
Appena trapelò la notizia dall’isola, Monsignor Nicolò Bortolatti Vicario Capitolare e sostituto provvisorio dell’assente e vacante Patriarca di Venezia ordinò di cantare in tutta la Laguna il “Te Deum” in segno di ringraziamento e liberazione, e di suonare a festa tutte le campane di Venezia ... comprese quelle dei Greci Ortodossi che s’erano rifiutati di farlo.
Uno dei Monaci di San Giorgio scrisse a un Confratello di Santa Giustina di Padova: “Alla fine il gioco fu fatto, e venne “sfornato” il Papa Nuovo in barba a Principi, Sovrani, Re, Nobili Famiglie Romane e Imperatori … Tutta la Laguna e i Veneziani lo salutarono con parecchie salve di cannone, e con uno scampanio memorabile e furibondo di ogni campana disponibile che si capovolse e ribaltò dentro ad ogni campanile e campaniletto di Venezia tanto da far spellare le mani ai tanti Campanari entusiasti per l’eccezionale evento ...”
Il Nuovo Papa considerato dai più: “fin troppo giovane, mite di carattere e inesperto” venne incoronato come Sommo Pontefice il giorno di San Benedetto nella stessa Isola di San Giorgio Maggiore “con grande giubilo e partecipazione del popolo Veneziano” … ma con grande scontento e delusione per quella nomina dell’Austriaco Imperatore, che comunque chiese subito al Nuovo Pontefice la cessione delle Legazioni di Bologna, Ferrara, Imola e Ravenna sentendosi rispondere un no deciso da Pio VII, determinato fra le altre cose a conservare per se anche il vecchio titolo di Vescovo di Imola. Francesco II fu contrariatissimo, e vietò allora d’effettuare l'Incoronazione Papale nella Basilica Marciana, e Vienna non fece mistero che avrebbe preferito fosse stato scelto come Papa il Cardinal Mattei ... ma i “giochi ormai erano stati fatti”.
“Lo Spirito Santo ha già soffiato !”ironizzarono alcuni Cardinali di fronte a quelle pretese.
“Ma chi era quel Papa Nuovo, quel Pio VII ? … O meglio: chi dovette imparare ad essere quell’uomo ?”
Diciamola tutta: l’uomo che si ritrovò ad assurgere come Sommo Romano Pontefice sul “Soglio di Pietro” dopo quell’elezione così lunga e burrascosa, una piccola epopea, lo divenne un po’ nonostante se stesso. Di certo non fu felice d’intraprendere quell’avventura proprio durante quel gran casino e tristo scombussolamento storico che c’era allora in atto in tutta Europa. Sono certo che se avesse potuto Barnaba Chiaramonti avrebbe scelto tempi, circostanze e modalità del tutto diverse e migliori.
Ma che diamine però ? … Essere Papa era pur sempre essere un Papa ! Non è che si stia dicendo niente ! … e fu così che Pio VII fece “buon viso a cattiva sorte”, e si rassegnò ad essere e soprattutto agire come “semidivinoSuccessore di Pietro”, e soprattutto guida, tutore e difensore del Mondo della Cristianità che in quegli anni stava traballando non poco. Non avrebbe ammesso mai di non gradire la nomina a quella grande avventura, ma l’intraprese con coraggio e determinazione … almeno per quanto gli eventi glielo potevano permettere: ossia ben poco.
“Se ne partì subito per Roma per incominciare ?”
Neanche per sogno ! … Rimase in Laguna per altri tre mesi in attesa che Napoletani e Austriaci sgombrassero Roma dai Francesi ... Un Papa privo della sua Roma poteva contare molto poco. I primi giorni, anzi: le prime settimane del suo pontificato, infatti, li trascorse rimanendo fermo, e raggirandosi silenzioso e pensieroso per l’isola di San Giorgio Maggiore: “Quando passava il Papa in giro per l’isola chiunque si buttava bocconi a terra genuflettendosi devoto … Si mostrava sempre ombroso, cupissimo e contrariato … Pareva avesse un conto sospeso col mondo intero… Era l’anda di uno che aveva tanti pensieri per la testa … e ne aveva ben donde ! … Perché i suoi recenti predecessori erano stati ben strapazzati da napoleone e soci … Perciò quello che lo aspettava sarebbe stato un destino piuttosto impegnativo per non dire difficile e crudele …”
“Del nuovo Papa si soppesava ogni parola e ogni gesto, ed era come se camminasse incerto sui trampoli, o come se dovesse procedere pesante in mezzo a tanti fragilissimi cristalli ben propensi e disposti a frantumarsi …”
Trascorreva le giornate a pregare e benedire tutti, a ricevere delegati, uomini di Rango e ossequiosi dignitari e Capi di Stato di ogni genere e provenienti da ogni parte. Si faceva baciare “il piede santo … la santa pantofola, la Papàl Babuccia.” Il gesto era considerato da tutti un grandissimo onore.In tanti correvano ad omaggiare il Papa Nuovo facendo un bel po’ d’anticamera per poter baciargli la punta dei piedi: “C’erano lunghe file di persone in attesa per riuscire a compiere quell’atto d’omaggio al Papa … Il Sommo Padre veniva collocato in cima a un catafalco che lo alzava fino ad altezza d’uomo, così che gli altri sfilassero davanti a lui in silenzio o pronunciando scarne parole beneauguranti, di saluto e riverenza … Ovvio che quella era pure anche una buona occasione per proporre al Papa qualche buona offerta che lo sostenesse nei numerosi quanto gravosi intenti che lo stavano aspettando ...”
Allora si usava così …
Pio VII allora non lo sapeva, ma colui che se n’era uscito eletto come 251° Papa della Chiesa Cattolica avrebbe vissuto come tale per altri 23 anni fino al 20 agosto 1823 ... L’ex semplice Monaco Gregorio era di certo un uomo di cultura e di flebili quanto prudenti aperture moderne democratiche. Chiaramontinon faceva affatto mistero di possedere nella sua biblioteca perfino l'Enciclopedia di d'Alembert (libro scientifico all’avanguardia) ... In quei primi giorni Pio VII prese senza fretta una serie di decisioni fondamentali per il suo Pontificato: scelse come Prosegretario di Stato il quarantatreenne Ercole Consalvi che l’avrebbe servito e seguito fedelmente per i seguenti quindici anni tanto da influenzarne il governo e tutte le scelte politiche ... Tenne Concistori Privati e Segreti ordinando Cardinali e titolari a lui confacenti per Sedi Vescovili vacanti in Ungheria, Ragusa e Loreto … Cercò invano di riottenere dall'Imperatore Francesco II la restituzione delle Legazioni occupate dalle armate austriache … Il 15 maggio 1800 pubblicò a Venezia l’Enciclica “Diu Satis” esaltando il sacrificio di Pio VI. Pose il proprio Pontificato sotto il segno della "vera Filosofia Cristiana", eriaffermò con vigore la perennità della Chiesa nelle persecuzioni elogiando "la forza e la costanza" dell'Episcopato, del Clero e dei Fedeli durante la "… rinnovata crudeltà dei tempi antichi". Si riferiva ovviamente al recente operato della Francia, dell’Austria e di napoleone … Rifiutò di recarsi a Vienna, e il 22 maggio inviò a Roma come Legati i Cardinali Albani, Roverellae Della Somaglia per ristabilire il Governo Pontificio e preparare il suo ritorno a Roma consapevole che napoleone stava di nuovo progettando di scendere in Italia.
Poi qualcosa si smosse ulteriormente nel Papa, e si decise a lasciare finalmente l’Isola di San Giorgio uscendo fuori, e: “spandendosi e spendendosi in giro per Venezia e la sua Laguna”. Era la Settimana Santa del 1800, perciò Pio VII si portò con la sua gondola dorata e col suo Nobile Corteggio fino alla Cattedrale di San Pietro di Castello per celebrare i Riti della Santa Settimana. Poi, piano piano e giorno dopo giorno iniziò a spingersi oltre: si recò più volte alla Certosa di Sant’Andrea e a dagli Eremiti di San Clemente, poi prese a passare in rassegna una dopo l’altra tutte le realtà Monastiche Veneziane, le chiese, le Parrocchie e tutte le Contrade cittadine.
Furono come “prove tecniche di trasmissione”, e il primo atto, una prima presa di possesso di quel che voleva e doveva essere il suo Dominio Spirituale oltre che Materiale del Mondo intero, che non si riduceva al solo traballante Stato Pontificio ... Inoltre, visti i trascorsi storici di Venezia Serenissima, che aveva sempre nutrito una malcelata allergia al Papa, quello fu per il Nuovo Papa anche una sorta di rivincita su quel che rimaneva di Venezia e i Veneziani. Pio VII si riprese simbolicamente Venezia “palmo a palmo” prima d’imbarcarsi per la sua nuova avventura verso la sua “naturale”Sede Romana.
Non così interpretarono quei gesti i Veneziani, che, invece, accolsero il Papa Nuovo sempre e ovunque … per mesi … con grande disponibilità e incontenibile, quasi plateale entusiasmo … Nei giorni seguenti, pur risiedendo sempre nell’Isola dei Cipressi, Pio VII raggiunse tutti i Monasteri e moltissime chiese di Venezia fino a quelle più periferiche e modeste: “Ovunque si recava il Papa lo aspettavano e accoglievano sempre “sulle rive” con grandi addobbi, apparati magnifici, sorprendenti allestimenti, musiche leggiadre, superbe illuminazioni e rinfreschi per Lui e tutto il suo nutrito Nobil Seguito e Corteo della Familia Papale ... Il Sommo Padre visitò con grande attenzione tanti Conventi e Monasteri dei Regolari Veneziani sia maschili che femminili che in seguito scomparvero smembrati, svenduti e demoliti dai Francesi … Si recò in visita a Santa Lucia dalle Monache Agostiniane (dove oggi sorge la Stazione Ferroviaria), a San Giobbe, a Santa Maria delle Grazie nell’Isola delle Monache Cappuccine … Il 26 marzo incontrò i Benedettini Camaldolesi di San Michele di Murano che gli allestirono apparati e festosi addobbi, Musica, Rinfreschi, Recite e Accademie, spari di mortaretti, e organizzarono il “Devoto Bacio del Piede Santo” … Tornò di nuovo a sorpresa e con grande gaudio dei Padri a visitare la Certosa di Sant’Andrea di fronte al Lido dove visitò anche San Nicoletto giovedì 27 marzo (…) Giovedì 18 aprile fu il turno di visitare la chiesa e Monastero di San Cipriano di Murano, i Santi Apostoli la domenica 20 aprile: giorno della loro festa … In antecedenza s’era recato al Monastero delle Vergini di Castello abitato da numerose Monache-Dame, ed era tornato il giorno dopo alla Santa Casa e Cappella Lauretana custodita dagli Eremiti Camaldolesi dell’Isola di San Clemente … Sabato 26 aprile il Sommo Padre visitò l’Isola di Sant’Elena dei Monaci Olivetani, poi fu a San Giacomo della Giudecca dai Padri Serviti, e il lunedì seguente dopo il pranzo presso le Monache Francescane del Sepolcro in Riva degli Schiavoni sul Molo di San Marco dove si conservava la miracolosissima Immagine del Cristo Morto … Martedì 29 aprile andò a bussare al Monastero delle Terese a Dorsoduro, e il giorno seguente al Monastero delle Benedettine di San Biagio e Catoldo della Giudecca magnificamente addobbato … Il primo di maggio il Papa visitò il Monastero di Sant’Anna di Castello , il giorno seguente: il Redentore dei Padri Cappuccini della Giudecca, e Santa Chiara il giorno seguente ancora … Ovunque arrivava era sempre gaudio, e i Veneziani s’assiepavano instancabile sulle rive e dalle finestre per salutarlo e osannarlo … Lunedì 5 maggio il Sommo Pontefice comparve nella chiesa e Monastero dei Domenicani dei Santi Giovanni e Paolo dove si celebrò con solennissima pompa e grande apparato … Mercoledì 7 il Santo Padre si portò al Monastero e chiesa di Santa Caterina di Cannaregio magnificamente addobbati … Giovedì dalle Monache della Celestia con la chiesa pure essa riccamente apparata e piena di Religiose ed Educande in attesa del “Bacio del Piede Santo …Venerdì 9 visita all’Isola di San Lazzaro degli Armeni dove i Monaci gli cantarono diversi Inni secondo il loro Rito, e gli offrirono uno squisito rinfresco con tutta la sua Corte Nobile … e il giorno seguente il Papa si portò alla chiesa di Santa Maria della Presentazione della Giudecca e al luogo detto delle Zitelle … Il 10 maggio nel pomeriggio si recò nella Parrocchiale di San Giovanni Novo dove i balconi delle case erano tutti guarniti di tappeti, e si spargevano fiori da essi all’avvicinarsi del Santo Padre … Il concorso del Popolo era immenso, le finestre tutte piene di spettatori, e si vedeva ancora dipinta nel volto di ciascheduno la venerazione e la gioia … Il 13 maggio ci fu visita al Monastero di San Giuseppe di Castello … il 16 maggio in gondola il Pontefice si recò a San Polo dove si stava celebrando la Festa di San Giovanni Nepomuceno, e nel pomeriggio dello stesso giorno il Papa raggiunse il Monastero del Corpus Domini (dove oggi appoggia il Ponte di Calatrava dalla parte della Ferrovia) … Venerdì 17 il Pontefice si trasferì dopo pranzo presso il Convento delle Cappuccine di Castello … Il 21 maggio fu il giorno delle Monache di Santa Marta che ricevettero la Visita Papale presentandogli la famosa Reliquia della loro Santa, e ottenendo in cambio d’essere ammesse al “Bacio del Piede Santo”… Lunedì 24 maggio il Papa fu a Santa Maria Formosa, e il giorno seguente dalle Monache Servite del Monte Senario ossia le Cappuccine delle Fondamente Nove, mentre il mercoledì seguente approdò alla riva delle Monache Agostiniane di Sant’Andrea della Zirada (Piazzale Roma-People Mouve) fuori della cui chiesa c’era una numerosa orchestra di strumenti a fiato, ricevendo poi numerose Religiose, Educande e Dame … Mercoledì 25 pure le Monache Agostiniane di Santa Giustina di Castello ospitarono Pio VII, mentre il venerdì seguente il Papa si portò presso il Nobilissimo e Antichissimo Monastero delle Benedettine di Santa Croce della Giudecca dalla “fonte miracolosa”, dove visitò e venerò il Sacro Corpo del Gran Dottore Sant’Atanasio e le insigni Reliquie del corpo della Beata Eufemia Giustiniani conservato intatto con le vesti. In quell’occasione venne offerto al Pontefice un Messale ricoperto d’argento cesellato e la “Vita della miracolosa Beata Eufemia”, che si sperava il Pontefice volesse degnarsi d’elevare al rango di Santa … Traghettato oltre il Canale della Giudecca, il Santo Padre degnò della sua visita le Monache Agostiniane dello Spirito Santo sulle Zattere che riempì di spirituali consolazioni …”
I Monasteri più famosi, ricchi e potenti, come quelli delle Monache Benedettine di San Zaccaria e San Lorenzofecero a gara fra loro a chi sapeva e poteva accogliere meglio il Papa offrendogli di più … Vinsero di certo le Monache di San Zaccariadalle quali il Papa si recò dopo metà aprile concedendo loro privilegi in perpetuo per i defunti agli altari di San Zaccaria e San Benedetto, oltre che numerose Indulgenze Plenarie a chi avesse visitato la chiesa a Pasqua, o acquisibili “una tantum” nella stessa chiesa. Le Nobili Monache Benedettine entusiaste e riconoscenti offrirono al Papa il calice d’oro ben lavorato e ornato di pietre preziose con cui aveva celebrato la Messa, oltre a “una gran mappa di fiori finti con al di sopra una Rosa d’Oro con un brillante in mezzo, e la Mappa ugualmente dorata con l’arma di Sua Santità, e dall’altra la figura di San Zaccaria in rilievo … e insieme Gli presentarono superbamente legato il Libro intitolato: “Brevi notizie della chiesa e Monastero di San Zaccaria”… Non era cambiato nulla del tradizionale modo d’essere e di porsi del Papato, dei Nobili e delle Genti di Chiesa … Infatti in San Zaccaria il NeoPapa accolse l’omaggio dei Deputati Nobili del Monastero: i vari Nobili Giustinian, Corner, Querini, Grimani e Renier ... In quei giorni luminosi e solenni sembrava non essere accaduto niente di tragico per la Chiesa: “… Il Nuovo Papa effettuò più volte anche delle visite “fuori porta” nell’entroterra Lagunare di Venezia recandosi fino a Padova dove si fermò per qualche giorno: presso il Santuario del Santo di Padova, il Seminario e il Monastero di Santa Giustina dove era stato da giovane … Li si compiacque ugualmente di far ulteriore visita a chiese e Monasteri cittadini … Il Beatissimo Padre viaggiava in un corteo di Nobili Burchielli e gondole occupati da Patrizi Veneti, col Burchiello Papale dal gabinetto tutto apparato di damasco cremisi, la saletta per i Preti al seguito era tutta ricoperta di bianco, l’esterno era tutto apparato di seta celeste, e il coperto del Burchiello era adorno delle insegne Pontificie con sette navicelle vagamente inghirlandate … A Fusina dove c’era schierata alquanta truppa Tedesca ad accogliere il Pontefice, tutti salirono su tre Pontifice Carrozze che portarono Sua Beatitudine fino alla Posta di Dolo dove s’incontrò con un Distaccamento di Cavalleria Imperiale e si trasbordò su nuove carrozze decorate regalate dalla Sorella dell’Augusto Imperatore, che lo portarono in grandissima pompa fino al Portello di Padova (...) Alla fine navigando di ritorno lungo la Brenta il Sommo Padre fece rientro all’Isola di San Giorgio sempre accolto con grande giubilo dai Veneziani ... Il 4 giugno Pio VII visitò le Monache Cappuccine di San Girolamo e quello delle Benedettine di Sant’Alvise, le Monache di Santa Lucia e quelle Francescane della Croce al di là del Canal Grande … poi sulla strada del ritorno fece visita alle Benedettine del Monastero dell’Umiltà sulle Zattere …”
Quando Dio volle … e finalmente, perché come si diceva anche a Venezia: “Dopo tre giorni anche ogni buon ospite spùssa”, e perché non si poteva continuare in eterno con quell’aria di continua festa ed eccezionalità continua … il Papa partì dalle Lagune alla volta di Roma: la città Eterna dei Papi !
“Il 5 giugno, per ultimo, Pio VII si recò al Monastero delle Benedettine di Ognissanti nel Sestiere di Dorsoduro terminando la serie delle visite ai Monasteri e Luoghi Sacri Veneziani … e il 6 giugno comparendo sulla Loggia di San Giorgio diede un’ultima benedizione alla città lagunare e a un gran numero di persone lì accorse, imbarcandosi poi in una Filuga dorata appositamente preparata seguita da un gran numero di Lance, Peòte e barche d’ogni sorta che lo accompagnarono fino ad imbarcarsi sul suo Bastimento: la Fregata Bellona … salutato da numerosi colpi d’artiglieria che rimbombarono sulla Laguna insieme al suono incessante delle campane.”
La Fregata Austriaca “Bellona” costruita nell’Arsenaledi Venezia e armata con 42 cannoni, era stata equipaggiata con 266 Marinai e affidata al Capitano e NobilhomoSilvestro Dandolo, e stava aspettando il Papa ancorata presso lo Spignòn di Malamocco. Il Papa Nuovo fu costretto a rimase lì fermo in attesa per qualche giorno per colpa del maltempo e del mare mosso, e in quei giorni approfittò un paio di volte per tornare a scendere a terra per sgranchirsi un po’ le gambe. Una prima volta scese a visitare Pellestrinadesiderando d’andar a vedere il Convento dei Domenicani, ma “stanco morto” per aver passeggiato troppo fra le dune, s’accontentò di vedere Santo Stefano di Portosecco e se ne ritornò a bordo della nave. La seconda volta scese il 9 giugno “un po’ sgarruffato e provato per l’attesa”a visitare l’antica Malamocco e le Monache Agostiniane che non lo aspettavano, e qui andò meglio: gli fu fatta la solita grande festa, ricevette una memorabile accoglienza, poi s’incamminò lungo la chiesa della Beata Vergine della Marina percorrendo un lungo tratto del litorale.
Il martedì seguente la Bellona venne zavorrata portandosi “in Pelo Rosso”… poi finalmente prese il mare aperto lasciando del tutto Venezia.
L'Austria, per timore di manifestazioni di solidarietà politica, vietò al Papa di attraversare le ex Legazioni Papali: il Sommo Padre accompagnato dall'Ambasciatore Austriaco Ghislieri si propose allora di raggiungere Pesaro via mare, dove giunse soltanto il 17 giugno dopo un complicato e periglioso andirivieni burrascoso da una parte all’altra dell’Adriatico. “Per colpa del vento non favorevole” la Bellona fu spinta fino al Porto di Quieto non lontano da Parenzo in Istria, dove rimase ferma per due-tre giorni … La gente del posto saputo della presenza del Papa gli corse attorno per salutarlo, eccetto il Vescovo e i Canonici del posto, ossia di Cittanova, di Capodistria e Pola che erano rimasti tutti ancora a Venezia … “Il Papa benevolo non scese a terra, ma concesse Benefici e Privilegi Spirituali alla gente del luogo, ossia della Parrocchia di Grisignana e del Villaggio di Torre, che li conservano tuttoa.”
La Bellona ci mise undici giorni per coprire il tragitto Venezia-Pesaro: un’eternità ! … Tuttavia il Papa offrì in premio uno stipendio intero al Capitano Dandolo e mezzo stipendio a tutto l’equipaggio promuovendo tutti al grado marittimo superiore. Il Primo Ministro Austriaco, risaputa la cosa, si rifiutò di confermare quel generoso esborso che considerò eccessivo e immeritato anche per i disagi procurati al Papa … La verità era che non si voleva spendere soldi per il Papa e la sua trasferta Romana.
Il Segretario Consalvi in quell’occasione commentò: “… quel legno mancava quasi di tutto, anche delle cose più elementari … La navigazione fu incomoda e penosa. Più il riguardo alla buona qualità del bastimento e alla scarsezza e poca abilità dei Marinai, che una vera necessità dovuta a contrattempi ci fece entrare nel così detto Portofino nella opposta spiaggia dell’Istria, e aspettarvi per due notti e un giorno, un tempo migliore.”… Alcuni definirono la Bellona: “una carretta di legno scomoda, priva di ogni confort e servizio … Ci mise 12 giorni per percorrere il tratto Venezia-Pesaro … Forse si sarebbe fatto quasi più presto a piedi.”
“Finalmente si gettò l’ancora in faccia a Pesaro, dove un Pio VII sballottato dalle onde giunse con varie scialuppe a terra perché la Fregata non poteva sostenersi da quella spiaggia …”
Sostato a Pesaro, e riavutosi in tre giorni dal viaggio, il Papa alla fine prese la Via Flaminia per Roma passando per Fano dove omaggiò le spoglie di sua madre, toccò poi: Senigaglia, Ancona e il Santuario Mariano di Loreto il 23 giugno … e quando Dio lo volle ancora, ammesso che lo volesse per davvero, il Papa Nuovo provato e “mezzo cotto” per il lungo viaggiare un po’ avventuroso raggiunse la Città Eterna il 3 luglio 1800.
I Romani ovviamente lo accolsero con grande tripudio e feste ... Non che fossero per davvero entusiasti di farsi governare di nuovo da lui, anche perché Roma in quegli anni ne aveva viste un po’ di tutti i colori … Ma se c’era “da magnà”, bere e godersela in qualche maniera … Perché no ? … I Romani erano sempre pronti ad accogliere qualcuno ... Bastava che pagasse lui.
A Roma Pio VII venne accolto dalla Nobiltà Romanae dal Popolo“con gran tripudio e gaudio” come sempre … ma trovò le casse dello Stato vuote saccheggiate prima dai Francesi e poi dai Napoletani. Nominò allora ErcoleConsalvi: Cardinale Diacono e Segretario di Stato, e iniziò alacremente a inventarsi riforme amministrative per salvare il salvabile di quel che era rimasto del suo grande patrimonio ... non senza difficoltà, perchèsi dovette attenderefino al novembre dell’anno seguente, ad esempio, per poter riprendere possesso della Basilica di San Giovanni in Laterano che era la Sede del Vescovo di Roma.
Ultima domanda andando a conclusione:“Come andò a finire quel Papa Pio VII rientrato a Roma ?”
Intanto giunto nella Città Eterna, l’Imperatore d’Austria continuò ancora a “tempestarlo” di consigli e indicazioni su come secondo lui sarebbe stato necessario gestire le finanze e la politica dell’intera Chiesa Universale. L’imperatore scriveva al Papa: “Nessuna società può reggersi in piedi se non è fondata sulla Religione, e non c’è buona Morale se non c’è Religione: soltanto la Religione può offrire allo Stato un appoggio stabile e sicuro” ... e lui intendeva essere “lo Stato” di tutti … Papa compreso.
Pio VII, invece, pur condividendo l’idea la pensava diversamente: riprese ad amministrare i territori Pontifici provando a trovare un accordo col “pericolosissimo temporale” del Governo Rivoluzionario Francese sempre incombente ... Riavviò l’Economia e le Politiche Pontificie “in maniera moderna” sopprimendo anche se non del tutto vecchi diritti, vincoli e privilegi delle antiche Nobiltà, dei Cardinali(alcuni s’imbufalirono, si rifiutarono di collaborare o addirittura si dimisero vedendosi ridurre le pingui tradizionali rendite) e delle Corporazioni Romane, e creando quattro-cinque apposite Congregazioni Cardinalizie che revisionarono e semplificarono “con moderazione” la Giustizia, la Curia, i Dazi e il Fisco ritirando dalla circolazione la "vecchia moneta erosa"e inflazionata, l’Amministrazione, l'esercito e le poste centralizzando tutto intorno alla figura del Cardinale Camerlengo, della Camera Apostolica e della Congregazione del Buon Governo.
A Romae nel Papato si ridussero drasticamente o abolirono 32 imposte o tasse istituendo “una doppia Dativa personale”… Nel marzo 1801 si stabilì la libertà di commerciare il grano e le altre derrate alimentari sostituendo progressivamente l'antica Annona Romana, che offriva sempre agli abitanti della città “il prezzo politico del pane”suscitando però nuove apprensioni, inquietudini e rivendicazioni da parte dei ceti contadini e popolari ... In marzo e dicembre fu creata la Guardia Nobile rivalorizzando la Nobiltà Romana, e si riformarono anche i settori manifatturieri eccetto quelli strategici della Lana, Seta e Oreficeria... Si ridussero a 112 i 143 Prelati Referendari elevando l'età media d'entrata in Prelatura che era di 29 anni a 41, si abbassò dal 24% al 5% la quota dei “Napoletani” elevando, invece, il numero degli "Statisti"(ossia dei sudditi Pontifici extra Roma)dal 52% al 76% provando a ridurre inefficienze, parassitismi e inutilità … Si provò a contrastare diplomaticamente e con la solita “prudenza Ecclesiastica”gli immobilismi e il conservazionismo statico e interessato della Curialità Romana, e si provò a creare una nuova Accademia Cattolica riavviando e sostenendo la vecchia Apologetica, ma: “… con spirito e ispirazione diverse, più consone ai nuovi tempi, favorendo e patrocinando l'indipendenza e la libertà della Sede Apostolica”.
Insomma: il Papa Nuovo, una volta rientrato e recuperata “la sua Roma”, si diede parecchio da fare … Solo che incappò e non poco in quelle che erano le aspettative e le attese di un certo incombente napoleone.
Dopo molti incontri segreti, dialoghi, confronti, ritrattazioni e piccoli scismi con il Governo e il Clero Gallicano Francese, nel 1801 Pio VII corse a Parigi per alcuni mesi, dove facendo molte storiche concessioni, giunse a formulare un Accordo-Concordato col Console napoleone ripristinando in Francia la Religione e la Libertà di Culto dove molte chiese erano state già chiuse, le Diocesi mancavano del Vescovo, i pochi Preti rimasti erano indisciplinati, sposati, eretici e Giansenisti, i fedeli erano diventati in gran parte indifferenti e ostili verso la stessa Chiesa.
“Meglio che niente ! … Niente è niente … Qualcosa è qualcosa …S’è salvato il salvabile …”si commentò negli ambienti Curiali Romani … In cambio napoleone chiese d’essere proclamato Imperatore dallo stesso Papa, che però entrò in conflitto con lui. Nel dicembre 1804, infatti, il Papa funse solo da spettatore all’Incoronazione di Parigi benedicendo soltanto il neo Imperatore che s’incoronò da sé.
Poi le cose fra Pio VII e napoleone andarono di peggio in peggio: l’Imperatore organizzò il "blocco continentale" contro l'Inghilterra, e siccome il Papa non accondiscendere molto, il 15 ottobre 1805 i Francesi, nonostante lo sdegno del Papa per il "crudele affronto", occuparono Ancona principale porto Pontificio … Nel febbraio seguente l'Armata napoleonica fece ingresso a Napoliattraversando gli Stati Pontifici: i Borbone scapparono in Sicilia, e Regno di Napoli, Benevento e Pontecorvo vennero dati a Giuseppe Bonaparte e al Maresciallo Murat cognato dell'Imperatore ... Civitavecchia fu presa a maggio 1806, e napoleone pretese dal Papa che venissero espulsi da Roma tutti quelli che considerava suoi nemici: "Vostra Santità è il Sovrano di Roma, ma io ne sono l'Imperatore ... Tutti i miei nemici devono essere i vostri" ... a niente servi il proclamarsi “neutrale” del Papa … A novembre napoleone convocò a Berlino il Nunzio Papale esigendo l'esplicita adesione del Papa “al blocco continentale”… Pio VII rifiutò, e in un certo senso sancì così la sua fine.
In febbraio, infatti, l'Imperatore “partì per la tangente” imponendo alla Cristianità cose assurde come la ricorrenza di "San Napoleone"da festeggiare il 15 agosto in sostituzione della Festa dell'Assunta ... In maggio promulgò e pubblicò un Catechismo Imperiale che imponeva ai fedeli: "… l'Amore, il Rispetto, l'Obbedienza, la Fedeltà, il servizio militare [e] i tributi imposti per la conservazione e la difesa dell'Impero e dell’Imperatore"… I Vescovi divennero i "Prefetti Viola", ossia autorità soggette al diretto controllo dello Stato, e dediti “in toto” all’interesse della realtà imperiale … Si varò perfino una "Teologia della Guerra", che giustificava la politica francese militare ed espansionistica mirante all’acquisizione dell’intera Europa … e molto altro ancora.
Poi napoleone fece occupare molto più praticamente le Marche e l'Umbria con le Province Papali di Ancona, Macerata, Pesaro e Urbino. Infine ordinò l'occupazione di Romache venne invasa il 2 febbraio 1808: vennero espulsi 14 Cardinali non nativi dello Stato pontificio, si organizzò la Guardia Civica e la Gendarmeria, si presero in mano tutte le amministrazioni usando come metodo ogni sorta di violenze, usurpazioni e saccheggi. Infine il 17 maggio 1809 napoleone decretò da Vienna la fine di Roma e dello Stato Pontificio che divennero: “città libera e parte dell’Impero”.
Al Papa venne chiesto senza tanti preamboli d’abbracciare condividendo e sottoscrivendo le “Quattro proposizioni della Chiesa Gallicana” che anteponevano il Primato del Concilio e dei Consigli Generali della Chiesa e dei Sovraniriconoscendogli soltanto un titolo d’onore senza un potere effettivo, con neanche la facoltà di nominare liberamente i propri Vescovi … La Chiesa era ridotta veramente al suo minimo storico, era giunta per davvero“alla frutta”.
Il 10 giugno 1809 Pio VII ovviamente dichiarò nulli tutti gli atti dell’Imperatore scomunicandolo e rifiutando ogni rendita e pensione che intendeva assegnare a lui e al Sacro Collegio dei Cardinali: “E’ preferibile scegliere una vita di miseria piuttosto che accettare il vitto da un usurpatore …” si disse a Roma.
Il mattino seguente i Francesi strapparono il “Breve di scomunica dell’Imperatore”affisso sulle porte delle Basiliche Romane di San Pietro, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore. Qualche giorno dopo napoleone scrisse a Giocchino Murat Re di Napoli e suo cognato: “Se il Papa, contro lo spirito del suo grado e del Vangelo, predica la rivolta e vuol servirsi dell’immunità della sua casa per far stampare manifesti, si deve arrestarlo… Filippo il Bello fece arrestare Bonifazio e Carlo V tenne a lungo in prigione Clemente VII; e questi avevano fatto anche meno.”
Il Generale Radet giunto a Roma per coadiuvare il Generale de Miollis temendo che città insorgesse, scrisse al Ministro della Guerra Francese: “Il Papa governa con la punta delle dita molto meglio di noi con le nostre baionette.” ... era necessario arrestarlo e deportarlo altrove.
All’alba del 6 luglio 1809, Pio VII che già li attendeva venne rapito e arrestato dai Francesi nei sui appartamenti del Palazzo del Quirinale scalandone spettacolarmente le mura in più punti. Sembra che il Papa in quell’occasione abbia pronunciato la famosa frase ai Francesi che gli intimavano di cedere alla Francia il suo potere: “Non possiamo ... Non dobbiamo ... Non vogliamo né cedere né abbandonare quello che non ci appartiene.” ... e “ipso fatto” scomunicò tutti i Francesi ... che non si spaventarono neanche un poco.
Preso quindi il solo Breviario e un Crocifisso, Pio VII salì in carrozza (o forse in una “berlina” ?), e il “Santo prigioniero” senza alcun seguito se non il Cardinale Pacca, partì prima per Grenoblepassando per la Certosa di Firenze, poi privato del Cardinal Pacca rinchiuso nel Forte di Fenestrelle, il Papa venne imprigionato sembra passando in luoghi sempre diversi: Genova, Alessandria, Torino, Valenza, Avignone, Nizza, Monaco, Oneglia, Cuneo, Mondovì, Finale Ligure, e infine Savona dove per oltre due anni gli fu impedito dal Prefetto Chabrol e dal Comandante della Gendarmeria Lagorse “carceriere papale” perfino di leggere e scrivere e contattare chiunque non fosse approvato dai Francesi … I pochi che provarono ad entrare in comunicazione col Pontefice Recluso vennero incarcerati dalla Polizia Imperiale.
Il Papa prigioniero, ridotto di nuovo al "povero Monaco Chiaramonti che era", fece quel che poteva: rifiutò, ad esempio, di convalidare le investiture dei nuovi Vescovi napoleonici.
Pasquino, la celebre “statua satirica parlante” di Romacon i messaggi dei Romani appesi al collo o posti ai suoi piedi, commentò ironico: “Un Pio perdé la Sede per conservar la fede; un Pio perdé la fede, per conservar la Sede”.
L’Imperatore d’Austria vedendo sfumare i suoi desideri e gli ipotetici guadagni attraverso il Papa, ruppe i rapporti con napoleone e incamerò in fretta e furia quanto era riuscito ad arraffare di quello che era stato lo Stato Pontificio.
Napoleone, invece, fece trasferire a Parigi gli Archivi Vaticani… sposò a Parigi l'Arciduchessa Maria Luisa, figlia dell'Imperatore Francesco II dichiarando nullo il precedente matrimonio con la sterile Giuseppina ... Tredici Cardinali, che rifiutarono d’indossare “l'abito rosso” durante la cerimonia delle solenni nozze, i così detti "Cardinali Neri" vennero carcerati in diverse città francesi e privati di ogni rendita ... Nel marzo 1811 napoleone ebbe un figlio al quale conferì il titolo di "Re di Roma"canzonando evidentemente il Papa ... e contrastò poi non poco col Concilio Nazionale dei Vescovi dell'Impero riunitosi in Notre-Dame di Parigi quand’era il 17 giugno 1811.
Il Papa, intanto, col quello che era stato il suo Stato Pontificio non valevano più niente … poi con la Grande Armata napoleone partì per la disastrosa Campagna di Russia ... mentre il Papa infermo e febbricitante nel maggio 1812 venne carcerato nel Castello di Fontainebleaucon la scusa che gli Inglesi volevano liberarlo, dove rimase prigioniero per altri diciannove mesi. Lì si provò ad estorcergli la firma sul "Concordato di Fontainebleau" che sanciva di fatto la rinuncia a tutto quel che era il Papa col suo Stato … Infatti tre giorni dopo, Pio VII, ignorato da napoleone ritrattò il tutto trovando anche la forza di dichiarare nulli tutti gli atti ufficiali dei Vescovi Francesi, subendo così un ulteriore incremento di prigionia e restrizioni.
Poco dopo, subito napoleone la sconfitta di Lipsia, Pio VII con la “Restaurazione”venne liberato dopo 5 anni di prigionia, e passando per Bologna, Ravenna, Imola dove celebrò la Pasquail 10 aprile 1815, quindi Forlì, raggiunse Cesenadove in maggio riassunse tutto il suo travaglio: "Il trionfo della Misericordia divina è ormai compiuto sopra di Noi strappati con inaudita violenza dalla nostra Sede pacifica, dal seno de' nostri amati Sudditi; e trascinati di una in un'altra Contrada, siamo stati condannati a gemere tra la Forza quasi cinque anni. Noi abbiamo versato nella nostra prigionia lacrime di dolore prima per la Chiesa alla nostra cura commessa perché ne conoscevamo i bisogni senza poterle apprestare un soccorso, poi per i Popoli a Noi soggetti perché il grido delle loro tribolazioni giungeva perfino a Noi senza che fosse in nostro potere di arrecargli un conforto. Temperava però l'affanno acerbissimo del nostro cuore la viva fiducia, che placato finalmente il pietosissimo Iddio giustamente irritato dai nostri peccati alzarebbe l'Onnipotente sua destra per infrangere l'arco nemico, e spezzar le catene che cingevano il Vicario suo sulla Terra. La nostra fiducia non è stata delusa. L'umana alterigia, che stoltamente pretese di uguagliarsi all'Altissimo, è stata umiliata, e la nostra liberazione, cui anche miravano gli sforzi generosi dell'Augusta Alleanza, è per prodigio inaspettatamente seguita".
Faceva un po’ tenerezza questo Papa coriaceo, martoriato e perseguitato … ma mai domato del tutto.
Infine dopo essere passato per Loreto il Papa, che ormai non era più tanto “Nuovo”, rientrò finalmente Roma ... dove come sempre i Romani lo accolsero esultanti e come niente fosse accaduto … Per Roma e i Romani c’era sempre motivo per festeggiare … In fondo non importava quale fosse il perchè.
Pio VII riottenuti quasi tutti i territori di quello che era stato un tempo lo Stato Pontificio, tornò per l’ennesima volta a ricostruirlo: “Sembra un’immane storica partita a scacchi senza fine”, disse un Cardinale rinfrancato … Oltre a ripristinare tutta la Pontificia Amministrazione Ecclesiastica, si abolirono tutte le riforme napoleoniche sopprimendo il Codice civile; si rinchiusero e limitarono di nuovo gli Ebrei nell'area del Ghetto di Roma; si ricostituì la Compagnia di Gesù; si reintrodusse l'Indice e l'Inquisizione; si ridiede impulso all'Attività Missionaria della Chiesa a partire dal fatto che il Congresso di Vienna aveva abolito la schiavitù … Due Congregazioni esaminarono il comportamento dei Vescovi e dei Sacerdoti dello Stato Pontificio, e una dozzina di Prelati venne esclusa dalla Curia, giungendo anche a carcerare per qualche tempo in Castel Sant’Angelo il Cardinale Maury ... Si provò pure timidamente a incaricare lo scultore Antonio Canova di trattare la restituzione di quanto trafugato a Roma dai Francesi … e si recuperò quasi niente.
Durante i successivi fugaci “Cento giorni” del 1815, napoleone provò di nuovo a attaccare lo Stato Pontificio col Re di Napoli Gioacchino Murat... Pio VII dovette ancora una volta fare le valigie andando a rifugiarsi a Genova, poi vagabondò e temporeggiò a Torino, passò per Piacenza seguendo la via Emilia, entrò in Toscana dove in Val d'Elsa a Barberino fece i suoi pontificali bisogni corporali in località: “Sosta del Papa”, dove venne posta tanto di lapide a memoria, e si conferì il nome all’intero paesucolo. Infine rientrò ancora una volta a Roma dove “rimise di nuovo tutto in piedi”, e inspiegabilmente continuò nei mesi successivi ad accogliere ed ospitare parenti e familiari del despota napoleone che l’aveva così strapazzato … Carità Cristiana ? … o tentativo goffo di provare in qualche maniera a recuperare qualcosa rimpinguando le casse pontificie ormai eternamente vuote ?
La madre di napoleone scriveva al Segretario di Stato Vaticano il 27 maggio 1818: “La sola consolazione che mi sia concessa è quella di sapere che il Santissimo Padre dimentica il passato per ricordare solo l’affetto che dimostra per tutti i miei. Noi non troviamo appoggio ed asilo se non nel Governo Pontificio, e la nostra riconoscenza è grande come il beneficio che riceviamo…”
A seguire Pio VII provò a mettere in piedi più Concordati possibile con gli “Stati Rinati” fra i quali c’era pure l’Imperatore d’Austria che era sempre irritato con lui, per cui gli rifiutò ogni accordo ... Risistemò il Catasto Romano e i Territori Pontifici suddividendoli in 13 Delegazioni e 4 Legazioni: Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna, oltre al Distretto Romano che denominò: Comarca … Creò 99 Cardinali “nuovi di zecca” in 19 Concistori per rimpolpare il Collegio e sostituire quelli malandati e troppo strapazzati da napoleone; condannò le Società Bibliche Protestanti; l’indifferentismo provocato dall’Illuminismo; nel 1821 condannò pure le troppo liberali "Società Segrete dei Carbonari e la Massoneria"… e infine: morì come tutti gli umani a 81 anni il 20 agosto 1823 a seguito di una caduta occorsogli il 6 luglio in cui gli si ruppe il femore, mentre un incendio devastava “la sua” antica Basilica Romana col Monastero di San Paolo Fuori le Mura: notizia che gli venne tenuta accuratamente nascosta … e Pace all’Anima sua !
In conclusione oltre la conclusione, bisogna dire che Pio VIIè stato un Papa parecchio bastonato, anzi: per davvero maltrattato. Gliene hanno fatte di cotte e di crude, di tutti i colori … però lui ha tenuto duro lo stesso, consapevole del suo ruolo (nolente o volente) e dello specialissimo destino che gli era piovuto addosso … fatalità: proprio a Venezia.